TURISMO
Trentino spa
L’assemblea sindacale:
«Qui ci stanno vessando»
ECONOMIA
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venerdì 8 febbraio 2008
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L’ACCUSA
LA DIFESA
«Mellarini adesso deve decidere»
«La fretta è cattiva consigliera»
Ezio Casagranda, il sindacalista della Cgil che
segue i 66 dipendenti col contratto del commercio
(sono iscritti alla Cisl i tre ex Apt che hanno un
contratto Federculture), alla fine dell’assemblea
l’ha messo nero su bianco: «I lavoratori di Trentino
spa attendono una scelta precisa e decisa da parte
del presidente Tiziano Mellarini per porre fine a
questa assurda situazione di paralisi e quindi,
anche se la sua è una situazione ereditata, deve
assumersi le responsabilità che gli competono».
Incurante delle ironie che si potrebbero ricamare
sulla sua dichiarazione, dopo mesi di tiramolla
inconcludente, Mellarini ci ha garantito ieri che
neppure il cda convocato per lunedì prossimo
deciderà alcunché sulla questione del direttore
generale. «Non ci facciamo prendere dalla frenesia
- dichiara - dobbiamo esaminare con attenzione
l’ordinanza firmata dal giudice Flaim, la situazione
è delicatissima, c’è un contratto che dobbiamo
rispettare. Dobbiamo fare un’analisi a 360 gradi».
I 66 sull’orlo della crisi di nervi
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l'Adige
IL MALUMORE
La serata con i russi
punita il giorno dopo
Dipendenti stufi della lite
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«Il contratto o lo sciopero»
La grande attrazione del Trentino turistico estivo: le albe in musica sulle Dolomiti
L’ATTACCO
Non buttar via soldi
TRENTO - «Malossini, è stato chiaro: chiudete il rapporto con Miorelli, dategli 400.000 euro e ripartite con la riforma di Trentino Spa.
Certo, come no! Cosa volete che siano 400.000 euro? Tanto non li
paga mica Malossini, ma come sempre li paga Pantalone!». L’esternazione del forzista (l’Adige di ieri) ha provocato la dura reazione
di Giuseppe Pallanch, Fps Cisl. «La situazione è così paradossale
che non sembra vera: quando i sindacati hanno chiesto un contratto di secondo livello,
i vertici hanno assicurato che l’avrebbero fatto, ma poi non è cambiato nulla. Non hanno nemmeno fatto un contratto integrativo. Adesso, però, si pensa di tirare fuori dalle
tasche 400.000 euro per dare il benservito a Miorelli, come se nulla fosse! È questa la
lotta agli sprechi? È per finanziare situazioni imbarazzanti come questa che vengono
fatti contratti al ribasso ai lavoratori? Purtroppo questo è il frutto delle esternalizzazioni: i costi ricadono sulla collettività e alla fine paga sempre Pantalone».
TRENTO - Nel pasticcio di Trentino
spa entra la complicazione di una vertenza sindacale che potrebbe sfociare anche in un clamoroso, inedito sciopero. Una quarantina dei 66 dipendenti della società pubblica si sono riuniti ieri mattina in assemblea per esaminare le problematiche aperte con
la direzione, in vista della ripresa del
confronto per il contratto aziendale
fissato per il 21 febbraio.
«La discussione - riferisce Ezio Casagranda della Filcams Cgil - ha evidenziato una forte clima di insofferenza
da parte dei dipendenti sia per quanto riguarda l’ambiente interno sia per
la scarsa considerazione che il management ha per l’impegno profuso dai
lavoratori e dalle lavoratrici. Invece
rileviamo che, nella gestione quotidiana del personale, vi sono atteggiamenti autoritari e burocratici tesi a
negare la professionalità degli operatori o comunque cercare di svilirne
l’importanza. Senza contare che, per
quanto concerne l’orario di lavoro,
trasferte e turnazioni, le disposizioni
aziendali non sempre sono rispettose delle norme».
«Se fino ad ora la produttività della
Trentino spa non ha risentito delle
diatribe del gruppo dirigente - sostiene il sindacato - un grande merito va
dato alla professionalità dei dipendenti che, nonostante le peculiarità
della loro attività, con il loro impegno
hanno permesso alla struttura di reggere il peso dell’organizzazione turistica. Ricordiamo che lo stesso presidente dell’Unione commercio Bort,
nel mese scorso sosteneva: "… sono
convinto che la chiave sia nella pro-
fessionalità dei dipendenti, che le permette di non risentire di queste situazioni". Quella della Trentino spa, però, è ormai una situazione che rischia
di esplodere da un momento all’altro,
dal momento che il personale è ormai
saturo a causa di una situazione pesante che l’assenza di una vera direzione ha trasformato in vero e proprio stress».
