Entsorga Italia S.p.A.
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Rev.
0
Data
15/06/09
Descrizione
Prima emissione
Redazione
CU
Verifica
PPCM
Approvazione
PPCM
Impianto di compostaggio
Entsorga Italia
MANUALE D’USO DELL’IMPIANTO
LE COCCINELLE®
Manutenzione
INDICE
1.
2.
VENTILATORI: USO E MANUTENZIONE............................................................... 3
1.1.
MANUTENZIONE ............................................................................................. 3
1.2.
NORME GENERALI DI ESERCIZIO................................................................. 8
1.3.
SMONTAGGIO E MONTAGGIO..................................................................... 10
SONDE DI TEMPERATURA: USO E MANUTENZIONE ....................................... 37
2.1.
Descrizione ..................................................................................................... 37
2.2.
Precauzioni d’uso delle sonde ........................................................................ 38
2.3.
Controllo sonde di temperatura....................................................................... 39
2.4.
Sostituzione del cavo della sonda................................................................... 45
3.
ALTRI DISPOSITIVI: ELETTROVALVOLE E CONTALITRI .................................. 46
4.
VERIFICHE PERIODICHE..................................................................................... 48
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1. VENTILATORI: USO E MANUTENZIONE
1.1. MANUTENZIONE
Cassa – bloccaggi
Pulire periodicamente le parti interne non dimenticando di togliere eventuali corpi
estranei.
Girante
Levare ogni traccia di sporcizia o di incrostazioni che possano provocare squilibri. Nel
caso di aspirazione di polvere abrasiva le vibrazioni possono dipendere d’usura. In
questo caso la girante deve essere sostituita al più presto.
Verificare lo stato delle saldature.
Evitare di separare il mozzo dalla girante; tale operazione è inutile e comprenderebbe
l’equilibratura.
3
Pulegge
Assicurarsi che l’allineamento sia rimasto corretto ed eventualmente correggerlo.
Pulire con cura le gole.
Cinghie
Pulire ogni faccia. Controllare la tensione, se necessario ripristinarla. Pulire le gole.
METODO DI TENSIONAMENTO
Il buon funzionamento di una trasmissione equipaggiata con cinghie è vincolato alla
giusta tensione di montaggio. Si dovrà perciò procedere nel seguente modo, agendo sul
tenditore a slitta:
1. misurare il tratto libero T;
2. per ogni cinghia applicare mediante
dinamometro, a metà di T una forza F
perpendicolare capace di provocare una
freccia f di 1,5 mm per ogni 100 mm di T;
3. confrontare il valore di F’ ed ed f’’ riportati in
tabella.
N.B. 1) La tabella è relativa a trasmissioni con rapporti da 2 a 4. Per F < F’ occorrerà
tendere ancora la cinghia. Per F > F’’ la cinghia è troppo tesa.
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2) Nel periodo di rodaggio delle trasmissioni avviene una rapida diminuzione della
tensione. Occorre perciò in fase di montaggio tendere le cinghie in modo tale che la
forza F che genera la freccia f sia 1,3 volte superiore a quella indicata in tabella.
Controllare inoltre frequentemente la tensione delle cinghie.
Giunto d’accoppiamento
Assicurarsi che l’allineamento sia corretto, sia come parallelismo, che come centraggio.
Per il controllo procedere come segue:
RADIALE – Rilevare la quota Cr e spessorando con lamierini i piedi del motore,
ricondurla entro i limiti riportati in tabella.
ANGOLARE – Rilevare la quota a e b in almeno 4 punti e determinare la variazione
massima b-a. Ricondurla entro i limiti riportati in tabella.
Periodicamente controllare
lo stato d’usura dei tasselli
in gomma e se necessario
procedere
alla
loro
sostituzione.
Supporti
Controllare la quantità e lo stato del grasso presente nel supporto.
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Provvedere alla lubrificazione con del grasso nuovo nelle quantità ed intervalli indicati
nel grafico 1 (in funzione del tipo di cuscinetto, del diametro dell’albero ed alla velocità
di rotazione).
