SCHEMA N
NP/22440
DE .PROT. ANNO
2011
N. 8
IN DATA 13/01/2012
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R E G I O N E L I G U R I A - G i u n t a Regionale
Segreteria Generale Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale
Staff Centrale e Servizi Giunta - Settóre
SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE : N
3082 del
13/01/2012
O G G E T T O : Procedura di V.I.A. regionale. Progetto per la realizzazione di un impianto eolico di interesse interregionale
denominato Monte Forale nei Comuni di Ronco Scrivia (GÈ), Fraconalto e Voltaggio (AL). Proponente: ENEL Green Power.
Parere negativo.
CERTIFICAZIONE DELLE RISULTANZE DELL'ESAME DELL'ATTO
Si ATTESTA che nel corso dell'odierna seduta della Giunta Regionale, PRESIDENTE
Claudio Burlando , con la
partecipazione dei seguenti Componenti, che si sono espressi in conformità di quanto a fianco di ciascuno indicato:
V O T I E S P R E SS I
PRESENTI
1 COMPONENTI DELLA GIUNTA - SIGNORI
ASSENTI
FAVOR
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
11
Claudio Bur indo
Marylin Fusco
Giovanni Barbagallo
Angelo Berlangieri
Giovanni Bollano
Renata Briano
Gabriele Cascino
Renzo Guccinelli
Claudio Montaldo
Raffaella Paita
Lorena Rambaudi
Sergio Rossetti
Giovanni Enrico Vesco
- Presidente
- Vice Presidcnle
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
- Assessore
ASTEN
CONTR
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
11
2
RELATORE alla Giunta Renata Briano e con l'assistenza del Segretario Generale
svolto le funzioni di SEGRETARIO
e del Dott. Roberta Rossi, che ha
LA GIUNTA REGIONALE
all'unanimità HA APPROVATO il provvedimento proposto secondo Io schema il cui testo integrale è riportato in originale
da pag. 1 a pag. 2 della presente cartella, autenticato dal Segretario della Giunta Regionale.
Data - IL SEGRETARIO
13/01/2012 (pì>b&r/a Rossi)
^
II presente ATTO viene contraddistinto col numero, a margine indicato, del REGISTRO ATTI DELLA GIUNTA
REGIONALE - Parte I
AUTENTICAZIONE COPIE
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RISULTANZE
DELL'ESAME
PAGINA : 1
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DELIBERAZIONE
CODICE PRATICA
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271
SCHEMA N
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
NP/22440
DEL PROT. ANNO
Dipartimento Ambiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
201 1
OGGETTO : Procedura di V.I.A. regionale. Progetto per la realizzazione di un impianto eolico di interesse interregional
denominato Monte Forale nei Comuni di Ronco Scrivia (GÈ), Fraconalto e Voltaggio (AL). Proponente: ENEL Green Power
Parere negativo.
DELIBERAZIONE
IN
N.
I DELLA GIUNTA
DA
LA GIUNTA REGIONALE
VISTI:
- la legge regionale 30 dicembre 1998, n. 38 "Disciplina della valutazione di impatto ambientale", ed i
particolare:
• l'articolo 2, comma terzo, secondo il quale sono sottoposti alla procedura regionale i progetti di opere e
impianti ricompresi nell'allegato 2, ed il comma 4, che norma la sottoposizione a V.I.A. delle opere e
impianti incluse nell'allegato 3;
• l'articolo 13, comma nono, secondo il quale la Giunta regionale si pronuncia entro trenta giorni dall
conclusione dell'istruttoria, sulla base del parere espresso dal Comitato tecnico regionale per la V.I.A.;
- la legge della Regione Piemonte del 14 dicembre 1998, n. 40 " Disposizioni concernenti la compatibilit
ambientale e le procedure di valutazione", che all'ari. 16 dispone che la VIA di impianti che risultino localizza
anche sul territorio di regioni confinanti, l'autorità competente effettua la procedura di VIA ed esprime il giudizii
di compatibilita ambientale d'intesa con le regioni cointeressate;
- la deliberazione 26 novembre 1999, n. 1415 della Giunta Regionale, con la quale sono state approvate li
norme tecniche per la procedura di valutazione di impatto ambientale, e la deliberazione 12 luglio 2002, n. 752
della Giunta Regionale, con la quale è stata modificata la precedente;
- la deliberazione 5 settembre 2002, n. 966 della Giunta Regionale, con la quale sono stati fissati i criteri e
riferimento e i contenuti documentali per la valutazione della compatibilita ambientale degli impianti eolici, e
deliberazione 23 maggio 2008, n. 551 della Giunta Regionale di integrazione della precedente;
- la deliberazione del 3 febbraio, n. 3 del Consiglio regionale, con la quale sono stati aggiornati gli obiettivi pe
l'eolico del Piano Energetico Ambientale Regionale - PEARL, nonché stabiliti ulteriori criteri per l'inserimenti
ottimale di tale tipologia di impianti sul territorio;
PREMESSO che:
in data 9 maggio 2011 è stata attivata da parte di ENEL Green Power la procedura di V.I.A. regionale relativa
al progetto per la realizzazione di un impianto eolico di interesse interregionale denominato Monte Forale ne
Comuni di Ronco Scrivia (GÈ), Fraconalto e Voltaggio (AL);
la Provincia di Alessandria, autorità competente per la valutazione ai sensi della vigente norma della Regione
Piemonte, ha rilevato la necessità di integrare la documentazione fornita con quanto richiesto durante la
Conferenza dei Servizi del 12.11.2009; in attesa della documentazione integrativa i termini procedimentali sono
rimasti sospesi;
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Data - IL SEGRETARIO
(Dott.ssì£Paoia Solari)
AUTENTICAZIONE COPIE
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ATTO
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PAGINA : 1
COD. ATTO :
DELIBERAZIONE
CODICE PRATICA
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DEL PROT. ANNO
-
REGIONE LIGURIA
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Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Vantazione Impatto Ambientale - Settore
2011
la documentazione integrativa è pervenuta in parte in data 6.07.2011, e successivamente in data 23.08.2011 ;
CONSIDERATO che:
con nota prot. 37035 del 24.11.2011 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha espresso parere negativi
alla realizzazione del parco eolico Monte Forale, subordinando la realizzazione di un parco eolico in sito ali;
rielaborazione del progetto come indicato nel merito istruttorie;
la sezione per la V.I.A. del Comitato Tecnico Regionale per il Territorio, nella seduta del 20 dicembre 2011, h;
reso, a voti unanimi, parere negativo (voto n. 271), di cui al documento allegato che costituisce parte integranti
e sostanziale della presente deliberazione;
RITENUTO di fare proprio il voto n. 271 reso dai suddetto Comitato, per le motivazioni ivi espresse;
SU PROPOSTA dell'Assessore all'Ambiente e Sviluppo sostentile, Protezione civile, Caccia e pesca acqui
interne, Altra economia e stili di vita consapevoli
DELIBERA
1.
di esprimere parere negativo, per quanto di competenza, per il progetto volto alla realizzazione di un impianti
eolico di interesse interregionale, denominato Monte Forale, nei Comuni di Ronco Scrivia (GÈ), Fraconalto i
Voltaggio (AL), per le motivazioni espresse nell'allegato parere n. 271 che costituisce parte integrante i
sostanziale del presente atto.
2.
di dare mandato al settore VIA regionale di trasmettere la presente deliberazione agli uffici competenti dell;
provìncia di Alessandria.
La presente deliberazione è pubblicata, per estratto, sul Bollettino Ufficiale della Regione Liguria.
Contro il presente provvedimento può essere inoltrato ricorso in opposizione, ai sensi dell'ari 18 della leggi
regionale 30 dicembre 1998 n. 38, entro trenta giorni dalla pubblicazione sul B.U.R.L., fermo restando la possibilità
di ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria entro 60 giorni o alternativamente di ricorso
straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla notifica, comunicazione o pubblicazione dell'
stesso.
-FINE TESTO-
Si attesta la regolarità amministrativa, tecnica e contabile del presente atto.
Data - IL DIRIGENTE
Data - IL DIRETTORE GENERALE
(Ing. Rftbfrto, Boni)
(C)6tt.ssftQarjn>lla Minervini)
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Data - IL SEGRETARIO
(Dottsga-Paola Solari)
ATTO
AUTENTICAZIONE COPIE
CODICE PRATICA
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271
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(Daniele Rufftni)
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DELIBERAZIONE
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REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
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OGGETTO : Procedura di V.I.A. regionale. Progetto per la realizzazione di un impianto eolico di interesse interregionale
denominato Monte Forale nei Comuni di Ronco Scrivia (GÈ), Fraconalto e Voltaggio (AL). Proponente: ENEL Green Power.
Parere negativo.
DOCUMENTI ALLEGATI COSTITUITI DAL NUMERO DI PAGINE A FIANCO DI CIASCUNO INDICATE
PER UN TOTALE COMPLESSIVO DI PAGINE N. 21
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(Dott.ssa Padla;Spjari)
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CODICE PRATICA :
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SCHEMA N
NP/22440
DEL PROT. ANNO 2011
REGIONE LIGURIA Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
SEDUTA DEL: 20 DICEMBRE 2011
PARERE N. 271
OGGETTO: IMPIANTO EOLICO INTERREGIONALE "MONTE FORALE" NEI COMUNI DI RONCO SCRIVIA E VOLTAGGIO.
PROPONENTE: ENEL GREENPOWER
~ Premessa
La proposta di impianto eolico è stata avanzata in prima fase nel 2008, giungendo a conclusione della Conferenza dei
servizi indetta dalla Provincia di Alessandria con il Decreto Dirigenziale n. 190/100087 del 30.06.2008, con il quale è
stata determinata la necessità di sottoporre a VIA ai sensi della l.r. n. 40/98 il progetto per il nuovo parco eolico "Monte
Forale". Le conclusioni della conferenza sono state condivise per parte ligure, essendo in corso all'epoca la definizione
della mappa delle aree non idonee alla collocazione di impianti eolici (DCR n. 3/2009).
Successivamente ENEL Green Power ha fatto istanza presso Provincia di Alessandria di attivazione della procedura di
VIA regionale, come da comunicazione della Provincia stessa al settore VIA regionale ligure (nota prot. 117294 del
8.09.2009). Nel corso della Conferenza dei servizi del 12.11.2009 sono state richieste integrazioni al SIA.
Con nota prot. 113110 del 28.09.2009 la Provincia di Genova ha comunicato, sempre al settore VIA regionale, l'istanza
di autorizzazione unica avanzata da ENEL Green Power in merito alla collocazione di 4 aerogeneratori nel territorio di
Ronco Scrivia. Nella stessa data si era svolta la conferenza preliminare, nel corso della quale si era deciso di dar
seguito alla richiesta e di procedere al più presto alla convocazione della seduta referente, fissata per il giorno
14.10.2009. Nel corso della conferenza sono state rilevate delle carenze documentali, relative ad esempio alla parte
geologica e al progetto, ad oggi non colmate.
Il settore VIA - Regione Liguria ha successivamente comunicato (nota PG/2009/147789 del 14.10.2009)
Fimprocedibilità della richiesta di attivazione della VIA, in quanto la documentazione non possedeva i requisiti minimi
di cui alla DGR n. 551/2008, in particolare essendo carente del monitoraggio dell'avifauna e della chirotterofauna. Con
la stessa nota, data l'intenzione comunicata per le vie brevi di richiedere integrazioni da parte della Provincia di
Alessandria, si affermava la necessità di gestire in modo omogeneo tale documentazione e quindi mettere i due enti
interessati in condizione di avere gli stessi contenuti da valutare. Durante incontri successivi con il proponente sono
state evidenziate le criticità connesse all'intervento e l'opportunità di verificare una rielaborazione del progetto con
riduzione del numero complessivo di aerogeneratori, eventualmente di taglia maggiore, e loro ricollocazione.
Con successiva nota prot. 132758 del 9.11.2009, la Provincia di Genova ha comunicato l'avvenuta sospensione del
procedimento in attesa dell'esito della VIA, nonché dell'assenso, sempre da parte della Regione, alla deroga al PTCP.
La richiesta di avvio della procedura di VIA regionale è pervenuta trasmettendo in allegato ad integrazione del SIA
depositato nel 2009 il monitoraggio dell'avifauna e della chirotterofauna, degli approfondimenti della Relazione
acustica e un addendum al SIA relativo a questi aspetti. La data di avvio, di pubblicazione del relativo annuncio, è il
9.05.2011.
Con nota prot. 61720 del 17.05.2011 la Provincia di Alessandria ha comunicato l'avvenuto deposito del monitoraggio,
ma ha altresì rilevato la necessità di integrare con quanto richiesto durante la Conferenza dei servizi del 12.11.2009, e
di provvedere alla pubblicazione, come riportato nel verbale della citata conferenza, ai fini della fase pubblica del
procedimento. In attesa delle integrazioni i termini procedimentali sarebbero rimasti sospesi.
Con nota prot. 12728 pervenuta in data 6.07.2011, e con nota prot. 15809 pervenuta in data 23.08.2011 è stata
trasmessa la documentazione integrativa.
