A03 60 SOCIETÀ CHIMICA ITALIANA SEZIONE SICILIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Dipartimento di Chimica “Stanislao Cannizzaro” Il volume è stato stampato con il contributo di SOCIETÀ CHIMICA ITALIANA SEZIONE SICILIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI DIPARTIMENTO DI CHIMICA “STANISLAO CANNIZZARO” BIBLIOTECA DELLA FACOLTÀ Stanislao Cannizzaro Scienziato e politico all’alba dell’unità d’Italia Raccolta di memorie nel centenario della morte a cura di Antonella Maria Maggio Roberto Zingales Copyright © MMXI ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–4059–1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: maggio 2011 Al prof. Leonello Paoloni I chimici italiani con devozione filiale la città di Palermo con orgoglio di madre epigrafe del monumento funebre a S. Cannizzaro Indice 11 Presentazione 15 Introduzione 17 Stanislao Cannizzaro, nel centenario della scomparsa Roberto Zingales 53 Un siciliano in Piemonte. Stanislao Cannizzaro ad Alessandria, 1851-1855 Luigi Cerruti A diciannove anni, giovanissimo fisiologo, 54 – La Rivoluzione siciliana, 58 – Alessandria e il Collegio-Convitto Nazionale, 61 – L’appoggio del Consiglio Comunale di Alessandria, 66 – Il primo successo internazionale: ‘la reazione di Cannizzaro’, 69 – Un interesse precoce e duraturo: la didattica, 73 – La società d’Istruzione e d’Educazione e il suo Giornale, 75 – Il congresso di Alessandria, 78 – La vicenda delle cattedre di Torino e Genova, 82 – Nota a margine: l’ambiente politico di Cannizzaro, 88 – Conclusioni, 90 95 1855-1861 Stanislao Cannizzaro a Genova Giorgio Cevasco 9 10 109 Indice Cannizzaro e la Scuola chimica di Palermo Roberto Zingales Premessa, 109 – L’arrivo a Palermo, 112 – Alla ricerca di un laboratorio, 113 – L’Istituto Tecnico, 115 – La scuola, 117 – Alfred Joseph Naquet (1834-1916), 119 – Adolf Lieben (1836-1914), 124 – Guglielmo Körner (1839-1925), 128 – Emanuele Paternò di Sessa (1854-1935), 135 – La Gazzetta Chimica Italiana, 141 – Epilogo, 145 157 Cannizzaro e la vita politica e accademica della Roma post unitaria Giovanni Paoloni Il rinnovamento scientifico dell’Università di Roma, 160 – La questione dell’accademia nazionale, 164 – La modernizzazione dello Stato e i servizi tecnici dell’amministrazione, 167 – «Un uomo isolato»: Cannizzaro in Senato, 171 173 Gli autori 177 Bibliografia Presentazione Nel 2011 si presenta la felice coincidenza di due eventi di grande rilevanza. Il 2011 è stato proclamato dall’ONU anno internazionale della Chimica e ricorrono i 150 anni dell’Unità d’Italia. I due eventi trovano una mirabile sintesi nella figura politica e scientifica di Stanislao Cannizzaro. Nella sua biografia gli ideali patriottici si intrecciano con i successi scientifici internazionali. Animo rivoluzionario per vocazione familiare, partecipa ai moti siciliani del ’48 che gli costano l’esilio. Nel 1860 si trova in esilio a Genova e segue con trepidazione l’impresa dei Mille che si muove da Quarto verso la Sicilia. Il successo dell’impresa gli consente di tornare nella sua città natale, con la seconda spedizione garibaldina, guidata dal Generale Medici. Il 1860 è per Cannizzaro un anno cruciale anche per la sua attività di ricercatore: partecipa da protagonista al Congresso di Chimica di Karlsruhe, in cui ha la possibilità di esporre le sue idee innovative, chiarire concetti fondamentali come quelli di atomo e molecola e proporre un metodo esatto per la determinazione dei pesi atomici. Idee apprezzate da buona parte del mondo scientifico dell’epoca e che, non solo gli danno fama internazionale, ma ispirano a Mendeleev la costruzione della Tavola Periodica degli Elementi. In quello stesso anno accetta la cattedra di Chimica all’Università di Palermo e si impegna a contribuire alla rinascita