ion it utr cN d Pe ri iat AN GE LO di r a ZZI u O a c AN MP CA Nutrizione e sport in età evolutiva Domenico Meleleo1, Fabrizio Angelini2, Liliana Cassano3, Alessandro Nitti3 1Pediatra, Commissione Scientifica SINSeB (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere), 2Endocrinologo, Presidente Nazionale SINSEB, 3Dietista, SINSeB Livello di attività e rischi di malnutrizione quali-quantitativa Un’alimentazione sana, varia, equilibrata ed organizzata se possibile in cinque pasti giornalieri, è quasi sempre in grado di soddisfare i fabbisogni di macro e micronutrienti anche per il bambino o l’adolescente che pratica sport, purché adeguata in riferimento alla sua crescita staturo-ponderale, al grado di sviluppo puberale e soprattutto, al suo reale livello di attività e quindi di dispendio energetico [Tabella 1] (1,2). Numerosi studi degli ultimi anni (3,4) pongono l’attenzione sui diffusi comportamenti sedentari e i livelli di attività fisica piuttosto modesti per la popolazione dei bambini e degli adolescenti italiani. La maggior parte di loro infatti dichiara di non praticare attività fisica al di fuori di quella volta in ambito scolastico o di praticarla solo per due o tre ore alla settimana. Spesso inoltre, durante questi allenamenti, la percentuale di tempo effettivamente dedicata al movimento, può risultare inferiore a quella delle pause di gioco (5). Per tali soggetti sedentari, o modicamente attivi, sarà sufficiente il regime dietetico consigliato ai loro coetanei, facendo riferimento ai LARN pubblicati dalla SINU, che rappresentano la media del fabbisogno più due deviazioni standard. Per questi ragazzi è elevato il rischio di ipernutrizione e risultano ingiustificate le "super merende" o le cene troppo abbondanti, proposte loro dai genitori dopo gli allenamenti. Appare inoltre come un evidente controsenso, in uno stile di vita sano quale quello dello sportivo, l’assunzione sistematica dei cosiddetti junk food (cibi spazzatura) contenenti cospicue quantità di grassi saturi, grassi idrogenati, conservanti e carboidrati ad elevato indice glicemico. Molti ragazzi, purtroppo, fanno merenda dopo gli allenamenti con merendine industriali, patatine e soft drinks. La popolazione degli agonisti (cioè quella dei bimbi o ragazzi impegnati in vere e proprie gare o partite organizzate dalle federazioni sportive), che si sottopongono ad impegnativi allenamenti pressoché quotidiani, è invece quella maggiormente a ri- Young athletes should not make mistakes on both overestimating their energy expenditure and underestimating all the risks of malnutrition. Moreover, they should not undervalue the surveillance on the occurrence of eating disorders. Sport nutrition is thought to achieve an indirect positive effect on performances, preserving health, trying to get the best conditions for the metabolic activities and giving the most suitable substratum to obtain an optimal post-exercise muscular “recovery”. Tabella 1 Livelli di attività fisica Key Words Sport nutrition, developmental age, performance-enhancing substances, Climatic Heat Stress and Exercising Sedentari Non praticano sport, non fanno giochi di movimento, camminano poco, usano l’ascensore, trascorrono molte ore seduti a studiare o davanti allo schermo (televisione, computer, videogame) Sedentari con attività sportiva organizzata Sedentari che 2-3 volte alla settimana praticano un’ora di sport (nuoto, basket, ecc.) Soggetti con stile di vita attivo Sono frequentemente impegnati in giochi di movimento, camminano molto, salgono le scale, ecc. Soggetti con stile di vita attivo e attività sportiva organizzata Sono frequentemente impegnati in giochi di movimento, camminano molto, salgono le scale, ecc. Inoltre, praticano sport 2-3 volte alla settimana Agonisti Si sottopongono ad allenamenti impegnativi più o meno