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Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
(Dott.ssa PaoTa^olari)
Pag. 2
Data - IL SEGRETARIO
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(De.'ììsls fiu'fini)
SCHEMA N
NP/22440
DEL PROT. ANNO 201]
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Vantazione Impatto Ambientale - Settore
~ Quadro di riferimento programmatico
II progetto è compatibile con gli obiettivi del PEARL. L'area di progetto è inserita fra i siti potenzialmente idonei alla
realizzazione d'impianti eolici di cui all'allegato alla DCR n. 3/2009, nel quale si rimanda alle considerazioni puntuali
sul progetto.
In merito alla pericolosità legata a processi gravitativi, si è fatto riferimento alla "Variante al PTC della Provincia di
Genova in attuazione del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) del fiume Po: Variante Bacini Padani
(VBP)", e alle verifiche di compatibilita del P.A.I. eseguite dai rispettivi comuni di Voltaggio e Fraconalto. Il territorio
piemontese in esame è ascrivibile, secondo la documentazione di cui sopra, interamente alla classe di pericolosità lila
(Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a
nuovi insediamenti (aree dissestate, in frana, fortemente acclivi, aree alluvionabili da acque di esondazione ad elevata
energia)). Le prescrizioni operative per gli interventi previsti dal P.R.G relativamente alle porzioni di territorio
interessate dal progetto in esame, sono normale daIFart.5 riferito alla classe di pericolosità lila. Nella stessa area
vengono riconosciuti movimenti gravitativi riferiti a frane attive per crollo (FAI), una frana quiescente per colamento
lento (FQ5), una frana quiescente ed una attiva per movimento gravitativo composito (FQ10 — PAIO).
Anche nel ramo di impianto ligure, la carta della zonazione consultata ((VBP) - T2 - Carta dei Dissesti 7/22, Rev.Ol
giugno 2008) riconosce sia zone di tipo Fa (aree interessate da frane attive), sia zone di tipo Fq (aree interessate da
frane quiescenti).
I rami di impianto sia in area piemontese che in area ligure interagiscono a vario livello con le aree di pericolosità da
frana riconosciute. Alcuni fratti della viabilità da adeguare per la realizzazione del progetto interferiscono con aree in
frana quiescente (Fq). Tuttavia in base a quanto riportato nell'Indagine geologica per verifiche di compatibilita
idraulica ed idrogeologica del P.A.I. (Comune di Voltaggio-2004), che recepisce quanto specificato nelle NTA del PAI,
in tali aree è consentito l'ampliamento o la ristrutturazione delle infrastnitture pubbliche o di interesse pubblico
esistenti, purché compatibili con lo stato di dissesto esistente.
II cavidotto di collegamento alla stazione di trasformazione attraversa in due punti zone classificate dal PAI come
"Aree di esondazione a pericolosità elevata e molto elevata" (Ee); si segnala tuttavia che il cavidotto è previsto
interamente interrato sul percorso stradale già esistente.
PTCP "Assetto insediativo" zona "ANI-MA"
PTCP "Assetto geomorfologico" zona MA e zona MO-A,
PTCP "Assetto vegetazionale", zona COL-ISS-MA e zona BAMCO.
È pertanto necessaria la deroga al regime ANI-MA del PTCP, ai sensi della l.r. n. 16/2008 ss.mm..
Per l'area in esame si segnalano principalmente la presenza di numerosi nuclei rurali di particolare pregio e la presenza
di zone di protezione ambientale di rispetto, prevalentemente in zone miste e parzialmente in zone boscate.
Vincoli architettonici puntuali:
07/00052736 - Cappella di S. Maria, località Case Forale;
07/00112616 - Cappella di Tanadorso, località Tana d'Orso.
L'area è in parte soggetta a vincolo paesistico per la presenza del bosco.
Nell'ambito di area vasta sono presenti, ma non interferiti dalla realizzazione delle opere in progetto, i siti IT 1180001
Capanne di Mar carolo, IT1330213 Conglomerato di Vobbia, IT1331501 Fraglia - Pracaban - Monte Leco - Punta
Martin.
Il Piano Regolatore Generale del Comune di Ronco Scrivia individua l'area di impianto come zona Agricola: parte in
zone ZE (Agricole-produttive) e parte in zone ZE-B (Agricole-boschive).
Tutta l'area interessata dal progetto è sottoposta a vincolo idrogeologico.
Secondo la nuova classificazione sismica i comuni di Ronco Scrivia e Busalla (sul territorio del quale sarà realizzato
parte del cavidotto interrato di collegamento all'esistente stazione di trasformazione MT/AT) sono entrambi compresi
nella Zona 3, Sottozona B. In generale è possibile asserire che l'area di interesse è caratterizzata da una sismicità
moderata.
£:v:.".•>-STAFF CEDALE
Data - IL RESPONSBILE DEL PROCEDIMENTO
Data - IL SEGRETARIO
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(Derno!o nuìfìni)
Pag. 3
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SCHEMA N
NP/22440
DEL PROT. ANNO 2011
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
~ Quadro di riferimento progettuale
Localizzazione
II sito di impianto è ubicato al confine tra la Regione Piemonte e la Regione Liguria, a circa 40 km a sud-ovest di
AJessandria nell'Alta Val Lemme, e a circa 20 km a nord di Genova nell'Alta Valle Scrivia, nei comprensori comunali
di Voltaggio in provincia di Alessandria e di Ronco Scrivia in provincia di Genova.
L'area del sito, di circa 0,4 kmq e con un'altitudine media di circa 800 m s.l.m., interessa i crinali che si sviluppano in
diverse direzioni dal Monte Forale (833 m s.l.m.): in direzione Sud fino a raggiungere il Monte Alpe (836 m s.l.m.), in
direzione Est fino a raggiungere la località Tanadorso, in direzione Nord sulla Costa delle Pertiche e in direzione Ovest
sulla Costa del Bagascio.
Il sito è quasi totalmente lasciato allo stato naturale, sfruttato per il pascolo. Sono presenti aree boscate in direzione
Nord ed Est, con vegetazione ad alto e medio fusto. Il paesaggio si presenta abbastanza regolare verso la Val Lemme,
mentre mostra pendii fortemente acclivi sul versante della Valle Scrivia.
Le quattro frazioni più prossime all'impianto sono quelle di Case Sotto Racche, che dista circa 250 m in direzione Sud
ad una quota di 700 m s.l.m., di Case Forale, che dista circa 350 m in direzione Ovest ad una quota di 690 m s.l.m, di
Case Banchetta, che dista circa 600 m sempre in direzione Ovest ad una quota di 650 m s.l.m., e di Cipollina, che dista
circa 350 m in direzione Sud-Ovest ad una quota di 620 m s.l.m..
Studio anemologico
Sul sito sono stati effettuati rilievi anemometrici dal dicembre del 2005, per mezzo di una stazione con sensori di
velocità a 15 m (cod.1406). A tale stazione si è aggiunta, nel luglio del 2007, un'ulteriore stazione (cod. 1408),
installata con sensori a due altezze (15 m e 30 m). Dai rilevamenti risulta che le direzioni prevalenti sono N-NNO e SSSE, quest'ultima è anche la direzione più energetica; la velocità media riscontrata nel periodo di monitoraggio risulta
essere di 5-6 m/s a 15 m dal suolo. I dati raccolti dalle torri anemometriche sono stati successivamente elaborati ed
utilizzati per un'analisi con modelli matematici, mirata ad estendere su tutto il sito i risultati delle misure puntuali e ad
ottenere la stima della producibilità attesa, che è risultata essere pari a circa 17,07 GWh/anno, che corrispondono ad un
funzionamento di circa 2.009 ore equivalenti/anno.
La scelta localizzativa si è basata primariamente sulle caratteristiche anemologiche del sito. In base alle indicazioni
emerse durante la Fase di Verifica di compatibilita ambientale ai sensi dell'art. 10 della L.R. 14 dicembre 1998 n.40, è
stato revisionato il layout di progetto proposto, con una nuova dislocazione degli aerogeneratori e riduzione da undici a
dieci del numero degli stessi. In particolare, rispetto al layout del 2008, è stata eliminata la postazione V4, mentre sono
stati riposizionati gli aerogeneratori Rl, R2, V2, V3 e V5 (attualmente rinominato come V4).
Nella prima versione di progetto le ore di funzionamento stimate erano meno di 1700 ore equivalenti/anno;
l'incremento nella stima di producibilità non è giustificato, in quanto non sono intercorse modifiche impiantistiche,
tecnologiche o dimensionali, e il cambiamento nella collocazione delle singole macchine è minimale e non tale da
sostenere circa 300 ore equivalenti/anno in più. Sarebbe necessaria una verifica accurata della stima di producibilità
condotta. In ogni caso 2000 ore eq/anno non costituiscono un potenziale energetico cautelativo, data l'economia di
scala di impiantì di potenza complessiva limitata, molto impegnativi in termini di adeguamenti infrastrutturali, opere
accessorie, mitigazioni e compensazioni, quali quelli collocabili nella realtà appenninica. Non è inoltre fornito un
piano economico finanziario completo che suffraghi la convenienza dell 'intervento e garantisca la sua corretta
conduzione, mitigazione e compensazione, nonché ripristino a fine vita.
Accessibilità
II sito è facilmente raggiungibile dall'uscita autostradale di Ronco Scrivia, percorrendo dapprima la S.S.35 dei Giovi in
direzione di Busalla per circa tre chilometri sino a Borgo Fornari, dove si devia sulla S.P.7 (provincia di Genova), che
diviene S.P.163 (provincia di Alessandria), per circa 6 Km fino alla frazione Castagnola. Sorpassato l'abitato di
Castagnola, si lascia la S.P. deviando per la strada comunale che raggiunge le località di Chiappa - Forale - Tanadorso Case Banchetta. Dopo aver percorso circa due chilometri e prima di raggiungere la località Case Sotto Racche, in
corrispondenza di un tornante dove si apre un piazzale sterrato, inizia la pista che consente di raggiungere il sito
dell'impianto provenendo da Sud.
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
(Dott.ssa-P-aola:Solari)
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Pag. 4
Data - IL SEGRETARIO
.
(Da.~iiei& fini fini)
SCHEMA N
NP/22440
DEL PHOT. ANNO 2011
REGIONE L I G U R I A - G i u n t a Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazone Impatto Ambientale - Settore
La strada sterrata e le piste presenti, con adeguate sistemazioni ed integrazioni, costituiranno la base di appoggio per la
viabilità interna al parco eolico.
Le strade che consentono di raggiungere il sito si presentano asfaltate, di sufficiente larghezza e percorribilità fino alla
località Case Forale: sono previsti interventi limitati di adeguamento della larghezza della strada in corrispondenza di
alcuni tornanti e curve e la rimozione temporanea di alcuni cartelli per consentire il trasporto degli aerogeneratori. In
alternativa, ma solo per piccoli mezzi, si può accedere al sito provenendo da Ronco Scrivia (località Villavecchia),
percorrendo la strada comunale per Cipollina-Case Banchetta-Case Forale fino a raggiungere il tornante
precedentemente descritto. Questo accesso presenta maggiori difficoltà rispetto al precedente poiché presenta numerosi
tornanti e pendenze più accentuate.
Descrizione impianto
L'impianto eolico di "Monte Forale" previsto in progetto è costituito da n. 10 aerogeneratori aventi ciascuno potenza
nominale di 850 kW, installati su torri tubolari e disposti su due allineamenti pressoché ortogonali che si intersecano in
corrispondenza del Monte Forale e si sviluppano su una lunghezza complessiva di circa 2 km. Più in dettaglio
l'impianto, al quale corrisponde una potenza complessiva installata di 8,5 MW, risulta costituito da:
• n. 10 aerogeneratori da 850 kW;
• n. 1 sistema di trasporto dell'energia in MT, realizzato in cavo interrato, dai singoli aerogeneratori (divisi in due
sottocampi) ali'aerogeneratore V2 che funge da punto di concentramento;
• n. 1 sistema di trasporto dell'energia in MT, realizzato in cavidotto interrato, dal punto di concentramento alla cabina
di centrale e di consegna;
• n. 1 torre anemometrica.
Le caratteristiche principali degli aerogeneratori previsti dal progetto sono di seguito riportate:
• sostegno tubolare tronco conico in acciaio di colore neutro, avente altezza di 55 m;
• rotore tri-pala ad asse orizzontale, di diametro pari a 52 m e velocità di rotazione pari a 15-30 rpm.
In corrispondenza di ciascun aerogeneratore è prevista la realizzazione di una superficie pressoché piana di circa 18O
mq (12x15 m), dove troveranno collocazione la torre di sostegno dell'aerogeneratore, le relative fondazioni, i dispersori
di terra e le necessarie vie cavo interrate.
L'esecuzione dei lavori di predisposizione della viabilità di servizio (collegamento tra gli aerogeneratori e tra il crinale
e la strada comunale in località "Case Sotto Racche") e delle piazzole consisteranno essenzialmente in tipiche
lavorazioni di tipo stradale quali:
• Regolarizzazione superficiale e planoaltimetrica delle strade esistenti attraverso scotico superficiale e limitate
operazioni di sbancamento;
• Realizzazione di nuova viabilità con operazioni di sbancamento e formazione di rilevati;
• Realizzazione di opportuna massicciata stradale con stesura di tessuto non tessuto e stesura e rullatura di materiale
arido;
• Realizzazione delle piazzole per il posizionamento degli aerogeneratori, con scavi di sbancamento e formazione di
rilevati;
• Sistemazione finale delle piazzole degli aerogeneratori attraverso la posa di terreno vegetale sulle aree provvisorie
utilizzate per il montaggio;
• Realizzazione di canalizzazioni di superficie per la regimazione delle acque.
