pavimenti SUPERFICI CONTINUE LA RIVISTA DEI PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO E IN RESINA, DEI MASSETTI E SOTTOFONDI Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO Associazione Nazional e Pavimentazioni Continu e rivestimenti in resina Prodotti, sistemi ed applicazioni 2012 ■ AITEC: Dati sui consumi del cemento Focus: Sistemi resinosi ■ Università Federico II di Napoli: Terzo Master di specializzazione in Ingegneria Forense ■ OGGI PARLIAMO DI... Ruredil X Fiber 54 Fibre strutturali sintetiche EN EN UNI CLS EN UNI UNI EN UNI UNI UNI UNI 934 934 ADDITIVI ADDITIVI EN EN 206 206 ee11140 11140 934-2 7548 7548 934-2 206 206 11040 11040 11104 11104 11040 11146 11146 EN ALTA ALTA 11040 RESISTENZA RESISTENZA 14889-2 ADDITIVI CLS CLS ADDITIVI CLS CLS CLS CLS CLS S.C.C. S.C.C. CLS S.C.C. PAVIMENTI PAVIMENTI PERS.C.C. USI LINEE LINEE GUIDA GUIDA ALLEGGERITO ALLEGGERITO INDUSTRIALI INDUSTRIALI CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO COMPATTANTE COMPATTANTE COMPATTANTE CALCESTRUZZO STRUTTURALI COMPATTANTE EN EN EN14889-2 998-1/2 998-1/2 PER USI RUREDIL RUREDIL STRUTTURALI XX FIBER FIBER54 54 PRODOTTO BREVETTATO Rocket nuovo makelab.it Conforme alla norma EN 14889-2 per applicazioni strutturali nel calcestruzzo, nelle malte e nelle malte da iniezione. 200-4H 200-2H Malta per viabilità immediata DIMINUZIONE DEGLI SPESSORI LAVORABILITÀ DURABILITÀ SICUREZZA STOP ALLA TENSOCORROSIONE Ruredil X Fiber 54 è una fibra sintetica strutturale, progettata per migliorare la durabilità e le proprietà meccaniche del calcestruzzo. È ibrida, costituita cioè da un monofilamento non fibrillato a base di una miscela speciale di polimeri poliolefinici e da una fibra fibrillata di polipropilene, in grado di ridurre, e in alcuni casi eliminare totalmente, il ritiro plastico. 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La salita inizia presto, ma la strada è larga, asfaltata, o sterrata, e con pendenze leggere. Il sentiero è molto frequentato, famiglie con i bambini, escursionisti domenicali... Man mano che proseguiamo nel nostro cammino la strada diventa più stretta, allo sterrato si sostituiscono radici, sassi, le famiglie si sono già fermate, perché la salita comincia a essere più impegnativa. Certo, troviamo qualche discesa per prendere il fiato, ma non ci illudiamo che la salita sia finita, e questi tratti di riposo diventano sempre più brevi. Poi arrivano i canaloni e i ghiaioni, il sentiero è proprio stretto, i piedi cominciano a dolere perché ormai sono ore che camminiamo, e anche l’acqua comincia a scarseggiare, soprattutto se non l’abbiamo dosata. Si scivola, il passo è meno fermo e la velocità del nostro passo si è purtroppo ridotta. Per questo siamo rimasti in pochi, ma determinati. E non ci fermiamo quando arriva il tratto finale, quando il sentiero è quasi verticale, quando per salire dobbiamo usare anche le mani, e se serve la corda. Il fiato è corto a queste quote, l’aria è più rarefatta. Ma non ci fermiamo, abbiamo intrapreso questo cammino sapendo che non sarebbe stato facile, che si sarebbero state delle difficoltà, con la consapevolezza che un problema improvviso (una pertur- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 bazione, una storta, una scarpa rotta) ci avrebbe potuto fermare, avrebbe potuto rendere vano il nostro sforzo. Il desiderio della meta è la nostra benzina, è la nostra risorsa principale. Sono quattro anni che è iniziata la crisi, ricorderete che nel settembre del 2009 ci accorgemmo che il fallimento della Lehman Brothers avrebbe portato problemi a ognuno di noi. Sono quattro anni che abbiamo incominciato questo sentiero di montagna. C’è stato qualche momento che ci è parso che la crisi fosse finita, qualcuno che ci ha dato delle false indicazioni. Abbiamo perso qualche compagno per strada e qualcun altro sta arrancando, sta decidendo di mollare. Che cosa fare quindi? Torno a pensare a qualche vecchia regola delle guide di montagna, immaginando di utilizzarla per il nostro lavoro: tenere il passo corto e regolare, evitare le scorciatoie, piccoli sorsi d’acqua per rinfrancarsi, non fermarsi e soprattutto, avere rispetto della montagna, dei suoi pericoli e dei nostri limiti. . Cambia prospettiva con MicroBond. Attacca su ogni superficie. Il rivestimento cementizio più facile da applicare, in orizzontale e in verticale. Microbond può essere usato su ogni superficie, per rivestire pavimenti, pareti, soffitti, mobili e complementi d’arredo. Aderisce su qualsiasi supporto nuovo o da ripristinare, senza necessità di demolizione e rifacimento della superficie preesistente. 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Si tratta di un documento per noi importantissimo, a cui affidiamo molte speranze per ottenere un cambio di direzione nel nostro settore. Può anticiparci qualcosa di questo documento? Non mi sembra corretto, poiché la fase d’inchiesta pubblica è ancora in corso. Però, come sarà realizzato, procederemo alla revisione del Codice di Buona Pratica, che dal 2003 non è stato più toccato, e rappresenta uno dei documenti più utilizzati nel settore. Chiederemo quindi un aggiornamento delle norme UNI. Che effetto potrà avere sul settore? Ogni settore, se opera in un mercato non limitato da regole certe, finisce per essere vittima della guerra dei prezzi, a discapito della qualità, anche in periodi molto floridi, figuriamoci quando si opera in questa crisi. La definizione di regole tecniche e il coinvolgimento diretto dei professionisti nel progetto e nel controllo non potranno che dare un input positivo, consentendoci finalmente di poter promuovere le aziende virtuose e spingere per una qualificazione del mercato. Le norme CNR riguarderanno anche lo specifico settore dei rivestimenti in resina? No, ma abbiamo operato anche su questo fronte, definendo uno schema di certificazione dei sistemi resinosi insieme a ICMQ: uno schema che consentirà alle aziende, in modo volontario, di poter qualificare i propri sistemi e poter spingere i committenti e i progettisti a prescrivere i rivestimenti in modo corretto, in funzione della destinazione d’uso. Spesso il rivestimento viene considerato un optional, una finitura ulteriore della pavimentazione industriale. Non è così. Il rivestimento resinoso è un completamento della pavimentazione. Il suo costo incide solo per un 2% sul costo del fabbricato industriale, ma va siccome è proprio sulla pavimentazione che si concentreranno la quotidianità dei carichi statici e mobili, è da questa che dipende gran parte dell’operabilità di un capannone. Purtroppo sia i committenti, che i progettisti, sono spesso Pavimenti e Superfici Continue - N°17 “ignoranti” da un punto di vista tecnico e compiono scelte sbagliate. Ad esempio, per i parcheggi a volte si preferisce al rivestimento resinoso una semplice verniciatura, con problemi di durabilità, scivolosità e d’estetica: questo porta ad avere costi più elevati nel breve e medio termine, figuriamoci poi nel lungo. CONPAVIPER rappresenta anche il settore dei Massetti. Può dirci qualcosa su questo settore? Il settore dei Massetti è quello più importante dei tre da un punto di vista dei numeri, ma allo stesso tempo è anche quello meno normato. La nostra sezione Massetti sta predisponendo il primo Codice di Buona Pratica. Ai lavori partecipano anche altre associazioni amiche, con l’obiettivo di licenziare, entro la fine dell’anno, la prima bozza. Sarà un documento rivoluzionario, perché per la prima volta in Italia si avrà un testo che regoli un settore dove operano oltre 7.000 tra aziende e imprese artigiane, e che riguarda non solo l’edilizia industriale, ma soprattutto quella residenziale, quindi ognuno di noi. CONPAVIPER sarà presente in una delle prossime fiere? Sì, saremo al SAIE 2012, con una specifica area dedicata al nostro settore, per incontrarci, confrontarci e riflettere. Vi aspetto. . Videocomp Aggiungi qualità al tuo lavoro Paviment ® SUPERFLUIDIFICANTI PER PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO ADDIMENT ITALIA S.r.l. Additivi per calcestruzzo Prodotti chimici per l’edilizia Un mondo di soluzioni. Direzione e Stabilimento: Via Roma, 65 24030 Medolago - Bg Tel. 035 4948558 r.a. Fax 035 4948149 www.addimentitalia.it [email protected] 8 AITEC Dati sui consumi del cemento Focus Sistemi resinosi Università Federico II di Napoli Terzo Master di specializzazione in Ingegneria Forense In copertina la pavimentazione di un capannone industriale con rivestimento resinoso Pavimenti e Superfici Continue - N°17 9 sommario pavimenti SUPERFICI CONTINUE LA RIVISTA DEI PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO E IN RESINA, DEI MASSETTI E SOTTOFONDI Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO Associazione Nazional e Pavimentazioni Continu e Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue Sede Legale Via Tiberina, 31/b 00065 Fiano Romano (Roma) rivestimenti in resina Prodotti, sistemi ed applicazioni 2012 ■ ■ ■ AITEC: Dati sui consumi del cemento Focus: Sistemi resinosi Università Federico II di Napoli: Terzo Master di specializzazione in Ingegneria Forense ∆ nota del Presidente Un sentiero di montagna di Dario Bellometti.............................. 4 ∆ editoriale del Presidente Intervista a Dario Bellometti a cura di Andrea Dari............................. 6 ∆ sottofondo editoriale SOCIAL MARKETING: comunicare in tempi di crisi di Andrea Dari.................................. 10 ∆ incontro con l’editore Intervista a Gianni Bebi di Andrea Dari................................... 14 ∆ il punto sul calcestruzzo Il cemento diventa creativo.................... 18 Dati AITEC sui consumi del cemento............. 20 ∆ il punto sulle resine La progettazione di un sistema resinoso di Ciro Scialò................................... 22 Rivestimenti resinosi per l’esterno di Paolo Cinquini................................ 34 Antistaticità, conduttività dei sistemi resinosi di Ciro Scialò................................... 38 Ripristino del pacchetto pavimentazione di Andrea Penati................................. 42 Un pavimento tante soluzioni: solo una è quella giusta, ma quale? di Anna Laura Ravera............................. 44 Organo ufficiale di CONPAVIPER Che cosa succede... agli altri rivestimenti di Thomas Gessaroli.............................. 46 ∆ il punto sui massetti Il Codice di Buona Pratica: La situazione di Thomas Gessaroli.............................. 48 ∆ il punto L’ingegneria forense di Gian Luigi Pirovano............................ 54 ∆ rubrica......................................... 60 ∆ attualità....................................... 64 ∆ da CONPAVIPER................................... 70 Sede Operativa Viale della Libertà, 31 55049 Viareggio (LU) Tel. 0584.370863 Fax 0584.398235 Direttore Responsabile Andrea Dari Comitato di Redazione Dario Bellometti (Presidente) Paolo Bronzieri Luciano Massazzi Marco Massolino Gian Luigi Pirovano Ivo Salvini Coordinamento Editoriale Stefania Alessandrini Redazione Stefania Alessandrini Thomas Gessaroli Patrizia Ricci Per inserire pubblicazioni aziendali Imready srl Strada Cardio, 4 47891 Galazzano - RSM Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096 e-mail [email protected] Pubblicità Idra.pro srl Piazzetta Gregorio da Rimini, 1 47921 Rimini - RN Fax 0541.1725109 Editore Imready srl Strada Cardio, 4 47891 Galazzano - RSM Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096 Stampa Studiostampa sa La rivista è aperta alla collaborazione di tecnici, studiosi, professionisti, industriali. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente degli Autori. Autorizzazione: Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 2188/75/2008 del 21/11/2008. Copia depositata presso il Tribunale della Rep. di San Marino Pavimenti e Superfici Continue - N°17 12 10 Ing. Andrea andrea Dari Dari Ing. DirettoreResponstabile responsabile PSC PSC Direttore SOCIAL Un nuovoMARKETING statuto e: nuova un eer inCt empa iVd risi scqom ua di rc aarp oNP Ii Pecr Parte 1: utilizziamo TWITTER Nel corso dell’ASSEMBLEA dei SOCI 2012, si è proceduto all’approvazione nuovo statuto Sono in molti a pensare che del gli strumenti web, in associativo. particolare quelli che rientrano nella cosiddetta area SOCIAL, più laefficaci Con il nuovosiano statuto novità ed più economici importantediè quelli che tradizionali. Non è possibile ovviamente banalizzare sono state istituite tre sezioni all’interno di CONPAVIPER: questa considerazione giudicandola in modo positivo •Sezione pavimenti in calcestruzzo. o negativo. Ci limiteremo ad affermare che sono di•Sezione rivestimenti in resina. versi e più complessi, e in genere richiedono un coin•Sezione massetti e sottofondi. volgimento più attivo di chi intende utilizzarli. La scelta ha l’obiettivo di consentire ai settori rappreCon questo numero di PSC partiamo da quello che sentati da CONPAVIPER potersemplice: operare con maggiore potrebbe sembrare di il più Twitter, visto autonomia. che si basa sulla spedizione di messaggi di soli 140 Ogni AziendaInassociata può quindi valutaresua di iscriversi caratteri. realtà, proprio per questa apparena una più sezioni,l’uso maturando la possibilità di partecipare te osemplicità, di questo strumento sociale di allecomunicazione riunioni specifiche. non è così facile, o meglio non lo è il renderlo Ogni Sezioneefficace. potrà nominare un proprio Coordinatore, deriva dal verbo inglese to tweIl nome “ Twitter “ avviare riflessioni, costituire comitati e gruppi di lavoro, significa “cinguettare”, richiamando il fatto che et che e proporre la realizzazione di progetti. con questo Social si inviano brevi messaggi. Twitter L’altra importante novità è la creazione di un organo febbraio 2012 ha i 500poteri milionimaggiori di utenti di il 22 governo allargato: la raggiunto Giunta, con attivi che accedono almeno una volta al mese. rispetto al Direttivo, che risulta ora con composizione Vediamo innanzitutto di cosa si tratta: Twitter è un piùservizio ristrettagratuito ed incarichi più network operativi.e microcomunicadi social Nelzione, corsoche dell’Assemblea è anche fornisce agli siutenti una votato. Pagina Personale Innanzitutto è stato prolungato di di untesto anno,con con una norma aggiornabile tramite messaggi luntransitoria, mandatodidel140 Presidente e dei Presidenti. ghezza ilmassima caratteri. GliVice aggiornamenti Quindi stata eletta la Giunta, il nella collegio dei direvisori sono èmostrati istantaneamente pagina profilo comunicati agli utenti che si sono regideidell’utente Conti e il eCollegio dei Probiviri. per riceverli È anche La strati composizione della(cosiddetti Giunta è FOLLOWER). stata poi completata possibile limitare la visibilità dei propri messaggi opcon la nomina di ulteriori cinque componenti da parte pure renderli visibili a chiunque. del Presidente. primo nella passaggio per il riunione nuovo utente è quindi quelLa IlGiunta sua prima ha quindi eletto il Consiglio Direttivo. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Pavimenti e Superfici Continue - N°16 lo di registrarsi e crearsi una propria pagina Twitter, porta d’ingresso e di uscita dei propri messaggi. La pagina personale di Luca Conti (@pandemia): oltre 40.000 persone seguono i suoi tweet. La pagina diventa quindi una sorta di Stazione da cui inviare e dove ricevere i propri messaggi, simili ad SMS. Oltre ai follower, un utente ha dei FOLLOWING, ovvero degli utenti che lui segue. Twitter è quindi una catena ramificata tra diversi utenti, indentificati con il simbolo @ che precede il nome (per esempio @ INGENIOnews, oppure Cristiano Ronaldo ha @ cr7web). Ogni utente può decidere di seguire (following) i tweet di qualcuno diventando un suo follower, e lui stesso può essere seguito da altri. Si possono condividere: - messaggi testuali; - link a siti; - immagini; - filmati. Tuttavia esistono molti servizi esterni che possono aiutare a potenziare Twitter e ad implementarlo con funzionalità tipiche di Facebook (per esempio TwitPic è una valida soluzione per distribuire immagini all’interno del social-network). L’insieme degli status message pubblicati su Twitter dagli utenti costituisce un’enorme quantità di materiale, che può essere utilizzata anche dalle aziende: ad esempio Dell ha aperto un canale di comunicazione con i propri clienti su Twitter e molti servizi offrono il monitoraggio della reputazione dei brand su Twitter. Anche in Italia alcune aziende, università, scuole e pubbliche amministrazioni utilizzano Twitter a scopi informativi e divulgativi. Da aprile 2010, Twitter ha introdotto la possibilità di creare tweet sponsorizzati, chiamati “Promoted Tweets”. Per il momento sono disponibili solo ad un numero ristretto di account. 11 Torniamo all’uso iniziale del sistema: come si fa a trovare gli utenti da seguire? Secondo due approcci: per nome o per argomento/parola chiave. Per nome è semplice: basta inserire nella propria pagina, nello spazio “Ricerca”, dove c’è la piccola lente, il nome dell’utente da ricercare, e quindi selezionarlo. Questo sistema è utilizzato per trovare amici o personaggi famosi. Per argomento/parola chiave lo si fa in genere in ambito professionale. Per esempio, se nel momento in cui sto scrivendo quest’articolo, voglio trovare chi sta twittando sul tema delle resine, devo riportare sempre nel campo ricerca “#resina”. In questo modo mi saranno evidenziati tutti i tweet che riportano questa etichetta, chiamata in gergo hashtag. La pagina di Cristiano Ronaldo, oltre 13 milioni di follower Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 12 In questo modo posso trovare altri utenti che parlano di “resina”. Allo stesso modo, se vogliamo che un nostro tweet sia visto da altri soggetti che non sono nostri follower, possiamo usare l’hashtag come strumento d’identificazione. Gli hashtag di Twitter possono essere utilizzati per seguire una discussione tra più persone, incoraggiandone altre a partecipare. Un fenomeno specifico degli ecosistemi Twitter sono i micro-meme, che sono le questioni emergenti che vengono seguite con un hashtag, ampiamente usato per un paio di giorni e che poi sparisce. Per esempio in occasione del SISMA in Emilia, tramite #sisma era possibile seguire in diretta, da centinaia di testimoni, cosa stava succedendo. Questo strumento è molto utilizzato anche quando si seguono degli eventi. Per esempio, durante il MADE expo, provate a seguire l’hashtag #MADEexpo e potrete vedere tutti i tweet di chi è presente, scoprire così stand interessanti, conoscere argomenti trattati in alcuni convegni, condividere foto e filmati di soluzioni nuove. Si crea, infatti, una social community temporanea, di persone che condividono ciò che trovano interessante. Questo è uno strumento anche per gli espositori, per fare conoscere durante la manifestazione ciò che stanno portando in fiera di novità. Ci sono dei siti specializzati che indicano gli hashtag più trattati (trending topics), tra cui l’homepage di Twitter. Non sempre si è interessati a seguire una persona o un argomento. Per gestire interessi temporanei c’è un altro strumento a disposizione: le liste. È infatti possibile creare delle liste per argomenti e inserirli dentro: quando si deciderà di guardare i loro tweet li troverai nelle liste, ma non finiranno nella propria pagina principale (https://support.twitter.com/ articles/261175-come-usare-le-liste-di-twitter). Torniamo ai nostri tweet. In un messaggio è possibile inserire anche un collegamento a un sito. È sufficiente copiare l’indirizzo URL della pagina all’in- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 terno del messaggio. Per risolvere il problema della lunghezza dell’indirizzo, che può rubare troppi caratteri, ci sono dei siti che servono per ridurre questo indirizzo. Tra questi http://goo.gl/. Usarlo è facile: basta copiare l’indirizzo dell’URL e viene fornito un nuovo indirizzo più breve da inserire nel nostro messaggio. Sul nostro tweet sarà sufficiente cliccare questo indirizzo short per arrivare al sito da noi linkato. È importante ricordare che: usare questi “URL shortening” non serve per ridurre i caratteri del tweet, ma solo per ottenere un messaggio più ordinato e pulito. Per il nostro marketing, se vogliamo comunicare che sul nostro sito è stato inserito un nuovo prodotto, si può creare un tweet con il collegamento al nostro sito. Per esempio: “Vuoi approfondire il tema della #prefabbricazione, vuoi leggere tutti i numeri di IMC arretrati: http://ow.ly/e6dPa #precast”. Con questo messaggio abbiamo invitato coloro che sono interessati al tema della prefabbricazione a collegarsi a un indirizzo URL, che corrisponde al sito http:// www.ingenio-web.it/IMC.php. Se poi l’utente che ha letto il nostro tweet lo troverà interessante: -lo potrà retwittare ai propri follower, semplicemente premendo il tasto retweet. Questo ci darà ulteriore visibilità; - potrà risponderci, inviandoci a sua volta un tweet, dove all’inizio comparirà @nostronome; - potrà inviarlo a qualcuno in modo diretto. Per scrivere tweet in ogni situazione e momento è possibile utilizzare le cosiddette APP ufficiali o meno per smartphone e tablet. Vi sono applicazioni che consentono anche di poter avere un’analisi statistica dei propri tweet: quanti l’hanno retweetata, cliccata o re-inviata. Ovviamente qui abbiamo riportato solo alcune delle informazioni chiave, che speriamo siano utili per avvicinarsi a questo potente strumento di comunicazione. A proposito, i nostri indirizzi sono @INGENIOnews e @COSTRUIREnews. . Ricostruiamo INTERN ATIONAL BUILDING EXHIBITION In collaborazione con l’Italia Bologna, 18-21 ottobre UN NUOVO SAIE PER UN NUOVO COSTRUIRE www.saie.bolognafiere.it Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna - Tel. 051 282111 - Fax 051 6374013 - [email protected] - [email protected] 14 incontro con l’editore a cura di Andrea Dari Direttore Responsabile PSC Intervista con Gianni Bebi Caro Gianni, sono ormai molte lune che frequenti il mondo del calcestruzzo e dei pavimenti. Come hai iniziato e cosa ti ha portato ad affezionarti a questo settore? Devo purtroppo ammettere di essermi appassionato al mondo del calcestruzzo per vanità e, forse, per immodestia. Infatti, prima del 1972 mi ero specializzato nelle tecniche di controllo statistico della qualità. Con l’avvento della legge 1086, che prevede alcuni principi tipici di tale settore, una multinazionale del calcestruzzo preconfezionato ha ritenuto opportuno assumere il sottoscritto, anche se di calcestruzzo non avevo mai sentito parlare. Qui ha giocato un ruolo determinante la vanità. Infatti, dopo una brevissima esperienza, e le scarse nozioni