matteo capelli - TIZIANO TESTORI Tecniche implantari mininvasive ed innovative co-Autori Fabio Galli e Francesco ZUFFETTI Coordinatore scientifico prof. Roberto L. Weinstein Università degli studi di Milano IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Dopo molti anni di studio, di attività clinica in campo implantare, di passione e dedizione per la nostra professione, abbiamo compreso come il successo quotidiano in chirurgia sia legato non solo alla fase strettamente chirurgica ma a diversi fattori la cui mancata valutazione porta all’insuccesso. L’esperienza clinica e la letteratura scientifica ci dicono che in questi ultimi anni sono stati compiuti una moltitudine di errori implantari che la risposta biologica dei tessuti duri e molli ha impietosamente e inesorabilmente punito, elemento questo che ha sicuramente contribuito a determinare un numero di contenziosi medico legali in odontoiatria senza precedenti; da qui l’esigenza di dedicare un corposo capitolo agli aspetti del contenzioso medico-legale nei trattamenti implantari, ponendo particolare attenzione agli aspetti di tutela preventiva e documentale. Abbiamo voluto pertanto tracciare con questo libro un percorso didattico che valutasse in modo razionale e consequenziale i più importanti fattori di rischio in terapia implantare unito ad una moderna fase diagnostica e progettuale. Per questa ragione, la parte centrale del libro analizza non solo le innovative procedure chirurgiche mininvasive atte ad aumentare il comfort post-operatorio del paziente ma anche gli aspetti strettamente biologici che influenzano il risultato clinico. Seguendo la filosofia del nostro gruppo implantare abbiamo voluto sviluppare un libro che potesse essere utile sia a coloro che si avvicinano per la prima volta alla chirurgia implantare sia agli operatori esperti che desiderano approfondire alcuni aspetti basilari della moderna implantologia, un mezzo didattico tradizionale nel concetto ma innovativo nel modo di porre i contenuti attraverso una grafica con disegni realistici per meglio spiegare le varie procedure. Ci auguriamo che quest’opera possa essere un valido supporto per i clinici e permetta di curare al meglio i pazienti che affidano a noi la loro salute orale. Questo nuovo libro raccoglie in una sequenza didattica tutte le fasi della chirurgia implantare, dalla diagnosi al follow-up postchirurgico, offrendo utili consigli operativi ed evidenziando il grado di rischio e di difficolta di ciascuna fase. Il capitolo di apertura “La determinazione del rischio in chirurgia implantare” presenta il rischio come comune denominatore dell’intero piano di trattamento chirurgico e traccia la linea che caratterizza il resto del libro. Nel testo viene esposta in dettaglio ogni fase del piano di trattamento, dalla diagnosi del sito implantare, allo strumentario necessario, all’approccio chirurgico ed incisioni ottimali, fino alla sutura ed alle fasi finali. Questo libro è davvero contemporaneo, esaustivo, olistico e pratico. È un testo che si può consultare continuamente come riferimento, guida e fonte d’ispirazione. Richard Lazzara DMD, MScD Associate Clinical Professor at the University of Maryland Periodontal and Implant Regenerative Center Associate Professor at the University of Miami Presentare un libro è sempre un momento molto bello, perché si affronta un’attività del pensiero umano. In questo caso le motivazioni sono molto più complesse. Innanzitutto perché gli Autori sono tra coloro che dodici anni fa mi accompagnarono nella costruzione della nuova Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Milano presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi, inoltre, e questa è vera ragione di orgoglio, perché questo libro è un libro di Scuola. Libro di Scuola perché è il libro della Scuola del Galeazzi. Libro di Scuola perché vuol esser Scuola per