Development of an indirect-cost calculation model suitable for workplace use Romain Jallon, Daniel Imbeau, Nathalie de Marcellis-Warin Journal of Safety Research 42 (2011) 149–164 Contesto Un infortunio o malattia professionale provoca una perturbazione significativa nell'equilibrio dell'ambiente di lavoro in cui si verifica In uno studio (Aaltonen et al., 1996) sono state identificate 128 potenziali conseguenze per un infortunio, di cui 70 (~ 55%) riguardano solamente l’azienda Un infortunio mediamente determina 20 conseguenze Le ripercussioni degli infortuni sul lavoro rappresentano un onere finanziario considerevole: per le organizzazioni sanitarie nazionali per i datori di lavoro, che deve fare i conti con un calo della produttività, un profitto abbassata e ridotte possibilità di investimenti per i dipendenti che subiscono un infortunio sul lavoro, che sperimentano perdite salariali e una ridotta qualità della vita Contesto La prevenzione degli infortuni sul lavoro sembra essere un efficace mezzo atti a ridurre i costi relativi alle condizioni di lavoratori poveri (Dorman, 2000). Tuttavia, al fine di convincere un datore di lavoro ad investire nella prevenzione, è necessario esprimersi in termini comprensibili, cioè, in termini economici (in dollari) (Corcoran, 2002; Fulwiler, 2000; Leigh, Waehrer, Miller, e Keenan, 2004). Contesto I costi derivanti da un infortunio sul lavoro sono stati individuati e studiati da vari autori (Heinrich 1931; Gosselin, 2004; LaBelle, 2000; Oxenburgh, 1997). La maggior parte dei ricercatori separa i costi degli incidenti in due categorie: Una componente "visibile", i costi diretti, di cui datori di lavoro sono a conoscenza e che sono facilmente identificabili. Un componente "invisibile" o nascosta, i costi indiretti, che sono più difficili da quantificare e che i datori di lavoro tendono a sottovalutare. Questo distinzione dei costi è quella più spesso utilizzata dalla letteratura scientifica, anche se non c'è consenso sulla definizioni di questi tipi di costi (Gosselin, 2004). Costi diretti I costi diretti solitamente includono: (a) Il costo del risarcimento per una vittima di un infortunio (b) Il costo del servizio di ospedalizzazione e l'ambulanza (c) le spese mediche (compresa le riabilitazioni) Nei paesi più sviluppati, i costi diretti sono coperti da assicurazioni private o pubbliche, che compensano le vittime e coprono le spese mediche e i ricoveri ospedalieri. I datori di lavoro pagano un premio annuale per l'assicurazione che, di regola, riflette i rischi legati alle attività della società. Questo premio annuale è l'unica spesa chiaramente identificabile legata alle condizioni di lavoro in azienda. Costi indiretti I componenti principali di costi indiretti possono essere raggruppati in quattro grandi categorie (Sun et al, 2006): Costi legali e amministrativi: il datore di lavoro deve allocare le risorse umane e finanziarie per impostare e monitorare i file, inserire i dati in il registro infortuni, compilare statistiche degli incidenti, pubblicare una relazione, ecc.. Costi di produttività: un incidente sconvolge l'equilibrio sul posto di lavoro, questo può influire sulla produttività, a causa dell’arresto della produzione, del lavoro straordinario, dei ritardi di produzione, ecc.. Costi di sostituzione: un dipendente assente deve essere sostituito per mantenere la produttività. I possibili costi da sostenere sono il trasferimento e la formazione del personale. Costi di indagine: si tratta di costi derivanti dalle indagini sulle cause che hanno determinato l'incidente Costi indiretti Sono inoltre possibili costi indiretti: i tempi di inattività degli infortunati, il tempo perso da altri dipendenti a causa dell’incidente, e la diminuzione della produttività del dipendente infortunato al rientro al lavoro I danni ai beni o alla proprietà a seguito di incidente (Dorman, 2000; Hinze, 1991; Laufer, 1987b; Leopold& Leonard, 1987), che però possono anche essere considerati come costi diretti quando assicurati (Sun et al., 2006) Maggiore turnover del personale Peggioramento dell'immagine aziendale (Hinze, 1991) Riduzione dell’impegno e delle motivazioni dei dipendenti (Rikhardsson & Impgaard, 2004) Costi indiretti È necessario identificare e quantificare i costi indiretti, e questo comporta un impegno lungo e noioso (Aaltonen & Miettinen, 1997). Secondo Miller (1992), un importante ostacolo alla raccolta dei dati è il tempo richiesto al personale. Lahiri, Gold e Levenstein (2005) sostengono che i dati storici sono difficile da ottenere. Rikhardsson e Impgaard (2004) dimostrano