Dottorato di Ricerca in Ingegneria Meccanica A.A. 2010/2011 - XXVI CICLO Titolo della ricerca Sviluppo ed applicazione di una metodologia per la simulazione dei processi di stampaggio a caldo di lamiere in acciaio altoresistenziale Responsabile della proposta Ing. DdR. Gianfranco Palumbo Gruppo di ricerca Prof. Luigi Tricarico, Ing. DdR. Donato Sorgente, Ing. Leonardo Scintilla Collaborazioni con centri di ricerca non PoliBA Centro Ricerche Fiat Abstract Il presente tema di ricerca ha come obiettivo principale la corretta progettazione del processo di stampaggio a caldo di lamiere per la produzione di componenti automobilistici attraverso un approccio numerico sperimentale. La simulazione agli Elementi Finiti, strumento questo oggi sempre più diffuso e potente per la ingegnerizzazione e messa in produzione di prodotti e processi nuovi, specie nel campo delle lavorazioni della lamiera, necessita di una corretta modellazione del comportamento termico, meccanico, metallurgico e tribologico del processo di stampaggio a caldo. Le caratteristiche meccaniche, ma anche quelle termiche e tribologiche sono altamente dipendenti dalla temperatura: appare dunque fondamentale riuscire a simulare correttamente il processo di stampaggio al fine di ottenere risultati affidabili, per esempio in termini di distribuzione dello spessore sul componente, dal momento che assottigliamenti localizzati si traducono solo in elementi di debolezza, in quanto, a differenza di quanto avviene in un processo a freddo, la maggiore deformazione localizzata non si traduce in un maggiore incrudimento e dunque in un aumento della resistenza. Se si pensa che questi componenti hanno un ruolo fondamentale per il comportamento ad urto del veicolo, si capisce bene l’importanza prima evidenziata di una corretta simulazione del processo di stampaggio a caldo. La fase preliminare di questo studio deve dunque essere mirata alla acquisizione di dati accurati sia per la modellazione del processo che per la relativa calibrazione, cosa che implica la progettazione di apposite attrezzature strumentate. La fase sperimentale, da condurre su geometrie scalate ma aventi caratteristiche tali da poter essere assimilato ad un componente industriale, sarà realizzata presso il laboratorio di Advanced Forming & Manufacturing (http://afmlab.poliba.it) della Rete TRASFORMA utilizzando le macchine di prova e gli strumenti di misura di cui esso dispone e che permetterà la validazione dei modelli numerici nonché delle strategie di controllo del processo. Stato dell'arte La tecnologia di produzione basata sullo stampaggio di lamiere ad elevata temperatura di componenti automobilistici in leghe di alluminio, magnesio ed in acciai alto-resistenziali ha le caratteristiche per superare le limitazioni legate alla bassa formabilità ed al ritorno elastico non trascurabile che questi materiali, reputati molto interessanti per le loro enormi potenzialità in termini di alleggerimento, presentano quando lavorati a temperatura ambiente. Le elevate temperature (condizioni di deformazione a tiepido e/o a caldo a seconda del materiale) alle quali la lamiera viene lavorata garantiscono una formabilità molto maggiore rispetto a quella a temperatura ambiente. Mediante i processi di stampaggio ad elevata temperatura possono essere prodotti componenti più sottili e più complessi di quelli ottenibili con la tecnologia attuale, ottenendo un maggiore rapporto resistenza/peso. Inoltre, grazie alla significativa riduzione del ritorno elastico che può essere ottenuta con l’incremento della temperatura di formatura, le geometrie dei componenti prodotti risultano molto più accurate e precise. L’acciaio comunemente adoperato per le applicazioni di stampaggio a caldo è l’acciaio al boro 22MnB5, commercialmente noto come Usibor™ 1500P (Arcelor). Le lamiere di 22MnB5 sono solitamente fornite con un rivestimento di alluminio-silicio per prevenire l’ossidazione ad elevata temperatura. Il materiale in condizioni di fornitura presenta una microstruttura ferritico-perlitica ed è caratterizzato da un tensione ultima UTS pari a circa 600 MPa; viene riscaldato fino oltre la temperatura di austenitizzazione, rapidamente trasferito in pressa, e simultaneamente formato e temprato in stampi convenientemente raffreddati. Il componente formato presenta una microstruttura completamente martensitica (questi acciai sono anche noti come press hardenable steels), con tensione ultima dell’ordine dei 1500 MPa. Questa tipologia di acciai rientra nella classe degli acciaia alto resistenziali (High Strength Steel, HSS) ma è solitamente contraddistinta come Mega High Strength Steel (MHSS). Grazie alle eccellenti proprietà meccaniche che si possono ottenere, questi acciai sono generalmente