coloro che si avvicinano all’implantologia. Roberto Lodovico Weinstein Matteo Capelli Tiziano Testori Direttore Clinica Odontoiatrica IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Università degli Studi di Milano INDICE 01 la DeteRmiNaZioNe Del RiScHio iN cHiRURGia implaNtaRe: fattori che influenzano il grado di difficoltà operativa A. PARENTI, M. CAPELLI, M. DEFLORIAN 02 03 DETERMINANTI GENERALI DEL RISCHIO CHIRURGICO DETERMINANTI LOCALI DEL RISCHIO CHIRURGICO DiaGNoSi Della Sella eDeNtUla M. CAPELLI, L. FUMAGALLI, A. APPIANI, A. MOTRONI, F. GALLI VALUTAZIONE PRE-OPERATORIA DEL PAZIENTE LA DIAGNOSI FOTOGRAFICA DELLA SELLA EDENTULA SEMIOLOGIA DENTALE: ISPEZIONE E PALPAZIONE STRUMENTI DIAGNOSTICI RADIOGRAFICI: ENDORALI, OPT E TC la pRepaRaZioNe Della Sala cHiRURGica M. CAPELLI, M. DEFLORIAN, F. BIANCHI CONSIDERAZIONI GENERALI PREPARAZIONE DELLA SALA OPERATORIA STRUMENTARIO PER LA CHIRURGIA IMPLANTARE MASCELLARE 04 MANDIBOLA la pRoGettaZioNe implaNtaRe S. GRACIS, L. VAILATI, F. GALLI MASCELLARE LA RILEVAZIONE DELLE IMPRONTE PRELIMINARI E LO SVILUPPO DEI MODELLI DI STUDIO IL MONTAGGIO DEI MODELLI DI STUDIO IN ARTICOLATORE L’ANALISI DEI MODELLI E LA CERATURA D’ANALISI LA DIMA RADIOGRAFICA LA DIMA CHIRURGICA MANDIBOLA Anche il lavoro di Kawai e Almeida del 2008 riporta valori in contrapposizione rispetto agli studi precedenti in quanto viene riscontrato che la distanza ottimale dente-impianto risulta essere 1-1.5 mm e che la percentuale della presenza papillare diminuisce se la distanza denteimpianto aumenta. Bisogna sottolineare la particolarità dello studio in quanto effettuato su pazienti con delle schisi trattate in seguito con innesti ossei e dove gli stessi Autori evidenziano la diversità dei risultati rispetto a quelli dei lavori precedenti, ma non viene fornita alcuna spiegazione per giustificare tali risultati. Dall’analisi dei dati presenti nei lavori sopra menzionati si evince che la distanza ottimale dente-impianto per ottenere un buon risultato di riempimento papillare deve avere una dimensione variabile dai 2 ai 3 mm. Se questa distanza aumenta a valori > di 3 mm, la percentuale di riempimento papillare interprossimale diminuisce significativamente . DISTANZA IMPIANTOIMPIANTO E RIEMPIMENTO PAPILLARE Da un'analisi della letteratura, volendo prendere in considerazione solo studi su modello umano che abbiano analizzato la distanza tra gli impianti con la presenza o l’assenza della papilla interimplantare, il numero di lavori a disposizione risulta estremamente ridotto. Gastaldo (Gastaldo et al. 2004) in uno studio retrospettivo con 96 misurazioni interimplantari eseguite in 48 pazienti con restauri presenti da almeno 18 mesi fino ad un massimo di 6 anni, hanno riscontrato che quando la distanza tra gli impianti era compresa tra i 3 e 4 mm, la papilla era presente nel 71-82% dei casi. Quando la distanza era < 3 mm l’assenza della papilla era pari al 100% delle volte, mentre se la distanza era > 4 mm, la presenza della papilla era presente nel 48% dei casi. Uno studio recente condotto da Degidi (Degidi et al. 2008) ha analizzato l’influenza della distanza interimplantare nelle zone estetiche del mascellare superiore mediante impianti postestrattivi con protesizzazione immediata. Sono stati inseriti 152 impianti (XiVE, Dentsply-Friadent, Mannheim, Germany) a connessione interna. La distanza tra gli impianti è stata determinata a livello radiografico e la valutazione papillare è stata assegnata mediante l’indice di Jemt eseguita su immagini digitali. Gli Autori hanno sottolineato che la presenza della papilla viene a migliorare col passare del tempo anche se le distanze > di 4 mm erano legate alla percentuale più bassa di presenza papillare. Distanze comprese tra i 2 e 3 mm davano i migliori risultati. Dopo 24 mesi la percentuale di successo papillare in relazione alla distanza era < 2, 