TURISMO Trentino spa L’assemblea sindacale: «Qui ci stanno vessando» ECONOMIA Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] G venerdì 8 febbraio 2008 7 L’ACCUSA LA DIFESA «Mellarini adesso deve decidere» «La fretta è cattiva consigliera» Ezio Casagranda, il sindacalista della Cgil che segue i 66 dipendenti col contratto del commercio (sono iscritti alla Cisl i tre ex Apt che hanno un contratto Federculture), alla fine dell’assemblea l’ha messo nero su bianco: «I lavoratori di Trentino spa attendono una scelta precisa e decisa da parte del presidente Tiziano Mellarini per porre fine a questa assurda situazione di paralisi e quindi, anche se la sua è una situazione ereditata, deve assumersi le responsabilità che gli competono». Incurante delle ironie che si potrebbero ricamare sulla sua dichiarazione, dopo mesi di tiramolla inconcludente, Mellarini ci ha garantito ieri che neppure il cda convocato per lunedì prossimo deciderà alcunché sulla questione del direttore generale. «Non ci facciamo prendere dalla frenesia - dichiara - dobbiamo esaminare con attenzione l’ordinanza firmata dal giudice Flaim, la situazione è delicatissima, c’è un contratto che dobbiamo rispettare. Dobbiamo fare un’analisi a 360 gradi». I 66 sull’orlo della crisi di nervi M8013103 M8013104 l'Adige IL MALUMORE La serata con i russi punita il giorno dopo Dipendenti stufi della lite M «Il contratto o lo sciopero» La grande attrazione del Trentino turistico estivo: le albe in musica sulle Dolomiti L’ATTACCO Non buttar via soldi TRENTO - «Malossini, è stato chiaro: chiudete il rapporto con Miorelli, dategli 400.000 euro e ripartite con la riforma di Trentino Spa. Certo, come no! Cosa volete che siano 400.000 euro? Tanto non li paga mica Malossini, ma come sempre li paga Pantalone!». L’esternazione del forzista (l’Adige di ieri) ha provocato la dura reazione di Giuseppe Pallanch, Fps Cisl. «La situazione è così paradossale che non sembra vera: quando i sindacati hanno chiesto un contratto di secondo livello, i vertici hanno assicurato che l’avrebbero fatto, ma poi non è cambiato nulla. Non hanno nemmeno fatto un contratto integrativo. Adesso, però, si pensa di tirare fuori dalle tasche 400.000 euro per dare il benservito a Miorelli, come se nulla fosse! È questa la lotta agli sprechi? È per finanziare situazioni imbarazzanti come questa che vengono fatti contratti al ribasso ai lavoratori? Purtroppo questo è il frutto delle esternalizzazioni: i costi ricadono sulla collettività e alla fine paga sempre Pantalone». TRENTO - Nel pasticcio di Trentino spa entra la complicazione di una vertenza sindacale che potrebbe sfociare anche in un clamoroso, inedito sciopero. Una quarantina dei 66 dipendenti della società pubblica si sono riuniti ieri mattina in assemblea per esaminare le problematiche aperte con la direzione, in vista della ripresa del confronto per il contratto aziendale fissato per il 21 febbraio. «La discussione - riferisce Ezio Casagranda della Filcams Cgil - ha evidenziato una forte clima di insofferenza da parte dei dipendenti sia per quanto riguarda l’ambiente interno sia per la scarsa considerazione che il management ha per l’impegno profuso dai lavoratori e dalle lavoratrici. Invece rileviamo che, nella gestione quotidiana del personale, vi sono atteggiamenti autoritari e burocratici tesi a negare la professionalità degli operatori o comunque cercare di svilirne l’importanza. Senza contare che, per quanto concerne l’orario di lavoro, trasferte e turnazioni, le disposizioni aziendali non sempre sono rispettose delle norme». «Se fino ad ora la produttività della Trentino spa non ha risentito delle diatribe del gruppo dirigente - sostiene il sindacato - un grande merito va dato alla professionalità dei dipendenti che, nonostante le peculiarità della loro attività, con il loro impegno hanno permesso alla struttura di reggere il peso dell’organizzazione turistica. Ricordiamo che lo stesso presidente dell’Unione commercio Bort, nel mese scorso sosteneva: "… sono convinto che la chiave sia nella pro- fessionalità dei dipendenti, che le permette di non risentire di queste situazioni". Quella della Trentino spa, però, è ormai una situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro, dal momento che il personale è ormai saturo a causa di una situazione pesante che l’assenza