6 www.rivistedigitali.com Anno 45 ottobre 2011 n. 5 & recupero restauro Finiture. Un intervento di recupero di un edificio del ‘600 nel Salento ha messo a confronto elementi molto diversi tra loro. L’uso dell’acciaio con l’ausilio di finiture colorate e materiali innovativi hanno permesso di esaltare la linearità della pietra leccese Le finiture di pregio fanno dialogare l’antico e il contemporaneo C onciliando il rispetto dell’antico con il gusto per il moderno, l’acciaio e la pietra a vista, antiche porte d’ulivo secolare e divani coloratissimi, Luca Fiocca ha progettato il recupero di Palazzo Rao a Miggiano, in provincia di Lecce. Pareti in pietra luminescente e ciottoli bianchi di Carrara si alternano a un murales Bisazza che ritrae Willy il Coyote e Beep Beep, il tutto rispettando l’impostazione originale dell’edificio costruito nel ‘600. Luca Fiocca committente e direttore lavori La filosofia seguita in quest’opera di recupero ha avuto l’obiettivo di dimostrare che la bellezza non ha tempo; il design moderno e una struttura antica possono coesistere arricchendosi l’un l’altra. L’architettura seicentesca di Palazzo Rao fa da prezioso contenitore a materiali e oggetti di fattura e design contemporaneo Architetto, in che modo la filosofia della ristrutturazione si è identificata con la struttura originale dell’edificio? In quest’opera di recupero si è voluto dimostrare che la bellezza non ha tempo, per cui il design moderno e una struttura antica possono coesistere. L’architettura antica di Palazzo Rao fa da mirabile contenitore a opere e materiali di gusto squisitamente moderno e futuristico. Il progettista è riuscito a conciliare l’inconciliabile e a far dialogare secoli diversi prendendo il meglio di ognuno e mixandone il tutto. Ed ecco la felice scelta del parquet di Alberani in ulivo pugliese dalla delicata sfumatura rosa antico, sposarsi al salotto verde smeraldo di famiglia ristrutturato per l’occasione. Il design contemporaneo di Cassina, Bisazza, Arclinea, De Padova, Jacuzzi, acquista un allure caldo se incastonato come un gioiello in uno scrigno senza tempo. Dal punto di vista tecnico qual è stata l’intervento più impegnativo? L’impronta a tutto l’intervento è stata apportata dal recupero delle volte della cucina e della camera padronale faccia a vista. Grazie agli interventi dell’impresa Magia del restauro di Melendugno in provincia di Lecce è stato possibile dare una nuova veste alle superfici. Le operazioni sono con- 2 3 4 5 1 1. L’Ingresso al cortile di Palazzo Rao. 2. La scalinata del palazzo storico. 3. La minipiscina immersa tra piante tropicali e imbrici di centenaria memoria. 4. Sui terrazzi dell’abitazione è stato posato dell’acciottolato di Carrara. Per posarlo si è provveduto prima alla pulizia delle chianche con l’idropulitrice, per poi procedere con la stesura a rullo di materiale impermeabile. 5. Un mosaico che ritrae Willy il Coyote e Beep Beep occupa la grande superficie esterna di uno dei terrazzi di Palazzo Rao. La stesura del mosaico ha avuto bisogno di una preparazione accurata della parete. La storia di Palazzo Rao Edificato nel ‘600 Palazzo Rao ospita l’omonima famiglia di farmacisti salentini, che annovera anche uno scienziato e chimico farmaceutico, Diodato Rao. Uomo di cultura e di sapere all’avanguardia per i tempi e i luoghi in cui si è trovato a vivere, Diodato fu professore di chimica all’Università di Napoli e autore di un importante testo sull’abuso dei farmaci dal titolo «Repertorio delle incompatibilità chimiche tra farmaci più in uso». Lo splendido palazzo è arricchito all’interno da una farmacia dell’800 perfettamente conservata, con una collezione di ampolle di Murano assieme agli strumenti dello speziere e a una cappella di famiglia con decorazioni in oro zecchino. sistite nella stonacatura fatta a mano con piccole accette. Poi si è provveduto, laddove era necessario, a una scartavetratura. Successivamente è stata realizzata la soffiatura con l’ausilio del compressore per eliminare i residui della lavorazione. Da ultimo si è passati alla stuccatura delle fughe con l’impasto a colore. In questa fase, Mastro Giuseppe insieme al figlio Massimo hanno utilizzato polvere di marmo proveniente dalla stessa cava del Salento dalla quale, quattrocento anni prima, erano state cavate le pietre calcaree utilizzate nel cantiere di questo palazzo. L’intervento è terminato con la stesura di materiale sintetico