Adolescenti e comportamenti rischiosi tra
fisiologia e patologia dello sviluppo
A cura di
AnnaMaria Benaglio
Bergamo
16/10/2010
IDENTITA’
L’identità è quel processo attraverso cui
l’adolescente può assumere su di
sé funzioni di protezione, sostegno, regolazione emozionale, adattamento, responsabilità originariamente assunte dalle figure di attaccamento primarie
Compiti di sviluppo
1. L’acquisizione di un modo autonomo di pensare, essere,
interpretare la realtà
2. La costruzione di un’immagine di sé integrata che includa il
proprio corpo cambiato, le nuove pulsione e stati emozionali
3. La separazione dai genitori: costruire legami significativi al di fuori
del contesto famigliare, elaborare un modo di pensare e di sentire
le vicende della vita in modo anche differente da loro
4. L’ acquisizione di una identità sessuale: accettazione del corpo
sessuato, sentirsi a proprio agio in esso come presupposto per la
costruzione di rapporti eterosessuali soddisfacenti
5. La mentalizzazione delle emozioni: utilizzo del pensiero e del
linguaggio come modo per dare un nome alle emozioni, poterle
riconoscere, descrivere, comunicare, pensare
6. La costruzione di un proprio progetto di crescita che passa
attraverso il bisogno di conoscersi, di sperimentarsi, di esplorare,
di incontrare gli altri anche come persona sessuata
7. L’ acquisizione di un sistema di valori ed una coscienza etica
autonoma come guida del proprio comportamento
8. La costruzione della propria identità sociale come cittadino
appartenente alla comunità sociale più ampia.
Le condotte rischiose
Agite prevalentemente dai maschi:
•
i comportamenti dell’area antisociale:gli atti di vandalici, la violenza negli
stadi, la violenza sessuale, i furti, gli atti di bullismo.
•
il consumo e lo spaccio di sostanze legali ed illegali
•
la guida spericolata
•
le fughe da casa
•
il t.s.
•
il gioco d’azzardo
Agite prevalentemente dalle femmine:
• I rapporti sessuali non protetti
• Le gravidanze non desiderate
• I disturbi della condotta alimentare
Fattori Cognitivi
Un atteggiamento mentale favorevole al
consumo
Una sottovalutazione dei rischi connessi
all’uso
Una sopravvalutazione delle proprie capacità
di controllo
La normalizzazione del fenomeno
Significati Affettivi
La trasgressione
L’ appartenenza al gruppo dei pari
La regolazione emozionale
Il restauro narcisistico
Il fronteggiamento di eventi critici
Un atto comunicativo
Fattori Rischio
Possono essere definiti come quelle condizioni
legate all’individuo, ai suoi contesti relazionali
(famiglia, scuola, gruppo, comunità) la cui presenza
é associata ad una maggiore probabilità di sviluppare
comportamenti disadattivi.
La probabilità che dei comportamenti disadattivi
compaiano aumenta in seguito al numero, intensità,
durata dei fattori rischio (Effetto cumulativo).
Fattori Protettivi
Sono quelle variabili legate all’individuo ed
alle sue relazioni che possono aiutare a
fronteggiare efficacemente le situazioni avverse
e contrastano il peso dei fattori rischio
Fattori rischio e fattori protettivi
Individuo
 Scarse abilità sociali
 Caratteristiche di personalità:
Basso livello di autostima
Depressione
Impulsività
Aggressività e ostilità
 Stili di vita fuori casa
 La presenza di eventi
stressanti
 Fattori sociodemografici
(sesso ed età)




Positivo senso di sé
Una certa stabilità emotiva
Abilità sociali
Capacità
di
problem
solving
 Flessibilità e resilienza
Fattori rischio e Protettivi
Famiglia
 Problematiche
psichiatriche e/o di
tossicodipendenza
 L’abuso sessuale e la
violenza in famiglia
 Un ambiente famigliare
conflittuale
 La presenza di carenze
educative
 Una genitorialità inefficace
 Legami famigliari positivi
 Il supporto emotivo e
l’assenza di un giudizio
estremamente severo e
critico
 Un’attenzione non invasiva
al comportamento dei figli
e alle loro attività con i pari
 La definizione di regole
chiare
 La definizione di ruoli e
aspettative chiari
Fattori rischio e fattori protettivi
Gruppo pari
 Affiliazione con pari che
usano sostanze o
agiscono comportamenti
devianti
 Scarse abilità sociali
 Rifiuto da parte dei pari
 Coinvolgimento in un
gruppo di pari che
manifestano norme e
attività positive
 Abilità sociali (capacità di
relazione e di
comunicazione
interpersonale, assertività,
capacità di prendere
decisioni)
Fattori rischio e fattori protettivi
Scuola
 L’ insuccesso scolastico
(scarsa performance
scolastica, l’assenteismo,
l’abbandono)
 Un clima scolastico
disorganizzato, caotico
 L’assenza di una politica
scolastica chiara riguardo
ai consumi
 Comportamenti di
isolamento o aggressività
in classe
 Un ambiente scolastico
supportivo ed accogliente
