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Una profonda frattura tettonica chiamata Rift Valley,formatasi circa 200 milioni di
ani fa, suddivide l’Africa un due zone climatiche distinte. Circa 7 milioni di anni fa
ad ovest della Rift Valley si estendeva la foresta equatoriale mentre nella parte
orientale il clima era molto più secco permettendo la formazione di immense
savane.
Da quelle parti vivevano anche i nostri più lontani antenati che nel frattempo la
faglia del Rift aveva separato in due gruppi: quelli che rimasero ad ovest, dove
persisteva l'ambiente di foresta equatoriale, si sarebbero poi differenziati nelle
attuali scimmie antropomorfe, mentre quelli che si trovarono ad est, in ambiente
di savana, dettero origine agli Australopitechi, Le scoperte più sensazionali di
questi ultimi anni sono rappresentate dalla famosissima Lucy e dalle tracce dei
passi che tre individui lasciarono sulla cenere ancora calda di un vulcano
dell'Africa più di tre milioni e mezzo di anni fa. A tutti questi Ominidi venne alla
fine assegnato il nome scientifico di Australopithecus afarensis (da Afar, il deserto
etiopico in cui fu ritrovata Lucy). Dalla forma delle ossa del bacino si capisce che
gli australopitechi erano in gradi di camminare in posizione eretta.
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Nel 1963, nella gola dell'Olduvai sempre in Africa fu estratto un cranio del
volume di 660 cm³, con a fianco alcuni ciottoli lavorati. La lavorazione della
pietra fu attribuita all'Ominide di cui fu portata alla luce la calotta cranica, che
pertanto fu chiamato Homo habilis, cioè "uomo abile" e quindi in grado di usare
le mani con destrezza. Non è ancora chiaro di quale specie di australopiteco sia
discendente homo habilis anche se la maggior parte dei paleontologi propende
oggi per una derivazione da australopitecus africanus. Oggi i paleoantropologi
hanno a disposizione reperti fossili sufficienti per ricostruire la struttura fisica
dell’Homo habilis. Esso doveva essere un individuo alto un metro e mezzo e
pesare una cinquantina di kilogrammi Aveva un'andatura perfettamente eretta, la
capacità cranica era intorno ai 700 cm³ e la faccia appariva molto meno
prominente di quella dell'Australopiteco.
Soprattutto una fronte molto ampia dava la sensazione di trovarsi in presenza di un
essere umano, una sensazione che, nel caso dell'Australopiteco, non si era mai
avuta. Anche la dentatura era molto simile a quella dell'uomo attuale e proprio
ciò fa ritenere che l'alimentazione dell’Homo habilis fosse un po' meno
vegetariana di quella dell'Australopiteco e che per tale motivo dovesse nutrirsi
anche di carne.
Con l'Homo habilis compare per la prima volta quella caratteristica che viene
ritenuta una prerogativa fondamentale del genere umano, cioè la produzione di
utensili
Recenti scoperte hanno dimostrato che l'Homo habilis non solo fabbricava
manufatti in pietra ma, molto probabilmente, che egli era anche in grado di
costruire accampamenti. Ciò è stato dedotto dal ritrovamento ad Olduvai di un
cerchio di pietre che rappresenterebbe i resti di una delle prime abitazioni
costruite dall'uomo.
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I ritrovamenti fossili dimostrano che circa 2 milioni di anni fa da homo habilis era
derivata una specie nuova : l'Homo erectus. Esso aveva un cervello con un volume
superiore a 1000 cm³, cioè di poco inferiore al nostro, e visse fra un milione e mezzo e
200.000 anni fa,
L'Homo erectus non solo era capace di scheggiare la pietra, cosa che faceva con più
abilità del suo predecessore, ma sapeva anche servirsi sistematicamente del fuoco. L'uso
del fuoco avvantaggiò notevolmente questo Ominide, perché gli consentì di spingersi
alla conquista di luoghi freddi e anche perché gli permise di sfruttare e conservare
meglio gli alimenti. La denominazione di "erectus"dipende dalla convinzione(ormai
dimostratasi errata )che l’andatura dei predecessori fosse ancora altalenante e non
ancora perfettamente perpendicolare alla linea del terreno. Molto probabilmente l’homo
erectus è anche il primo ad utilizzare forma arcaiche di linguaggio per comunicare.
Fino alla comparsa dell'Homo erectus la storia dei nostri antenati si svolge
completamente in Africa infatti negli altri continenti non è mai stato trovato
alcun fossile di australopiteci né di homo habilis ma circa 2 milioni di anni fa
alcuni individui appartenenti al gruppo homo erectus cominciano a spostarsi e
gradualmente,nel corso di centinaia di migliaia di anni colonizzano l’intero
pianeta. Ovviamente man mano che si spostano dal gruppo originario e
vengono a contatto con ambienti diversi la pressione selettiva spinge verso
cambiamenti che portano questi individui a diversificarsi sempre più
profondamente dai progenitori e dagli appartenenti allo stesso gruppo rimasti in
Africa
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L'uomo di Neanderthal prende il nome dalla località in cui se ne sono scoperti i primi
resti. Doveva essere un individuo tarchiato, alto circa un metro e mezzo, con un cranio
lungo e stretto, ma con una capacità notevole (oltre 1.500 cm³), perfino superiore alla
media dell'uomo attuale; esso presentava inoltre la fronte sfuggente, le arcate sopraorbitarie
molto sporgenti a formare quasi un ”ripiano”sulla fronte.
