La razza come mito
4. Huxley: il mondo nuovo
Lezioni d'Autore
Ashley Montagu, La razza. Analisi di un mito
(1942)
L’antropologo inglese confronta la definizione
di razza che emerge dalla discussione
scientifica moderna con il razzismo inteso
come pregiudizio politico-culturale di
fronte a ciò che è diverso.
“L’idea di razza è uno dei miti più pericolosi e
più tragici del nostro tempo […]
Oggi molti di noi credono nella razza. La razza
è la stregoneria del nostro tempo; il mezzo col
quale esorcizziamo i demoni. È il mito del
giorno d’oggi; il mito più pericoloso dell’uomo”.
La mescolanza delle razze
Dal punto di vista biologico esistono razze
umane determinate sulla base delle
caratteristiche differenziali trasmissibili
per eredità, ma tutti i popoli dell’Europa
occidentale appartengono alla stessa
razza, quella bianca, le cui differenze sono
minime e locali.
In realtà, tutti gli esseri umani sono il
frutto di mescolanze per ciò che concerne
l’origine, la trasformazione graduale e la
sovrapposizione di caratteri fisici tra i
diversi gruppi di individui.
Aldous L. Huxley, Il mondo nuovo (1932)
Thomas Huxley, biologo e filosofo inglese:
esistono non sottospecie o razze
ipotetiche, ma gruppi etnici misti, che dal
punto di vista genetico non possono essere
isolati nelle loro componenti originali o liberati
dalla variabilità che è conseguenza degli
incroci del passato.

Queste teorie hanno grande influenza sulle
idee guida scientifiche e filosofiche del nipote
scrittore e saggista Aldous Leonard Huxley
autore di Brave New World – Il mondo
nuovo, romanzo di fantascienza di genere
distopico.
I temi del romanzo
Lo sviluppo delle tecnologie della
riproduzione, l’eugenetica e il controllo
mentale usati per forgiare un nuovo
modello di società.
“In una serie di bottiglie, ovuli biologicamente
superiori, fertilizzati da spermatozoi
biologicamente superiori, ricevevano le migliori
cure prenatali, e finalmente si decantavano
nelle categorie Alfa, Beta, e persino Alfa Più. In
un’altra serie di bottiglie, assai più numerosa,
ovuli biologicamente inferiori, fertilizzati da
spermatozoi inferiori…”
Aldous Huxley, Ritorno al Nuovo Mondo, 1958
Ognuno appartiene a tutti
Gli embrioni umani vengono prodotti e
fatti sviluppare in apposite fabbriche
secondo quote prestabilite e pianificate dai
coordinatori mondiali.
Non esistono più vincoli familiari: nelle
scuole vengono insegnate pratiche di
contraccezione per evitare nascite naturali e
viene affidata al singolo la scelta del proprio
nome e cognome.
Ognuno appartiene a tutti afferma Huxley
 l’utopia platonica della Repubblica.
L’utopia della Repubblica platonica (1)
“Per gli amici tutto è comune. La procreazione
e l’allevamento dei figli sono una questione
importantissima per la politeia.”
La famiglia intesa come problematica
politica, in quanto primo luogo in cui vengono
costruiti i principi morali dei futuri cittadini.
“Donne e figli devono essere in comune; i
genitori non devono sapere chi è loro figlio, e i
figli devono ignorare chi, in particolare, è loro
genitore.”
L’utopia della Repubblica platonica (2)
Socrate propone un disegno di
accoppiamenti eugenetici, finalizzato al
miglioramento della razza, e determinato da
parte di autorità.
Al desiderio erotico che spinge uomini e donne
a unirsi tra loro viene sostituita una necessità
geometrica, funzionale a creare legami in
grado di rafforzare l’unità della città: “la
città dovrebbe diventare simile a una grande
famiglia”.
Le caste nella società del Mondo nuovo
Gli uomini sono divisi in caste, create tramite il
controllo dello sviluppo degli embrioni ottenuto
con la privazione dell’ossigeno.
I ceti: gamma, delta ed epsilon costituiti
secondo un grado decrescente
d’intelligenza.
Il processo di educazione viene sostituito con il
condizionamento psicofisico.
La suggestione attraverso la ripetizione
continua di slogan: ognuno viene indottrinato
ad amare la vita cui è destinato.
L’impossibilità di una scelta
‘Utopica’ e ‘ideale’ sono aggettivi che denotano
questa società tecnologicamente avanzata,
priva di povertà e guerra, composta di uomini
liberi da preoccupazioni, sani e
permanentemente felici grazie al soma, una
droga che attraverso l’euforia garantisce il
controllo sociale.
Quale prezzo ha tutto ciò? L’impossibilità di
attuare una vera scelta, libera e
consapevole a proposito di sé stessi, del
significato dell’amore, della famiglia, dell’arte,
della filosofia, in una parola di che cosa sia la
differenza.
Il selvaggio John
I cittadini del Mondo nuovo sono felici,
ma chi può percepire l’artificio di questa
sterile felicità?
Solo il selvaggio John, un errore di
contraccezione, una volta trasferito nella
società si scontra e si confronta con essa.
L’attrazione verso una donna lo spingerebbe a
voler entrare all’interno della società, ma gli
usi e costumi del mondo nuovo lo terrorizzano.
Franco Battiato, Fetus, 1971
L’album d’esordio di Franco Battiato è
ispirato al romanzo Il mondo nuovo di Huxley.
Fenomenologia
È incerto il processo mentale,
la voce è marmo e cemento
vivo malgrado me stesso...
Difficile attuare il controllo,
attorno i miei occhi c’è nebbia,
i contorni si fanno imprecisi...
Ho già scordato la mia dimensione
e forze sconosciute mi strappano da me…
FINE
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