SCREENING DEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO Impatto sulla Medicina Generale SCOPI DEGLI SCREENING ONCOLOGICI • Uno screening è un esame sistematico della popolazione per individuare le persone affette da una malattia in fase preclinica o precoce • Obiettivo degli screening oncologici è ridurre la mortalità, o talora l’incidenza specifica nella popolazione che si sottopone a controlli diagnostici regolari SCOPI DEGLI SCREENING ONCOLOGICI • Uno dei requisiti principali di un programma di screening è il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione, che deve essere adeguatamente informata sui benefici e i possibili rischi. • La partecipazione agli screening è infatti l’esercizio di un diritto e richiede piena consapevolezza. SCOPI DEGLI SCREENING ONCOLOGICI • Accanto ai vantaggi per la salute, lo screening presenta alcuni rischi: i risultati falsi negativi, che producono anche false rassicurazioni e successivi ritardi diagnostici, o i falsi positivi, associati ad ansia e costi inutili. • Altri possibili svantaggi sono l’eventuale sovradiagnosi, fastidio (talvolta danni) per l’utente nel corso della somministrazione del test o degli approfondimenti, ansia in attesa dell’esito. IL RUOLO DELLA MEDICINA GENERALE • Il medico di medicina generale può avere un ruolo fondamentale nei programmi di screening, in particolare nella selezione della popolazione da invitare, nell’informazione attiva, soprattutto di chi non aderisce all’invito, • e nel counselling per le persone risultate positive al test. Ministero della Salute Direzione Generale della Prevenzione LE DOMANDE DEI PAZIENTI AL MMG • Mi è arrivato l’invito a fare il test di screening per i tumori del colon-retto: perché lo devo fare? Che vantaggio ne ho? • E perché dice che invitano le persone dai 50 ai 70 anni? Prima e dopo non ci si ammala? O è solo perché costa troppo farlo a tutta la popolazione? COME RISPONDERESTE? EPIDEMIOLOGIA • I tumori del colon-retto in Italia hanno un tasso di incidenza di 39,3/100.000 abitanti per gli uomini e 26,6/100.000 per le donne • Al terzo posto negli uomini dopo polmone e prostata e al secondo nelle donne dopo la mammella SCOPO DELLO SCREENING DEI TUMORI DEL COLON-RETTO • IDENTIFICAZIONE in fase precoce delle forme neoplastiche invasive • RIMOZIONE terapeutica dei polipi adenomatosi per interrompere la possibile progressione da adenoma a cancro FASCIA DI ETA’ • Dato che l’incidenza del Ccr aumenta in maniera significativa a partire dai 50 anni, la maggior parte delle raccomandazioni esistenti indicano questa come età di inizio dello screening. • Non esistono invece evidenze dirette per quanto riguarda l’età in cui cessare lo screening. FASCIA DI ETA’ • Per stabilire un limite di età oltre il quale interrompere l’intervento di screening,bisogna considerare numerosi fattori, tra cui l’aspettativa di vita, la minore tollerabilità di soggetti più anziani a eventuali procedure diagnostiche invasive, la storia naturale dei precursori adenomatosi (che impiegano in media 10 anni a percorrere le tappe della trasformazione maligna) e, infine, le risorse stanziate per il programma di screening. FASCIA DI ETA’ • Nella maggior parte delle esperienze italiane e internazionali, lo screening è proposto a soggetti di età compresa tra i 50 e i 70 o 74 anni. E CHI NON ADERISCE? • “Sì ho ricevuto la lettera di invito, ma l’ho cestinata perché non ero convinto. Tanto sto benissimo e nella mia famiglia non c’è mai stato nessuno con tumori intestinali” COSA DIRESTE A QUESTO SIGNORE? PRO E CONTRO LO SCREENING • Alla luce delle attuali conoscenze, ci sono forti evidenze dell’efficacia e della fattibilità della diagnosi precoce del Ccr mediante SOF nell’ambito di un programma di screening organizzato. • In particolare, i test immunochimici hanno mostrato un migliore rapporto costo-benefici rispetto al tradizionale test al guaiaco. • Questi test dovrebbero essere offerti come test di primo livello, con periodicità biennale, alla popolazione di entrambi i sessi di età compresa tra 50 e 70 o 74 anni. OCCHIO ALLA COMUNICAZIONE • Gli screening sono interventi sanitari su persone sane e per questo si basano su principi diversi rispetto alla medicina dei malati. • Ma i tumori sono malattie cariche di uno stigma di morte. Poiché una diagnosi precoce è seguita più frequentemente dalla guarigione sia i professionisti che i “laici” tendono a