Per quanto riguarda l'adeguamento delle piste esistenti, la parte iniziale (dalla strada comunale Castagnola — Case
Banchetta fino al crinale di impianto) di 1,8 km, di salita al crinale, in alcuni tratti deve essere interamente ripristinata
in quanto il tracciolino esistente è particolarmente degradato: i lavori in questo tratto vengono pertanto
conservativamente assimilati a quelli di una nuova realizzazione. Complessivamente lo sviluppo lineare della viabilità
di servizio dell'impianto sarà di 5,4 km, di cui 2,5 km ricavati da piste esistenti riadeguate e 2,9 km con piste di nuova
realizzazione o completamente rifatte.
Si è stimato che le opere di adeguamento richiedano circa 2.500 me di allargamento e di scotico superficiale, e circa
3.000 medi materiale arido per formazione di fondazione stradale.
Per i tratti interessati dalla viabilità di nuova realizzazione la stima è di circa 5.500 me di scavo di sbancamento, e di
circa 5.800 medi materiale arido per formazione di fondazione stradale.
In corrispondenza di ciascun aerogeneratore è prevista la realizzazione di un'area di cantiere a superficie pressoché
piana, per consentire il montaggio degli aerogeneratori, di circa 525 mq, realizzata orientativamente con un superficie
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(Dott.ssa Paola.Solari)
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rettangolare di 35x15 m; all'interno di questa area è ridefinita la superficie di 180 mq che non verrà ripristinata con
terreno vegetale in quanto piazzola di servizio all'impianto a regime. Nell'area eccedente la piazzola definitiva, è
invece previsto il riporto di terreno vegetale, e sulle superfici inclinate dei fronti di scavo, qualora di altezza superiore a
1,50 m, è prevista la posa in opera di geostuoia per favorire l'inerbimento e quindi limitare l'effetto erosivo delle acque
superficiali nel corso degli eventi piovosi; idonee canalette in terra consentiranno il deflusso delle acque negli impluvi
naturali.
Allaccio alla rete
Per la consegna dell'energia prodotta si utilizzerà la stazione MT/AT di proprietà Enel Distribuzione già presente sul
territorio comunale di Busalla (GÈ), nella zona industriale adiacente le località di Prele e Sarissola. La stazione
risulterà collegata agli aerogeneratori attraverso una linea in MT posata in cavidotto interrato (della lunghezza di circa
13 km) lungo la strada che, partendo dall'aerogeneratore V2 raggiunge dapprima la frazione Castagnola (strada
comunale Castagnola-Porale), poi Borgo Fornati (S.P. 7), Busalla (S.S. 35 dei Giovi) e quindi la stazione ricevitrice
(S.P. 9 di Crocefieschi). All'interno dell'area della stazione di trasformazione MT/AT dovrà essere edificata la cabina
di centrale e consegna con accesso esterno all'area di cabina realizzato nel muro perimetrale della stazione.
Dismissione
Al termine della sua vita utile, l'impianto verrà dismesso e smantellato. Ogni aerogeneratore verrà rimosso, dopo aver
estratto gli oli minerali presenti, con l'ausilio di un'apposita gru tagliando il sostegno alla base. Verranno poi smontati
tutti i suoi componenti elettromeccanici; il sostegno e le pale verranno tagliate in pezzi di dimensioni minime
compatibili con gli usuali pianali dei camion, senza ricorrere a trasporti eccezionali. Relativamente alle fondazioni, una
volta rimosse le torri di sostegno, si procederà alla demolizione/asportazione dello strato superiore delle stesse per circa
50 cm. Il materiale asportato verrà sostituito con terreno vegetale, realizzando eventuali accorgimenti ambientali tesi a
favorire l'attecchimento delle specie autoctone.
Le considerazioni che seguono sono sviluppate sull 'intero progetto, pur non ricadendo completamente ali 'interno del
territorio ligure, in quanto corrispondente ad un'entità che è ideata e gestita in modo unitario e che fa risentire dei
suoi impatti ad una scala di area vasta che prescinde dai confini amministrativi.
Il progetto, al di là della valutazione di merito, riferisce in larga massima a sezioni tipo e presenta le seguenti carenze:
sezioni longitudinali delle piazzale di cantiere, ulteriori sezioni trasversali in corrispondenza delle condizioni di
morfologia più complessa; sezioni della viabilità di accesso al parco eolico sia nella parte esistente da adeguare
che in quella di nuova realizzazione
le sezioni sia delle piazzale che della viabilità non sono rappresentative dello stato attuale dei luoghi, dello stato di
cantiere, e dello stato post ripristino morfologico, che manca;
manca il progetto di sistemazione e ripristino vegetazionale, comprensivo delle modalità gestionali dell'eventuale
accantonamento di individui da ripiantumare, e delle cure finalizzate a garantire l'attecchimento e quindi il
successo dell 'intervento; nella documentazione integrativa (vedi) sono fornite alcune indicazioni ma il quadro
complessivo permane insufficiente;
non sono contemplate alternative di tipologia di aerogeneratore né di layout di impianto. Un 'apertura in tal senso
è citata solo nella relazione di impatto acustico (essendo peraltro migliorativa rispetto a quella proposta). La
rielaborazione sopravvenuta a valle della conclusione del procedimento di verifica da parte della Provincia di
Alessandria non può essere ritenuta esaustivo per risolvere le criticità comunque a più riprese evidenziate.
In una tavola compare l'indicazione di un 'area di cantiere in condizione sommitale, che appare alquanto inopportuna,
data non solo la sua visibilità ma soprattutto l'incidenza che avrebbe sulla conservazione della morfologia e della
copertura vegetale del sito. Tale previsione è fortemente impattante ed immotivata, sussistendo le condizioni per
utilizzare a tale scopo aree di servizio già predisposte in ambito urbano o perturbano.
È infine evidente il notevole sviluppo della viabilità di impianto, sia in adeguamento all'esistente che di nuova
realizzazione, in disaccordo con gli indirizzi regionali in materia. Poiché in un simile contesto, come meglio spiegato
nel seguito, ogni alterazione morfologica rischia di produrre impatti irreversibili, sarebbe opportuno rivedere il layout
così da ridurne lo sviluppo complessivo, facendo ad esempio coincidere la collocazione delle pale con la viabilità di
accesso (cioè collocando le pale in fregio alla viabilità di cui si prevede l'adeguamento, ovvero limitandosi alle
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(Doti. ssa Paola Solari)
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collocazioni già rispondenti al criterio, tenendo comunque conto delle varie problematiche esposte nel seguito
dell 'istruttoria).
~ Quadro di riferimento ambientale
Geologia
La valutazione delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del sito è stata condotta attraverso una prima fase
propedeutica di consultazione bibliografica delle fonti disponibili, ed una seconda fase di fotointerpretazione e rilievo
geologico in sito. In particolare è stata rilevata un'area di circa 3 kmq limitata a N dalla testata valliva del Rio
Moglione. a S alla base del complesso del Mt. Alpe, a O dalla C.ta dell'Alpe e ad E dalla località Tanadorso.
Dal punto di vista idrogeologico la composizione prevalentemente conglomeratica del substrato ed il suo contenuto
stato di fratturazione permettono di attribuire una permeabilità generalmente medio bassa, con prevalenza di processi di
ruscellamento rispetto al flusso di infiltrazione, ad eccezione ovviamente delle zone a maggior grado di fratturazione. A
corredo delle opere previste sarà predisposta un'efficace rete di drenaggio tale da non indurre modificazioni ai naturali
meccanismi di recapito in falda delle acque meteoriche, evitando quindi la concentrazione delle stesse a favore di uno
smaltimento lungo le linee di impluvio già esistenti. L'adeguamento della viabilità non modifica sostanzialmente lo
stato di fatto. La realizzazione di cunette drenanti verso gli impluvi naturali più vicini riduce le possibili interferenze di
tali interventi. La messa in opera dei cavidotti al di sotto delle tracce viabili, riduce ulteriormente il rischio di definire
dei percorsi di drenaggio preferenziali.
La relazione geologica rileva la sussistenza di forti criticità segnalate dalla Carta dei dissesti della variante Bacini
Padani — VBP, e basandosi su riferimenti bibliografici e senza indagini dirette ritiene che la prossimità dei siti di
impianto degli aerogeneratori con tali elementi non sia problematica.
In realtà alcuni degli aerogeneratori e tratti della viabilità di impianto si collocano in testa ad aree interessate da
frane attive o da frane quiescenti; altri e la restante viabilità interessano comunque superfìci con processi gravitativi
attivi o quiescenti, con varie modalità di movimento, o soggette ad intensa disgregazione. Ciò a testimoniare l'estrema
sensibilità dell'area dal punto di vista geomorfologico, e l'inevitabile incidenza che opere di sbancamento per
realizzare viabilità e piazzale, o aumento di carico in condizioni di instabilità potrebbero produrre effetti mollo
marcati di induzione erosiva se non di un vero e proprio effetto cinetico sui processi gravitativi segnalati. Sarebbe
pertanto necessario un approfondimento di notevole dettaglio dei dissesti segnalati, delle loro dinamiche, e degli effetti
delle trasformazioni previste. Nella filosofia della valutazione di impatto ambientale, è tuttavia auspicabile adottare un
approccio che eviti di esasperare le criticità rilevate, cercando piuttosto soluzioni alternative alle interazioni negative
e pervenendo pertanto ad un layout che interessi aree non critiche. La riduzione del numero di pale e dello sviluppo
dei tramiti viari potrebbe indubbiamente favorire in tal senso.
La sussistenza di quanto descritto dal quadro vincolistico e pianificatorio di riferimento è peraltro risultata evidente
anche nel corso del sopralluogo svolto dai tecnici regionali nel mese di giugno 2011.
Ulteriori considerazioni sono sviluppate con riferimento alla documentazione integrativa.
Aspetti bionaturalistici
La vegetazione dell'area oggetto di studio comprende in prevalenza formazioni di tipo boschivo, tra cui spiccano i
castagneti; ma sono discretamente diffuse altre formazioni vegetali, come le praterie e gli arbusteti. In particolare, le
aree di crinale interessate dall'impianto in progetto sono caratterizzate da terreni erbosi seminaturali e facies arbustate
su substrato calcareo (Festuco-Brometalia). Il cotico dei prati aridi è composto prevalentemente da graminacee tra cui il
Bromo dei prati e la Sesleria. Dove il terreno è più scarso, le rocce affiorano con maggiore frequenza e le condizioni
sono più aride: su pendii caldi e assolati, si estendono i pascoli magri dominati da bromo, brachipodio, festuche, salvia
dei prati ed eliantemi. Le praterie delle quote più elevate sono spesso caratterizzate da una flora ricca in specie alpinoappenniniche (arnica, genziana) e comunque specie perenni che sopravvivono all'inverno per mezzo di bulbi e tuberi;
vi abbondano graminacee, orchidee e liliacee. Il pascolamento di queste aree porta alla selezione floristica, al calpestio
del suolo e all'arricchimento di nutrienti provenienti dalle deiezioni. Altri effetti, perlopiù negativi, derivano anche
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(Dott.ssa Parsja Solari)
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dallo scalzo meccanico e dalla rottura della cotica, visibili ad esempio in certi aspetti di "sentieramento" nelle superfici
più inclinate, che possono innescare processi di erosione e smottamento.
Le indicazioni sulle emergenze naturalistiche dell'area d'interesse sono state desunte dalla Carta bionaturalistica della
Regione Liguria. La stazione floristica che risulta in stretta vicinanza all'impianto in progetto risulta essere quella
relativa alla Campanula (Campanula medium).
Le specie di chirotteri di cui si segnala la presenza nell'area vasta sono: rinolofo mediterraneo (Rhinolophus euryale),
ferro di cavallo maggiore (R. ferrum-equinum) e ferro di cavallo minore (R. hipposideros), presso le grotte di Isoverde,
Neppiane e Campasse nel comune di Campomorone (Gè) a circa 9—10 km in linea d'aria dall'impianto in progetto.
L'avifauna presente nell'area vasta è caratterizzata da diverse specie nidificanti, rilevate nelle aree di tutela come SIC e
soprattutto ZPS limitrofi ("Capanne di Marcarolo", a 3,9 km, "Conglomerato di Vobbia", a circa 3,2 km, "Fraglia Pracaban - Monte Leco - Punta Martin", a circa 6 km). Nelle aree rocciose del Parco di Capanne di Marcarolo sono
presenti sei specie diurne di rapaci: l'Astore (Accipiter gentilis), lo Sparviero (Accipiter nisus), il Gheppio (Falco
tunninculus), la Poiana (Buteo buteo), il Falco pecchiaiolo (Pernis apìvorus) e il Biancone (Circaetus gallicus).
L'Astore (Accipiter gentilis) e il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) frequentano le zone di transizione con il
bosco di caducifoglie e sono più localizzati.