quotidiani Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(2):13-17 13 Pediatric Nutrition Tabella 2 P rincipali cause di malnutrizione nel bambino/ragazzo sportivo Dispendio energetico elevato (agonisti sottoposti ad allenamenti gravosi) Inadeguata assunzione quali-quantitativa di micro e macronutrienti • Restrizione intake energetico per controllo del peso negli sport di combattimento (categorie di peso) e sport a componente estetica (es. danza, ginnastica artistica) • Eliminazione dalla dieta di uno o più gruppi di alimenti ( es. soggetti allergici e vegetariani) • Cattivi consigli (es. da parte di altri atleti più anziani o da “pseudoesperti” ) • Difficoltà organizzative (es. organizzazione familiare per la preparazione dei pasti ) • Inappetenza da stress psico-fisico (eccessivo carico di lavoro; ansia da prestazione) • Disturbi del comportamento alimentare Soggetti ammalati o infortunati o affetti da una carenza specifica schio di malnutrizione, per carenza quali-quantitativa (1,2,6,8). Le principali motivazioni sono riassunte nella Tabella 2. I micronutrienti che più frequentemente risultano carenti nei ragazzi sportivi, soprattutto durante l’adolescenza in cui la rapida crescita aumenta notevolmente i fabbisogni, sono il Ferro, il Calcio, lo Zinco, il Magnesio, alcune Vitamine e gli ac. grassi Omega 3. è importante quindi che tali giovani sportivi e soprattutto quelli che praticano discipline “a rischio”, quali gli sport di combattimento caratterizzati dalla presenza di categorie di peso, le discipline quali la danza e la ginnastica artistica dove assume importanza anche la componente estetica, siano sottoposti periodicamente a controlli, che comprendano la valutazione dell’accrescimento staturo-ponderale e, se possibile, anche la valutazione della composizione corporea, insieme ad un’anamnesi alimentare ed esami ematochimici per valutare, oltre allo stato di salute generale anche l’eventuale insorgenza di carenze di macro e/o micronutrienti. Tali carenze possono portare a conseguenze di gravità variabile, che possono andare dal semplice facile affaticamento per anemia latente a quadri clinici via via più gravi quali il verificarsi di crampi, lesioni muscolo tendinee, alterazioni del tono dell’umore, facilità alle infezioni per calo delle difese immunitarie e quadri ancora più gravi, quali la cosiddetta "Female Athlete Triad" caratterizzata da anoressia, amenorrea e osteoporosi. Solo in presenza di tali carenze è indicata la prescrizione di integratori. A tal riguardo ricordiamo che l'uso di integratori molto “alla moda” quali i concentrati proteici e/o aminoacidici, e gli integratori contenenti creatina, è vietato nei bambini (Circolare del 5.12.2009 del Ministero della Salute). Inoltre soprattutto in età prepubere, sono assolutamente da vietare attività sportive molto intense, che sarebbero inutili o dannose a causa delle peculiarità fisiologiche dell'infanzia (citandone alcune ad esempio, la differente capacità di sudorazione, la diminuita resistenza muscolare agli sforzi prolungati, la minore capacità anaerobica e la relativa fragilità delle ossa e delle articolazioni ancora in via di maturazione) (6,8). Pertanto altrettanto inutile o dannoso è da considerare l’uso di integratori alimentari finalizzati a compensare particolari esigenze metaboliche che rappresenterebbe, tra l'altro, una giustificazione psicologica per la ricerca di mezzi esterni alle proprie capacità e, pertanto, aprirebbe virtualmente la strada alla “mentalità del doping” (8). Altresì importante è individuare il più precocemente possibile, segnali di disagio psicologico o di sospetta insorgenza di disturbi del comportamento alimentare. Tali disturbi sono più frequenti nelle adolescenti agoniste rispetto alla popolazione generale delle loro coetanee, ma sempre nuove segnalazioni allertano