Copyright © 2011 A.SE.FI. Editoriale Srl - Via dell’Aprica, 8 - Milano www.tsunamiedizioni.com Prima edizione Tsunami Edizioni, maggio 2011 Tsunami Edizioni è un marchio registrato di A.SE.FI. Editoriale Srl Progetto copertina: Gianni Serusi per Indie Up Finito di stampare nel maggio 2011 da Grafiche Ortolan - Opera (MI) ISBN: 978-88-96131-30-5 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, in qualsiasi formato senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La presente opera di saggistica è pubblicata con lo scopo di rappresentare un’analisi critica, rivolta alla promozione di autori ed opere di ingegno, che si avvale del diritto di citazione. Pertanto tutte le immagini e i testi sono riprodotti con finalità scientifiche, ovvero di illustrazione, argomentazione e supporto delle tesi sostenute dall’autore. Nell’impossibilità di risalire agli aventi diritto delle fotografie pubblicate, l’Editore si dichiara disponibile a sanare ogni eventuale controversia. IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z CREDITI Tutti i ritratti sono di Massimo Pozzoni Foto primo inserto a colori : Dennis Stratton e Gene Simmons (Courtesy of Dennis Stratton) Rod Smallwood nelle vesti di Eddie (Archivio di Marco Gamba) Clive Burr e Dave Lights (Courtesy of Dennis Stratton) Iron Maiden in vacanza a Lido di Jesolo (Courtesy of Dennis Stratton) Iron Maiden (Courtesy of Dennis Stratton) Adrian Smith (Archivio di Marco Gamba) Paul Di’Anno (Archivio di Marco Gamba) Steve Harris (Archivio di Marco Gamba) Foto secondo inserto a colori: Steve Harris (Henry Ruggeri) Dave Murray (Henry Ruggeri) Janick Gers (Henry Ruggeri) Adrian Smith (Henry Ruggeri) Bruce Dickinson (Henry Ruggeri) Steve Harris (Henry Ruggeri) Nicko McBrain (Henry Ruggeri) Bruce Dickinson (Henry Ruggeri) Fotografie interne: Pagine: 16, 19, 20, 21, 47, 49, 52, 53, 64, 91, 95, 120, 128, 136, 143, 149, 185, 190, 206, 213, 216, 217, 220, 225, 255, 269, 272, 295, 313, 329, 330, 366, 368, 383, 394, 401, 419 (Iron Maiden Holdings Limited) Riprodotte per gentile concessione di Iron Maiden Holdings Limited. Pagina 180: Sony/BMG Pagina 212: Reuben Archer Pagina 388: Mac Developments Pagine 237, 432: Sanctuary Records 4 (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z PREFAZIONE Vi do il benvenuto in questo libro. Sono l’autore di 18 saggi dedicati all’heavy metal, ed è per me un onore poter scrivere la prefazione a questa eccellente enciclopedia. A volte la gente mi chiede quale sia stato, ad oggi, il punto più alto della mia carriera, e io gli racconto sempre questo aneddoto. Nell’agosto del 2008 mi è stato chiesto di partecipare come ospite speciale al programma radio della BBC condotto da Bruce Dickinson, dove avrei dovuto parlare dei miei libri e della mia vita come scrittore in ambito heavy metal. Per 60 minuti sono stato seduto di fronte a Bruce: abbiamo parlato di ogni tipo di musica, dagli Slayer ai Deep Purple, sino ai Faith No More e ai Killswitch Engage. E, alla fine della conversazione, mi ha detto: “Certo che hai avuto una carriera davvero eccezionale!”. Sono rimasto senza parole. Solo il mese prima, gli Iron Maiden avevano suonato in un gigantesco stadio del rugby a Londra, ed ora ecco qui Bruce che mi fa i complimenti per il mio lavoro. Mi sono sentito come se stessi sognando. Ad oggi, è senza dubbio quello il picco massimo della mia carriera, e, se escludiamo la nascita dei miei bambini e il giorno del mio matrimonio (hey, la mia famiglia potrebbe leggere queste righe, prima o poi...), è anche il momento in cui mi sono sentito più contento ed esaltato in tutta la mia vita. Perché? Beh, per le stesse ragioni per cui dovreste leggere questo libro dedicato agli Iron Maiden. È semplice: non c’è nessuno come loro. Suonano una musica davvero unica, e vivono la vita con una mancanza di pretenziosità così tipicamente inglese, che ogni volta che li incontri è un’esperienza davvero ritemprante. Li ho intervistati più volte nel corso degli anni, e anche se sono la band heavy metal più famosa al mondo (ok, Metallica esclusi), ti trattano sempre in maniera molto educata e comprensiva, anche quando gli chiedi di Powerslave per la cinquecentesima volta. Ci voleva proprio un’enciclopedia dedicata al loro lavoro. Buona lettura! Joel McIver, 2011 www.joelmciver.co.uk (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 5 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z C Cairns, Paul Chitarrista soprannominato Mad Mac, che ha suonato con gli Iron Maiden all’inizio del 1979 per diversi mesi. Steve Harris: “Uno scozzese simpatico e fuori di testa. Era un grande musicista. Abbiamo pensato: ‘Splendido! È quello che vogliamo! Un po’ di grinta’. Saltava da tutte le parti. Ci chiedevamo: ‘Diavolo! Ma di cosa si è fatto?’. Dopo un paio di concerti si è bloccato completamente sul palco. Pensavamo che fosse depresso, non sapevamo cos’altro pensare. Lo abbiamo tenuto per alcuni concerti perché ci piaceva e speravamo che si sbloccasse, ma non è mai successo e la faccenda è persino peggiorata. Una cosa molto strana. Così è stata la sua fine come chitarrista della band. Che peccato, un grande spreco!”. Paul ha ricevuto parecchia attenzione negli ultimi tempi da parte dei fan maideniani più sfegatati, a causa di un vero e proprio mistero che lo circonda da più di trent’anni. Nel marzo 2009, sul guestbook del sito commemorativo degli Spaceward Studios, è stato postato un messaggio da un certo Hugh Cairns che, presentatosi come fratello di Paul, ha affermato che il chitarrista avrebbe preso parte alle registrazioni del mitico EP The Soundhouse Tapes, lasciando la band circa sei mesi dopo. Seguendo questa tesi, Paul non sarebbe stato accreditato sul disco al momento della stampa per la vendita ai fan. Raggiunto per chiarimenti da Stjepan Juras, fondatore del FC croato dei Maiden e autore dell’ottimo libro Steve Harris: The Clairvoyant, Paul ha confermato di aver pre76 so parte alle registrazioni del demo, fornendo anche alcuni dettagli sulle parti da lui suonate (vedere voce The Soundhouse Tapes). Sul libro di Juras è stata pubblicata una foto in bassa risoluzione, scattata fuori dagli studi, con Mad Mac insieme ai Maiden, o meglio, quelli che sembrano i ��������������������������������� Maiden��������������������������� , con Steve Harris��������� ��������������� nei panni del soggetto maggiormente riconoscibile. In primo piano c’è persino quello che si presuppone essere il cane di Cairns, menzionato da Steve Lazarus nel documentario del DVD The History Of Iron Maiden Part 1: The Early Days. Mike Kemp, ingegnere degli Spaceward Studios, ha confermato sempre a Juras l’autenticità della location della foto, affermando anche di essere “piuttosto certo” che ci fossero due chitarristi in studio durante le session di registrazione, e non solamente Dave Murray (senza ovviamente poterlo giurare, dopo così tanti anni). A parte Cairns, nessuno dei personaggi raggiunti dall’autore del libro sembra ricordare con certezza i dettagli della cosa e questa nuova versione dei fatti, benché possibilissima, contrasta con tutte le testimonianze ufficiali fornite negli anni dalla band. In attesa di conferme inequivocabili, la leggenda rimane inalterata, ma, grazie all’instancabile