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DOMENICA 27 APRILE 2014
A N N O X I N . 17
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
La gioia della santità
ROBERTO PIREDDA
conclusione del Grande Giubileo
dell’Anno 2000 nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, il
Beato Giovanni Paolo II, indicava il
Concilio Vaticano II come «la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX» e «una sicura bussola per orientarci
nel cammino del secolo che si apre» (n. 57).
Proprio il grande evento conciliare può essere una prospettiva utile per considerare il
dono della Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Come ha insegnato Benedetto XVI, occorre
«ritornare alla “lettera” del Concilio - cioè ai
suoi testi - per trovarne l’autentico spirito»
(Omelia per l’apertura dell’Anno della Fede, 11
ottobre 2012). Insieme a questo può essere
utile anche guardare ai “Santi del Vaticano
II”, se così si può dire, cioè a quelle figure di
santità che lo hanno promosso e attuato. Sono loro i veri riformatori, che «sanno promuovere un rinnovamento ecclesiale stabile
e profondo, perché essi stessi sono profondamente rinnovati, sono in contatto con la
vera novità: la presenza di Dio nel mondo»
(Benedetto XVI, Catechesi, 13 gennaio 2010).
Tra queste figure risaltano in modo eminente Roncalli e Wojtyla.
Il Concilio, disse proprio Giovanni Paolo II
nell’omelia per la Beatificazione di Giovanni
XXIII, «fu davvero un'intuizione profetica di
questo anziano Pontefice, che inaugurò, pur
tra non poche difficoltà, una stagione di spe-
A
ranza per i cristiani e per l'umanità» (3 settembre 2000).
Cosa spinse Papa Giovanni a compiere quel
passo così importante? Lo spiegò egli stesso
nel discorso inaugurale: «Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace. Tale dottrina
abbraccia l’uomo integrale, composto di anima e di corpo […] Noi non dobbiamo soltanto custodire questo prezioso tesoro, come
se ci preoccupassimo della sola antichità,
ma, alacri, senza timore, dobbiamo continuare nell’opera che la nostra epoca esige,
proseguendo il cammino che la Chiesa ha
percorso per quasi venti secoli […] Occorre
che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia
approfondita ed esposta secondo quanto è
richiesto dai nostri tempi» (11 ottobre 1962).
Il grande desiderio di Giovanni XXIII fu quello di far sì che attraverso il Concilio potesse risplendere la verità e la bellezza della fede nel
mondo contemporaneo. Il punto essenziale
fu e rimase semplicemente questo: far incontrare Cristo con gli uomini del nostro
tempo. Questo fu anche l’orientamento di
tutta la sua vita di prete, vescovo e Papa, come scrisse nel suo Testamento: «Ciò che più
vale nella vita è Gesù Cristo benedetto, la sua
Santa Chiesa, il suo Vangelo, la verità e la
bontà».
Se al pontificato di Roncalli spettò il compito, segnato dall’audacia della fede, di aprire
la strada ad un rinnovato impegno nell’e-
vangelizzazione, ai suoi successori toccò proseguire su tale via.
Nella sua instancabile attività apostolica Papa Wojtyla incarnò il grande anelito conciliare di mettere Cristo al centro della vita dell’uomo. Nell’omelia per l’inizio del suo pontificato Giovanni Paolo II, rifacendosi al Vaticano II, invitò tutta l’umanità ad aprirsi al
Signore Gesù: « Non abbiate paura! Aprite,
anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua
salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,
i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro
l’uomo”. Solo lui lo sa!» (22 ottobre 1978).
Giovanni Paolo II visse la beatitudine della fede «forte, generosa, apostolica» (Benedetto
XVI, Omelia per la Beatificazione, 1 maggio
2011), e con questo spirito si impegnò per
promuovere e difendere la dottrina cattolica,
anche andando contro l’opinione dominante, girò il mondo per annunciare Cristo in
ogni occasione, ebbe una speciale attenzione ai giovani- della quale rimane come eredità la Giornata Mondiale della Gioventù- e
abbracciò con coraggio anche la prova della
malattia e della sofferenza.
Papa Francesco, parlando a proposito del
Rito di Canonizzazione che unisce i Beati
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ha detto
che si tratta di dare un «messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi». È proprio vero:
questi due sono bravi! Lasciamoci conquistare dal loro coraggio nel vivere e testimoniare la fede.
SOMMARIO
FAMIGLIA
2
Presentato a Roma
il Documento conclusivo
della Settimana Sociale
GIOVANI
5
Giovanni Paolo II
iniziatore delle
Giornate della Gioventù
DIOCESI
11
Il 25 e 27 aprile
a Cagliari e a Senorbì
le Giornate dei Ministranti
MESSA DEL CRISMA 12
Mons. Miglio
ha invitato i presbiteri
ad un servizio fedele
VEGLIA PASQUALE
L’Arcivescovo esorta
tutti i fedeli a diventare
testimoni della gioia
13
2
IL PORTICO
IL PORTICO DEL TEMPO
DOMENICA 27 APRILE 2014
Famiglia. Mons. Miglio ha presentato il Documento conclusivo della 47a Settimana Sociale dei Cattolici.
È la famiglia che fa la differenza
MARIA CHIARA CUGUSI
n appello alla politica affinché
‘riconosca’ nella famiglia uno
dei principali soggetti ‘che concorrono al bene comune’, la richiesta di ‘un trattamento equo
dal punto di vista economico e fiscale’ e
una riforma che riconosca il contributo
dell’istituto familiare rispetto alla collettività. Sono alcuni dei passaggi contenuti
nel documento conclusivo della 47esima
Settimana Sociale dei cattolici italiani, su
‘La famiglia fa la differenza. Per il futuro,
per la città, per la politica’, svoltasi a Torino
dal 12 al 15 settembre scorso (con oltre
1300 delegati provenienti da ogni parte
d’Italia), presentato lo scorso 11 aprile a
Roma dal Presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali, mons. Arrigo
Miglio, Arcivescovo di Cagliari, e dal vicepresidente Luca Diotallevi, insieme al sottosegretario della Conferenza Episcopale
Italiana, Mons. Domenico Pompili.
Il documento cade all’indomani della sentenza della Cassazione sulla legge 40 (che
ha ammesso la fecondazione eterologa) e
di quella del tribunale di Grosseto (che ha
imposto la registrazione di un matrimonio gay contratto all’estero): «La Chiesa
italiana non manca di offrire un’interpretazione globale del momento sociale» ha
sottolineato mons. Pompili, ma il punto
fermo è costituito dalla famiglia «che resta
la ‘differenza fondamentale’ tra una società aperta alla relazione plurale e una società chiusa in un individualismo autosufficiente».
Si pone particolare attenzione alla situazione odierna, in cui gran parte delle famiglie italiane devono fare i conti con diverse difficoltà, a cominciare dalla man-
U
canza di lavoro, dal problema del reddito e
dalla disoccupazione; una «realtà durissima, sconosciuta e imprevista», come evidenziato dal documento; «solo coloro che
hanno conosciuto la situazione dell’Italia
alla fine della Seconda Guerra Mondiale
ricordano una crisi sociale e civile più dura di quella in corso».
Appare allora «necessario e urgentissimo si legge - che la pressione fiscale sia abbassata e allo stesso tempo anche riformata, in modo da riconoscere lo specifico
e costoso contributo che l’istituto familiare fornisce alla collettività per il fatto stesso di esercitare le proprie specifiche funzioni».
Oggi la famiglia da tanti ‘disprezzata e maltrattata’ - parole usate dal Cardinal Bagnasco - «è nel cuore della Chiesa, che vuole essere vicina a tutte le sue sofferenze», ha
sottolineato mons. Miglio, entrando nel
vivo della presentazione del documento. Si
parte dalla consapevolezza che «la famiglia, formata da un uomo e da una donna
aperti alla vita, è un unicum - ha detto l’Arcivescovo-. Noi ribadiamo il rispetto delle
persone in tutte le situazioni; in ogni tipo
di relazione di creano diritti e doveri che
possono essere regolati dal codice civile.
Ma l’istituto della famiglia è un’altra cosa,
c’è una differenza oggettiva». Ecco allora
che riconoscere i diritti fondamentali della famiglia «non significa difendere una
bandiera cattolica, ma lavorare per il bene
comune di un paese».
Mons. Miglio durante la presentazione del
documento ha richiamato anche i prossimi appuntamenti del 2014, proclamato
dall’Onu ‘Anno internazionale della famiglia’: a Madrid, nel prossimo settembre, si
terrà la ‘Settimana sociale europea’, sempre
sulla famiglia, a cura delle Chiese di Europa; in ottobre si terrà il primo dei due Sinodi indetti da Papa Francesco, ancora sulla famiglia e sulle istanze che si levano dalla società. Inoltre, il prossimo 10 maggio,
genitori e figli raggiungeranno piazza San
Pietro per ritrovarsi insieme al Santo Padre
nella giornata per la scuola. «Sarà una manifestazione per la scuola, statale e paritaria insieme, per il suo grande significato
formativo» ha sottolineato mons. Miglio.
Senza dimenticare che «dentro la problematica della scuola è insita la libertà di
scelta educativa, anch’essa tema centrale».
Tra gli interventi pro-famiglia auspicati da
Diotallevi, ridare dignità all’istituto familiare, ridurre le tasse per le famiglie - soprattutto per le più numerose-, organizzare un welfare più favorevole che permetterebbe di innalzare la natalità: tutti
concetti presenti nel documento, che chiede anche, in orizzonte più ampio, la riduzione del debito pubblico, la riforma della
spesa pubblica e una fiscalità ‘equa’.
IL PORTICO DEGLI EVENTI
DOMENICA 27 APRILE 2014
IL PORTICO
3
Politica regionale. La Giunta Pigliaru è impegnata su vari fronti nelle trattative con il Governo nazionale.
Significativi passi in avanti nel rapporto
tra Stato centrale e Regione Sardegna
ti dallo sgombero di specchi d'acqua per esercitazioni militari. «Il
Ministro della Difesa Roberta Pinotti si è attivata, pur nelle difficoltà del bilancio, per trovare una
soluzione», ha spiegato Pigliaru,
sottolineando come sia stata trovata «l'immediata copertura che
garantisce entro venti giorni il pagamento integrale e non solo del
52% come previsto. In più è stato
definito il tavolo per la discussione delle servitù militari tra Regione
e Ministero», ha concluso Pigliaru,
che ha partecipato alla riunione
con il Ministro Pinotti insieme ai
colleghi Debora Serracchiani (Friuli-Venezia Giulia) e Nichi Vendola
(Puglia). Tra i vari argomenti trattati
anche la riconversione dei poligo-
ni militari, tenendo conto delle
emergenze ambientali e di tutela
della salute, il possibile impatto sulle attività economiche dei centri
interessati e il riavvio dei processi di
dismissione dei beni militari.
Nelle stesse ore la Giunta ha fatto
registrare un altro successo, questa
volta al tavolo della Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome, riuscendo a far modificare l'Allegato XI relativo alle infrastrutture del Documento di Economia e Finanza approvato dal
Governo Renzi. Le pressioni fatte
da Pigliaru e dall'assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda
al Ministro dei Trasporti Maurizio
Lupi hanno avuto esito positivo:
tutte le correzioni al testo origina-
le proposte dalla delegazione sarda sono state accolte, così che tutte le richieste inserite nel testo dell'Allegato potranno ora essere finanziate.
Significativo anche l'intervento tenuto dal governatore sardo davanti
ai membri della Commissione parlamentare per le questioni regionali di Camera e Senato, a margine
dell'indagine conoscitiva sui temi
del "regionalismo e autonomia differenziata" avviata dalla Commissione. Pigliaru ha descritto la situazione della Sardegna a riguardo
citando un recente sondaggio dell'Università di Cagliari, secondo
cui 9 sardi su 10 vorrebbero un governo locale con più poteri.
«Alcuni si limitano a una piena sovranità fiscale, mentre circa il 40%
auspica l’indipendenza. È però comune la richiesta di più autogoverno dell’Isola, con la potestà di
disciplinare in materie fondamentali per la comunità sarda, gestita dalla Regione in leale collaborazione con lo Stato».
Pigliaru ha poi affrontato lo spinoso nodo relativo alla vertenza entrate, ricordando come «a più di
quattro anni dall’entrata a regime
del nuovo sistema, i problemi finanziari lamentati dalla Regione
non siano stati ancora risolti», senza dimenticare la preoccupazione
sul patto di stabilità, che assegna
alla Sardegna risorse «irragionevolmente parametrate ai livelli di
spesa assegnati alla Regione prima della revisione dell'art. 8 dello
Statuto».
dall’Arabia Saudita, dalla Turchia,
dalla Cecenia e da altri Paesi”. Se i
ribelli lottassero per la democrazia
“sarebbero stati siriani, e non mercenari stranieri”.
Responsabilità precise dunque.
“Se l’occidente – conclude monsignor Chedraui Tannous - con in
testa gli Stati Uniti e altri Paesi come l’Arabia Saudita e la Turchia,
non fossero intervenuti mandando denaro e armi, non saremmo al
punto in cui siamo in Medio
Oriente; e le Nazioni Unite, che ricevono ordini dagli Stati Uniti, non
si interessano dei diritti umani e
ancor meno di quelli dei cristiani
in Medio Oriente”. Obama, secondo il vescovo ha sviluppato una
politica ancora più aggressiva e
peggiore di quella di Bush nella
zona.
Le accuse del metropolita di Antiochia confermano ancora una
volta come i cristiani siano i più
perseguitati per la loro fede. I soliti tromboni anticlericali dovrebbero ricordarselo quando si scagliano contro la Chiesa ed i loro
rappresentanti.
Tra i temi affrontati
servitù militari,
autonomia, trasporti
e infrastrutture.