consolidante, per evitare la caduta di piccole particelle di polvere di pietra. Qual è stato l’apporto delle finiture nella revisione integrale dell’edificio esistente? Le finiture hanno conferito valore aggiunto a Palazzo Rao e sono state determinanti nella compiutezza dell’intervento di recupero. L’aspetto più innovativo è costituito dalla messa in opera dell’acciottolato di Carrara sui terrazzi. Per compiere questa operazione dapprima si è provveduto alla pulizia delle chianche con l’idropulitrice, per poi procedere con la stesura a rullo di materiale impermeabile. Successivamente si è messo in opera Geodrein (Geoplast), sul quale si sono poi posati i ciottoli bianchi di Carrara. Il parquet di Alberani, invece, è stato posato in tre diverse varietà: rovere sbiancato Greypor G KTR La resistenza a trazione è la sua forza. ® Greyporr® KTR Scopri il potere isolante di Greypor® G KTR, Sc KTR la speciale lastra stampata in EPS a celle chiuse che s cambia cam le abitudini di chi deve realizzare un isolamento a cappotto. Infatti, l’applicazione a cappotto ha una nuova c caratteristica tecnica che garantisce l’idoneità della lastra: car la Resistenza a Trazionee ortogonale alle facce (TR). LAPE VI ASPETTA AL MADE EXPO 2011 MILANO PAD. 4 - STAND L25 M30 Gruppo www.lape.it Greypor® è un marchio registrato LAPE Indicata sempre in kPa, la Resistenza a Trazione, simula Ind la ssollecitazione allo strappo del cappotto e indica la misura dei gradi di saldatura fra le perle di espanso. mi 8 www.rivistedigitali.com Anno 45 ottobre 2011 n. 5 & recupero restauro Seminari. Come governare, promuovere e nello stesso tempo controllare l’innovazione nel campo del restauro? Dal Convegno internazionale di scienza e beni culturali come riattivare la relazione tra ricerca e applicazione «Governare l’innovazione processi, strutture, materiali e tecnologie tra passato e futuro» I l convegno di Bressanone di quest’anno ha portato al centro della riflessione interdisciplinare e della ricerca su scienza e beni culturali il tema dell’innovazione. Si è considerato che le attività pratiche si rinnovano spesso in assenza di un’adeguata e condivisa consapevolezza delle finalità e delle esigenze reali del settore e, il più delle volte, sulla spinta di mode e parole d’ordine, o di un trasferimento tecnologico incontrollato. Ai progressi tecnico-scientifici relativi agli interventi è spesso corrisposta una deriva nel modo di pensare degli stessi addetti ai lavori che, sempre più frequentemente, identificano il restauro come disciplina competente prevalentemente per le superfici di pregio, come se le strutture architettoniche fossero di pertinenza soltanto di altre discipline, e rispondessero soltanto ad altre esigenze. Avviene così per esempio che le soluzioni innovati- intervento e criteri comuni. A questo proposito alcune aree di ricerca innovativa si possono cogliere anche nelle relazioni presentate al convegno di quest’anno. Vi sono comuni alcune linee guida importanti che si stanno profilando nelle scelte di innovazione che devono essere tenute in conto. Gli interventi ve per l’efficienza energetica, la sicurezza strutturale, il comfort, si applichino sull’edilizia storica senza alcun filtro critico, senza strumenti adeguati di valutazione, senza l’accompagnamento di una ricerca mirata (http://www. scienzaebeniculturali.it/). Gli obiettivi del convegno sono stati quelli di riattivare un circuito informativo tra il mondo della ricerca e il mondo dell’applicazione, affinché i temi che negli ultimi anni hanno portato a un rinnovamento dei materiali e delle tecnologie adottate nel restauro trovino adeguata eco e, per converso, la ricerca trovi maggior ritorno economico e soprattutto visibilità. Per fare un esempio, il divieto d’uso dei solventi tossici comporterà nel volgere di pochissimi anni l’abbandono definitivo di molti materiali ancor oggi po- polari tra i restauratori e l’introduzione di materiali nuovi o ritrovati non potrà che attivare nuove ricerche per migliorarne le prestazioni, nella pulitura come nelle altre fasi di trattamento; coinvolgere sul tema dell’innovazione tutte le competenze che costituiscono l’intera filiera del mondo del restauro: produttori, re- stauratori, ricercatori, progettisti e direttori dei lavori e infine individuare linee di Entrando nello specifico dell’uso di materiali per il restauro si è voluto chiarire come la prima scelta non può essere altro che