TEORIA, TECNICA E DIDATTICA DEGLI SPORT NATATORI INTRODUZIONE: L’INSEGNAMENTO DEL NUOTO – Scoperta dell’ambiente acquatico o ambientamento Acquisizione dei principi meccanici che regolano il movimento in acqua Acquisizione delle tecniche natatorie grezze: crawl, dorso, rana e delfino Specialità natatorie: tuffi, salvamento, nuoto pinnato, nuoto sportivo, nuoto sincronizzato, pallanuoto e immersioni. LEZIONE 1 NUOTO – PROBLEMATICHE LEGATE ALL’AMBIENTE ACQUATICO – LA PAURA I FATTORI E GLI EFFETTI PSICOLOGICI DETERMINATI DALL’IMPATTO CON L’AMBIENTE ACQUATICO – LE PAURE: Legate all’ambiente acquatico; paura di: Un ambiente inadeguato; Un mezzo non sempre accogliente; Una posizione instabile; Un avanzamento difficoltoso; Un utilizzo limitato dei sensi; Una respirazione difficoltosa. Per la non conoscenza dell’acqua; Reazioni fisiologiche inaspettate dell’organismo all’acqua, disturbi e fastidio sensoriale. Paura di immergersi e di muoversi nella vasca perché non si è mai venuti a contatto con essa. Per i traumi passati; Il soggetto avverte un rifiuto istintivo in seguito al suo vissuto (incontro negativo con l’acqua vissuto di persona). Per condizionamenti esterni; Esiste una correlazione diretta tra lo stato d’animo del genitore (ansioso, iper protettivo) e l’insicurezza del figlio. Creano incredulità, rifiuto, angoscia e tensione. Per l’incapacità a realizzare ciò che è stato richiesto; La mancanza da parte dell’insegnante di una progressione didattica sistematica e graduale provoca nell’allievo sfiducia nei propri mezzi. I RIFLESSI DI DIFESA Riflesso di raddrizzamento: fa parte dei riflessi tonici di difesa che provocano una reazione tonica massiva, tetanica che si propaga a tutto il corpo e che interessa soprattutto la muscolatura vertebrale. Riflesso di sfregamento: fa parte dei riflessi di difesa, quando l’acqua va sul volto crea uno stimolo che porta alla detersione dello stesso. STRATEGIE DIDATTICHE PER IL SUPERAMENTO DELLA PAURA IL RUOLO DELL’ISTRUTTORE Bambini prescolari (3-5 anni) 1. Utilizzare una terminologia giocosa comprensibile ai bambini di questa età per favorire la scoperta dell’ambiente acquatico (es. il gioco del missile = scivolo prono); 2. Utilizzare il maggior numero possibile di giocattoli colorati; 3. Evitare di provocare situazioni inattese o traumatizzanti (es. gettare sul viso l’acqua senza che l’allievo se lo aspetti); 4. Rispettare i tempi di apprendimento e superamento delle paure; Bambini scolari (6-16 anni) 1. Spiegare in maniera chiara le esercitazioni evitando di utilizzare un linguaggio troppo tecnico; 2. Nelle esercitazioni spiegare esattamente cosa succederà (es. quando ci tuffiamo il nostro corpo “cadrà” verso il fondo per poi risalire, quando riemergiamo inspiriamo e muovendo le gambe ci avvicineremo al bordo); 3. Evitare di provocare situazioni inattese o traumatizzanti (es. gettare sul viso l’acqua senza che l’allievo se lo aspetti); 4. Rispettare i tempi di apprendimento e superamento delle paure; 5. Bilanciare i propri interventi non esagerando con rimproveri e minacce; Adulti 1. Utilizzare un linguaggio tecnico; 2. Spiegare in maniera dettagliata e tecnica le esercitazioni (es. il corpo umano galleggia grazie alla spinta idrostatica ecc.) 3. Utilizzare molti rinforzi positivi (bene, bravo, sei migliorato molto ecc.); 4. Evitare di provocare situazioni inattese o traumatizzanti; 5. Dimostrare gioia, sicurezza e utilità in ciò che propone.