Risolta la questione
dei pescatori
FRANCESCO ARESU
U
NA SERIE di incontri posi-
tivi, culminati con alcuni piccoli passi avanti
che fanno ben sperare
riguardo i rapporti con il Governo
centrale. È quanto ottenuto in una
settimana di lavoro a Roma per il
presidente della Regione Francesco Pigliaru, impegnato nelle prime
riunioni a livello nazionale come
numero uno della Giunta regionale sarda. Sul tavolo alcune delle tematiche che da sempre caratterizzano i rapporti tra l'isola e Roma:
servitù militari, regime di specialità in tema di autonomia e infra-
L’incontro con il Ministro della Difesa Pinotti. Sotto: Pigliaru con i Presidenti Serracchiani e Vendola.
strutture, con l'importante nodo
trasporti soprattutto alla luce dell'alluvione del novembre scorso.
Il principale passo in avanti, specialmente da un punto di vista simbolico, riguarda il pagamento degli
indennizzi ai pescatori danneggia-
Siria, la minoranza
cristiana sotto attacco
Non cessano le violenze e le distruzioni di chiese
I. P.
U
NO STILLICIDIO portato avan-
ti nel più completo silenzio della comunità internazionale. È quello a cui sono sottoposti i cristiani in Siria, dove il
voto, se mai ce ne fosse stato bisogno, riconfermerà l’attuale capo
assoluto di quella nazione, Bashar
al-Assad.
Sulla pelle dei siriani, cristiani e
non, si sta giocando una partita a
Risiko, dove ciò che conta è conquistare quanto più terreno possibile. Così la crisi siriana ha mostrato tutta l’inconsistenza europea in politica estera, la debolezza
statunitense nel bacino mediterraneo e lo strapotere della Russia
di Putin, capace di tenere in scacco tutte le diplomazie occidentali, come insegna anche la vicenda
ucraina.
Nel mezzo come al solito le minoranze, in Siria, quella cristiana. È
dei giorni scorsi l’appello dell’arcivescovo metropolita della Chiesa apostolica ortodossa di Antiochia, Antonio Chedraui Tannous,
che ha denunciato come “la chiesa ortodossa antiochena vive un
martirio interminabile: sequestro
dei due arcivescovi e di alcuni sacerdoti, mattanza di sacerdoti e
fedeli innocenti che non hanno
niente a che edere con ciò che sta
accadendo. Persecuzioni, distruzione di chiese, assassini. E la cosa
peggiore e più barbare e che si uccidono i cristiani come si ammazzano gli animali, e tutto questo,
nel nome di Dio”. “Mi chiedo - afferma ancora il presule - che cosa
ha a vedere questo con la lotta per
la democrazia o la libertà in Siria?
I criminali, nella loro maggioranza, sono stranieri, che vengono
4
IL PORTICO
IL PORTICO DEL TEMPIO
Il Papa. Nella Croce vediamo la mostruosità dell’uomo quando si fa guidare dal male.
“La Risurrezione è l’intervento di Dio
dove si infrange la speranza umana”
ROBERTO PIREDDA
A SETTIMANA DEL Santo
Padre è stata caratterizzata in modo speciale
dalle varie celebrazioni
del Triduo Pasquale.
All’Udienza Generale Papa Francesco ha proposto una riflessione
sul Triduo facendo emergere la
novità decisiva dell’evento del
Mistero Pasquale: «La risurrezione di Gesù non è il finale lieto di
una bella favola, non è l’happy
end di un film; ma è l’intervento
di Dio Padre e là dove si infrange
la speranza umana. Nel momento nel quale tutto sembra perduto, nel momento del dolore, nel
quale tante persone sentono come il bisogno di scendere dalla
croce, è il momento più vicino
alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima che
incominci il mattino, prima che
incominci la luce. Nel momento
più oscuro interviene Dio e risuscita».
Nella Messa Crismale il Papa, nella sua omelia, ha insistito sulla
gioia che deve caratterizzare la
vita dei sacerdoti: «Il Signore ci
ha unto in Cristo con olio di gioia
e questa unzione ci invita a ricevere e a farci carico di questo
grande dono: la gioia, la letizia sacerdotale. La gioia del sacerdote è
un bene prezioso non solo per lui
ma anche per tutto il popolo fedele di Dio: quel popolo fedele in
mezzo al quale è chiamato il sacerdote per essere unto e al quale è inviato per ungere. Unti con
olio di gioia per ungere con olio di
gioia. La gioia sacerdotale ha la
sua fonte nell’Amore del Padre, e
il Signore desidera che la gioia di
questo Amore “sia in noi” e “sia
piena” (Gv 15,11)». Chi è chiamato ad essere pastore non deve mai
dimenticare che nel mondo esiste
una gioia vera: «quella di essere
L
Papa Francesco durante la liturgia del Venerdì Santo.
preso dal popolo che uno ama
per essere inviato ad esso come
dispensatore dei doni e delle consolazioni di Gesù, l’unico Buon
Pastore che, pieno di profonda
compassione per tutti i piccoli e
gli esclusi di questa terra, affaticati e oppressi come pecore senza pastore, ha voluto associare
molti al suo ministero per rimanere e operare Lui stesso, nella
persona dei suoi sacerdoti, per il
bene del suo popolo».
Nell’omelia della Messa “In Coena Domini”, celebrata al Centro
“S. Maria della Provvidenza” della Fondazione don Gnocchi, il
Santo Padre ha ricordato il significato del gesto della lavanda dei
IL REGINA COELI
Lo stupore della Pasqua
Buona Pasqua! “Cristòs anèsti! – Alethòs anèsti!”, “Cristo
è risorto! – E’ veramente risorto!”. È fra noi, qui, in piazza! In questa settimana possiamo
continuare a scambiarci l’augurio
pasquale, come se fosse un unico
giorno. È il grande giorno che ha
fatto il Signore.
Il sentimento dominante che traspare dai racconti evangelici della
Risurrezione è la gioia piena di stupore, ma uno stupore grande! La
gioia che viene da dentro! E nella
Liturgia noi riviviamo lo stato d’animo dei discepoli per la notizia
che le donne avevano portato: Gesù è risorto! Noi lo abbiamo visto!
I
Lasciamo che questa esperienza,
impressa nel Vangelo, si imprima
anche nei nostri cuori e traspaia
nella nostra vita. Lasciamo che lo
stupore gioioso della Domenica
di Pasqua si irradi nei pensieri,
negli sguardi, negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole… Magari fossimo così luminosi! Ma
questo non è un maquillage! Viene da dentro, da un cuore immerso nella fonte di questa gioia,
come quello di Maria Maddalena,
che pianse per la perdita del suo
Signore e non credeva ai suoi occhi vedendolo risorto. Chi fa questa esperienza diventa testimone della Risurrezione, perché in
piedi: «è un gesto di congedo. È
come l’eredità che ci lascia. Lui è
Dio e si è fatto servo, servitore nostro. E questa è l’eredità: anche
voi dovete essere servitori gli uni
degli altri. E Lui ha fatto questa
strada per amore: anche voi dovete amarvi ed essere servitori e
nell’amore».
Il Venerdì Santo, nelle parole al
termine della Via Crucis al Colosseo, Papa Francesco ha invitato tutti a contemplare nella
realtà della Croce la grandezza
della misericordia del Padre: «Dio
ha messo sulla Croce di Gesù tutto il peso dei nostri peccati, tutte
le ingiustizie perpetrate da ogni
un certo senso è risorto lui stesso,
è risorta lei stessa. Allora è capace
di portare un “raggio” della luce
del Risorto nelle diverse situazioni: in quelle felici, rendendole più
belle e preservandole dall’egoismo; in quelle dolorose, portando
serenità e speranza.
In questa settimana, ci farà bene
prendere il Libro del Vangelo e
leggere quei capitoli che parlano
della Risurrezione di Gesù. Ci farà
tanto bene! Prendere il Libro, cercare i capitoli e leggere quello. Ci
farà bene, in questa settimana,
anche pensare alla gioia di Maria, la Madre di Gesù. Come il suo
dolore è stato intimo, tanto da trafiggere la sua anima, così la sua
gioia è stata intima e profonda, e
ad essa i discepoli potevano attingere. Passato attraverso l’e-
Caino contro suo fratello, tutta
l’amarezza del tradimento di
Giuda e di Pietro, tutta la vanità
dei prepotenti, tutta l’arroganza
dei falsi amici […] Nella Croce
vediamo la mostruosità dell’uomo, quando si lascia guidare dal
male; ma vediamo anche l’immensità della misericordia di Dio
che non ci tratta secondo i nostri
peccati, ma secondo la sua misericordia».
Alla Veglia Pasquale il Papa, riprendendo l’invito di Gesù ad andare in Galilea per vederlo, ha
mostrato l’importanza di ritornare alla propria “Galilea” esistenziale, cioè «all’esperienza dell’incontro personale con Gesù
Cristo, che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione»: «tornare in Galilea significa custodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata,
quando Gesù è passato sulla mia
strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo; tornare in Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in cui i suoi occhi si sono
incrociati con i miei, il momento
in cui mi ha fatto sentire che mi
amava».
La Domenica di Pasqua, nel tradizionale Messaggio prima della
Benedizione Urbi et Orbi, il Santo Padre ha ribadito come l’annuncio che i cristiani portano al
mondo è questo: «Gesù, l’Amore
incarnato, è morto sulla croce per
i nostri peccati, ma Dio Padre lo
ha risuscitato e lo ha fatto Signore della vita e della morte. In Gesù, l’Amore ha vinto sull’odio, la
misericordia sul peccato, il bene
sul male, la verità sulla menzogna, la vita sulla morte». Questo
messaggio di salvezza, ha spiegato il Papa, deve illuminare le tante situazioni di conflitto presenti
nel mondo, indicando la via della riconciliazione e della pace.
sperienza di morte e risurrezione del suo Figlio, viste, nella fede,
come l’espressione suprema dell’amore di Dio, il cuore di Maria è
diventato una sorgente di pace,
di consolazione, di speranza, di
misericordia. Tutte le prerogative della nostra Madre derivano
da qui, dalla sua partecipazione
alla Pasqua di Gesù. Dal venerdì al
mattino di domenica, Lei non ha
perso la speranza: l’abbiamo contemplata Madre addolorata ma,
al tempo stesso, Madre piena di
speranza. Lei, la Madre di tutti i
discepoli, la Madre della Chiesa, è
Madre di speranza.
A Lei, silenziosa testimone della
morte e della risurrezione di Gesù, chiediamo di introdurci nella
gioia pasquale.
21 aprile 2014
DOMENICA 27 APRILE 2014
pietre
SIRIA
Continuano le violenze
sui cristiani
Un bambino morto, 61 feriti tra
bambini, genitori e professori. È
questo l’esito tragico del razzo caduto stamattina sulla scuola armeno-cattolica di Damasco, nel
quartiere storico di Bab Tuma, nella città vecchia, dove sono concentrate molte chiese e scuole cristiane. Il missile è caduto sulla folla di bambini, genitori e professori che attendevano l’apertura della scuola. Un bambino è morto e
61 tra bambini e adulti sono rimasti feriti. I soccorsi sono arrivati
presto e i feriti sono stati portati in
tre ospedali della zona.
BANGLADESH
Stupro di gruppo
su una tribale cattolica
Più di 100 cristiani e musulmani insieme hanno manifestato a Dhaka
contro lo stupro di gruppo subito
da una giovane ragazza cattolica.
La violenza è avvenuta in un quartiere della capitale del Bangladesh, durante i
festeggiamenti
del Nuovo anno
bengalese. Gli
aggressori sono
quattro ragazzi
musulmani. La
vittima, una 21enne di etnia Garo,
è sopravvissuta e ha denunciato i
suoi aggressori. La giovane lavora a Dhaka come estetista ed il
giorno dell’aggressione la vittima
stava andando a festeggiare con
un cugino, quando quattro ragazzi musulmani l’hanno strattonata,
portata via e stuprata. Dopo la violenza la ragazza è riuscita a telefonare a suo cognato, che la stava cercando. Dopo averla trovata,
la ragazza ha sporto denuncia
contro i suoi aggressori e uno di loro è già stato arrestato. La polizia
è sulle tracce degli altri.
GIORDANIA
Tra i profughi
crescono i cristiani
Tra i profughi siriani rifugiati in Giordania i cristiani “sono in continuo
aumento e si preparano a vivere
una Pasqua segnata per loro dallo sconforto e dalla stanchezza
spirituale”. Lo riferisce Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania. “Avevamo pensato di far
celebrare delle liturgie per i rifugiati siriani di fede cattolica” spiega Suleiman, “ma ci siamo accorti che non c’era tra loro la disposizione d’animo adeguata. Preferiscono partecipare alle celebrazioni nelle parrocchie della Giordania, in mezzo ai fedeli di qui.
Sono stanchi, rassegnati, e non
sono interessati a celebrazioni e liturgie riservate a loro, che li richiamerebbero alla loro condizione di sfollati e alle sofferenze che
hanno vissuto. Attendono con
speranza, questo sì, l’arrivo in
Giordania di Papa Francesco.
DOMENICA 27 APRILE 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
5
Giornata Mondiale della Gioventù. Papa Wojtyla è stato il coraggioso iniziatore dei raduni internazionali.
Giovanni Paolo II, un instancabile apostolo
del Vangelo per i giovani di tutto il mondo
L’intuizione delle GMG
nasce in occasione
del Giubileo del 1984.
Dal 1986 ha preso
il via questo grande
cammino per i giovani
di tutto il mondo
FEDERICA BANDE
la
Chiesa si è preoccupata
di ritagliare degli appuntamenti interamente dedicati ai giovani di tutto il mondo
con le Giornate Mondiali della Gioventù.
Padre di questa straordinaria intuizione è Papa Giovanni Paolo II,
che verrà proclamato santo il prossimo 27 aprile assieme al suo predecessore Giovanni XXIII.