lavoro di alcuni fan, sono emersi negli ultimi tempi elementi di grande interesse per quel momento così cruciale nella storia del gruppo. Calm Before The Storm Primo e ad oggi unico album realizzato da Lauren Harris������������������������������ ������������������������������������ , pubblicato nel 2008 da ����� Demolition/DR2 Records. È stato prodotto da Tom McWilliams, mentre Steve Harris ha svolto il ruolo di produttore esecutivo e ha suonato il basso in ‘Steal Your Fire’ (cover dell’omonimo brano dei Gun), ‘From The Bottom To The Top’, ‘Come On Over’ (cover dell’omonimo brano degli Stray) e ‘Natural Thing’, cantando anche i cori delle prime tre tracce sopraelencate. Joe Lazarus, il cui padre non è altro che Steve Lazarus, capo del FC ufficiale inglese dedicato ai Maiden, ha suonato la batteria (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z su ‘Come On Over’ e ‘Natural Thing’, mentre il produttore Kevin Shirley ha mixato i brani ‘From The Bottom To The Top’, ‘Come On Over’, ‘Hit Or Miss’, ‘See Through’ e ‘Natural Thing’. Il disco è composto complessivamente da dodici brani di stampo hard rock melodico, con ritornelli catchy e melodie piuttosto orecchiabili, e rappresenta una delle pochissime testimonianze soliste di Steve Harris fuori dagli Iron Maiden. Non brilla sicuramente per originalità o ricercatezza del songwriting, soprattutto se paragonato alle iperproduzioni dei mostri sacri del genere, ma è un onesto primo passo nella carriera della giovane e ambiziosa Lauren, aiutata in fase di scrittura da altri nomi presenti nei credits. All’interno del CD è stato incluso un collage video promozionale di tre canzoni. La tracklist completa è la seguente: ‘Steal Your Fire’, ‘Your Turn’, ‘Get Over It’, ‘Like It Or Not’, ‘From The Bottom To The Top’, ‘Let Us Be’, ‘Hurry Up’, ‘Come On Over’, ‘Hit Or Miss’, ‘See Through’, ‘You Say’, ‘Natural Thing’ (bonus track). Can I Play With Madness Terza traccia dell’album Seventh Son Of A Seventh Son, scritta da Adrian Smith, Bruce Dickinson e Steve Harris, dalla durata di 3.32 minuti. È stata suonata dal vivo dalla band durante il tour di supporto all’album, i tour di Fear Of The Dark e Dance Of Death e il tour Somewhere Back In Time, ad eccezione dell’ultima leg del 2009. È contenuta anche nelle raccolte Best Of The Beast, Edward The Great e Somewhere Back In Time, è stata pubblicata nel nono CD/vinile della serie The First Ten Years e in versione live è stata inclusa nel video Maiden England, nell’album A Real Live One (registrata il 2 settembre 1992 a Bosco Ducale, Paesi Bassi), nell’audio/video Live At Donington/Donington Live 1992, e negli album/video Death On The Road e Flight 666 (registrata il 24 febbraio 2008 a Mexico City). Il brano è il primo singolo estratto da Seventh Son Of A Seventh Son, per il quale è stato re- alizzato un video di supporto, incluso nelle raccolte The First Ten Years: The Videos, From There To Eternity e Visions Of The Beast. Il clip è stato in parte girato nella suggestiva cornice dell’abbazia di Tintern, nel sud del Galles, e ha visto la partecipazione di Graham Chapman, attore britannico membro dei Monty Python scomparso nel 1989. Chapman veste i panni di un insegnante d’arte il quale, dopo aver ripreso uno dei suoi alunni e avergli sequestrato una rivista raffigurante gli Iron Maiden, cade involontariamente nei sotterranei dell’abbazia, dove si ritrova immerso in antichi libri e assiste impietrito ad alcuni video live della band, riuscendo perfino ad incontrare l’Eddie di Seventh Son Of A Seventh Son dentro un frigorifero. Il tutto viene osservato tramite una palla di vetro, forse secoli prima, da un misterioso ‘chiaroveggente’, probabilmente un monaco residente nello stesso luogo. Il testo della storia si inserisce un po’ difficilmente nel concept dell’album. Pare che il giovane protagonista, in questo contesto il ‘settimo figlio’, si rivolga ad un profeta per avere risposte sui suoi sogni e sul suo futuro, ma l’uomo si rifiuti di rispondergli, dicendo di non sapere nulla. Una volta esortato pesantemente dal ragazzo, il profeta gli predice che “la sua anima brucerà in un lago di fuoco”. Secondo quanto dichiarato da Adrian Smith, il brano ha preso inizialmente vita come una ballata, chiamata ‘On The Wings Of Eagles’. Bruce ha scritto le parole, modificandone il titolo, mentre Steve Harris������������������������������������������ è l’artefice dell’improvviso stacco strumentale centrale, che ha generato un’enorme discussione con Nicko McBrain, convinto che non potesse funzionale perché troppo radicale. Ancora una volta, l’intuito del bassista è stato premiato e la canzone, nella sua forma finale, si è rivelata una hit, esordendo e rimanendo per tre settimane al terzo posto della classifica inglese. Musicalmente il brano è caratterizzato da un ritornello molto melodico e da un andamento allegro e piuttosto spensierato, che cozza un po’ con il testo dell’album e gli altri brani presenti. È sopravvissuto fino a (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 77 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z oggi nelle setlist live del gruppo, e dal vivo riesce sempre a far cantare e saltare gran parte del pubblico. Le parti di batteria di Nicko sono ottime e ben congegnate, così come il breve assolo di Smith, come sempre intriso di melodia e groove. Dal vivo, Steve Harris e Adrian Smith cantano anche loro il ritornello della canzone. Durante il tour Somewhere Back In Time, più precisamente il 31 maggio 2008 a Irvine, California, Bruce ������������������������� Dickinson���������� ha interrotto il brano sul nascere, perché il chitarrista ha starnutito proprio durante il coro iniziale! La band si è ritrovata a ridere a crepapelle insieme al pubblico e il singer ha lanciato nuovamente il pezzo, scherzando sulla presunta serietà ed immedesimazione che ci si aspetta da un gruppo heavy metal. Captured Alive In Tokyo City Live album e DVD dei Praying Mantis, registrato al Club Citta di Kawasaki, Giappone, nelle serate dell’11 e 12 novembre 1995. La formazione che ha registrato il disco era composta da Tino Troy (chitarra e voce), Chris Troy (basso e voce), Dennis Stratton (chitarra e voce), Gary Barden (voce) e Clive Burr alla batteria, in sostituzione di Bruce Bisland, infortunatosi poco tempo prima. La band è ‘catturata’ durante il suo quarto tour nel paese del Sol Levante, forse al massimo della sua popolarità. L’entusiasmo traspare dalle parole con cui Tino presenta l’album nelle note di copertina: “Questo è il nostro quarto tour in Giappone, come al solito davvero memorabile, ma anche estenuante dal punto di vista nervoso. È difficile rilassarsi quando sai che ti stanno filmando e registrando dal vivo, simultaneamente. Mi si sono perfino arricciati i baffi. Abbiamo ascoltato i vostri commenti passati e abbiamo deciso di suonare un set molto più lungo. Bruce Bisland era molto triste per non averci accompagnati in questo tour. È stata unicamente colpa sua, d’altra parte... cadere dalla bicicletta e spaccarsi un braccio (ubriaco come al solito)! 