2-3, 3-4 e > 4 mm era di 80,6%, 88,2%, 88,5%, e 72,7% rispettivamente. I risultati dei due lavori precedenti appaiono simili tra loro. Gastaldo riporta il maggior risultato di riempimento della papilla per distanze interimplantari comprese tra 3-3.5 mm. Nello studio di Degidi il risultato ottimale è riscontrato per distanze comprese tra 2-4 mm. La piccola discrepanza potrebbe essere legata a delle differenze nel protocollo chirurgico, al tipo di impianti utilizzati oppure ai differenti criteri utilizzati per definire la papilla, che risultano meno chiari nello studio di Gastaldo. Volendo prendere in considerazione i risultati dei precedenti studi sia della 05 MP PREVENZIONE DELL’ISCHEMIA PREVENZIONE DELLA LACERAZIONE DEL LEMBO PREVENZIONE DELLA DEISCENZA INCISIONI DI USO COMUNE IN IMPLANTOLOGIA TECNICHE DI SCOLLAMENTO DEI TESSUTI MOLLI PREPARAZIONE DELLA BASE OSSEA IL DECORSO POST-OPERATORIO MG aGE GAC aGE iNciSioNe e ScollameNto Del lemBo cHiRURGico M. CAPELLI, T. TESTORI CM GPI CM 06 aSpetti BioloGici Della poSiZioNe implaNtaRe M. CAPELLI, T. TESTORI IL VOLUME OSSEO PERIMPLANTARE: REQUISITO FONDAMENTALE PER IL SUCCESSO IL VOLUME OSSEO PERIMPLANTARE: REVISIONE CRITICA DELLA LETTERATURA LA DIMENSIONE DELL’OSSO INTERPROSSIMALE E IL RISULTATO ESTETICO 07 affondare tutta la lama del bisturi per poter trovare il piano osseo. Questa manovra prende il nome anglosassone di “bone sounding” cioè "sondare il piano osseo" . In presenza di una sella edentula intercalata, l’incisione orizzontale dovrà iniziare dal margine mesiale della superficie del dente posto distalmente sino alla superficie distale del dente posto mesialmente alla sella edentula. Spesso quest’ultima porzione presenta una difficoltà operativa in quanto non si riesce a raggiungere facilmente il margine gengivale con la punta del bisturi. Infatti, sia per l’ingombro mesiodistale della lama del bisturi sia per la presenza del profilo di emergenza della corona dentale, la lama del bisturi non è in grado di terminare l’incisione orizzontale fino alla gengiva marginale. In questo caso è possibile adottare due accorgimenti : • • Ruotare la lama del bisturi di 180° e inclinarla maggiormente verso il versante distale. In questo modo sarà possibile inserire il bisturi in corrispondenza del margine gengivale distale del dente ed eseguendo un movimento da mesiale verso distale sarà possibile raccordare l’incisione effettuata precedentemente. Cambiare lama del bisturi. Se generalmente si utilizza una lama 15c, potremo utilizzare una lama 12 che, per le sue caratteristiche di maggior rotondità e per il fatto di avere una estremità appuntita, ci consentirà di proseguire l’incisione precedentemente effettuata con la lama 15c sino al margine gengivale del dente posto più mesialmente. In presenza di una sella edentula distale, l’incisione dovrà iniziare dalla porzione distale rimanendo sempre nel contesto della mucosa cheratinizzata. Questo accorgimento avrà un’estrema importanza soprattutto a livello mandibolare in quanto l’esecuzione dell’incisione fino al trigono retromolare ci preserverà dal ledere strutture nervose importanti come il nervo linguale o buccale. Infatti i nervi non passano mai in corrispondenza della mucosa cheratinizza ma solo in corrispondenza delle mucose mobili non cheratinizzate. Incisioni in zona dentale Una volta eseguita l’incisione orizzontale in corrispondenza della sella edentula, verrà estesa a livello degli elementi dentali posti sia mesialmente sia distalmente. Generalmente, secondo i principi di chirurgia orale, le incisioni potranno essere di due tipi: • • Intrasulculari Paramarginali ASPETTI ANATOMICI L’AVANZAMENTO DEI LEMBI IN CHIRURGIA IMPLANTARE CHIUSURA DEI LEMBI TECNICHE DI SUTURA RIMOZIONE DELLE SUTURE LA GUARIGIONE DELLA MUCOSA ORALE 08 La scelta tra le due sarà determinata da: • • • tecNicHe Di aVaNZameNto e Di SUtURa