Papa Wojtyla nei suoi anni di pontificato ha dedicato tantissimo del
suo tempo ai giovani. Un’attenzione che si manifestava in tanti piccoli gesti, come ad esempio l’invito
che rivolgeva ai ragazzi di pregare
per lui in vista dei viaggi che avrebbe affrontato. In questo modo riusciva a rendere partecipi tutti dell’imminente partenza mediante la
preghiera, e coloro che poi avrebbe
incontrato successivamente venivano da lui coinvolti attraverso l’invito a raccontarsi e raccontare agli
N
EGLI ULTIMI DECENNI
amici ciò che il Papa aveva detto
loro.
Il filo conduttore che ha animato
l’opera di questo pontefice è la parola, utilizzata come strumento
prezioso per raggiungere quante
più persone possibili.
Giovanni Paolo II in qualche modo
si è fatto cronista dei giovani, mostrandosi capace di riuscire a coinvolgere nello stesso momento gioventù molto distanti tra loro. Questo suo modo di raccontare i giovani ai giovani ha fatto si che tantissime persone di luoghi geograficamente agli antipodi potessero conoscersi. Il pontefice, cosciente del
suo ruolo di aggregatore di gioventù, si definiva anche “postino
dei giovani”, sostenendo che il papa debba essere il legame capace di
unire la Chiesa.
La forte e ferma convinzione di
Wojtyla si concretizzò di li a qualche
anno con la creazione di un evento
che oggi è capace di raccogliere milioni e milioni di giovani di tutti i
continenti: le Giornate Mondiali
della Gioventù. Queste non sono
solo occasione di festa e condivisione, ma costituiscono il primo
strumento di pastorale giovanile
mondiale, un progetto che riesce
ad operare a più livelli essendo luogo di incontro, esperienza di fede e
comunione, ma sopratutto espressione di una Chiesa giovane e capace di fratellanza tra i popoli. Tutto questo diventa testimonianza di
evangelizzazione per adulti, giovani e bambini.
Giovanni Paolo II tra i giovani della GMG a Roma nel 2000.
Papa Giovanni Paolo II quando intuì quelle che ora sono le GMG, non
aveva un piano prestabilito o definito, ma lavorava limitandosi a cogliere le opportunità che gli si presentavano, valorizzandole al meglio.
L’idea di questi raduni mondiali
prese forma durante il Giubileo del
1984, che essendo un incontro internazionale, fece intuire al papa
la possibilità di poter organizzare
degli appuntamenti di questo tipo,
grazie alla grande risposta giovanile che ebbe modo di vedere in
quell’occasione.
Il Santo Padre comprese che la visibilità rende più facile la comunione, perchè in questa maniera la
Chiesa ha la possibilità di avere una
voce nell’odierna società pluralista.
L’anno seguente, 1985, l’ONU dichiarava l’anno internazionale della gioventù e papaWojtyla non potè
che cogliere questa nuova opportunità per ripetere l’esperienza del
giubileo.
Proprio in seguito a quest’ultimo
appuntamento con i giovani verrà
istituita ufficialmente la Giornata
Mondiale della Gioventù, che nella sua prima edizione del 1986 si
svolse solamente a livello diocesano, ma di li a pochi anni l’organizzazione di queste giornate avrebbe
raggiunto la caratteristica struttura
conosciuta oggi a livello mondiale.
Ciò che animò papa Giovanni Paolo II fu il vedere le GMG come im-
L’Oratorio di Bonaria,
un punto di riferimento
per tanti ragazzi
FABIO FIGUS
di
Nostra Signora di Bonaria in
città, offre ai bambini, ragazzi, adolescenti e universitari un
luogo dove si possa trascorrere il
tempo libero in maniera attiva e
arricchente.
Si tratta del Centro Giovanile Mercedario aperto il sabato dalle 15 alle 20 per i bambini e i ragazzi dai 6
ai 12 anni, a cui vengono proposti
diversi laboratori: attività sportive, artistiche, musicali con i corsi di
chitarra e di canto e tutte le attività
legate alla preparazione del Natale, con i recital, e del carnevale. Il
tutto intervallato da momenti di
riflessione sul tempo liturgico che
si sta vivendo, una festa della parrocchia o della Chiesa Universale,
come la Novena di Natale, celebrata esclusivamente per i ragazzi
e le loro famiglie, impostata per la
L
A COMUNITÀ PARROCCHIALE
loro età e sul loro modo di vivere.
La Domenica lo spazio dell’oratorio è riservato agli adolescenti dai
14 anni in su, sempre dalle 15 alle
20. Per loro tante attività basate in
maniera più approfondita sul servizio.
Tra le tante proposte quest’anno, la
partecipazione alla raccolte di viveri per il banco alimentare dove si
sono dati da fare per l’intera giornata nello smistamento delle offerte dei clienti nei diversi supermercati aderenti all’iniziativa. Nel
periodo quaresimale invece, i sessanta ragazzi dell’oratorio, divisi
per gruppi, si sono dedicati alla visita ai bambini ricoverati all’ospedale “Brotzu”, per trascorre con loro un po’ di tempo, aiutandoli nei
loro disegni e nella preparazione
dei lavoretti per la Pasqua. Per
quanto riguarda la spiritualità, durante l’anno liturgico, sopratutto
nei momenti forti di Avvento e
Quaresima, vengono organizzati
Il recente incontro di mons. Miglio con i giovani dell’Oratorio mercedario.
per loro diversi week-end per vivere momenti più intensi di preghiera in preparazione al Natale e
alla Pasqua, e per rafforzare l’unità
del gruppo.
Gli universitari invece, si dedicano all’animazione sia dei ragazzi
che degli adolescenti, e per la loro
crescita umana e spirituale sono
previsti una volta ogni uno-due
mesi dei momenti di catechesi, riflessione e preghiera.
Obiettivo di tutte le iniziative proposte è dunque la valorizzazione
dei ragazzi e dei giovani nel servizio.
L’anno sociale inizia solitamente
ad ottobre in concomitanza con
l’inizio degli incontri di catechesi:
la Domenica alle 10 la Messa, a cui
seguono gli incontri di formazione
per i bambini e i ragazzi dalla prima elementare alla terza media.
Subito dopo le festività pasquali
inizia la preparazione del Gruppo
Estivo, Grest, giunto quest’anno alla decima edizione. Le ultime due
settimane di giugno saranno de-
portanti manifestazioni di speranza ma anche segno evidente dell’impegno giovanile all’interno della Chiesa. Vedere i giovani come i
protagonisti e non meri destinatari del lavoro di pastorale.
La bellissima relazione vissuta da
questo pontefice per i giovani e con
i giovani, ci insegna che la comunicazione unita al coraggio di scommettere sulla gioventù, dimostra al
mondo intero che per essere educatori del quotidiano è necessario
compiere dei gesti ordinari come
l’incontrarsi. Tali gesti diverranno
però straordinari se ad animarli ci
sarà la consapevolezza di voler edificare una Chiesa giovane e capace
di creare una condivisione che generi appartenenza.
dicate ai 180 ragazzi dai 6 ai 12 anni, le prime due di luglio per i 130
adolescenti dai 14 ai 18, a cui ogni
giorno dalle 7 alle 19, saranno proposte tantissime attività ludico-ricreative.
Per gli animatori dai 16 anni in su,
alla fine di luglio è previsto un campo-scuola che vivranno insieme a
tutti i giovani delle diverse comunità mercedarie sparse nel resto
d’Italia. Per gli universitari è in calendario un’esperienza di preghiera presso la comunità di Taizè.
Una volta terminato il periodo di
iniziazione cristiana con la Cresima, i ragazzi che esprimono la volontà di continuare un cammino
spirituale sono invitati ad accedere al Movimento Giovanile Mercedario. Tutto il servizio dedicato ai
giovani nell’oratorio e nelle varie
attività di animazione infatti, è
espressione della spiritualità vissuta all’interno nel Movimento
Giovanile Mercedario. Discorso
identico anche per gli adulti, che
vivono la loro spiritualità nel Terzo
Ordine Mercedario. E sono numerose anche le persone che vivono la
propria spiritualità al di fuori del
Movimento o del Terzo Ordine e
desiderose di mettere a disposizione il loro tempo per la realizzazione delle diverse attività proposte dalla parrocchia.
6
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
DOMENICA 27 APRILE 2014
Centro Sportivo Italiano. Il 7 giugno in Piazza San Pietro l’incontro del Papa con le società sportive.
Papa Francesco incontra le società sportive,
una festa che unisce gioco e valori cristiani
L’appuntamento di Roma
unirà gli sportivi
di tutta Italia.
Sarà possibile
partecipare anche
da Cagliari prendendo
contatto con il Csi
MARTA FAIS
I
l 7 giugno 2014 le società sportive di tutta Italia avranno la
possibilità di incontrare a Roma papa Francesco in occasione del 70° anniversario della
fondazione del Centro Sportivo
Italiano. Su tutto il territorio c’è
grande fermento e anche il Comitato Provinciale di Cagliari, insieme
alla Pastorale Giovani di Cagliari, si
sta attivando per essere a Roma
con tutte le sue società sportive.
Ma non solo. Alla grande festa in
piazza San Pietro sono invitati proprio tutti! Tutti gli sportivi con le
loro famiglie e i loro amici, e tutti
coloro i quali abbiano voglia di trascorrere insieme al Centro Sportivo Italiano un weekend di festa con
papa Francesco! E’ una festa aperta a tutti perché lo sport veicola
messaggi educativi universali che
vanno al di là delle etichette e delle bandiere. Ciò che conta in questa occasione sono lo spirito sportivo, la gioia di stare insieme e di
far festa, e la curiosità di incontrare un uomo eccezionale che ha
convocato tutti gli sportivi. Gli atleti, gli allenatori, gli animatori, gli
arbitri, i dirigenti e le loro famiglie
testimonieranno, assieme al Santo
Padre, la bellezza e la ricchezza dei
valori dello sport. Ogni società
sportiva, ogni squadra, ogni circolo andranno da papa Francesco
con la loro tuta in modo da colora-
re Piazza San Pietro con maglie e
vessilli.
Lo stile dell’iniziativa. Durante la
giornata di sabato, in Piazza San
Pietro ci saranno esibizioni di gruppi sportivi, testimonianze, ma anche grandi coreografie di gruppo.
Sarà una grande festa e vogliamo
far sentire tutto il nostro “tifo” per
Papa Francesco. L’intenzione è
quella di riempire di entusiasmo la
Piazza, con i colori delle divise di
gioco delle vostre società sportive:
ogni sportivo indosserà la maglia
della propria squadra o società
sportiva. È possibile anche portare
striscioni e bandiere. Saranno con
noi anche numerosi assi dello
sport, tra i quali Antonio Rossi, il
campione di kayak, che parteciperà alla manifestazione con tutta
la sua famiglia.
Da venerdì a domenica mattina,
inoltre, sarà attivo a Castel Sant’Angelo un villaggio dello sport che
darà a tutti la possibilità di giocare
e divertirsi.
Il programma di viaggio da Cagliari. Il CSI Cagliari ha già organizzato
la trasferta con cabine di prima
classe sul traghetto Tirrenia, dove ci
sarà musica e intrattenimento durante tutto il viaggio; dallo sbarco a
Civitavecchia si arriverà a Roma
con un bus Granturismo. In piazza
San Pietro si incontreranno decine
di migliaia di atleti arrivati da tutta
Italia per festeggiare i 70 anni del
CSI insieme a papa Francesco. Sabato sera, sempre da a Civitavecchia, è previsto l’imbarco per il
rientro: si sbarcherà a Olbia, e con
degli autobus privati si arriverà a
Cagliari. Ovviamente sono quote
di partecipazione agevolate in modo da dare a tutti la possibilità di
partecipare. Sono previsti sconti
per bambini e comitive.
Come partecipare. Tutte le informazioni e i dettagli sul programma di viaggio, le tariffe e sulla modalità di partecipazione sono online sul sito CSI Cagliari nella sezione dedicata a questo grande evento www.csicagliari.it/papafrancesco. Sono disponibili anche i moduli da scaricare e compilare per i
singoli e le comitive.
Inoltre, si possono chiedere informazioni a Federica e Matteo della
segreteria organizzativa, al numero 324.8433079 e alla mail [email protected]. La segreteria organizzativa è attiva il lunedì, mercoledì e venerdì dalle
15.00 alle 20.00; martedì, giovedì e
sabato dalle 9.00 alle 14.00.
Irc, unire fede e cultura
per servire gli studenti
Si è tenuto a Seveso il Convegno nazionale.
R. P.
’IRC NEL FUTURO: sfide culturali e nuovi docenti” è
stato il tema del convegno
nazionale per direttori e responsabili diocesani e regionali dell’Insegnamento della religione
cattolica (Irc), organizzato dalla
Cei, che si è svolto da lunedì 31
marzo a mercoledì 2 aprile presso il Centro Pastorale Ambrosiano a Seveso in Provincia di Milano.
Don Daniele Saottini, responsabile del Servizio nazionale per
l’Irc nell’introduzione al Convegno ha mostrato l’importanza
che l’Irc riveste all’interno dell’attenzione più vasta che la
Chiesa Italiana sta dando alla
scuola.
L’Irc è un’occasione per far incontrare le nuove generazioni
con il patrimonio della tradizione religiosa del nostro Paese e
riuscire a poter leggere la propria
esistenza e la realtà sociale alla
luce dell’originale e decisiva proposta di senso che proviene dal
L
cristianesimo. Nelle parole di
don Saottini non è mancato poi
un riferimento alla Prolusione
del Cardinale Bagnasco nel corso
dell’ultimo Consiglio permanente della Cei. In modo specifico il Responsabile nazionale per
l’Irc ha richiamato la crisi dell’umanesimo, causata dalla “violenza accattivante delle ideologie”, e la deriva rappresentata dal
cosiddetto “iperindividualismo”,
che chiude le persone alla relazione con gli altri e con la realtà.
In campo educativo in particolare si è posto l’accento sul rischio della diffusione dell’ideologia gender.