78 Anche la strada ha subito parecchie escoriazioni! Fortunatamente, Clive Burr è stato in grado di prendere il suo posto. Voglio solo riflettere un po’ sul passato e dire che non avremmo mai immaginato di venire in Giappone, ma, dalla nostra prima visita nel 1990, si è rivelata una fantastica esperienza per noi. I Praying Mantis non sono come le altre band, apprezziamo quello che i nostri fan in Giappone hanno fatto per noi ed in cambio, non solo suoniamo per voi, ma facciamo del nostro meglio per interagire con voi, parlarvi, stringere le vostre mani, abbracciarvi, fare dei party insieme e giocare a calcio. Qualunque cosa vi vada, noi vogliamo farla! La prossima volta che verremo in Giappone, vorremmo fermarci per più tempo”. L’album è stato pubblicato nei formati CD e doppio CD, e separatamente anche DVD. La tracklist del doppio CD contiene le seguenti canzoni: CD 1 - ‘Victory’, ‘A Cry For The New World’, ‘Can’t See The Angels’, ‘Bring On The Night’, ‘Only The Children Cry’, ‘To The Power Of Ten’, ‘The Horn’, ‘Dream On’, ‘Welcome To My Hollywood’, ‘Turn The Tables’, ‘Children Of The Earth’ CD 2 - ‘Angry Man’, ‘Don’t Be Afraid Of The Dark’, ‘Cheated’, ‘Letting Go’, ‘Lovers To The Grave’, ‘Flirting With Suicide’, ‘Rise Up Again’, ‘Armed And Ready’, ‘Captured City’. La versione in singolo CD comprende invece: ‘Victory’, ‘A Cry For The New World’, ‘Can’t See The Angels’, ‘The Horn’, ‘Dream On’, ‘Welcome To My Hollywood’, ‘Turn The Tables’, ‘Children Of The Earth’, ‘Don’t Be Afraid Of The Dark’, ‘Letting Go’, ‘Lovers To The Grave’, ‘Rise Up Again’. Nel DVD è presente un brano in più rispetto al CD, ‘Captured City’. Carmageddon II: Carpocalypse Now Videogioco multipiattaforma per Windows, Mac OS, Nintendo 64, PlayStation e GameBoy Color pubblicato nel 1998 da (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z Sales Curve Interactive. È indubbiamente il capitolo di maggior successo della controversa saga Carmageddon, balzata agli onori della cronaca per l’alto tasso di violenza contenuto nel gameplay. Il giocatore, infatti, è chiamato ad investire più pedoni possibili, accumulare punti e completare i livelli di gioco, tramite l’uso di vetture modificate appositamente per infliggere più danni agli avversari e agli stessi bersagli umani. Il gioco è stato una grande vetrina per gli Iron Maiden����������������������������������� , che hanno partecipato alla colonna sonora delle folli corse con ben quattro brani, scelti personalmente: ‘Aces High’, ‘Be Quick Or Be Dead’, ‘Man On The Edge’ e ‘The Trooper’. Blaze Bayley, all’epoca singer della band, ha commentato: “Il gioco riflette la natura stessa degli Iron Maiden, compreso il non aver paura di correre dei rischi, essere energici, estremi, intrattenitori, divertenti e totalmente senza compromessi”. Infine, la testimonianza del direttore generale di SCI dell’epoca: “Siamo molto contenti di questo contributo degli Iron Maiden������������� ������������������� . La loro musica si sposa alla perfezione con l’elemento devastante di questo celebre gioco di corse, il risultato finale suona splendido e migliora ulteriormente il divertimento!”. Caught Somewhere In Time Traccia opener dell’album Somewhere In Time, scritta da Steve Harris, dalla durata di 7.26 minuti. È stata suonata live come opener di ogni concerto del Somewhere On Tour 86/87, e da allora non è stata più ripresa dal vivo dalla band. Non compare in alcun live ufficiale, ma è presente nella stragrande maggioranza dei bootleg registrati durante il tour. L’intro del brano, riproposto in forma registrata dal vivo fino all’entrata del veloce riff portante, rappresenta una sorta di manifesto del sound di Somewhere In Time: cristallino, pulito, levigato, ricco di riverbero e, per la prima volta nella storia dei Maiden, accompagnato in alcuni tratti da synth di chitarra e basso. Steve Harris������� ������������� : “Questo pezzo è un po’ ironico. Parla di un tipo a cui interessa viaggiare nel tempo. Vuole farlo e un giorno qualcuno gli offre l’opportunità, di intraprendere un viaggio in una macchina del tempo. La domanda è: ‘Avrà davvero le palle per farsi un giro su questa macchina?’. La vera idea che ci sta dietro, comunque, è un po’ più sinistra. A questo tizio viene offerto un dono favoloso e lui vuole sapere cosa voglia in cambio la persona che glielo offre: la sua anima!”. Musicalmente il brano è veloce, possente, animato da una cavalcata di basso perenne davvero tosta da riproporre (praticamente a freddo) dal vivo per Steve Harris. Bruce si lancia in cori imperiosi di doppie voci, fino ad esplodere in un ritornello che porta al limite la sua estensione e capacità vocale. La coppia di assoli in sequenza di Dave e Adrian è tra le migliori dell’intero disco, con il secondo sempre leggermente un passo avanti al primo per ispirazione e scelta delle melodie, caratteristica riscontrabile un po’ ovunque sull’intero album. Curiosamente, durante tutto il corso del tour Somewhere Back In Time, Smith ha implementato dal vivo una parte del suo assolo di ‘Caught Somewhere In Time’ in quello di ‘Rime Of The Ancient Mariner’, presente in tutte le versioni del documentario/live Flight 666. Cerebral Fix Band thrash/death metal di Birmingham, Inghilterra, attiva tra il 1986 e il 1993 e riformatasi nel 2006. Nel corso degli anni il gruppo ha realizzato tre demo e quattro dischi studio, due dei quali pubblicati da Roadrunner Records all’inizio degli anni novanta. Blaze Bayley ha cantato nella veste di ospite il brano ‘Smash It Up’, pubblicato sull’album Bastards del 1991 (�������� Roadrunner). All’epoca, il singer faceva ancora parte dei Wolfsbane, con i quali, lo stesso anno, ha pubblicato l’album Down Fall The Good Guys. (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 79 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z Cesca, Bob È un regista e creativo statunitense, di origini italiane. Le produzioni della sua ditta, denominata prima Camp Chaos e ora Snark Rocket, hanno spopolato sul web e su alcuni canali statunitensi, come VH1. Tra i video più noti citiamo Napster Bad (crudele presa in giro dei Metallica e della loro lotta contro la pirateria musicale) e The War Effort (sfottò pepatissimo contro G. W. Bush). Autore di numerosi videoclip per gruppi del calibro di Meat Loaf, Yes e Mötley Crüe, Cesca è stato contattato per mettere mano a sei clip che sarebbero stati inseriti nel DVD Visions Of The Beast. Ha rivelato il suo entusiasmo a Eddie’s: “Amo i ���������������������������� Maiden���������������������� dai tempi della scuola superiore. Così, quando la Sanctuary mi ha contattato nel dicembre del 2000, sono sobbalzato sulla sedia”. L’idea iniziale era quella di produrre una versione completamente animata dei videoclip di alcune delle canzoni più famose degli Iron Maiden. Non è andata esattamente così: “Visto che il budget era piuttosto stretto, non potevamo rifare completamente tutti i video con le animazioni, così ho proposto di togliere gli spezzoni di film e di sostituirli con animazioni di Eddie e della band che narrassero delle brevi storie legate alle canzoni. Ho pensato di lasciare i filmati della band perché mi sembrava rappresentassero bene ciò che il gruppo era in un certo periodo della sua storia... E poi, può esistere un video dei Maiden senza un’apparizione di Bruce con uno strano paio di pantaloni? Le animazioni portano la firma di due persone: il sottoscritto e il mio