Nella contesa tra il presidente-assessore e gli azionisti Provincia e Camera di commercio da una parte - che
vorrebbero sbarazzarsi del costoso
direttore - e il direttore Miorelli che
resiste resiste resiste ed è pronto alla causa di lavoro, i rappresentanti
sindacali dei dipendenti scelgono di
stare dalla parte di Mellarini, che però viene richiamato al dovere di decidere.
«L’assemblea - si conclude il comunicato sindacale - denuncia pubblicamente tale situazione chiedendo a coloro che ne hanno competenza che si
assumano le necessarie responsabilità in modo da dare all’azienda una
direzione autorevole ed in grado di
dare le necessarie risposte compresa la definizione del contratto aziendale. Siamo convinti che soprattutto
il contratto integrativo può essere uno
strumento importante per il riconoscimento e la remunerazione delle
professionalità e dell’impegno profuso dai dipendenti. Di conseguenza,
nel prossimo incontro, non saranno
accettate posizioni dilatorie finalizzate a protrarre nel tempo la definizione dell’accordo aziendale».
In assenza di risposte concrete, potrebbe scattare il primo sciopero.
ellarini ha qualche
imbarazzo nel risolvere il
caso Miorelli, anche
sapendo che, da marzo, gli costerà
SOLO 400mila euro. Ma, a sentire i
malumori profondi dei dipendenti,
espressi ieri in assemblea
sindacale, i 66 ragazzi di via
Romagnosi 11 sperano che
Tiziano (il presidente) cacci al più
presto Claudio (il direttore
generale), costasse anche una
mezza finanziaria provinciale.
Sono state denunciate infatti
piccole fastidiose sgradevolezze
nei confronti dei dipendenti: aspri
rimproveri per un minuto di
ritardo; giornate lavorative estese
alle 13 ore; trasferte fatte con la
propria macchina senza un grazie;
diniego di mostrare il contratto di
assicurazione a chi chiede quanto
è coperto autotrasportando
giornalisti importanti su strade
impervie; scenate per le troppe
fotocopie a colori; impossibilità di
sapere quante ore di straordinario
saranno riconosciute prima di
aprire la busta paga a fine mese;
una serata di lavoro con un paio di
ospiti russi da accompagnare fino
oltre mezzanotte e l’inizio lavoro
ritardato di un’ora la mattina dopo
che viene contabilizzato come
un’ora di ferie. Quando i capi
litigano, i sottoposti diventano più
malmostosi. Ipersensibili.
«Trentino. Dove tutti si ritrovano»
è lo slogan dell’ultima campagna
invernale.
«Trentino spa. Dove tutti si
bastonano», potrebbe essere il
titolo che fotografa la malattia di
questa società pubblica nata storta
e vissuta maluccio, alla faccia
delle sue campagne scintillanti e
delle orde di turisti in crescita. pgh
«L’Enasarco ci dia quanto ci spetta»
La denuncia
di un agente
di commercio
sulla gestione
dell’ente
di previdenza
del comparto
TRENTO - L’Enasarco
trattiene i soldi che deve ai
suoi iscritti e li restituisce
solo di fronte a minacce di
azioni legali. La denuncia,
pesante, arriva da un agente
di commercio trentino, ormai
esasperato: dopo trent’anni
di lavoro, si ritrova di fatto
senza i soldi versati durante
tutta la carriera. Peggio: sa
che ci sono, ne avrebbe
diritto, ma gli vengono
negati.
Della difficile situazione
dell’Enasarco, avevamo
riferito già qualche settimana
fa: si tratta dell’ente
previdenziale privato degli
agenti di commercio, che
rischia seriamente di dover
chiudere i battenti. La
situazione è e resta critica.
«Peggio, è un vero schifo»,
attacca il protagonista di
questa poco edificante
vicenda: «Sono agente di
commercio da 28 anni, ho
chiuso il mio rapporto
d’agenzia nello scorso
ottobre. ed è dal giorno 18 di
quel mese che sono in attesa
da parte del Firr (fondo
indennità risoluzione
rapporto, gestito
dall’Enasarco, ndr) del mio
primo assegno pensionistico.
Ho telefonato a Roma, alla
sede, e tutti si rendono
irreperibili. Ho inviato email,
e per tutta risposta, mi è
stata indirizzata una
richiesta di documentazione.
Che avevo già inviato loro,
con tanto di ricevuta di
ritorno. Sono allora passato
alle minacce di azioni legali,
e dopo aver ottenuto due
risposte che parlavano di
una inconcepibile non
liquidabilità, dopo l’invio di
una lettera da parte del mio
legale, il 7 gennaio scorso,
ecco arrivare la liquidazione
di quanto semplicemente mi
spetta». «Ma c’è dell’altro aggiunge - ed è anche peggio:
perché lo stesso accade
anche nel caso di rimborsi
assicurativi».