Dei lemBi M. CAPELLI, T. TESTORI stato di salute parodontale degli elementi dentali; situazione coronale (se ci troviamo di fronte a un dente naturale oppure se presenta un restauro protesico); posizione degli elementi dentali (settori ad alta valenza estetica oppure nei settori posteriori del cavo orale). il DecoRSo poSt-opeRatoRio M. CAPELLI, F. ZUFFETTI SEQUELE POST-OPERATORIE EFFICACIA DEGLI ANALGESICI NELLA GESTIONE DEL DOLORE GLI ANTIBIOTICI IN CHIRURGIA IMPLANTARE 09 10 il maNteNimeNto Della SalUte peRimplaNtaRe M. DEFLORIAN, M. CAPELLI, F. BIANCHI ANATOMIA DEI TESSUTI MOLLI PERIMPLANTARI LA MALATTIA PERIMPLANTARE VISITE DI CONTROLLO E MANTENIMENTO IMPLANTARE aSpetti compoRtameNtali e pRoceDURe meDico-leGali iN cHiRURGia implaNtaRe M. SCARPELLI, G. PECORELLI APPROCCIO PSICOLOGICO/COMPORTAMENTALE AL PAZIENTE INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE E CONSENSO DOCUMENTAZIONE: PROPRIETÀ GIURIDICA E MODALITÀ DI GESTIONE CONSEGNA AL PAZIENTE O ALL’AVENTE DIRITTO LA MODULISTICA DI STUDIO LA SALVAGUARDIA DELLA PRIVACY DEL PAZIENTE PREVENTIVO DEI COSTI LA RECIPROCA DISPONIBILITÀ DA PARTE DEGLI OPERATORI (TITOLARE, COLLABORATORE) UN APPROCCIO RAGIONATO E SCHEMATICO AL RAPPORTO TRA PAZIENTE, TITOLARE DELLO STUDIO ODONTOIATRICO E CHIRURGO-ORALE iNDice aNalitico 290 — IMPLANTOLOGIA - Tecniche implantari mininvasive ed innovative Cap. 5 — INCISIONE E SCOLLAMENTO DEL LEMBO CHIRURGICO. 291 6a 6b 7 6c 6 a — L'incisione verticale di rilasciamento deve essere eseguita con una direzione apico-coronale. Nella sua porzione apicale, l'incisione è superficiale in modo da non incidere il muscolo, mentre assumerà un andamento profondo sino al piano osseo nella sua porzione coronale. b, c — L'incisione crestale viene raccordata con quella verticale mediante un'incisione intrasulculare vestibolare all'elemento dentale. L'inclinazione della lama del bisturi dovrà essere parallela all'asse radicolare in modo tale da terminare nella papilla chirurgica bisellata precedentemente eseguita. 7 364 — CONTEMPORARY IMPLANTOLOGY - Tecniche implantari mininvasive ed innovative Lo scollamento del lembo dovrà essere eseguito mantenendo lo scollatore contro il piano osseo. Lo scollamento del lembo nella porzione crestale sarà di tipo compressivo, mentre in corrispondenza dell'elemento dentale sarà per trazione. Cap. 6 — ASPETTI BIOLOGICI DELLA POSIZIONE IMPLANTARE. < 3 mm 365 < 3 mm 4-5 mm < 3 mm < 3 mm A B 10 A, B — Distanza interimplantare inferiore ai 3 mm. Si assiste a una sovrapposizione dei coni di riassorbimento orizzontali creando un riassorbimento della porzione di osso interimplantare che si posizionerà apicalmente alla spalla implantare. A B 11 A, B — In presenza di una distanza interimplantare minore di 3 mm, si assiste alla perdita del picco osseo interimplantare. Per poter sostenere il tessuto molle interimplantare, è necessario eseguire delle procedure rigenerative con l’obiettivo di creare un picco osseo vestibolare in grado di sostenere il tessuto molle. 188 — IMPLANTOLOGIA - Tecniche implantari mininvasive ed innovative 20 Simulazione del posizionamento dell’impianto mediante software di pianificazione (3Diagnosys 4.0 - 3DIEMME, Italia). La sezione dell’impianto è visibile nelle ricostruzioni multiplanari (similpanoramica e sezioni trasversali) per valutarne l’adiacenza alle strutture anatomiche circostanti (canale del nervo alveolare e denti). 21 Esempio di report radiologico in cui si evidenziano: 20 21 a Cap. 2 — DIAGNOSI DELLA SELLA EDENTULA. 189 a — Sezione assiale su cui il radiologo ha tracciato la curva della panoramica (in alto a sinistra), immagini scout che evidenziano la posizione del piano di costruzione della panoramica rispetto all’orientamento del paziente (in alto a destra), ricostruzioni similpanoramiche (al centro). Le linee numerate trasversali rimandano alle sezioni trasversali sulla pagina successiva. B — Sezioni trasversali con riferimenti numerici alla posizione delle sezioni rispetto alle similpanoramiche ed evidenza della posizione del canale del nervo alveolare. C — Ricostruzioni 3D con vari filtri di ricostruzione per visualizzare rispettivamente il decorso del nervo alveolare, la superficie dell’osso o le radici dei denti. 