ritenere che fare uno screening sia sempre vantaggioso. OCCHIO ALLA COMUNICAZIONE • Le fasce di età vengono percepite dagli utenti come profondamente ingiuste e discriminatorie: perché ci abbandonate dopo i 70 anni?. E riguardo alle motivazioni, hanno pochi dubbi su quelle di tipo economico: lo fate per i soldi. • Dobbiamo anche evitare di dare risposte scorrette, del tipo “lo screening si fa fino a 70 anni perché questa è la fascia di età più a rischio”. Infatti l’incidenza del CCR continua ad aumentare dopo i 70 anni. OCCHIO ALLA COMUNICAZIONE • E’ importante quindi che moduliamo le nostre risposte in base a come percepiamo le esigenze della persona che ci chiede le informazioni. • Questo è il motivo fondamentale per cui è importante il lavoro del MMG e la sua relazione di lunga durata con il paziente PERCHE’ DEBBO FARE LA COLONSCOPIA E NON IL SEMPLICE SOF AVENDO MIO PADRE MORTO DI TUMORE DELL’INTESTINO A 50 ANNI? RISCHIO LEGATO ALLA FAMILIARITA’ • La familiarità aumenta il rischio relativo di ammalarsi da 1.5 a 3 volte, in relazione con il numero di familiari ammalati e della precocità di insorgenza della malattia. • Va però sottolineato che, pur in presenza di familiarità, l’entità del rischio assoluto per il singolo individuo può aumentare in misura irrilevante, soprattutto quando i casi nei familiari sono stati diagnosticati in età avanzata, il che è di gran lunga l’evenienza più frequente. RISCHIO LEGATO ALLA FAMILIARITA’ • Il Piano Regionale della Prevenzione 2010- 2012 introduce nell’ambito degli screening oncologici dei tumori del colon-retto e della mammella, la valutazione del rischio eredofamiliare RISCHIO LEGATO ALLA FAMILIARITA’ • Nell’ambito del programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori del colonretto è stata prevista l’offerta attiva di una colonscopia alle persone che abbiano avuto un familiare di primo grado (madre-padrefratello-sorella), colpito da cancro colorettale screen e non screen-detected, insorto in età minore o uguale a 70 anni. RISCHIO LEGATO ALLA FAMILIARITA’ • Dal 2007 tale intervento è attivo su tutto il territorio regionale per quanto riguarda i casi screen-detected. • Per quanto riguarda invece i familiari di persone con carcinoma colorettale diagnosticato al di fuori del programma di screening, l’intervento è attivo solo in parte del territorio regionale, anche se in estensione. RISCHIO LEGATO ALLA FAMILIARITA’ • Se il caso indice presenta un fondato sospetto di rischio di cancro colorettale di tipo ereditario a possibile trasmissione genetica: – tumori insorti prima dei 50 anni, specie nel colon destro; tumori con istotipo raro quali Carcinoma midollare o indifferenziato, Carcinoma completamente mucinoso, Carcinoma con infiltrato “Crohn-like”, Carcinoma sigillocellulare; – tumori multipli colon-colon o colon-endometrio; tumori in padre/madre e figlio/figlia), • la persona e la famiglia verranno invitati a contattare uno dei centri di riferimento (Hub) per tale tipo di patologia presenti in Regione Emilia-Romagna. • Si stima che tali condizioni si verifichino nel 2% dei tumori diagnosticati. MI E’ ARRIVATO IL RISULTATO DELLO SCREENING: POSITIVO. MA NON E’ MEGLIO RIPETERLO PRIMA DI FARE UNA COLONSCOPIA? INDICAZIONE ALLA COLONSCOPIA NELLO SCREENING • Familiari di I° grado di pazienti con carcinoma del colon-retto insorto prima dei 60 anni a cominciare da 10 anni prima dell’età di insorgenza • SOF positivo • Follow up di adenomi asportati POSITIVITA’ DEL SOF • Il sanguinamento può essere intermittente soprattutto negli adenomi di piccole dimensioni e quindi un SOF negativo non annulla l’indicazione all’esecuzione di una Colonscopia di un precedente positivo. • Gli attuali test immunochimici sono specifici per Hb umana e non richiedono restrizioni dietetiche né l’esecuzione su 3 campioni MI E’ ARRIVATO IL RISULTATO DELLO SCREENING: NEGATIVO. POSSO STARE TRANQUILLO? AFFIDABILITA’ DEL SOF • Il SOF è molto affidabile perché è capace di trovare anche le più piccole tracce di sangue. Come ogni esame però, presenta dei limiti. • Inoltre può capitare che un polipo o anche una lesione tumorale ci siano ma non sanguinino il giorno dell’esame. • Per questo è importante ripetere lo screening ogni due anni e non sottovalutare eventuali disturbi che possono manifestarsi anche dopo un esame di screening negativo (dolori, stitichezza o diarrea persistenti, presenza di sangue nelle feci).