adoperati per realizzare componenti strutturali fondamentali per la sicurezza passiva del guidatore, come per esempio barre antiintrusione e traverse (per gli urti laterali) o la struttura del tettuccio (in caso di ribaltamento). Se confrontata con quella dei processi tradizionali dello stampaggio lamiera, una corretta progettazione del processo di stampaggio a caldo necessita di una grande quantità di dati, dal momento che le trasformazioni di fase che accompagnano il processo di stampaggio cambiano il comportamento del materiale in termini di: (i) coefficiente di scambio termico, (ii) coefficiente di espansione, (iii) capacità termica, (iv) coefficiente di attrito, (v) reologia, (vi) formabilità, (vii) anisotropia. Descrizione delle attività ATTIVITÀ 1: Definizione del comportamento meccanico a caldo di lamiere MHSS Verranno condotte prove di trazione monoassiale prevedendo un riscaldamento preliminare del materiale oltre la temperatura di austenitizzazione (per un tempo tale da uniformare il campo termico nella zona utile, ma evitando l’eccessivo ingrossamento del grano) e dunque un rapido raffreddamento (necessario per evitare la formazione di bainite ed assicurare una struttura completamente martensitica alla fine dello stampaggio) fino alla temperatura di prova, mantenuta costante durante l’applicazione del carico. Le prove di trazione saranno condotte a diverse temperature e velocità di deformazione, al fine di individuare l’effetto di questi parametri sul comportamento meccanico del materiale e poterlo modellare correttamente all’interno del codice agli EF. Le prove dovranno inoltre essere ripetute su provini ricavati secondo orientazioni differenti (rispetto a quella di laminazione) al fine di poter valutare i parametri di anisotropia (normale e planare) al variare delle condizioni di processo (temperatura e velocità di deformazione). Al fine di poter eseguire le prove sperimentali sarà necessario: (i) condurre prove preliminari di riscaldamento, utili per valutare la temperatura di austenitizzazione ed il relativo mantenimento in grado di garantire una microstruttura omogenea e fine; (ii) progettare una apposita attrezzatura sperimentale con un sistema di riscaldamento in grado di raggiungere sul provino la temperatura di austenitizzazione (circa 900°C) in tempi rapidi ed un sistema di raffreddamento mediante getto di aria compressa, un sistema (basato su software LABVIEW) per la conduzione della prova in condizioni isoterme ed infine l’integrazione con il sistema di misura ottico delle deformazioni ARAMIS; la temperatura durante la prova potrà infine essere monitorata attraverso l’utilizzo di pirometri e di termocoppie elettro-saldate sul provino. ATTIVITÀ 2: Definizione delle condizioni deformative limite a caldo di lamiere MHSS e dei coefficienti di scambio termico Per valutare i limiti di formabilità dell’acciaio 22MnB5 al variare dei parametri di processo, dovranno essere eseguite prove di formabilità a caldo (test di Nakajima). Le prove di formabilità saranno condotte anche in questo caso riscaldando preventivamente oltre la temperatura di austenitizzazione il provino, quindi raffreddandolo velocemente (mediante getto di aria compressa) fino alla temperatura a cui eseguire la deformazione che lo porta a rottura. A tal fine, gli utensili dovranno essere forniti di cartucce riscaldanti per mantenere costante la temperatura del provino durante la deformazione. Le prove saranno condotte a differenti livelli di temperatura e di velocità del punzone, al fine di poter acquisire le deformazioni principali minima e massima sulla superficie del provino e ricavare dunque il diagramma Limite di Formabilità (FLD) del materiale in differenti condizioni di processo grazie al sistema di misura ottico delle deformazioni ARAMIS. Le prove di formabilità permetteranno di acquisire dati per la costruzione di FLD (a strizione e a rottura). La possibilità di strumentare la prova con sensori di temperatura posizionati sia sulla lamiera che all’interno di sedi ricavate all’interno degli utensili, consentirà la stima dei coefficienti di scambio termico, anche in funzione della pressione esercitata dal premilamiera. Attraverso un modello agli EF di tipo termico del sistema sarà inoltre possibile simulare il transitorio termico cui la lamiera è soggetta durante la fase di raffreddamento; la stima dei coefficienti di scambio termico sarà dunque effettuata attraverso una analisi inversa. Si prevede di effettuare la simulazione numerica anche della fase deformativa della prova, al fine di poter individuare, tramite confronto con i dati sperimentali di forza sul punzone e spostamento del punzone (analisi inversa), valori del coefficiente di attrito in grado di riprodurre