I lavori del Convegno hanno avuto due momenti importanti con
le relazioni di don Filippo Morlacchi, responsabile regionale Irc
del Lazio, su Nuovi docenti per
l’Irc e del prof. Sergio Ciccatelli,
direttore del Centro studi per la
scuola cattolica, sul tema dell’Irc
nella Scuola Cattolica.
Don Morlacchi ha evidenziato
come l’Irc debba prevedere una
formazione iniziale adeguata, un
I convegnisti provvenienti dalla Sardegna con don Daniele Saottini.
periodo di tirocinio specializzato,
ed una costante formazione in
itinere.
Appare sempre più necessario,
ha ricordato Morlacchi, un maggiore rigore nella selezione dei
docenti di Irc, puntando su un’adeguata formazione in campo
metodologico, sulla conoscenza
della teologia secondo criteri ecclesiali, e su una appartenenza
ecclesiale che garantisca il sentire cum Ecclesia. Tutto questo nella consapevolezza che solo la
qualità dei docenti garantisce il
futuro dell’Irc.
Il Prof. Cicatelli nel suo intervento ha chiarito come la scuola cat-
tolica abbia dei vincoli derivanti dalla legislazione sulla parità
L. 62/00 anche riguardo dell’Irc.
Le norme concordatarie, quindi
anche quelle derivate dall’ultima
Intesa del 2012, si applicano anche alle scuole paritarie cattoliche che sono soggette a tutte le
disposizioni che riguardano la
disciplina sull’idoneità ecclesiastica e i titoli di studio richiesti ai
docenti di Irc.
I convegnisti hanno vissuto un
altro momento significativo con
la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica presieduta in
Duomo dall’Arcivescovo di Milano, il Cardinale Angelo Scola.
«L’educazione - ha sottolineato
il Cardinale – è elemento costitutivo della crescita umana e deve essere testimoniata da chi insegna la religione cattolica, con la
fede. Un processo, questo, costitutivo e di osmosi», perché «vivere come persone strettamente in relazione vuol dire essere
capaci di fare spazio all’altro».
Le parole conclusive del Cardinale posso essere considerate
una buona sintesi dello spirito
che ha animato il Convegno nazionale: «vi invito a vivere l’Irc in
una logica di «carità, esperienza
di amore credibile che è convincente per i nostri ragazzi».
DOMENICA 27 APRILE 2014
IL PORTICO DI CAGLIARI
Cultura. Il cagliaritano Ivan Pedretti ha vinto il “Sony World Photography Awards”
“Ringrazio Dio per aver messo
tutte quelle stelle nel cielo”
SUSANNA MOCCI
L FARO di Capo Spartivento sotto un cielo tempestato di stelle. Con questa foto, intitolata
“Starry Lighthouse”, il cagliaritano Ivan Pedretti, 42 anni, ha
vinto il Sony World Photography
Awards 2014 per la categoria Open
Panorama.
Il concorso, che ha premiato dieci
scatti tra gli oltre 70.000 inviati da
ogni parte del mondo, si concluderà il 30 aprile alla Somerset House di Londra, dove sarà dichiarato il
vincitore assoluto tra le dieci categorie. Gli scatti verranno poi esposti in mostra dal 1° al 18 maggio e
saranno pubblicati nel volume dedicato al prestigioso premio.
Un risultato notevole, considerato
che Ivan Pedretti non è un professionista ma un fotografo amatoriale.
L’abbiamo incontrato per farci raccontare come è nata la sua opera.
Ivan, quando è nata la tua passione per la fotografia?
Ho sempre avuto tanti interessi, ma
quello per la fotografia non era ben
definito. Poi, negli ultimi anni, dopo aver acquistato la prima macchina “seria”, ho cominciato ad appassionarmi e a dedicarmi a questa
attività. Mi sono concentrato – in
particolare- sulla fotografia natu-
I
La fotografia di Ivan Pedretti, vincitrice del “Sony World Photografy Awards 2014.
ralistica e sui paesaggi. È un ambito che richiede molto impegno, a
partire dalla preparazione necessaria prima di andare a fare degli
scatti fino ad arrivare al lavoro da fare una volta tornati a casa. Spesso
quando si guarda una bella fotografia non si pensa a quanta fatica
ci sia dietro.
Come hai realizzato lo scatto vincitore?
La foto è stata fatta ad aprile 2013. È
il mese in cui si vede bene la Via
Lattea. Un giorno ho visto che non
c’era la Luna e il cielo era limpido,
così, durante la notte, sono partito
per Capo Spartivento e sono rimasto lì a scattare e a fare composizioni fino al mattino. La foto è composta da dodici scatti orizzontali
montati con una tecnica particolare, in modo da rendere l’idea della
volta celeste.
Quando hai deciso di partecipare?
Avevo già partecipato lo scorso anno, arrivando tra i primi cinquanta.
Quest’anno mi era sembrato di essere riuscito a fare qualcosa di meglio. Per questo motivo a gennaio,
proprio nell’ultimo giorno utile, ho
mandato tre foto, tra cui quella che
ha vinto. Dopo circa un mese ho
saputo di essere tra i finalisti.
Cosa hai provato quando hai appreso la notizia della vittoria?
Ho ricevuto una telefonata da parte di una ragazza dello staff che mi
comunicava la notizia, invitandomi a Londra per la premiazione e la
finale. È stata un’emozione grandissima e inaspettata. Mi hanno
chiesto di lasciare una dichiarazione e ho fatto scrivere così : “ Ringrazio Dio per aver messo tutte
quelle stelle nel cielo”. Ecco, l’ho
vissuta come un regalo. Credo che
questa vittoria sia anche merito
Suo.
IL PORTICO
7
il fatto
NOSTRA SIGNORA DI BONARIA
In festa la parrocchia
mariana di Cagliari
In occasione delle solenni celebrazioni in onore di N. S. di Bonaria ogni giorno alle 18,15 recita del S. Rosario, con Litanie
cantate e preghiere. Alle 19 la S.
Messa
con
la
partecipazione
delle Parrocchie
della Vicaria. Lunedì 28
aprile la
parrocc h i a
SS.mo Crocifisso, martedì 29
aprile la parrocchia Vergine della
Salute, San Bartolomeo e La
Palma. Mercoledì 30 aprile la
Conclusione del Novenario con
la celebrazione presieduta da
monsignor Piergiuliano Tiddia,
Arcivescovo emerito di Oristano.
IL 4 MAGGIO A QUARTU S. E.
Incontro diocesano
dei cori liturgici
Domenica 4 maggio dalle 15.30
alle 20, nella parrocchia di
Sant’Elena, a Quartu, è previsto
l’incontro diocesano dei cori liturgici. Destinatari dell’incontro
sono i cori di adulti, giovani o ragazzi, a una o più voci, che svolgono il proprio servizio liturgico
Continua il dibattito
sui parcheggi in Città
La questione di via Cammino Nuovo divide ancora
MATTEO PIANO
D
IVISIONI E INCERTEZZE da par-
te dei cittadini riguardo il
progetto del Comune di
Cagliari, che prevede la costruzione del parcheggio “Cammino Nuovo”, all’interno delle mura di Castello. “Cammino Nuovo” è situato
sotto il bastione Santa Croce, e l’ingresso principale per le macchine,
che conduce agli attuali parcheggi,
si ha da Via San Giorgio, tramite la
rampa posta di fianco all’ex clinica
Aresu, oggi Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Una questione spinosa che vede
opposti da un lato il Comune di Cagliari, intenzionato a realizzare un
multipiano su tre livelli per un totale di 300 posti auto, dall’altra ambientalisti e residenti del centro storico, preoccupati per eventuali
danni alla cinta muraria di Castello. Il progetto, inserito all’interno
di un programma di riqualificazione del centro storico-urbano, ha
scatenato diverse polemiche, tanto che la questione è approdata si-
no a Roma in senato. Il senatore del
movimento 5 Stelle, Roberto Cotti,
ha depositato un interrogazione rivolta al ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini
con l’obiettivo di impedire l’inizio
dei lavori.
Il progetto del Comune prevede,
oltre al parking, una zona di verde
pubblico di circa 10 mila metri quadri con annesso parco giochi ed un
nuovo percorso pedonale verso Castello. All’interno del programma
rientra anche il progetto di consolidamento delle mura e di recupero di un’antica torre pisana, che
sarà valorizzata e mostrata ai visitatori.
Ma tutto ciò non convince numerosi cittadini, perplessi di fronte ai
piani del Comune. Alcuni hanno
deciso di intraprendere una vera e
propria battaglia. In prima fila, Lega Ambiente Sardegna e alcuni comitati di cittadini del centro storico
di Cagliari. La preoccupazione
principale è quella di vedere danneggiate in maniera gravosa e definitiva le mura degli antichi bastio-
ni. Il comitato del No ritiene che la
zona sia a rischio idrogeologico
medioalto e teme danni alla struttura delle mura. Un danno del genere sarebbe di valore incommensurabile per il patrimonio artistico
e culturale della città di Cagliari.
Inoltre visto l’andamento medio di
realizzazione dei lavori pubblici, si
teme che anche “Cammino Nuovo” possa diventare un cantiere
aperto per un lasso di tempo troppo lungo. Il comune prova a dare sicurezze, scongiurando eventuali
pericoli e garantendo la bontà del
progetto.
Fra le varie contestazioni si annovera il fatto che probabilmente
quella zona non ha necessità di così tanti parcheggi. L’ Ospedale Civile rimane un punto interrogativo,
molti reparti come Ostetricia sono
stati spostati alla Cittadella Universitaria di Monserrato e lo stesso
destino ha avuto la clinica Mac-
ciotta. Inoltre anche il Palazzo delle Scienze potrebbe subire la stessa
sorte.
Nonostante i numerosi no, c’è anche chi è favorevole alla realizzazione del progetto. Diversi sono anche gli indecisi. “Il problema del
parcheggio si pone in determinate
fasce orarie- spiega qualche residente- dalla domenica al giovedì il
problema non si pone. Durante il
week-end la situazione cambia, diventa impossibile trovare parcheggio.” Per i residenti di Stampace trovare un parcheggio durante il fine
settimana diventa un problema,
dato che Piazza Yenne e Corso Vittorio Emanuele sono diventati il
centro della “Movida” Cagliaritana.
Nei prossimi giorni si attendono
novità. Il comune dovrà trovare una
soluzione che metta d’accordo le
varie parti, anche se la Giunta Zedda sembra determinata a portare
avanti il progetto.
nelle parrocchie, nelle chiese non
parrocchiali o presso gruppi e
movimenti. I cori sono invitati a
segnalare la propria partecipazione entro il 30 aprile attraverso
la posta elettronica dell’Ufficio
Liturgico
Diocesano:
[email protected].
Il programma prevede nell’Auditorium alle 15.30 l’accoglienza e
alle 16 l’incontro con don Pierangelo Ruaro su Assemblea, repertori, strumenti musicali con
esemplificazioni didattiche alla
chitarra. Alle 17.30 l’intervallo alle 17.45 le prove dei canti. Alle
18.30 nella Basilica di Sant’Elena
il canto del Vespro e alle 19 Santa Messa con la comunità parrocchiale presieduta dall’Arcivescovo monsignor Arrigo Miglio.
NOMINE DELL’ARCIVESCOVO
Monsignor Arrigo Miglio,
Arcivescovo di Cagliari,
ha provveduto a nominare
don Giuseppe Casu
Cappellano all’Ospedale
Marino di Cagliari,
e don Andrea Lanero
Vicario foraneo
della Forania di Capoterra.
8
IL PORTICO DE
IL PORTICO
II DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)
dal Vangelo secondo Matteo
L
a sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha
mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con
loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli:
«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo
nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel
segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io
non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con
loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in
mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui
il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli
rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse:
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non
hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che
non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati
scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e
perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Gv 20, 19-31
DON ANDREA BUSIA
il portico della fede
I
l brano del vangelo di oggi è molto noto,
in particolare per l’importanza che assume in esso la figura di Tommaso e la
sua incredulità, ma a questo arriveremo
tra un po’. Come nel brano della settimana scorsa ci viene ricordato che ci troviamo all’inizio della settimana, una traduzione letterale suonerebbe come “il primo giorno dopo il sabato”, è ancora la sera di Pasqua, sono passate solo poche ore
da quando Pietro e il discepolo prediletto hanno visto il sepolcro vuoto dopo
aver ricevuto la notizia da Maria Maddalena. Quella era stata sicuramente una
giornata convulsa, alcuni discepoli saranno stati tristi, altri si saranno interrogati sul significato del sepolcro vuoto, la
maggior parte di loro erano raccolti con
gli apostoli. Giovanni, riguardo tutta la
situazione, ci informa molto brevemente del fatto che i discepoli avessero paura dei giudei, e che per questo si erano
chiusi dentro e, più avanti, del fatto che
Tommaso non si trovasse con loro. Come
Mio Signore
e mio Dio!
accade spesso nel suo vangelo Giovanni
sottolinea le opposizioni, nella prima
parte del brano odierno vediamo come
giochi sul contrasto tra la “timore dei giudei” e la “pace” che invece viene dal Risorto: dove c’è pace non ci può essere timore. Quando la nostra fede vacilla, la
nostra speranza si ingrigisce, è solo allora che può farsi presente il timore, la paura. Questo Gesù sa bene che il dolore, la
prova, l’incertezza per il futuro, il non capire cosa sta succedendo possono, tutte
quante, essere causa di un affievolimento della fede e quindi aprire le porte al timore e alla paura. Allo stesso tempo Gesù sa che la prova che hanno affrontato i
discepoli era davvero molto grande, e
non si può dire che la maggior parte di loro l’avesse superata molto bene: Pietro
aveva rinnegato il Signore e gran parte
dei discepoli erano fuggiti; Gesù questo lo
sa bene e lo aveva anche preannunciato
mentre saliva al monte degli ulivi: “Gesù
disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati,
poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e
le pecore saranno disperse»” (Mc 14,26).