acquisite, discutendo di calcestruzzo, mi ritrovavo al centro dell’attenzione, perché in quegli anni questo materiale era pressoché sconosciuto, salvo naturalmente le dovute eccezioni. Ripensando a quegli incontri, con le attuali conoscenze, devo ammettere che, nonostante formulassi teorie a dir poco strampalate, chi mi ascoltava non aveva di che eccepire. Quindi mi sono illuso di essere qualcuno in questo campo e ci sono rimasto per 40 anni. Discorso quasi completamente opposto riguarda il mio interesse per il calcestruzzo per pavimenti. Qui è stata l’ignoranza a stimolare il mio interesse. Ho dovuto costatare che le mie conoscenze sulla tecnologia del calcestruzzo non erano sufficienti ad analizzare le problematiche delle pavimentazioni. Da qui è nata l’esigenza di approfondire non solo le caratteristiche del calcestruzzo per pavimenti, ma anche le procedure di realizzazione. In questi anni il calcestruzzo è molto cambiato. Sono stati introdotti negli anni 70 i primi additivi, poi i cementi di miscela, poi gli additivi ad alte prestazioni, poi i filler, arrivando a un settore che oggi è in grado di produrre calcestruzzi ad alto tasso di specializzazione. Una crescita che il mondo del cantiere ha accolto? Non è possibile rispondere con un sì o con un no. Certamente Pavimenti e Superfici Continue - N°17 ci sono stati cambiamenti notevoli, basti pensare che a quell’epoca il rapporto acqua-cemento oscillava fra 0,7 e 0,8. Però vi sono ancora purtroppo molte situazioni che ricordano i primi anni ’70. Nel 2007, in occasione di un convegno, ho realizzato una seppur modesta ricerca dalla quale risultava che in diverse zone dell’alta Italia la percentuale di calcestruzzo a dosaggio era prossima al 50% . Le novità sono spesso ignorate o forse ostacolate (ricordo che con l’avvento dei primi additivi, alcuni produttori di calcestruzzo proponevano il loro prodotto perché privo di “chimica”). Fortunatamente, credo grazie alla martellante azione di marketing dei produttori dei prodotti che hai citato, dopo la metà degli anni ottanta, additivi e aggiunte hanno cominciato ad entrare anche nei piccoli cantieri. Con l’avvento delle prescrizioni per le classi di esposizione, dati i valori di rapporto acqua-cemento imposti, non è stato più possibile rinunciare a questi prodotti. Tanto che nella definizione classica della composizione del calcestruzzo che cita acqua, cemento, aggre- 15 gati ed eventuali additivi, oramai il termine ”eventuale” deve scomparire. Rimane però un’ultima lacuna: l’SCC, comparso agli inizi degli anni novanta, ma il suo impiego risulta ancora limitato. Per contro si è molto diffuso l’impiego di additivi dedicati per pavimenti. Così come, con l’avanzare delle ricerche sulla reattività agli alcali o semplicemente per aumentare il contenuto di fini nel conglomerato, vengono spesso impiegate le aggiunte. Questo sviluppo si è avuto anche nei calcestruzzi per pavimenti. Sono così diminuiti i problemi di fessurazione, ma poi ne sono insorti altri come le delaminazioni. È un problema di materie prime o secondo te è che con le potenzialità di miglioramento offerte dai nuovi additivi e cementi sia comunque necessario una preparazione tecnica alla base maggiore di quella degli anni precedenti? Ricordo la filippica contro i cementi di miscela che Neville ha illustrato ad un congresso ATECAP. Critiche che rispecchiano i nuovi problemi riscontrati nelle pavimentazioni. Infatti, a mio giudizio, se è vero che le resistenze a compressione di questi cementi sono rimaste simili a quelle fornite dal cemento portland, non altrettanto si può dire della resistenza a trazione che, come noto, è un parametro fondamentale per la formazione di pavimenti industriali, sia per quanto concerne la delaminazione che per la fessurazione. Comunque le fessurazioni sono diminuite (ma non debellate) perché finalmente oltre alla resistenza a compressione desunta dal progetto, vengono tenuti in debita considerazione i rapporti acquacemento e aggregati-cemento. L’aumento di delaminazioni o scartellamento, oltre alla citata riduzione della resistenza a trazione, sono dovute all’impiego di additivi iperfluidificanti non dedicati, al contenuto di aria, all’aumento superficie giornaliera e alla difficoltà di controllare il bleeding che, nonostante le apparenze, fuoriesce dal calcestruzzo in punti che alcuni definiscono fontanili. Questa risalita di acqua continua, anche se non visibile, durante le operazioni di rifinitura, si deposita sotto lo strato di materiale indurente, formando delle lenti che si manifestano in distacchi che interessano non solo lo spolvero, ma alcuni millimetri di spessore. Fra le cause si deve annoverare l’aumento della superficie giornaliera realizzata: da circa cento metri a persona, si arriva a 300, con l’impossibilità dell’accuratezza necessaria. In questi giorni è nato un dibattito in merito ai controlli sul calcestruzzo, in cui uno degli argomenti più trattati è che campioni in calcestruzzo siano rettificati prima della rottura e che gli stessi siano prelevati direttamente dal laboratorio. Cosa ne pensi? Se per laboratorio intendi quelli ufficiali o autorizzati, non sono d’accordo. Come non sono d’accordo che il laboratorio sia quello del fornitore. Credo sia l’unico settore industriale in cui si demanda al fornitore il controllo di accettazione: una vera anomalia. Certo è che capita di assistere a confezione e stagionatura dei cubetti con metodi a dir poco fantasiosi: diverse e inutili contestazioni sorgono proprio per questo motivo. Ma una piccola o media impresa (come molte nel settore pavimenti) non possono permettersi un laboratorio interno. Si dovrebbe formare un operatore (magari i capi squadra), e renderli esperti delle tecniche di prelievo, confezione e stagionatura dei provini. Basta un corso di mezza giornata, quindi veloce ed economicamente sopportabile da tutti. Per quanto attiene la rettifica, è ovvio che in assoluto concordo. Però sai bene che già vi sono resistenze a procedere alla confezione del numero di cubetti previsti dalla legge (mi è capitato di analizzare 6 cubetti per un condominio di 6 piani), quindi aumentare il costo di prova potrebbe scoraggiare ulteriormente i prelievi. Credo che con l’impiego di buone cubiere si ottengano risultati soddisfacenti. Certo è che si tratta di materiale soggetto ad usura e necessita di periodici controlli. Ricordo che tu stesso suggerivi di numerare le cubiere per verificare eventuali anomalie. Altro accorgimento, da adottare periodicamente, è quello di interporre due fogli di carta, divisi da una carta carbone, fra il cubetto e le piastre della pressa. Come si può notare nella figura, è sufficientemente facile verificare la superficie di contatto. Certo, la rettifica deve essere un obiettivo da raggiungere, ma ritengo che la priorità sia di confezionare i provini secondo norma. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 16 Anche i pavimenti sono molto cambiati in questi anni. Quanto hanno pesato le iniziative di CONPAVIPER nell’evoluzione del settore? Le iniziative CONPAVIPER sono state decisive. Se risalgo a pochi anni fa (metà anni 90) devo ammettere che molto è cambiato, sicuramente in meglio (se mi permetti la sviolinata, anche per merito del tuo interessamento). Sempre più aziende preferiscono azioni preventive che vanno dalla scelta oculata del fornitore a prove mirate per la confezione di calcestruzzo dedicato. Quindi COMPAVIPER ha contribuito a sensibilizzare sia i posatori che i fornitori. L’iniziativa PAVICAL ha avuto inizio dopo che, ad una richiesta di mix al produttore, questo ha proposto una composizione che, seppur ottima per un pilastrino, non poteva che creare dei problemi al pavimento. La preparazione dei tecnici nelle aziende fornitrici, nelle imprese e delle direzioni lavori è cresciuta di pari passo con l’evoluzione tecnica? Seppure con gli inevitabili distinguo, direi che è vero per gran parte delle aziende fornitrici, ma non posso dire altrettanto per una parte delle direzioni lavori. Il progetto è purtroppo ancora sconosciuto e spesso i capitola- ti sono frutto di copia-incolla e non adattabili all’opera in costruzione. Le direzioni lavori sono praticamente assenti durante la formazione del pavimento, solo dopo l’insorgere di contestazioni si accorgono che è stata aggiunta l’acqua al calcestruzzo, che la rete è stata posizionata male, o altre situazioni facilmente rilevabili in corso d’opera. In questi anni ti sei occupato di consulenza preventiva (per la realizzazione di calcestruzzi) e curativa (per supportare le aziende nei contenziosi). Puoi citarci due casi che sono stati particolari nella tua esperienza? Il primo è un pavimento senza giunti (jointless, come dite voi che parlate bene). Progettato a regola d’arte, ma in completa assenza di controlli. Il calcestruzzo, probabilmente di rapporto acqua-cemento elevato, con composizione sabbiosa, assenza di strato di scorrimento, barrotti posizionati non correttamente. Risultato, dati il mix non corretto e l’impossibilità di scorrimento della piastra per ritiro, si sono formate un’infinità di fessure. Il secondo caso è uno dei tanti che si possono notare nei pavimenti esterni. Zona collinare soggetta a cicli di gelo-disgelo. Calcestruzzo Rck 25 senza altre prescrizioni: Pavimenti e Superfici Continue - N°17 dopo 2 inverni il pavimento è stato rimosso (vedi foto). Hai dei maestri? Come sai, non ho frequentato atenei, tantomeno atenei di prestigio. I ricercatori li conosco solo per quanto hanno pubblicato, mai per conoscenza personale. La risposta quindi è che il mio principale maestro è stato il cantiere. Non devo però dimenticare il professor Filiberto Finzi che, fra i molteplici insegnamenti, mi ha educato al principio delle verifiche: prima prova, poi decidi. Devo anche ricordare il comune amico Zanco che ha avuto il coraggio di introdurmi in questo settore anche se, come detto, sprovvisto di qualsiasi nozione sulla tecnologia del calcestruzzo. E dei successori? È tipico per persone della mia età sostenere che non c’è più la voglia di conoscenza dei miei tempi, anche perché, quelli che posso definire i miei simili, sono tutti miei coetanei. Però devo ammettere di aver notato molti giovani che non disdegnano di sporcarsi le mani con il cemento. Chiedo a loro di continuare perché solo il contatto con il calcestruzzo può rivelarne l’essenza e a loro va il mio incitamento ad essere curiosi: il calcestruzzo è un materiale eccezionale ed il suo studio può condurre a . grandi soddisfazioni. 18 il punto sul calcestruzzo a cura della Redazione Il cemento diventa creativo: oggi è possibile modellare nuovi elementi per l’arredo esterno L’innovazione dà nuova vita al cemento e ai materiali per le costruzioni. Dalla ricerca Italcementi, infatti, nascono nuovi prodotti che vanno oltre i tradizionali “confini” dell’edilizia e sono in grado, grazie alle loro qualità estetiche e tecnologiche, di modellarsi per creare nuovi elementi per l’arredo esterno in giardini, parchi, vialetti ecc. Dalle sedute luminose in i.light, il cemento trasparente, alle panchine decorative in Effix Design, il cemento per l’arte, fino alle aiuole di contenimento per gli alberi con i.idro DRAIN, il cemento drenante: gli elementi, già presenti in i.land, il campo agricolo ornamentale di i.lab Italcementi, saranno esposti nell’ambito dell’edizione 2012 de I Maestri del paesaggio in programma a Bergamo 30 agosto del 16 settembre. I materiali innovativi i.light, il cemento trasparente, nasce dall’unione di un polime- ro più trasparente del vetro con una malta di nuovissima concezione. È un manufatto cementizio prefabbricato in grado di far filtrare la luce dall’esterno verso l’interno e viceversa, offrendo al tempo stesso la solidità di un classico pannello prefabbricato in calcestruzzo. L’innovativo materiale messo a punto da Italcementi grazie all’utilizzo di questi speciali polimeri garantisce un maggiore effetto luminoso e di trasparenza, rispetto a materiali realizzati con fibre ottiche. Questi polimeri, a differenza delle più costose fibre ottiche, offrono un maggiore effetto di luminosità e trasparenza, poiché riescono a sfruttare angolazioni d’incidenza della luce molto superiori. I pannelli per gli edifici e gli elementi di arredo, grazie a queste qualità di trasparenza, si propongono come componenti architettonici con funzioni diversificate e fra loro integrabili, come per esem- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 pio l’internal lighting che si basa su tecniche di ombreggiamento e diffusione della luce. Sedute luminose in i.light 19 Effix Design è una malta a elevate prestazioni meccaniche ed estetiche, capace di soddisfare il gusto e la cura del dettaglio dei designer, aprendo così una nuova strada per i progettisti di elementi decorativi urbani e da giardino. Effix Design è studiato per la realizzazione di elementi da arrendo non strutturali in cemento. Par ticolarmente adatto per complementi da giardino come panchine, tavoli, fioriere, Panchine in Effix Design vasi, sedute artistiche e pensiline. Con Effix Design è possibile ottenere elementi sottili e curati nei minimi dettagli. L’elevata resa superficiale dei pezzi, ottenibili anche con effetto lucido, lo rende ideale per un impiego nel design di alta gamma. Il prodotto è di facile impiego: viene venduto come premiscelato secco pronto all’uso e necessita della sola aggiunta di acqua. A partire dalla base bianca, con l’aggiunta di pigmenti di origine minerale, si ottiene una vasta gamma di colorazioni. Già utilizzato da architetti e designer di successo, Effix Design è anche un prodotto sostenibile che, nella versione fotocatalitica TX Active, è in grado di ottenere un’azione disinquinante e autopulente. i.idro DRAIN è un’innovativa formulazione di calcestruzzo in grado di drenare l’acqua. Grazie al suo speciale mix design combina la resistenza di una pavimentazione in calcestruzzo con una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un terreno naturale. i.idro DRAIN è oggi nel mercato delle costruzioni uno fra i prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale: il materiale infatti restituisce al terreno le acque piovane “ricaricando” le falde acquifere e permettendo di convogliare le acque attraverso la realizzazione di sottoservizi. A differenza delle pavimentazioni in asfalto drenante, non contiene olii e altri agenti inquinanti. Anche i.idro DRAIN essere formulato anche con TX Active e offrire performance disinquinanti. Particolarmente adatto per la realizzazione di vialetti di parchi e giardini, strade sottoposte a tutela ambientale, aiuole contenitive, aree pedonali, camminamenti e sentieri. . Sedute luminose in i.light Panchine in Effix Design Aiuole di contenimento in i.idro DRAIN Pavimenti e Superfici Continue - N°17 20 il punto sul calcestruzzo Dati AITEC sul consumo del cemento Sono ancora una volta negativi, i dati riguardanti i consumi del cemento in Italia che si riferiscono a luglio 2012. I dati forniti da AITEC arrivano direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico e riguardano sia la produzione, che la distribuzione del cemento e del REGIONE Piemonte Liguria Lombardia Veneto Friuli Venezia Giulia Trentino Emilia Romagna SETTENTRIONE Toscana Umbria e Marche Lazio CENTRO Abruzzo e Molise Campania Puglia Calabria Basilicata MERIDIONE Sardegna Sicilia ISOLE TOTALE GIORNI LAVORATIVI clinker. Sono dati che mostrano le variazioni rispetto giugno 2012 e luglio 2011. Il primo dato rilevante evidenzia un calo della produzione di cemento rispetto ad luglio 2012. Se, infatti, nel luglio del 2011 in Italia, si producevano 3.188.825 t di cemento, Luglio 2011 257.172 16.130 542.457 345.218 105.060 25.932 259.225 1.551.194 160.835 256.833 195.293 612.961 151.759 162.099 194.458 97.996 124.641 730.953 56.549 237.168 293.717 3.188.825 21 Giugno 2012 213.761 10.945 473.041 299.679 96.258 27.464 184.160 1.305.308 115.905 214.144 143.407 473.456 113.740 132.494 182.374 89.290 97.690 615.588 64.597 250.128 314.725 2.709.077 21 Luglio 2012 216.480 10.487 460.709 308.881 93.107 30.562 201.840 1.322.066 118.648 202.202 142.478 463.328 104.841 123.018 167.185 80.931 104.354 580.329 60.328 215.087 275.415 2.641.138 22 solo dopo 12 mesi si ha avuto una flessione del -17,2% arrivando ad un valore di 2.641.138 t. Calo che evidenzia una costante diminuzione dei volumi prodotti. Basti pensare che solo un mese prima, si erano prodotte 2.709.077 t, ossia il 2,5% in più. Var risp. Giugno 2012 1,3% -4,2% -2,6% 3,1% -3,3% 11,3% 9,6% 1,3% 2,4% -5,6% -0,6% -2,1% -7,8% -7,2% -8,3% -9,4% 6,8% -5,7% -6,6% -14,0% -12,5% -2,5% Tab. 1 – Statistiche sulla produzione di cemento Luglio 2012, valori in t. - Fonte dati: MSE Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Var risp. Luglio 2011 -15,8% -35,0% -15,1% -10,5% -11,4% 17,9% -22,1% -14,8% -26,2% -21,3% -27,0% -24,4% -30,9% -24,1% -14,0% -17,4% -16,3% -20,6% 6,7% -9,3% -6,2% -17,2% 21 Questo calo della produzione investe quasi tutte le regioni italiane, risparmiando unicamente il Trentino (+17,9%) e la Sardegna (+6,7%) rispetto a luglio 2011. In aumento invece il dato che riguarda la produzione del clinker, che ha fatto registrare un +14,1% rispetto a Giugno dello stesso anno, anche se in calo del -4,1% rispetto a luglio 2011. Luglio 2012 Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare Totale Luglio 2011 Var% 69.408 63.514 9,3% 4.031 333 1110,5% 43.763 33.790 92,0% 64.949 35.955 80,6% 182.151 122.592 48,6% Questo dato è notevolmente in aumento rispetto a luglio dell’anno precedente. Aumento che riguarda tutto il territorio italiano, come riportato in Figura 2, dove notiamo il picco massimo nelle zone del centro Italia (+1110,5%). Aumento sicuramente consistente poiché si è passati dall’esportazione di 122.592 t di Luglio 2011 alle 182.151 t del 2012. Tab. 2 – Esportazioni regionali di Cemento Luglio 2012 Italia settentrionale 1.281.310 Luglio 2011 Var% 1.411.755 Italia centrale 465.692 584.524 -20,3% 531.614 665.797 -20,2% Italia insulare 214.151 243.236 -12,0% 2.492.767 2.905.312 -14,2% Totale Negativo invece il dato sulle consegne interne di cemento. Come possiamo vedere in Figura 3, a luglio 2012 si consegnano 412.545 t di cemento in meno rispetto ad luglio 2011 con un calo del -14,2%. Questo calo, diffuso su tutto il territorio, porta le consegne ad un valore di 2.492.767 t totali. . -9,2% Italia meridionale Caldic Imready 2 3-11-2011 15:26 Pagina 3 Tab. 3pied – Consegne interne di Cemento C M Y Questa situazione ha portato, ad una diminuzione delle giacenze del cemento, facendo segnare un -5,2% (passando da 1.198.896 a 1.136.410 t) e ad un aumento di quelle del clinker +11,9% (passando da 2.268.789 a 2.538.678 t). Un altro dato molto significante riguarda le esportazioni di cemento. 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La sequenza delle operazioni da svolgere durante la scelta, ha come punto di partenza, l’acquisizione di dati ed informazioni relative alle problematiche ed alle esigenze del caso; dati ed informazioni che permetteranno lo svolgimento della fase successiva che porterà, attraverso un’esauriente elaborazione teorica dei dati: 1. alla scelta dell’insieme dei prodotti resinosi; 2. alla definizione della loro sequenza applicativa; 3. all’esposizione di tutte le fasi preliminari di pulizia e preparazione del supporto, anche relativamente ai dettagli operativi in merito ai giunti, sgusci, protezioni e quant’altro si renda necessario per l’esecuzione dei lavori, anche in relazione all’igiene e alla sicurezza in cantiere; 4. alla definizione dei parametri da controllare prima e durante l’applicazione, alle caratteristiche che devono possedere le superfici prima dell’applicazione dei vari strati. È intuibile che non è possibile stilare una guida schematica su come “assemblare” questo pacchetto di prodotti, a volte due a volte più di due, per formare un sistema resinoso; altrettanto credibile è l’asserto che non può esistere un sistema resinoso che possa soddisfare tutte le esigenze. Molte sono le variabili che influiscono direttamente sulla scelta del sistema resinoso, ugualmente numerose sono le variabili che insorgono o che agiranno sul sistema quando esso sarà in fase di realizzazione o dopo realizzato. Le indagini Punto di partenza è l’acquisizione d’informazioni e dati, in altre parole la definizione delle variabili, che identificheremo in base alla loro natura: prettamente tecnica o informativa. Per facilitare la identificazione e la successiva classificazione, ho definito due distinte tipologie di indagini: Pavimenti e Superfici Continue - N°17 1. indagine cognitiva assunzione di tutte le necessarie informazioni relative: –alle prestazioni che il sistema resinoso dovrà avere; –alle esigenze del Cliente; –ai limiti di investimento economico. 2. indagine tecnica assunzione di tutti i dati relativi: –alla natura, consistenza, costituzione del supporto; – all’ambiente e al microclima dove sarà realizzato il sistema resinoso. Le informazioni, relative all’indagine cognitiva, verranno acquisite attraverso il dialogo con i responsabili della manutenzione e della produzione, i proprietari, le persone comunque informate su quelle che saranno le reali condizioni di utilizzo del rivestimento e sulle motivazioni che hanno dato origine all’esigenza d’acquisto: l’indagine cognitiva include tutte le informazioni che ci vengono trasmesse da terzi. I dati da acquisire nell’indagine tecnica, verranno conseguiti attra- 23 verso test, campionature, sopralluoghi, interventi vari eseguiti direttamente sul posto dove dovrà essere realizzato il rivestimento: l’indagine tecnica include tutte le informazioni che noi stessi acquisiamo, spesso sono dati numerici relativi a test, analisi, misurazioni. Quindi alcune informazioni ci vengono trasmesse dal Cliente direttamente o da persone da lui incaricate, altre, generalmente dati numerici,dobbiamo noi assumerli con test eseguiti nei locali dove sarà realizzato il rivestimento. Le fasi progettuali, o di scelta La scelta di un sistema resinoso avviene, quindi, attraverso due fasi progettuali: 1a fase: indagine, che come si è detto si distinguerà, per motivi pratici di esposizione, in indagine cognitiva, e indagine tecnica. 