I pascoli sono frequentati dal Gheppio (Falco tinnunculus) in caccia, l'Averla piccola (Lanius collurio), la Ballerina
bianca (Motacilla alba), l'Allodola (Alauda arvensis), mentre l'Aquila reale (Aquila chrysaetos) risulta rara ma
ugualmente regolare. Il Succiacapre (Caprimulgus europaeus) predilige spazi aperti, con alberi radi, prati sfalciati o
arbusti e spazi forestali giovani. Alcune specie ornitiche presenti nelle aree tutelate sono state avvistate anche in aree
esterne, ma non in prossimità del sito relativo all'impianto in progetto; in particolare, le specie più avvistate sono
l'Averla piccola (Lanius collurio) e il Succiacapre (Caprimulgus europaeus), rilevate sia a Nord che a Sud dell'area
interessata dall'impianto. Altri avvistamenti riguardano il Biancone (Circaetus gallicus) e l'Aquila reale (Aquila
chrysaetos) rilevate nell'area del SIC "Fraglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin".
Per quanto riguarda l'avifauna migratrice, la Regione Liguria ha rilevato due rotte migratone in direzione Nord-Sud,
evidenziate dalla presenza di alcuni punti di passo e valichi importanti: il Passo della Bocchetta, a circa 7 km in
direzione Sud-Ovest rispetto all'area dell'impianto in progetto, e il Passo dei Giovi, a circa 6 km in direzione Sud-Est.
Le due rotte rilevate sono: la rotta Gorzente, che dista circa 3,5 km in direzione Ovest, e la rotta Valli
Scrivia/Polcevera, che dista 2,5 km in direzione Est. Tali rotte si sviluppano principalmente lungo i corsi d'acqua: la
rotta Gorzente segue il tracciato del Torrente Lemme, la rotta Valli Scrivia/Polcevera segue il tracciato del Torrente
Polcevera e, più a Nord, dello Scrivia.
Studi e monitoraggi effettuati dalla Regione Piemonte hanno evidenziato, per i rapaci migratori, l'esistenza di due
direttrici principali di volo sull'Appennino ligure-piemontese, durante la migrazione primaverile: la valle dello Scrivia,
con direzione Nord e Nord-Est, e l'area di Capanne di Marcarolo, con direzione Nord.
Complessivamente le piante da rimuovere sono 33, di cui 18 conifere. Non sono stati conteggiati alcuni arbusti di
ginepro presenti nelle aree interessate dai lavori, anch'essi da rimuovere. Nessuna pianta arborea dovrà essere abbattuta
sul territorio del comune di Voltaggio.
La sottrazione di superficie vegetata, sia in fase di cantiere che di esercizio, sia da un punto di vista qualitativo che
quantitativo è da considerarsi trascurabile. L'abbattimento delle specie arboree potrà eventualmente essere compensata
da un eguai numero di essenze autoctone, da mettere a dimora nel comune di Ronco Scrivia su indicazione delle stesse
Autorità locali.
La presenza dell'impianto determinerà, cautelativamente, una ridottissima perdita di habitat, anche in relazione alla
disponibilità di habitat equivalente all'esterno dell'area d'impianto e, soprattutto, all'interno dell'ampio SIC/ZPS
"Capanne di Marcarolo". Parimenti si ritiene che, relativamente all'impatto potenziale dovuto alla collisione, la
presenza degli aerogeneratori non comporterà effettivi rischi di mortalità.
Nell'area d'interesse, la cartografia relativa alla Biodiversità della Rete ecologica riporta la presenza di due siti
puntuali di area nucleo, relativi a stazioni non appartenenti alla rete ecologica. Il primo sito è ubicato in corrispondenza
della località S. Giacomo ed è relativo alla presenza di Salamandra salamandra, a una distanza minima dall'impianto
di circa 320 m ma ad una quota inferiore di circa 140 m; mentre il secondo sito è ubicato a circa 1,1 km dal sito
d'impianto in direzione Est ed è relativo a alla presenza di Speleomantes strinata in una grotta. A circa 400 m in
direzione Nord Est si rileva la presenza di tappe di attraversamento per specie di ambienti boschivi relativi alla
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(Dott.ssa Paiola-Solari)
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presenza di due coleotteri: Cerambix cerdo e Lucanus cervus. Per la tipologia e l'ubicazione degli elementi della rete
ecologica rispetto all'impianto in progetto si può ragionevolmente supporre che la realizzazione dell'impianto non avrà
un impatto significativo e negativo sugli elementi della rete ecologica rilevati.
Per descrivere il sito interessato dall'impianto eolico in progetto dal punto di vista della frequentazione da parte
dell'avifauna e della chirotterofauna, nel corso dell'anno 2010, è stato condotto un monitoraggio dell'avifauna e della
chirotterofauna, sulla base del Protocollo della Regione Piemonte (D.G.R 6 luglio 2009, n. 20-1171 7) e del Protocollo
della Regione Liguria (D.G.R. 23 maggio 2008, n. 551 e s.m.i.).
I rilievi effettuati descrivono dal punto di vista ornitologico un sito con ornitofauna non ricca di elementi di pregio,
tipica degli ambienti appenninici e con scarso movimento migratorio. La compagine nidificante ha solo 2 specie di
spicco per quanto attiene il livello di conservazione e sarà da monitorare in caso di proseguimento del progetto in
quanto proprio nelle aree di crinale e nelle zone aperte si ha la massima concentrazione di specie di interesse e
comunque la massima biodiversità. Saranno quindi da considerare possibili perdite di habitat, disturbo durante le fasi di
cantiere e un attento recupero dei luoghi per non impoverire la già scarsa fauna nidificante. In termini di impatto diretto
vi nidificano specie a volo basso, nella maggior parte dei casi, e si può immaginare che i potenziali impatti derivino in
massima parte dagli effetti indiretti di azione sugli habitat. Si tratta di specie che nidificano piuttosto precocemente
nella stagione e quindi gli eventuali lavori sarebbero da attuare preferibilmente da primavera inoltrata/estate in poi per
lasciare completare le riproduzioni e non insistere su situazioni di scarsa mobilità e grande sensibilità.
La zona in termini di migrazione non ha presentato numeri consistenti e sono presenti poche specie di interesse. Tale
situazione è certo frutto della presenza di importanti aree limitrofe per gli uccelli ma i numeri sono davvero contenuti
comprese le specie più comuni o tipiche del passo migratorio della zona. Le quote di sorvolo sono state in genere basse,
e, solo in certi casi, come per Pecchiaiolo e Biancone, possono rientrare nell'area di azione degli aeromotori.
Considerando il sito nel suo complesso non sono rilevabili specifici corridoi di movimento a carico delle specie
osservate.
Per quanto attiene i chirotteri, l'indagine ha evidenziato, con metodi bioacustici, la presenza certa al momento di 6
specie: P. kuhlii, H. savii, P. pipistrello, E. serotinus, N. leisleri che non risultano nella lista di specie con «speciale
rilevanza per la conservazione», cui si aggiunge anche un taxon del genere Myotis sp. Sono, come descritto, nella
maggior parte specie antropofile. Il sito appare interessato soprattutto da temporanei arricchimenti delle presenze in
relazione alle disponibilità trofiche. Non vi sono roost importanti che ospitino colonie di chirotteri. Un solo sito per ora
è stato trovato con apparente uso temporaneo da parte delle specie presenti in sito. Nei rilievi effettuati il numero di
contatti è moderato. Solo in determinate circostanze si ha un incremento di passaggi durante le ore di registrazione per
le attività di foraggiamento. Le verifiche bioacustiche nel sito, considerando sia le aree di impianto che i relativi confini
e zone attigue, descrivono in definitiva una zona con bassa biodiversità e scarso numero di contatti. La zona quindi è
caratterizzata principalmente da punti di passaggio. Le specie rilevate hanno soprattutto volo basso e legato ai margini
forestali, alla zona del mantello e agli abitati, al di sotto dell'area di azione degli aerogeneratori. Solo la Nottola di
Leisler è da considerarsi a media pericolosità. Si sprona comunque a sostenere la diversità dei chirotteri nell'area con il
sostegno ad attività forestali compatibili, gestione oculata degli ambienti in senso di conservazione del patrimonio
faunistico.
Nella presentazione dell 'opera è stato dichiarato che l'impianto non aveva impatti significativi sulla biodiversità, in
quanto l'area non è attraversata da correnti migratone ornitiche di rilievo ed ospita specie di Chirotteri di scarso o
nullo interesse conservazionistico.
Va rilevato invece:
a) che il danno sulle specie ornitiche non può essere determinato solo sulla base del periodo di migrazione. Colpite
sono anche le specie nidificanti e quelle che usano il territorio a scopo trofico. In questo contesto, particolare
attenzione va posta alle numerose specie di interesse comunitario fra le quali si citano Caprimulgus europaeus,
Lullula arborea, Anthus campestris, Lanius collurio (tutte specie nidificanti nell 'area) e Circaetus gallicus, Aquila
chrysaetos, Falco per egrinus, Circus aeruginosus, Monticala saxatilis (specie frequenti nell'area).
b) che tutte le specie di Chirotteri sono di notevole interesse conservazionistico in quanto tutte incluse negli allegati
II e/o IV della direttiva 43/92/CE.
Ciò implica un 'elevata probabilità che si verifichi un'interazione ambientale negativa. Gli elementi conoscitivi forniti
non sono esaustivi e rassicuranti sulla possibilità di ridurre gli impatti dell 'impianto sulle componenti indagate.
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Sono necessarie conclusioni alla relazione sul monitoraggio dell 'avifauna e della chirotterofauna più ponderate e
meno opinabili, al di là del refuso (si spera che sia tale) di aver inserito il succiacapre tra i rapaci.
È opportuna una valutazione sull'area vasta e sull'accumulo degli effetti negativi per un parco eolico così vasto, e
l'inserimento, sempre data la vasta superfìcie interessata e il numero di pale, di un protocollo di monitoraggio posi
impianto sulla mortalità dei chirotteri e dell'avifauna.
Il progetto dovrebbe inoltre fornire elementi:
1) atti a garantire che durante le opere di cantiere e durante l'interramento delle linee elettriche non vengano alterati
acquiferi o sorgenti che alimentano zone umide od aree comunque importanti per la biodiversità (ad esempio
l'impianto passa in vicinanza di Pian del Lago (case Forale) in cui si trova una piccola zona umida che ospita
specie protette da leggi regionali, nazionali ed europee);
2) relativi a una serie di misure di mitigazione idonee a ridurre l'inquinamento acustico dovuto ai rotori e
all'aumento prevedibile di traffico automobilistico lungo la strada di nuova apertura (sarebbe opportuno
regolamentare severamente il transito);
3) relativi a efficaci misure di mitigazione per diminuire la mortalità degli uccelli e dei chirotteri presentì nell'area.
Fra queste misure si suggerisce di prendere in considerazione quella proposta da Arnett e coli. — 2010 - Ecol.
Environ. dot: 10.18901100103. Tale misura consente di abbassare la mortalità dei Chirotteri del 44-93% con una
perdita annuale di energia prodotta del tutto marginale (< 1%). (Vedi: innalzamento della velocità di innesco e
riduzione delle ore di operatività nei periodi poco ventosi)
Paesaggio
II paesaggio si presenta abbastanza regolare verso la Val Lenirne, con ampie vedute in direzione ONO (colline del
Monferrato e Alpi) ed in direzione ESE (Monti delPAntola), mentre il versante che si affaccia sulla valle Scrivia
mostra pendii fortemente acclivi e insediamenti abitativi sparsi. Le quattro frazioni più prossime all'impianto, tutte
appartenenti al Comune di Ronco Scrivia, sono quelle di :
• Case Sotto Racche, che dista circa 250 m in direzione Sud ad una quota di 700 m s.l.m.;
• Case Forale, che dista circa 350 m in direzione Ovest ad una quota di 690 m s.l.m.;
• Case Banchetta, che dista circa 600 m sempre in direzione Ovest ad una quota di 650 m s.l.m.;
• Cipollina, che dista circa 350 m in direzione Sud-Ovest ad una quota di 620 m s.l.m..
L'interferenza con aree boscate si verifica in Comune di Ronco Scrivia, in corrispondenza delle postazioni degli
aerogeneratori Rl, R2, R3 ed in Comune di Voltaggio in corrispondenza della viabilità di accesso all'area, interessata
da opere di adeguamento stradale e dalla realizzazione di nuovi tratti.
Dall'analisi delle simulazioni effettuate, risulta che le aree poste in condizioni di più probabile e significativa
intervisibilità con il progetto risultano essere ubicate in un ambito di intervisibilità relativamente ristretta per quanto
concerne i nuclei abitati e le infrastrutture viarie. Gli abitati maggiormente impattati sono, infatti, i nuclei direttamente
a ridosso del Monte Forale: Cipollina, Case Banchetta, Case Forale e Tana d'Orso. L'impatto è basso da alcune
porzioni di Ronco Scrivia, mentre è nullo o trascurabile per gran parte di Ronco Scrivia, da Voltaggio, Fraconalto,
Castagnola, Valle Calda, Borgo Fornari e Busalla. La visibilità è maggiore dalla sommità dei rilievi che circondano
l'area d'impianto, tuttavia da questi si ha una vista alla media-lunga distanza e la frequentazione è limitata, salvo
alcune aree puntuali, come la sommità del Monte Reale ed il tratto del sentiero El che attraversa l'area d'impianto.
L'impianto, inoltre, anche nelle situazioni più sfavorevoli, non è mai visibile nella sua totalità.