culturale, sociale ed economica della Sicilia. Favorisce l’istituzione di nuove scuole, la riforma dell’ordinamento scolastico e si occupa fattivamente di Sanità pubblica durante il colera del 1867. A Palermo attrae giovani chimici da tutta Europa, che accoglie come suoi collaboratori, sia nella ricerca 11 12 Presentazione che nell’attività didattica, facendo di Palermo un centro di cultura chimica di avanguardia e eccellenza internazionale. Avverte, con i chimici suoi contemporanei, la necessità di organizzarsi in associazioni con fini essenzialmente culturali. Partecipa, con Emanuele Paternò alla riunione convocata da Luigi Gabba, a Firenze, capitale del regno, il 30 settembre 1870, proprio per sostenere l’ opportunità della fondazione della Società. Questa prima riunione non ha l’ esito sperato sia per la scarsa partecipazione, che per il parere non favorevole dello stesso Paternò. E’ accolta, però, l’idea della pubblicazione di un periodico esclusivamente dedicato alla chimica. Fonda una rivista, la Gazzetta Chimica Italiana, nella quale pubblicare le ricerche dei chimici italiani e diffondere nel Paese il meglio della produzione scientifica straniera. La Gazzetta sarà stampata a Palermo dalla sua fondazione (1871) fino al 1904. Dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia il Governo, con l’intento di enfatizzarne il ruolo di Capitale, decide di farne anche un centro di cultura scientifica, costruendo nuovi istituti universitari, tutti dotati di laboratori moderni ed attrezzati, e mettendovi a capo i più illustri scienziati italiani. Perciò Cannizzaro è trasferito alla Cattedra di Chimica Organica di Roma e contemporaneamente nominato Senatore del Regno. A Roma, Cannizzaro è incaricato di studiare l’ordinamento del monopolio dei tabacchi. Istituisce i Laboratori Chimici delle Gabelle, con l’intenzione di migliorarne la produzione. I laboratori si occupano anche di sale, zucchero e altri merci e negli anni si sono distinti per la messa a punto di avanzate metodologie di analisi. Cannizzaro lavora anche alla Riforma Sanitaria, ma il suo impegno maggiore è nella Pubblica Istruzione, come membro straordinario del Consiglio Superiore. Grande è il suo impegno per mantenere i due indirizzi di istruzione secondaria, i ginnasi-licei e gli istituti tecnici, che cerca di rendere più qualificati ed efficienti. Nel 1902 Cannizzaro fonda la Società Chimica di Roma, che si propone di collegare non solo i chimici della capitale, ma anche quelli dell’Italia centrale, del Mezzogiorno e delle Isole ed in contrapposizione con la Società Chimica di Milano fondata da Gabba nel 1895. Cannizzaro è acclamato Presidente e Paternò ne assume la vicepresidenza. Dall’iniziale trasformazione della Società Chimica di Roma e Presentazione 13 dalla successiva unione della Società Chimica di Milano nasce il 1° gennaio 1909 la Società Chimica Italiana (trent’anni dopo il primo incontro). Nel maggio 2010 il Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica dell’Università di Palermo, a lui intestato, ha organizzato una giornata di commemorazione nel centenario della sua morte. E’ stata un’occasione unica in Italia che, attraverso interventi mirati di eminenti studiosi, ha permesso di inquadrare la figura di Stanislao Cannizzaro scienziato, accademico e uomo politico e di mostrare cosa rimane della sua eredità a cento anni dalla morte Il volume Stanislao Cannizzaro: scienziato e politico all'alba dell'unità d'Italia - Raccolta di memorie nel centenario della morte è il frutto del lavoro prezioso di quattro illustri studiosi della scienza, che la Società Chimica Italiana si è impegnata a raccogliere nel 2011, anno internazionale della chimica. Per rendere più ampia la diffusione di queste memorie ogni intervento è seguito da un breve