Oggi sappiamo che l'uomo di Neanderthal non era affatto un essere bestiale, ma che
aveva un'intelligenza e svolgeva un'attività molto simile alla nostra (conosceva ad esempio
il fuoco e seppelliva i morti, dimostrando di possedere memoria dei defunti). Egli visse in
un'epoca molto recente (dai 130.000 ai 35.000 anni fa) e viene attualmente considerato una
sottospecie dell'Homo sapiens a cui è stato assegnato il nome scientifico di "Homo sapiens
neanderthalensis", mentre noi siamo "Homo sapiens sapiens". Egli quindi non è un nostro
antenato, ma piuttosto una specie di uomo che ha avuto un cammino evolutivo divergente
rispetto al nostro e che si è estinto.
Le ipotesi che accompagnarono i ritrovamenti dei resti di uomini di neandertal sono
piuttosto comiche e particolarmente indicative di come a volte, invece di adeguare
le credenze ai fatti,l’uomo riesca a piegare i fatti per farli concordare con le proprie
credenze.
Nei primi decenni del 1800 nella valle del fiume Neander, in Germania, vennero
rinvenuti i fossili di un cranio e di alcune ossa degli arti appartenuti ad un essere
sicuramente umano, ma dalle caratteristiche molto particolari. Alcuni eminenti
biologi del tempo ritennero potesse trattarsi dei resti di un uomo moderno, deforme
o gravemente malato. Alcuni scienziati arrivarono a specificare che si trattava di un
soldato cosacco dell'esercito russo (le gambe arcuate erano la prova di una vita
passata a cavallo) che aveva partecipato alla guerra contro Napoleone nel 1814 e
che, stremato dalla stanchezza (le arcate sopraorbitarie prominenti erano il risultato
del continuo aggrottamento dei sopraccigli per il dolore), si era rifugiato in una
caverna dove aveva trovato la morte. Solo dopo la pubblicazione del lavoro di
Darwin si capì che i resti appartenevano ad una razza umana primitiva. A questa
razza, di cui verranno rinvenuti in seguito molti altri esemplari, sarà assegnato il
nome di "Uomo di Neanderthal" (Homo neanderthalensis)
Diapositiva
18
Mentre in Europa prosperava l’uomo di neanderthal, in Africa i gruppi di homo erectus
che non avevano partecipato alle migrazioni continuavano ad evolvere separatamente e da
essi intorno a 200.000 anni fa nacque una nuova specie l'Homo sapiens I resti fossili
provenienti da alcune sepolture ritrovate nel Vicino Oriente dimostrano che gruppi di
Homo sapiens partirono dal continente originario almeno 100.000 anni fa, per
intraprendere nuove migrazioni che permisero di conquistare l'Asia e l'Europa. In
quest'ultimo continente la specie sapiens giunse circa 40.000 anni fa, determinando nel
giro di pochi millenni la rapida scomparsa di Homo neanderthalensis.
Inoltre Homo sapiens approdò anche nel continente americano, attraverso la Siberia e
l'Alaska, presumibilmente nel corso di diverse ondate, grazie al ponte naturale di terra che
durante l'ultima glaciazione aveva congiunto i due territori (l'attuale stretto di Bering) e,
per via marittima, in Australia e Nuova Guinea. Homo sapiens rappresenta la specie
umana attuale, quella a cui l'umanità vivente appartiene. E’ una specie caratterizzata da
una grande variabilità.
Le principali modificazioni fisiche rispetto alle specie precedenti sono costituite da: cranio
alto e breve,muso non sporgente, mento pronunciato, fronte verticale e priva della fascia
orizzontale tipica dei neandertaliani, incisivi e molari ridotti
Dal punto di vista delle abilità manuali, homo sapiens era in grado di usare processi di
scheggiatura molto più precisi dei predecessori per produzione di lame, anche di piccole
dimensioni e in grande numero. Era inoltre in grado di legare le lame a supporti di legno o
osso grazie a legacci di natura animale o vegetale. Ebbero notevole diffusione anche i
manufatti ottenuti dalla lavorazione del corno o del palco e dalle ossa degli animali cacciati.
Infine le testimonianze archeologiche dimostrano che l'uomo ha raggiunto una notevole
maturità anche da un punto di vista ideologico. Si diffonde la pratica della sepoltura dei
morti, associata a riti complessi, testimoniati fra l'altro dalla presenza di corredi ricchi e
diversificati, che comprendono anche oggetti ornamentali ottenuti da diversi materiali (osso,
avorio, conchiglie, pietre). Nasce anche un'abbondante produzione artistica, rappresentata
sia da statuette sia da dipinti riprodotti sulle pareti di grotte o ripari con diverse tecniche
(scultura, pittura, incisione e così via).
A partire da circa 10.000 anni fa, gli effetti dell'ultima glaciazione si esauriscono ed il
clima si stabilizza sui valori attuali. In questo periodo, mentre nel continente europeo si
sviluppano le ultime società di cacciatori e raccoglitori, già nel Vicino Oriente si
comincia a coltivare vegetali e ad allevare piccoli animali.. Questo cambiamento, che si
verificò indipendentemente e spontaneamente in almeno altre due aree geografiche, il
sud-est asiatico e l'America centro-meridionale, fu destinato ad affermarsi ed a
diffondersi in gran parte del mondo nell'arco di pochi millenni.
L'adozione delle nuove strategie di sussistenza comportò profondi mutamenti.
Innanzitutto, il sempre più intensivo sfruttamento delle risorse, determinato dalla
necessità di disporre di nuove aree da sfruttare per l'agricoltura e l'allevamento e di
legname per la costruzione di abitazioni portano, l'uomo "produttore" ad entrare sempre
più in competizione con la natura, provocando una serie di mutazioni irreversibili nel
paesaggio.
Al tempo stesso, l'esigenza di seguire da vicino i campi e gli animali favorì un modo di
vita sedentario, che condusse rapidamente alla costituzione dei primi villaggi.
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