che i datori di lavoro non raccolgono le informazioni sui costi in maniera continuativa, ma solo in concomitanza degli incidenti. È necessaria molta precisione nella raccolta dei dati, ma la precisione è direttamente correlato al tempo assegnato alla raccolta dei dati (lineare). Però alcune spese, come ad esempio il calo della motivazione dei dipendenti o dell’immagine aziendale, possono essere difficilmente quantificate e contribuiscono solo marginalmente al costo indiretto di un incidente (logaritmico). Ricerca bibliografica La letteratura scientifica riporta numerosi studi circa sulla valutazione dei costi indiretti degli infortuni sul lavoro, ogni studio mostra un compromesso tra il tempo speso per la raccolta dei dati e la precisione e l'affidabilità dei risultati Database di ricerca: Compendex, Inspec, ProQuest, PubMed, ScienceDirect e Web of Science Criteri di inclusione: La pubblicazione è disponibile in inglese o in francese L’abstract o il full-text sono disponibili La pubblicazione tratta in maniera specifica i costi diretti e indiretti La pubblicazione riguarda le malattie professionali / infortuni sul lavoro La pubblicazione divide i costi in categorie e fornisce la tecnica adottata per la loro valutazione Ricerca bibliografica L'obiettivo è quello di stilare un elenco esauriente delle pubblicazioni sui costi diretti e indiretti elencare gli aspetti positivi e negativi dei diversi metodi di raccolta dati fornire criteri e basi per lo sviluppo di un modello di valutazione dei costi indiretti utilizzabili negli ambiente di lavoro 29 studi selezionati, con 3 metodi di calcolo del costo indiretto: L'approccio “top-down” utilizza i dati nazionali, statistiche, o i risultati di altri studi per calcolare un costo indiretto medio degli incidenti o delle lesioni (10 studi); L'approccio “bottom-up”, basato su sondaggi o interviste a organizzazioni per ottenere una stima del costo medio per tipo di infortunio o/e del settore industriale (7 studi); L'approccio “locale”, che si basa sullo studio dei dati raccolti dalle compagnie di ottenere un costo indiretto delle società specifiche (7 studi). Approccio "top-down" Miller (1997): “our estimates have an uncomfortably high level of uncertainty.” Approccio "bottom-up" L'approccio “bottom-up” utilizza dati locali, in genere raccolti attraverso indagini, questionari o interviste su un campione di infortuni sul lavoro nello stesso settore economico Questi dati vengono poi studiati per stimare: il costo medio di un infortunio per un determinato settore economico OPPURE il costo di un determinato tipo di infortunio in tutti i settori Il metodo bottom-up è adottato principalmente nel settore dell'edilizia, in quanto i costi associati ad un incidente risultano essere rilevanti rispetto ad altri settori Approccio "bottom-up" PRO: maggior livello di dettaglio rispetto al metodo “top-down”, in quanto consente di ottenere stime dei costi più precise, a seconda della gravità dell'incidente o del settore economico. CONTRO: le informazioni sono fornite solo dalle imprese “meritevoli” ogni azienda ha le proprie spese specifiche, che inevitabilmente differiscono dalle stime dei costi medi calcolati dai ricercatori Valutare i costi indiretti basandosi sui costi diretti Heinrich (1931, 1941, 1959) ha proposto che i costi indiretti sono quattro volte superiori rispetto ai costi diretti Il National Safety Council suppone che i costi indiretti vanno da 3 a 10 volte i costi diretti degli infortuni (1985) Oxenburgh and Guldberg (1993): 0,75 i costi diretti (non considerando i costi di produzione) Head and Harcourt (1997): costi indiretti 1:2,9 dei costi diretti Nonostante questo, questi studi dimostrano l'importanza dei costi indiretti e sottolineano quanto è importante considerare questo aspetto. Approccio locale L’approccio "locale" comporta la valutazione dei costi indiretti con maggiore precisione, in quanto il decisore (il datore di lavoro) ha a disposizione tabelle di raccolta o linee guida che permettono alla società di valutare diversi componenti dei costi indiretti, indipendentemente dal settore economico CRITERI DA ADOTTARE: 1. Determinare quali componenti di costo è necessario includere nel calcolo, basandosi sulla situazione dell'organizzazione dell’azienda e sui dati disponibili Approccio locale 2. Sviluppare un modello flessibile per soddisfare le esigenze di tutti i possibili utenti (datore di lavoro, ricercatori, ecc.) 3. Valutare le perdite di produttività con il metodo dei costi di attrito (tiene conto del punto di vista del datore di lavoro) - Il metodo del salario