animatore capo Marc Manalli. Siamo stati in grado di realizzare tutti e sei i video in sei settimane. Si supponeva che il DVD uscisse all’inizio del 2001, quindi abbiamo dovuto correre per stare nelle scadenze”. Sebbene Cesca e i suoi colleghi di Camp Chaos avessero il desiderio di proseguire la collaborazione con gli Iron Maiden, al momento non se ne è fatto più nulla. Non sono emerse “alcune interes80 santi incarnazioni di Eddie” che i creativi avevano elaborato in 3D Studio Max, non si è andato oltre lo scambio di idee per ciò che riguarda “una serie di cartoni animati dedicati alla figura di Eddie”. Come accennato, i videoclip che hanno ricevuto il trattamento da Camp Chaos sono sei: ‘Aces High’, ‘The Number Of The Beast’, ‘The Wicker Man’, ‘Flight Of Icarus’, ‘Run To The Hills’, ‘The Trooper’. Cessation Of Hostilities Doppio CD che racchiude l’intera produzione dei Battlezone di Paul Di’Anno, includendo tutti i brani di Fighting Back (1986), Children Of Madness (1987) e Feel My Pain (1998). Ci sono anche delle aggiunte: alcuni demo di Feel My Pain e una versione dal vivo del brano ‘Children Of Madness’ (performance registrata al Royal Standard di Walthamstow, Londra, nel 1999). È stato pubblicato nel 2001. Chains Of Misery Ottava traccia dell’album Fear Of The Dark, scritta da Bruce Dickinson e Dave Murray, dalla durata di 3.38 minuti. Non è mai stata suonata dal vivo dalla band. Bruce Dickinson: “‘Chains Of Misery’ parla del diavoletto che siede permanentemente sulla nostra spalla e che può rovinarci la vita. Ad esempio, incontri una ragazza, dai vita a una grande relazione e, tutto a un tratto, fai qualcosa di stupido senza un motivo apparente, e finisci per chiederti: ‘Perché sto facendo questo?’. Non sai veramente perché agisci in quel modo, ma senti di doverlo fare. Forse ti guida un senso di colpa, forse senti di non essere ‘bravo abbastanza’ per tutto quello che ti capita. In ogni caso, agisci contro il tuo stesso interesse senza sapere veramente perché”. Musicalmente il brano è piuttosto mediocre, ad eccezione dell’ottimo assolo melodico di Dave Murray. (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z Charlotte And The Harlots Nome utilizzato dagli Iron Maiden���������� ���������������� per quattro esibizioni live ‘segrete’ e non pubblicizzate, in locali dalla capacità limitata, durante il tour di supporto a Seventh Son Of A Seventh Son del 1988. Le prime tre hanno preceduto l’inizio del tour vero e proprio e hanno avuto luogo al club Empire di Colonia, Germania (28 e 29 aprile) e al club L’amour di New York (8 maggio), mentre la quarta ed ultima esibizione si è tenuta al college Queen Mary di Londra il 17 agosto, tre giorni prima del leggendario festival Monsters Of Rock di Castle Donington, dove i Maiden hanno suonato per la prima volta (e da headliner). Di tutti e quattro i concerti esistono registrazioni bootleg (anche video, nel caso di New York). Charlotte The Harlot Ottava traccia dell’album Iron Maiden, scritta da Dave Murray, dalla durata di 4.12 minuti. È stata suonata dal vivo dalla band ai tempi dei concerti nei pub di fine anni settanta, nei mini tour per promuovere il primo album (escluse forse le date del tour di British Steel di supporto ai Priest, per quanto ci è dato sapere dai bootleg) e nelle prime due date del tour The Early Days, a Praga (28 maggio 2005) e Chorzów (29 maggio). Nel 1988 la band ha registrato una nuova versione della canzone, con Dickinson, Smith e McBrain in formazione, denominata ‘Charlotte The Harlot ’88’ e usata come B-side del singolo The Evil That Men Do. Il rifacimento è poi stato incluso nel nono CD/vinile della raccolta The First Ten Years e nel doppio album Best Of The B’Sides. Nel video 12 Wasted Years è apparso per la prima volta un raro clip del brano registrato il 14 aprile 1980 al pub Ruskin Arms�������������������������������� di Londra, poi incluso nel doppio DVD The History Of Iron Maiden Part 1: The Early Days del 2005. In una vecchia intervista, Steve ��������������������������� Harris��������������������� ha dichiarato: “Que- sta è proprio la canzone di Dave. Sarei stato fiero di poter dire di averla scritta io. Mi piaceva suonarla dal vivo perché era qualcosa di diverso rispetto al mio stile di scrittura”. La canzone introduce nel mondo degli Iron Maiden�������������������������������������� il personaggio di Charlotte, una prostituta che fa ancora oggi discutere i fan: chi era? È esistita veramente? È ancora in giro? Apparentemente il brano è basato su ‘una storia vera’, ma nessuno della band ha mai veramente confermato gli elementi reali della canzone. Nella biografia ufficiale Running Free si dice che la figura sia legata a un certo Richard, vicino all’ambiente dei Maiden, i quali avrebbero giurato di non identificarla mai. Quasi certamente il nome Charlotte è fittizio, come l’ipotetico indirizzo della sua abitazione nell’East End di Londra fornito anni dopo dalla canzone ‘22 Acacia Avenue’, ma è improbabile che qualcuno possa deliberatamente fornire dettagli precisi su questa ‘mitica’ figura. Solamente Paul Di’Anno, interrogato qualche anno fa in merito, ha fornito una lunga lista di dettagli che, conoscendo il personaggio, sono da prendere con le pinze: “Sì, Charlotte esiste. Il suo vero nome è High Hill Lil, ed è in sostanza una vecchia prostituta. Beh, a dire il vero era più una troia! Nel senso, se andavi a casa sua con dell’alcol o un po’ di speed, ti guadagnavi più o meno una scopata. Era una leggenda a Walthamstow, la conoscevano tutti. Aveva circa 45 anni, ma era una puttana davvero scatenata... andava con qualsiasi uomo dai quindici anni in su, ahahah! La canzone dice che viveva in Acacia Avenue ma in realtà è Markhouse Road, subito prima di entrare a Leyton, perché io vivevo in quella zona”. Chiaramente Paul è a conoscenza del brano rilasciato dopo il suo split con la band, perché nel testo di ‘Char������ lotte The Harlot’ non c’è alcun riferimento ad Acacia Avenue. Sarà vero? Probabilmente non lo sapremo mai. Musicalmente la canzone ha un gran tiro e rispecchia in pieno l’attitudine grezza, scatenata e a tratti oltraggiosa delle prime incarnazioni della band, in (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 81 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z particolare dello stesso Di’Anno, noto ‘amatore’ senza freni. Testo e melodie possono sembrare un po’ ingenue a chi si avvicina alla band dopo tutti questi anni, e il bello è che lo sono per davvero, vista l’età di Dave Murray al momento della stesura! La versione del 1988 è indubbiamente prodotta meglio, ma si addice davvero poco alla lineup che l’ha registrata in quel periodo: in questo caso, il fascino dell’originale è imbattibile e rende bene l’idea dell’appeal e della potenza che i giovani ������������������������������������� Maiden������������������������������� potevano esercitare su chi assisteva a un loro concerto e si lasciava andare completamente al ritmo della loro musica. Paul Di’Anno ha continuato ad eseguire la canzone da solista, registrandone una nuova versione studio per l’album tributo The Classics - The Maiden Years del 2006. Chemical Wedding (film) Film britannico diretto da Julian Doyle e prodotto da David Pupkewitz e