sull’incremento della loro prevalenza anche nel sesso maschile ed in età pre-adolescenziale (9). In letteratura i dati certi sul dispendio calorico per i vari tipi di sport, oltre che per i differenti gradi di sviluppo del ragazzo sportivo, sono scarsi ed ottenuti su campioni costituiti da piccoli 14 Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(2):13-17 Nutrizione e sport in età evolutiva gruppi di soggetti (1,2,7). Ciò a causa delle ovvie limitazioni che misurazioni strumentali invasive o di difficile esecuzione (quali ad esempio la calorimetria diretta e indiretta, il prelievo venoso ripetuto per la determinazione di glicemia, lattato e ph, oppure l’esecuzione di biopsie muscolari per la stima dei depositi di glicogeno pre e post allenamento) hanno nell’uso per i bambini, sia per motivi etici che di scarsa collaborazione. A causa della suddetta scarsità di dati e delle note differenze fisiologiche interindividuali e delle differenti condizioni climatiche in cui si può svolgere l’attività, qualunque stima preventiva della spesa energetica, malgrado l’esperienza del nutrizionista, sarà comunque approssimativa. Solo con una serie di valutazioni successive, si potrà “aggiustare il tiro”, adottando una dieta “personalizzata” che valuti anche le condizioni di salute e di performance. Composizione e suddivisione cronologica dei pasti rispetto all’allenamento o alla gara Una delle peculiarità della nutrizione sportiva è che la composizione e la tempistica di assunzione dei pasti devono essere modulate, tenendo conto dell’orario di allenamento o gara. Ciò al fine di ottimizzare i processi digestivi e le condizioni metaboliche per lo svolgimento dell’attività, oltre che per fornire i substrati più idonei ad un ottimale “recupero” muscolare dopo la stessa (6,7). Prima dell’attività fisica Nel momento in cui si dà il via all’attività fisica, l’organismo non deve essere eccessivamente impegnato nei processi digestivi del pasto precedente. Infatti, oltre alla sensazione di disagio imputabile allo stomaco pieno, l’aumentato afflusso ematico nel distretto splancnico comporterebbe una ridotta quantità di sangue disponibile per i muscoli, con conseguente calo delle prestazioni muscolari. Al contrario, con un pasto consumato molto prima, si rischia di affrontare l’impegno fisico con livelli di glicemia troppo bassi. Pertanto, è opportuno organizzarsi a seconda dell’orario di allenamento, in modo da assumere il pasto almeno due ore prima se si tratta di uno spuntino o almeno tre ore prima se si tratta di uno dei tre pasti principali, prestando ovviamente particolare attenzione alla digeribilità del pasto e al suo indice glicemico che non deve essere troppo alto, sia per giungere all’allenamento con livelli di glicemia ottimali, sia per evitare brusche impennate reattive dell’insulinemia, che andrebbero ad inibire l’utilizzo dei grassi come fonte di energia. Durante l’attività fisica (razione percompetitiva) Durante lo svolgimento dell’attività, qualora l’impegno si protragga a lungo, come ad esempio nei tornei di tennis o arti marziali, allo scopo di mantenere stabile la glicemia e ottenere una idonea idratazione, si possono assumere piccole dosi ripetute di bevande sportive e, in caso di impegni continuativi di molte ore, anche piccole quantità di alimenti solidi facilmente digeribili, quali frutta, marmellata e fette biscottate. Gli sport foods, quali barrette di carboidrati e proteine o gel di miscele di zuccheri, ciascuno con diverso indice glicemico (a rilascio modulato), sono stati studiati per mantenere i livelli di glicemia stabili per due-tre ore, con minimo ingombro gastrico ed elevata digeribilità e scarso o nullo contenuto di grassi. A tali vantaggi utili in situazioni in cui non c’è la possibilità o il tempo di utilizzare cibi naturali, si contrappongono gli svantaggi di