quella legata alla tossicità, in questa direzione le indicazioni sono ormai chiare, la ricerca va verso materiali all’acqua, siano essi in soluzione che in dispersione. La linea è tracciata anche dalle normative che restringono sempre di più l’uso di solventi (Biscontin). Diversi interventi hanno riguardato la sperimentazione nel campo delle nanotecnologie applicate alla conservazione del patrimonio culturale. Si sono viste proposte di materiali «nano» sia di natura inorganica che di sintesi organica e i risultati preliminari presentati al convegno sono confortanti (Nuccio, Biscontin). Sono state presentate anche ricerche riguardo alla possibilità di consolidamento di manufatti lapidei calcarei mediante materiali a base di fosfati ammonici; questo tipo di materiali potrebbe rivelarsi di grande utilità ed efficacia soprattutto in ambiente umido (Botticelli) e le possibilità diagnostiche e in particolare l’uso di ndt (non destructive testing) d’indagine, che aprono nuovi confini di ricerca con risultati spesso eclatanti (Ginanni Corradini, Bertoldi, Bracci, Cecchi). Si è discusso riguardo alla possibilità di certificare i progetti (Moioli, Benedetti, Catalano, Della Torre) e di garantire memoria delle opere che si sono eseguite e da parte dell’ente di tutela, di sovrintendere la fase autorizzativa e di sorveglianza del ➪ segue da pagina 6 gio con acqua e detergente specifico. Il teak è stato avvitato su una pedana in ferro zincato. Per quanto concerne il mosaico, la sua stesura ha avuto bisogno di una preparazione perfetta della parete, perché doveva risultare perfettamente a piombo. La prima operazione è consistita, quindi, nella preparazione di un spazzolato, biancoulivo e teak da esterni. I primi due sono stati incollati su di un massetto di sottofondo in cemento autolivellante realizzato preventivamente. Si è poi proceduto con il taglio a misura dei listelli, all’incollaggio, alla pulizia con alcool dei residui di colla e infine al lavag6-7. Il recupero delle volte della cucina e della camera patronale faccia a vista ha caratterizzato la fase più importante dell’intervento di restauro. Per la stuccatura delle fughe con l’impasto a colore l’impresa è riuscita a trovare la stessa la cava del Salento in cui quattrocento anni prima erano state cavate le pietre calcaree utilizzate nel cantiere. L’intervento è terminato con la stesura di materiale sintetico consolidante, per evitare la caduta di piccole particelle di polvere di pietra. supporto di intonaco steso a più mani per rendere la 6 7 parete perfettamente verticale. Successivamente è stato steso uno strato di colla sul quale si è adagiato il mosaico. Prima della stuccatura a colore è stata pulita la superficie per eliminare i residui della lavorazione. Da ultimo abbiamo utilizzato una spugnatura per eliminare lo stucco sul mosaico di vetro. • Stefano Cianciotta Prodotto in Evidenza a Stand B44-C42 • Area Esterna 45 Small 50 Spin 15A Una pompa a vite polivalente e un mescolatore a ciclo continuo Ecco la soluzione di IMER Group per risparmiare tempo, fatica e manodopera per l’applicazione di colla e rasanti nei sistemi a cappotto Vantaggi del kit Permette di mescolare e pompare in continuo sia la colla che il rasante e di usare solo il mescolatore dove la pompa non serve; Grazie all’inverter presente sulla Small 50, è possibile lavorare in ristrutturazioni con 220V anche dove la potenza istallata è molto bassa; Per maggiori informazioni visit@ il nostro sito internet E TI L OT www.imergroup.com/cappotto SCELT A A L Kit lancia specifico per l’incollaggio e la spruzzatura del rasante con sistema chiusura materiale immediato e regolazione aria compressore diretta; MA 10 www.rivistedigitali.com Anno 45 ottobre 2011 n. 5 & recupero restauro cantiere anche inserendo elementi di novità in tutto ciò. Non sono mancati esempi reali; tra gli altri la sperimentazione di particolari elementi di chiusura delle aperture alle Gallerie dell’Accademia a Venezia (Codello). Inoltre sono state affrontate le proble- fluosilicati all’Arco di Alfonso d’Aragona a Napoli, oppure in anni più recenti l’impiego in superficie della resina epossidica al duomo di Milano, la sperimentazione innovativa con lastre in policarbonato al teatro di Eraclea o l’uso di paraffina e materiali zazione e regimentazione delle acque messi a punto e realizzati in argilla condotta nel Nuraghe Santu Antine di Torralba (Buninu) o la manutenzione