2a fase: elaborazione del sistema, cioè definizione dei prodotti, sequenza applicativa con i consumi e quindi gli spessori di ogni singolo strato, caratteristiche globali del sistema. L’indagine cognitiva L’indagine cognitiva deve essere finalizzata all’acquisizione, come detto, di tutte le informazioni utili inerenti la futura utilizzazione del rivestimento, la motivazione all’acquisto e quindi, l’investimento economico che il committente, intende effettuare. Sono informazioni che devono essere acquisite attraverso un dialogo con il titolare dell’immobile e/o con gli eventuali altri “ruoli decisionali”. Le informazioni utili per l’indagine cognitiva, possono essere date da un’unica persona, o da più per- sone. La comunicazione i con i vari ruoli decisionali, deve essere chiara e tecnicamente qualificata, con dialoghi responsabilizzati per poter: fornire risposte chiare e professionalmente corrette, con un interlocutore responsabile e consapevole che le informazioni da lui fornite,saranno utilizzate nella fase di scelta: “coinvolgimento responsabile”. Nell’elenco delle informazioni da acquisire ho citato anche “la motivazione all’acquisto”. È un parametro importante poiché in base alla motivazione all’acquisto si può capire lo stato emotivo e la disponibilità all’investimento. Infatti, se la motivazione è conseguenza di un’imposizione da parte di organi di controllo (ASL, NAS, o altro), la persona sarà disponibile ad investire il minimo possibile, giusto quello necessario per eliminare quanto gli è stato contestato. Ben altra situazione è quella in cui la motivazione all’acquisto nasce da un’esigenza propria di miglioramento e di sviluppo aziendale. In questo caso, oltre al rispetto delle norme vigenti la richiesta potrà contenere anche un surplus prestazionale (ad esempio migliore valenza estetica). Sono parte dell’indagine cognitiva: – destinazione d’uso; – sollecitazioni meccaniche e dinamiche; – aggressione chimiche previste, (natura, concentrazione e temperatura delle sostanze); – presenza d’acqua, (continua, assente, saltuaria); – intensità e tipo di traffico; – aspetto superficiale desiderato; – frequenza e tipo dei lavaggi; – presenza di barriera vapore nell’esistente pavimentazione; – estetica richiesta; – atossicità; – autoestinguenza; – antistaticità; – sgusci (da realizzare o no); – segnaletica orizzontale (da farsi o no); – aspetto superficiale desiderato, (lucido, satinato, opaco, liscio, grado di antisdrucciolo); – colore. L’indagine tecnica Attraverso l’indagine tecnica è necessario, invece, assumere tutti i vari dati tecnici necessari e specifici dell’applicazione, mediante test e valutazioni tecniche. È necessario avere un quadro di insieme quanto più dettagliato possibile dello stato di fatto dell’esistente pavimentazione e degli strati sottostanti: natura, consistenza presenza o meno di acqua, ecc. Un elenco delle possibili variabili, desunto dalla pratica quotidiana, forse non completamente esaustivo, viene riportato di seguito: –tipologia e stratificazione dell’esistente pavimentazione, in relazione, eventualmente, della precedente destinazione d’uso; –area della superficie da trattare; –grado d’umidità presente negli strati sottostanti la superficie di posa; –resistenza allo strappo della superficie di posa; –coesione degli strati corticali della superficie di posa; –attuale livello di conservazione della superficie di posa; –posizionamento della superficie di posa, (solaio, piano terra, contro terra, su vespaio,ecc.); presenza di liquidi sulla – superficie(natura e grado di inquinamento e impregnazione); –eventuali contaminazioni; –barriera vapore, (presenza o meno); Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 24 – giunti di costruzione, dilatazione, contrazione, ove esistenti e loro stato. Sono dati tecnici che si desumono con test invasivi (carotaggi, localizzate demolizioni, prelievi di campioni, ecc.) o mediante strumentazione (Adhesion Tester, Sclerometro, Igrometro, ecc.). Diverse sono le variabili da controllare e molte le informazioni da assumere, credo sia necessario soffermarsi su alcune di esse che, se pur più frequentemente s’incontrano nella pratica quotidiana, spesso vengono tralasciate o peggio mal gestite. Vorrei ricordare una frase latina che meglio compendia quello che intendo dire. La frase cita: “quod differtur non aufertur” (ciò che tralasci non è stato eliminato) e questo, nel caso dei sistemi resinosi è purtroppo una reale costatazione. Infatti, se non fai o trascuri di fare qual cosa, essa si ripresenterà a lavori finiti come difetto, problematica, inconveniente. È sempre bene non trascurare nulla durante tutte le fasi che porteranno alla realizzazione del rivestimento resinoso. Le variabili Esaminiamo insieme alcune variabili: –La temperatura di esercizio di un rivestimento resinoso, può variare in modo sensibile in relazione alla destinazione d’uso dei locali. Possibilità di versamenti di liquidi molto caldi, fonti di calore (forni, fornaci, piastre radianti, riscaldamento a pavimento; ecc.) o raffreddamento (celle frigorifere o di congelamento), ma anche calore per irraggiamento solare o per lavaggi con vapore ad alta temperatura e pressione, sono le cause di tali variazioni ed è opportuno tenerne conto in quanto i prodotti resinosi essendo polimeri amorfi, subiscono alterazioni per effetto dell’eccessivo riscaldamento o raffreddamento. Si tenga presente che i prodotti resinosi normalmente impiegati presentano una temperatura di transizione vetrosa (Tg) intorno a 70 - 80 °C. –natura ed entità dei carichi dinamici e statici, gravità degli urti, tipo, grado e frequenza del traffico. Relativamente al traffico o alla movimentazione delle merci, è opportuno distinguere tra quello che avviene su ruote piene e dure non deformabili e quello su ruote gommate gonfiate. La movimentazione delle merci, in locali industriali, avviene con carrelli, transpallets, muletti, ecc., carrellati con ruote piene dure (vulcolan), a volte anche metalliche o gomme con pneumatici gonfiati. Nel primo caso la pressione esercitata dalla ruota sulla pavimentazione è direttamente proporzionale al carico che essi trasportano e pari al rapporto tra carico agente sulla ruota e sezione di contat- to. Maggiore è il carico sulle ruote, maggiore sarà la pressione sul rivestimento. Diversa situazione si ha nel caso di ruote gommate pneumatiche. In questo caso se il carico aumenta, non s’incrementa la pressione esercitata sul rivestimento, ma aumenta la deformazione della ruota, con incremento della sezione di contatto, in modo proporzionale al carico. Supponiamo che sull’asse delle due ruote agisca un carico pari a 2P1 [N], e che le stesse siano piene e indeformabili. Su ogni ruota agirà un carico pari a P1[N]. Sia “a” [cm2], la sezione di contatto delle ruote con il supporto. La sezione di contatto rappresenta l’area della parte di ruota che è a diretto contatto con la pavimentazione. Essa è data dalla larghezza della ruota per la lunghezza della stessa che è a contatto con il supporto. La sezione di contatto dipende dal diametro della ruota e dalla sua larghezza, e non varia con il veicolo carico o scarico. Ognuna delle due ruote eserciterà sul supporto una pressione: p1 = P1/a [N/cm2]. a = sezione di contatto [cm2] 2P1 = peso agente sulle ruote [N] Se agisce un peso doppio rispetto al primo cioè 4P1, la pressione sul rivestimento sarà: doppia e pari a: = — Fig. 1 - Ruote piene dure indeformabili Pavimenti e Superfici Continue - N°17 25 distribuzione dei carichi con ruote piene. Aumentando il carico sull’asse delle ruote (ad esempio raddoppiandolo), la pressione che si determinerà sul supporto, trasmessa dalle ruote piene indeformabili, sarà anch’essa doppia rispetto alla precedente e pari a: p2 = 2P1/a [N/cm2]. Questo perché la ruota, essendo rigida e indeformabile, trasmette to- talmente i carichi che agiscono su di essa, sul sottostante supporto, distribuendoli sulla sezione di contatto. Pertanto, qualora vi fossero movimentazioni con carrelli o altri mezzi, con ruote piene indeformabili, bisogna tenere bene in conto i carichi che trasporteranno. Le pressioni, da essi determinate, saranno inversamente proporzionali alla sezione di contatto. Questo farà sì che: ruote piene di piccolo diametro e poco larghe, a parità di carico, eserciteranno più alte pressioni sul rivestimento, di ruote piene con più ampio diametro e con maggiore larghezza, in quanto sarà minore la sezione di contatto (a < a1). Ben diversa è la situazione quando le ruote sono pneumatiche e quindi deformabili sotto l’azione dei carichi. ≠≠ ≠ = = —=— — = — = = — — Si supponga di far gravare due dei diversi carichi di peso P e P1 rispettivamente, su una stessa ruota con pneumatico gonfiato. Essa subirà una deformazione diversificata in relazione al peso che su di essa agisce. La sezione di contatto sarà data dall’area della superficie direttamente a contatto con il supporto, e dipenderà dal diametro della ruota e dalla larghezza della stessa. A differenza del caso precedente, l’entità del carico agente sulla ruota, provocherà una più o meno marcata deformazione dello pneumatico, come se fosse un palloncino gonfiato, facendo aumentare, proporzionalmente, al carico applicato, la superficie di contatto. La pressione esercitata sul supporto sarà, comunque, sempre uguale e pari proprio a quella interna allo pneumatico. Aumentando in modo eccessivo i carichi agenti sulla ruota, si arriverà al punto tale che, la deformazione sarà tanto ampia, da indurre tensioni nello pneumatico non ammissibili, e lo stesso si lacererà scoppiando, proprio come un palloncino. Questo spiega perché, un aereo così pesante, può tranquillamente atterrare su una pista in asfalto. Al momento dell’atterraggio, quando le ruote toccheranno la pista, il peso proprio e l’energia cinetica dell’aereo, indurranno una deformazione degli pneumatici. Tali deformazioni assorbiranno totalmente tutto il carico statico e dinamico dell’aereo ed eviteranno l’insorgere di forti forze di compressione sulla pista, che sicuramente risulterebbero non sopportabili dal manto di asfalto con cui è realizzata. Le ruote, infatti, trasferiranno all’asfalto una pressione pari a quella interna, instauratasi con Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 26 l’immissione d'aria durante il loro gonfiamento, tranquillamente sopportabile dall’asfalto, senza che si producano lacerazioni e/o deformazioni. Si immagini l’atterraggio di un aereo con ruote in ferro pieno come quelle di un treno: un disastro! Conseguenza, altrettanto, disastrosa, legata alla temperatura e al transito di automezzi, particolarmente quelli con ruote in vulcolan, è l’usura immediata del rive- stimento, determinata dall’azione “molante” della ruota motrice sul rivestimento, quando quest’ultima “gira a vuoto” per scarsa aderenza o, come più generalmente accade, per eccesivo carico da spostare. Quest’azione crea sulla superficie del rivestimento delle depressioni larghe quanto la sezione di contatto ruota-supporto, dove il rivestimento è in parte o totalmente corroso. In taluni casi, la superficie si presenta nera carbonizzata. Fig. 2 - Abrasioni dovute a ruote in vulcolan Nelle due foto segni di “molatura” del rivestimento dovuta all’azione abrasiva delle ruote motrici in vulcolan dei carrelli. L’usura è determinata dalla contemporanea azione di erosione della ruota (tipo mola) e dal surriscaldamento per attrito del rivestimento oltre la Tg (temperatura di transizione vetrosa) che induce il rammollimento del rivestimento resinoso. – uniformità estetica, colore, grado di esposizione diretta ai raggi UV, eventuale effetto decorativo; – natura, concentrazione, temperatura e frequenza delle sostanze chimiche che potrebbero venire a contatto con il rivestimento resinoso, ivi comprese le sostanze impiegate per la detergenza o la sterilizzazione, eventuali particolari esigenze di igiene (industrie farmaceutiche, alimentari, ecc.); – autoestinguenza, antistaticità-conduttività o particolari esigenze antisdrucciolo; – presenza o meno di acqua costantemente sul sistema resinoso durante l’utilizzazione; Sono quindi molti i fattori che influenzano la scelta del più idoneo sistema resinoso, in relazione alle Pavimenti e Superfici Continue - N°17 esigenze richieste, e in conformità anche alla disponibilità economica. Compito di chi fa la scelta sarà quello di trovare la giusta convergenza tra esigenze tecniche e prestazionali e prezzo dell’intervento. Si dovrà di volta in volta valutare quale fattore privilegiare e potranno esserci casi in cui sarà l’aspetto tecnico a prevalere sul prezzo, e casi, al contrario, in cui sarà il prezzo l’elemento limitante la scelta. Una corretta progettazione di un sistema resinoso, consentirà, all’applicatore, di attingere anche tutte le informazioni necessarie alla posa, come: – La descrizione del luogo e delle aree dove realizzare il sistema resinoso, le vie di accesso, gli allacciamenti elettrici e idraulici, il posizionamento del sito di miscelazione. –La descrizione dettagliata di tutte le operazioni da eseguire in sequenza logica, includendo ovviamente la preparazione del supporto. –I consumi teorici dei singoli prodotti e lo spessore finale da ottenere. – Il livello di rifinitura superficiale, i parametri della qualità relativi alle condizioni del supporto, dell’ambiente, la presenza o meno di altre ditte e maestranze presenti in cantiere. –L’indicazione delle condizioni contrattuali peculiari dello specifico lavoro e la durata degli stessi. –Come operare sui giunti, in prossimità delle canalizzazioni, dei macchinari, ecc., la formazione o meno di sgusci, tagli ecc. –Limitazioni di orari durante l’applicazione di prodotti in fase solvente. –Limitazione di applicazione durante particolari orari per la 27 presenza di attività lavorative non compatibili con l’applicazione (versamenti d’acqua, eccessivo grado di umidità, ecc.). –Eventuali prescrizioni di protezione o effettiva realizzazione della tutela superficiale del sistema resinoso finito, per evitare danneggiamenti prima dell’uso. –I parametri della qualità da confrontare con i valori reali durante la posa. L’elaborazione Definite le variabili del sistema, raccolte tutte le informazioni necessarie, si procedere alla scelta del sistema resinoso “idoneo”. La scelta dovrà essere fatta trovando il punto di incontro tra le esigenze tecniche e quelle prestazionali. Il loro punto di incontro definirà: “uno e un solo sistema” cioè una e una sola sequenza di prodotti, una e una sola sequenza di fasi applicative, uno e un solo spessore finale e un solo prezzo. Come si evince dal grafico, il rispetto delle sole esigenze tecniche, porta alla definizione di più sistemi, tutti egualmente validi. L’analisi delle esigenze prestazionali e la verifica del costo, faranno ridurre tale numero a un solo sistema. Il più economico in grado di fornire e soddisfare tutte le esigenze e prestazioni richieste. L’elaborazione è, quindi, la metodica operativa, attraverso la quale si individua il sistema resinoso più “idoneo”. Il metodo da seguire, (vedi diagramma di flusso), parte dall’analisi delle esigenze tecniche, in quanto sono loro che “impongono” l’uso di determinati prodotti e/o di particolari operazioni preliminari ed esecutive. È ovvio che non possiamo pre- Fig. 3 - Diagramma di flusso scelta del sistema scindere da quelle che sono le condizioni del supporto, dalle sue caratteristiche meccaniche, dalla sua natura, dalle variabili ambientali. Esse ci impongono delle ben precise scelte dalle quali non possiamo prescindere, in quanto ciò comprometterebbe il risultato finale. Se dovesse essere necessario intervenire per contenere il prezzo, laddove possibile, si agirà su alcune di esse, cioè su quelle che influiscono solo marginalmente sulle caratteristiche prestazionali finali. Può accadere che, dopo aver analizzato il prezzo di un sistema resinoso ottimale, sia necessario rivedere di nuovo la sequenza dei prodotti da applicare e magari adeguarla, se possibile, con opportune modifiche, in modo tale che il suo costo rientri nei limiti di spesa, che conosciamo o presumiamo. Quest’operazione di revisione di quello che riteniamo essere il sistema “ottimale”, quasi certamente produrrà delle limitazioni alle performance del rivestimento resinoso. Tali limitazioni, qualora ritenute necessarie, devono essere evidenziate al Cliente, in modo tale, come più volte detto, da renderlo responsabilmente coinvolto. La fase elaborativa, quella cioè dove si pongono a confronto le Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 28 esigenze prestazionali richieste, le condizioni di fatto del supporto, con le prestazioni fornite da un sistema, in altre parole, quella dove vengono definiti i “sistemi ottimali”, altro non è che un “confronto” tra ciò che viene richiesto in base allo stato di fatto dell’esistente pavimentazione e alle esigenze future, con quelle che sono le caratteristiche tecniche e prestazionali dei vari sistemi e alla tipologia e metodologia di preparazione della superficie. Diventa determinante quindi, la conoscenza approfondita delle caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche dei formulati resinosi e dei sistemi che con essi si possono realizzare. I sistemi resinosi I sistemi resinosi vengono, generalmente, classificati in relazione allo spessore finale, seguendo il principio che l’incremento dello spessore comporta anche un incremento delle prestazioni del sistema. Si parte così da sistemi il cui spessore è del tutto trascurabile: i rivestimenti incorporati, non formano strato superficiale, vengono assorbiti dal supporto; e poi i rivestimenti riportati, quelli in grado di formare uno strato superficiale più o meno spesso e variabile tra 0.300 ÷ 10 mm. È importante ricordare: “le prestazioni assolvibili dai rivestimenti derivano, proprio dal tipo di rivestimento adottato” di conseguenza: “scegliere rivestimenti che non assolvono i compiti affidatigli, è estremamente sconsigliabile e deleterio”. Il concetto innovativo introdotto con i sistemi resinosi, è che un rivestimento può essere progettato sia in base alle esigenze e prestazioni richieste, sia in relazione alle caratteristiche e alla natura del supporto. Questo permette di accoppiare caratteristiche particolari, come la resistenza chimica, la conduttività, ad altre come l’antiscivolosità o l’estetica, senza rinunciare ad esempio alla continuità superficiale, alla facilità di pulizia. Una delle caratteristiche che fa preferire l’impiego dei sistemi resinosi ai rivestimenti tradizionali, è certamente la loro capacità di resistenza agli agenti chimici aggressivi. È da tener presente che non necessariamente si debba pensare ad azioni corrosive forti per definire la resistenza chimica di una sostanza. Per determinati materiali il degrado può avvenire anche attraverso Pavimenti e Superfici Continue - N°17 l’uso quotidiano di detergenti o semplicemente per la permanenza continua di acqua sulla superficie. Ad un rivestimento resinoso possono essere richieste caratteristiche di resistenza chimica diversificate in relazione alla destinazione d’uso del locale in cui è posizionato il pavimento. Potrà essere quindi necessario che il sistema resinoso debba solo contribuire a rafforzare o migliorare le caratteristiche di resistenza che il supporto già in parte possiede o, invece, debba assolvere direttamente la funzione protettiva. Affinché un sistema resinoso possa svolgere l’azione protettiva richiesta, sia essa collaborativa - migliorativa, sia essa protettiva diretta, sono determinanti alcuni parametri: 1. il rivestimento deve essere impermeabile. Un sistema non impermeabile non può esplicare alcuna azione protettiva verso il supporto sottostante. Ciò si potrà ottenere solo se lo spessore finale del rivestimento è tale da compensare e superare la rugosità superficiale del supporto; 2.una corretta scelta dei formulati resinosi in relazione agli agenti aggressivi alla loro natura chimica, concentrazione e temperatura di utilizzo e ai tempi di esposizione, (l’azione aggressiva può essere svolta anche da radiazioni, ad esempio i raggi UV). 3. una corretta posa dei prodotti. 29 dicazione abbastanza completa, seppur schematica, delle caratteristiche dei rivestimenti resinosi. Per procedere nella fase elaborativa, al fine di definire i sistemi ottimali, si parte sempre dalla o La resistenza chimica di un dalle “varabili limitanti”, cioè quei sistema resinoso parametri che più di altri imponL’aggressione chimica da parte gono una immediata e determinadi una sostanza, può avvenire ta scelta. in modi diversi ed indurre più Elenco alcuni, quelli che più freo meno gravi deterioramenti. quentemente sono variabili limiÈ chiaro che laddove la valenza tanti: estetica del rivestimento risulta – stato del supporto, può imporalta, anche lievi variazioni del core la metodologia di preparalore potrebbero essere pregiudizione, interventi preliminari, zievoli. il grado di rugosità finale, la Non è corretto credere che posscelta di un par ticolare forsa esistere un prodotto in grado mulato (traspirante ad esemdi soddisfare tutte le esigenze di pio); resistenza chimica, così come non – la presenza costante d’acqua, grado di rugosità, impermeabilo è pensare che possa essere lità, resistenza chimica; possibile realizzare un rivestimen– la presenza di sostanze chimito in grado di resistere chimicache, resistenza chimica; mente a qualsiasi sostanza e ma– presenza di sostanze infiammagari in estreme condizioni d’uso bili, antistaticità; (alta temperatura, forti concen– il prezzo. trazioni). Raccolti tutti i dati e le informaÈ sempre opportuno e saggio, inzioni desunti nelle indagini (cogniformarsi presso la ditta produttiva, tecnica), si inizia il confronto trice sulle caratteristiche di resicon le caratteristiche dei vari sistenza chimica dei loro prodotti, stemi, partendo come detto dalle quali test sono stati effettuati e Le variabili limitanti qual è il tempo di esposizione o Per facilitare e consentire il “con- variabili limitanti, utilizzando le di contatto con l’agente aggressi- fronto” richiesto nella fase ela- varie schede di sistema. vo oltre il quale il prodotto risul- borativa ho messo a punto una Definiti i vari possibili sistemi otta essere danneggiato (contatto serie di schede, definite “Schede timali, saranno gli ultimi parametri riportano12:17 una in-Pagina a limitare ulteriormente la scelta costante, mesi, poche ore, con- di sistema” Pavimenti e superfici continue:Layout 1 che 5-03-2009 1 tatto saltuario). Una volta fatta la scelta del sistema resinoso, è necessario essere molto attenti alla fase realizzativa. È necessario evitare qualsiasi distrazione o errore, anche quegli errori, che in situazioni diverse di uso del rivestimento non avrebbero compromesso le prestazioni. Quando sono previsti contatti con sostanze aggressive, tali ingenuità sono fatali,pertanto, è necessario : –una corretta e accurata miscelazione dei componenti (base + indurente): un formulato non omogeneamente miscelato presenterà zone non perfettamente indurite. Tale rivestimento è facilmente aggredibile; – lasciare indurire completamente il rivestimento. Il contatto con le sostanze aggressive deve avvenire dopo che lo strato resinoso sia completamente indurito. Un anticipato contatto della superficie resinosa, non ancora perfettamente indurita, con l’agente aggressivo, può indurre deterioramento. PERFORMANCE HAS A NAME Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 30 Schede di sistema IMPREGNANTI- CONSOLIDANTI Caratteristica Descrizione Spessore non forma pellicola, penetra nel supporto Proprietà conferite al supporto Idrorepellenza (*), facilità di pulizia anche con detergenti, consolidamento corticale, primerizzazione per applicazione di ulteriori strati, contenimento dello sfarinamento (antipolvere). Aspetto estetico Normalmente opaco, possono evidenziarsi chiazze più o meno lucide per il diverso assorbimento, riproducono le imperfezioni del supporto anche le eventuali diverse tonalità di colore, che accentuano per “effetto bagnato”. Applicazione A rullo, per favorire la penetrazione. Campi di impiego Trattamento antipolvere, consolidamento supporti poco compatti, primerizzazione, locali con destinazione d’uso con traffico leggero. Natura prodotti Epossidiche in fase solvente o emulsione acquosa; poliuretaniche igroindurenti in fase solvente, prodotti molto fluidi. Pulizia Lavaggio con detergenti alcalini. (*) (*) I lavaggi riducono e annullano l’idrorepellenza conferita con l’applicazione del prodotto. FILM SOTTILE Caratteristica Descrizione spessore Proprietà conferite supporto 0,250 – 0,400 mm al Moderata impermeabilizzazione (*). Facilità di pulizia con buona resistenza ai frequenti lavaggi e ai detergenti, buona uniformità cromatica e contenimento dello sfarinamento (proprietà antipolvere). Discrete proprietà di resistenza meccanica. Scarsa resistenza chimica per la non perfetta impermeabilità (*) del sistema. Aspetto estetico Colorato,lucido,opaco,liscio,satinato, ruvido riproduce le imperfezioni del supporto. Applicazione A rullo, o spruzzo con gli idonei presidi di protezione personale e verso terzi. Campi di impiego Trattamento antipolvere, colorato in locali con presenza di normale traffico gommato e moderato traffico con muletti. Generalmente su supporti cementizi nuovi lisci (elicotterati). Natura prodotti Epossidiche o poliuretaniche fluide senza solventi, in fase solvente o emulsione acquosa; poliuretaniche igroindurenti in fase solvente (*) l’impermeabilizzazione totale non può essere garantita per la presenza di “punti di discontinuità” nel rivestimento. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 31 FILM PELLICOLARE A SPESSORE E MULTISTRATO Caratteristica Descrizione spessore 0,8 ÷2,5 mm Proprietà conferite al supporto Impermeabilizzazione, facilità di pulizia con ottima resistenza ai frequenti lavaggi e ai detergenti, uniformità cromatica, ottime caratteristiche meccaniche e di resistenza all’usura e chimica. Aspetto estetico colorato, lucido, opaco, satinato, liscio, ruvido. Applicazione a rullo, o spatola a lama diritta. Campi di impiego locali con presenza di traffico particolarmente intenso di veicoli gommati e muletti. Natura prodotti epossidica”solven free” o in emulsione acquosa; poliuretanica”solvent free”. AUTOLIVELLANTE Caratteristica Descrizione Spessore 2,5÷4,0 mm Proprietà conferite al supporto Impermeabilizzazione, facilità di pulizia con ottima resistenza ai frequenti lavaggi e ai detergenti, uniformità cromatica, ottime caratteristiche estetiche, meccaniche e di resistenza all’usura e chimica. Aspetto estetico colorato, lucido, opaco,liscio, con possibilità di pregio estetico Applicazione con spatola dentata e rullo frangibolle Campi di impiego locali con traffico gommato anche intenso, industria alimentare, tessile, chimica, show –room, negozi, locali commerciali Natura prodotti epossidico solvent free o in emulsione acquosa; poliuretanico solvent free. M – MALTA SPATOLATA Caratteristica Spessore Descrizione 5 ÷ 10 mm. Proprietà conferite al supporto Impermeabilizzazione, facilità di pulizia con ottima resistenza agli urti, ai frequenti lavaggi e ai detergenti, uniformità cromatica, resistenza all’usura, meccanica e chimica. Aspetto estetico colorato, lucido, opaco,liscio elicotterato Applicazione staggia, compattato e lisciato con elicotteratrice Campi di impiego Locali con traffico intenso, industria alimentare, tessile, chimica, meccanica, metallurgica, officine meccaniche. Natura prodotti epossidico solvent free trasparente ma anche poliuretanico solvent free trasparente Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 32 ANTISTATICI - CONDUTTIVI Caratteristica Descrizione Spessore film sottili o autolivellanti Proprietà conferite al supporto Antistaticità, conduttività impermeabilizzazione, ottima depolverizzazione, facilità di pulizia, resistenza ai frequenti lavaggi e ai detergenti. Aspetto estetico colorato, lucido, opaco,liscio o ruvido Applicazione A rullo o spatola a lama diritta o dentata Campi di impiego Sale operatorie, industrie chimiche, elettroniche, laddove richiesta accurata depolveratura delle superfici Natura prodotti epossidiche, poliuretaniche e indirizzarla verso il sistema più idoneo.” Non è raro che la metodologia di preparazione della superficie di posa, limiti fortemente la scelta. Le superfici su cui far aderire un rivestimento resinoso, solitamente subiscono preliminari trattamenti tesi, essenzialmente a eliminare le parti non perfettamente aderenti o friabili, lo sporco e tutto quanto possa compromettere l’adesione dello strato resinoso che su di esse sarà applicato. La tecnica più idonea, o la combinazione di più tecnologie di trattamento superficiale da adoperare per la preparazione delle superfici, è legata a vari fattori. Tali fattori devono essere accuratamente valutati durante la fase d’indagine e sono legati alla collocazione dello stesso, (esterno, interno), alle sue caratteristiche meccaniche, alla presenza di altri strati protettivi, al tipo di sistema che si dovrà realizzare, ma anche, e non certamente da trascurare, alla presenza di altre maestranze, di ingombri. L’igiene e la sicurezza I sistemi resinosi, sappiamo, possono garantire vantaggi tecnici ed economici spesso non raggiungibili con altre soluzioni, cosiddette, “tradizionali”. Ma essi vanno utilizzati e manipolati in modo sicuro, con le dovute cautele e secondo procedure d’uso corrette, affinché, oltre a non recare danno alla salute degli operatori e rischi per le altre persone presenti in cantiere, diano poi i risultati desiderati. I prodotti che costituiscono i sistemi resinosi vengono preparati, poco prima dell’uso, mediante miscelazione dei due componenti. Dopo tale operazione, essi reagiscono tra loro e il prodotto di tale reazione è una parte o, anche, tutto il rivestimento. L’organizzazione del cantiere rappresenta il punto di partenza per ottenere e portare a buon esito l’applicazione, senza rischi e nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. Svolgere in sicurezza le varie fasi applicative vuol dire: – definire la logistica del cantiere in modo da agevolare tutte le movimentazioni e gli spostamenti delle attrezzature; – definire l’ordine di applicazione dei vari prodotti, consumi e/o spessori; – definire il sito di miscelazione dei prodotti, la sua scelta va fatta in relazione alle fasi lavorative e alle vie di uscita; – pretendere il rispetto di tutte le Norme di Legge relative alla sicurezza in cantiere. In sintesi La descrizione delle fasi che portano alla scelta di un sistema resinoso, può sembrare troppo complessa, ma in effetti, come spesso accade, è più complicato esporla che attuarla. Molte fasi, descritte in questo articolo, vengono comunemente eseguite nella pratica quotidiana. L’articolo le ha evidenziate separandole ed analizzandole singolarmente, in modo che se ne potesse cogliere l’importanza e la inevitabilità. In questo modo si è cercato di fornire a tecnici e operatori del settore una metodologia di approccio alla scelta di un sistema resinoso. Operando come descritto, si potrà evitare di trascurare variabili di sistema importanti per la definizione del sistema e consentire una scelta più oculata e rispondente alle specifiche esigenze richieste, senza surplus prestazionali e quindi, senza maggiori oneri economici, ma, anche, senza carenze progettuali, operando cioè in modo tale che la scelta fatta sia tale da soddisfare tutte le esigenze prestazionali richieste senza trascurare l’elemento costo. . 33 CAPITOLATO TECNICO PER LA CERTIFICAZIONE DEI SISTEMI RESINOSI Sul sito “ www.conpaviper.com ”, nella sezione documenti è possibile scaricare il capitolato tecnico per la certificazione dei sistemi resinosi CONPAVIPER. Il Gruppo di Lavoro che ha operato per la predisposizione di questo capitolato, ha definito un documento in cui sono stabiliti i criteri e le prestazioni fisiche e meccaniche per la certificazione di sistemi (cicli) resinosi, facendo riferimento alla classificazione riportata sul Codice di Buona Pratica 2a edizione del CONPAVIPER. Il Codice di Buona Pratica, sarà il riferimento per definire le procedure di Certificazione con un Ente terzo, autorizzato da CONPAVIPER. Le procedure daranno indicazione del sistema di controllo da adottare, dei requisiti degli ispettori, delle frequenze con cui eseguire le verifiche. I criteri e le definizioni delle prestazioni sono stati essenzialmente tratti dalle prove utili alla marcatura CE secondo EN 1504-2 relativamente a tutti i sistemi dichiarati “rivestimenti protettivi per calcestruzzo”. In taluni casi il Gruppo di Lavoro ha inserito o modificato rispetto alla norma, secondo una discrezione nata dall’esperienza sul campo, limiti minimi o massimi di valori dei risultati dei test di resistenza, perché ritenuti più consoni al mondo dei rivestimenti resinosi per pavimentazioni. Laddove non indicato il valore minimo o massimo di riferimento, si dovrà semplicemente indicare il risultato della prova. Blu Sky, l’innovativa foglia per massetti per uso professionale IL NUOVO PRODOTTO È PIÙ ELASTICO BLU SKY® VS FOGLIA COMUNE +42% IL PRODOTTO È PIÙ RESISTENTE ALLA LACERAZIONE BLU SKY® VS FOGLIA COMUNE +53% IL PRODOTTO È PIÙ RESISTENTE ALLE PUNTURE BLU SKY® VS FOGLIA COMUNE +80% IL NUOVO PRODOTTO È PIÙ RESISTENTE ALLA ROTTURA BLU SKY® VS FOGLIA COMUNE +61% Test condotti dall’Istituto Giordano convalidano la conformità di BLU SKY alla Direttiva 89/106/CEE(CPD) rapporto di prova N.288722/6549/CPD IL PRODOTTO FUNGE DA BARRIERA AL VAPORE BLU SKY 2,904 g(m2 • 24h) ® SUPERFICIE FINO ALL’80% SUPERIORE A PARITÀ DI PESO GARANZIA 12 MESI pagina PSC.indd 1 Faraplan S.p.A. Via Astico, 40 36030 - Fara Vicentino (VI) Tel. +39 0445 899500 Fax +39 0445 899599 www.faraplan.it [email protected] 28/08/12 15.19 34 il punto sulle resine Paolo Cinquini Responsabile tecnico e qualità prodotti Saver s.r.l. Rivestimenti resinosi per l’esterno L’abitazione privata, per sua definizione, presenta spesso delle aree di accesso, vialetti, corselli, rimesse, etc, che costituiscono il primo elemento di approccio al gusto e all’inclinazione dei padroni di casa. Sono, in altri termini, lo specchio della personalità impressa al proprio spazio privato. L’ambiente esterno va a costituire un vero e proprio preambolo e niente, quindi, deve esser lasciato al caso. Su di esso dev’essere fatta una ricerca mirata dei materiali, verificando che si abbinino alle caratteristiche estetiche già presenti, ma che al tempo stesso, siano in conformità con l’ambiente naturale in cui s’innestano e con la durabilità che si è oggi soliti aspettarsi. Tale binomio, “estetica-durabilità”, risulta però spesso limitato dalla moltitudine di insidie e difficoltà che un ambiente esterno spesso ci offre. È proprio in queste occasioni che ci si appella ad una figura con determinate esperienze e conoscenze tecniche; il Progettista. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Tale mansione richiede la capacità di poter compiere scelte tecniche che rispondano, in primis, a quella che è la volontà della committenza, spesso limitata a fattori puramente estetici e di durabilità, ma che al tempo stesso rispettino determinati requisiti tecnici: • resistenza alle diverse condizioni atmosferiche (sole ,acqua, neve, ghiaccio); • adesione ai diversi tipi di supporti; • resistenza all’usura dovuta a traffico pedonale e/o pesante; • mantenimento delle proprie caratteristiche fisiche nel tempo; • antiscivolo; • facilità di pulizia; • adattabilità alle varie configurazioni geometriche; • resistenza alle dilatazioni termiche indotte dalle notevoli escursioni; • continuità con l’ambiente. Il progettista dovrà, per ogni applicazione, tener conto della superficie su cui andrà ad operare, in quanto su quelle in cemento si avranno problematiche diverse rispetto a quelle asfaltate (es. diversa reazione all’attacco dei sali). Determinata la superficie, il progettista, potrà scegliere tra le di- 35 verse modalità di intervento, o posando un nuovo strato sopra quello preesistente, oppure rimuovendo lo strato esistente creandone uno nuovo. Oltre al binomio “estetica-durabilità”, il progettista dovrà dedicare molta cura all’aspetto decorativo. Tale aspetto non è altro che la molla scatenante da cui dipende tutto il lavoro e pertanto deve sempre rappresentare la risposta finale. Ne risulta che, per ottenere determinati risultati, il progettista è spesso sottoposto ad una costante ricerca e ad continuo aggiornamento, specialmente quando si trova a dover realizzazione opere pubblice, dove le considerazioni appena fatte, hanno tutte una notevole importanza, ma sono altresì più severe per quello che riguarda l’aspetto della durabilità. La scelta del progettista può però basarsi su una vasta gamma di materiali, tenendo conto sia dei pregi, che dei difetti degli stessi. Il nostro interesse si sofferma, ora, sui soli materiali resinosi, ossia prodotti che derivano dallo sviluppo di catene polimeriche, composte da macromolecole. Queste sono altresì formate dalla ripetizione di un piccolo gruppo molecolare, detto unità ripetente, che costituisce l’elemento caratteristico del polimero. Le caratteristiche di tale unità dettano sia le qualità, che la specificità della resina stessa. Il fatto che le resine siano costituite da polimeri implica una limitazione notevole. Si deve, infatti, ricordare come i polimeri, a differenza di quanto si ritiene comunemente, non sono materiali stabili in tutti gli ambienti. Senza l’aggiunta di alcuni additivi che ne prevengono il degrado, alcune formulazioni non sarebbero in grado di resistestere nemmeno alle normali condizioni ambientali, con possibili conseguenze, quali: - l’alterazione del colore, con ingiallimento dei polimeri trasparenti e/o variazione di colore per quelli opachi; - aumento della rigidità con possibile perdita di tenacità. Tali effetti, se combinati, posso spesso portare ad effetti di crazing superfciale (formazione di una fitta rete di microcricche e vuo- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 36 ti) con successiva rottura del manufatto. Le proprietà dei polimeri, come detto, derivano dalla struttura delle loro macromolecole e dalle iterazioni che s’istaurano tra loro. Ogni fattore che porta ad un’alterazione della struttura e dei legami fra queste, influisce pertanto sulla proprietà del polimero stesso. La diretta implicazione di quanto detto è, quindi, che non tutte le resine sono adatte ad ogni tipo di lavorazione e/o ambiente. Il progettista dovrà quindi scegliere prodotti di qualità che garantiscano una lunga durata, anche se spesso tale scelta sarà tradotta in materiali complessi con un alto costo di lavorazione. Premesso ciò, è facile notare come l’ambiente esterno sia il luogo che più rappresenta difficoltà ed insidie per l’applicazione e la durata dei materiali resinosi. Tale area, infatti, è il “campo di battaglia” su cui il progettista dovrà impiegare materiali studiati e progettati ad hoc. Ciò non deve però spaventare, poiché attualmente sono in commercio prodotti capaci di trasformare una superficie di cemento o asfalto, in un manufatto architettonico, garantendogli anche un elevata durabilità. Questi prodotti sono ottenuti grazie all’uso combinato di resine e pietra naturale. Le pavimentazioni per esterno, eseguite con tale mix, oltre ad offrire caratteristiche di resisten- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 37 za all’usura, ai sali, al ghiaccio e al sole, si presentano come soluzioni aventi un aspetto molto naturale, in cui la graniglia, mantiene il suo aspetto originale e garantisce un’elevata durabilità e una resistenza allo scolorimento propria dell’elemento stesso. Tali pavimentazioni hanno, oltre alle elevate caratteristiche antiscivolo, molto importanti in luoghi pubblici, la possibilità di essere impiegate per realizzare viali, marciapiedi, piste ciclopedonali, piazze o giardini con conformazioni geometriche molto complesse. La facilità di posa in opera garantita dall’utilizzo di queste resine, è un requisito essenziale per avere superfici regolari, continue ed esteticamente gradevoli; l’estrema elasticità di fissaggio al sottofondo permette inoltre di non avere giunti o tagli sulla pavimentazione, garantendo quindi anche un’elevata continuità. Queste resine hanno un ampio utilizzo nella ristrutturazione di pavimentazioni, data la straordinaria forza di adesione della resina sui vari tipi di supporto (cemento, pietra naturale e l’asfalto) e per la sua capacità di poter essere realizzata a basso spessore. Vi sono anche resine poliuretaniche-ibride termoplastiche che derivando da fonti naturali ed essendo prive di solventi garantiscono la tutela dell’ambiente. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 38 il punto sulle resine Ciro Scialò Membro Consiglio Direttivo CONPAVIPER Antistaticità, conduttività dei sistemi resinosi È noto che un formulato resinoso possa essere modificato, con aggiunta di opportune cariche, in modo tale che da materiale isolante presenti una discreta conducibilità. In effetti, i rivestimenti resinosi, così modificati, dovranno assolvere essenzialmente il compito di evitare che si creino addensamenti pericolosi di cariche elettrostatiche sulla loro superficie. Una sostanza isolante accumula cariche elettriche statiche. Tale accumulo di cariche è generato dallo sfregamento o dalla separazione di due materiali precedentemente a contatto fra loro, e viene detto “effetto triboelettrico” dal greco tribos, strofinio. Al momento della separazione avviene un trasferimento di elettroni fra i due materiali che genera la carica elettrica. L’accumulo di cariche produce differenze di potenziale per cui, tra i corpi che vengono in contatto o anche solo in prossimità, possono prodursi trasferimenti di elettricità statica: scarica elettrica non controllabile. In casi estremi, e con grado di umidità molto basso (< 20%) la scarica può raggiungere anche 40 KV. Come tutte le sostanze isolanti anche i composti resinosi, epossidici o poliuretanici, per effetto del transito, dell’uso, del calpestio, si caricano elettrostaticamente. In alcuni contesti lavorativi è importante che la pavimentazione presenti caratteristiche di conducibilità elettrica tali da evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche e consentire la loro dissipazione verso la rete equipotenziale (messa a terra). Con la direttiva 1999/92/CE, il Parlamento Europeo ha emanato le prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti a rischio di atmosfere esplosive (Direttiva Atex). Tale direttiva fa riferimento anche alla possibilità di scariche per accumulo di cariche elettrostatiche, nelle normali condizioni di attività industriale. La direttiva identifica le attività industriali nelle quali tipicamente sono in lavorazione sostanze che potrebbero formare miscele, con l’aria, esplosive, e dispone affinché ogni azienda identifichi tali aree. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 La direttiva stabilisce il limite di 108 Ω quale resistività elettrica massima della pavimentazione all’interno di tali aree. L’accumulo delle cariche elettrostatiche dipende in modo rilevante dall’umidità dell’aria. Con aria secca (UR ≤ 40%) il fenomeno è molto marcato, mentre a mano a mano che l’umidità relativa aumenta il fenomeno va sempre più diminuendo fino a non verificarsi più per UR > 75%. Un rivestimento resinoso, può essere considerato un sistema bidimensionale ai fini della conducibilità elettrica, in quanto elemento in cui le due dimensioni lunghezza (l1) e larghezza (l2) risultano molto preponderanti rispetto alla terza dimensione, spessore (s). In base alla seconda legge di Ohm applicata, appunto, a elementi bi-dimensionali, la resistenza superficiale è data da: Rs = r l1/l2 (1) da cui: r = resistività superficiale = Rs*l2/l1 ed è pari alla resistenza superficiale Rs quando l2/l1 = 1 39 R2 R1 La resistività superficiale r è una caratteristica della sostanza e dipende solo dalla sua natura chimico-fisica e prescinde quindi dalle caratteristiche geometriche (larghezza, lunghezza, spessore) del rivestimento. La direttiva Atex fa riferimento proprio alla resistività superficiale. La resistività superficiale di un rivestimento resinoso viene rilevata mediante due diverse metodologie di misure. Entrambe utilizzano una strumentazione composta da un ohmetro e da una coppia di elettrodi, sottoposti ad una tensione di prova pari a 500V in corrente continua. Nella prima gli elettrodi sono separati, e vengono disposti ad una definita distanza. Nella seconda gli elettrodi sono, invece, costituiti da due anelli concentrici posti ad una distanza fissa definita dal produttore della strumentazione. Prendiamo in esame la strumentazione con elettrodi a cilindri concentri. In fig. 1 è schematicamente riportata la sezione della sonda con i due cilindri; uno di raggio R1, quello più interno, e l’altro, quello più esterno, con raggio R2. R1 R2 Fig. 1 In base alla legge di Ohm, la resistenza superficiale, della superficie compresa tra i due cilindri è: ∆V = Rs x I (2) ∆V = diff. di potenziale [V]; I = intensità di corrente [A] l1 e quindi: In R2/R1 definita; una seconda via è quella di interrompere la continuità del rivestimento. a) Attraverso una opportuna geometria degli elettrodi l1 da cui: l2 (3) La resistenza superficiale Rs, viene fornita dalla lettura dello strumento. Nota Rs è possibile risalire alla resistività superficiale r attraverso il fattore geometrico k, che tiene conto della geometria degli elettrodi. r = Rs x k La superficie compresa tra i due elettrodi, non è influenzata dalla restante parte, cosa che accade, quando i due elettrodi sono separati. La differenza tra le due metodologie sta proprio in questo dato, e quindi sorge spontaneo chiedersi: in che modo, agendo con elettrodi separati, posso evitare l’influenza dell’area oltre gli elettrodi? Infatti, nel caso di elettrodi concentrici, l’area è ben definita, essa è pari all’area della corona circolare limitata dalle due circonferenze e resta poco o per niente influenzata dalla restante superficie, specialmente se i raggi degli elettrodi circolari sono piccoli. Nel caso di elettrodi separati, l’area tra gli elettrodi è influenzata dalla restante e più ampia area, a meno che non si prendano opportuni rimedi. Si può agire attraverso due vie: la prima è molto simile a quella degli elettrodi concentrici, cioè si adoperano elettrodi piatti e lunghi in modo da racchiudere un’area ben Utilizzando elettrodi a piastra lunga e affiancandoli a una distanza non eccesiva, la superficie di riferimento sarà quella compresa tra i due elettrodi avente area l1 x l2, e si potrà ritenere con sufficiente approssimazione che tale area sia poco influenzata dalla restante parte esterna agli elettrodi.a Valendo la (1), il fattore geometrico nuovo sarà k1 = l2/l1, e la resistività sarà data da: l2 D r = Rs ––– = Rs x k1 l1 b) Attraverso il confinamento dell’area La strumentazione con elettrodi separati che più normalmente si ∆ impiega nella misura della resistività superficiale è costituita da elettrodi∆cilindrici, normalmente con diametro pari a 5 cm e peso 1 kg. In questo caso diventa praticamente impossibile eliminare l’influenza ∆ circostante della superficie e quindi ∫ definire la geometria del sistema da misurare. Per poter far questo è necessario, quindi, che l’area su gli elettrodi appoggiati cui vengono ∫ sia confinata rispetto al resto della superficie, eseguendo dei tagli del rivestimento come indicato in fig. 2. = Pavimenti e Superfici Continue - N°17 l2 b=D 8 40 l1 l2 tagli a b=D D Fig. 2 Applicando la (1) abbiamo: r = Rs x D / (a – 2D) ∆ o anche, r = Rs x k2 dove k2 = D /(a-2D) (4) ∆ La (4), definisce il nuovo fattore geometrico, e affinché sia valida, necessita che l’area su cui ven∆ elettrodi gono appoggiati gli sia confinata rispetto al resto della superficie, mediante tagli del rivestimento che interrompono la continuità dello stesso. Questi ta gli non vengono fatti nella pratica quotidiana, e ciò comporta che il valore misurato è la resistenza superficiale dell’intero sistema: rivestimento ed eventuali elementi ∫ = con alta conducibilità in esso presenti (canaline metalliche, scossaline metalliche, ecc.). Sappiamo che la corrente nel suo movimento preferisce percorsi a più bassa resistenza anche se non sono i più brevi. Ecco perché è importante che nelle misure si proceda con una metodologia attraverso la quale si possa poi prescindere dalle dimensioni e dalle interferenze, in altre parole, si possa risalire al valore della resistività superficiale, caratteristica del rivestimento. Risulta evidente che il parametro da tener in conto per definire la conducibilità elettrica di un sistema resinoso è la resistività ∫ Pavimenti e Superfici Continue - N°17 superficiale e non, come generalmente viene fatto, la resistenza superficiale, perché, per quanto detto, quest’ultima è fortemente influenzata oltre che dalla geometria del rivestimento, anche da eventuali presenze di elementi ad alta conduttività. Resta inteso che, qualora il parametro richiesto sia la conducibilità del sistema costituito da rivestimento resinoso, supporto e quant’altro presente, il parametro di riferimento è la resistenza superficiale, cioè il valore rilevato dalla strumentazione con elettrodi separati, utilizzati senza eseguire tagli che interrompino la continuità del sistema. . MADE è COSTRUZIONI E CANTIERE Ingegneria del Territorio • Sistemi Costruttivi per l’edilizia e le infrastrutture Strutture in Legno, Calcestruzzo, Laterizio, Acciaio e Sistemi Misti • Sistemi e componenti non strutturali • Prefabbricazione • Materiali e Manufatti • Intonaci e Malte Chimica per l’edilizia • Impermeabilizzazione ed Isolamento • Ponteggi e Opere provvisionali Utensili • Attrezzature e Macchine per il Cantiere • Sicurezza e Protezione Sismica Servizi e Software per la Progettazione • Manutenzione e Gestione Immobili MADE EXPO è ANCHE INVOLUCRO E SERRAMENTI • ENERGIA E IMPIANTI • INTERNI E FINITURE • SOFTWARE E HARDWARE • CITTÀ E PAESAGGIO MADE expo è un’iniziativa di: Organizzata da: MADE eventi srl MADE eventi srl tel. +39 051 6646624 • +39 02 80604440 Federlegno Arredo srl [email protected] • [email protected] Promossa da: www.madeexpo.it 42 il punto sulle resine Andrea Penati Direttore Tecnico IPM Italia Ripristino del pacchetto pavimentazione Carraro, cliente IPM Italia, è un gruppo internazionale leader nei sistemi, per la trasmissione di potenza, altamente efficienti ed ecocompatibili, con sedi produttive in Italia, India, Argentina, Cina, Germania e Stati Uniti. Il cliente, aveva necessità di trasformare una parte del vecchio stabilimento adibito a magazzino di pezzi meccanici in zona produzione. Per prima cosa ha dovuto smantellare una serie di scaffalature metalliche che erano fissate a terra, creare una serie di uffici da porre sul perimetro, ed infine rinnovare la pavimentazione in modo da poter posizionare dei nuovi macchinari. Il supporto in calcestruzzo, una volta smantellato il magazzino, si presentò particolarmente ammalorato, c’erano parecchi punti dove l’olio idraulico era penetrato nel cemento, zone dove lo strato superficiale era venuto a mancare per via dell’usura e gli inerti del IPM BASIC Systempox 1. Supporto in calcestruzzo 2. Primer IPM Resitac Oil 3. Promotore di adesione IPM Resitac 202 4. Massetto IPM Resipox e Duromix 3 5. Rasatura con IPM Resisynt 300 6. Finitura sigillante IPM Resisynt A500 New Pavimenti e Superfici Continue - N°17 43 calcestruzzo erano in evidenza; zone dove la planarità era fortemente disomogenea. L’unica possibilità, dunque, era il ripristino del pavimento mediante un sistema epossidico ad alto spessore, il Sistema IPM Basic Systempox. Si è proceduto quindi con la fresatura del supporto in calcestruzzo e al successivo riempimento con malta di resina di buchi particolarmente grandi; è stato applicato anche, nelle zone particolarmente intrise di olio, un corretto Primer per fondi inquinati; poi è stato realizzato il massetto epossidico tirato a staggia ed elicotterato al fine di ridare alla pavimentazione una consistenza e planarità tali da poter supportare il peso di grandi macchine utensili, il passaggio di muletti e carrelli e il peso ed il trascinamento di cassoni di ferro. Infine sono stati applicati i due strati di finitura epossidica colorata realizzando così delle aree di lavoro di colore grigio, delle corsie di passaggio carrelli di colore azzurro, e delle corsie rosse quali percorsi pedonali. A cavallo dei vari colori, sono state realizzate le righe di delimitazione gialle e . bianche. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 44 il punto sulle resine di Anna Laura Ravera Quality Manager Srl Un pavimento tante soluzioni: solo una è quella giusta, ma quale? Orientare un Cliente, sia esso Posatore, Progettista o Utente finale, verso il Sistema di pavimentazione più idoneo per la sua esigenza è spesso un’azione complessa in quanto non è abitudine diffusa considerare che per ogni situazione esiste spesso una e una sola soluzione “migliore”. Per arrivare a determinare questa soluzione è necessario operare una vera e propria analisi del progetto raccogliendo requisiti di tipo tecnico, economico e ambientale e incrociandoli con i migliori prodotti disponibili sul mercato. Per questo tipo di analisi, è fondamentale potersi avvalere di Tecnici di provata esperienza e indipendenti da condizionamenti di marca o prodotto, in grado di formulare come ad esempio Tony Gear, export director di Flowcrete per oltre 15 anni e ora Sales Manager in APS PavimentiSICURI®: Tony Gear, per il suo ruolo, ha maturato una profonda conoscenza di tutti i sistemi attualmente disponibili sul mercato mondiale, imparando a selezionare i prodotti per le loro caratteristiche e ha scelto di passare da una grande multinazionale ad un’azienda Italiana sia per le grandi potenzialità di sviluppo delle pavimentazioni continue nel nostro paese, sia per poter impiegare la sua esperienza in modo indipendente da condizionamenti di marca e svolgere così un effettivo servizio a disposizione del Cliente. “In molti anni trascorsi a raccogliere esigenze di pavimentazione in tutta Europa ho potuto constatare che spesso la richiesta era abbastanza specifica (resina, piastrelle, legno, linoleum) ma quasi mai motivata da un’attenta analisi e da una conoscenza approfondita delle soluzioni disponibili sul mercato. Molte volte ho sentito usare l’espressione “proposta personalizzata”, indicando con ciò nella maggior parte dei casi, la possibilità di operare una scelta rispetto ad una gamma più o meno ampia di soluzioni standard e quasi mai risultato dell’analisi di reali esigenze del Cliente nel loro complesso” Fornire un servizio sartoriale, a maggior ragione se viene richiesto un rivestimento continuo, prevede infatti una vera e propria progettazione del sistema che deve tenere conto di fattori tecnici, estetici, ambientali, economici, che riguardano sia il Cliente quanto la storia della Struttura, passata e futura, che vanno valutati contemporaneamente e miscelati con sapienza per ottenere spesso uno e un solo risultato. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Raccogliendo correttamente le informazioni e avendo una conoscenza completa delle possibilità offerte oggi dalla ricerca, la formulazione della proposta sarà l’unica proposta migliore per quel Cliente e si potrà così rispondere ad un progettista che aveva immaginato una soluzione con materiali resinosi che realmente quello è il tipo di rivestimento più adatto. Quando il Sistema Consigliato sarà un Rivestimento Continuo, a fronte di una buona conoscenza del panorama delle resine, non necessariamente questo sarà un rivestimento in resina epossidica, specialmente nell’industria, poiché fra i sistemi resinosi meno conosciuti, infatti, uno dei più performanti, è senza dubbio il Poliuretano-Cemento, insieme di formulati a basso impatto ambientale che permettono di realizzare interessanti soluzioni con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Per questo e altri motivi vale sicuramente la pena di conoscerli meglio. I Cementi poliuretanici o massetti ad alte prestazioni come sono talvolta chiamati, sono stati per molti anni confusi con i rivestimenti in resine epossidiche o poliuretaniche alle quali venivano proposti come alternativa 45 pur avendo caratteristiche fisiche e tecniche molto differenti, ma rispetto ai cugini epossidici presentano in realtà diversi vantaggi. Nell’industria alimentare ad esempio, se impiegati nei giusti spessori sono decisamente più resistenti sia alle alte che alle basse temperature (da -40 a +120°C) e presentano contemporaneamente una serie interessante di altre performance che permettono allo stesso prodotto di essere impiegato per resistere ad acidi, zuccheri, grassi ecc. Esistono in diverse formulazione che conferiscono al prodotto finale differenti aspetti estetici con finiture lisce o rugose a seconda della destinazione d’uso. Con i Massetti in Poliuretano-Cemento si possono realizzare tanto graziose pavimentazioni autolivellanti per edilizia civile e Industria leggera a finitura opaca o lucida, che interventi in aree batteriologicamente controllate fino a importanti rivestimenti in zone soggette ad attacchi chimici e industria pesante. I sistemi in Poliuretano-Cemento sono omogenei per composizione in tutto il loro spessore, per questo superano le problematiche legate al consumo dello strato superficiale; possono inglobare composti antibatterici che proprio per il fatto di essere distribuiti omogeneamente su tutto il composto, non riducono il loro effetto con il passare del tempo. Hanno tempi di realizzazione decisamente ridotti e una aspettativa di durata molto interessante: una pavimentazione con massetto in Poliuretano-Cemento, posata correttamente e a cui venga praticata la giusta manutenzione, può durare ben oltre 10 anni e acquisire con il tempo un aspetto sempre migliore. Ma i massetti in Poliuretano-Cemento sono tutti uguali? E quali sono quindi i limiti di questi Sistemi? Come tutte le tecnologie che comportano una lavorazione complessa, anche i Sistemi in Poliuretano-Cemento sono soggetti a regole che non possono essere derogate. La loro formulazione è frutto di un perfetto equilibrio fra componenti molto diversi, difficile da ottenere e che non permette margine di errore. Quindi la prima indicazione è sicuramente quella di verificare che i materiali impiegati in un progetto siano prodotti da industrie di primo livello, dotate di adeguata capacità tecnica e delle necessarie risorse per garantire un risultato di prima qualità. In secondo luogo è importante avere la consapevolezza che un progetto in Poliuretano-Cemento deve essere affidato a posatori qualificati in grado di dimostrare una specifica competenza ed esperienza. A questo proposito e per evitare danni di notevole impatto sia per i Posatori che per i Clienti finali, le principali aziende produttrici monitorano i progetti in corso e consigliano solo Aziende di Posa che abbiano superato training specifici e dimostrato adeguate capacità progettuali e tecnico-operative. “Quando progettiamo e realizziamo una pavimentazione, modifichiamo in maniera definitiva l’ambiente che ci circonda. Con le nostre scelte, incidiamo profondamente sulle attività quotidiane dei nostri Clienti e sull’ambiente che lasceremo alle generazioni future: per questo non possiamo permetterci scelte poco attente o non consapevoli. Per questo, impiegare formulati di prima qualità e investire sulla formazione delle competenze è determinante per la realizzazione di PavimentiSICURI per l’Uomo e per l’Ambiente .. perché oggi si può!”. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 46 il punto Thomas Gessaroli Redazione IMREADY Che cosa succede… agli altri rivestimenti L’industria italiana della ceramica e dei materiali refrattari: bene le esportazioni, male in campo domestico, prosegue la ristrutturazione delle imprese anche attraverso la riduzione degli occupati I dati arrivano direttamente dall’Indagine Statistica Nazionale del 2011 presentati in occasione dell’Assemblea Annuale di Confindustria Ceramica. Quello che emerge è un settore ancora for temente caratterizzato da produzioni made in Italy, con una for tissima propensione per le espor tazioni che gli garantisce la leadership mondiale in questo settore. Proprio grazie a tale forza in campo internazionale, sul settore nel 2011, erano attive 273 aziende con oltre 37.000 addetti con un fatturato complessivo di 6,66 miliardi di euro, di cui oltre il 75% proveniente da vendite estere. Le aziende industriali produttrici di piastrelle di ceramica presenti in Italia nel 2011 erano 163, in calo di 9 unità, mentre gli occupati diretti sono risultati essere 22.189, in calo di 1.163 unità. 2010 2011 Var. % Aziende (numero) 172 163 -5,23% Addetti (numero) 23.352 22.189 -4,98% Produzione (milioni di mq) 387,4 399,7 3,17% Vendite Totali (milioni di mq) 412,8 413,1 0,09% … di cui Italia 123,6 114,9 -7,03% … di cui Export 289,2 298,3 3,13% Investimenti (milioni di E) 224,0 248,4 10,89% Fatturato Totale (milioni di E) 4.629,0 4.716,0 1,86% … di cui Italia 1.216,0 1.146,0 -5,75% … di cui Export 3.413,0 3.570,0 4,58% Tab. 1 – Industria italiana piastrelle in ceramica, aziende in Italia. - Fonte: Centro Studi Confindustria Ceramica Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Controtendenza il dato relativo agli investimenti, cheimprenditore nel 2011 Lo scopo per ciascun sono statinell’aggregazione pari a 248,4 milioni di coinvolto è però euro, aumentocosì: riunico ine significativo ci piace descriverlo spetto al dato precedente “Condividere un della obiettivo comune, rilevazione (224,0), che evidenzia perché in quell’obiettivo ciascuno quanto settore stia facendo per vede la ilrealizzazione dell’obiettivo mantenere personale”. la propria leadership aCome livellofare internazionale. a capire, se si è pronti Conferma che arriva anche daper intraprendere un percorso del gli investimenti che il settore ha genere? programmato per il 2012, ossia Noi abbiamo pensato a queste 7 230,6 di euro, risemplicimilioni domande che,inincalo modo spetto 2011 ma di grandissimo neanchealtroppo scherzoso, ripercorimpatto lucetrattati dell’incer ta sirono gli alla aspetti in questo tuazione articolo: economica. Grazie anche agli investimenti compiuti nel 2011 la produzione italiana si è attestata a 399,7 milioni di metri quadrati, in au- mento di oltre12 milioni di metri quadrati, rispettoa all’anno prece1. Siete pronti dialogare per dente. realizzare un’idea? Le vendite prodotto finitoil 2. Siete pronti dia non avere tutto hanno raggiunto i 413,1 milioni controllo? di metripronti quadrati, dove il 27,80% 3. Siete ad una pianificazione riguardano aperta? il mercato domestico italiano e il 72,20% quellol’organizestero. 4. Siete pronti a rivedere Dazazione questiedati si evince quanto i processi? il5. mercato italiano flette neinuovi voSiete pronti a costruire lumi (-7,03% rispetto al 2010) a mercati per nuovi clienti? causa della crisi economica che 6. Siete pronti a rinunciare a parte hadella colpito il paese riducendo il vostra autonomia? reddito disponibile e con ilesso 7. Sei pronto per cambiare ritmoi consumi. e la velocità dei tuoi pensieri e Nel 2011 il fatturato dell’indudella tua impresa? stria italiana delle piastrelle di ceramica, realizzato in stabilimenti posti sul territorio nazionale, ha raggiunto i 4.716 milioni di gra- 47 11 zie alle espor tazioni che da sole hanno prodotto un autile Se la risposta è SI tuttedi e3.570 7 le milioni di (e euro. domande badate bene: alle prime Ancora meglio fannoun leSI espresazien6, noi stiamo cercando de italiane situateda in so congiuntamente tuttiterritorio i compoestero, che superano il tetto sarà del nenti della rete; all’ultima miliardo A fronte diallora un necessariodiuneuro. SI individuale), numero 20 aziende, gli si è prontistabile fino indifondo a mettersi addetti hanno raggiunto le 7.451 in gioco e l’aggregazione avrà un bel unità (+5,57% successo! Buona rispetto fortuna! al 2010) . per una produzione complessiva –L’intervento tra Nord diAmerica Europa FrancescoedCurcio al –VIdiCongresso 121,7 milioni di metri quaCONPAVIPER è visibile drati e vendite per 127,3 miliosul canale youtube dell’associazione seguente link: http://www.youtube. nial (+2,3%). Il loro fatturato nel com/watch?v=0AjqpY-tqw8 2011 ha raggiunto 1.045 milioni di euro, derivanti da 867 milioni da vendite domestiche (+6,27%) e da 178 milioni (+2,37%) per le espor tazioni. . Pavimenti e Superfici Continue - N°16 Pavimenti e Superfici Continue - N°17 48 il punto sui massetti Thomas Gessaroli Redazione IMREADY Il codice di buona pratica: La situazione Il Codice di Buona Pratica: Il 24 maggio 2012, durante il VI Congresso Nazionale Conpaviper, è stato approvato il nuovo Statuto Conpaviper con il quale sono stati aboliti i vecchi Comitati e sono state istituite le nuove Sezioni: • Sezione pavimenti in calcestruzzo; • Sezione rivestimenti in resina; • Sezione massetti e sottofondi. La Sezione “massetti e sottofondi”, si è subito attivata nel riprendere il lavoro già iniziato dal rispettivo Comitato “Massetti di supporto e Sottofondi” per la realizzazione del nuovo “Codice di Buona Pratica” riguardante i massetti di supporto per interni. Prima dell’approvazione del nuovo Statuto, infatti, il Comitato aveva già svolto un notevole lavoro dal punto di vista normativo, raccogliendo le normative sia italiane che europee, sottoponendole ad una prima analisi e traduzione. Presa coscienza di questo studio preliminare, la Sezione, è riuscita in questo periodo a predisporre la prima Bozza del “Codice di Buona Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Pratica” per i massetti di supporto per interni, che sarà presentata al Saie 2012, a Bologna. Il Codice descrive un insieme di specifiche tecniche e procedure per fornire una solida base per la progettazione e realizzazione di massetti di supporto per interni. L’ambizioso progetto portato avanti da Conpaviper, è quello di riuscire a realizzare, entro la fine del 2012, un Codice di Buona Pratica, che poi possa fungere da base per un successivo sviluppo normativo nel settore dei massetti, così come già stato fatto per gli altri due settori di competenza dell’Associazione, quali: • Codice di buona pratica per i pavimenti in calcestruzzo ad uso industriale; • Codice di buona pratica per i rivestimenti in resina. Si tratta di un documento importante, perché rappresenta il primo passo per disciplinare un settore, quello dei massetti, dai numeri importanti ma purtroppo ancora senza norme e riferimenti. In particolare, il Codice definisce i parametri tecnici utili per la buona pratica nell’ambito dei massetti di supporto per interni stabilendo anche le specifiche tecniche per lo strato sottostante al massetto, il sottofondo. . 49 MEMBRI SEZIONE MASSETTI Alessandro Favullo – SISTEMPAV Massimo Croce – FERRI Andrea Dari – IMREADY Massimo Turrini – KERAKOLL Andrea La Rosa – SO.CO.PAV Matteo Malferrari – SAINT-GOBAIN PPC ITALIA Angelo Belli – BELLI Michele Acquaviva – CALDIC Angelo Bonin – PAVI CENTER Michele Triantafillis – LIBERO PROFESSIONISTA Angelo Pasqualini – DRACO ITALIANA Ovidio Scalcon – TECNO PIEMONTE Antonio Favole – CALCESTRUZZI Carmelo Di Carlo – DI CARLO CARMELO Carmine Puppio – DELTAPAV Claudio Porcellato – PENTA SERVICE Corrado Scollo – SIKA ITALIA Corrado Uguccioni – LIBERO PROFESSIONISTA Diego Tomasella – ORMET Ettore Candiani – SAINT-GOBAIN PPC ITALIA Fausto Ferrari – BASF CC ITALIA Paolo Bet – ELLETIPI Paolo Cinquini – SAVER Paolo Colombi – C.