perso (o del capitale umano): più frequentemente adottato. I costi di riduzione della produttività sono calcolato come il numero di giorni persi dal momento dell’incidente in termini di salario dei lavoratori e i benefi marginali. Questo metodo presuppone la perfetta intercambiabilità dei lavoratori. - Il metodo dei costi di attrito: sviluppato da Koops-Manschap (2004), misura il costo della riduzione della produttività a causa dell’assenza del lavoratore e tiene conto delle perdite di produzione a breve termine che dipendono dal tempo richiesto dalla società aripristinare il livello iniziale di produzione. Il metodo considera le perdite nel periodo di tempo limitata al periodo durante il quale il lavoratore infortunato deve essere sostituito, cioè, nel "periodo di attrito". La lunghezza di questo periodo ed i costi derivanti indiretti sono strettamente correlati al mercato del lavoro (Berger et al., 2001). 4. Utilizzare il modello in almeno un caso specifico Approccio locale L'approccio locale è in grado di fornire ai decisori informazioni affidabili sui costi relativi agli incidenti sul posto di lavoro. Tuttavia richiede un dispendio di tempo notevole nella creazione di una raccolta dati che deve essere aggiornata ad ogni incidente e non è adatta nei compiti quotidiani. Idealmente, i responsabili delle decisioni dovrebbero essere dotati di un modello di calcolo che sia preciso, ma con un processo di raccolta informazioni più semplice. Modello proposto Quattro “basi” per lo sviluppo di un modello che offra buona precisione con tempo limitato speso per la raccolta dei dati: 1. Infortuni sul lavoro in categorie per limitare i dati e tenere conto della variabilità a seconda tipo di incidente. L'esperienza degli autori nel mondo del lavoro mostra che i costi variano notevolmente in base al tipo di incidente. Raggruppare gli infortuni sul lavoro in categorie con costi simili è vantaggioso per il decisore, in quanto, tenendo conto della variabilità dei costi per incidente, la raccolta dati risulta essere limitata. Una volta raccolti i dati, il decisore può utilizzare il modello, che collega l’infortunio in una categoria di incidenti nella quale i costi sono già stabiliti. Non c'è più necessità di una raccolta di dati ampia e ripetuta per ogni incidente. Modello proposto 2. Considerare il numero di giorni persi per il calcolo costi indiretti La durata dell'assenza ha un impatto sul costo dell’incidente (Rikhardsson&Impgaard, 2004) Se l'assenza è a breve termine, il lavoro spesso è trasferito ad altri dipendenti, ma se l’assenza è prolungata, è necessario assumere e formare un nuovo lavoratore. Il numero di giorni di assenza influenza sia i costi diretti che quelli indiretti!!! Modello proposto 3. Considerare il numero di giorni di progressivo ritorno al lavoro e il livello di produttività durante questo periodo Lötters, i Meerding e Burdorf (2005) hanno studiato la produttività dei lavoratori infortunati, quando ritornano al lavoro: la mediana della perdita di produttività per una giornata lavorativa di 8 ore a causa di un disordine muscolo-scheletrico è di 1,6 ore al giorno, poco dopo il ritorno al lavoro e anche nei 12 mesi successivi. Nella studio di Laufer (1987) , la minore efficienza del lavoratore infortunato dopo il recupero è la voce di costo più alta (30,42 perdita di ore su un totale di 67,33 ore = ~ 45%). Modello proposto 4. Descrivere le azioni intraprese e il tempo utilizzato da ciascuno dei soggetti coinvolti per stabilire i costi I costi dipendono in primo luogo dalle azioni presa e dal tempo trascorso dai vari soggetti interessati in risposta all’incidente. Per facilitare questa fase, è una buona opzione l'utilizzo di tabelle che dovrebbero consentire di abbattere il processo associativo tra ciascuna categoria di incidente e l’elenco delle azioni adottate (comprese tempo e frequenza) da ciascuna delle parti interessate dal momento in cui il lavoratore è ferito al suo recupero completo Conclusioni I decisori raramente valutano i costi indiretti degli infortuni sul lavoro, a causa della lunga e noiosa fase di raccolta dei dati richiesti per ottenere una stima sufficientemente realistica. Questo articolo stabilisce quattro “basi” per lo sviluppo di un modello di calcolo che offre una buona precisione con un impiego limitato di tempo speso per la raccolta dei dati. Queste “basi” combinate con i quattro criteri descritti in questo studio dovrebbero aiutare lo sviluppo di modelli adatti all’uso nei luoghi di lavoro, e dovrebbero fornire una base finanziaria per la decisione di investimento nella prevenzione.