una alimentazione monotona e il pericolo che i giovani atleti possano acquisire il convincimento errato che i cibi artificiali siano “sempre” migliori di quelli naturali. Alimentazione dopo l’attività sportiva Subito dopo l’attività sportiva è prioritario reintegrare le perdite di acqua e di sali minerali, prima di consumare il pasto principale o lo spuntino previsti per l’ora. La sua composizione deve essere “dedicata” al muscolo, per i processi di riparazione e di ripristino dei depositi di glicogeno. è stato recentemente dimostrato che la leucina (aminoacido ramificato particolarmente presente nei formaggi, carni, pesci e legumi) e l’insulina Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(2):13-17 15 Pediatric Nutrition (stimolata prevalentemente da carboidrati ad alto Indice Glicemico, quali pane, altri prodotti da forno, riso bianco e patate) attivano gli enzimi che regolano, a livello muscolare, la sintesi proteica e i processi riparativi della fase di recupero post attività sportiva. Quanto sopra detto rende opportuna una differente organizzazione dell’alimentazione in base all’orario dell’allenamento o gara. Quando un ragazzo, ad esempio, si allena il pomeriggio, situazione che si verifica più frequentemente per i soggetti in età scolare, la colazione, che non deve essere saltata e lo spuntino di metà mattina, dovrebbero apportare rispettivamente il 20-25% ed il 15% del fabbisogno calorico giornaliero, in modo da poter alleggerire il pranzo (20% del fabbisogno energetico giornaliero) che andrà consumato 2-3 ore prima dell’attività fisica. Per il pranzo si potrebbero proporre piatti unici “completi” (pasta o riso conditi con lenticchie o con sugo con carne o parmigiano/grana) ed una porzione di frutta. Talvolta può succedere che fra il pasto e l’inizio dell’attività passi soltanto un’ora o poco più. In questi casi, prima dell’attività è meglio assumere solo una porzione di frutta o uno sport gel sopra descritto. Chi si allena alla sera si potrà concedere anche un secondo a pranzo ed un robusto spuntino pomeridiano almeno due ore prima dell’allenamento/gara (pane con prosciutto o salmone o bresaola, oppure yogurt e frutta), mentre la cena (un’ora dalla fine dell’allenamento) dovrà essere più leggera. Reidratazione e Reintegrazione Avendo una termoregolazione meno efficiente rispetto all’adulto [Tabella 3] il bambino può incorrere più facilmente nel rischio di disidratazione, con conseguente rapido decadimento delle prestazioni (per perdite idriche superiori al 2% del peso corporeo negli adolescenti e dell’1% nei bambini) e rischio di colpo di calore e/o ipotensione, soprattutto durante eventi sportivi prolungati od in ambienti molto caldi (1,2,8). Diventa pertanto indispensabile (10) assumere acqua già poco prima e durante l’impegno sportivo (100-200 ml ogni 15-20 minuti). L’assunzione di acqua risulterebbe sufficiente per i Tabella 3 I bambini hanno una termoregolazione meno efficiente degli adulti. Specialmente nelle condizioni climatiche estreme Peculiarità fisiologiche del bambino Il rapporto superficie corp./Kg peso corporeo è maggiore nei bambini Conseguenze in ambienti molto caldi (temperatura ambientale superiore a quella corporea) e/o umidi e/o con prolungata esposizione al sole e/o scarsa idratazione Aumento di dispersione del calore per convezione MA Aumento di accumulo calore per irradiazione Aumento di accumulo di calore per conduzione Maggiore produzione di calore/Kg peso corp. REE (Resting Energy Expenditure): a riposo il metabolismo è più alto poiché vi è la produzione di nuovi tessuti dovuta all’accrescimento EEE (Exercise Energy Expenditure): col movimento, per una stessa quantità di lavoro, si ha un dispendio energetico/Kg peso corp. superiore, a causa di una minore coordinazione ed ergonomia dei movimenti. Minore produzione di sudore e soglia di sudorazione più alta Minore stimolo della sete 16 Maggiore quantità di calore da disperdere/Kg di peso corporeo Questa caratteristica impedisce di sfruttare la maggiore superficie corporea /Kg peso corp. per poter disperdere più calore con la sudorazione Maggiore possibilità di trovarsi relativamente disidratati ad affrontare lunghi periodi in ambienti troppo caldi o soleggiati. Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(2):13-17 Nutrizione e sport in età evolutiva soggetti impegnati in attività ludico/sportive che non comportino intensa sudorazione o che siano, comunque, di durata inferiore ad un’ora (situazione più comune). In caso di impegni sportivi prolungati o svolti in condizioni di temperatura e/o umidità elevate è, invece, indicata una bevanda gluco-idro-salina per ripristinare la perdita di sali ed il consumo del glicogeno muscolare. è sconsigliabile l’assunzione di soft drink per l’elevato tasso di zuccheri (10–12%) l’iperosmolarità, la caffeina e l’acido ortofosforico, spesso presenti (cola, thé, energy drinks). Conclusioni Una adeguata formazione riguardo le tematiche della nutrizione sportiva da parte dei pediatri è importante, per preservare la salute ed un adeguato accrescimento dei loro piccoli pazienti, anche contrastando l’adozione incondizionata ed ingiustificata di alchimie dietetiche prive di qualsiasi fondamento scientifico e propagandate da figure non legittimate a prescrivere diete, medicinali ed integratori (ad es. atleti più anziani, allenatori o sedicenti esperti non qualificati). Non sono necessarie diete magiche o speciali, ma risulta fondamentale impostare una seria educazione alimentare finalizzata ad ottimizzare una dieta per ragazzi spesso ipernutriti e sedentari. Al tempo stesso vanno precocemente individuati eventuali casi di carenze nutrizionali o di disturbi del comportamento alimentare. Corresponding author DOMENICO MELELEO Pediatra Commissione Scientifica SINSeB Via G. Falcone, 19 D - 76012 Canosa di P. (BT) Tel. + 39 0883 664730 E-mail: [email protected] BIBLIOGRAFIA 1. Nemet D, Eliakim A. Pediatric sports nutrition: an update. Curr Opin Clin Nutr Metab Care 2009;12:304-9. 2. Zanker CL. Sport nutrition in childhood: meeting the metabolic demands of growth and exercise. Ann Nestlè 2006;64:63-76. 3. Ministero della Salute; Indagine Okkio alla Salute; www.okkioallasalute.it 4. Osservatorio SIP sull’adolescenza; Indagine “Le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti” 2011-2012; http://sip.it/notizie/osservatorio-sip-sulladolescenza 5. 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Scand J Med Sci Sports 2008 Feb;18(1):108-18. 10.Council on Sports Medicine and Fitness and Council on School Health; Policy Statement-Climatic Heat Stress and Exercising Children and Adolescents Pediatrics 2011;128: e741-7. Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(2):13-17 Key Points •L’apporto energetico deve essere proporzionato al reale livello di attività fisica. •Bisogna sorvegliare i giovani agonisti impegnati in allenamenti frequenti e impegnativi per individuare precocemente casi di malnutrizione e insorgenza di disturbi del comportamento alimentare. •è importante organizzare la composizione e la tempistica di assunzione dei pasti in relazione all’orario di allenamento/gara. •I bambini hanno una termoregolazione meno efficace degli adulti, pertanto bisogna porre molta attenzione all’idratazione e reintegrazione idro-salina. •I bambini non devono essere sottoposti ad attività sportive particolarmente intense e pertanto risulta inutile e potenzialmente dannoso l’uso di integratori energetici, a base di proteine e derivati proteici e aminoacidici; gli integratori di micronutrienti devono essere prescritti solo per correggere eventuali carenze e/o curare eventuali patologie diagnosticate da un medico. 17