Per temperature dell’anello esterno al cuscinetto, da 70°C a 110°C per ogni ∆T = 15°C
l’intervallo di lubrificazione si dimezza.
Anche in caso di ambiente polveroso, umido caldo, corrosivo, il suddetto intervallo di
tempo deve essere convenientemente ridotto.
Il tipo di grasso, salvo diversa prescrizione, è CASTROL SUPERGREASE 2, il cui
campo normale di funzionamento va da –30 a +170°C con punto di gocciolamento a
280°C, penetrazione 265/295.
La quantità di grasso nuovo da introdurre al montaggio ed successive rilubrificazioni
può essere determinata con l’ausilio della formula.
G = 0,005 * D * B
Dove:
G = quantità di grasso in gr.
D = diametro esterno del cuscinetto in mm.
B = Larghezza dell’anello in mm.
N.B.
I NOSTRI VENTILATORI SONO DIMENSIONATI IN MODO TALE DA GARANTIRE
UNA DURATA DEL CUSCINETTO, LATO TRASMISSIONE, DI 20.000 ÷ 30.000 ORE
DI FUNZIONAMENTO IN SERVIZIO CONTINUO. DETTA GARANZIA È VALIDA
QUANDO LA TRASMISSIONE È COMPRESA NELLA FORNITURA E QUINDI È
STATA CALCOLATA E MONTATA PRESSO IL NS. STABILIMENTO.
IN CASO CONTRARIO SUGGERIAMO DI INTERPELLARCI SUL TIPO DI
TRASMISSIONE PIÙ IDONEA DA ADOTTARE.
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Grafico 1
Intervalli di lubrificazione, ore di lavoro.
Esempio:
Un cuscinetto radiale rigido a sfere, avente un diametro di foro (d) pari a 100 mm, gira a
1000 giri/min. La temperatura di lavoro varia tra 60 e 70°C. Che cosa ci si può attendere
come intervallo di lubrificazione?
Si tracci una verticale a partire dal valore 1000 sull’asse X del diagramma fino alla curva
d = 100 mm. Dall’intersezione si tracci una orizzontale fino ad incontrare l’asse Y
relativo ai cuscinetti radiali a sfere; si ricaverà il valore 10.000 che rappresenta
l’intervallo di lubrificazione in ore.
tfa Cuscinetti radiali a sfere
tfb Cuscinetti a rulli cilindrici e a rulli
tfc Cuscinetti orientabili a rulli, cuscinetti a rulli conici, reggipista a sfere.
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1.2. NORME GENERALI DI ESERCIZIO
INFORMAZIONI SUL FUNZIONAMENTO DEI VENTILATORI RADIALI
I ventilatori radiali con giranti a pale radiali o curve in avanti devono sempre funzionare
collegati a tubazioni o apparecchi che, con la loro resistenza, ne limitano la portata. Se
il ventilatore dovesse funzionare senza resistenze (a bocca libera) il motore potrebbe
bruciare perché il ventilatore, a bocca libera, dà la portata massima e sovraccarica il
motore.
a) Se il circuito offre la resistenza calcolata, il ventilatore darà la portata prevista e il
motore assorbirà la potenza indicata nella tabella dei dati.
b) Se la resistenza del circuito fosse superiore a quella calcolata, il ventilatore darà una
portata inferiore a quella prevista ed il motore assorbirà solitamente una potenza
minore.
c) Se la resistenza del circuito fosse minore di quella calcolata: il ventilatore darà una
portata maggiore di quella prevista ed il motore assorbirà una potenza maggiore.
È quindi consigliabile, per questi ventilatori, installare sul circuito una serranda di
regolazione da mettere a punto all'avviamento dell'impianto.
VENTILATORI RADIALI CON GIRANTE A PALE CURVE ROVESCIE
Tali ventilatori possono funzionare anche con circuiti che offrono resistenze più basse di
quelle calcolate senza pericolo di bruciare il motore; perché questi ventilatori hanno la
caratteristica di non aumentare di molto la portata al diminuire della resistenza del
circuito.
