40 Reportage LIBERTÀ Martedì 21 luglio 2009 E’ raro trovare angoli così sulla terra, eccitante immergersi in quei fondali Il reporter del mare I favolosi viaggi di Rino Sgorbani Da sinistra, un pesce pappagallo, un pesce carangide, una “famiglia” di squali martello e una bellissima manta Cocos, l’isola dei pirati Il tesoro è sott’acqua di RINO SGORBANI isola Cocos è una montagna disabitata ricoperta dalla giungla, 480 Km. al largo del versante Occidentale del Costarica. E’ un’antica isola vulcanica con scoscese scogliere e spettacolari cascate. Ciò che rende l’isola Cocos così affascinante sono le immersioni. Non sai esattamente cosa vedrai, ma sei consapevole che non ci sono tanti posti che ti offriranno sensazioni così grandi, così eccitanti e forse così insolite. L’isola è un santuario acquatico di vita che ospita il pericoloso pesce martello, il leggendario guardiano del tesoro sommerso dei pirati. E’ raro trovare angoli così sulla terra, ed è veramente eccitante avere la possibilità di arrivare a Cocos Island ed immergersi nelle sue acque. Io e un alcuni amici, a bordo dell’imbarcazione Cocal, barca a vela di 24 metri, dopo una avventurosa attraversata dell’Atlantico, siamo ripartiti da Panama alla ricerca degli L’ “ Rino Sgorbani, nativo di Castelnuovo Fogliani di Alseno, ma da anni residente a Fiorenzuola, inizia ad andare sott’acqua negli anni settanta. Nel 1977 frequenta il corso sommozzatori Fips, nel 1981 frequenta il corso istruttori Fips a Nervi. Nel 1982 diventa Istruttore CMAS. Per dieci anni svolge l’attività di istruttore nella Scuola d’Immersione Piacenza; agli inizi degli anni novanta diventa istruttore PADI, arrivando al conseguimento di ben 11 Specialità. Verso la fine degli anni ottanta abbandona la pesca subacquea per dedicarsi completamente alla fotografia subacquea e poi alla videografia. Ha documentato i mari di Corsica, Mar rosso, Maldive, Malesia, Filippine, Indonesia,Thailandia, Papua nuova Guinea, Australia, Tasmania, Coco Island, Malpelo, Sud Africa, Bassa California, Carabi, Polinesia e nei Cenotes dello Yucatan in Messico. ◗◗ Si possono vedere abitualmente 4 specie di squali, gli squali martello, gli squali grigi, gli squali pinne argentee Albimarginatus, e gli squali pinna bianca. Non esistono molti posti nel Pacifico in cui è possibile vedere tanti tipi di diversi squali e in tale quantità. ◗◗ L’angelo pieno di grazia che troviamo a Cocos è la “razza marmorizzata”, una favolosa specie evoluta dello squalo, maestra nel mimetizzarsi. Questa specie di Cocos può raggiungere un’ampiezza di 2 metri ◗◗ Si dice che i due secoli di piraterie abbiano portato alla sepoltura sotto le foreste tropicali di un tesoro, ma nonostante 500 spedizioni e oltre un secolo di ricerche non è stato mai trovato ultimi paradisi, rotta nord-ovest. Dopo una decina di giorni di navigazione, un puntino appare all’orizzonte: Cocos, la leggendaria isola dei pirati. E’ ancora lontana, ma riusciamo ad intuire che troveremo un ricco tesoro. Un gruppo di delfini ci accompagna nuotando davanti alla prua del Cocal, mentre da ogni parte tonnetti e branchi di piccoli pesci spaventati guizzano fuori dall’acqua. Isla del Coco, attualmente è sotto la protezione del parco naturale del Costarica, che ha istallato una piccola guarnigione di Rangers a tutela del parco. La fama di quest’isola risale al 1500 quando aveva la funzione di punto d’appoggio per pirati che saccheggiavano galeoni spagnoli in rotta verso il Pacifico. Si dice che i due secoli di piraterie abbiano portato alla sepoltura sotto le foreste tropicali di monete d’oro e d’argento, di gemme favolose e antichi lingotti d’oro per un valore stimato attualmente di circa un miliardo di dollari, ma nonostante le 500 spedizioni effettuate e oltre un se- colo di ricerche non è stato mai trovato il tesoro dei pirati. Gli uomini morti sull’isola non hanno tramandato alcuna storia in proposito, si vedono ancora grotte e buche scavate da qualcuno che non si era dato pervinto. Ad attirare i pirati era l’acqua dolce: le piogge sull’isola raggiungono una media di 700 centimetri all’anno, e vi vivono più di 200 specie di animali e 70 varietà di piante che non si trovano in nessuna altra parte del mondo. L’isola Cocos è tesoro di bellezze naturali sopra e sotto il mare. Appena sott’acqua si può intravedere una enorme varietà di abitanti marini, in alcune zone si raggruppano grandi quantità di carangidi: i banchi ne comprendono migliaia, chiamati Black Jack per la loro caratteristica riga nera. Questi pesci si trovano in tutto il Pacifico, durante la deposizione delle uova tuttavia i maschi diventano completamente neri. Si possono vedere abitualmente 4 specie di squali, gli squali martello, gli squali grigi, gli squali pinne argentee Albimarginatus, e naturalmente gli squali pinna bianca che vivono vicino agli scogli. Non esistono molti posti nel Pacifico in cui è possibile vedere tanti tipi di diversi squali e in tale quantità. Gli squali pinna bianca li troviamo spesso raggruppati a decine, adagiati su fondali sabbiosi o in piccoli canyon. Uno dei miti comunemente accertati sugli squali è che devono nuotare 24 ore ogni giorno della loro vita altrimenti muoiono immediatamente. Questo non riguarda tutti, ad esempio gli squali pinna bianca possono riposare sui fondali, e questo succede soprattutto durante il giorno. Si può pensare che siano creature molto docili se non fosse che la notte diventano dei predatori estremamente voraci. Sebbene sia noto che raramente sono aggressivi verso gli esseri umani, i pinna bianca attaccano se si sentono intrappolati o provocati. Questi squali sono usuali predatori della scogliera, e sono considerati al vertice della complessa catena alimentare. Le loro prede preferite sono pesci e invertebrati come pol- pi e calamari. Uno squalo pinna bianca adulto può raggiungere una lunghezza di 2 metri o più, e si trovano in abbondanza negli oceani Pacifico e Indiano. Come tutti gli squali, i pinna bianca hanno gli stessi 5 sensi degli esseri umani, ossia olfatto, vista, udito, gusto e tatto eccellenti, ma a differenza di noi dispongono di altri sensi che conferiscono abilità del tutto eccezionali. Queste abilità consentono allo squalo di scovare e divorare la sua preda anche nell’oscurità degli abissi dell’oceano. E’ il più importante predatore della scogliera: il suo ruolo nell’ecosistema marino è eliminare gli esseri malati e feriti, assicurando la sopravvivenza di quelli più sani. Un senso unico nel suo genere che hanno gli squali è quello che i biologi chiamano tatto a distanza, cioè la capacità di avvertire anche le minime vibrazioni nell’acqua. Inoltre gli squali sono estremamente sensibili ai minimi campi elettromagnetici che circondano tutti gli animali. inclusi gli esseri umani. Questa capacità aiuta gli squali ad individuare la preda an- che se è nascosta sotto la sabbia del fondale. L’ angelo pieno di grazia che troviamo all’isola Cocos è la “razza marmorizzata”, una favolosa specie evoluta dello squalo, maestra nel mimetizzarsi con l’ambiente che lo circonda. Questa specie di Cocos può raggiungere un ampiezza di 2 metri. Al momento dell’arrivo all’isola ci aspettavamo di vedere molti squali, ma rimanemmo sorpresi anche dalle enormi razze marmorizzate, ce n’erano a centinaia. Reportage LIBERTÀ Martedì 21 luglio 2009 Un favoloso squalo martello, tipico abitante dell’isola di Cocos. Ci sono due teorie per spiegare la particolare forma della testa (fotoservizio di Rino Sgorbani) A differenza della pastinaca comune, l’aculeo della coda della razza marmorizzata non contiene veleno per difendersi dagli attacchi, però si muovono impavide percorrendo tranquillamente le acque dell’oceano. Poiché l’isola Cocos è un parco nazionale pensiamo che queste acque siano veramente ben protette. La popolazione di squali e altri esseri marini si sono mantenuti abbastanza costanti, ed è sicuramente un posto ottimale e vitale in cui l’intera catena alimentare è al completo. In diverse immersioni vediamo anche qualche grossa murena, un altro abitante del fondale