&B. COLOMBI Pier Paolo Fumagalli – LEON BEKAERT Riccardo Billi – PERLITE ITALIANA Rita D’Alessandro – A.I.P.P.L Roberto Cassiani – PERLITE ITALIANA Roberto Orlando – MAPEI Gian Luigi Pirovano – STEMCO Salvador Dalvano – A.I.P.P.L Luigi Schiavo – TRIVENETA POSE Sivia Tomba – FILI & FORME Marco Degano – I.C.O.S. Thomas Gessaroli – CONPAVIPER Mario Casali – W.R. GRACE ITALIANA Invitati alle riunioni Massimiliano Cavallotti – LATERLITE Alessio Siciliano Massimo Bocciolini – UNICAL Davide Tomei – CONFINDUSTRIA CERAMICA Caldic Imready pied 2 3-11-2011 15:26 Pagina 4 C M Y CM MY CY CMY K CONTOPP DUREMIT HYDRO Massetti ad alte prestazioni con rinforzo in fibre [email protected] Colori compositi SOSTITUISCE la RETE d’ARMATURA Pavimenti e Superfici Continue - N°17 50 il punto sui massetti dall’Azienda Solo il meglio per massetti di qualità – PCT Una gamma di prodotti tecnologicamente avanzati, ampia e completa, supportata da un pacchetto di servizi che coprono tutte le fasi del ciclo di cantiere, dalla progettazione ai test prestazionali. Volta a fornire soluzioni dalle performance garantite, in grado di risolvere ogni problematica di cantiere. Tutto questo è PCT. In edilizia, molto spesso, è proprio quello che non si vede, a fare la differenza. Una regola che vale tanto nelle nuove costruzioni, come negli interventi di recupero, i quali spesso propongono vincoli e limiti dettati dalla compatibilità con le strutture esistenti, la necessità di non gravarle con carichi eccessivi, il rifacimento o l’inserimento di nuove dotazioni impiantistiche. Fattori, questi, che hanno dato vita a un interessante filone di sviluppo produttivo, concentrato sulla ricerca di soluzioni innovative in grado di gestirli nel modo migliore. Ed è proprio questa una delle principali attività di PCT Performance Chemicals, azienda specializzata nel settore dei massetti sabbia cemento. L’attività di PCT è focalizzata sullo sviluppo e produzione di prodotti chimici per l’edilizia, destinati alla produzione di additivi che migliorano le proprietà dei massetti sabbia – cemento, soluzioni supportate da una serie di servizi che vedono l’azienda, sia Pavimenti e Superfici Continue - N°17 tramite la sede principale di Hemmingen, in Germania, e le numerose filiali presenti in tutta Europa, costantemente al fianco degli utilizzatori sia in fase di progetto che di cantiere. La gamma di additivi per massetti cementizi evidenzia il potenziale tecnologico della PCT, che si traduce in soluzioni di grande efficacia e funzionalità sia nelle nuove costruzioni che negli interventi di recupero. Gli additivi si abbinano alla perfezione: dagli additivi Retanol® ai 51 prodotti di ripristino delle superfici, ponti di adesione e trattamenti per massetti. I massetti Retanol® sono il risultato di un intenso lavoro di progettazione e sviluppo volto a migliorare il manufatto massetto in tutti i suoi aspetti. In tal modo si rendono attuabili numerose soluzioni altrimenti non fattibili con i prodotti per massetti tradizionali. I massetti Retanol® permettono di ridurre la copertura dei tubi sino a 20 mm. In pratica, con tubi di 16 mm di diametro, sono realizzabili massetti radianti a partire da 36 mm di spessore totale. Un`altra caratteristica incomparabile dell’accelerante di punta Retanol® EKA, è la possibilità di scegliere, in base al dosaggio di un unico prodotto, fra differenti tempi di maturazione (5, 7, 14 o 21 giorni), conferendo al massetto, oltre a una elevata resistenza meccanica, apprezzabili tempi di lavorabilità. Caratterizzati da resistenze iniziali elevate, i massetti formulati con Retanol® EKA operano pressoché indipendentemente dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, sono calpestabili dopo un giorno e pronti per sostenere carichi dopo tre giorni. Campi di applicazione privilegiati di Retanol® EKA sono la realizzazione di massetti per interni ed esterni, a struttura composita, a maturazione rapida, massetti galleggianti, radianti e a bassi spessori, senza la necessità di reti d’armatura o fibre. Retanol® Xtreme è invece la soluzione pensata per ottenere elevate prestazioni soprattutto nelle applicazioni in campo industriale, e ogni qual volta occorra ottenere rapidamente elevate resistenze finali. I massetti Retanol® Xtreme a uso industriale, possono sostenere carichi fino a 80 N/mm² e sono particolarmente resistenti all’abrasione. Sono quindi perfetti per sopportare i carichi più pesanti. Inoltre il massetto Retanol® è calpestabile già dopo poche ore ed è subito pronto per il carico. Caratteristiche di lavorazione ottimali, facilità di posa, maturazione e resistenze caratteristiche (oltre F8) ottenibili in tempi certi, sono invece i principali plus tecnologici di Retanol® Xthinn, che rappresenta una soluzione particolarmente efficace nelle applicazioni a basso spessore. Sempre nel segmento degli additivi per massetti, altro prodotto di punta è Retanol® Nippon SZ, particolarmente adatto per la realizzazione di sottofondi alleggeriti termoisolanti e fonoassorbenti a base di cemento e polistirolo con spiccata lavorabilità ed elevate prestazioni di posa. Caratterizzato da elevate resistenze iniziali, il prodotto è in grado di migliorare la coesione tra cemento e polistirolo creando superfici stabili e resistenti ai carichi, maturato dopo sole 48 ore con spessori del sottofondo fino a 200 mm. A supportare le elevate caratteristiche prestazionali e applicative degli additivi Retanol®, è una gamma completa di servizi di supporto: consulenze tecniche individuali, supervisioni in cantiere come da progetto, test di laboratorio su campioni di materiale per verificarne le proprietà, ai corsi di formazione. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 52 il punto sui massetti dall’Azienda associata Nuovo in Italia: L’impianto Bremat “Serie – S” per massetti autolivellanti Le attrezzature Bremat sono da qualche tempo famose, presso quasi tutti i produttori di massetto, grazie agli impianti “Serie F” per la produzione di massetti tradizionali sabbia/cemento con impasto semiasciutto. Non tutti sanno però che Bremat ha in catalogo anche macchine per la produzione “in proprio” di massetti autolivellanti ad impasto liquido. La questione su quale sia meglio, tra un massetto tradizionale o uno autolivellante, è da tempo oggetto di discussione con opposti pareri e con notevoli variazioni sul tema da zona a zona. Indubbiamente ogni sistema ha i suoi vantaggi, ma a nostro parere un sistema non elimina l’altro. Da tempo ormai le aziende che posano i massetti si sono trasformate, da ditte puramente artigianali, in vere e proprie industrie con capitali investiti che a volte superano quelli necessari per produrre calcestruzzo: basti pensare che vi sono aziende, anche italiane, che possiedono più di dieci impianti Bremat. Diventa quindi quasi obbligatorio per queste aziende diversificare l’offerta. Il principale vantaggio del massetto autolivellante è la capacità produttiva, ossia una squadra di tre persone può posare senza problemi 500 m² di massetto, a differenza tradizionale, dove non si riesce a fare più di 200 m² con la medesima squadra. Oggi un “massettista” tradizionale può approvvigionarsi di massetto autolivellante dalle industrie del premiscelato, anche se vi è ancora una piccola percentuale di autolivellante fornito tramite autobetoniere solo a livello locale. Il premiscelato in silo ha il vantaggio che può essere “adoperato” a “chiamata” e non ha bisogno di grossi investimenti in attrezzatura da parte del massettista. Le principali industrie del settore offrono poi anche una serie di servizi aggiuntivi all’impresa e garantiscono un elevato standard di qualità. Ovviamente il rovescio della medaglia di tutti questi servizi è l’elevato costo del materiale, del posizionamento del silo e la mancanza di flessibilità nella formulazione delle ricette. Con le macchine “Serie S” della Bremat, per la produzione di mas- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 setti autolivellanti, si apre un nuovo modo di produrre. Il concetto di base è simile a quello già utilizzato per gli impianti per massetto tradizionale: abbiamo una vera e propria centrale di produzione mobile, dove le materie prime, inerte e legante, vengono dosate e mescolate al momento. Gli impianti sono dotati di tutti i sistemi elettronici e meccanici per il controllo del dosaggio e la mescolazione dei componenti in maniera sempre costante e precisa. Grazie alla doppia vasca di mescolazione si ha un pompaggio costante del materiale. Vi è la possibilità di variare “on line” le ricette e vi sono tutti i dispositivi nel caso si voglia additivare i massetti. Si possono fare anche due cantieri diversi nello stesso giorno e grazie al sistema satellitare la macchina può essere controllata a distanza ivi inclusi i parametri di produzione. Le obiezioni all’utilizzo di questo sistema possono essere il costo elevato dell’impianto e la garanzia di produrre un massetto di qualità. Per quanto riguardo il costo dell’impianto non vi è dubbio che si tratta di una spesa importante, 53 ma come per tutti gli investimenti bisogna poi analizzare il ritorno economico. Ovviamente per avere un ritorno adeguato bisogna che il “macchinario” sia sfruttato al massimo e quindi deve essere preso in considerazione solo da quelle aziende che posano quasi ogni giorno massetti autolivellanti. Il vantaggio principale, e che da solo giustifica l’investimento, è che da subito si ha un risparmio sull’acquisto delle materie prime che varia dal 20 al 40 %. Moltiplicate per un anno di lavoro e i conti sono fatti. Logicamente il tutto dipende dai volumi di produzione, ma è evidente che l’ammortamento del macchinario incide poco: da un 20% ad un 40% sul risparmio!! Difficilmente si trovano investimenti più redditizi. Un altro vantaggio immediato è che da subito non si hanno più i costi di posizionamento dei silos. Chi ha esperienza in questo settore può velocemente quantificare il risparmio. Il discorso sulla qualità del materiale prodotto richiede invece delle considerazioni più ampie. Sebbene l’acquisto della macchina in qualche modo può essere fatto da molte aziende, e con i notevoli vantaggi economici che abbiamo sinteticamente prima esposto, l’azienda che decide di intraprendere questa nuova strada deve mettere in conto un “investimento” sulla ricerca e sviluppo. L’impianto Bremat Serie S, seppur innovativo, resta comunque una macchina e come tale non fa altro che dosare e mescolare i prodotti che gli vengono caricati. La qualità del prodotto finale dipende quindi dalla qualità delle materie prime. La macchina agevola la produzione ma la “ricetta” deve essere sviluppata dagli uomini. Un’azienda che sottovaluta quest’aspetto è certamente destinata ad avere problemi e contestazioni. Ovviamente non è necessario avere laboratori e tecnici al livello dei produttori di premiscelato, considerando comunque che questi producono miscele anche per intonaci e malte più o meno performanti oltre che additivi vari, ma sicuramente e necessario avere delle persone dedicate alle prove, con cognizione di causa e con il supporto di laboratori esterni. Secondo noi l’unica strada per il successo. L’esperienza della Triveneta Pose Srl di Padova La Triveneta Pose S.r.l. di Veggiano (PD) ha nel proprio parco mezzi, oltre a vari impianti per la produzione del massetto tradizionale e cementi cellulari, anche una macchina Bremat Sere S per il massetto autolivellante. L’azienda ha scelto di produrre massetto autolivellante a base anidritica, in alternativa a quello cementizio, ritenendolo più adeguato per le proprie esigenze tecniche e commerciali. Il massetto a base anidritica permette di eliminare i giunti su superfici regolari di grandi dimensioni. Ha caratteristiche meccaniche migliori rispetto al massetto tradizionale. Ha una capacità termica elevata che lo rende ideale in presenza di riscaldamenti a pavimento. E’ più stabile del massetto cementizio e crepe e ritiri sono ridotti al minimo. Ha un’elevata planarità, molto utile nel caso si posino piastrelle di grandi dimensioni. Non richiede armatura. Prima di proporre sul mercato il proprio massetto autolivellante, Triveneta Pose ha investito molto tempo e denaro (e continua a farlo) in prove, esami di laboratorio, certificazione dei materiali e delle procedure di produzione. Del personale specializzato è dedicato a seguire questo ramo aziendale: dall’acquisto delle materie prime, alla stesura in cantiere al controllo del prodotto finito. Questo investimento in macchine, personale e ricerca, ovviamente non poteva che produrre risultati positivi. Nonostante il momento del mercato non sia dei migliori, l’innovazione tecnologica e l’utilizzo delle attrezzature Bremat hanno reso la Triveneta Pose leader nel proprio mercato e punto di riferimento per la committenza. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 54 il punto Gian Luigi Pirovano Membro Consiglio Direttivo CONPAVIPER L’ingegneria Forense Specializzandi del MIF 3 (da sinistra: Raffaele Quindici, Fulvio Parisi (segreteria Master), Gian Luigi Pirovano, Gianluca Di Lorenzo, Fabio Menditto, Gesualdo D›Alterio, Stefano Brun, Giorgio Saggiomo, Roca Compare, Carlo Alberto Ferraro, prof. Nicola Augenti (coordinatore Master), Simone Capasso, Piera Di Capua, Gerardo Ferraioli, Maria Pia Cibelli, Luigi Del Monaco, Pinamonte Ciancio, Entico Rossetti, prof. Rosario Romano (docente Master), Gennaro Costabile. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 55 Nell’anno accademico 2010-2011 ho avuto la fortuna (qualcuno dice la pazzia…, essendo io residente e lavorando a Bergamo) di frequentare il terzo Master Universitario di II livello di specializzazione in Ingegneria Forense presso l’Università Federico II di Napoli. Devo dire che è stata un’esperienza unica, molto, molto faticosa, senza sconti e senza regali, con risultati di profitto guadagnati sul campo. Sono rimasto impegnato per un anno e mezzo occupando, per questa esperienza, più di un terzo della mia vita lavorativa e privata. Ma questo il prof. Augenti, coordinatore del Master lo aveva ben chiarito a tutti i candidati, nel pri- mo colloquio per l’ammissione. “Un ingegnere privo di cultura giuridica è solamente un semplice tecnico”, disse una volta uno stimato professionista. E se questo assunto vale nell’ordinario esercizio della professione, tanto più è vero quando l’ingegnere è chiamato a svolgere le funzioni di ausiliario del giudice. Rispetto a un semplice tecnico, pur professionalmente molto capace, l’ingegnere forense è in possesso non solo di grande professionalità, ma anche di conoscenze interdisciplinari e di capacità critica e investigativa; un patrimonio completo di estrema utilità per l’Autorità giudiziaria. L’ingegneria forense esamina dunque le questioni tecniche in rapporto alla giurisprudenza portando a convergenza il pensiero dei tecnici e dei giuristi, applica in sostanza i principi e i metodi specifici dell’Ingegneria alla soluzione dei problemi tecnici in ambito giudiziario fornendo all’Autorità Giudiziaria pareri tecnici mediante la perizia (ambito penale) e la consulenza tecnica (civile). L’ingegnere forense è dunque un esperto cui l’Autorità giudiziaria, priva di conoscenze tecniche, deve far ricorso per una corretta applicazione della legge. L’Ingegnere Forense, pertanto, può essere chiamato dall’ ’Autorità Giudiziaria o dalle parti di un processo per condurre indagini su un oggetto di contenzioso, ma può anche essere incaricato da un privato o da un ente pubblico di individuare cause e rimedi di problemi tecnici imprevisti. L’Ingegneria Forense ha radici antiche. L’interesse dei Legislatori è nato già con il Codice babilonese di Hammurabi, (22 secoli a.C.) ove vigeva il criterio per cui il responsabile di un crollo doveva risponderne al committente con obbligazione paritaria. Successivamente, il Codice Napoleonico, dal quale sono derivati tutti i codici italiani, fino al nostro attuale ordinamento giuridico, dove le responsabilità professionali e le procedure sono disciplinate dal Codice Civile, Penale, dal Codice di Procedura Civile e da quello di Procedura Penale (disposizio- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 56 ni legislative che vengono quasi sempre ignorate per mancanza di cultura in materia da parte dei tecnici). La materia ha avuto invece un grande sviluppo negli USA da alcuni decenni Nel 2003 sono state pubblicate le Guidelines for Forensic Engineering Practice del TCFE, contenenti utili indicazioni per l’esercizio dell’Ingegneria Forense. Per quanto riguarda l’Italia e la stessa Europa, la cultura dell’Ingegneria Forense è ancora agli inizi grazie ad alcune figure ben note di studiosi come il prof. Luigi Stabilini e il prof Sandro Dei Poli, fino ad avere avuto in questi ultimi anni un vero e proprio riconoscimento grazie soprattutto al prof. Nicola Augenti, dell’Università Federico II di Napoli, non più solo “l’uomo dei crolli”, ma il padre dell’Ingegneria Forense italiana come vera e propria disciplina. Gli obiettivi dell’Ingegneria Forense non sono solo la corretta conduzione delle indagini per individuare le cause di danno e le responsabilità conseguenti, ma imparare anche da dissesti e da crolli per evitare il ripetersi di errori e di disastri. In questo nuovo settore dell’ingegneria sono state intraprese in Italia varie attività , tra le quali importanti convegni su CRolli e Affidabilita’ delle Strutture Civili (CRASC) con la prima edizione tenutasi a Venezia nel dicembre 2001, ed altre nel corso di questi anni, fino alla prossima, IF CRASC ‘12, programmata a Pisa dal 15 al 17 novembre 2012. Il ruolo dell’Ingegnere Forense nei procedimenti giudiziari L’attività dell’Ingegnere Forense non può in alcuna maniera prescindere dalla conoscenza del modo in cui si articolano i procedimenti giudiziari. Ancor prima di imparare a esercitare le funzioni tecniche, infatti, il professionista dovrebbe avere contezza del contesto nel quale vanno inquadrate le sue attività.. Solamente dopo aver acquisito tali conoscenze, infatti, è possibile esercitare le funzioni di Consulente Tecnico o di Perito dell’Autorità Giudiziaria o quelle di Consulente di Parte, avendo piena cognizione Pavimenti e Superfici Continue - N°17 del ruolo da svolgere e del contesto entro il quale esercitarlo. I requisiti propri del Consulente Tecnico-giudiziario sono professionali, morali, di equilibrio, in mancanza dei quali sarebbe sconsigliabile l’ intraprendere tale professione, ma è opportuno evidenziare alcuni aspetti essenziali che caratterizzano le attività e le funzioni dell’Ingegnere Forense nei procedimenti giudiziari, ancor più determinanti in tutti i casi dove possa essere messa in pericolo l’incolumità delle persone, come nel caso di crolli o grandi dissesti, inquinamento, alimenti e farmaci, sicurezza sul lavoro, esposizioni a sostanze nocive, ecc. Tuttavia i Consulenti del Magistrato, nonostante i loro rapporti sono nella realtà pratica regolati 57 da un solido rapporto di fiducia, vengono incaricati “a rotazione”, e pertanto le nomine vengano effettuate nella maggior parte dei casi prescindendo dalla reale specializzazione del Consulente. Ciò è frutto anche del fatto che le domande d’ iscrizione all’albo speciale non subiscono nella realtà pratica alcun esame o selezione. Sotto quest’ aspetto appare oramai indispensabile l’istituzione di un albo nazionale dei periti e dei consulenti (costituito da professionisti altamente specializzati nei rispettivi settori dì competenza e rigorosamente selezionati) la cui consultazione sia disponibile “in rete” per i magistrati civili e penali di tutte le sedi giudiziarie italiane e all’interno delle quali si dovrebbero riportare anche tutti gli incarichi ricevuti nel tempo, unitamente al loro esito e le sotto specializzazioni di settore, ad esempio : Qualifica: Ingegnere (Civile, Industriale, Forense, ecc.); Settore: Edilizia; Competenze specifiche: (ad esempio) indagini diagnostiche, strutture, patologie di degrado dei materiali, dissesti e crolli, Estimo, ecc. (indicandone magari due o tre) Il Master universitario in Ingegneria Forense Le lacune dei professionisti nel campo delle conoscenze tecnico-giuridiche hanno fatto si che l’attività di Consulente Tecnico di Ufficio o di Parte fosse quasi sempre affidata all’esperienza, all’intuizione o, addirittura, all’improvvisazione. La mancanza di insegnamenti universitari specifici aveva così prodotto danni incalcolabili con fatali ricadute sull’amministrazione della Giustizia poiché, mancando professionisti altamente qualificati, i cittadini non potevano avere certezza del riconoscimento dei loro diritti né i Magistrati sicurezza delle proprie indagini o delle sentenze emesse. Per tale specifico motivo è stato istituito presso l’Università Federico II° di Napoli il Master di secondo livello in Ingegneria Forense, diretto dal prof. Nicola Augenti, con l’obbiettivo di collocare sotto l’unico mantello di Ingegneria Forense non solo le discipline dell’ingegneria strutturale (da sempre tradizionalmente presenti in Università), ma anche altri settori dell’ingegneria civile e quelli dell’ingegneria industriale, con pari dignità. L’aspetto particolarmente innovativo del Master è stato però rappresentato dall’esigenza, fortemente sentita dai promotori, di fornire una forte connotazione giuridica chiedendo ai docenti della Facoltà di Giurisprudenza di “formare” questi futuri “nuovi” ingegneri, impartendo loro i fondamenti necessari all’esercizio di un’attività che interagisce quotidianamente con il mondo del Diritto. Ovviamente, accanto all’informazione giuridica e tecnica trova collocazione an- che la formazione morale ed etica dei futuri ingegneri forensi. Il rigore, l’equilibrio, l’imparzialità di giudizio e un comportamento eticamente corretto costituiscono, infatti, requisiti essenziali, mancando i quali le conoscenze tecnico-giuridiche risulterebbero superflue. Le lezioni vengono impartite da professori universitari appartenenti alle facoltà di Ingegneria e di Giurisprudenza, mentre seminari su temi specifici vengono tenuti da magistrati e da personalità di rilievo del mondo professionale. Il Master ha una durata annuale prevede complessivamente 1500 ore ed è richiesta la frequenza obbligatoria, ben 17 “regolari” esami universitari di profitto e, a conclusione, viene elaborata una tesi di specializzazione. Specializzazione Universitaria in Ingegneria Forense di altissimo livello, da non confondersi con facili corsi di 20-40 ore nell’ampia offerta attualmente presente nel mondo professionale o con la nascita di nuove “Associazioni” dal nome intrigante, ma con scarse competenze specifiche dei propri iscritti in materia forense. Gli insegnamenti sono così suddivisi: Insegnamenti giuridici di base Diritto civile; Diritto penale; Diritto amministrativo; Diritto processuale; Diritto assicurativo e commerciale. Insegnamenti tecnici dì base Consulenza tecnica giudiziaria; Pavimenti e Superfici Continue - N°17 8 58 Dissesti e crolli; Ingegneria della sicurezza; Incendi ed esplosioni; Impiantistica industriale forense; Estimo forense. Insegnamenti d’indirizzo civile Prove e monitoraggio strutturale; Ingegneria geotecnica forense; Impianti tecnici per l’edilizia; Gestione dei lavori; Tecniche