Sono state infine approfondite le relazioni tra l'impianto e i due elementi vincolati più prossimi al sito in Progetto, la
Cappella di Tanadorso, in località Tana d'Orso, e la Cappella di S. Maria, in località Case Forale. Entrambe gli
elementi si pongono in relazione visiva con l'impianto in progetto, ma ad eccezione dell'aerogeneratore R4 per la
cappella di Tanadorso, non viene interferito il loro bacino visivo dal territorio circostante, ciò in funzione delle
dimensioni delle cappelle, della morfologia dei luoghi e della copertura boscata.
Relativamente all'introduzione nel contesto visivo della stazione elettrica, essa riguarderà un'area a carattere antropico,
già interessata dalla presenza di una stazione di trasformazione, pertanto l'impatto derivante dall'inserimento previsto
in progetto può considerarsi di entità bassa.
La struttura regionale competente in materia con nota IN/2011/27273 del 22.11.2011 ha espresso quanto segue. Pur
non rilevando elementi ostativi alla realizzazione di una fattoria eolica in sito, in termini di principio, evidenzia che il
progetto appare estremamente generico ed indifferente al territorio; le opere accessorie (viabilità, piazzale, di cantiere
ed in esercizio) sono trattate in modo piuttosto grossolano, e gli elementi necessari alla miglior definizione ed
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inserimento in termini paesistici non sono sviluppati. In particolare è evidente la sostanziale indifferenza per gli
adeguamenti strutturali e di tracciato da operare sulla viabilità preesistente, e per quelle opere generalmente indicate
come compensative. Non sono rappresentate eventuali alternative alle percorrenze o alle piazzale per limitare al
minimo l'incidenza delle opere di sistemazione dei suoli. Occorre lavorare per meglio definire ed adeguare
l'intervento, ad esempio valutando la possibilità di ricollocare la torre R3 verso la torre R2, con accesso dalla prevista
viabilità già a servizio delle torri VI V2 V6, evitando di realizzare il tratto di strada tra R3 ed R4, che sì diparte dalla
cappella di Tanadorso, vincolata ai sensi del d.lgs. n. 42/2004 smi in quanto soggetta a tutela monumentale. Tale
percorrenza, che interessa in parte piste preesistenti, sembra insistere su affioramenti rocciosi estremamente
interessanti presenti in zona (denominati Rocche di Tanadorso, emergenti sul soprassuolo e strapiombanti verso valle
nella cornice boscata che identifica sul fronte ligure il sito), i quali andrebbero irrimediabilmente compromessi.
Rumore
Lo studio di impatto acustico, presentato nell'ambito della fase di verifica di compatibilita ambientale, è stato
aggiornato per tenere conto delle modifiche progettuali intercorse (nuova dislocazione degli aerogeneratori e riduzione
da undici a dieci del numero degli stessi) e della richiesta di integrazioni formulata dalle Autorità Locali (Provincia di
Alessandria) in risposta allo studio citato. La richiesta d'integrazioni verteva sugli aspetti seguenti.
Realizzazione di una campagna di misura presso la località Casa Sotto Rocche, situata in comune di Fraconalto
(AL), presso l'agglomerato a cui fanno capo i punti di calcolo R17 e R18 dello studio presentato.
Introduzione nel testo di precisazioni circa i metodi e le assunzioni di calcolo dell'algoritmo applicato (ISO 9613),
relativamente ai parametri anemometrici ed alle condizioni di propagazione.
Produzione di ulteriori rappresentazioni grafiche, su base plurigiornaliera, degli andamenti di rumore e
velocità/direzione vento, a completamento di quelle già presentate.
Ulteriore elaborazione finalizzata alla valutazione del criterio differenziale.
Inserimento nel testo degli stralci del provvedimento comunale di zonizzazione per Fraconalto e Voltaggio, in
aggiunta a quello di Ronco Scrivia, già presente.
Precisazioni circa la trattazione dell'impatto del cantiere.
L'area circostante l'impianto in progetto ove si registra la presenza di ricettori abitativi ricade nel comune di Ronco
Scrivia, che ha provveduto alla predisposizione del piano di zonizzazione acustica del proprio territorio ai sensi del
DPCM 14/11/97. L'area all'interno della quale ricadono sia il parco eolico, sia i ricettori sede dei rilievi sperimentali, è
stata allocata in classe III, "Aree di tipo misto", con limiti di immissione pari a 60 dB(A) per il periodo diurno e a 50
dB(A) per il periodo notturno.
Tra i ricettori considerati, solo uno, collocato a Nord di Loc. Tanadorso (R20) ricade in classe II, con limiti di
immissione pari a 55/45 dB(A) e limiti di emissione pari a 50/40 dB(A), rispettivamente in periodo diurno e notturno.
I limiti a cui l'impianto in progetto deve sottostare consistono in:
• valori limite assoluti di immissione pari rispettivamente a 60 e 50 dB (LAeq), in periodo diurno e notturno, presso i
ricettori abitativi di Cipollina, Tanadorso, Case Forale, Case Banchetta e Case Sotto Rocche, considerando il
territorio in cui questi ricadono come appartenente alla classe III;
• valori limite assoluti di emissione, pari rispettivamente a 55 e 45 dB in periodo diurno e notturno per i ricettori
collocati in classe III (tale parametro si riferisce al solo contributo dell'impianto eolico);
. valori limite differenziali di immissione: + 5 dB(A) in periodo diurno e + 3 dB(A) in periodo notturno come
massime differenze tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo misurato all'interno degli
ambienti abitativi.
Le caratteristiche emissive degli aerogeneratori che verranno installati sono state ricavate dai dati forniti dal
committente. Gli aerogeneratori previsti a progetto, con altezza al mozzo di 55 m e diametro del rotore di 52 m, sono
disponibili con diverse regolazioni, ottenute con un diverso settaggio dei parametri di funzionamento; in generale,
configurazioni più "silenziose" consentono minori potenzialità produttive. Per il presente progetto è stata utilizzata la
configurazione standard, caratterizzata da una potenza sonora di 103 dB(A) alla velocità di riferimento di 8 m/s a 10 m
di altezza. Le simulazioni sono state condotte a due velocità del vento a 10 m (6, 8 m/s), a cui corrispondono i seguenti
valori di potenza sonora: 101, 103 dB(A). A velocità del vento superiori, l'emissione sonora della macchina non
subisce sostanziali variazioni rispetto al dato a 8 m/s.
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Valutazione Impatto Ambientale - Settore
il livello di immissione specifico massimo degli aerogeneratori, con velocità del vento di 6 m/s (a 10 m) risulta
inferiore a 40 dB(A) per la maggior parte dei ricevitori; i livelli più elevati, pari a circa 42.5 dB(A), sono previsti
presso le postazioni R06-^R09 ed R17.
Il livello di immissione "post operam" calcolato dal modello è minore di 52.5 e 44 dB(A) rispettivamente in
periodo diurno e notturno.
L'incremento del livello di immissione è, su tutti i ricettori, minore di 3 dB in periodo diurno; in periodo notturno,
si hanno incrementi più rilevanti, a causa della riduzione del livello di rumore residuo.
inoltre:
il livello di immissione specifico massimo degli aerogeneratori, con velocità del vento di 8 m/s a 10 m risulta
inferiore a 45 dB(A) presso tutti i punti di calcolo. Il valore di immissione specifica più elevato è previsto ancora
presso le postazioni R06^-R09 ed R17.
Il livello di immissione "post operam" calcolato dal modello è minore di 49 e 45 dB(A) e.a., rispettivamente in
periodo diurno e notturno.
L'incremento del livello di immissione è, su tutti i ricettori, minore di 5 dB in periodo diurno, ad eccezione dei
punti R06^R09 ove l'incremento calcolato è pari all'incirca a 6 dB, a fronte però di livelli di immissione esterni
all'edificio assai ridotti, compresi tra 45 e 46 dB. Anche in periodo notturno, l'incremento calcolato è ovunque
superiore a 3 dB con livelli di immissione esterni generalmente inferiori a 43 dB e pari, al più, a 45 dB(A) e.a.,
sempre presso i punti R06-^-R09.
Per una rappresentazione delle immissioni specifiche del parco eolico in tutto il territorio circostante, sono state
prodotte mappe recanti le curve isofoniche. Il calcolo è stato eseguito ad una altezza dal suolo di 2 m su griglia avente
passo 10 m. Le curve calcolate, da 25 a 55 dB(A), con passo 5 dB(A) sono rappresentate sul modello digitale del
terreno.
II confronto tra i livelli calcolati ed i limiti di legge ha evidenziato quanto segue.
Il livello di immissione specifica degli aerogeneratori è ovunque minore di 45 dB(A) per i ricettori in classe III e
minore di 40 dB per il ricettore in classe II; pertanto il limite di emissione del parco eolico su tutti i ricettori individuati,
calcolato ad un'altezza corrispondente al primo piano delle abitazioni, è ovunque rispettato, sia in periodo diurno che
notturno.
Il livello d'immissione presso i ricettori è risultato sempre minore dei limiti massimi assoluti di immissione, pari, per la
classe III, a 60 dB(A) diurni e 50 dB(A) notturni e per la classe II, in cui ricade il solo ricettore R20, a 55 dB(A) diurni
e 45 dB(A) notturni. I limiti massimi assoluti di immissione sono quindi ovunque rispettati sia in periodo diurno che
notturno.
Per quanto attiene alla situazione in periodo diurno, la modellazione condotta e le assunzioni formulate circa il livello
di rumore residuo hanno mostrato come, nell'assetto corrispondente alla massima emissione sonora dei macchinari,
ossia alla velocità del vento di 8 m/s, gli incrementi del livello di immissione calcolati in esterno alle abitazioni
risultino quasi ovunque minori di + 5 dB(A), valore limite per il criterio differenziale in periodo diurno. Fanno
eccezione alcune postazioni collocate presso Case Forale (R06-^-R09), per le quali l'incremento previsto si aggira
attorno a 6 dB(A). Tuttavia, il livello di rumore ambientale calcolato all'esterno dei fabbricati si colloca nell'intorno di
45 dB(A). Tale livello sonoro è già inferiore ai limiti di applicabilità del criterio differenziale a finestre aperte, pari a 50
dB(A) all'interno del fabbricato in periodo diurno. Si ha quindi una situazione di non applicabilità del criterio
differenziale in periodo diurno.
In periodo notturno, a causa del livello di rumore residuo particolarmente basso, l'incremento del livello di immissione
all'esterno delle abitazioni appare ovunque superiore a 3 dB, pur sempre però con livelli di immissione calcolati
inferiori a 43 dB(A) presso tutti i punti di calcolo, ad eccezione dei ricettori R06-hR09, ove il livello di immissione
calcolato all'esterno risulta pari al più a 45 dB(A). Riferimenti bibliografici indicano come, negli ambienti interni, i
livelli di rumore, a finestre aperte, risultino di almeno 5^-6 dB più bassi rispetto ai valori presenti in esterno; pertanto è
ragionevole ipotizzare che, con i livelli esterni previsti, i livelli interni a finestre aperte, siano inferiori o al più prossimi
al limite di applicabilità notturno del criterio differenziale, pari a 40 dB(A).
Come tuttavia precisato, la non applicabilità del criterio differenziale deve essere verificata nelle due situazioni di
serramenti aperti e chiusi. In questo caso i valori del livello di rumore interno al di sotto dei quali si può considerare
trascurabile il disturbo sono pari, in periodo notturno, a 25 dB. Sulla base della stima ampiamente conservativa fatta dal
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modello (tutti i ricettori "sottovento" a tutte le sorgenti), della particolare conformazione orografica del sito, con i
ricettori più critici collocati a quote molto inferiori rispetto alle sorgenti (ad esempio quasi 200 m di dislivello tra R06
ed il mozzo della turbina R2), situazione che limita la propagazione diretta dell'onda sonora dalle macchine all'interno
dell'abitazione, delle assunzioni formulate sul livello di rumore residuo, si ritiene che la potenziale situazione di
criticità relativa all'applicabilità del criterio differenziale a finestre chiuse, possa ragionevolmente essere superata. Si fa
inoltre notare come il punto di calcolo modellistico posto ad un metro dalla facciata dell'edificio risenta del contributo
di tutte le sorgenti dislocate all'interno di un angolo di ± 90° rispetto alla normale alla parete, mentre nella realtà,
dall'interno del locale, porranno essere visibili e quindi acusticamente più significative, un numero molto minore di
sorgenti. Sulla base delle considerazioni proposte a seguito del calcolo, è ragionevole ritenere che anche a finestre
chiuse in periodo notturno, il livello di rumore sia prossimo al limite di applicabilità del criterio differenziale.
Nell'ambito dell'iter approvativo dell'impianto eolico 'Monte Forale' nei Comuni di Voltaggio (AL) e Ronco Scrivia
(GÈ), sono pervenute, da parte degli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, alcune richieste di chiarimento e
integrazione. In particolare, relativamente allo studio d'impatto ambientale (S.I.A. nel seguito), sono stati richiesti
approfondimenti in relazione alle emissioni sonore dell'impianto, oggetto del presente rapporto. L'attività si compone
di integrazioni/approfondimenti dello studio già svolto i quali fanno capo alle seguenti richieste:
1. analisi spettrale del livello di rumore residuo e previsto, con riferimento al campo delle basse frequenze;
2. esecuzione di una campagna di misura del rumore residuo in prossimità del recettore posto nelle vicinanze di
Tanadorso e valutazione dell'impatto acustico del parco su tale ricettore, mediante modellazione matematica;
3. analisi statistica del livello residuo misurato, stima dell'incertezza complessiva del procedimento utilizzato nella
valutazione di impatto acustico e verifica del livello di confidenza per la non applicabilità del criterio differenziale;
4. esame comparativo di una diversa tipologia di aerogeneratori.