Nonostante la prova non si possa considerare “superata”, Gesù non li condanna, né Pietro né coloro che erano fuggiti,
invece si fa presente, e lo fa andando a
incontrarli non solo dove si trovano, ma
anche nello stato in cui sono: i discepoli
erano spaventati e lui dona loro la pace,
loro erano chiusi in casa e Gesù li invia
(“Come il Padre ha mandato me, anche io
mando voi”).
Otto giorni sembra che non sia cambiato nulla, le porte sono sempre chiuse, Gesù offre ancora una volta il dono della pace, ma stavolta, come sottolinea l’evangelista, “c’era con loro anche Tommaso”.
Gesù va incontro a Tommaso nonostante la sua incredulità, così come viene incontro ad ognuno di noi nonostante siamo ancora dei peccatori e probabilmente su questa terra continueremo a commettere dei peccati nonostante il nostro
impegno, Gesù accontenta Tommaso e
questi, altra opposizione, passa dall’incredulità precedente a una professione di
fede in Gesù che è probabilmente la più
bella di tutta la Bibbia: «Mio Signore e mio
Dio!». Tommaso riconosce a Gesù la signoria sulla sua vita e soprattutto la sua
divinità, siamo molto oltre i titoli che venivano comunemente rivolti a Gesù da
altre persone lungo il vangelo: Signore,
profeta, maestro, figlio di Davide, ecc.
Ora dopo la risurrezione, paradossalmente per bocca dell’apostolo meno propenso a credere, viene la più bella professione di fede.
Gesù, quello che all’inizio della sua predicazione diceva “Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati;
non sono venuto per chiamare i giusti,
ma i peccatori” (Mc 2,17), non si fa problemi di incontrarci dove ci troviamo e
nello stato in cui ci troviamo, anche se
fosse di peccato o di una fede che ha difficoltà a maturare, basta che gli lasciamo
lo spazio necessario perché possa incontrarci e dialogare con noi. Sperando
che anche noi, quando ci presenteremo
per le porte del paradiso valgano le parole
che Gesù ha rivolto a Tommaso: “beati
quelli che non hanno visto e hanno creduto”.
ANNUNCIARE CRISTO CON UN LINGUAGGIO PIENO DI GIOIA
Nel continuare il discorso sulle modalità della comunicazione
del messaggio cristiano secondo la Evangelii Gaudium, non si
può trascurare di considerare l’importanza del linguaggio, in
quanto strumento di trasmissione.
Papa Francesco, infatti, afferma che “la Chiesa ha bisogno di
crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata” (40), per
poterla comunicare autenticamente.“…gli enormi e rapidi
cambiamenti culturali richiedono che prestiamo attenzione
per cercare di esprimere la verità di sempre in un linguaggio che
consenta di riconoscere la sua permanente novità” (41).
La questione del linguaggio, di fatto, fu introdotta già da Giovanni XXIII, nel Discorso di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, in cui stabilì la distinzione tra la “sostanza” e “la maniera di formulare la sua espressione”.
Papa Francesco si pone in questo solco tracciato dal rinnovamento conciliare e ancora una volta invita a prendere coscienza di quanto sia importante e urgente, oggi, per la Chie-
sa inviata all’umanità, rivedere il suo linguaggio perché la verità non venga oscurata da forme linguistiche inadeguate ai vari contesti storici e culturali.
Sia i teologi, sia i catechisti, sia i presbiteri hanno il compito di
aiutare a comprendere sempre meglio il Vangelo….riandando
al Vangelo e dunque, non legandosi a categorie linguistiche che
appartengono al passato o a categorie teologiche che andavano bene in altre epoche ma che risultano incomprensibili per
gli uomini del nostro tempo.
Gli stessi catechismi della Conferenza Episcopale Italiana,
nella loro seconda edizione, sono stati arricchiti di brani integrali della Sacra Scrittura non solo per abituare i cristiani ad attingere direttamente alle fonti ma anche per illuminare il ricchissimo patrimonio dottrinale che si è sviluppato nel corso dei
secoli e trarne quelle utili indicazione per vivere la bellezza del
Vangelo.
I nuovi catechismi non sono dei condensati della dottrina cri-
stiana ma sono pensati come “catechismi per la vita cristiana”,
dunque, per vivere la vita buona del Vangelo.
Le varie formulazioni dottrinali possono certamente essere
utili per esprimere la sostanza, ma da sole non salvano! Vanno accompagnate da una traduzione e da riformulazioni attente
alla persona che domanda ragione della fede che professa o
alla quale intende aderire e ciò può avvenire solo se si esercita la pazienza e la misericordia che sono le vie maestre della
nuova evangelizzazione, senza pretendere ogniqualvolta la
perfezione di tutto.
Papa Francesco, ammonisce, i Pastori, ed anche tutti coloro
che accompagnano i loro fratelli nella fede, a non dimenticare a tale proposito, la chiarezza dell’insegnamento raccolto nel
Catechismo della Chiesa Cattolica, che con la sua istanza veritativa e dichiarativa aiuta a saper discernere e a mantenere la
rotta dei cammini di crescita di ciascuno, nonostante le dedi Maria Grazia Pau
bolezze e i limiti contingenti.
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 27 APRILE 2014
9
Papa Francesco in difesa dei diritti dell’infanzia
Il diritto di avere
un padre e una madre
pprezzo il vostro impegno
in favore dei bambini: è
una espressione concreta
e attuale della predilezione che il
Signore Gesù ha per loro. A me
piace dire che in una società ben
costituita, i privilegi devono essere solo per i bambini e per gli anziani. Perché il futuro di un popolo è in mano loro! I bambini, perché certamente avranno la forza
di portare avanti la storia, e gli anziani perché portano in sé la saggezza di un popolo e devono trasmettere questa saggezza.
Lei (il presidente della Bice n.d.r.)
con delicatezza ha parlato del
buon trattamento. La ringrazio
per questa espressione delicata.
Ma mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità - a farmene carico e a chiedere perdono per il
danno che hanno compiuto, per
gli abusi sessuali sui bambini. La
Chiesa è cosciente di questo danno. E’ un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa.
E noi non vogliamo compiere un
passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo
problema e alle sanzioni che devono essere comminate. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto forti. Con i bambini non
si scherza!
Ai nostri giorni, è importante portare avanti i progetti contro il lavoro-schiavo, contro il reclutamento di bambini-soldato e ogni
tipo di violenza sui minori.
In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una
famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente
idoneo al suo sviluppo e alla sua
maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la
mascolinità e la femminilità di un
padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva.
Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei
A
RISCRITTURE
LA DIVINA MISERICORDIA
Il Vangelo di Giovanni narra che Gesù risorto apparve ai
discepoli, chiusi nel Cenacolo, la sera del "primo giorno
dopo il sabato" (Gv 20, 19), e che si mostrò ad essi nuovamente nello stesso luogo "otto giorni dopo" (Gv 20, 26).
Fin dall'inizio, dunque, la comunità cristiana cominciò a vivere un ritmo settimanale, scandito dall'incontro con il Signore risorto. È quanto sottolinea anche la Costituzione
del Concilio Vaticano II sulla liturgia, affermando: "Secondo la tradizione apostolica, che trae origine dal giorno stesso della Risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra
il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente giorno del Signore o domenica" (Sacrosanctum Concilium, 106).
Ricorda ancora l'Evangelista che in entrambe le apparizioni - il giorno della Risurrezione ed otto giorni dopo - il
Signore Gesù mostrò ai discepoli i segni della crocifissione, ben visibili e tangibili anche nel suo corpo glorioso
(cfr Gv 20, 20.27). Quelle sacre piaghe, nelle mani, nei piedi e nel costato, sono sorgente inesauribile di fede, di
speranza e d'amore a cui ognuno può attingere, specialmente le anime più assetate della divina misericordia. In
considerazione di ciò, il servo di Dio Giovanni Paolo II, valorizzando l'esperienza spirituale di un'umile Suora, Santa Faustina Kowalska, ha voluto che la Domenica dopo
Pasqua fosse dedicata in modo speciale alla Divina Misericordia; e la Provvidenza ha disposto che egli morisse
proprio alla vigilia di questo giorno, nelle mani della Misericordia divina. Il mistero dell'amore misericordioso di
Dio è stato al centro del pontificato di questo mio venerato
Predecessore. Ricordiamo, in particolare, l'Enciclica Dives in misericordia, del 1980, e la dedicazione del nuovo
Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, nel 2002.
Benedetto XVI - Regina Coeli 23 aprile 2006
propri figli. E a questo proposito
vorrei manifestare il mio rifiuto
per ogni tipo di sperimentazione
educativa con i bambini. Con i
bambini e i giovani non si può
sperimentare. Non sono cavie da
laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature
genocide del secolo XX non sono
spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte
che, con pretesa di modernità,
spingono i bambini e i giovani a
camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana
fa, un grande educatore: “A volte,
non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di
educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”.
Lavorare per i diritti umani presuppone di tenere sempre viva la
formazione antropologica, essere
ben preparati sulla realtà della
persona umana, e saper rispondere ai problemi e alle sfide posti
dalle culture contemporanee e
dalla mentalità diffusa attraverso
i mass media. Ovviamente non si
tratta di rifugiarci in ambienti protetti nasconderci, che al giorno
d’oggi sono incapaci di dare vita,
che sono legati a culture che già
sono passate… No, questo no,
non va bene. Ma affrontare con i
valori positivi della persona umana le nuove sfide che ci pone la
cultura nuova. Per voi, si tratta di
offrire ai vostri dirigenti e operatori una formazione permanente sull’antropologia del bambino,
perché è lì che i diritti e i doveri
hanno il loro fondamento. Da essa dipende l’impostazione dei
progetti educativi, che ovviamente devono continuare a progredire, maturare e adeguarsi ai segni
dei tempi, rispettando sempre l’identità umana e la libertà di coscienza.
Discorso alla delegazione
dell’Ufficio Internazionale
Cattolico dell’Infanzia (BICE)
Venerdì, 11 aprile 2014
10
IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
DOMENICA 27 APRILE 2014
TESTIMONIANZE
Lo scorso mercoledì 16, nell’ambito del programma di evangelizzazione e promozione della
persona umana che il nostro
Gruppo Volontariato Vincenziano di S. Avendrace ha avviato da
tempo e che è al centro della sua
attività all’interno della Parrocchia e del quartiere omonimo, si
è tenuta la Via Crucis dedicata
esclusivamente ai nostri “assistiti” presieduta dal Parroco Mons.
Ottavio Utzeri. Le stazioni sono
state commentate da loro.
I protagonisti, sono stati loro.
Non poteva essere altrimenti: la
Croce è anche “riscatto” dalla povertà materiale ma soprattutto
dalla povertà Spirituale. È questo
il concetto principe che cerchiamo di inculcare.
Come diceva S. Vincenzo, “non
elemosine ma promozione”.
Solo attraverso un’educazione al
riscatto umano passa l’affrancamento dalla povertà materiale
che pure, nel frattempo, deve essere affrontata, lenita e, possibilmente, sconfitta. E noi del GVV
non ci tiriamo certo indietro.
L’educazione al riscatto passa,
anch’essa inevitabilmente, attraverso una evangelizzazione capillare ed una costante “spiega-
zione” di come Cristo ama i poveri in modo particolarissimo e
che sulla Croce è salito anche per
loro. Ed è, quindi, per non vanificare questo sacrificio che tutti,
così anche il “povero”, dobbiamo
rimboccarci le maniche per “lottare” contro tutto e contro tutti
quelli che vorrebbe che rimanessimo “poveri” nelle cose e nello
Spirito.
Questa è la sintesi della nostra
azione di GVV che abbiamo “enfatizzato” nella celebrazione della passione di Cristo quel mercoledì.
Alimentare quotidianamente la
Fede in Cristo attraverso la pre-
ghiera convincendoci, finalmente, che da soli non si esce né dalla povertà materiale ne, tantomeno da quella Spirituale, poi arriva comunque il “pacco dono”
che noi del GVV non facciamo
mai mancare e che anche oggi,
dopo il rito della Via Crucis, ha allietato i nostri amici, i loro bambini e soprattutto i nostri cuori
nel vedere nei loro volti una “felicità” forse diversa da quella solita che si vede ogni volta che ricevono da noi l’atteso aiuto, ci piace credere, ma è certamente così,
un “felicità” Pasquale che ha capito e che dice nei loro cuori:
Cristo risorge anche per noi
L
Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
Oggi parliamo di… arte e fede
La parrocchia di Ortacesus
(Terenzio Puddu)
Domenica 27 aprile ore 18.10
Lunedì 28 aprile ore 8.30
Cantantibus organis
Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane
di Marie-Claire Alain
(a cura di Andrea Sarigu)
Domenica 27 aprile ore 21.30
Oggi parliamo di… comunicazione
La comunicazione a pagamento
Martedì 29 aprile ore 19.10
Mercoledì 30 aprile ore 8.30
L’ora di Nicodemo
Evangelii Gaudium
Lettura dell’Esortazione (nn.176216) di Papa Francesco
Mercoledì 30 aprile 21.30
Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo [email protected], specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è
a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.
a storia è una delle più famose
della Bibbia, e il protagonista è
stato centro di innumerevoli lavori in ambito cinematografico,
pittorico e letterario. Stiamo parlando del
famoso Noè, o Noah per i cugini americani, nome che dà il titolo all’ultimo film
di Darren Aronofsky (Il cigno nero, Requiem of a dream), atteso con un misto di
ansia e apprensione sia dai fan che dalla
critica. La storia è quella della costruzione della famosa arca: in accordo con la
Genesi anche il film, dopo un breve incipit che parte dal peccato originale e arriva al protagonista ricordando la guerra
primordiale e fratricida di Caino e Abele,
ci mostra il patriarca durante le fasi di rivelazione del disegno divino, costruzione
dell’arca, salvezza dal diluvio e ripopolamento della terra attraverso i figli.