Un caso? «Assolutamente no.
So di molti altri colleghi nelle
mie stesse condizioni o
peggio».
Appalti | Il Comune sceglie l’azienda con soci locali
Imprese | Osservatorio Crif-Nomisma sulla regione
Industria | 23 i licenziati. Contratto d’affitto blindato
Trento, gara per i buoni pasto
Per sei anni l’appalto a e-Lunch
Le piccole aziende in ripresa
Cresce la propensione a investire
Borgo 21, gli esuberi si riducono
L’azienda rassicura sull’immobile
TRENTO - La società e-Lunch si è vista aggiudicare la gara, della durata di sei anni e del valore complessivo di 3,6 milioni di euro, per la fornitura del servizio buoni pasto per i dipendenti del
Comune di Trento. Lo annuncia uno degli azionisti, l’Unione commercio, che assieme a Pubblici esercizi e Ristoratori del Trentino Alto Adige, Hgv di Bolzano, Risto 3 e Argentea spa aveva costituito alcuni anni fa e-Lunch proprio per cercare di ridurre i costi dei buoni pasto a carico dei propri iscritti.
La commessa da 600mila euro l’anno acquisita dalla società locale, spiega l’Unione, ha il vantaggio che «non ci saranno commissioni richieste normalmente agli esercizi convenzionati», uno
degli aspetti che più pesano di solito sulla gestione del servizio
dei buoni pasto per gli esercizi e i ristoranti.
Il servizio buoni pasto, che partirà per e-Lunch con il prossimo
mese di marzo, coinvolgerà circa 120 ristoranti e bar della città
di Trento. Le commissioni per questi ultimi, sottolinea l’Unione
commercio, sono state portate a zero. Il pagamento di quelli raccolti dai vari esercizi pubblici avverrà subito e tramite l’utilizzo
di un apposito proforma inviato a tutti gli esercenti coinvolti.
L’appalto conquistato da e-Lunch segue quello della Provincia
per i propri dipendenti in cui la società regionale aveva perso
nei confronti di Lunch Time.
TRENTO - Piccoli operatori
economici del Trentino Alto
Adige in forte ripresa nel corso del 2007. Nei dodici mesi
passati, infatti, i Poe - imprese con on meno di 10 dipendenti e/o 2,5 milioni di euro
di fatturato - hanno infatti aumentato la propria propensione a investire rispetto al
2006. Più in dettaglio, si tratta di un incremento di oltre
il 16% come indicato dall’Osservatorio sulla Finanza per
i Piccoli operatori economici, a cura di Crif Decision Solutions e Nomisma.
Dal rapporto, su base italiana, emerge anche che le erogazioni di prestiti ai Piccoli
operatori economici (Poe)
italiani stiano mantenendo
TRENTO - Scendono da 28 a 23 gli esuberi alla Borgo 21, l’azienda tessile del gruppo Armani che 15 giorni fa aveva annunciato il licenziamento per venti impiegati e dieci operai dello stabilimento di Mattarello. Nel confronto di ieri mattina
nella sede di Confindustria a Trento, Milena Demozzi (Filtea
Cgil), Corrado Dalvit (Femca Cisl), Fausto Francesconi (Uilta Uil) con la Rsu aziendale sono infatti riusciti a strappare
un’altra riduzione. Ma nei sindacati c’è la speranza di evitare ancora qualche licenziamento. «Abbiamo apprezzato - spiegano i sindacalisti - la disponibilità dell’azienda, ma abbiamo
anche fatto presente la necessità di ridurre ulteriormente i
licenziamenti previsti». Il tema verrà ripreso mercoledì prossimo.
L’amministratore delegato di Borgo 21, Leonardo Petrelli, ha
ricordato che il contratto di affitto non è rescindibile e legherà il destino dell’azienda allo stabilimento di Mattarello fino
all’aprile 2013. Petrelli ha poi annunciato che, se ci sarà necessità, l’azienda accoglierà la disponibilità della Provincia
a trovare un nuovo stabilimento per consentire la permanenza delle attività produttive in Trentino. I sindacati e Rsu riferiranno ai 220 lavoratori di Borgo 21 convocati per questa
mattina in assemblea.
un trend vivace nel primo semestre 2007, sebbene in leggero rallentamento rispetto
allo stesso periodo dell’anno
precedente. Cambia però
l’orizzonte temporale, e si
evidenzia una crescita dei finanziamenti di medio e lungo periodo, mentre calano gli
investimenti a breve termine. In sensibile diminuzione
la percentuale di Poe che prevede di effettuare investimenti in futuro.
Per il 2007, invece, il numero
di Poe che hanno investito è
cresciuto in particolare in
Centro Italia, mentre tra le regioni spicca il +16,67% del
Trentino Alto Adige, seconda solo alla Liguria che fa segnare un +20%.
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