di una vera direzione ha trasformato in vero e proprio stress». Nella contesa tra il presidente-assessore e gli azionisti Provincia e Camera di commercio da una parte - che vorrebbero sbarazzarsi del costoso direttore - e il direttore Miorelli che resiste resiste resiste ed è pronto alla causa di lavoro, i rappresentanti sindacali dei dipendenti scelgono di stare dalla parte di Mellarini, che però viene richiamato al dovere di decidere. «L’assemblea - si conclude il comunicato sindacale - denuncia pubblicamente tale situazione chiedendo a coloro che ne hanno competenza che si assumano le necessarie responsabilità in modo da dare all’azienda una direzione autorevole ed in grado di dare le necessarie risposte compresa la definizione del contratto aziendale. Siamo convinti che soprattutto il contratto integrativo può essere uno strumento importante per il riconoscimento e la remunerazione delle professionalità e dell’impegno profuso dai dipendenti. Di conseguenza, nel prossimo incontro, non saranno accettate posizioni dilatorie finalizzate a protrarre nel tempo la definizione dell’accordo aziendale». In assenza di risposte concrete, potrebbe scattare il primo sciopero. ellarini ha qualche imbarazzo nel risolvere il caso Miorelli, anche sapendo che, da marzo, gli costerà SOLO 400mila euro. Ma, a sentire i malumori profondi dei dipendenti, espressi ieri in assemblea sindacale, i 66 ragazzi di via Romagnosi 11 sperano che Tiziano (il presidente) cacci al più presto Claudio (il direttore generale), costasse anche una mezza finanziaria provinciale. Sono state denunciate infatti piccole fastidiose sgradevolezze nei confronti dei dipendenti: aspri rimproveri per un minuto di ritardo; giornate lavorative estese alle 13 ore; trasferte fatte con la propria macchina senza un grazie; diniego di mostrare il contratto di assicurazione a chi chiede quanto è coperto autotrasportando giornalisti importanti su strade impervie; scenate per le troppe fotocopie a colori; impossibilità di sapere quante ore di straordinario saranno riconosciute prima di aprire la busta paga a fine mese; una serata di lavoro con un paio di ospiti russi da accompagnare fino oltre mezzanotte e l’inizio lavoro ritardato di un’ora la mattina dopo che viene contabilizzato come un’ora di ferie. Quando i capi litigano, i sottoposti diventano più malmostosi. Ipersensibili. «Trentino. Dove tutti si ritrovano» è lo slogan dell’ultima campagna invernale. «Trentino spa. Dove tutti si bastonano», potrebbe essere il titolo che fotografa la malattia di questa società pubblica nata storta e vissuta maluccio, alla faccia delle sue campagne scintillanti e delle orde di turisti in crescita. pgh «L’Enasarco ci dia quanto ci spetta» La denuncia di un agente di commercio sulla gestione dell’ente di previdenza del comparto TRENTO - L’Enasarco trattiene i soldi che deve ai suoi iscritti e li restituisce solo di fronte a minacce di azioni legali. La denuncia, pesante, arriva da un agente di commercio trentino, ormai esasperato: dopo trent’anni di lavoro, si ritrova di fatto senza i soldi versati durante tutta la carriera. Peggio: sa che ci sono, ne avrebbe diritto, ma gli vengono negati. Della difficile situazione dell’Enasarco, avevamo riferito già qualche settimana fa: si tratta dell’ente previdenziale privato degli agenti di commercio, che rischia seriamente di dover chiudere i battenti. La situazione è e resta critica. «Peggio, è un vero schifo», attacca il protagonista di questa poco edificante vicenda: «Sono agente di commercio da 28 anni, ho chiuso il mio rapporto d’agenzia nello scorso ottobre. ed è dal giorno 18 di quel mese che sono in attesa da parte del Firr (fondo indennità risoluzione rapporto, gestito dall’Enasarco, ndr) del mio primo assegno pensionistico. Ho telefonato a Roma, alla sede, e tutti si rendono irreperibili. Ho inviato email, e per tutta risposta, mi è stata indirizzata una richiesta di documentazione. Che avevo già inviato loro, con tanto di ricevuta di ritorno. Sono allora passato alle minacce di azioni legali, e dopo aver ottenuto due risposte che parlavano di una inconcepibile non liquidabilità, dopo l’invio di una lettera da parte del mio legale, il 7 gennaio scorso, ecco arrivare la liquidazione di quanto semplicemente mi spetta». «Ma c’è dell’altro aggiunge - ed è anche peggio: perché