di rilievo e rappresentazione; Ingegneria ambientale forense. Insegnamenti d’indirizzo in dustriale Ingegneria Forense meccanica, Ingegneria Forense chimica, Ingegneria Forense elettrica. Iniziato il primo corso nell’anno accademico 2008-2009 attualmente è già stato completato il terzo Master (MIF3) ed è in corso di svolgimento il quarto anno. L’Associazione Italiana di Ingegneria Forense AIF Il master universitario permette oggigiorno di creare figure professionali d’ingegneri dotati di elevata specializzazione e di riconoscimento ufficiale con valore legale Era indispensabile tuttavia anche far nascere un’associazione pro- fessionale che potesse riunire tutti i tecnici la cui attività viene esercitata in tale settore. In data 16 novembre 2009 è stata costituita a Napoli l’AIF - Associazione italiana di ingegneria Forense che ha visto come soci fondatori grandi esperti in materia, i professori Nicola Augenti, Antonio Borri, Gian Michele Calvi, Bernardino M. Chiaia, Edoardo Cosenza, Enrico De Rosa; Lorenzo Jurina, Bruno Macchiaroli, Gaetano Manfredi, Gennaro Russo, Enzo Siviero e Fabio Locascio. Gli scopi statutari dell’AIF sono: - riunire gli ingegneri che esercitano la loro attività nell’ambito del contenzioso giudiziario e in generale della consulenza tecnico-legale; - promuovere, incoraggiare e diffondere in Italia la cultura dell’Ingegneria Forense, anche mediante pubblicazioni ( Rivista italiana di Ingegneria Forense), oltre che documenti specifici; - approfondire temi di ricerca, formazione con corsi di istruzione, seminari e conferenze; - promuovere contatti e inizia- Gianni Bebi Calcestruzzo in Pratica Calcestruzzo in Pratica è un manuale ricco di immagini e informazioni con note pratiche di tecnologia e indicazioni teoriche e sperimentali per chi si occupa di calcestruzzo - tive con l’Autorità Giudiziaria e con gli Ordini professionali, con le Assicurazione e gli organi di protezione civile; sviluppare la creazione di linee guida per l’esercizio delle attività di consulenza tecnicagiudiziaria, collaborando con le competenti autorità alla stesura di norme e regolamenti che disciplinino l’esercizio professionale riguardanti specificamente l’Ingegneria Forense. Dott. Ing. Gian Luigi Pirovano Specialista in Ingegneria Forense Civile Socio A.I.F. n° 089 (Associazione Italiana di Ingegneria Forense) Bibliografia N.Augenti; B.M.Chiaia “Ingegneria forense”, 2011, Dario Flaccovio Editore N.Augenti; G.L. Pirovano: “Errori nell’esecuzione delle analisi e delle prove effettuate in procedimenti di Consulenza Tecnica”, Tesi di specializzazione Master in Ingegneria Forense, MIF 3. Università Federico II, Napoli, Anno accademico 2010-2011. . Autore Editore Pagine Formato Prezzo Gianni Bebi IMREADY SRL 192 a colori 17x24 cm € 30,00 www.imready.it - Tel. 0549 941003 Pavimenti e Superfici Continue - N°17 9 un nuovo progetto che nasce dalla volontà di rispondere alle esigenze degli ingegneri Abbiamo pensato a un Sistema Integrato di informazione per gli ingegneri che comunichi con tutti gli strumenti che le moderne tecnologie mettono a disposizione. Strada Cardio, 4 - 47891 Galazzano - Repubblica di San Marino tel. 0549 941003 - fax 0549 909096 [email protected] - www.imready.it www.ingenio-web.it 60 rubrica SAIE: Un manifesto per ricostruire l’Italia: Il Salone Internazionale dell’edilizia dal 18 al 21 ottobre diventa un forum sul sisma a cui aderisce l’intero mondo delle Costruzioni. Duccio Campagnoli, presidente BolognaFiere: «Niente dovrà essere come prima, l’intero settore deve saper cogliere la sfida senza falsi proclami». Vasco Errani, Presidente Emilia Romagna «Questa è un’idea felice serve un cambio di cultura per la ricostruzione, ci aspetta un lavoro lungo e difficile». BolognaFiere ha deciso di dedicare tutto il programma di Saie 2012 alla realizzazione di un grande Forum nei giorni di manifestazione, per aprire una discussione sui grandi temi della Ricostruzione che, a partire dall’emergenza sismica, riguardi la ristrutturazione del patrimonio edilizio italiano esistente e le nuove modalità di costruire. Il Forum è stato convocato attraverso un manifesto promosso da BolognaFiere assieme alla Regione Emilia Romagna e alla rete regio- nale di ricerca costituita con Aster, dalle università della Regione per il settore delle costruzioni e dal Comune dell’Aquila e dalla Regione Abruzzo. All’appello di BolognaFiere hanno subito aderito tutti i protagonisti nazionali dell’edilizia: Ance, Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, i Consigli Nazionali degli Ingegneri degli Architetti e dei Geometri, la Rete Laboratori universitari di Ingegneria Sismica (Consorzio ReLuis), la Piattaforma tecnologica Italiana delle Costruzioni promossa dal Ministero della Ricerca, l’Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni del Cnr, l’Enea il Polo d’Innovazione dell’Edilizia Sostenibile della Regione Abruzzo, la Fondazione ClimAbita, tutte le associazioni produttive nazionali oltre che regionali e Bolognesi del settore delle costruzioni (Legacoop, Confcooperative, Confartigianato). Un manifesto dal titolo “Ricostru- Pavimenti e Superfici Continue - N°17 iamo l’Italia” che lancia un appello impegnativo e importante di tutti i sottoscrittori: «Il terremoto recente in Emilia Romagna e quello dell’Aquila nel 2009 – dichiara 61 il Manifesto – e le numerose calamità naturali che hanno colpito nel tempo altri territori italiani, rendono indispensabile una svolta radicale nella cultura nella progettualità e nelle politiche per il settore dell’edilizia, e impongono una riflessione rigorosa sulla gestione delle fasi della ricostruzione per trasformare l’emergenza nella capacità di proporre nuovi modelli e processi innovativi della filiera delle costruzioni». Il manifesto quindi indica come temi del forum di ottobre che saranno organizzati in due grandi sessioni, una dedicata alle linee di progettazione e alle tecnologie, l’altra alle normative e alle certificazioni, le nuove modalità del progettare riferite sia agli edifici produttivi che a quelli abitativi e pubblici; il recupero, il restauro e la riqualificazione dei centri storici e del patrimonio architettonico; le regole di una nuova certificazione ambientale, energetica e per la sicurezza sismica. Al Saie accanto al Forum saranno organizzate mostre dedicate alle nuove tecnologie per la sicurezza sismica e la ricostruzione e cicli d’informazione, formazione e dimostrazione delle nuove tecniche di costruire per gli operatori, a cura di tutti gli enti di ricerca e le realtà promotrici del forum. Una mostra speciale dedicata al Made in Italy nella progettazione architettonica. Accanto al Forum per Saie 2012 si terrà la prima edizione di Green Habitat iniziativa promossa e coordinata per Saie da Norbert Lantschner, anch’essa dedicato ai temi non solo dell’efficienza energetica e della qualità ma anche alle tematiche del costruire in sicurezza. «La prossima edizione di Saie – spiega Duccio Campagnoli, presidente di Bolognafiere che la organizza – segna il passaggio da semplice fiera dell’edilizia a forum per la messa in pratica delle migliori esperienze del Costruire per diffondere in Italia una cultura per la Ricostruzione che non sia solo emergenza, ma programmazione coerente degli edifici in cui andremo a vivere e ad abitare dopo la fine dell’emergenza. Bolognafiere aveva già pensato ad una nuova edizione di Saie intitolata “Ricostruiamo l’Italia”, per la convinzione che l’edilizia ha bisogno non più solo di esporsi, ma innanzitutto di ripensarsi e rinnovarsi. Ora dopo i drammatici eventi in Emilia Romagna, come all’Aquila e in altre parti d’Italia, niente dovrà essere come prima nella progettazione, una sfida che il settore delle Costruzioni deve saper cogliere davvero e con un impegno reale, e non con momenti occasionali e di facciata». «Per questo abbiamo voluto che dal Saie 2012 partisse l’appello per modificare radicalmente il modo di costruire – conclude il presidente Campagnoli – e siamo contenti che a questo appello abbiano aderito tutti i protagonisti del settore delle Costruzioni italiane che saranno a Bologna per un impegno concreto che non si esaurisca con il Forum, ma avvii un percorso di innovazione del costruire italiano». «Sicurezza, sostenibilità, sviluppo, salute quest’anno fanno rima con SAIE. Questo grazie al Forum “Ricostruiamo l’Italia” e alla felice idea di dedicare l’edizione 2012 del Salone al dopo-terremoto e alla necessaria svolta culturale e politica che s’impone in termini di qualità dei processi costruttivi». Con queste parole il presidente Vasco Errani ha espresso il sostegno della Regione Emilia Romagna alla realizzazione del Forum di ottobre «Il Salone internazionale dell’edilizia si propone in questo modo di assolvere ad un ruolo innovativo e di stimolo verso l’insieme di interlocutori privati e pubblici impegnati in questo ambito e questa è una scelta qualificante per Bologna fiere, che la Regione Emilia-Romagna ha apprezzato e alla quale ha concorso fin dal primo momento. Lo abbiamo fatto perché crediamo nella possibilità che il nostro Paese si doti di nuove politiche industriali, creando nuovo sviluppo e nuovo lavoro. E perché siamo consapevoli che nei nostri territori colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio, ci attende un lavoro impegnativo e di lungo respiro: vogliamo affrontarlo con un ampio concorso di forze e di idee per farne una esperienza di democrazia, di partecipazione e di nuova qualità sociale, per noi e per l’Italia» conclude il Presidente Errani. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 62 rubrica Accompagnare le aziende sui mercati esteri, promuovendo e sviluppando la cultura del comparto lapideo legata ad architettura e design: questa la mission di Marmomacc 2012 Cresce del 7,4 per cento in valore l’export di pietre naturali (lapidei grezzi, semilavorati e finiti), rispetto al primo semestre 2011, raggiungendo quota 835,4 milioni di euro; flettono leggermente (-1,9%) le vendite all’estero di macchinari e tecnologie per un controvalore di 465,8 milioni di euro, con una previsione di recupero entro la fine dell’anno. L’Italia si conferma ancora leader nella lavorazione e commercializzazione dei prodotti lapidei e nel comparto dei macchinari e tecnologie, con un export totale che nel primo semestre 2012 sfiora gli 1,3 miliardi di euro. È questo lo scenario di mercato delineato dall’Osservatorio Marmomacc su base Istat e Confindustria Marmomacchine in occasione della 47^ edizione di Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale dedicata a marmi, graniti, pietre, macchine e tecnologie di lavorazione, architettura, design e formazione, in programma a Veronafiere dal 26 al 29 settembre (www.marmomacc.it). Marmomacc porta a Verona oltre 1.400 espositori, dei quali più di 800 esteri da 57 paesi, con nuove partecipazioni da Albania, Argentina, Armenia, Hong Kong e Indonesia e sono attesi visitatori da oltre Pavimenti e Superfici Continue - N°17 130 nazioni. «Una fiera - commenta il presidente di Veronafiere Ettore Riello - sempre più a servizio del business delle imprese, come testimonia, quest’anno, il boom di delegazioni straniere organizzate, +23 per cento, per un totale di 42 nazioni con una propria missione commerciale a Marmomacc. Anche sul fronte dell’internazionalizzazione dell’industria del settore, Veronafiere con Marmomacc, dopo USA, Arabia Saudita e Qatar, presenta nuovi accordi per iniziative mirate in Egitto, Marocco e nell’area BRIC». Una scelta internazionale, confor- 63 tata dai riscontri sull’andamento dei mercati globali: per quanto riguarda l’export italiano di materiali lapidei, il primo semestre dell’anno vede protagonisti gli Stati Uniti, con importazioni cresciute del 23 per cento (da 101 a 124,7 milioni di euro). In Europa, buon risultato verso la Germania (+8,6%) con l’export salito da 72,3 a 78,5 milioni di euro. Ad est, si distingue la Russia (+3,8%), mentre i paesi del Nord Africa, nonostante l’instabilità sociale e politica, totalizzano esportazioni per un controvalore di 29,5 milioni di euro (+7,2%). Soddisfazioni anche in Medio Oriente, verso cui l’export di mar- mi e graniti italiani è aumentato del 26,2 per cento, con un picco del 55,6 per cento in Arabia Saudita (53,6 milioni di euro contro 29,8 milioni di euro nel 2011). Per quanto riguarda l’Asia, in aumento le esportazioni di prodotto finito anche in Cina (+37,4%). Tra i principali mercati di sbocco per macchinari e tecnologie made in Italy, nel primo semestre 2012 è il Brasile a segnare la performance migliore con 42 milioni di euro (+56,4%), contro i 26,9 milioni di euro del 2011. Aumentano anche le esportazioni verso la Russia (+83,5%), da 16,5 a 30,2 milioni di euro, così come quelle verso l’Arabia Saudita (+16,9%), passate da 26,4 a 30,8 milioni di euro. Bene anche le esportazioni dirette negli Stati Uniti che raggiungono i 26,5 milioni di euro (+57,6%), contro i 16,8 milioni di euro del 2011. Nel Nord Africa, quasi raddoppiate le esportazioni verso il Marocco (+94%), per un controvalore di 7,3 milioni di euro. «E ai dati elaborati dall’Osservatorio - spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -, da quest’anno si affiancano anche quelli di Marmomacc Outlook, il nuovo strumento di ricerca dedicato agli operatori del marmo, lanciato tra le novità di questa edizione della manifestazione: un report in dieci lingue, con un bacino di oltre 50.000 utenti, aggiornato ogni tre mesi per fare il punto sulle evoluzioni del mercato». Dalla ricerca emerge come gli indici di commercio estero indichino un settore decisamente globalizzato, con la maggioranza delle aziende che fattura più del 40 per cento al di fuori dai propri confini. I trend futuri mostrano poi come il mercato su cui la maggior parte degli intervistati vede una crescita importante sia la Russia, seguita da Cina, Brasile, India, Stati Uniti ed Italia, ma mergono anche nuovi player come Arabia Saudita ed Iran. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 64 attualità L’INAIL procede con le denunce online Dal 28 settembre denunce e comunicazioni all’INAIL esclusivamente online Dal 28 settembre 2012, le imprese dovranno utilizzare esclusivamente i canali Web (seguendo il percorso “Punto cliente – Denunce” del portale Internet dell’Istituto) per presentare le denunce di: • inizio e cessazione attività; • nuovo lavoro a carattere temporaneo; • retribuzione per contratti di somministrazione; • tabella d’armamento settore navigazione; • retribuzione per l’erogazione di tutte le prestazioni del settore navigazione; • prima iscrizione per il settore navigazione; • riassicurazione in corso d’anno per il settore navigazione. I nuovi servizi di comunicazione e denuncia per i datori di lavoro – come previsto dalla nuova Circolare 43/2012 – si sommano agli altri adempimenti esclusivamente online: “dichiarazione motivata della riduzione delle retribuzioni presunte”; “denuncia delle retribuzioni” e servizi annessi ; “elenchi trimestrali dei soci lavoratori di cooperative di facchinaggio”. I canali Web a disposizione degli utenti sono i seguenti: • Il servizio “Inail risponde” per richiedere informazioni o chiarimenti sull’utilizzo dei servizi online e approfondimenti normativi e procedurali; • Il servizio “Chat”, un sistema di messaggistica istantanea, per ricevere in modalità interattiva assistenza dagli operatori del Ccm; • Il servizio di “Web collaboration”, al fine di condividere il proprio desktop con gli operatori del Ccm per una più efficace assistenza nell’utilizzo dei servizi on line. La “denuncia d’iscrizione/esercizio per inizio attività con polizza dipendenti e/o artigiani (apertura codice ditta)” va effettuata dagli intermediari autorizzati (legge n. 12/1979) nei casi in cui non è obbligatoria la comunicazione unica al registro delle imprese. Va utilizzato l’apposito servizio “Iscrizione ditta” e le credenziali di accesso ai servizi telematici riguardanti la gestione dei rapporti assicurativi già in proprio possesso. Per la “denuncia di cessazione attività l’adempimento deve essere compiuto utilizzando l’apposito servizio “Cessazione ditta”, dagli utenti in possesso di abilitazione, ossia intermediari e soggetti assicuranti titolari di codice ditta. Per entrambe le procedure, il servizio deve essere utilizzato nei soli casi in cui non è obbligatoria la comunicazione unica al registro delle imprese. In caso di denuncia di nuovo lavoro a carattere temporaneo, l’adempimento deve essere eseguito utilizzando l’apposito servizio “DNL TEMP”, per gli utenti in possesso di abilitazione. Mentre le “denunce retributive contratti di somministrazione” devono essere presentate attraverso il servizio “Somministrazione di lavoro” da parte delle società di somministrazione già in possesso delle credenziali di accesso. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Settore navigazione Le imprese del settore devono presentare tramite il canale telematico la “comunicazione tabella d’armamento”. La “Denuncia retribuzione per l’erogazione di tutte le prestazioni del settore navigazione” non va invece presentata dalle categorie per le quali sono stabilite retribuzioni convenzionali dall’art. 32 del Dpr 1124/65, mentre va presentata per le retribuzioni effettivamente corrisposte al marittimo nei 30 giorni precedenti lo sbarco – appena ricevuta notizia dello sbarco del marittimo per infortunio o per malattia e, comunque, non oltre dieci giorni dalla denuncia dell’evento – e per le prestazioni di maternità. Il percorso da seguire è “Navigazione marittima – Servizi on line – Accesso area dedicata agli utenti del settore navigazione -Denuncia retribuzioni”. La “denuncia di prima iscrizione” deve essere effettuata per inizio attività seguendo il percorso “Navigazione marittima – Servizi on line –Accesso area dedicata agli utenti del settore navigazione - Denuncia prima iscrizione”. La “denuncia di riassicurazione” deve essere compiuta dagli armatori/delegati per riattivare l’assicurazione di navi che hanno cessato l’attività negli esercizi precedenti o per ulteriori periodi in corso d’anno non previsti in autoliquidazione, seguendo il percorso “Navigazione marittima – Servizi on line – Accesso Area dedicata agli utenti del settore navigazione – . Denuncia di riassicurazione”. 65 Quaderno tecnico ALIG “Le prove di caratterizzazione dinamica sui terreni” Dopo il grande successo del primo quaderno tecnico ALIG N° 1 “Materiali da costruzione: manuale per la Direzione Lavori”, che ha raggiunto una tiratura di oltre 10.000 copie, ALIG prosegue nella collana, con la pubblicazione del secondo Quaderno Tecnico di approfondimento delle attività dei laboratori di prova, che ha come tema specifico “Le prove di caratterizzazione dinamica sui terreni”. I contributi tecnici contenuti in questo quaderno sono stati presentati nell’ambito del corso di formazione, organizzato dall’ALIG in collaborazione con il Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena e con il supporto della Controls nell’aprile 2010. L’ALIG deve al Centro di Geotecnologie, che ha messo a disposizione dei partecipanti le aule universitarie e il laboratorio geotecnico, la massima gratitudine per la collaborazione e professionalità dimostrata. Nel corso di formazione teorico e pratico, sono stati approfonditi i principi su cui si basano le differenti tecniche di caratterizzazione dinamica dei terreni naturali in laboratorio, soffermandosi sulla valutazione dei parametri meccanici mediante prove geotecniche “non convenzionali”. Durante il corso, è stato possibile illustrare ed utilizzare apparecchiature di alta tecnologia per l’esecuzione di queste prove di laboratorio, ancora poco diffuse, gentilmente rese disponibili dalla società Controls Spa, socio sostenitore di ALIG, che ha contribuito alla efficace realizzazione dell’evento. Le note di questo quaderno illustrano, partendo da una ricognizione generale sulle prescrizioni tecniche riportate nelle Nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni, le tecniche di laboratorio geotecnico per la caratterizzazione dinamica dei terreni più in uso e la loro applicazione a casi reali nel rispetto delle disposizioni legislative in materia, descrivendone nel dettaglio attrezzature e corretto utilizzo. L’ALIG ritiene che una corretta e responsabile campagna d’indagine geognostica e geotecnica in sito ed in laboratorio debba essere eseguita in conformità a un progetto d’indagine concordato tra il Geologo progettista ed il Progettista generale dell’opera. Tale indagine potrà quindi supportare il geologo nella corretta modellazione geologica del sito, che tenga conto dei rischi connessi all’inserimento dell’opera nel più ampio contesto geologico e quindi definirà puntualmente le caratteristiche geotecniche del più specifico ambito d’intervento, necessarie alla redazione della relazione geotecnica. Tali presupposti sono fondamentali per una progettazione che garantisca la sicurezza dell’opera nel senso più generale del termine. Il “laboratorio geotecnico”, sulla base della propria esperienza “sul campo”, può quindi fornire un utile ausilio per tutti i progettisti che operano nel mondo delle costruzioni e devono indirizzare il proprio programma d’indagine geognostica e geotecnica per definire puntualmente i parametri di caratterizzazione geotecnica delle terre e delle rocce. Il Quaderno tecnico può fornire supporto a quest’attività, presentando metodologie d’indagine innovative, ed illustrandone le caratteristiche tecniche ed applicative. Inoltre, il Quaderno Tecnico vuole essere una guida per i laboratori geotecnici che, nell’ambito della loro attività, nell’esecuzione di queste prove, devono fornire parametri corretti ed adeguati, in quanto indispensabili, per la caratterizzazione dei terreni propedeutica ad una corretta progettazione. Il quaderno è stato arricchito e completato con una nota riguardante le prove in sito di caratterizzazione geotecnica dei terreni sotto azione dinamica che sono state oggetto di un interessante convegno organizzato da ALIG insieme alle Associazioni AGI, ANISIG e ASG nell’ambito della Fiera Geofluid 2010. La nota, presentata nell’ambito del convegno, analizza e fa un raffronto tra le principali metodologie d’indagine sismica finalizzata alla definizione dei parametri dinamici del sottosuolo. Ci auguriamo che questo Quaderno ottenga grande interesse e diffusione, premiando l’impegno di tutti quelli che ci hanno lavorato e serva da indirizzo e guida per i professionisti ed i laboratori che si accingono ad affrontare queste tematiche. . Pavimenti e Superfici Continue - N°17 66 attualità La certificazione