A valle della disamina di quanto richiesto sono confermate le valutazioni espresse nello S.I.A., che evidenziano una
sostanziale compatibilita dell'opera con la legislazione vigente.
Qualora tuttavia i riscontri sperimentali a valle della realizzazione del parco eolico dessero evidenza di criticità in
relazione al rispetto dei limiti di emissione o del criterio differenziale di immissione, sarà possibile attuare idonei
interventi mitigativi volti a ridurre il contributo dell'impianto sui ricettori, mediante l'impostazione, sugli
aerogeneratori, di modalità operative e di regolazioni in grado di ottenere, a scapito della producibilità, livelli di
potenza sonora minori.
Nell'ambito delle richieste di integrazione, è stata effettuata una valutazione del rumore prodotto per la versione del
campo eolico a n° 3 macchine di grossa taglia da 2.5 MW o 3 MW cad. Questa configurazione impiantistica ha
ovviamente un layout alternativo rispetto al progetto preso in esame nello SIA.
Tra i modelli di aerogeneratore di grossa taglia presi in considerazione si è esaminata la turbina Vestas VI 12-3.0, una
macchina da 3 MW, con diametro palare di 112 m e velocità di rotazione compresa tra 6.2 e 17.7 giri/min. La turbina è
fornita con diverse modalità operative (mode O, mode 1 e mode 2) che, a fronte di minore produzione, offrono anche
una minore potenza sonora. Alla velocità di 8 m/s la potenza sonora nella modalità standard (Mode 0) vale 106.5
dB(A), mentre nelle modalità 1 e 2, essa vale circa 103 dB(A). Come si può notare, alla velocità di riferimento (8 m/s a
10 m), rispetto alla soluzione con n° 10 macchine, la configurazione impiantistica con turbina da 3.0 MW risulta più
rumorosa per i ricettori R06^-R09, Rl 1, R13-HR.17. Con la soluzione a bassa emissione sonora, il livello calcolato sui
ricettori con soluzione a n°3 aerogeneratori risulta ovunque minore del rispettivo valore con n° 10 macchine.
Elettromagnetismo
Nel seguito vengono presentati i risultati dei calcoli di campo magnetico effettuati nell'ipotesi, cautelativa, che tutti gli
aerogeneratori funzionino alla massima potenza e che tutta la corrente prodotta (270 A a 20 kV) sia trasportata da una
sola linea elettrica interrata. I risultati dei calcoli dell'induzione magnetica generata consentono di affermare che, nei
luoghi in cui è prevedibile la presenza di personale non esposto per motivi professionali, i livelli di campo magnetico
presentano livelli sicuramente inferiori all'obiettivo di qualità di 3 uT definito dal DPCM 8/7/03. In particolare, lungo
11 percorso del cavo interrato i livelli di induzione magnetica si mantengono, in corrispondenza dell'asse del cavo,
inferiori a 1.4 uT. Si sottolinea che le valutazioni modellistiche presentate sono state effettuate considerando la corrente
massima circolante nei conduttori e devono quindi essere considerate cautelative.
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Mitigazioni
Relativamente alla sottrazione di suolo, essa riguarda in generale circa 10.115 m 2 di superficie prevalentemente
costituita da prati o aree invase da cespuglieti; di questi circa 3.735 rm saranno ripristinati al termine della fase di
realizzazione dell'impianto, mentre 6.380 m riguarderanno le nuove piste e le piazzole di servizio degli aerogeneratori.
Per l'area eccedente le piazzole definitive è, invece, previsto il riporto di terreno vegetale, la posa in opera di geostuoia
(dove richiesto), l'eventuale semina di tappeto erboso e l'eventuale piantumazione di cespugli.
Relativamente alla perdita diretta di habitat e di specie floristiche, dovuta alle piazzole delle torri coliche, gli impatti
sugli habitat e sulla fiora che possono essere causati dall'ampliamento o dalla costruzione di strade, dall'apertura di
cantieri. Tali impatti saranno notevolmente mitigati con un'adeguata progettazione e gestione del cantiere, ponendo
particolare cura alla produzione di polvere, correlata al traffico di veicoli pesanti che trasportano materiali e
componenti per la costruzione degli aerogeneratori e delle relative opere accessorie. In caso di eventuale presenza di
esemplari degni di conservazione, durante la fase di cantiere, essi saranno opportunamente preservati o con idonee
recinzioni o con il loro trapianto temporaneo e il reimpianto a fine lavori.
Relativamente alla componente visiva, verrà posta particolare attenzione all'adozione di idonee misure per ridurre la
visibilità delle opere civili da realizzare fuori terra. Gli aerogeneratori avranno una colorazione grigio chiaro, molto
tenue e morbida, che tende a rendere gli aerogeneratori scarsamente visibili da lunga distanza. Compatibilmente con le
esigenze di mitigazione paesistica verranno adottati gli opportuni accorgimenti per rendere visibili le macchine, ai fini
della sicurezza dell'impianto e della salvaguardia dell'avifauna. In particolare, ai fini della sicurezza dell'impianto sono
previsti dispositivi di segnalazione luminosi sulla navicella, mentre per la salvaguardia dell'avifauna per ridurre
l'effetto detto motion-smear (corpi che si muovono a velocità molto alte producono immagini che rimangono impresse
costantemente nella retina dando l'idea di corpi statici e fissi) è prevista la colorazione bianco/rossa dell'ultimo terzo
del fusto dell'aerogeneratore e/o dell'ultimo terzo delle pale. In alternativa, la colorazione della parte terminale delle
pale può essere prevista con bande nere. Ad ulteriore tutela dell'avifauna è possibile fornire il parco eolico di sensori
"nebbia" che rilevano la visibilità nell'area intorno alle torri; se la visibilità è minore di 200 m, il sensore agisce sul
comando arresto pale, interrompendo la rotazione.
Data la presenza del sentiero escursionistico di rilevanza europea El, che in un suo tratto attraversa l'area di impianto,
si propone come misura di compensazione la disposizione di cartelli illustrativi dell'habitat del sito interessato
dall'impianto eolico e delle caratteristiche di impianto stesso.
Inoltre, la prevista asportazione di 33 elementi arborei sul territorio del comune di Ronco Scrivia, necessaria per
l'installazione degli aerogeneratori Rl, R2 e R3, potrà essere compensata da un eguai numero di essenze autoctone, da
mettere a dimora sul territorio comunale su indicazione delle stesse Autorità locali.
Compensazioni
Enel Produzione S.p.A., di concerto con il Comune di Voltaggio, ha preliminarmente individuato le seguenti opere di
compensazione ambientale, con valenza di utilità pubblica per la comunità locale, che saranno eseguite a cura e spese
di Enel:
1. Rimozione della linea aerea MT nella tratta Paganini - Canneto, con spostamento della stessa in percorso interrato;
2. Esecuzione di n. 10 nuovi punti luce;
3. Realizzazione di un impianto di illuminazione dei ruderi del castello;
4. Studio di fattibilità, progettazione e direzione lavori di due impianti fotovoltaici sulla scuola e sul Palazzo Ducale, o
altri edifici che verranno individuati dal Comune.
Non risultano accordi con il comune di Ronca Scrivia.
K Integrazioni
Pervenute in data 6 luglio 2011:
è allegata la dichiarazione del rappresentante legale della società all'impegno a corrispondere all'atto dell'avvio dei
lavori una cauzione, mediante fidejussione bancaria o assicurativa, a garanzia dell'esecuzione degli interventi di
dismissione e delle opere di messa in pristino.
Valutazione della gittata per distacco della pala: le attività illustrate riguardano la stima della distanza massima alla
quale può essere proiettata la pala di un aerogeneratore tipo Gamesa G52-850kW nell'ipotesi estrema di distacco
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della pala alla radice durante il funzionamento alla massima velocità (velocità di cut-ouf). Le quattro frazioni più
prossime all'impianto sono quelle di:
A. Case Sotto Racche, che dista 250 m dalla piazzola VI in direzione sud-sudest (e 400 m dalla piazzola V3 in
direzione sud) ad una quota di 700 m s.I.m.,
B. Case Forale, che dista 350 m dalla piazzola V3 in direzione est ad una quota di 690 m s.I.m,
C. Case Banchetta, che dista 600 m dalla piazzola V3 in direzione sudest ad una quota di 650 m s.I.m.,
D. Cipollina, che dista 350 m dalla piazzola R4 in direzione sudest ad una quota di 620 m s.I.m.
La rosa dei venti indica che i venti predominanti hanno direzioni N-NO e S-SE; tra questi solo la componente N-NO
risulta di interesse. La traiettoria di lancio è orientata prevalentemente in direzione normale al vento, ragion per cui,
in corrispondenza di vento N/NO si verifica un lancio in direzione E/NE oppure O/SO. Delle diverse frazioni A-BC-D citate solo le A-B-C risultano quindi interessabili dal lancio di una pala. Considerando tali direzioni di lancio si
hanno le corrispondenti coppie distanza-dislivello:
A. 400 dalla piazzola V3 -[50+(805-700)] = 155m
B. 350 dalla piazzola V3 -[50+(805-690)J = 165m
C. 600m dalla piazzola V3 -[50+(805-650)] = 205m
La posizione B risulta essere la più critica tenendo conto di orientamento, distanza e dislivello (165m). I risultati dei
calcoli svolti in corrispondenza di tale posizione indicano una gittata massima della pala pari a 171 m. Essendo la
distanza dalla torre più vicina (V3) pari a 350m ne deriva un fattore di sicurezza pari a 2.
Piano di dismissione, con previsione di eliminazione della flangia di base della torre e demolizione di parte delle
fondazioni fino alla profondità di almeno 1 m dal piano campagna, eliminazione della massicciata delle piazzole e
rimodellamento del profilo del terreno, rimozione della massicciata della pista in Mac Adam che unisce
Paerogeneratore VI ai V5 e Rl che è posizionata in prossimità del crinale.
Geologia - relazione 29 maggio 2011 - II Mt. Alpe e il Mt. Forale costituiscono i due rilievi principali nell'area in
studio. Sostanzialmente i crinali impegnati dall'impianto in progetto sono caratterizzati da un andamento
movimentato con il succedersi di alti e bassi topografici legati presumibilmente a fenomeni di erosione selettiva.
L'assetto giaciturale generale, debolmente immergente verso N/N-NO, determina una evidente asimmetria
morfologica dei versanti con minori inclinazioni lungo i quadranti settentrionali. Viceversa i versanti meridionali
possono raggiungere, nella parte alta, acclività importanti, nell'ordine dei 40°-60°.
In merito alla pericolosità legata a processi gravitativi, si è fatto riferimento alla Variante Bacini Padani (VBP) del
PTC della Provincia di Genova, e alle verifiche di compatibilita del P.A.I. eseguite dai rispettivi comuni di
Voltaggio e Fraconalto. In accordo a tale documentazione, allontanandosi dal crinale e spostandosi verso
fondovalle, data la composizione del substrato, costituito dai conglomerati della Formazione di Molare, è possibile
il distacco localizzato di elementi dello stesso, di dimensioni dalla ghiaia fino ai blocchi anche di dimensioni
metriche (versante sud est di Monte Alpe prospiciente la località Sotto Racche, comunque non interessato dalle
opere in progetto), laddove lo stesso substrato presenta condizioni di debole cementazione, elevata alterazione e
condizioni di accentuata acclività. Altre forme di manifestazioni gravitative sono segnalate alla base dei versanti,
laddove i depositi di copertura raggiungono un certo spessore, creando condizioni favorevoli alla loro
mobilizzazione. La VBP nel ramo di impianto ligure, riconosce sia zone di tipo Fa (aree interessate da frane attive),
sia zone di tipo Fq (aree interessate da frane quiescenti).
La postazione V5 dispone di uno spazio limitato con versanti acclivi sia ad E che ad O ed è collocata nelle vicinanze
di un movimento gravitativo quiescente composito (FQ10). La postazione risulta comunque esterna al perimetro del
movimento rilevato. La copertura impedisce la visione delle condizioni litotecniche del substrato che dovranno
essere accertate con indagini integrative e la stabilità verificata.
Una criticità viene segnalata nelle vicinanze della postazione R2 che si trova nelle vicinanze della testata del ripido
impluvio che raggiunge il crinale, impluvio che manifesta condizioni di erosione accelerata, con sponde assai
scoscese in condizioni di dubbia stabilità. E' necessario che la postazione si mantenga a distanza di sicurezza dalla
testata da determinarsi in seguito alle indagini integrative.
Considerazioni e conclusioni molto simili valgono per la postazione R3, anche se le condizioni di stabilità delle
sponde d'impluvio sono migliori. Anche per questa postazione è consigliato che si mantenga a distanza di sicurezza
dalla testata d'impluvio, da determinarsi in seguito alle indagini integrative.
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Un'interferenza è dovuta alla viabilità di accesso che, nel tratto che risale il versante meridionale del Mt. Alpe, si
espone al settore di versante interessato da fenomeni di crollo mentre, nel tratto successivo, lungo l'asse vallivo
compreso tra il Mt. Alpe e la C.sta del Bagascio, attraversa il corpo franoso quiescente del colamento lento FQ5.