Malcolm Kohll per Focus Film e Ben Timlett e Justin Peyton della Bill and Ben Productions, con la partecipazione di Entertainment Motion Pictures (E-Motion) e MotionFX. I produttori esecutivi sono Andy Taylor, Paul Astrom-Andrews e Peter Dale. La sceneggiatura è stata scritta da Bruce Dickinson. L’idea del film era già presente nel 2000 con un diverso produttore, ma il lavoro è stato realizzato solamente otto anni più tardi. Il protagonista della pellicola è Simon Callow nei panni del Professor Haddo. Nei vari ruoli del film, recitano Kal Weber, Lucy Cudden, Jud Charlton, Paul McDowell, John Shrapnel, Terence Bayler, Mike Shannon e Bruce Dickinson. Chemical Wedding è stato presentato in anteprima al settimo Sci-Fi-London (festival internazionale annuale dedicato ai film fantascientifici e fantasy, NdA). Il film è in qualche modo ispirato alla figura del famoso Aleister Crowley. Haddo è un professore di Cambridge ossessionato da Crowley e finisce per essere posseduto dall’arcigno Aleister grazie ad un 82 supercomputer. Un giornalista praticante e uno scienziato americano sono i paladini del bene, coloro che lottano per rispedire Crowley nel limbo. Chemical Wedding (che si intitola Crowley sul mercato americano) è stato giudicato quasi all’unanimità dalla critica come un film horror sovrannaturale di bassa qualità, con poche idee ed una trama piuttosto scarsa. La colonna sonora del film, tutto sommato uno degli elementi più interessanti, è stata pubblicata da Warner Music. Accanto a estratti di dialoghi e suite orchestrali, compaiono brani come ‘Chemical Wedding’ (Bruce ��������������������������������� Dickinson������������������������ ), ‘�������������������� Can I Play With Madness’ (Iron Maiden), ‘The Wicker Man’ (Iron Maiden��������������������������������� ) e ‘Man Of Sorrows’ (����������� Bruce Dickinson��������������������������������������� ). Bruce, che ha una piccola parte nella pellicola, ha dichiarato: “Su diversi livelli, penso sia bello per i fan dei Maiden vedere qualcuno della band fare qualcosa di completamente diverso, che porta il nome del gruppo in ambiti completamente differenti e cerca di guadagnare un po’ di rispetto per l’heavy metal e tutto il resto. Poi, penso che possano semplicemente divertirsi”. Chemical Wedding (album) Vedere The Chemical Wedding Childhood’s End Quinta traccia dell’album Fear Of The Dark, scritta da Steve Harris, dalla durata di 4.41 minuti. Non è mai stata eseguita dal vivo dalla band. Il testo parla di sofferenza, dolore, mancanza di cibo, speranza e possibilità di pace per molti nel mondo, mentre una parte di esso dà per scontata la presenza di tutte queste cose, dimenticando che “da qualche altra parte, qualcuno sta morendo”. La fine della fanciullezza indicata nel titolo, per l’appunto, è causata prematuramente da tutte queste disgrazie subite da tante persone, in particolare bambini, che abitano la terra. Su questo argomento, Bruce Dickinson (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z ha commentato: “Non c’è un solo posto al mondo dove gli esseri umani possono rimanere bambini. In dieci anni abbiamo quasi fatto sparire del tutto l’acqua, l’aria, il sole... e adesso devi essere fuori di testa per voler dare vita a dei figli quando guardi com’è ridotto al momento il pianeta. Così ci chiediamo quando questo finirà”. Musicalmente la traccia è animata da una melodia accattivante e da un ritmo martellante che la rendono unica e particolare nel repertorio maideniano, anche se a tratti il brano trasmette una sensazione di incompiutezza. Children Of Madness Secondo album dei Battlezone di Paul Di’Anno. L’album è stato pubblicato nel 1987 e al disco hanno partecipato Paul Di’Anno (voce), Graham Bath (chitarra), John Wiggins (chitarra), Pete West (basso) e Steve Hopgood (batteria). Questo lavoro ha ottenuto un buon successo commerciale negli Stati Uniti e in Canada. Vi sono state alcune polemiche legate al brano ‘Metal Tears’ (ispirato a un libro intitolato ‘Clone’), che i media hanno ritenuto troppo simile a ‘London’ dei Queensrÿche (presente sull’album Rage For Order). Defezioni spontanee e problemi di alcol e droga hanno devastato il tour seguito al disco. Graham Bath è stato licenziato perché non interessato ad andare in tour. Alf Batz, il suo rimpiazzo, è arrivato giusto in tempo per presenziare nel videoclip di ‘I Don’t Wanna Know’. Ad un certo punto del tour, tutta la band si è ‘dimessa’, lasciando Paul da solo. Il tentativo di mettere in piedi una formazione di fortuna con Randy Scott, Dave Harman e Eddie Davidson non è andato a buon fine e la band si è sciolta poco dopo. La tracklist dell’album è la seguente: ‘Rip It Up’, ‘I Don’t Wanna Be A Hero’, ‘Nuclear Breakdown’, ‘Torch Of Hate’, ‘Whispered Rage’, ‘Children Of Madness’, ‘Metal Tears’, ‘It’s Love’, ‘The Promise’, ‘To The Limit’. Children Of The Damned Seconda traccia dell’album The Number Of The Beast, scritta da Steve Harris����������� ����������������� , dalla durata di 4.35 minuti. È stata suonata dal vivo per la prima volta il 15 novembre 1981 al Rainbow Theatre di Londra, come anteprima del terzo album della band, anche se con alcune parti suonate in modo diverso rispetto alla versione definitiva. In seguito, oltre ad essere stata ovviamente eseguita nel tour di supporto a The Number Of The Beast, è stata suonata in una manciata di date del World Slavery Tour, nel tour di supporto a Somewhere In Time, in occasione dei tre show benefici per Clive Burr del 2002, nel tour A Matter Of The Beast e nella leg finale del tour Somewhere Back In Time. La canzone in versione studio appare anche nella raccolta Somewhere Back In Time, mentre registrazioni live del brano sono contenute nel doppio album Live After Death, nella seconda parte del singolo benefico Run To The Hills e nel live Beast Over Hammersmith del 2002 (performance registrata il 20 marzo 1982 all’Hammersmith Odeon di Londra), nel CD BBC Archives (28 agosto 1982, ���������������������������������� Reading Festival������������������ ) e nel DVD singolo Rainmaker (marzo 2002, ������������� Brixton Academy). Il video live della celebre esecuzione all’Hammersmith Odeon è contenuto nel documentario 12 Wasted Years, in forma parziale nel DVD Classic Albums: The Number Of The Beast e nel doppio DVD The History Of Iron Maiden Part 1: The Early Days. Il brano è liberamente ispirato all’omonimo film britannico del 1964 (in Italia, ‘La stirpe dei dannati’), seguito del precedente Village Of The Damned del 1960. Si tratta di una storia di fantascienza che riguarda sei bambini, ognuno dotato di grande intelligenza e poteri paranormali. I bambini, provenienti da ogni parte del mondo, vengono radunati e studiati a Londra da alcuni ricercatori e inseguiti da militari che vogliono sfruttare le loro abilità. Il testo si concentra sul fato (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 83 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z dell’ultimo dei ragazzi, con un monito finale riguardante la paura e paranoia degli adulti che non li comprendono e tentano, invano, di controllarli. Steve Harris����������������� ����������������������� : “In questo brano c’è un po’ di tutto. L’intro melodica, la parte heavy e un bel ritornello imponente. Abbiamo