lo stesso accade anche nel caso di rimborsi assicurativi». Un caso? «Assolutamente no. So di molti altri colleghi nelle mie stesse condizioni o peggio». Appalti | Il Comune sceglie l’azienda con soci locali Imprese | Osservatorio Crif-Nomisma sulla regione Industria | 23 i licenziati. Contratto d’affitto blindato Trento, gara per i buoni pasto Per sei anni l’appalto a e-Lunch Le piccole aziende in ripresa Cresce la propensione a investire Borgo 21, gli esuberi si riducono L’azienda rassicura sull’immobile TRENTO - La società e-Lunch si è vista aggiudicare la gara, della durata di sei anni e del valore complessivo di 3,6 milioni di euro, per la fornitura del servizio buoni pasto per i dipendenti del Comune di Trento. Lo annuncia uno degli azionisti, l’Unione commercio, che assieme a Pubblici esercizi e Ristoratori del Trentino Alto Adige, Hgv di Bolzano, Risto 3 e Argentea spa aveva costituito alcuni anni fa e-Lunch proprio per cercare di ridurre i costi dei buoni pasto a carico dei propri iscritti. La commessa da 600mila euro l’anno acquisita dalla società locale, spiega l’Unione, ha il vantaggio che «non ci saranno commissioni richieste normalmente agli esercizi convenzionati», uno degli aspetti che più pesano di solito sulla gestione del servizio dei buoni pasto per gli esercizi e i ristoranti. Il servizio buoni pasto, che partirà per e-Lunch con il prossimo mese di marzo, coinvolgerà circa 120 ristoranti e bar della città di Trento. Le commissioni per questi ultimi, sottolinea l’Unione commercio, sono state portate a zero. Il pagamento di quelli raccolti dai vari esercizi pubblici avverrà subito e tramite l’utilizzo di un apposito proforma inviato a tutti gli esercenti coinvolti. L’appalto conquistato da e-Lunch segue quello della Provincia per i propri dipendenti in cui la società regionale aveva perso nei confronti di Lunch Time. TRENTO - Piccoli operatori economici del Trentino Alto Adige in forte ripresa nel corso del 2007. Nei dodici mesi passati, infatti, i Poe - imprese con on meno di 10 dipendenti e/o 2,5 milioni di euro di fatturato - hanno infatti aumentato la propria propensione a investire rispetto al 2006. Più in dettaglio, si tratta di un incremento di oltre il 16% come indicato dall’Osservatorio sulla Finanza per i Piccoli operatori economici, a cura di Crif Decision Solutions e Nomisma. Dal rapporto, su base italiana, emerge anche che le erogazioni di prestiti ai Piccoli operatori economici (Poe) italiani stiano mantenendo TRENTO - Scendono da 28 a 23 gli esuberi alla Borgo 21, l’azienda tessile del gruppo Armani che 15 giorni fa aveva annunciato il licenziamento per venti impiegati e dieci operai dello stabilimento di Mattarello. Nel confronto di ieri mattina nella sede di Confindustria a Trento, Milena Demozzi (Filtea Cgil), Corrado Dalvit (Femca Cisl), Fausto Francesconi (Uilta Uil) con la Rsu aziendale sono infatti riusciti a strappare un’altra riduzione. Ma nei sindacati c’è la speranza di evitare ancora qualche licenziamento. «Abbiamo apprezzato - spiegano i sindacalisti - la disponibilità dell’azienda, ma abbiamo anche fatto presente la necessità di ridurre ulteriormente i licenziamenti previsti». Il tema verrà ripreso mercoledì prossimo. L’amministratore delegato di Borgo 21, Leonardo Petrelli, ha ricordato che il contratto di affitto non è rescindibile e legherà il destino dell’azienda allo stabilimento di Mattarello fino all’aprile 2013. Petrelli ha poi annunciato che, se ci sarà necessità, l’azienda accoglierà la disponibilità della Provincia a trovare un nuovo stabilimento per consentire la permanenza delle attività produttive in Trentino. I sindacati e Rsu riferiranno ai 220 lavoratori di Borgo 21 convocati per questa mattina in assemblea. un trend vivace nel primo semestre 2007, sebbene in leggero rallentamento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Cambia però l’orizzonte temporale, e si evidenzia una crescita dei finanziamenti di medio e lungo periodo, mentre calano gli investimenti a breve termine. In sensibile diminuzione la percentuale di Poe che prevede di effettuare investimenti in futuro. Per il 2007, invece, il numero di Poe che hanno investito è cresciuto in particolare in Centro Italia, mentre tra le regioni spicca il +16,67% del Trentino Alto Adige, seconda solo alla Liguria che fa segnare un +20%.