Sulla carta il film era tanto facile nella storia (lo spunto è infatti ampiamente conosciuto) quanto complicato nell’adattamento, dato che si proponeva di rendere in modo nuovo un racconto che si
tramanda da migliaia di anni. Invece che
concentrarsi sul secondo aspetto però, il
regista sembra aver voluto mettere mano alla sceneggiatura in modo quasi invasivo, lasciando da parte un adattamento spesso fortemente drammatico e quasi allucinogeno, che solitamente sono i
suoi punti forti: e così ci si ritrova a guardare una storia di certo diversa da quella
conosciuta, ma forse troppo per essere
almeno riconoscibile (parecchie vicende
e qualche personaggio infatti non fanno
In onda su
Radio Kalaritana
Oggi parliamo con…
Paolo Pomata
Il Mistero della Sindone
Sabato 26 aprile 19.10
Domenica 27 aprile ore 10.30
È uscito nelle sale l’ultimo film di Darren Aronofsky
La storia di Noè
VALERIA USALA
riferimento a nessuna fonte scritta).
La resa visiva è da blockbuster, e l’imponenza delle scene diluviane salva in parte i
buchi restanti: la seconda parte del film sicuramente meglio della
prima, complice anche
una drammaticità crescente e un lato inedito di
Noè più vicino al delirio
profetico che alle Sacre
Scritture: egli crede infatti che Dio non voglia ripopolare la Terra, (poiché la
ragazza che vive con loro,
innamorata del figlio Sam,
è sterile) ma lasci lui e la
famiglia come ultimi testimoni dell’annientamento totale del genere
umano.
Poca attenzione alla vocazione e ai dubbi che ne conseguono quindi, e molto più occhio per gli eventi di grandezza ‘biblica’. Dio interviene due volte per
indicare a Noah la strada da compiere attraverso luci e sogni, ma l’attenzione sembra più rivolta alle guerre tra uomini che a
quella interna e personale di un uomo investito di un compito fondamentale per
tutta l’umanità.
Il cast è stellare, con Russel Crowe nei
panni del patriarca (a livelli sicuramente inferiori rispetto ai suoi standard), Jennifer Connely
in quelli della moglie
Emzara,
Anthony
Hopkins che diventa il
multicentenario Matusalemme, e perfino Emma Watson (forse la migliore fra tutti) che interpreta Ila, adottata sin da
bambina da Noah e famiglia, e madre dei futuri abitanti del mondo post-diluviano. Anche tutti
questi nomi non sono
sufficienti ad entrare davvero nella storia e tirarne fuori qualcosa di forte e incisivo, o forse è l’occhio dello spettatore
esigente che non si accontenta.
Alcune idee del film sono però da tenere
in conto: prima tra tutte la scelta di gira-
L’udienza
La catechesi di Papa Francesco
Il giovedì ore 21.10 circa
Kalaritana ecclesia
Informazione ecclesiale diocesana
Dal lunedì al sabato 9.30 e
16.30
Radiogiornale regionale
Dal lunedì al venerdì 10.30 /
12.15
Lampada ai miei passi
(28 aprile - 4 maggio)
Commento al Vangelo
quotidiano a cura
di don Giuseppe Tilocca
Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48
/ 21.00
Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale)
Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00
Oggi è già domani
Nel cuore della notte con lo
sguardo verso il nuovo giorno
(A cura di don Giulio Madeddu)
Ogni giorno alle 00.01 circa
re gran parte della storia in Islanda, terra
ben lontana dall’ Oriente originale ma visivamente di grande impatto e alternativa intelligente per mostrare un lato del
‘primitivo’ e ‘desolato’ che non rimandasse al deserto. Altra scelta di grande resa è la parentesi della Genesi del mondo,
e i famosi sette giorni in cui Dio creò ogni
realtà conosciuta, che il regista rende attraverso immagini digitali in successione che riescono a dare molto bene il senso di prodigio e potenza divina.
Discutibile invece la volontà di dare vita a
dei personaggi chiamati i Vigilanti, custodi dell’arca e aiutanti di Noah fino all’arrivo del diluvio, chiaro ed evidente elemento fantasy del film (genere che affascina molto il regista) ma probabilmente
un po’ fuori tono vista la portata della storia.
Il risultato è sempre incerto dunque: non
bastano i grandi nomi, non bastano le
grandi storie, e alcune volte forse non salvano nemmeno le grandi idee. In questo
caso la storia dell’uomo più importante
tra Adamo e Abramo,riconosciuto dalle
tre grandi relgioni monoteiste, forse ha
giocato a svantaggio di un film che per
paura di timore reverenziale ha cercato
una via alternativa per raccontarsi, non risultando però né rivoluzionario né tantomeno indimenticabile.
Forse la verità vera è che, quando si parla
di religione e Bibbia, non c’è bisogno di
pensare in grande perchè le grandi storie
e i grandi personaggi sono già lì, a portata di mano.
DOMENICA 27 APRILE 2014
IL PORTICO DELLA DIOCESI
Ministranti. Le parrocchie sono invitate agli incontri preparati per i ragazzi.
“Apriti alla verità, porterai la vita”
i ministranti in ascolto del Signore
Quest’anno sono due
gli appuntamenti
diocesani rivolti
ai ministranti:
il 25 aprile a Cagliari
e il 27 a Senorbì
DON DAVIDE CURRELI
L
è che la
giornata diocesana ministranti verrà divisa in due
giornate: Il 25 aprile a Cagliari e il 27 aprile a Senorbì. Per
andare incontro alle parrocchie
dell’hinterland diocesano abbiamo optato per la replica dell’evento in una zona territoriale che
potesse favorire la partecipazione di tutte le parrocchie della diocesi.
La seconda novità riguarda il
fatto che a partire
da quest’anno
l’organizzazione
dell’evento verrà
curato dall’equipe di Pastorale Vocazionale composta da diversi giovani della
diocesi di Cagliari. Nel corso dei
mesi passati si sono incontrati
per mettere a punto le fasi orgaA PRIMA NOVITÀ
nizzative, animati dal desiderio
di mettersi in gioco per offrire il
loro servizio con freschezza ed
entusiasmo. Inoltre, per le due
giornate saranno coinvolti circa
trenta animatori degli oratori di
diverse parrocchie con un cospicuo numero di
seminaristi della
nostra diocesi.
Apriti alla verità
porterai la vita!
Don Paolo Sanna,
rettore del seminario, insieme a
me, incaricato diocesano per la
pastorale vocazionale, ha scelto
di porre al centro delle due giornate il tema annuale proposto
Andare a Roma per
ringraziare Francesco
Il 14 maggio l’Udienza Generale in Piazza S. Pietro
+ ARRIGO MIGLIO
I
L PRIMO ANNIVERSARIO dell’ele-
zione di Papa Francesco è
stato ricordato in modo veramente globale a tutti i livelli.
Per noi è stata l’occasione per rivivere la splendida giornata che
lui ha voluto regalarci, portandoci con sé ai piedi di
N.S. di Bonaria.
Come Chiese della
Sardegna andremo a
dirgli il nostro grazie
il prossimo 14 maggio,
mercoledì, partecipando all’udienza generale e celebrando la
S. Messa sulla tomba
dell’Apostolo Pietro. Andremo
anche per dirgli il nostro impegno a tradurre in pratica le parole accorate che ci ha detto il 22
settembre scorso, ma certamente sarà lui per primo a chiederci
cosa abbiamo saputo fare. Non
possiamo quindi andare a mani
vuote. Non parlo tanto dei doni
tradizionali di cui la Sardegna è
sempre molto generosa; parlo di
iniziative, esperienze, gesti concreti di buona volontà che il Papa
si attende di conoscere, non tanto per curiosità sua ma per l’amore che sente per noi.
Invito fin da ora tutte le comunità parrocchiali, i gruppi e specialmente le confraternite a fare
il possibile per essere
presenti. L’ufficio diocesano pellegrinaggi
offre una proposta di
tre giorni, ma ovviamente ogni gruppo
può scegliere di organizzarsi come meglio
riesce, sapendo che i
due appuntamenti comuni per tutti sono l’udienza del
mercoledì mattina e la S. Messa al
pomeriggio. In ogni caso è necessario comunicare per tempo
la propria partecipazione o all’ufficio pellegrinaggi o alla segreteria arcivescovile, al fine di
avere i biglietti sufficienti per i
posti a sedere in Piazza San Pietro.
dal Centro Nazionale Vocazioni.
Aprirsi alla verità significata intraprendere un cammino di scoperta della figura di Gesù: Lui infatti è la Verità che comprende
tutte le piccole verità
che
compongono
l’uomo nella sua più
alta dignità. I giovani
ministranti rappresentano tutti i bambini della nostra diocesi,
ai quali si desidera offrire una riflessione su
come Gesù è venuto a
rivelarci prima di tutto l’uomo,
ciò che dovremo assumere per
essere veramente felici, per aprirci alla vita!
La prima chiamata infatti, è la vocazione all’amicizia con Gesù,
perché solo Lui è capace di comunicarci quei valori fondamentali che ci condurranno ad
esseri donne e uomini veri: capaci di amare, perdonare, farsi
attenti agli ultimi, rispettare il
prossimo, difendere i più deboli
… La chiamata all’amicizia con
Gesù corrisponde alla chiamata
alla vita: si una Vita con la “v”
maiuscola, orientata al bene di
colui che incontro, nella consapevolezza che ci è stato dato un
dono meraviglioso da non sprecare nemmeno per un istante.
Le giornate saranno scandite da
momenti di catechesi comunitarie e di attività ludiche suddivisi per squadre sotto la guida degli
animatori. A conclusione della
mattinata la celebrazione dell’eucarestia sarà presieduta dall’arcivescovo Arrigo Miglio (il 25 aprile).
Dopo il pranzo al sacco
i bambini saranno coinvolti alla partecipazione delle Miniolimpiadi,
nel corso delle quali si
confronteranno in diverse discipline sportive (Calcio, Basket, Pallavolo, Pingpong, Biliardino). Le
giornate si concluderanno con la
consegna di un ricordo dell’evento.
IL PORTICO
11
brevi
MARTEDÌ 29 APRILE
Assemblea elettorale
del Meic
È prevista per martedì 29 alle 18
nella sala delle Pie Discepole in
via Einaudi, 5, a Cagliari, l’Assemblea elettorale del Movimento Ecclesiale di Impegno
Culturale (Meic), invista della XII
Assemblea nazionale. Dovranno
essere eletti il Presidente e i consiglieri del Gruppo e dei delegati all’Assise nazionale.
INIZIATIVE
Percorso catechistico
per adulti
L’Ufficio Catechistico diocesano,
in collaborazione con la Chiesa
Cattedrale, organizza un percorso catechetico, in supporto alle
parrocchie diocesane, per preparare i giovani e gli adulti che intendono completare l’Iniziazione
Cristiana e celebrare, in modo
particolare, il Sacramento della
Cresima. Gli incontri si svolgono
nella Parrocchia Madonna della
Strada (Mulinu Becciu) a Cagliari, il giovedì alle 20.30, a partire
dall’8 maggio 2014.
SOLIDARIETÀ
L’accoglienza
dei bimbi bosniaci
Martedì 29 aprile alle 17.30, presso la Sala Conferenze del Distretto Socio-Sanitario della Cittadella
della Salute, Pad. F, ex Villa Clara,
via Romagna n. 16 in Cagliari è
previsto un incontro su “Bambini
e solidarietà, l’estate sarda dei piccoli bosniaci”. Durante l’incontro il
Dott. Giuseppe Castellano, presidente della ONG “Luciano Lama” incontrerà le famiglie che hanno aderito alla 43ˆ accoglienza dei
bimbi bosniaci per l’estate 2014.
L’iniziativa ha lo scopo di aiutare i
bambini dai 6 ai 12 anni a superare i traumi e gli effetti dolorosi,
spesso profondi, causati dalla
guerra non dimenticando che
molti di essi provengono sia da
orfanotrofi che da famiglie disagiate. Per informazioni: referente
regionale dott. Maurizio Corda 340
4725309 o 3406575488 email [email protected] .
MERCOLEDÌ 30
Incontro di preghiera
al Seminario
«Dove non c’è lavoro, manca la dignità!» è il tema
dell’Incontro di
preghiera per il lavoro in programma Mercoledì 30
aprile vigilia della
memoria liturgica
di San Giuseppe
lavoratore. Alle
20.30 nella cappella del Seminario Arcivescovile
di Cagliari. L’appuntamento è a cura dell'Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro e del
Centro studi sociali Paolo VI
12
IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
DOMENICA 27 APRILE 2014
La Messa del Crisma. In Cattedrale come ogni anno si è rinnovato l’appuntamento per tutto il clero della Diocesi.
“Il Sacramento dell’Ordine, un dono
ricevuto da Dio per il servizio al popolo”
Mons. Miglio ai sacerdoti:
“L’unica preoccupazione
che ci deve caratterizzare
è quella della fedeltà
al ministero che abbiamo
ricevuto dagli Apostoli”
I. P.
Messa
Crismale, celebrata la
mattina del Giovedì
Santo, alla presenza di
tutto il clero della diocesi e di tanti gruppi di cresimandi provenienti da diverse parrocchie, Mons. Miglio ha ripreso in primo luogo l’affermazione di Gesù nella sinagoga
di Nazaret: «Oggi si è compiuta
questa Scrittura che voi avete
ascoltato» (Lc 4,21).
«L’oggi di cui parla Gesù – ha mostrato l’Arcivescovo - è il tempo
nuovo da Lui inaugurato, un oggi
di cui tutti siamo partecipi. Si compie la Scrittura che Gesù ha proclamato, nella presenza di Gesù in
mezzo a noi, Lui, Alfa e Omega,
principio e fine di tutto, Colui che
è che era e che viene. Si compie la
Scrittura in noi il suo corpo, resi liberi dal suo sangue, cioè da suo
amore, e divenuti un regno di sacerdoti, tutti noi battezzati, perché
possiamo offrire a Dio ciò che a
lui piace, l’offerta a lui gradita, il
suo amore».