scritto un mucchio di introduzioni tranquille, ma non siamo mai riusciti a restare morbidi per tutta la durata dei brani”. ‘Children Of The Damned’ è un vero e proprio gioiello, che mette enormemente in mostra l’ugola e il talento del giovane Dickinson��������������������������������� , appena entrato a far parte della band. L’arpeggio delicato di chitarra e lo spettacolare assolo di Adrian Smith valgono da soli il prezzo dell’album o del biglietto di un concerto, e l’epicità ed evocatività della canzone raggiungono livelli altissimi, in particolare nell’irresistibile crescendo finale. Nel 2002 la band ha eseguito il pezzo affiancando un’inedita chitarra acustica di Smith alle chitarre elettriche di Murray e Gers, mentre nel tour del 2007 Adrian ha eseguito il brano con una splendida Jackson doppio manico. Chrysalis Etichetta britannica creata nel 1969 da Chris Wright e Terry Ellis. È stata acquistata da EMI Records nel 2001 ed assorbita nel 2005. Un curioso aneddoto è legato a questa etichetta. Il 3 e 4 ottobre 1979 gli Iron Maiden������������������������������������ hanno organizzato due concerti gratuiti al The Swan di Hammersmith, Londra, nel tentativo di attirare l’attenzione delle etichette discografiche. I responsabili della Chrysalis non sono stati in grado di decidere se fossero interessati o meno alla band. Clairvoyant Vedere The Clairvoyant Clansman Vedere The Clansman 84 Classic Albums Serie di documentari dedicati alla storia e ai dettagli della realizzazione dei più famosi album rock, hard rock, metal e pop. I documentari vengono generalmente trasmessi in TV e realizzati contemporaneamente in formato DVD, con sottotitoli in diverse lingue e svariati extra. La serie è realizzata da Isis Productions e distribuita da Eagle Rock Entertainment. Il concepimento dei brani, la musica, le fasi relative alla produzione e al mixaggio e l’impatto sul pubblico dei dischi vengono descritti e commentati dai musicisti e dai produttori. Talvolta i musicisti si soffermano su un assolo o risuonano un passaggio, mentre i produttori commentano la realizzazione di un certo effetto sonoro. Le versioni televisive durano solitamente 50 minuti, mentre la durata del DVD è anche notevolmente superiore. I produttori della serie, Nick de Grunwald e Martin Smith, si occupano di ottenere sempre l’approvazione degli artisti e di tutti i personaggi coinvolti nelle riprese. Gli ultimi episodi, oltre che in DVD, sono stati pubblicati anche in formato Blu-Ray. Gli Iron Maiden��������������������������������� ��������������������������������������� sono trattati in un unico episodio, dedicato a The Number Of The Beast. Tra gli altri episodi, i più ‘metallici’ sono: Paranoid (Black Sabbath), Machine Head (Deep Purple), Hysteria (Def Leppard), British Steel (Judas Priest), Metallica (Metallica), Ace Of Spades (Motörhead), 2112 e Moving Pictures (Rush). Classic Diamonds: The DVD DVD di Doro Pesch pubblicato da AFM Records, contenente brani eseguiti nel 2004 con la Classic Night Orchestra al Wacken Open Air, ad Amburgo e a Cologna. Blaze Bayley e Chris Caffery (Savatage) appaiono tra gli ospiti del DVD. Colpisce la presenza di ‘Fear Of The Dark’, interpretata da Blaze e Doro davanti all’immenso pubblico di Wacken del 6 agosto 2004. Blaze: “Ho sempre amato ‘Fear Of The (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z Dark’. Quando io e Doro abbiamo deciso di interpretare questo brano, mi ha fatto molto piacere. L’occasione di eseguirlo con l’orchestra, in una cornice così speciale, ha spinto Doro a voler inserire la canzone nel DVD. Così ho chiamato Rod Smallwood, chiedendo il permesso di mettere il pezzo. Rod era molto perplesso e mi ha detto che ne avrebbe parlato con Steve, ma che il suo parere era negativo. Sono rimasto particolarmente colpito dalla cosa. Poi, qualche giorno dopo, mi ha chiamato Steve Harris, è stato molto gentile, mi ha detto che non c’era nessun problema e potevamo mettere il brano nel DVD”. Il pezzo è contenuto anche nell’esibizione di Amburgo del 24 ottobre 2004, cantato solamente da Doro. Classic Rock Roll Of Honour Awards è parsa una buona idea e la abbiamo usata per un concerto. Dovevamo trovare un luogo e abbiamo pensato al Ruskin Arms di Londra, per il suo legame con i Maiden���������������� ���������������������� . Poi si dovevano trovare le band. Allora ho chiamato alcuni vecchi membri degli ‘early days’ della band. Il responso è stato eccezionale. Appena saputa la ragione dello show, tutti hanno aderito in un baleno. Il primo concerto ha coinciso con la prima apparizione dei GMT (Guy McCoy Tormé). Clive è venuto alla serata e ci siamo divertiti moltissimo. Alcuni mesi più tardi, mi trovavo a casa di ����������������������� Clive������������������ prima degli ultimi lavori di adeguamento e ho notato delle pile di scatole. Si trattava di un drumkit che Clive aveva utilizzato per registrare Killers e The Number Of The Beast. Ora è stato ceduto all’Hard Rock Cafe”. Clive Burr MS Trust Il 2 novembre 2009, al Park Lane Hotel di Londra, Nicko McBrain e Janick Gers sono saliti sul palco durante la serata Classic Rock Roll Of Honour Awards per ritirare il premio ‘Band Of The Year’. Classics - The Maiden Years Vedere The Classics - The Maiden Years Clive Aid È un’associazione britannica senza scopo di lucro nata verso la metà degli anni 2000. Come si evince dalla denominazione, sorge con lo scopo di coadiuvare Clive Burr nella lotta contro la sclerosi multipla. Si occupa dell’organizzazione di eventi medio/piccoli, sebbene questi abbiano spesso un profilo internazionale, come alcuni incontri dei fan degli Iron Maiden al Ruskin Arms, la serata per Clive Burr all’Hard Rock Cafe di Londra o le convention a Edimburgo e Bergen. Il factotum di Clive Aid è Sam Hill: “Dave Shaw ed io stavamo parlando di Clive e giocando con le parole Live Aid, Clive Aid... alla fine ci Fondazione britannica dedita al sostegno dei malati di sclerosi multipla e alla ricerca su questa invalidante patologia. Dopo aver appreso che Clive Burr era affetto da sclerosi multipla (dalle riprese del DVD The Number Of The Beast per la serie Classic Albums), gli Iron ��������������������������������� Maiden��������������������������� hanno immediatamente deciso di muoversi in suo aiuto. Siamo all’inizio del 2002. Lo scoppiettante avvio di questo processo è avvenuto con le tre serate sold out alla Brixton Academy di Londra, con conseguente record di vendite del merchan�������� dise e successo del singolo ‘Run To The Hills’. 