La variabilità di condizioni geomorfologiche (competenza del substrato e variazioni di pendenza) evidenziata nel
rilievo renderà necessario il ricorso ad indagini geognostiche di tipo diretto e valutazioni con prove di laboratorio.
Questo al fine di accertare le condizioni di stabilità, caratterizzare l'effettiva competenza del substrato di posa
dell'aerogeneratore e guidare la scelta all'idonea tipologia di fondazione da adottare.
Infine si evidenzia che gli aerogeneratori (V1-V2-V3-V4) posti lungo la dorsale che collega il Monte Alpe e il
Monte Forale sono posti nelle vicinanze della linea di cresta orientale del crinale (20-40 m di distanza). Data la
vicinanza tra le postazioni e il crinale che, lungo il versante orientale, è interessato da fenomeni di crollo che
interessano il substrato conglomeratico, occorrerà che le indagini geognostiche previste, unitamente alle verifiche di
stabilità, accertino l'assenza di criticità non rilevabili con l'osservazione superficiale, sia per le postazioni coliche
che per la viabilità connessa.
I conglomerati costituiscono il substrato di posa anche del ramo di impianto ligure rappresentato dalla postazioni
Rl, R2, R3 ed R4. Sostanzialmente questo tratto di crinale presenta caratteristiche simili ai precedenti, delimitato a
S da un versante particolarmente acclive ed a N da pendenze più dolci.
Dal rilievo eseguito si evince che i depositi di copertura, relativamente alle posizioni di crinale siano di spessore
modesto e che, di conseguenza, le fondazioni interesseranno direttamente il substrato di conglomerati della
Formazione di Molare. Sulla base delle considerazioni esposte si ritiene pertanto idonea la scelta di fondazioni di
tipo diretto, scelta ovviamente da valutare analiticamente in fase di progettazione esecutiva mediante indagini
geotecniche e prove di laboratorio per la misura diretta delle caratteristiche litotecniche dell'ammasso roccioso di
fondazione.
In funzione dei risultati derivanti dalle indagini geognostiche previste, qualora il quadro ipotizzato presenti
differenze in termini di caratteristiche meccaniche del substrato, potranno essere adottate scelte fondazionali di tipo
indiretto. Nello specifico, particolare attenzione dovrà essere prestata alle postazioni V5, R2, R3 e R4 in ragione
delle caratteristiche geomorfologiche dei luoghi e data la vicinanza delle opere stesse al perimetro di aree interessate
da fenomeni di dissesto.
A seguito degli ulteriori rilievi geologici, effettuati nel mese di maggio del 2009 e mirati all'individuazione di
affioramenti di pietre verdi contenti minerali fibrosi, sono stati localizzati, nell'area di interesse, due affioramenti di
limitate dimensioni di materiali riferibili a cataclasiti di pietre verdi. I due affioramenti sono ubicati rispettivamente
alla base e a metà del versante sud ovest del Mt. Alpe e interessano esclusivamente il tratto iniziale della viabilità
dell'impianto per una lunghezza complessiva di circa 80 metri. Successivamente a tale rinvenimento si è deciso di
campionare sia gli affioramenti sopra descritti che altre zone dell'area interessate sia dalla viabilità dell'impianto
che da alcune piazzole degli aerogeneratori. Sono stati eseguiti n. 12 pozzetti superficiali e prelevati altrettanti
campioni da sottoporre a determinazioni per la rilevazione del contenuto di amianto liberabile delle rocce e di
amianto totale nei terreni. Nonostante la distribuzione areale rilevata sia sostanzialmente limitata, la presenza di
materiali fibrosi induce ad assumere tutte le precauzioni del caso a tutela del personale operante in fase di
realizzazione e adeguamento del tratto iniziale della viabilità prevista. Pertanto dovranno essere intraprese, in fase di
realizzazione nonché di esercizio della strada, tutte le azioni tali da evitare la liberazione nell'aria di fibre
respirabili.
// materiale integrativo di fatto conferma le criticità già precedentemente evidenziate. La presenza di materiale
fibroso necessita di essere approfondita, in quanto incide non solo sulle modalità di conduzione del cantiere ma
anche sui costi complessivi dell 'intervento. Peraltro il piano economico —finanziario non è fornito.
Relazione geotecnica — 31 marzo 2011: riveste carattere preliminare, dovendosi perfezionare le verifiche
principalmente sulla base dell'esito dei sondaggi che si condurranno sul luogo e, in via subordinata, dalla
definizione puntuale dei carichi dovuti dal vento per la macchina prescelta. Le principali problematiche connesse
all'installazione degli aerogeneratori riguardano la potenziale interazione delle fondazioni con impluvi o corpi
detritici in potenziale evoluzione. In particolare si segnalano nel già citato documento geologico le seguenti
postazioni coliche:
• Postazione V5: dispone di uno spazio limitato con versanti acclivi sia a E che a O ed è collocata nelle vicinanze
del movimento gravitativo composito situato a nord della Costa del Baiaselo.
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• Postazione R2: si trova nelle vicinanze della testata del ripido impluvio che raggiunge il crinale, impluvio che
manifesta condizioni di dubbia stabilità. E' quindi necessario che la postazione si mantenga a distanza di sicurezza
dalla testata dell'impluvio stesso.
• Postazione R3: si trova nelle stesse condizioni della posizione R2 anche se le condizioni di stabilità delle sponde
d'impluvio sono migliori. Anche per questa postazione è consigliato che ci si mantenga a distanza di sicurezza dalla
testata d'impluvio, da determinarsi in seguito alle indagini integrative.
Per le problematiche descritte, tali situazioni potrebbero rendere necessaria una diversificazione del sistema di
fondazione da impiegare oppure, solo in seconda istanza, la protezione della fondazione a soluzione diretta con
opere di intercettazione del potenziale arretramento del ciglio instabile, tipicamente palificate. In particolare si
esaminano le caratteristiche di fondazioni su pali di lunghezza opportuna, che consentano di disaccoppiare il
comportamento statico della macchina eolica da quello del terreno superficiale circostante. Le attività condotte,
relativamente alla verifica della:
Stabilità di scavi e rilevati
Stabilità e cedimenti delle fondazioni coliche, sia per fondazione diretta che per quella su pali.
Stabilità del sistema terreno-fondazione
hanno portato alle seguenti conclusioni.
Per le suddette valutazioni sono state considerate le caratteristiche plano-altimetriche di progetto, le caratteristiche
geomeccaniche dei conglomerati della Formazione del Molare, come definite nella relazione geologica, ed i carichi
ambientali del luogo.
Le combinazioni di carico dimensionanti per le verifiche geotecniche delle strutture di fondazione sono state
mutuate da aerogeneratori da 850kW di caratteristiche geometriche simili già in servizio nell'Impianto eolico ENEL
Green Power di Serra Tre Confini in Comune di San Pietro Avellana (IS), posto in zona montana, in una fascia di
1200-1360 m s.l.m., di sismicità elevata e intensità di vento non inferiore a quella del sito di Monte Forale. Le
fondazioni verificate sono delle dimensioni in pianta di 11,8m xll,80m e altezza l,25m. Vengono completamente
interrate e posizionate in modo da poter insistere solo su terreno in posto, non su riporti. Le verifiche sono
abbondantemente soddisfatte così da poter ritenere che, anche in presenza di caratteristiche più modeste, con
riferimento in particolare alla coesione, dei terreni di fondazione che potessero essere definite in seguito agli
accertamenti di sito, la soluzione fondale individuata è appropriata e possibilmente ottimizzabile come dimensioni
in pianta.
Per il caso con pali, si deve evidenziare che essi rispondono alla sola esigenza di difendere la fondazione da un
insoddisfacente contenimento laterale dovuto a terreni molto acclivi, o indeboliti da episodi di mobilizzazione di
cigli. Si è in questo caso verificato che una soluzione a soletta con pali, illustrata nello schema seguente, sostenuta
da 16 pali trivellati del diametro SOOmm distanziati di 3,0m e di lunghezza pari a 16m è in grado di soddisfare le
verifiche geotecniche sia statiche che sismiche.
Si vuole evidenziare inoltre che le verifiche di stabilità dei pendii naturali, nella situazione ex-ante, e del sistema
terreno fondazione, nella situazione di progetto, fondate su base morfologica hanno fornito sempre esito positivo,
sia in condizioni statiche che in condizioni sismiche.
Le verifiche geotecniche troveranno perfezionamento principalmente alla luce degli accertamenti geognostici di
campo e in seconda battuta disponendo dei carichi pertinenti alle macchine eoliche che verranno finalmente
installate.
// materiale integrativo di fatto conferma le criticità già precedentemente evidenziate. Nulla è descritto per la
postazione R4, collocata in corrispondenza di un rilevato artificiale, su una porzione di versante acclive, in testa ad
un 'area di frana quiescente e vicino ad un 'area in frana attiva. Non può essere ritenuto rispondente a criteri di
buona progettazione e collocazione ottimale nell'ambiente il ricorso ad opere di consolidamento quali le palificate.
Le analisi, comunque non esaustive, sono esclusivamente finalizzate a sostenere la fattibilità delle opere e non a
considerarne le conseguenze sullo stato attuale dei luoghi. La forte artifìcializzazione conseguente a tale modalità
progettuale, oltre ad avere implicazioni di natura geomorfologica, paesistica e naturalistica, va a detrimento della
reversibilità totale dell 'intervento.
È fornito Piano delle indagini geognostiche e specifica tecnica datato 16.03.2011, e Piano delle indagini
geognostiche in sito di tipo indiretto datato 27.06.2011; le prove sono date in esecuzione nei mesi giugno - luglio
2011.
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Z2-U-U
Data - IL SEGRETARIO
C L I H-;
O
(Dott.ssa HaaJa-Sblari)
(Osr.-;a!a f.ujf
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SCHEMA N
NP/22440
DEL PROT. ANNO 2011
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
Rumore: la verifica del criterio differenziale di immissione deve essere eseguita tramite misura diretta all'interno
degli ambienti abitativi; essa potrà quindi avvenire solo dopo la realizzazione del parco. Gli interventi mitigativi che
si potrebbero attuare in caso di eventuale superamento dei valori limite differenziali nel periodo di riferimento
notturno all'interno degli ambienti abitativi sono riconducibili alle due tipologie seguenti:
interventi di riduzione della potenza sonora degli aerogeneratori;
interventi diretti sul ricettore.
Quest'ultima tipologia comprende le misure volte a migliorare l'isolamento acustico del fabbricato nel suo
complesso dal rumore esterno. Poiché il contributo delle turbine è diverso sui vari ricettori, si è proceduto ad
individuare alcuni possibili combinazioni di regolazioni delle turbine coliche del parco, in grado di ridurre i livelli
sonori presso i ricettori più critici. Sulla base di tali considerazioni, è sufficiente l'esercizio degli aerogeneratori R2
e V3 al primo livello di mitigazione in periodo notturno perché il livello esterno anche presso la postazione R07 si
collochi al di sotto della soglia di applicabilità del criterio differenziale a finestre aperte. I livelli interni a finestre
chiuse, calcolati con le ipotesi indicate, risultano tutti minori di 30 dB. Tale livello, pur superiore al limite di
applicabilità notturno, consente un'adeguata fruizione degli ambienti anche per il riposo. La conclusione sul rispetto
dei limiti acustici si base molto sull 'inapplicabilità del criterio differenziale. Le argomentazioni e la dimostrazione
dell 'inapplicabilità del criterio differenziale (sia a finestre aperte che chiuse) in tutti i 20 ricettori utilizzati nel
modello di calcolo previsionale (R01-R20) appaiono tecnicamente un po' carenti o quanto meno non sono
adeguatamente esplicitate. Limitatamente al periodo di riferimento notturno ed alla condizione di finestre chiuse, è
possibile che presso diversi recettori non venga rispettato il limite differenziale. Tenendo però presente che in tale
situazione i livelli di rumorosità ambientale sarebbero poco al di sopra della trascurabilità, che i generatori
possono anche essere impostati in modalità «low noise» riducendo di alcuni decibel la propria rumorosità e che il
problema sopra citato, nella peggiore delle ipotesi, essendo limitato alla condizione finestre chiuse, può essere
risolto con l'installazione di infìssi fonoisolanti, come eventualmente proposto dallo studio stesso, si può
concludere che la problematica non sia di particolare criticità. Occorre però che, in caso di realizzazione dei
generatori, sia previsto un piano di monitoraggio, a cura del gestore dell 'impianto stesso, atto alla verifica dei
livelli di rumorosità presso tutti i recettori considerati nello studio, con particolare riferimento al criterio
differenziale. Qualora tali verifiche evidenziassero effettive criticità, dovranno essere messi in atto gli interventi
mitigativi proposti dal tecnico estensore degli studi acustici, a cominciare dal funzionamento degli aerogeneratori
in modalità «low noise».
Interventi di ripristino del sito - relazione 13 maggio 2011 - i lavori da eseguire per il conseguimento del ripristino
ambientale del sito in oggetto al termine dei lavori di costruzione possono essere così sintetizzati:
a) fmitura con ghiaietto delle piste in MacAdam con riduzione della larghezza della massicciata da 4 m a 3 m. La
riduzione della larghezza delle piste comporterà contestualmente il modellamento del terreno adiacente. Non
verranno eliminati tratti della viabilità interna;
b) ricopertura delle massicciate delle piazzole di montaggio degli aerogeneratori con eventuale rimodellamento del
profilo del terreno in corrispondenza delle stesse;
e) bordatura della piazzola definitiva con cordoli in pietra naturale.