riassunto in inglese. I quattro interventi ripercorrono le tappe fondamentali della vita di Stanislao Cannizzaro, mettendone in evidenza non solo le doti di brillante chimico, ma anche quelle di illuminato didatta e di politico attento alle reali esigenze della Nazione. Un’accurata biografia scritta dal prof. Roberto Zingales introduce l’intera opera. Il volume è dedicato al prof. Leonello Paoloni, eclettico scienziato e fine didatta, a ringraziamento postumo per la preziosissima eredità culturale che ci ha lasciato. Prof. Maurizio Bruno Presidente della Sezione Sicilia della Società Chimica Italiana Introduzione La Chimica a cento anni dalla morte di Stanislao Cannizzaro Il 10 maggio 1910 moriva Stanislao Cannizzaro, illustre scienziato di fama internazionale che contribuì allo sviluppo della Chimica a Palermo e nelle altre sedi universitarie di Genova, di Alessandria e di Roma dove venne chiamato a insegnare grazie al suo impegno scientifico e alle sue riconosciute capacità accademiche. A Palermo creò il gabinetto di Chimica che costituì il nucleo fondante del Regio Istituto di Chimica Generale di Via Archirafi. e fu anche Rettore dell’ Università dal 1865 al 1868. Fu il fondatore della Gazzetta Chimica Italiana, il primo giornale scientifico italiano dedicato alle ricerche nel campo della Chimica, dove sono raccolti i risultati delle ricerche dei più eminenti chimici dell’epoca da Piria a Berthelot, a Wurtz a Mendeleev a Kekulé, solo per citarne alcuni. Per il suo alto impegno sociale fu nominato Senatore del Regno e componente della Commissione Pubblica Istruzione A cento anni dalla sua scomparsa, il Dipartimento di Chimica dell’Università di Palermo, a lui intestato, ha organizzato, nel maggio 2010, una giornata di commemorazione nella quale è stata messa in evidenza la figura di Stanislao Cannizzaro, scienziato, accademico e uomo politico. Alla manifestazione hanno dato il loro con15 16 Introduzione tributo i Professori Luigi Cerruti dell’Università di Torino, Giorgio Cevasco dell’Università di Genova, Giovanni Paoloni dell’Università di Roma “La Sapienza” e Roberto Zingales dell’Università di Palermo. Gli interventi sono stati coordinati dal Professore Luigi Campanella. Per volontà della Sezione Siciliana della Società Chimica Italiana gli atti di quella manifestazione sono stati elaborati e trascritti sotto forma di un testo con l’obiettivo di divulgare a vari livelli, scolastici e accademici, l’opera di Cannizzaro di importanza fondamentale per lo sviluppo della Chimica moderna. Dalla lettura del testo è facile ricavare anche il ruolo accademico e politico che lo stesso Cannizzaro ha ricoperto in un periodo di grande cambiamento nella vita politica Italiana. Proprio per questo credo che la pubblicazione di questo testo si inquadri perfettamente in questo periodo nel quale si celebra non soltanto il centenario della Società Chimica Italiana, ma anche l’anno internazionale della Chimica e il 150 esimo anniversario della Unità di Italia. Da parte mia un sentito ringraziamento a quanti hanno collaborato alla elaborazione e alla stesura di questo testo, affrontando con impegno ed entusiasmo la pubblicazione dell’opera. Antonio Gianguzza Direttore del Dipartimento di Chimica Stanislao Cannizzaro Università di Palermo Stanislao Cannizzaro nel centenario della scomparsa Roberto Zingales Stanislao Cannizzaro nacque a Palermo il 13 Luglio 1826, in discesa san Francesco1, l’odierna Via del Parlamento, nel quartiere Tribunali - Castellammare (foto 1), ultimo di sei figlie e quattro figli. Il padre Mariano, nato a Messina, era magistrato, Direttore Generale della Polizia di Sicilia e, dopo il 1827, Presidente della Gran Corte dei Conti di Sicilia; i suoi familiari erano di antica fedeltà borbonica e avevano ricoperto incarichi