dell’insediamento di Shali nell’Oasi di Siwa, Egitto, effettuata con tecniche tradizionali delle costru- glior comfort abitativo e un minor impiego energetico. Temi che hanno dato luogo, a problemi d’inserimento nel paesaggio urbano e «naturale» dei nuovi materiali innovativi (in primo luogo, afferenti al fotovoltaico e all’energia eolica). In particolare si è rio hanno già ripetutamente confermato le intuizioni teoriche che sono alla base del loro funzionamento. Le ultime tendenze nel campo sono rivolte, alle celle utilizzanti i «nanocristalli» o «cristalli quantistici» che sono suscettibili di una tecnologia re- Le conclusioni Le conclusioni emerse al termine dei lavori hanno evidenziato l’importanza che i temi della compatibilità ambientale e della sostenibilità devono trovare nello snodo tra scienza e beni culturali un’elaborazione specifica, che vada L’iniziativa Nel programma dei lavori del Convegno è stato dedicato uno spazio speciale al progetto Europeo Elaich (Educational linkage approach in cultural heritage), messo a punto da Technion Israel Institue of Technology, University of Antwerp, National Technical University of Athens, Università Cà Foscari di Venezia, University of Malta. Il progetto (iniziato nel 2009 terminerà nel 2012) ha sviluppato un approccio educativo innovativo per gli operatori dei beni culturali in cui sono integrati i materiali dei corsi tradizionali con moderne e-learning applications e lavoro in situ. L’approccio Elaich innesca un dialogo sui valori del patrimonio culturale e, soprattutto, favorisce l’apprezzamento, rispetto e tolleranza verso gli altri e il loro patrimonio culturale (per approfondimenti: www.elaich.technion.ac.il). matiche relative a materiali e tecniche che indicati, in passato, come «innovativi» e pubblicizzati abbondantemente, hanno poi col tempo mostrato gli esiti dannosi, fra i casi più noti, negli anni Sessanta del secolo scorso, si possono citare i trattamenti con emulsione vinilica alle pietre di San Marco, con vinilici, sino all’impiego dell’idrossido di bario con gravi fenomeni di sbiancamento superficiale e opacizzazione di alcuni colori negli affreschi (Treccani). È stata esaminata anche la possibilità del valore potenzialmente innovativo del recupero della tradizione quali per esempio i sistemi d’impermeabiliz- zioni in Karhif, una sorta di «crosta» di salgemma misto a fango salino proveniente dai sedimenti salini nell’area circostante l’oasi (G. Martines). Si è parlato anche di sostenibilità ambientale e dalla conseguente necessità di confronto con scenari configurati da una tecnica in grado di garantire un mi- parlato anche di fotovoltaico di terza generazione e di fotovoltaico organico (Franco). I pannelli fotovoltaici di terza generazione sono basati su tecnologie innovative che a oggi non hanno superato ancora lo stadio sperimentale per poter passare alla produzione industriale su larga scala anche se in laborato- alizzativa più semplice. Il fotovoltaico organico «al mirtillo» è invece basato su una pasta di biossido di titanio impregnata con un colorante fotosensibile organico ottenuto, appunto, dai mirtilli. L’innovativa tecnologia di questo modello è stata brevettata un anno fa dal ricercatore svizzero Michael Gratzel. oltre gli slogan per evitare che le buone intenzioni vengano tradotte nelle pratiche deleterie tipiche di una visione di brevissimo periodo; che la vera innovazione deriva da una sempre maggiore sinergia tra i diversi ambiti quali la progettazione degli interventi, la produzione di nuovi materiali e la messa a punto di metodologie e tecnologie adeguate, l’applicazione e verifica del comportamento dei sistemi adottati, la manutenzione e la fruizione e che l’innovazione che potrebbe interessare scelte, indagini, progetti tecnologie, valutazioni, controlli e confronti nel settore del restauro non è stata finora molto presente. Certamente ci sono stati piccoli passi in avanti, ma sporadici e quasi casuali, non certamente frutto di discussione e strategie. Le difficoltà sono reali, le motivazioni tante e anche ragionevoli. Si è concluso che il settore dei beni culturali ha dunque bisogno di tanta innovazione ma soprattutto di una innovazione governata e consapevole, e non lasciata al caso, come sembra sia avvenuto per molti episodi di trasferimento tecnologico. Rifiutare l’innovazione è sbagliato, ma sorvegliarla criticamente è necessario (Treccani). • Daniela Pittaluga