Mons. Miglio ha poi posto in rela-
N
ELL’OMELIA DELLA
La benedizione degli olii; sotto i presbiteri concelebranti.
zione il sacerdozio ordinato con
quello battesimale, facendo emergere come il primo debba considerarsi sempre al servizio del secondo, cioè dell’intero popolo di
Dio: «Per questo regno di sacerdoti esistiamo. Quanti di noi abbiamo ricevuto il sacramento dell’ordine, nei suoi tre gradi, per essere a
servizio e per far crescere questo
regno di sacerdoti, siamo posti a
servizio del perché questo popolo
cresca nella carità e resti fedele alla parola di Gesù e al suo sacrificio, perché tutti i battezzati diventino sempre più sacerdoti, re e profeti. L’unica nostra preoccupazione
è quella della fedeltà al ministero
che abbiamo ricevuto dagli Apostoli».
La Scrittura, ha proseguito l’Arcivescovo, si compie in modo particolare nel dono dello Spirito Santo
che raggiunge il cristiano nella
realtà dei Sacramenti: «Lo spirito
del Signore è su di noi, ciò avviene
in particolare nel Battesimo e nella Cresima. Nella celebrazione dei
Sacramenti si compie la scrittura, si
realizza la parola di Gesù, senza
questa parola l’acqua, il pane, il vino, l’olio, l’imposizione delle mani,
tutto rimarrebbe un segno muto
che si ferma nella nostra pelle, senza entrare nella nostra vita. Nei Sacramenti viviamo il compimento
delle Scritture e siamo chiamati a
vederlo e a contemplarlo».
Mons. Miglio ha poi richiamato il
passo della Evangelii gaudium di
Papa Francesco dove si afferma che
«la Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia,
alimenta e rafforza interiormente i
cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica
nella vita quotidiana. Abbiamo ormai superato quella vecchia con-
trapposizione tra Parola e Sacramento. La Parola proclamata, viva
ed efficace, prepara la recezione
del Sacramento, e nel Sacramento
tale Parola raggiunge la sua massima efficacia» (n. 174).
Per entrare dentro il messaggio della Parola di Dio gli occhi di tutti i
credenti devono rimanere fissi sul
Signore Gesù, ha ricordato l’Arci-
vescovo: «nell’episodio evangelico vediamo che apre il libro, lo proclama, lo spiega, così come farà
con i discepoli di Emmaus, e poi
nel cenacolo aprirà la mente dei
Dodici perché abbiano la comprensione della Scrittura attraverso di lui che è la vera chiave di lettura con la sua persona e la sua vita».
Il libro delle Scritture «è nelle nostre mani perché ogni giorno possiamo gioire e lodare il Signore, vedendo e constatando il compimento delle Scritture, che continua in crescendo, e che manifesta
la ricchezza di ogni parola scritta
dallo Spirito Santo che illumina
ogni situazione umana»
Ogni cristiano, sia esso sacerdote o
laico, deve interrogarsi sul ruolo
che la Scrittura occupa nella sua
esistenza: «Occorre chiedersi che
posto occupa la Scrittura nella nostra vita di ogni giorno, nelle nostre attività pastorali, nelle nostre
programmazioni. Essa deve diventare alimento per la preghiera,
il discernimento, l’annuncio e la
catechesi».
IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 27 APRILE 2014
IL PORTICO
13
La Veglia Pasquale. Nel corso della celebrazione tre catecumeni hanno ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione.
Pasqua, ogni cristiano deve testimoniare
la gioia del Risorto nella vita quotidiana
Mons. Miglio ha poi proseguito
indicando degli esempi dove è
possibile vedere questa gioia.
In primo luogo la comunità ortodossa che celebra la Pasqua, affermando così la fede in Gesù Risorto, che unisce i cristiani nonostante le divisioni esistenti.
Tutti infatti fanno riferimento al
Risorto che «è pienamente vivo, è
il nostro Pastore, e ci accompagna».
La gioia è poi presente nei catecumeni che diventeranno cristiani per il «la loro scoperta del
Signore, della vita nuova che il Signore gli offre».
La felicità della Pasqua si può vedere anche nei fratelli del Cammino Neocatecumenale, «che
hanno fatto un lungo cammino
per riscoprire la ricchezza del
Battesimo, in particolare della fe-
Mons. Miglio:
“Incontriamo ogni
giorno delle persone
capaci di rendere grazie
per il dono della fede,
per aver incontrato Gesù
nella propria strada”
I.P.
D
VEGLIA Pasquale, celebrata in
Cattedrale, Mons. Miglio ha amministrato i
Sacramenti dell’iniziazione cristiana a tre catecumeni e si è tenuto il rinnovo delle promesse
battesimali di un gruppo di persone del Cammino NeocatecuURANTE LA
de nel Cristo Risorto che viene
incontro a noi».
Tutti i credenti, ha mostrato infine l’Arcivescovo, sono chiamati
sempre ad esaminarsi di fronte
alla realtà della Risurrezione, per
verificare come questo avvenimento venga accolto dentro la
propria vita: «Quando per dei
battezzati l’essere cristiani è
qualcosa di scontato, che gli è
piovuto addosso, che si trascina
dietro, si sopporta di vivere nella
Chiesa, lì è difficile riconoscere
il Risorto. Incontriamo però ogni
giorno persone che sanno dire
grazie per la fede che hanno ricevuto, per aver incontrato il Signore, per la sua Parola, per la
scoperta che facciamo quotidianamente della sua presenza, del
suo essere ogni giorno il Vivente».
menale.
Nella sua omelia l’Arcivescovo ha
insistito in modo particolare sul
tema della gioia: «Oggi riceviamo un messaggio di gioia, perché Gesù è risorto. Dove Gesù è
risorto? Dobbiamo andare in Galilea per vederlo. Dobbiamo metterci in strada per vedere il Risorto. Abbiamo alcuni segni particolari Gesù risorto lo vediamo
nella gioia che traspare dagli occhi di coloro che sono contenti
di essere cristiani».
La Settimana Santa dell’Arcivescovo
FABIO FIGUS
14
IL PORTICO DEI PAESI TUOI
IL PORTICO
brevi
VERGINE DELLA SALUTE
Percorsi di formazione
pre-matrimoniali
Non è bene che l'uomo sia solo
(Gen. 2,18). Questa affermazione
biblica, è completata dal versetto
19 che prosegue; "Gli voglio fare
un aiuto che gli sia simile."
È in questa similitudine che possiamo trovare la perfezione dell'unione dell'uomo e della donna.
Perché sono l'uno il completamento dell'altro. Su questo fondamentale principio si sostiene la
bellezza, la concretezza e la solidità del Sacramento del matrimonio. Un sacramento che Dio ha affidato alla chiesa perché in esso si
potesse dare origini ai fondamentali della società, della solidarietà,
del reciproco soccorso ma soprattutto dell'amore nella dimensionedella donazione dell'uno verso l'altra, e dell'apertura alla vita.
Tutti questi valori che la società moderna
oggi sta perdendo, sono il
fondamento di
un matrimonio
ristiano, matrimonio voluto e
celebrato per durare una vita, per
dare origine ad altre vite e portare
al mondo un messaggio di amore
vero, di un amore fondato sul donarsi, sul non pretendere
per se, sulla accoglienza dei figli
che il Signore vuole donare, sul
perdono reciproco. La parrocchia
Vergine della Salute al Poetto, alle 20:30 con cadenza lunedì/venerdì, tiene un ciclo di catechesi
sul matrimonio Cristiano, al quale
sono invitati quanti si apprestano
a celebrare il matrimonio, ma è
anche aperto a tutti coloro che già
sposati, stiano vivendo momenti
di silenzi, di conflitto, di incomprensioni, di separazione. Queste
catechesi saranno tenute da coppie di sposi che la Chiesa ha chiamato a testimoniare con le loro
esperienze la fedeltà di Dio nel sacramento del matrimonio.
(R. Tosadori)
Parrocchia B.V. Immacolata. La missione guidata dai Frati ha coinvolto l’intero paese.
Serrenti, una comunità parrocchiale
impegnata nell’annuncio di Cristo
L’auspicio, una volta
terminata l’attività
dei missionari, è che
l’impegno di annuncio
e di testimonianza possa
coinvolgere sempre
nuove persone
DON ANTONIO PILLONI*
L
A MISSIONE, PENSATA e idea-
ta, più di un anno fa, soltanto per i giovani, da celebrare nell’Anno della
Fede indetto dal Papa emerito Benedetto XVI, è stata invece realizzata nella settimana dal 6 al 12
aprile ed ha finito per interessare
tutte le famiglie e le coppie nelle
loro diverse realtà.
È stata preparata con la preghiera
per invocare l’azione dello Spirito
che doveva essere il principale artefice e conduttore della Missione che veniva affidata nella realizzazione pratica ad alcuni giovani
Frati cappuccini sotto la guida di
Fra Cristiano Raspino, responsabile del Santuario dedicato al Servo di Dio Fra Nazzareno a Pula.
Con Fra Cristiano, il parroco, i catechisti e i collaboratori si tennero
gli incontri di preparazione e di
messa a punto del programma che
veniva definito, stampato in cinquemila copie e distribuito ovunque: nei negozi, nei bar, nel Comune e nelle case.
A Fra Cristiano, Fra Alberto, Fra
Luca, Fra Ugo, Fra Pierluigi, Fra
Giorgio, Fra Donatello, Fra Stefano
e Fra Riccardo, va il doveroso ringraziamento di tutta la comunità
serrentese per il lavoro prezioso di
animazione svolto nella settimana
visitando le famiglie, gli ammalati, incontrando le persone nei Cen-
Due momenti della missione a Serrenti
tri di Ascolto, momenti importanti di confronto e di evangelizzazione. Molti giovani e adulti hanno
partecipato a questi Centri di
ascolto mostrando serio interesse
e desiderosi di incontrare il Dio vero, rivelato da Gesù Cristo, ma
esprimendo anche le tante remore dovute spesso ai condizionamenti e ostacoli posti dalle stesse
persone che ruotano attorno alla
parrocchia.
Il clima di “perfetta letizia” francescana, l’amicizia e l’accoglienza di tutti sono state la molla che
ha fatto scattare l’entusiasmo nei
piccoli e l’interesse e la voglia di
lasciarsi coinvolgere da giovani e
adulti.
Una imponente “Fiaccolata della
Speranza” fu il segno tangibile della luce che doveva pervadere la vita nuova.
Una solenne concelebrazione con
la partecipazione anche di P. Gio-
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DOMENICA 27 APRILE 2014
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vanni Atzori, Superiore Provinciale della Sardegna e della Corsica e
un ricchissimo buffet nel piazzale
di chiesa conclusero sabato 12 la
settimana speciale, intensa e
gioiosa, di vita parrocchiale. Ora,
la speranza è che si possano, nel
tempo, vederne dei frutti. “Beata
quella parrocchia dove non pochi
fanno tutto, ma tutti fanno qualcosa per il bene della comunità”.
Questo è il nostro motto che deve
accompagnare il lavoro e l’impegno di tutti per creare comunità
fraterna che sa accogliere.
La Missione non è finita; comincia ora!
*Parroco di Serrenti
IL PORTICO DELL’ANIMA
DOMENICA 27 APRILE 2014
Venerdì Santo. Alcuni passaggi dell’omelia di Padre Raniero Cantalamessa a San Pietro.
Il cattivo uso del denaro allontana
dall’attenzione verso Dio e i fratelli
divinoumana della passione di
Gesù ci sono tante piccole storie di uomini e di
donne entrati nel raggio
della sua luce o della sua ombra.
La più tragica di esse è quella di
Giuda Iscariota. È uno dei pochi
fatti attestati, con uguale rilievo, da
tutti e quattro i vangeli e dal resto
del Nuovo Testamento. La primitiva comunità cristiana ha molto riflettuto sulla vicenda e noi faremmo male a non fare altrettanto. Essa ha tanto da dirci […]
A Giuda era stata affidata la borsa
comune del gruppo; in occasione
dell’unzione di Betania aveva protestato contro lo spreco del profumo prezioso versato da Maria sui
piedi di Gesù, non perché gli importasse dei poveri, fa notare Giovanni, ma perché «era un ladro e,
siccome teneva la cassa, prendeva
quello che vi mettevano dentro»
(12, 6). La sua proposta ai capi dei
sacerdoti è esplicita: «Quanto siete
disposti a darmi, se io ve lo consegno? Ed essi gli fissarono trenta sicli
d’argento» (Matteo, 26, 15).
Ma perché meravigliarsi di questa
spiegazione e trovarla troppo banale? Non è stato forse quasi sempre così nella storia e non è ancora
oggi così? Mammona, il denaro,
non è uno dei tanti idoli; è l’idolo
per antonomasia; letteralmente,
«l’idolo di metallo fuso» (cfr. Esodo,
34, 17). E si capisce il perché. Chi è,
oggettivamente, se non soggettivamente (cioè nei fatti, non nelle
intenzioni), il vero nemico, il con-
D
Cosa c’è dietro il commercio della
droga che distrugge tante vite
umane, lo sfruttamento della prostituzione, il fenomeno delle varie
mafie, la corruzione politica, la fabbricazione e il commercio delle armi, e perfino — cosa orribile a dirsi — alla vendita di organi umani
tolti a dei bambini? E la crisi finanziaria che il mondo ha attraversato e che questo Paese sta ancora
attraversando, non è dovuta in
buona parte all’«esecranda bramosia di denaro», l’auri sacra fames, (Virgilio, Eneide, 3. 56-57) da
parte di pochi? Giuda cominciò
con sottrarre qualche denaro dalla cassa comune. Dice niente questo a certi amministratori del denaro pubblico?