250.000 sterline sono state raccolte in tempi brevi e Clive ha potuto beneficiare di una nuova casa, con servizi adeguati. Da parte loro, EMI Records e Zomba Music Publishing hanno donato i profitti del singolo. Il Clive Burr Multiple Sclerosis Trust è divenuto ben presto una fondazione che, non solo sostiene coloro che soffrono della malattia, ma è anche un riferimento per le donazioni a sostegno della ricerca per la prevenzione e la cura della sclerosi multipla. Il sostegno della band alla fondazione è stato (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 85 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z garantito anche in seguito, con donazioni pubbliche, aste su eBay di memorabilia dei singoli membri degli Iron Maiden e serate di beneficenza organizzate dal Fan Club. Nicko McBrain, ad esempio, ha donato il drum kit (comprensivo di 31 pezzi) Signia Marquee Premier con piatti Paiste. Si trattava di un kit utilizzato da Nicko tra il 1994 ed il 2002, anche durante l’apparizione televisiva al Top Of The Pops per la registrazione di ‘Run To The Hills’. Sono state messe all’asta anche delle Fender costruite in base alle indicazioni dei ‘tres amigos’ e la grande raffigurazione di Eddie che campeggiava dietro al palco durante il tour No Prayer On The Road (che si è aggiudicato il fedelissimo fan giapponese Yu Shimada). La band ha donato alla causa anche i proventi del concerto effettuato il 2 settembre 2005 all’Hammersmith Apollo di Londra. Number Of The Beast’, ‘Children Of The Damned’, ‘Hallowed Be Thy Name’, ‘Run To The Hills’. Clive Burr MS Trust Fund Tour 2002 Band britannica che ha assunto questo nome per la presenza di Clive Burr. La band può considerarsi in realtà una versione dei Praying Mantis. Vedere la voce Escape per ulteriori dettagli. Mini tour organizzato dagli Iron Maiden per donare fondi al Multiple Sclerosis Fund di Clive Burr. I concerti si sono svolti il 19, 20 e 21 marzo 2002 alla Brixton Academy di Londra, anticipando di pochi giorni l’uscita dell’album Rock In Rio. Nel pomeriggio precedente l’ultimo concerto, la band si è recata negli studi della BBC, con un manipolo di fan estratti a sorte, per registrare ‘Run To The Hills’ per il programma Top Of The Pops. Come per il tour di Brave New World, è stata usata come intro degli show una parte del brano ‘Arthur’s Farewell’, tratto dalla colonna del film First Knight (‘Il primo cavaliere’) del 1995. Ecco la scaletta delle tre serate alla Brixton Academy: ‘The Wicker Man’, ‘Ghost Of The Navigator’, ‘Brave New World’, ‘Wrathchild’, ‘2 Minutes To Midnight’, ‘Blood Brothers’, ‘The Clansman’, ‘The Mercenary’, ‘The Trooper’, ‘Dream Of Mirrors’, ‘The Evil That Men Do’, ‘Fear Of The Dark’, ‘Iron Maiden’, ‘The 86 Clive Burr’s Escape Cockerel Chorus Gruppo formato da tifosi del Tottenham Hotspur che, come Cockerel Chorus, hanno inciso l’album Party Sing-A-Long, contenente il brano ‘Nice One Cyril’, tributo al celebre terzino inglese Cyril Knowles. Nel marzo 1973 la canzone ha raggiunto la quattordicesima posizione nella chart dei singoli del Regno Unito. Il batterista che l’ha registrata è nientemeno che un giovanissimo Nicko McBrain! Collen, Phil Principale chitarrista solista dei Def Leppard, entrato nella band nel 1982 e ancora in attività. È nato ad Hackney, Londra (nome notoriamente ricorrente nella storia dei Maiden!) (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z e risiede da più di vent’anni nella splendida Orange County, California del Sud. Prima di entrare nei Def Leppard, ha ‘rischiato’ seriamente di rimpiazzare Dennis Stratton negli Iron Maiden���������������������������������� ���������������������������������������� , nel caso Adrian Smith avesse rifiutato l’offerta. Collen: “Mi hanno chiesto di fare un salto da loro, non ero molto interessato. Li conoscevo da anni. Andavo a scuola con Paul Di’Anno, che conosco da quando avevo sei anni. Tutti i ragazzi della band sono cresciuti nella mia stessa zona, sono tipi deliziosi e gli voglio bene, ma suonano un tipo diverso di musica. Suonavo in una band glam rock (i Girl, con i quali ha pubblicato due album, NdA) e ora sono nei Def Leppard, che mi si addicono di più”. In questo caso, si può dire che la storia abbia scelto la soluzione migliore per tutti: i Def Leppard hanno trovato la loro strada e il successo planetario nelle iperproduzioni di Mutt Lange, che li hanno resi una delle band più riconoscibili e caratteristiche degli anni ottanta, mentre i Maiden hanno fatto quasi sempre di tutto per tenersi alla larga da tendenze e sonorità troppo orientate al rock radiofonico americano. Ciò non toglie che Adrian Smith sia indubbiamente il chitarrista dei Maiden più simile a Collen per gusti e stile, avendo in più occasioni dimostrato (dentro e fuori dalla band) una particolare propensione per il lato più melodico, catchy e cristallino del rock/metal. Colwell, Dave navo in un pub, cinque sere alla settimana”. Amico di lunghissima data di Adrian Smith, Colwell ha scritto ‘Reach Out’, un brano utilizzato dagli Iron Maiden come B-side del singolo Wasted Years. Ha suonato con i The Entire Population Of Hackney al fianco di Smith, per poi diventare un membro degli A.S.A.P. (Adrian Smith And Project) nel 1989. Bucket è accreditato in tutti i brani che compaiono sull’album Silver And Gold. Sulla sua amicizia con Smith, Colwell ha dichiarato: “Adrian suonava negli Urchin, mentre la mia band erano gli Angel Street. Entrambi suonavamo prevalentemente nel circuito dei pub della zona nord di Londra e ad Oxford. All’inizio degli anni ottanta ci esibivamo negli stessi locali, avevamo molto in comune e andavamo volentieri a vedere l’uno i concerti dell’altro. Ci piaceva intrattenerci facendo delle jam session, insieme ad un altro chitarrista, Andy Barnett. È stato anche lui negli Urchin”. Ad un certo punto della sua carriera, Colwell si è unito agli Humble Pie. Nel 2002, Bucket ha inciso con i Pie l’album Back On Track (di cui ha scritto sette dei dieci brani) e ha suonato in tour con loro fino al 2003, anno dello scioglimento definitivo del gruppo e della scomparsa di Ridley. Nel 2008 ha iniziato le registrazioni per il suo primo album solista, Guitars, Beers & Tears, in cui appaiono, tra gli altri, Adrian Smith e Lauren Harris. È stato pubblicato nel 2010. Coming Home Detto ‘Bucket’, è un chitarrista britannico che ha militato in svariate band: Bad �������� Company, Humble Pie, Samson, The Entire Population Of Hackney, A.S.A.P., Angel Street ed FM. Nelle sue parole, scopriamo le influenze datate anni settanta: “C’era un sacco di movimento nel circuito rock in Inghilterra in quegli anni. Andavamo sempre a vedere Deep Purple, Free e Mott The Hoople in posti come Royal Albert Hall, Hammersmith Odeon e Rainbow Theatre. Ma già a metà dei settanta, avevo la mia band e suo- Quarta traccia dell’album The Final Frontier, scritta da Adrian Smith, Bruce Dickinson e Steve ���������������������������������� Harris���������������������������� , dalla durata di 5.53 minuti. È stata suonata dal vivo dalla band nel 2011, nella seconda parte del Final Frontier World Tour, ed è inclusa anche nella raccolta From Fear To Eternity. La canzone è stata editata anche a 4.29 minuti di durata, come singolo radiofonico non destinato alla vendita. Bruce Dickinson: “Inizialmente ho cominciato a scrivere questo brano parlando (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 87 IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z di altre persone che tornano a casa. Poi ho pensato: ‘Perché non scrivi la canzone parlando di noi, del nostro ritorno a casa?’