Giovani Giovani e lavoro Dal 2007 al 2012 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24) in Italia è passato dal 24 al 37 per cento (più di un giovane su tre, tra quelli che hanno cercato lavoro, non l'ha trovato). E’ cresciuta anche la disoccupazione tra gli adulti, ma molto meno. Più colpiti i giovani con livelli di istruzione bassi. Mentre il tasso di disoccupazione si è ridotto per i laureati[1] La debolezza dei giovani è dovuta alla tendenza delle imprese ad applicare il principio Lifo – last-in-first-out – nelle decisioni di licenziamento: quando bisogna licenziare è meglio partire dagli ultimi arrivati, cioè dai giovani (Pastore, 2012) Giovani NEET: Secondo i dati dell’OECD (2012) l’Italia occupa una delle posizioni peggiori in Europa, con circa 2 milioni di Neet fra i 15 e 29 anni (il 22,7%) nel 2011, dato che cresce a 3,2 milioni se si considera la fascia fino ai 34 anni. La media europea è del 12,8%. Overducation Overeducation: in Italia i giovani laureati sono proporzionalmente meno che in altri paesi europei ma, pur pochi, non trovano un’occupazione rispondente alla loro qualifica. Stando ai dati della Banda d’Italia (2012), dopo la laurea il 67,5% dei giovani trova un lavoro. Di questi quasi il 40% ne accetta uno di bassa qualifica o senza nessuna qualifica. Per di più, il 70% dei laureati in discipline umanistiche svolge lavori diversi da quelli per cui ha studiato Choosy? Meno choosy di tutti sono i laureati in discipline umanistiche. Dopo la laurea il 67,5% di loro trova un lavoro. Di questi quasi il 40% ne accetta uno di bassa o senza nessuna qualifica professionale. Non solo. Il 70% dei laureati in discipline umanistiche svolge lavori diversi da quelli per cui ha studiato. Per loro, insomma, l'accusa di essere choosy, ossia schizzinosi, lanciata dal ministro del lavoro Elsa Fornero, sembra non valere. La prima chiara fotografia sull'occupazione dei giovani in Italia, l'ha scattata la Banca d'Italia. Nel suo rapporto sulle Economie regionali, ha riservato un approfondimento alloccupazione giovanile in Italia". Bankitalia, nel suo studio, ha voluto affrontare su una base scientifica proprio il tema lanciato dal ministro Fornero, quello della qualità del lavoro dei giovani diplomati e laureati. L'occupazione, infatti, può non essere pienamente corrispondente agli skills posseduti. Esistono, spiega l'istituto centrale, degli indicatori in grado di misurare questo fenomeno. Si chiamano, tecnicamente, overeducation, undereducation e mismatch. I primi due misurano quante persone svolgono mansioni che richiedono, rispettivamente, competenze superiori o inferiori a quelle acquisite nel corso degli studi. Il mismatch, invece, segnala quanti lavoratori svolgono mansioni diverse da quelle per cui hanno studiato (questo indicatore si calcola solo per i laureati). Il rapporto prende in considerazionesia laureati che diplomati. Ma i dati più interessanti riguardano i primi. L'analisi è stata condotta sui giovani tra i 25 e i 34 anni in possesso di almeno una laurea triennale e per il periodo tra il 2009 e il 2011. Il dato generale dice che il tasso di occupazione in Italia di questi giovani laureati è stato del 75,1%. Nello stesso periodo, spiega la Banca d'Italia, circa un quarto dei giovani occupati in possesso di una laurea, svolgeva un lavoro a bassa o nessuna qualifica. Un valore superiore a quello della Germani Giovani Per quasi la metà dei diplomati che hanno trovato un lavoro continuativo, possedere un diploma non sarebbe stato necessario. Solo il 35% dei diplomati tecnici che lavorano svolge un’attività per la quale lo specifico diploma posseduto risulta necessario. Nonostante ciò, la probabilità di entrare nel mercato del lavoro aumenta del 2.4% per ogni anno di frequenza scolastica e l’effetto di ogni anno di scuola sulla probabilità di trovare lavoro è in media del 1,6% in più. Tempi lunghi di transizione L’Italia è il paese europeo con il più basso numero di giovani che trovano lavoro immediatamente dopo la formazione, mentre la percentuale di quelli che impiegano oltre 2 anni a trovare un lavoro è la più alta Giovani Sindrome del ritardo e dipendenza familiare Sistema economico e mdl; welfare; la casa Giovani Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia (Caritas e Fondazione Zancan): sempre più italiani chiedono aiuto, dal 2007 il 42,5% in più, mentre dal 2005 al 2010 i giovani sono aumentati del 59,6%. Di questi, il 76,1% non studia e non lavora. Solo un terzo riesce a migliorare la propria condizione rispetto ai genitori, e una parte è costretta a scendere un gradino. Giovani Le politiche dell’istruzione, dello sviluppo e del lavoro sono poco integrate Aziende e scuole poco collegate Il mdl non esprime una chiara domanda di formazione. Richiesta di diplomati con una qualche esperienza di lavoro. Mismatch domanda e offerta Politiche Politiche per i giovani? • Politiche per l’emancipazione (Patto europeo per la gioventù del 2005) • La gioventù come una condizione a sé • La transizione come un processo lineare (in realtà, più lunga e complessa e meno standardizzata, per mutamenti sociali, culturali e anche fattori strutturali) • Percorsi di autonomia irregolari e reversibili • Poche politiche per l’autonomia/ emancipazione/capacitazione (Cordella, 2011) Politiche • Scarsità misure di sostegno e protezione • Familismo e responsabilità familiari • L’emancipazione è privata (Gentile, 2010), si risolve nella famiglia: riproduzione delle differenze sociali e non progetto individuale (Paci, 2010) Politiche istruzione e formazione Scuola e diseguaglianza (Fondazione Agnelli 2010) La famiglia e il contesto territoriale sono decisivi rispetto alle opportunità disponibili e ai risultati dell’apprendimento • Frattura territoriale fra nord e sud • Riproduzione gerarchie sociali nelle scelte fra licei e istituti professionali/tecnici Problemi/criteri Integrazione fra politiche Inclusione sociale/inclusione nelle scelte, partecipazione alla vita sociale e democrazia Locale Casi http://www.giovanisi.it/ Toscana Il progetto – che promuove opportunità su Tirocini, Casa, Servizio Civile, Fare impresa, Lavoro, Studio e Formazione – comprende azioni di sistema e strumenti per la valorizzazione del merito, garantendo un diritto allo studio reale, una formazione professionalizzante, un’esperienza di servizio civile regionale, prestiti d’onore per ulteriori forme di specializzazione, così come favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e delle professioni attraverso l’accesso agevolato al credito e al microcredito, il sostegno all’avviamento di attività economiche nonché una effettiva emancipazione attraverso contributi per l’affitto e l’acquisto della prima casa. Casi 1. Giovani sì - Progetto per l’autonomia dei giovani . Promuovere l’emancipazione dei giovani dalla famiglia di origine, attraverso l’erogazione di contributi per l’affitto per i giovani nuclei familiari con figli e per altre forme di convivenza (coppie, singles, gruppi di studenti, etc.) e per la trasformazione del contratto d’affitto in acquisto prima casa; Casi 12 Potenziare le opportunità legate al diritto allo studio – formazione, apprendimento, specializzazione mediante: - orientamento allo studio finalizzato alla diminuzione della dispersione e dell’abbandono degli studenti universitari - potenziamento del sistema del diritto allo studio universitario anche tramite la revisione dell’attuale sistema di erogazione delle borse di studio e sostegno alla mobilità internazionale, - concessione di garanzie sui prestiti d’onore erogati per percorsi formativi di alta specializzazione - - sistema istruzione e formazione professionale (IeFP) nell’ambito dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale organizzati dalla Regione Toscana - corsi di Istruzione formazione tecnica superiore (IFTS) Casi 3. Costruire percorsi per l’inserimento nel mondo del lavoro tramite: - contributi per lo svolgimento del servizio civile volontario - tirocini retribuiti con contributo regionale - contributo una tantum per l’assunzione di giovani laureati e dottori di ricerca finalizzato alla stabilizzazione del lavoro precario - apprendistato finalizzato all’ottenimento della qualifica di apprendista entro i 24 anni; percorsi di alto apprendistato, ovvero inserimento in azienda con contratto di apprendistato di giovani laureandi o dottorandi - fondo incentivazione all’occupazione a favore di imprese - voucher alle madri per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro (per la frequenza di servizi educativi per la prima infanzia) 4. Facilitare l’avviamento d’impresa e l’attività imprenditoriale 5. Accrescere l’opportunità di sostenere esperienze formative e lavorative all’estero (Youth on the move): Casi http://bollentispiriti.regione.puglia.it/ Bollenti Spiriti è il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, cioè un insieme di interventi e di azioni dedicate ai giovani pugliesi e a chi lavora con e per loro. … l’idea di Bollenti Spiriti è considerare i giovani come una risorsa e non come uno dei problemi della Puglia. L’accento è sul talento, l’energia e la voglia di partecipare. Sullo spirito, insomma. …. le politiche regionali per i giovani non sono fatte di tanti singoli progetti, scollegati tra loro e di breve respiro, ma costruiscono un disegno coerente per realizzare un grande obiettivo: fare delle giovani generazioni il vero motore della rinascita sociale, economica e culturale della nostra regione. Per la prima volta, le politiche della Regione Puglia si rivolgono ai giovani in quanto tali e non solo in quanto studenti, disoccupati, soggetti da proteggere o categoria a rischio. Per la prima volta, l'obiettivo non è "risolvere il problema dei giovani" ma offrire strumenti per permettere ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comunità. Perchè proprio da loro possono venire le migliori soluzioni. Casi Il Contratto Etico Giovanile , ovvero borse di alta formazione per oltre 5.000 giovani neolaureati pugliesi Da marzo 2008, il contratto etico ha cambiato nome: si chiama “Ritorno al Futuro” ed è interamente gestito dall’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale. Laboratori Urbani, finanziamento di 71 progetti per ristrutturare circa 150 edifici abbandonati in tutta la regione e trasformarli in laboratori da dedicare all’espressione e alla creatività giovanile iniziative sperimentali sulla creatività giovanile, come il CreativeCamp (prima edizione - settembre 2007 e seconda edizione maggio 2008); concorso Principi Attivi – Giovani Idee per una Puglia migliore (spesa complessiva: 10,5 milioni di Euro). Principi l Servizio Civile Nazionale realizzato dagli enti accreditati con sede in Puglia; - il progetto MOMArt - Motore Meridiano delle Arti per la riconversione di una ex discoteca sequestrata alla criminalità organizzata in un centro di promozione della legalità e della creatività giovanile; - Libera il bene, iniziativa per il riuso sociale dei beni confiscati alla mafia (in collaborazione con l'associazione Libera) Con una spesa complessiva di oltre 150 milioni di Euro, Bollenti Spiriti rappresenta il più importante investimento economico mai realizzato da una regione italiana in favore delle giovani generazioni. A febbraio del 2010, la Regione Puglia ha promosso il Bollenti Spiriti Camp, un evento aperto, interamente costruito con modalità partecipate, dedicato alla presentazione dei progetti e delle iniziative di Bollenti Spiriti e all'incontro tra tutte le persone che, in Puglia, realizzano esperienza di attivazione.