riduce il rischio di infortuni La conferma nei dati dell’Inail: con la Bs Ohsas 18001 anche conseguenze meno gravi Pavimentazioni industriali: guida per l’applicazione della Bs Ohsas 18001 ICMQ persegue la sinergia con le aziende del settore costruzioni per lo sviluppo di linee guida finalizzate ad una efficace applicazione dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro. Dopo la pubblicazione della guida applicativa per il settore prefabbricati e di quella per il calcestruzzo preconfezionato, ha sviluppato in collaborazione con l’associazione di categoria Conpaviper una Guida applicativa per la certificazione delle aziende che realizzano pavimentazioni industriali. Si tratta della prima guida che “mette piede” in cantiere (le due precedenti erano riferite ad attività che si svolgono presso impianti fissi) e s’introducono i concetti base del titolo IV del D.Lgs. 81/2008, quello che tratta il tema dei cantieri temporanei o mobili, per quanto analizzati nell’ambito di una attività fortemente specialistica. In questo contesto, oltre alla “classica” analisi dei rischi, contenuta nel Dvr (Documento di valutazione dei rischi), si affianca l’analisi delle criticità specifiche del cantiere, che si concretizza nel Piano operativo di sicurezza (Pos), inquadrato nell’ambito del Piano di sicurezza e coordinamento (Psc) che non deve essere redatto da chi realizza il pavimento industriale, ma dal general contractor. Oltre a temi applicabili a tutti i cantieri, come Pos e Psc, vengono affrontati argomenti specifici come per esempio le macchine comunemente utilizzate da chi realizza pavimentazioni industriali, con le relative modalità di manutenzione ed i contenuti di una istruzione di lavoro sicuro indirizzata a chi le manovra. Non mancano approfondimenti su temi di attualità come lo stress lavoro correlato, argomento che ha alcune criticità legate proprio alle caratteristiche peculiari dell’attività. La guida applicativa è disponibile gratuitamente per chi ne faccia richiesta all’indirizzo e-mail [email protected]. Indice di frequenza (%) Indice di gravità (%) -21 -15 Pesca, Alimenti, Agricoltura Campione di imprese non significativo Campione di imprese non significativo Chimica, Plastica, Carta, Pelli -26 -45 Edilizia -33 -42 Energia, Gas -32 -33 Metallurgia, Macchine -34 -73 Mineraria -6 -18 Vetro -43 -51 Tessile -64 -40 Trasporti, Magazzino -13 -32 Media -27 -35 Settori Servizi Confronto fra l’indice di frequenza e l’indice di gravità Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Lo confermano i dati dell’Inail: lavorare in aziende certificate riduce il rischio di infortuni. La notizia arriva dall’Osservatorio Accredia “Salute e sicurezza sul lavoro”, realizzato in collaborazione con il Censis e con i contributi di Inail e Federchimica. Secondo quanto riportato nel volume, presentato lo scorso 8 giugno a Roma, l’adozione di un sistema di gestione come quello descritto dalla norma Bs Ohsas 18001 per mette di diminuire sensibilmente sia l’indice di frequenza (numero di infortuni/giorni lavorati) che l’indice di gravità (giorni persi per infortunio/giorni lavorati). Questo accade in tutti i tutti i comparti lavorativi, nei quali l’indice di frequenza è sceso 67 del 27%, ma soprattutto in edilizia dove il valore ha sperimentato un calo del 33%. Lo stesso si verifica per l’indice di gravità di gravità ha registrato una flessione media del 35% in tutti i settori e si è quasi dimezzato in edilizia, scendendo del 42%. In sostanza, quando si verifica un infortunio esso determina nelle aziende certificate conseguenze meno gravi, che si traducono in un minor numero di giorni di assenza. Questi dati spiegano perché l’Inail riconosca riduzioni, anche sostanziose, del premio assicurativo alle aziende che applicano un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro” spiega Massimo Cassinari, responsabile certificazione sistemi di gestione di ICMQ, l’istituto di certificazione leader nel settore delle costruzioni. L’adozione di un “sistema 18001” comporta anche un altro vantaggio non trascurabile: in caso d’infortunio grave o gravissimo, l’azienda può evitare le sanzioni da responsabilità amministrativa previste dal D.Lgs. 231/2001. “Si tratta di provvedimenti estremamente pesanti che partono da una sanzione pecuniaria minima di 20.000 € ma possono arrivare anche alla sospensione delle attività o alla revoca delle autorizzazioni. L’attuazione di un sistema di gestione Ohsas 18001, quindi, non comporta solo vantaggi di tipo etico nei confronti dei lavoratori, ma consente risparmi sui premi Inail e una sorta di assicurazione contro la responsabilità amministrativa” prosegue Cassinari. Per ottenere la cer tificazione servono competenze e risorse adeguate nonché un’ottima capacità organizzativa. Lo sviluppo di un sistema di gestione inizia, infatti, con un’auto valutazione dei rischi connessi con la propria attività (peraltro richiesta dalla legislazione vigente) e delle interazioni con l’ambiente circostante. La fase di cer tificazione consiste in una verifica suddivisa in due momenti: la verifica della conformità legislativa e dell’efficacia del sistema di gestione come reale strumento di controllo e di miglioramento. “Se l’organismo di cer tificazione opera sotto il controllo di Accredia (l’ente italiano di accreditamento), la cer tificazione Ohsas 18001 dà diritto ad uno sconto sui contributi Inail senza necessità di ulteriori verifiche: ad esempio, un’azienda del settore prefabbricati con 180 dipendenti può risparmiare 45.000 euro/anno sui contributi Inail” conclude Cassi. nari. Pavimenti e Superfici Continue - N°17 68 attualità Ricerca e sostenibilità: ecco i.land, il cuore verde dell’innovazione In occasione dell’edizione 2012 de “I Maestri del paesaggio” sarà inaugurato il campo agricolo ornamentale del Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Un taglio del nastro molto speciale per il campo agricolo ornamentale i.land, che sarà inaugurato venerdì 31 agosto nell’ambito dell’edizione 2012 de I Maestri del paesaggio – International Meeting of the landscape and Garden, in calendario a Bergamo tra il 30 agosto e il 16 settembre di quest’anno. i.land è il campo agricolo ornamentale che circonda e completa i.lab, il nuovo Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi, progettato dall’architetto americano Richard Meier e inserito nel contesto del parco scientifico-tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo. Sviluppato su uno spazio di 23.000 metri quadrati dedicati alla ricerca e all’innovazione sui materiali per le costruzioni, i.lab risponde ai requisiti più stringenti in materia di risparmio energetico e qualità innovativa della progettazione ed è stato certificato “Platinum” LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il più alto standard di certificazione energetica e ambientale per l’edilizia al mondo. Un luogo di grande architettura, eccellenza tecnologica e responsa- bilità ambientale. i.land nasce dal desiderio di coniugare l’architettura di i.lab con la cultura e la geografia del luogo: l’innovazione con la tradizione autentica della terra bergamasca, che oggi si traduce in sostenibilità, biodiversità e chilometri zero. Proprio della forza della terra e del suo ambiente si è nutrito e arricchito il progetto nella sua ideazione e nel suo divenire. Se i.lab porta sul territorio un grande contributo di innovazione, i.land traduce l’impegno a favore della sostenibilità nella riscoperta di valori antichi, quelli dell’agricoltura tradizionale locale, e della loro possibile coesistenza con una cultura industriale rispettosa della natura e del paesaggio. Il giardino pensile dell’auditorium, all’esterno della sala convegni, rappresenta una scenografia da godere dall’interno e luogo di sosta per dipendenti e ospiti. Il giardino d’ingresso assolve prettamente a una funzione estetica in segno di accoglienza. Per lasciare spazio all’architettura si è voluto inserire un semplice tappeto erboso verde che permette all’edificio di risaltare nella sua interezza. Il giardino a Sud è stato pensato per offrire un luogo accogliente, aula all’aperto, spazio per ricevimenti, eventi teatrali e musicali. Nel giardino Sud sono Pavimenti e Superfici Continue - N°17 collocate delle onde di carpino (essenza tipica della tradizione locale bergamasca) che definiscono un anfiteatro davanti alla scultura “Mutated Panels” ideata da Richard Meier. Il giardino ospita uno stagno costruito con le tecniche della fitodepurazione con ghiaie e piante acquatiche. Per la parte agricola si sono scelte varietà tipiche della terra bergamasca e del Nord Italia. Per la realizzazione del frutteto ci si è avvalsi della collaborazione con Slow Food, che si è occupata della scelta delle varietà e che ne seguirà la gestione. Il raccolto verrà trasformato in conserve e stick di frutta essiccata da distribuire nelle scuole. Per assicurare l’impollinazione dei fruttiferi verranno poste delle arnie dalle quali si potrà anche ricavare miele locale, grazie anche alla presenza di un prato fiorito. Nella superficie a Ovest, si trova la zona agricola a seminativo, con varietà antiche di mais bergamasco. Il seminativo sarà realizzato e gestito dall’Unità di Ricerca Nazionale per la Maiscoltura CRA - MAC localizzata proprio di fronte al terreno. Questa coltivazione risponde a criteri di chilometro zero. i.land, il campo agricolo di i.lab, è nato da un progetto dello Studio GPT – Giardini Paesaggio Territorio. . magazine www.ingenio-web.it 2012 #6 L’ASSICURAZIONE PROFESSIONALE RIVESTIMENTI IN RESINA Soggetti assicurati e terzi Prodotti, sistemi ed applicazioni sistema integrato di informazione per l’ingegnere • professione • mercato • innovazione tecnologica • cultura Editoriale Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, CN/BO #Innovare: un cammino, non un miracolo Andrea Dari Nel secondo trimestre il Pil italiano ha segnato un calo tendenziale del 2,6% e congiunturale dello 0,8%. Nello stesso periodo, in termini congiunturali, il Pil è aumentato dello 0,4% negli Stati Uniti, dello 0,3% in Germania e in Giappone, è rimasto stazionario in Francia. Siamo un Paese in declino? Lo squallido spettacolo che il mondo della politica sta dando in questi mesi ci farebbe pensare di sì, e senza prospettive. Esiste però una parola chiave che può rappresentare la speranza per una svolta: innovare, anzi #innovare. A Rimini il 57° Congresso del CNI ha ribadito il ruolo centrale dell’ingegnere Concretezza, organizzazione e operatività S i è chiuso lo scorso 14 settembre a Rimini, il 57° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri. 1.200 delegati, in rappresentanza di tutti i 106 ordini provinciali, hanno discusso di prevenzione ambientale e sismica, energie rinnovabili e giovani professionisti. Il Congresso, il primo di categoria che si è tenuto dopo l’approvazione della riforma, è stato certamente l’occasione per discutere, elaborare idee, offrire scenari e prospettive di azioni concrete che possono essere da guida anche per gli altri, che vedono negli ingegneri un riferimento importante. a pagina 2 La costruzione in legno e il sisma I Focus RESTAURO Maurizio Piazza l legno è un materiale da costruzione antico, forse uno dei più utilizzati al mondo, ingiustamente trascurato per buona parte del secolo scorso nel nostro Paese. Esso è indubbiamente materiale vantaggioso per la costruzione in zona sismica, tenuto conto della massa volumica ridotta rispetto alla capacità portante: i valori del rapporto resistenza/massa per legno e legno lamellare sono quasi identici a quelli dell’acciaio da carpenteria metallica e leggi il seguito su www.ingenio-web.it Piedino HSH 3 ott_Layout 1 05/10/12 12:04 Pagina 1 Nuovo documento nel sito www.hsh.info Valutazione del danno da creep in tubazioni industriali ad alta energia tramite analisi plastica nel tempo. circa 5 volte superiori a quelli del calcestruzzo armato. D’altra parte, la cultura della costruzione in legno è particolarmente sviluppata proprio in regioni caratterizzate da alto rischio sismico: America del Nord, dove la costruzione di edifici per civile abitazione in legno rappresenta la normalità; Giappone e Cina, dove le costruzioni di legno più antiche (età di oltre 8 secoli) sono costituite da templi di notevole altezza situati in zone altamente sismiche. a pagina 10 Quando si progetta un intervento di consolidamento strutturale occorre tenere in considerazione la somma delle componenti storiche, tecnologiche, materiche e culturali che hanno caratterizzato l’edificio nei suoi vari periodi storici e sociali. Tenere in conto l’unicità dell’oggetto architettonico conduce ad un intervento specifico e mirato, rivolto alla conservazione dell’esistente e capace di operare con modalità di accostamento collaborativo tra le strutture nuove e quelle antiche, così da apportare vantaggi statici a lungo termine oltre che benefici immediati. Gli argomenti trattati dal dossier sono frutto della ricerca e dell’operare di studiosi e professionisti tra i più noti del settore. a pagina 40 Straus7 nessun limite alle applicazioni FEM HSH srl - Tel. 049 663888 - [email protected] - Corsi di istruzione in www.hsh.info Speciale Resine sfogliabile su www.ingenio-web.it 70 da Conpaviper eEll eenncc ooSS oo cc ii IMPRESE AEMME Srl ALL PAV Srl AEMME Srl AIRE PAVIMENTAZIONI Srl ALL PAV Srl ALPI PAV Srl ITAL.PAV.I. Srl IMPRESE ITS Srl IPM ITALIA MEDIPAV SrlSrl ITAL.PAV.I. MOMBRINI Srl Srl AIRE PAVIMENTAZIONI Srl ANCO Srl ALPI PAV Srl ARENCI ANGELO ITS Srl MORTARA & C. Srl MEDIPAV NOVAEDILSrl Srl ANCO ATEF Srl Srl ARENCI ANGELOSrl B.M.B. SYSTEM MOMBRINI Srl P&R Srl Pavimenti e rivestimenti in resina MORTARA & C. Srl PA.S.I. di Marras Rossano & C. SaS ATEF Srl MARIO LUIGI BALDELLI B.M.B. Srl C.M.C.SYSTEM Srl P&R Srl Pavimenti e rivestimenti in resina PAVIBETON Srl PA.S.I. di Srl Marras Rossano & C. SaS PAVIDUR BALDELLI MARIO LUIGI CENTRO SERVIZI INDUSTRIALI SCRL C.M.C. Srl CO.I.PA. Costantino Geom. Piergiorgio Srl PAVIBETON Srl TECHNOLOGY Srl PAVINDUSTRIA PAVIDUR Srl PENTA SERVICE CENTRO SERVIZI INDUSTRIALI SCRL COCCO Srl CO.I.PA. Costantino COMACO ITALIANAGeom. SpA Piergiorgio Srl PAVINDUSTRIA RESINDAST Srl TECHNOLOGY Srl PENTA SERVICE SISTEMPAV Srl COCCO Srl G. DI Tagliabue M. Luisa CONCRETE COMACO ITALIANA SpA COR.IM. Srl RESINDAST SEVENTY Srl Srl SISTEMPAV Srl SO.CO.PAV Srl CONCRETE G. DI Tagliabue M. Luisa DUROCEM ITALIA SpA COR.IM. ECOTEPSrl Srl SO.CO.PAV Srl SO.PAV TECHNOLOGY Srl SO.PAV TECHNOLOGY Srl STEMCO Srl DUROCEM ITALIA SpA EDILPAV Srl Soc. Unipers. ECOTEP Srl Srl EDIL TECNO STEMCO Srl TECNES GROUP BY ELITE Srl TECNES GROUP TECNO.BI.TRE Srl BY ELITE Srl EDILPAV Srl Soc. Srl Unipers. EPOXY SISTEM EDIL TECNO Srl EUROPAV SERVICE Srl TECNO.BI.TRE Srl di Angelo Pari & C. TECNOBETON SaS TECNOBETON SaSdidi AngeloAntonio Pari &&C.C. TECNOLEVEL SaS Zambito EPOXY SISTEM Srl EUROPAV TECHNOLOGY Srl EUROPAV SERVICE Srl F.LLI B-SYSTEM Srl TECNOLEVEL di Zambito Antonio & C. TECNORESINASaS VERNICI TECNORESINA TEKNO EDILE di VERNICI Romeo Giovanni EUROPAV TECHNOLOGY GATE PREFABBRICATI SrlSrl F.LLI B-SYSTEM Srl I.C.E.A. SaS dei F.lli Di Fede TEKNO EDILE di Srl Romeo Giovanni UNIPAV SERVICE UNIPAV SERVICE Srl VENEROM Srl GATE PREFABBRICATI I.C.O.S. di Degano Srl Srl I.C.E.A. SaSDANICO dei F.lli EDILIZIA Di Fede Srl IMPRESA VENEROM VINELLA SrlSrl VINELLA ZIGIOTTOSrl MARCO I.C.O.S. di Degano Srl IPM ITALIA Srl IMPRESA DANICO EDILIZIA Srl ZIGIOTTO MARCO Pavimenti e Superfici Continue - N°17 Pavimenti e Superfici Continue - N°16 API SpA API SpA APSE TECNOLOGIE EDILI Srl APSE TECNOLOGIE EDILI Srl BASF C.C. ITALIA BASF C.C. ITALIA BETONROSSI SpA BETONROSSI SpA CALCESTRUZZI SpA CALCESTRUZZI SpA CALDIC ITALIA Srl CALDIC ITALIA Srl DRACO ITALIANA SpA DRACO ITALIANA SpA ECOBETON ITALY Srl ECOBETON ITALY Srl FARAPLAN SpA FARAPLAN SpA FERRI Srl FERRI Srl FIBROCEV Srl FIBROCEV Srl IDEAL WORK Srl IDEAL WORK Srl IMREADY Srl IMREADY Srl ISOPLAM Srl ISOPLAM Srl ISTRICE by FILI & FORME Srl ISTRICE by FILI & FORME Srl KEMPER SYSTEM ITALIA Srl KEMPER SYSTEM ITALIA Srl KERAKOLL SpA KERAKOLL SpA LA MATASSINA Srl LA MATASSINA Srl LABERG Srl LABERG Srl LATERLITE SpA LATERLITE SpA LEIDI ANGELO Srl LEIDI ANGELO Srl LEON BEKAERT SpA LEON BEKAERT SpA LEVOCELL SpA LEVOCELL SpA FORNITORI FORNITORI IMPRESE SETTORE MASSETTI IMPRESE SETTORE MASSETTI BELLI Srl BELLI Srl C. & B. COLOMBI Srl C. & B. COLOMBI Srl DELTAPAV Srl DELTAPAV Srl DI CARLO CARMELO DI CARLO CARMELO TECNOPAV di Collavo Franco TECNOPAV di Collavo Franco VENETA MASSETTI Srl VENETA MASSETTI Srl TRIVENETA POSE Srl TRIVENETA POSE Srl LABORATORI e ORG. DI CERTIFICAZIONE LABORATORI e ORG. DI CERTIFICAZIONE ELLETIPI Srl ELLETIPI Srl ICMQ SpA ICMQ SpA TECNO PIEMONTE SpA TECNO PIEMONTE SpA TECNOPROVE Srl TECNOPROVE Srl LUBRIMATIC Srl - BREMAT LUBRIMATIC Srl - BREMAT MAPEI SpA MAPEI SpA MPM Srl MPM Srl N.T.E. Srl Soc. Unipers. N.T.E. Srl Soc. Unipers. OCV ITALIA Srl OCV ITALIA Srl OFFICINE MACCAFERRI SpA OFFICINE MACCAFERRI SpA ORMET SpA - DIVISIONE OVERMAT ORMET SpA - DIVISIONE OVERMAT PAVI CENTER Srl PAVI CENTER Srl PEIKKO ITALIA Srl PEIKKO ITALIA Srl PERLITE ITALIANA Srl PERLITE ITALIANA Srl PROGRESS PROFILES SpA PROGRESS PROFILES SpA RINOL ITALIA R. & T. Srl RINOL ITALIA R. & T. Srl RUREDIL SpA RUREDIL SpA SAINT-GOBAIN PPC Italia SpA SAINT-GOBAIN PPC Italia SpA SAVER Srl SAVER Srl SIKA ITALIA SpA SIKA ITALIA SpA SIVIT Srl SIVIT Srl SK Srl SK Srl TRIMMER Srl TRIMMER Srl UNICALCESTRUZZI SpA UNICALCESTRUZZI SpA VIMARK Srl VIMARK Srl W.R. GRACE ITALIANA SpA W.R. GRACE ITALIANA SpA ASSOCIAZIONI ASSOCIAZIONI A.I.P.P.L Associazione Italiana Posatori A.I.P.P.L Pavimenti Associazione Italiana Posatori in legno Pavimenti in legno ATECAP Associazione Tecnico-Economica del ATECAP Associazione calcestruzzo Tecnico-Economica preconfezionato del calcestruzzo preconfezionato SISMIC Associazione Tecnica per la proSISMIC mozione Associazione per laper pro-il degli Tecnica acciai sismici mozione degli acciai sismici per il cemento armato cemento armato LIBERI PROFESSIONISTI LIBERI PROFESSIONISTI Bianco Antonio Bianco Antonio Bortolamasi Stefano Bortolamasi Stefano Burba Fabio Burba Fabio Caraci Riccardo Caraci Riccardo Comastri Claudio Comastri Claudio Davoglio Luigi Davoglio Luigi Falezza Claudio Falezza Claudio Marino Roberto Marino Roberto Mauro Piermattei Mauro Piermattei Pedroni Stefano Pedroni Stefano Triantafillis Alberto Triantafillis Alberto Uguccioni Corrado Uguccioni Corrado Pavimenti e Superfici Continue - N°16 Pavimenti e Superfici Continue - N°16 Pavimenti e Superfici Continue - N°17 72 da Condaviper Elena Canzi Segreteria CONPAVIPER Pavimenti e Superfici Continue - N°17 PAVIMENTI e SUPERFICI CONTINUE pavimenti SUPERFICI CONTINUE LA RIVISTA DEI PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO E IN RESINA, DEI MASSETTI E SOTTOFONDI Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO Associazione Nazional e Pavimentazioni Continu e COMPONENTISTICA PER LE PAVIMENTAZIONI 2012 È arrivato l’autunno, devo dire che insieme alla Primavera sono le stagioni che preferisco! Lo scorso fine settimana sono stata in montagna, in Trentino per l’esattezza, i colori autunnali del bosco sono veramente spettacolari, passano dal verdino al giallo e rosso intensi e i funghi poi sono una bellezza da vedere, raccogliere e infine gustare; il bello è fare tutto ciò in compagnia e come direbbe qualcuno con un bel bicchiere di vino (io però non bevo!). La montagna è rilassante sempre, ma in autunno è particolarmente ricca di profumi e colori che trasmettono un benessere unico. Bene adesso che ho fatto la sentimentale, passo al lavoro . Conpaviper quest’anno sarà presente presso la Manifestazione SAIE a Bologna, avremo un bello stand grande con un “giardino per le pavimentazioni” dove poter ospitare i Soci che hanno aderito all’iniziativa con Saie e hanno preso gli spazi espositivi intorno al giardino e tutti i nostri Associati che vorranno venire a trovarmi e scambiare quattro chiacchiere, oltre naturalmente al caffè e ai miei “famosi cioccolatini” che piacciono tanto al mio Amico Giuseppe, che spero di poter vedere; naturalmente aspetto anche il mio Amico Gianni per dividere il pranzo che solitamente mi offre un altro Amico Gianluca, insomma non sarò a rilassarmi nella mia adorata montagna, ma sarò senz’altro circondata da tanti Amici e Associati che mi auguro di vedere e ritrovare. Bene in conclusione Arrivederci al SAIE e come si sul dire…..alla prossima!!!! . N°17 2011 Sottovoce ■ ■ ■ AITEC: Dati sui consumi del cemento CONPAVIPER: 3° Bigino Bergamo: il caso del nuovo ospedale OGGI PARLIAMO DI... Ruredil X Fiber 54 Fibre strutturali sintetiche EN EN UNI CLS EN UNI UNI EN UNI UNI UNI UNI 934 934 ADDITIVI ADDITIVI EN EN 206 206 ee11140 11140 934-2 7548 7548 934-2 206 206 11040 11040 11104 11104 11040 11146 11146 EN ALTA ALTA 11040 RESISTENZA RESISTENZA 14889-2 ADDITIVI CLS CLS ADDITIVI CLS CLS CLS CLS CLS S.C.C. S.C.C. CLS S.C.C. PAVIMENTI PAVIMENTI PERS.C.C. USI LINEE LINEE GUIDA GUIDA ALLEGGERITO ALLEGGERITO INDUSTRIALI INDUSTRIALI CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO COMPATTANTE COMPATTANTE COMPATTANTE CALCESTRUZZO STRUTTURALI COMPATTANTE EN EN EN14889-2 998-1/2 998-1/2 PER USI RUREDIL RUREDIL STRUTTURALI XX FIBER FIBER54 54 PRODOTTO BREVETTATO Rocket nuovo makelab.it Conforme alla norma EN 14889-2 per applicazioni strutturali nel calcestruzzo, nelle malte e nelle malte da iniezione. 200-4H 200-2H Malta per viabilità immediata DIMINUZIONE DEGLI SPESSORI LAVORABILITÀ DURABILITÀ SICUREZZA STOP ALLA TENSOCORROSIONE Ruredil X Fiber 54 è una fibra sintetica strutturale, progettata per migliorare la durabilità e le proprietà meccaniche del calcestruzzo. È ibrida, costituita cioè da un monofilamento non fibrillato a base di una miscela speciale di polimeri poliolefinici e da una fibra fibrillata di polipropilene, in grado di ridurre, e in alcuni casi eliminare totalmente, il ritiro plastico. Incrementa la resistenza a flessione, la duttilità, la resistenza alla fatica e alla durabilità del calcestruzzo. Ruredil X Fiber 54 risolve ogni problema legato alla corrosione tipico delle fibre metalliche, contribuendo in maniera significativa alla durabilità della pavimentazione. Inoltre semplifica le operazioni di cantiere, evitando errori e consentendo notevoli risparmi di tempo. Tecnologie e soluzioni per l’edilizia moderna [email protected] - www.ruredil.it Richiedeteci gratuitamente il software specifico per progettare le pavimentazioni, in grado di calcolare l’esatto quantitativo di fibre Ruredil X Fiber 54 rispetto alle variabili di progetto. 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