. Noi inteso come gruppo, tutti noi, perché è ciò che facciamo! Passiamo la vita a tornare a casa. Abbiamo appena fatto un tour enorme, volando in giro per il mondo e facendo cose notevoli, e ho pensato di scriverci su il brano, ovviamente con molta attenzione, perché è molto facile risultare banali con questo tema. Ho provato a fare due cose. Con la prima, ho cercato di prendere coscienza dei sentimenti strani che si provano quando ci si lascia alla spalle una città o, nel nostro caso, un paese o un continente. Sei stato a contatto con circa ottantamila persone, con un’adrenalina enorme addosso, euforia, o cose così, e la mattina seguente ti alzi, prendi una tazza di caffè, ti fai una doccia... e sei già via. In secondo luogo, personalmente ho vissuto e vivo la questione anche dalla parte opposta, con un piede in due scarpe e la prospettiva di uno che non solo deve stare sul palco, ma anche pilotare questa magnifica cosa attraverso il cielo, vedere tutti i tramonti e le luci della pista che emergono dalla foschia del mattino, atterrare e tirare un bel sospiro, pensando ‘siamo a casa’”. Il testo scritto da Dickinson contiene riferimenti molto belli e poetici ai sentimenti provati da lui o dalla band e al senso di immensità che si prova volando nei cieli, come “un satellite solitario, un granello di polvere nella sabbia cosmica”, che si libra sopra ogni confine e divisione della terra. Musicalmente, il brano è un’ottima ballata elettrica, con strofe che si sviluppano prima su splendidi arpeggi di chitarra e poi esplodono con l’entrata delle distorsioni. Il ritornello è melodico e romantico, forse il migliore di questa tipologia di brano mai scritto dalla band, e Dickinson è un interprete impeccabile dei sentimenti evocati dalla canzone, la quale, per alcune sonorità, viene spesso accostata a ‘Out Of The Shadows’ di A Matter Of Life And Death. Dave Murray esegue il primo assolo 88 con un suono molto simile a quello di Jimi Hendrix, seguito a ruota dalla mano super ispirata di Adrian Smith. Per molti, ‘Coming Home’ è uno dei momenti più riusciti di The Final Frontier. Communication Breakdown Cover dell’omonimo brano dei Led �������� Zeppelin del 1969, scritto da Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham, registrata e pubblicata dagli Iron Maiden come B-side del singolo Bring Your Daughter... To The Slaughter (24 dicembre 1990) e mai eseguita dal vivo. Dura 2.42 minuti ed è contenuta anche nel doppio CD Best Of The B’Sides. La canzone originale è uno dei massimi successi di sempre dei Led Zeppelin e appare nella lista dei più celebri brani hard rock di tutti i tempi. Oltre agli Iron ������������ Maiden������ , tantissimi altri artisti hanno registrato la loro versione: da Sebastian Bach (Skid Row) ai Tierra Santa, passando per Vicious Rumors, The Dickies e Paul Gilbert. Il tema trattato è l’amore misto ad apparente difficoltà a comunicare e conseguente crollo nervoso, con un testo semplice, sensuale, scatenato e diretto. La performance dei Maiden può far storcere il naso ai fan della band originale, in primis per l’interpretazione un po’ grezza di Bruce ������������������������������������ Dickinson��������������������������� , ma rispecchia impeccabilmente il sound e lo stile inseguiti dal gruppo all’inizio degli anni novanta. Como Estais Amigos Ottava ed ultima traccia dell’album Virtual XI, scritta da Janick Gers e Blaze Bayley, dalla durata di 5.30 minuti. Non è mai stata suonata dal vivo dalla band. Il testo tratta della cosiddetta guerra delle Falkland, un conflitto combattuto dal marzo 1982 al giugno dello stesso anno tra Regno Unito e Argentina, per il possesso e controllo delle isole Falkland (Malvinas in spagnolo e Malvine in italiano), della Georgia del Sud e delle isole Sandwich (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com IRON MAIDEN DALLA A ALLA Z meridionali. All’epoca, il primo ministro del Regno Unito era Margaret Thatcher, nome significativo e ricorrente nella storia maideniana, e il presidente/dittatore dell’Argentina era il generale Leopoldo Galtieri. La guerra si è conclusa con la resa dell’Argentina e il rinnovato controllo delle isole da parte del Regno Unito. Blaze Bayley, autore del testo e delle melodie vocali, ha ricordato nella sua biografia l’esperienza vissuta durante il tour promozionale di The X Factor in Argentina: “Durante la conferenza stampa sono arrivate alcune domande sulla guerra delle Falkland, le Malvinas, come le chiamano lì, e io ho praticamente detto che ero contro la guerra. Un mio amico di scuola è stato ucciso in quel conflitto. Non è possibile credere di poter combattere una guerra con il tipo di persone che incontri in Argentina. Sono così amichevoli e dimostrano una generosità fantastica, come è possibile combattere contro di loro? Sono persone veramente genuine e calde. Ad ogni modo, l’hotel dove alloggiavamo si affacciava al monumento ai caduti e quando l’ho visto, ho chiesto di poterlo visitare. L’ho visitato, ho letto i nomi posti sopra e la cosa mi ha fatto davvero pensare a tutto l’evento. Come è potuta esistere una guerra con queste persone, che io mi ero fatto così amiche? Quando sono tornato in camera, mi sono seduto con tutte queste emozioni e questi pensieri per la testa. Così, ho scritto su un foglio dell’hotel una specie di poesia e ho ritrovato quel pezzo di carta quando stavamo lavorando al nuovo album”. La canzone è dedicata a tutti i morti durante il conflitto e sin dal titolo, ‘Come state, amici?’ in spagnolo, vuole essere una sorta di omaggio al popolo argentino e un auspicio per un comune futuro di pace. Musicalmente il brano suona quasi come un lamento in crescendo (ricco di atmosfera anche grazie alle tastiere), che esplode in una vera e propria invocazione con l’entrata improvvisa di tutti gli strumenti e della distorsione di chitarra. Proprio le chitarre, in particolare, dipingono melodie molto intense e curate nello stacco strumentale e nell’assolo ad opera di Janick Gers. Steve Harris l’ha definita una canzone triste, potente, piuttosto cupa e drammatica, “una conclusione eccellente per un album”. Da solista, Blaze ha eseguito in più occasioni il brano dal vivo. Cross-Eyed Mary Cover dell’omonimo brano dei Jethro Tull del 1971, scritto da Ian Anderson, registrata e pubblicata dagli Iron Maiden come B-side del singolo The Trooper (1983) e mai eseguita dal vivo. Dura 3.54 minuti ed è contenuta anche nel quinto CD/vinile della raccolta The First Ten Years e nel doppio CD Best Of The B’Sides. ‘Cross-Eyed Mary’ tratta di una studentessa prostituta che preferisce la compagnia di vogliosi attempati a quella dei suoi compagni di scuola. Il brano dei Jethro Tull è stato coverizzato in precedenza anche dagli Elf del compianto Ronnie James Dio. Rod Small������ wood in persona ha commentato la versione maideniana della canzone: “Dimostra il grande amore di Steve e Bruce per i Jethro Tull. Sono entrambi dei grandi appassionati della band e questo brano è un tributo a loro. La cosa interessante è che ha ricevuto dei passaggi da parte di radio americane senza alcun tentativo di ottenerli da parte nostra o dell’etichetta. I tizi della casa discografica mi hanno chiesto di puntare seriamente alle radio con questa canzone, ma io non gliel’ho permesso. Come Bside non era rappresentativa di ciò che faceva il gruppo, non era inclusa nell’album. La cosa divertente è che è stata una delle poche canzoni dei Maiden����������������������������������� ����������������������������������������� mai trasmesse dalle radio americane, ed era ‘solo’ una B-side!”. (c) Tsunami Edizioni www.tsunamiedizioni.com 89