402 — Contemporary Implantology - tecniche implantari mininvasive ed innovative Cap. 6 — aSpettI BIologICI Della poSIZIone Implantare. 403 h g k i l j 32 g-l — Successivamente all'inserimento implantare si nota l'esigua quantità di tessuto osseo vestibolare all'impianto. Viene eseguita una procedura rigenerativa mediante del biomateriale eterologo e un doppio strato di una membrana riassorbibile in collagene. Tale procedura ha la finalità di creare un adeguato volume osseo vestibolare in modo da sostenere il tessuto molle perimplantare. 244 — IMPLANTOLOGIA - Tecniche implantari mininvasive ed innovative Cap. 4 — LA PROGETTAZIONE IMPLANTARE. 245 PIANO DI LAVORO LINEA INTERPUPILLARE ORIZZONTE ORIZZONTE 11 C 418 — IMPLANTOLOGIA - Tecniche implantari mininvasive ed innovative D C, D — Se, invece, la posizione delle orecchie del paziente è diversa (una è più alta dell’altra), l’arco facciale risulterà inclinato sul piano frontale rispetto all’orizzonte e alla verticale (β < 90°) (C). La mancata correzione manuale di questa inclinazione genererà una discrepanza fra l’andamento del piano occlusale visibile sull’articolatore (D) rispetto a quello osservato sul paziente. Il tecnico, se non è a conoscenza di questa alterazione posizionale dell’arco facciale, mal interpreterà i dati forniti dal modello. Cap. 7 — TeCNIChe dI AvANzAMeNTO e dI suTurA deI LeMbI. 419 A b d e c 5 F A-F — L’arteria sottolinguale presenta un decorso posteroanteriore e a livello della superficie ossea linguale penetra nel contesto osseo mediante i forami spinali genieni. Una volta nel contesto osseo forma un’astomosi vascolare con l’arteria incisale. AUTori Matteo caPeLLi tiziano teStoRi Laureato nel 1990 in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università degli Studi di Milano. Tutor presso il Reparto di Implantologia e Riabilitazione Orale (Responsabile: dr. Tiziano Testori) della Clinica Odontoiatrica (Direttore: prof. Roberto L. Weinstein), Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi. Socio Attivo della Società Italiana di Endodonzia (SIE), Società Italiana di Chirurgia Orale e Implantologia (SICOI), European Academy of Esthetic Dentistry (EAED), Accademia Internazionale di Piezosurgery (AIP). Socio Fondatore AISG. (Advance Implantology Study Group) e SISBO (Società Italiana Studio Bifosfonati Orali). Membro e della commissione scientifica dell’Italian Oral Surgery (IOS) Elsevier - Masson. Libero professionista in Milano. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981, specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia. Professore a contratto, Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Università degli Studi di Milano. Visiting Professor New York University, College of Dentistry. Responsabile del Reparto di Implantologia e Riabilitazione Orale, Clinica Odontoiatrica (Direttore: prof. Roberto L. Weinstein), Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche, IRCCS - Istituto Ortopedico Galeazzi. Membro dell’Editorial Board di The International Journal of Oral and Maxillofacial Implants (IJOMI) e dell’European Journal of Oral Implantology (EJOI). Past-President (20072008) della Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia (SICOI). co-AUTori Fabio GaLLi FRanceSco zUFFetti andRea PaRenti MaRco ScaRPeLLi LUca FUMaGaLLi GiULio PecoReLLi Matteo deFLoRian eLia caiRoLi FRanceSca bianchi GabRieLe totaRo SteFano GRaciS LUiGi daveRio LUca vaiLati PaoLo Racco antoneLLo aPPiani RiccaRdo Scaini aLeSSandRo MotRoni toMMaSo WeinStein