la condizione di contatto tra utensili e lamiera. ATTIVITÀ 3: Studio numerico del processo di stampaggio a caldo di un prototipo da laboratorio Al fine di mettere a punto una metodologia per la corretta progettazione di un processo di stampaggio a caldo, verrà individuato in collaborazione con i colleghi del CRF un simulacro di dimensioni tali da poter essere realizzato utilizzando le attrezzature presenti presso il laboratorio Advanced Forming & Manufacturing della Rete TRASFORMA, ma aventi caratteristiche tali da poter essere assimilato ad un componente industriale. La modellazione numerica potrà essere effettuata utilizzando i dati sperimentali ricavati dalle precedenti attività. In particolare: (i) la individuazione delle temperature di riscaldamento e dunque di inizio della fase di deformazione potranno essere stimate attraverso le prove preliminari di riscaldamento e analisi microstrutturale (attività 1); (ii) i modelli reologici in grado di descrivere il comportamento plastico del materiale potranno essere ottenuti grazie alle prove di trazione a caldo condotte nell’ambito dell’attività 1; (iii) una funzione di plasticizzazione in grado di contemplare l’effetto dell’anisotropia verrà scelta sulla base dei risultati delle prove di trazione a caldo su provini con diversa orientazione (attività 1); (iv) il coefficiente di scambio termico (in funzione della pressione di contatto) ricavato dalle prove di raffreddamento condotte nell’attività 2, verrà implementato all’interno del modello temomeccanico accoppiato; (v) il coefficiente di attrito (in funzione della temperatura) ricavato dalle prove di formabilità condotte nell’attività 2, verrà implementato all’interno del modello temo- meccanico accoppiato; (vi) le condizioni deformative limite cui il materiale puo essere soggetto (ricavate dalle prove di formabilità) potranno essere adoperate per individuare l’insorgenza di strappi o grinze durante la fase di stampaggio. Il modello termo-meccanico accoppiato in grado di simulare il processo di stampaggio a caldo potrà dunque essere utilizzato per studiare le condizioni di processo ottimali per lo stampaggio del componente, individuando opportuni cicli di riscaldamento e raffreddamento del materiale, la temperatura degli utensili, la velocità del punzone in grado di realizzare il processo di stampaggio sia evitando l’insorgenza di strappi o grinze, ma anche facendo in modo che il materiale permanga per tutta la deformazione in campo austenitico, mantenendo inoltre la velocità di raffreddamento in ciascuna delle zone della lamiera al di sopra della velocità critica di tempra. Potrà inoltre essere investigato il fenomeno del ritorno elastico subito dal componente attraverso la modellazione delle caratteristiche elastiche (anche in funzione della temperatura) delle diverse fasi che caratterizzarono la lamiera durante il processo di stampaggio (austenite) e a fine raffreddamento (martensite). ATTIVITÀ 4: Prove sperimentali di stampaggio a caldo del prototipo da laboratorio In accordo con i risultati numerici condotta nell’attività 3, sarà possibile realizzare prove sperimentali del processo di stampaggio a caldo del simulacro oggetto dell’analisi agli EF presso il laboratorio Advanced Forming & Manufacturing. Le prove sperimentali, condotte utilizzando i parametri individuati tramite simulazione numerica, saranno mirate a validare i risultati numerici. Le prove saranno strumentate in modo tale da acquisire valori di forza e temperature. Inoltre attraverso l’utilizzo di uno spessimetro ad ultrasuoni potranno essere confrontati i valori dello spessore del componente con quelli calcolati. Inoltre il sistema ARAMIS potrà essere adoperato per misurare lo stato deformativo finale sul componente, al fine di confrontarlo con quello ottenuto mediante simulazione agli EF. Esami della microstruttura del componente verranno adoperati per analizzare l’efficacia delle condizioni di processo adottate. La misura della geometria a fine processo ed il confronto con quella desiderata permetteranno anche di valutare l’entità dei ritorni elastici. Esperienze sull’argomento “stampaggio a caldo” (pubblicazioni su RI) [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] G. Palumbo, d. Sorgente, l. Tricarico, s.h. Zhang, w.t. Zheng, Numerical and experimental analysis of the Warm Deep Drawing process for Mg alloys, J. of Achievements in Materials and Manufacturing Engineering, Vol. 14, 2006, pp. 111-118. G. Palumbo, l. Tricarico, Numerical and Experimental investigations on the Warm Deep Drawing process of circular Aluminum alloy specimens, J. of Material Proc. Tech., Vol. 184, Issue 1-3, 2007, pp. 115-123. G. Palumbo, d. Sorgente, l. 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