Ma senza pensare a questi modi
criminali di accumulare denaro,
non è già scandaloso che alcuni
percepiscano stipendi e pensioni
cento volte superiori a quelli di chi
lavora alle loro dipendenze e che
alzino la voce appena si profila l’eventualità di dover rinunciare a
qualcosa, in vista di una maggiore
giustizia sociale? […]
Si può tradire Gesù anche per altri
generi di ricompensa che non siano i trenta denari. Tradisce Cristo
chi tradisce la propria moglie o il
proprio marito. Tradisce Gesù il
ministro di Dio infedele al suo stato, o che invece di pascere il gregge
pasce se stesso. Tradisce Gesù
chiunque tradisce la propria coscienza. […]
Pietro ebbe rimorso di quello che
aveva fatto, ma anche Giuda ebbe
rimorso, tanto che gridò: «Ho tradito sangue innocente!» e restituì i
trenta denari. Dov’è allora la differenza? In una cosa sola: Pietro
ebbe fiducia nella misericordia di
Cristo, Giuda no! Il più grande peccato di Giuda non fu aver tradito
Gesú, ma aver dubitato della sua
misericordia.
Se lo abbiamo imitato, chi più chi
meno, nel tradimento, non lo imitiamo in questa sua mancanza di
fiducia nel perdono. Esiste un sacramento nel quale è possibile fare una esperienza sicura della misericordia di Cristo: il sacramento
della riconciliazione. Quanto è bello questo sacramento! È dolce sperimentare Gesù come maestro, come Signore, ma ancora più dolce
sperimentarlo come Redentore:
come colui che ti tira fuori dal baratro, come Pietro dal mare, che ti
tocca, come fece con il lebbroso, e
ti dice: «Lo voglio, sii guarito!»
(Matteo, 8, 3).
iniziale fu quella della ritirata:
‘occhio non vede, cuore non
duole’. Il testo biblico delinea una
decisione di equilibrio da parte
dello zelante Mattatia.
Prova ad allontanarsi da Gerusalemme e a rifugiarsi in territori
‘incontaminati’. Si leggerà che
non esiste territorio senza possibilità di tentazione, dal momento che a Modin vengono inviati dei messaggeri per costringere anche quella landa all’apostasia. Ancor di più! Proprio Mattatia, alla presenza dei figli, viene
indotto a compiere un sacrificio.
La sua dichiarazione (1Mac
2,19-22) è talmente forte e decisa da non suscitare ulteriore
imposizione da parte dei greci.
Tuttavia, ciò che non provocano i greci lo fa un giudeo che si
accosta all’altare per sacrificare.
In Mattatia scoppia la forza
dello zelo religioso, al punto
che si avventa contro il connazionale e lo uccide. Il testo biblico sentenzia: ‘fu preso da
giusta collera’ (2,24), indicando l’intenzione di fondo dei
racconti. In questi due libri –
che si scontrano con la nostra
sensibilità pacifista e conciliante – si cristallizza la necessità di vivere una religiosità
convinta, una fede esistenzialmente concreta, coscienziosamente convinta.
Le modalità con cui Mattatia
e i suoi figli conducono la formazione non può essere certamente condiviso, ma si potrebbe andare più a fondo a vedere quale sia la nostra personalità a dare la vita per la persona del Cristo, centro del nostro credere. A noi, personalmente, ‘l’ardua sentenza’!
ENTRO LA STORIA
corrente di Dio, in questo mondo?
Satana? Ma nessun uomo decide
di servire, senza motivo, Satana.
Se lo fa, è perché crede di ottenere
da lui qualche potere o qualche
beneficio temporale. Chi è, nei fatti, l’altro padrone, l’anti-Dio, ce lo
dice chiaramente Gesù: «Nessuno
può servire a due padroni: non potete servire a Dio e a Mammona»
(Matteo, 6, 24). Il denaro è il «dio visibile» (W. Shakespeare, Timone
d’Atene, atto iv, sc. 3.), a differenza
del Dio vero che è invisibile.
Mammona è l’anti-dio perché crea
un universo spirituale alternativo,
cambia oggetto alle virtù teologali. Fede, speranza e carità non vengono più riposte in Dio, ma nel denaro. Si attua una sinistra inversione di tutti i valori. «Tutto è possibile a chi crede», dice la Scrittura
(Marco, 9, 23); ma il mondo dice:
«Tutto è possibile a chi ha il denaro». E, a un certo livello, tutti i fatti
sembrano dargli ragione. […]
PERSONAGGI DELLA BIBBIA
Mattatia
di MICHELE ANTONIO CORONA
le ragioni
dell’altro e cercare di
venirsi incontro è una
delle richieste più consuete della società globalizzata e
multietnica odierna. D’altra parte, arroccarsi sulle proprie convinzioni e non permettere alcuno
spiraglio di dialogo ed incontro
appaiono come il risultato di
un’intransigenza esagerata ed infruttuosa.
Nella Scrittura sono presenti due
libri (non riconosciuti ‘canonici’
per gli ebrei), in cui il ‘fondamentalismo religioso’ è valore
portante: primo e secondo libro
dei Maccabei.
Il contesto culturale in cui si dipanano le narrazioni è l’avvio
della cultura ellenistica e ‘mondializzata’ ad opera di Alessandro Magno e dei suoi successori.
La grecità viene esportata ed imposta ai popoli dominati non at-
C
OMPRENDERE
traverso la forza bruta, ma per
mezzo del fascino che la cultura
ellenistica esercitava. A differenza di molti popoli, il giudaismo
religioso non accettava inserzioni pagane nel culto e rifiutava
nettamente qualsiasi impurità.
La costruzione del ginnasio (luogo di istruzione intellettuale e fisica per i giovani) è annoverato
tra i peggiori apporti della società
pagana nella città santa di Gerusalemme.
I giudei più religiosi dovettero
inorridire davanti a tutte quelle
novità pagane e dissacranti, al
punto che Mattatia ed i suoi figli
sono l’emblema della protesta
serrata contro i connazionali ‘accomodanti’.
Mattatia era sacerdote e non sopportò di vedere la capitale in mano a quei ‘senza Dio’ con l’appoggio colpevole e blasfemo di
giudei tiepidi. La sua reazione
IL PORTICO
15
detto tra noi
La peste
della burocrazia
di D. TORE RUGGIU
In Italia è consuetudine per ogni
problema che un cittadino deve
affrontare, essere rimandati da un
ufficio all’altro. E poco male se ci si
limitasse a questo. L’aspetto più
tragico, incomprensibile e ingiustificabile è che i vari impiegati di turno, molto spesso, sono incapaci di
risolvere i problemi o perché non li
vogliono risolvere oppure perché in
tutt’altre faccende affaccendati. Il
risultato è che molte opere rimangono incompiute per molti anni (o
per sempre), proprio a causa di
questa burocrazia asfissiante. Le
conseguenze sono che magari
un’opera finanziata in un certo periodo, sr a motivo della lentezza
burocratica viene avviata diversi
anni dopo, i soldi non siano più
sufficienti per portare a compimento il progetto che, nel frattempo, è stato magari anche superato
dalle nuove tecnologie o altro. Pertanto non ci sorprendiamo di cartelli che indicano lavori in corso,
progetti che indicano una data di fine lavori già abbondantemente superata, deviazioni stradali definitivamente provvisorie e tanto altro
che, purtroppo, tutti vediamo e conosciamo.
Spesso mi domando: come mai,
per esempio, in Trentino Alto Adige
da un anno all’altro, nello stesso
percorso si trovino in più una nuova galleria e una circonvallazione.
Oppure, a Pozza di Fassa, tanto
per essere precisi, in un giorno, dico in un giorno, hanno rifatto tutta
la segnaletica interna, iniziando
prestissimo e terminando solo ad
opera perfettamente conclusa
(mezzanotte). Proviamo in altre zone d’Italia a proporre di fare un lavoro del genere con tempi di realizzazione uguali… Qui la burocrazia non c’entra nulla, ma interviene
un’altra peste contagiosa che è la
“mandronia”. Tuttavia, attenzione,
quanto capita per i lavori pubblici finora considerati, succede in molti altri comparti della società. Vogliamo parlare di quanto deve attendere un paziente per avere una
visita medica? Vogliamo parlare di
quanto impiega il cittadino per ottenere i permessi per aprire una
attività lavorativa, senza oneri per lo
Stato? Vogliamo parlare di quanto
deve attendere un imputato per
avere giustizia (Vedi omicidio di via
Poma, con più di 20 anni di processo, concluso un mese fa in
Cassazione e, di fatto, ancora nessun colpevole). Insomma, per farla breve, in Italia lo Stato è sollecito ad imporre i doveri ai cittadini,
lentissimo nel garantire i diritti. Un
piccolo episodio, tanto per rendere l’idea del fenomeno di cui stiamo
parlando, è capitato ad un signore
che, recatosi dal parroco per richiedere un certificato di Battesimo
e di Cresima, avendolo ottenuto in
due minuti (dico 2 miniti), ha con
meraviglia affermato: “già fatto? È
la prima volta che mi capita di entrare in un ufficio ed essere sbrigato così in fretta”. Ora, è evidente che i problemi non sono così
semplici, ma la burocrazia in Italia
è esasperante e, per questo, siamo
famosi.
16
IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO
IL PORTICO
Il Santo Padre. L’omelia della Veglia Pasquale celebrata nella Basilica di San Pietro.
Ritornare sempre in “Galilea”
per incontrare ancora il Risorto
l Vangelo della risurrezione
di Gesù Cristo incomincia
con il cammino delle donne verso il sepolcro, all’alba del giorno dopo il sabato. Esse vanno alla tomba, per onorare il corpo del Signore, ma la
trovano aperta e vuota. Un angelo potente dice loro: «Voi non
abbiate paura!» (Mt 28,5), e ordina di andare a portare la notizia ai discepoli: «È risorto dai
morti, ed ecco, vi precede in Galilea» (v. 7). Le donne corrono
via subito, e lungo la strada Gesù stesso si fa loro incontro e dice: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (v. 10). “Non abbiate paura”, “non temete”: è una voce
che incoraggia ad aprire il cuore per ricevere questo annuncio.
Dopo la morte del Maestro, i discepoli si erano dispersi; la loro
fede si era infranta, tutto sembrava finito, crollate le certezze, spente le speranze. Ma ora,
quell’annuncio delle donne,
benché incredibile, giungeva
come un raggio di luce nel buio.
La notizia si sparge: Gesù è risorto, come aveva predetto…E
anche quel comando di andare
in Galilea; per due volte le donne l’avevano sentito, prima dall’angelo, poi da Gesù stesso:
«Che vadano in Galilea, là mi
vedranno». “Non temete” e “andate in Galilea”.
La Galilea è il luogo della prima
chiamata, dove tutto era inizia-
dire nel cuore la memoria viva
di questa chiamata, quando Gesù è passato sulla mia strada, mi
ha guardato con misericordia,
mi ha chiesto di seguirlo; tornare in Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in cui i suoi occhi si sono
incrociati con i miei, il momento in cui mi ha fatto sentire che
mi amava.
Oggi, in questa notte, ognuno
di noi può domandarsi: qual è la
mia Galilea? Si tratta di fare memoria, andare indietro nel ricordo. Dov’è la mia Galilea? La
ricordo? L’ho dimenticata? Cercala e la troverai! Lì ti aspetta il
Signore. Sono andato per strade
e sentieri che me l’hanno fatta
dimenticare. Signore, aiutami:
dimmi qual è la mia Galilea; sai,
io voglio ritornare là per incontrarti e lasciarmi abbracciare
dalla tua misericordia. Non abbiate paura, non temete, tornate in Galilea!
Il Vangelo è chiaro: bisogna ritornare là, per vedere Gesù risorto, e diventare testimoni della sua risurrezione. Non è un ritorno indietro, non è una nostalgia. E’ ritornare al primo
amore, per ricevere il fuoco che
Gesù ha acceso nel mondo, e
portarlo a tutti, sino ai confini
della terra. Tornare in Galilea
senza paura.
«Galilea delle genti» (Mt 4,15; Is
8,23): orizzonte del Risorto,
orizzonte della Chiesa; desiderio intenso di incontro… Mettiamoci in cammino!
I
Papa Francesco durante la Veglia Pasquale
to! Tornare là, tornare al luogo
della prima chiamata. Sulla riva
del lago Gesù era passato, mentre i pescatori stavano sistemando le reti. Li aveva chiamati, e loro avevano lasciato tutto e
lo avevano seguito (cfr Mt 4,1822).
Ritornare in Galilea vuol dire rileggere tutto a partire dalla croce e dalla vittoria; senza paura,
“non temete”. Rileggere tutto –
la predicazione, i miracoli, la
nuova comunità, gli entusiasmi
e le defezioni, fino al tradimento – rileggere tutto a partire dalla fine, che è un nuovo inizio,
da questo supremo atto d’amore.
Anche per ognuno di noi c’è una
“Galilea” all’origine del cammino con Gesù. “Andare in Galilea” significa qualcosa di bello,
significa per noi riscoprire il nostro Battesimo come sorgente
viva, attingere energia nuova alla radice della nostra fede e della nostra esperienza cristiana.
Tornare in Galilea significa anzitutto tornare lì, a quel punto
incandescente in cui la Grazia
di Dio mi ha toccato all’inizio
del cammino. E’ da quella scintilla che posso accendere il fuoco per l’oggi, per ogni giorno, e
portare calore e luce ai miei fratelli e alle mie sorelle. Da quella
scintilla si accende una gioia
umile, una gioia che non offende il dolore e la disperazione,
una gioia buona e mite.
Nella vita del cristiano, dopo il
Battesimo, c’è anche un’altra
“Galilea”, una “Galilea” più esistenziale: l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo, che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua
missione. In questo senso, tornare in Galilea significa custo-
DOMENICA 2 MARZO 2014
curiosità
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n. 13 del 13 aprile 2004
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Il Portico del 27/04/2014