importanti in diverse città della Sicilia2. Invece, nella famiglia della madre, Anna Di Benedetto, circolavano idee patriottiche che non tardarono ad attecchire nel giovane Stanislao: dei cinque fratelli Di Benedetto (o De Benedetto), due, Salvatore e Pasquale caddero il 29 Maggio 1860 sulle barricate erette nel Cassaro, nei pressi del Collegio dei Gesuiti (l’attuale Biblioteca Regionale), durante la battaglia per la conquista di Palermo; un terzo, Raffaele, ferito nei combattimenti, continuò con Garibaldi fino al Volturno e, in seguito, sull’Aspromonte e in Trentino, fino a Mentana, dove morì in combattimento il 26 ottobre 1867. I tre fratelli sono ricordati come i Cairoli di Sicilia3 e sono sepolti nella chiesa di San Domenico a Palermo. 1 Atto di nascita, in L. Paoloni, Stanislao Cannizzaro, Scritti di storia, politica e chimica, Quaderni del Seminario di Storia della Scienza, Facoltà di Scienze, Università di Palermo, n° 5 (1995) 361 2 S. Cannizzaro, Appunti autobiografici, in Scritti vari e lettere inedite nel centenario della nascita, Tipografia Leonardo da Vinci, Roma (1926) 3-10 3 M. Di Liberto, Nuovissimo Stradario Storico della Città di Palermo, Ed. Grifo Srl (1993) 20 17 18 Roberto Zingales Cannizzaro compì i suoi studi elementari, parte in casa, parte nelle prime classi del Ginnasio Comunale di Palermo, ai tempi chiamato Scuola Normale. Dopo la morte del padre, all’età di 62 anni, il 21 marzo 1836, entrò nel Reale Collegio Convitto Carolino Calasanzio (foto2)4, dove frequentò le classi denominate Grammatica inferiore, Grammatica superiore, Umane lettere, Retorica, Filosofia. Studiò lingua e letteratura italiana e latina, lingua francese, algebra e geometria elementari, filosofia e un po’ di storia greca e romana, distinguendosi particolarmente in aritmetica2. In Sicilia, come in tutta l’Italia meridionale, la scuola era sotto il controllo assoluto del clero, che stabiliva le materie di studio e i contenuti dei corsi. L’istruzione era vista come lo strumento introdotto dai liberali per rivoluzionare lo stato sociale, e perciò disapprovata, o almeno scoraggiata: nel 1837 la percentuale della popolazione in grado di leggere era solo il 2% nelle campagne e un po’ più alta nelle città5. Figura 1. Strada natale di Stanislao Cannizzaro. 4 Figura 2. Reale Collegio Convitto Carolino Calasanzio. Il Calasanzio fu costruito nel 1728 dai gesuiti per il Collegio dei Nobili; nel 1773 gli Scolopi lo mutarono nel Collegio dei Civili (cfr A. Sansone, Storia del R. Istituto Tecnico Filippo Parlatore (1862-1920), Tip. Boccone del Povero, Palermo (1920) pag 177) 5 Trevelyan, Garibaldi and the Defense of the Roman Republic, in W.A. Tilden, J. Chem Soc. 101 (1912) 1677 Stanislao Cannizzaro nel centenario della scomparsa 19 All’età di 15 anni, Cannizzaro si iscrisse all’Università, scegliendo, tra le tre facoltà disponibili, Medicina, perché, a differenza di Teologia e Legge, aveva un certo carattere scientifico. Non si laureò mai, ma l’aver frequentato per tre anni il corso di Fisiologia di Michele Foderà (1792-1848) (foto3), risultò determinante per la sua formazione. Sotto la sua guida, eseguì parecchi esperimenti, a casa propria o in quella del maestro, visto che negli edifici universitari mancava un laboratorio adatto. Lo studio della fisiologia lo spinse a frequentare, nell’anno 1842/43, le lezioni di Filippo Casoria (1809-61), professore di Chimica filosofica e farmaceutica, che, mancando anche il laboratorio di chimica, potevano essere integrate solo con dimostrazioni molto semplici2. Questa cronica mancanza di laboratori negli edifici universitari avrebbe accompagnato Cannizzaro in tutte le sedi italiane nelle quali insegnò e spiega il suo impegno costante nel cercare di dotarle di strutture moderne e funzionali, destinate alle