 Il successo scolastico
 Partecipazione attiva dei
ragazzi, loro
coinvolgimento nelle
relazioni e decisioni
 Una scuola che accoglie
l’esigenze formative dei
ragazzi anche sul tema
delle sostanze
Fattori rischio e fattori protettivi
nella Comunità
 Comunità caratterizzate da
norme che consentono o
promuovono il consumo di
sostanze
 Comunità ad alto tasso di
alienazione o criminalità
 Comunità deprivate
socialmente e
culturalmente
 Comunità attente ai
problemi dei giovani ed
educanti
 Comunità che favoriscono
il legame con le istituzioni
ed il senso di
appartenenza
 Comunità che promuovono
l’impegno sociale e
religioso
Indicatori di rischio
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Il consumo delle sostanze (modalità, quantità, tempo, durata)
L’età di prima iniziazione
Il grado di esposizione alle condotte rischiose
Il coinvolgimento in attività microcriminali (furto, spaccio)
Gli incidenti stradali o lavorativi correlati all’assunzione di
sostanze
Le segnalazioni pervenute dalla Prefettura o dall’ Autorità
Giudiziaria
Il n° di ricoveri ospedalieri
Il fallimento o l’abbandono scolastico e lavorativo
La progressiva perdita d’interessi
Il progressivo isolamento sociale
Andrea 17 a
Inviato da U.S.S.M. per un procedimento di messa alla prova in seguito ad una accusa per spaccio risalente all’ottobre
dell’anno precedente. La messa alla prova prevedeva le seguenti prescrizioni: svolgere lavori socialmente utili,
svolgere alcune ore lavorative, frequentare il Sert. per una presa in carico con controlli dei metaboliti delle sostanze
stupefacenti nelle urine o nel capello
Si presenta ordinato e curato nella persona e nell’aspetto, si mostra corretto nella relazione. Appare nei modi di fare e
dal suo racconto ingenuo ed infantile.
Dall’ anamnesi tossicologica risulta aver iniziato l’uso di tabacco all’età di 14 anni, cannabinoidi ed alcol all’età di 16 a.
Il padre svolge un lavoro che lo tiene lontano dalla famiglia per l’intera giornata, la madre gestisce un’attività in proprio. A
riferisce un buon rapporto con la madre, con lei riesce ad avere un buon dialogo e si sente capito ed un rapporto
conflittuale con il padre da cui si sente svalutato e continuamente ripreso “anche quando fa le cose bene”. Dalla raccolta
della anamnesi famigliare traspare un abuso alcolico del padre ed un rapporto conflittuale dentro la coppia genitoriale.
E’ il terzogenito di tre fratelli maschi; lui è il più piccolo, con il primogenito ha una differenza di età di circa 14 anni , con il
secondogenito di circa 10. Riferisce una rapporto significativo con il fratello maggiore che per A. ha sempre svolto una
funzione di padre sostituto (lo riprendeva, incoraggiava quando c’era bisogno, lo coinvolgeva in attività, ecc.). Il fratello
maggiore si è sposato circa 1 a e mezzo fa.
Ha frequentato per un anno la scuola professionale che ha abbandonato perchè non aveva voglia di studiare. Alle
elementari si descrive come un bambino timido, chiuso che veniva preso in giro dai compagni anche per una vicenda
famigliare che lo aveva fatto vergognare molto.
Ciò appare abbia procurato ad A. una profonda rabbia narcisistica che ha cercato di elaborare in modo depressivo
attraverso il pianto e l’isolamento o in modo depressivo/aggressivo prendendo a pugni i muri. Il soggetto è stato in cura
per un certo periodo di tempo presso la NPI.
Nella ricostruzione dell’evento spaccio e consumo d sostanze emerge una forte dipendenza dal gruppo. L’iniziazione al
consumo viene descritta in questo modo: A acquista l’’H. e lo porta nel gruppo per essere iniziato all'uso, lui non era
capace. Ho fatto l’ipotesi che portare il fumo dentro al gruppo significava per G presentarsi con una sorta di biglietto da
visita facilitante l’ingresso nel gruppo . Questa esperienza è continuata nel tempo, con A. ho riflettuto sui vantaggi e
svantaggi di questa esperienza. La consapevolezza degli svantaggi è stata successiva al fermo. La percezione dei
vantaggi è stata immediata, insita nell’esperienza stessa; essi avevano a che fare con una dimensione fortemente
emotiva in cui la razionalità non aveva spazio. I vantaggi emotivi ricostruiti riguardavano: essere ricercato e desiderato
dal gruppo "mi sono fatto degli amici…. mi venivano a cercare per andare alle feste,per giocare a calcio.." ; il restauro
narcisistico ed elaborazione rabbia narcisistica "mi sentivo un idolo…un grande....tutti mi dicevano grazie, mi sentivo più
coraggioso ai miei occhi e a quelli degli amici”; “prima mi dicevano: non hai coraggio di fare 2 tiri....non sei capace.. sei
un coglione".
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