La parte di piazzola che viene rilasciata all'uso originario sarà ripristinata con riporto di terreno vegetale per uno
spessore medio di 30-40 cm . Il terreno di riporto sarà quello che è stato mantenuto nel corso dei lavori per la
realizzazione dell'impianto. La superficie verrà poi rinaturalizzata utilizzando sementi di specie autoctone. I
miscugli di sementi saranno scelti in base alle caratteristiche stazionali del sito di intervento utilizzando specie
capaci di produrre velocemente il manto protettivo, alcune formando un reticolo superficiale di rizomi, altre
spingendo le radici in profondità. L'individuazione ed il reperimento delle specie per l'inerbimento, saranno
eseguite con le seguenti modalità:
- selezione delle specie in base a forme biologiche, tipi corologici, caratteristiche biotecniche;
- confronto con le specie disponibili sul mercato;
- eventuale reperimento delle specie nuove mediante prelievo dal selvatico (talee, cespi, rizomi, semi, fiorume), o
produzione vivaistica ex novo.
La provenienza delle sementi e la percentuale di germinabilità saranno certificate. E' prevista una distribuzione
delle sementi di 10 ^ 100 g/rm; come concimi e fertilizzanti si potranno aggiungere secondo i casi, torba, sabbia o
ammendanti di vario tipo e, se necessario dopo la semina, fertilizzanti organici (30 +• 100 g/rrn).
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
.l
- ,
Data - IL SEGRETARIO
(Dott.ssa Pajjla Solari)
„.
^•;?-";;c,-o ?, uff fai)
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SCHEMA N
NP/22440
DEL PROTANNO 2011
REGIONE L I G U R I A - G i u n t a Regionale
Dipartimento Ambiente
Valutazone Impatto Ambientale - Settore
Per la postazione R4 è prevista in corrispondenza del limite dell'area di piazzola, la piantumazione di alcune delle
seguenti specie: nocciolo (Corylus avellana), ginepro (Juniperus communis), rosa selvatica (Rosa canina), ginestra
(Spartiumjunceum) e biancospino (Crataegus monogynd).
Le scarpate degli scavi saranno riprofilate mantenendo il drenaggio delle acque meteoriche. La riprofilatura verrà
effettuata utilizzando pietrame ricoperto con terreno vegetale provenienti dagli scavi dell'impianto. Si stima che gli
interventi di ripristino del sito al termine dei lavori di realizzazione della centrale possano essere attuati nell'arco di
uno-due mesi.
In seguito all'entrata in esercizio della centrale eolica, i luoghi all'intorno delle piazzole definitive vengono
riconsegnate ai loro usi precedenti (tipicamente pascolo). La viabilità potrà essere utilizzata per l'accesso al sito,
facilitando il transito dei mezzi per il controllo e la manutenzione del territorio e per la fruizione a scopo
turistico/escursionistico.
/ tempi previsti appaiono incongrui e non tengono conto delle necessarie attività di manutenzione a garanzia
dell 'efficacia degli interventi, la cui definizione rimane comunque generica.
Pervenute in data 23 agosto 201 1:
- Con rapporto "Indagini geognostiche in sito" del 8.08.2011 sono fornite le stratigrafie dei sondaggi a carotaggio
continuo, la documentazione fotografica delle cassette, i profili tomografici della sismica a rifrazione e la relativa
documentazione fotografica.
Studio per la valutazione di incidenza: non aggiunge nulla di significativo rispetto a quanto già fornito.
« Pareri e osservazioni
Comitato per la Tutela e salvaguardia del Monte Forale e della Costa di Tanadorso: si esprime in forma molto critica,
avendo a riferimento in una prima fase la sola documentazione pervenuta nel maggio 2011, e non le successive
integrazioni. Successivamente con nota del 15.10.2011 trasmette delle considerazioni aggiuntive sulla relazione di
incidenza e sul progetto integrato. Il comitato rileva:
- le carenze del monitoraggio dell'avifauna e della chirotterofauna, sulla base di relazioni fornite dal prof. Spanò
dell'Università di Genova e da due ornitologi che dichiarano di conoscere il territorio in questione. In particolare è
trascurata la presenza di 2 - 3 coppie nidificanti di biancone, per i quali la sottrazione dell'area trofica costituita dal
sito di impianto potrebbe avere effetti definitivi di alterazione comportamentale con allontanamento se non
danneggiamento diretto. La presenza di postazioni fisse di caccia avvalora peraltro la posizione secondo cui la
ricchezza ornitica del luogo è fortemente sottovalutata dal proponente;
- le problematiche di accessibilità dovute alla non idoneità dei tracciati viabilistici;
- le assunzioni errate alla base del calcolo della gittata degli elementi rotanti in caso di rottura e delle stime di
rumorosità presso i recettori, ritenute non sufficientemente cautelative;
- la variabilità della stima di producibilità che rispetto al primo assetto progettuale è passata da meno di 1700 ore
equivalenti a circa 2000, senza che sia intercorsa una modifica tale (impiantistica, tecnologica, dimensionale, di
collocazione delle singole macchine) da giustificare l'incremento.
WWF: esprime adesione e sostegno alle osservazioni formulate dal suddetto Comitato.
Provincia di Genova: indica la necessità di prescrizioni relative al comparto rumore (monitoraggio a regime presso i
recettori ed eventuale applicazione delle misure mitigative proposte - utilizzo a basso regime).
Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria: con nota prot. 34040 del 16.11.2011 rileva che la
Relazione paesaggistica non risolve le criticità di impatto delle 4 pale in territorio ligure rispetto ai valori paesaggistici
complessivi ed all'interferenza con il crinale e con i valori paesaggistici tutelati. Non sono inoltre forniti precisi
elementi valutativi circa l'impatto delle opere impiantistiche, di rete e di viabilità previste. La Soprintendenza rinvia la
propria valutazione conclusiva successivamente all'espressione della VIA, condizionandone l'esito ad adeguamenti
progettuali che comportino un minor interessamento dei crinali, allo spostamento rispetto alle cappelle vincolate e ai
percorsi storici, all'acquisizione di elementi di maggior dettaglio in ordine all'incidenza delle opere accessorie ed alle
effettive mitigazioni.
Data - IL RESPONSAT^rbE DEL PROCEDIMENTO
(Dott.ssa Paólà^Sól^ri)
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Data - IL SEGRETARIO
( I / —'
SCHEMA N
NP/22440
DEL PROT ANNO 2011
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ambiente
Vaiutazione Impatto Ambientale - Settore
Ministero per i beni e le attività culturali - Direzione generale per il paesaggio le belle arti l'architettura e le arti
contemporanee, competente in quanto impianto di interesse interregionale ai sensi del DM 10 settembre 2010: con nota
prot. 37035 del 24.11.2011 esprime parere negativo alla richiesta di verifica di compatibilita ambientale ed alla
successiva autorizzazione unica. Ciò in quanto la coerenza e compatibilita del progetto con le osservazioni formulate
dalle competenti Soprintendenze richiede necessariamente un'ulteriore e diversa progettazione, i cui impatti sul
patrimonio culturale non possono che essere definiti attraverso la redazione di un nuovo Studio di Impatto Ambientale.
~ Considerazioni aggiuntive
Biodiversità
Per quanto concerne gli aspetti bionaturalistici, riferiti all'avifauna, si riportano le conclusioni di uno studio
universitario condotto sul Monte Forale (Università degli Studi del Piemonte orientale "A. Avogadro", Facoltà di
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali - Corso di Laurea in Scienze Ambientali e Gestione del Territorio: Prova
Finale "Vaiutazione della biodiversità del Monte Porale attraverso l'analisi del popolamento ornitico", candidato:
Massimo Mazzarello, Tutor: Prof. Marco Cucco. Stage svolto presso la Provincia di Alessandria - Direzione Tutela e
Valorizzazione Ambientale e Protezione Civile - Servizio Vigilanza Faunistica e Ambientale, Anno Accademico 2008
- 2009).
"Il monitoraggio degli uccelli nella zona del Porale ha consentito di evidenziare una serie di aspetti di dettaglio che soprattutto se inseriti nel contesto più ampio delle acquisizioni raggiunte con studi simili in altre parti dell'Appannino —
permettono di andare oltre la semplice ed assodata definizione di importanza delle praterie per la conservazione
dell'avifauna. Nell'area di studio si è rilevata una notevole ricchezza specifica, considerata la ridotta estensione del sito,
sono state rilavate ben 78 specie di uccelli che, se confrontate ad esempio con le 275 specie presenti in Provincia di
Alessandria (Malacarne, Cucco, Boano, 1999), e ancora meglio se paragoniamo le 27 famiglie rappresentate sulle 43
famiglie a livello provinciale, si capisce come sia importante la conservazione e valorizzazione di questa piccola
porzione di Appennino.
Estensione e struttura ambientale di questo particolare sistema sembrano essere i principali fattori che determinano la
ricchezza specifica. Sebbene non vadano trascurati fattori di tipo antropico locale (es. presenza di fabbricati idonei per
la Rondine), sembra assodato che i pascoli di maggior estensione, con una certa presenza di arbusti e alberi, e
preferibilmente situati in zone di dorsale, siano le situazioni di maggior interesse per la presenza di specie rare. Se a
questi requisiti si aggiunge la presenza attiva del bestiame al pascolo, la situazione diviene verosimilmente ottimale.
Ma per il mantenimento di popolazioni vitali delle specie legate agli ambienti aperti occorre pensare in un'ottica più
complessiva, che tenga conto del fatto che questi ambienti costituiscono un sistema unico, formato da frammenti e
porzioni di differente estensione, tipologia ed importanza. Quindi, se da un lato è ovvio concentrare gli sforzi di
conservazione nelle aree più significative, questi interventi perderebbero buona parte del loro senso se considerati
isolatamente. La presenza di specie di avifauna importanti per la conservazione ..., può essere il punto di partenza per
conservare e valorizzare tutte le diverse caratteristiche ambientali fondamentali per l'intera area. Ciò è perseguibile
tramite il mantenimento della fondamentale attività di pascolo non intensivo che, praticato come accade oggi,
rappresenta una delle attività umane veramente positive, al contrario di altre che andrebbero contrastate con ogni
mezzo. L'attività fuoristrada con mezzi motorizzati oggi rappresenta un delle minacce maggiori, distruggendo intere
aree di brughiera e aree cespugliate, senza trascurare il disturbo arrecato direttamente alle specie nidificanti. ... Infine,
ogni attività di ripristino, apertura di strade andrebbe attentamente valutata, affinchè non si comprometta il fragile
equilibrio idrogeologico. ...".
E attestata da più fonti la presenza di almeno due coppie di biancone nidificanti che utilizzano il Monte Porale come
area di caccia. Infine la presenza di postazioni fisse di caccia avvalora la posizione secondo cui la ricchezza ornitica del
luogo è sottovalutata dal proponente.
Data - IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
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(Dott.ssa Pa'o-la; Solari)
Pag. 20
Data - IL SEGRETARIO
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SCHEMA N.
NP/22440
DEL PROT. ANNO 2011
~
REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
Dipartimento Ajnbiente
Valutazione Impatto Ambientale - Settore
Conclusioni
II tema della riprogettazione, che percorre a vario titolo e facendo riferimento a varie fonti l'istruttoria condotta, non è
nuovo; già in occasione della trattazione della prima proposta progettuale, con nota PG/2008/76658 del 6.06.2008, il
settore VIA regionale aveva segnalato la necessità di risolvere le criticità connesse all'impianto attraverso la sua
revisione totale. L'indicazione era stata ribadita nel corso di incontri successivi. La revisione con riduzione da 11 a 10
del numero di pale e il riposizionamento di qualche metro di alcuni degli aerogeneratori non è tale da essere risolutiva
delle problematiche a suo tempo evidenziate, che si ritrovano invariate a carico della presente proposta progettuale.
Gli indirizzi regionali in materia di fonti rinnovabili, e il loro aggiornamento di prossima approvazione in adeguamento
alle Linee guida nazionali di cui al DM settembre 2010, rimarcano peraltro la necessità di ottimizzare la collocazione
degli impianti e ridurre al minimo l'impatto delle opere accessorie.
Occorre inoltre evidenziare come sia opportuno un potenziale energetico cautelativamente più alto di quello ipotizzato,
data l'economia di scala degli impianti collocabili nella realtà appenninica, di potenza complessiva limitata, molto
impegnativi in termini di adeguamenti infrastnitturali, opere accessorie, mitigazioni e compensazioni; ciò a garanzia
della corretta gestione, mitigazione e compensazione, nonché ripristino a fine vita. Nel caso specifico data anche la
presenza significativa di materiali fibrosi nel substrato litologico.
Si concorda pertanto con il parere negativo del Ministero per i beni e le attività culturali ritenendo l'impianto nel suo
assetto progettuale attuale non compatibile ambientalmente, per gli impatti sui comparti paesaggio, suolo, biodiversità
illustrati nel testo del presente parere.
FINE TESTO
"
Data - IL RESPONSBILE DEL PROCEDIMENTO
(Dott.ssa Paola~SqIari)
Pag. 21
Data - IL SEGRETARIO
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