esercitazioni degli studenti6. Nel 1845 interruppe gli studi, per raggiungere a Napoli la sorella Angelina, sposata al marchese Ruffo, figlio del primo Ministro di Ferdinando II, e dama di corte della Regina. A Napoli, prese parte alla VII Adunanza degli Scienziati Italiani, presentando, il 25 settembre, nella VI sezione di Anatomia comparata, Fisiologia e Zoologia, tre comunicazioni dal titolo: Osservazioni intorno alla teoria di Weber sulla contrazione muscolare; Quesiti intorno al sistema nervoso periferico e centrale degli animali vertebrati e invertebrati; Osservazioni intorno all’assorbimento7. Così, ebbe modo di farsi apprezzare dal fisico Macedonio Melloni (1798-1854), che gli consentì di assistere ad alcune delle sue ricerche, introducendolo all’uso del metodo sperimentale, e lo raccomandò calorosamente a Raffaele Piria (1815-65), il più illustre chimico italiano del tempo, che mirava a costituire a Pisa la prima scuola italiana di Chimica8. Piria gli offrì un posto di preparatore straordinario nel labo6 G. Paoloni, G. Tosti Croce, Le carte di Stanislao Cannizzaro, Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, Roma (1989) 7-24 7 Elenco delle pubblicazioni di Cannizzaro, riportato in Scritti intorno alla Teoria Molecolare ed Atomica ed alla Notazione Chimica di S. Cannizzaro, pubblicati nel 70° anniversario della sua nascita, Palermo (1896) Tipografia Statuto 8 W. A. Tilden, J. Chem. Soc. 101 (1912) 1677 20 Roberto Zingales ratorio di chimica, che Cannizzaro ricoprì negli anni accademici 1845/6 e 1846/7, e lo convinse a completare la propria formazione, accanto a Cesare Bertagnini (1827-57) e Sebastiano De Luca (182080), coi quali condivise ideali scientifici e patriottici. Erano giorni bui nella storia del Paese, e le atrocità commesse dal governo borbonico in nome dell’ordine, avevano suscitato l’ indignazione, non solo dei Siciliani, ma persino degli Inglesi8 e, all’ occupazione austriaca nel nord, si aggiungeva il malgoverno clericale negli stati pontifici. Tornato a Palermo nel ‘47 per rivedere i propri familiari, preso dal fervore politico che animava in quegli anni molti giovani, in Italia e in Europa, Cannizzaro si unì alla rivolta scoppiata, il 12 gennaio 1848, senza precise aspirazioni unitarie nazionali6, ma con l’intento principale di costituire uno Stato siciliano autonomo. Fu nominato ufficiale di artiglieria ed eletto alla camera dei Comuni come deputato di Francavilla (ME). La reazione del governo borbonico non si fece attendere: il 7 settembre, il generale Carlo Filangeri, principe di Satriano, superata la strenua difesa degli abitanti, occupò Messina. Il governo provvisorio nominò Cannizzaro commissario, con l’ordine di arrestare l’avanzata delle truppe borboniche e lo inviò a Taormina, dove rimase anche dopo la stipula dell’armistizio (13 settembre). Quando, sconfitto a Novara nel marzo del ’49, Carlo Alberto fu costretto ad abdicare, i Borboni ruppero l’armistizio e Cannizzaro fu costretto a fuggire, attraverso Catania e Castrogiovanni (Enna), verso Palermo. Il 23 aprile si imbarcò, assieme a Rosolino Pilo (1820-60) e altri rivoltosi, sulla fregata L’ Indipendente, il cui capitano, Antonio Kirchner, zio materno di Emanuele Paternò, riuscì ad eludere la flotta napoletana, facendo scalo a Marsiglia. Il governo siciliano cadde nel maggio successivo; in una nota borbonica del 6 agosto 1850, Cannizzaro figurava, assieme a Giacinto Carini (1821-80), Francesco Crispi (1818-1901), Vincenzo Errante (1813-91), Giuseppe La Farina (1815-63), Carlo Gemelli (1811-86), Mariano Stabile (1806-63), Gaetano la Loggia (1808-89), Giuseppe Paternò di Sessa, Antonio Kirchner e altri, tra i patrioti cui era interdetto il ritorno nel Regno delle due Sicilie9. 9 G. A. Cesareo, Cannizzaro uomo politico, in [2], 21-29