di questa isola. Sebbene in genere non sia aggressiva verso gli esseri umani è minacciosa verso qualsiasi intruso che si avvicini alla sua tana. Nel lato est dell’isola su un fondale sabbioso si possono vedere le anguille da sabbia: ce ne sono a centinaia, tutte in verticale, sbucando per metà in questa distesa di sabbia. Questi serpentelli sono della famiglia degli Heteroconger, molto difficili da riprendere e fotografare spariscono subito appena ci si avvicina. Anche se non troviamo i colori della barriera corallina, l’abbondanza di pesce non manca sicuramente, cernie, pesci trombetta, aragoste, pesci palla, pesci scatola, qualche insolito pesce falco, Cirrhitus Rivulatus, noto come pesce falco geroglifico, grandi quantità di Snapper lungo le pareti, e grotte piene di Luttianidi e pesci soldato. In un paio di immersioni abbiamo avuto la fortuna di vedere la grande Manta del Pacifico, che può avere dimensioni che vanno dai 4 ai 6 metri. E’ così aggraziata nel vederle scivolare nel blu profondo per poi vederla ritornare, è uno degli animali che ti permette di capire quanto siano stati perfettamente creati per vivere in quell’ambiente, e quanto noi siamo inadeguati a stare con loro. La grande attrattiva dell’Isla del Coco è sicuramente la pre- senza degli squali martello: in famiglie numerosissime, nuotano in tranquilla convivenza con l’habitat. Gli squali dominano gli Oceani da oltre 350 milioni di anni. Ma circa 20 milioni di anni fa apparve una nuova specie, dalle caratteristiche fisiche a dir poco bizzarre: lo squalo martello. Si sa poco degli squali martello Sphyrna Lewini, durante il giorno nuotano in banchi di centinaia, ma perché nuotino insieme in un numero così elevato rimane un mistero. La prote- 41 zione reciproca non è necessaria poiché non hanno nemici naturali, e il banco non ha nemmeno una funzione legata alla ricerca di cibo. Come i cugini con le pinne bianche, gli squali martello si nutrono di rado durante il giorno, e di notte stranamente i banchi scompaiono. Ogni squalo si allontana per trovare cibo per conto proprio. I pesci martello si cibano principalmente di pesci e invertebrati, ma sono particolarmente ghiotti di razze, soprattutto della pastinaca comune. Sembra che gli aculei velenosi di queste razze non abbiano alcun effetto su di loro. Da sempre gli esseri umani sono rimasti colpiti e affascinati dalla particolare forma di questo animale, e forse il maggior mistero del pesce martello risiede proprio nella ragione evoluzionistica della sua caratteristica forma. Ci sono due teorie che spiegano la particolare forma della testa dello squalo martello. La prima è che questa gli permette di sollevarsi, qualcosa di simile alle ali di un aereo, e gli consente di nuotare meglio, la seconda teoria è che distribuisce gli organi sensoriali alle estremità della testa, in questo modo riceve gli stimoli e individua le prede in modo estremamente accurato. Qualsiasi fossero le forze evoluzionistiche che hanno creato questo antico predatore 20 milioni di anni fa, solo poche creature possono competere con fitto e grande mistero del pesce martello. Attualmente si conoscono 9 specie esistenti di squali martello, dallo Sphyrna Lewini al Mokarran, il grande squalo martello che può raggiungere la lunghezza di 6 metri. In questi numerosi banchi dell’isola di Cocos il numero dei maschi è inferiore rispetto alle femmine: come altri squali sono vivipari, i piccoli sono numerosi talvolta fino a 40, nascono di testa con il martello ripiegato indietro in modo di facilitare la nascita a loro stessi e alla loro madre. Nonostante si sia in possesso di queste conoscenze l’accoppiamento rarissimamente è stato osservato. Sebbene sappiamo che a volte attaccano gli esseri umani, questi banchi sembrano non mostrare atteggiamenti aggressivi. I sogni di tesori nascosti hanno da sempre condotto cercatori di fortuna in questo piccolo angolo di paradiso, ma forse il vero valore giace oltre le sue coste, nel dominio ancora incontaminato degli squali dell’isola dei pirati.