Questi ventilatori radiali assorbono la massima potenza in prossimità del punto di
massimo
rendimento.
Quindi,
escludendo
quanto
si
è
detto
a
proposito
dell'assorbimento di potenza, le considerazioni fatte nei punti a) b) c) valgono anche per
questi ventilatori.
N.B.: Importante: Il senso di rotazione della girante è indicato dalla freccia fissata sul
fianco della chiocciola (Iato comando). Qualora la girante ruotasse in senso contrario
scambiare fra di loro i collegamenti di due fasi della linea di alimentazione (motori
trifase).
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INFORMAZIONI GENERALI
a) Informazioni sulla rumorosità
la rumorosità del ventilatore dipende molto dall'ancoraggio al piano di appoggio e dai
collegamenti alle tubazioni di aspirazione e di mandata.
Consigliamo di installare il ventilatore su base antivibrante in modo da limitare la
trasmissione delle vibrazioni al piano di appoggio e di interrompere la continuità
metallica fra il ventilatore e le condotte usando giunti antivibranti di tela.
b) Protezione del motore elettrico
l'intensità della corrente assorbita dal motore, a regime, non deve superare il valore
segnato sulla targa.
Qualora la corrente superasse il valore di targa, la regolazione della corrente assorbita
deve essere fatta diminuendo la portata del ventilatore con la parziale chiusura della
serranda di regolazione (per ventilatori radiali).
A protezione del motore consigliamo di installare un interruttore automatico completo di
elementi magneto-termici. È buona norma controllare periodicamente lo stato dei
contatti dell'interruttore.
c) Protezione contro i rischi da contatto accidentale
Tutti i ventilatori vengono forniti completi delle protezioni contro i rischi da contatto,
secondo norme UNI 9219.
L'installatore e l'utilizzatore devono controllare prima dell'avviamento che tutte le
protezioni siano correttamente montate; in particolare il carter di protezione della
trasmissione e della ventolina di raffreddamento. In mancanza di queste protezioni è
assolutamente vietato avviare la macchina.
È pure tassativamente vietato aprire la portella di pulizia con il ventilatore in movimento.
Anche il montaggio della portella deve avvenire a macchina ferma.
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N.B.: Nell'utilizzo del ventilatore si devono considerare anche i rischi derivanti da
ingresso di corpi estranei, rischi da convoglia mento di gas pericolosi (esplosivi,
infiammabili, tossici ecc.).
Anche i rischi inerenti alle operazioni di manutenzione (pulizia, equilibrature in opera,
lubrificazione, apertura della portella) dovranno avvenire in condizioni di estrema
SICUREZZA per il personale. A tale riguardo raccomandiamo di isolare il ventilatore
dalla macchina motrice prima di iniziare le operazioni di manutenzione.
1.3. SMONTAGGIO E MONTAGGIO
BOCCAGLIO DI ASPIRAZIONE
Togliere i dadi che lo fissano alla fiancata del ventilatore.
CASSA
Sui ventilatori orientabili la cassa è fissata con bulloni al disco sedia, quindi, per lo
smontaggio, svitare i relativi dadi.
Per i ventilatori di una certa dimensione, la cassa è direttamente saldata alla base
ventilatore; in questo caso non è possibile lo smontaggio della stessa.
GIRANTE (a semplice aspirazione)
Smontaggio: (fig. 1)
tolto il boccaglio di aspirazione e dove è possibile anche la cassa, togliere la vite e la
rondella che blocca la girante all'albero. Interporre sull'estremità dell'albero una rondella
di protezione in lamiera quindi, mediante l'uso dell'estrattore, sfilare la girante
dall'albero. Si raccomanda per giranti di un certo peso di sostenerle appendendole con
una fune ad un paranco fino ad estrazione completa.
Montaggio: (fig.2)
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presentare la girante davanti all'albero, quindi avvitare il dado sulla vite in modo da
spingere la girante contro lo spallamento.
GIRANTE (a doppia aspirazione; esecuz. 3D - 110. 14D)
Allentare i tenditori e smontare le cinghie di trasmissione. Togliere i bulloni di fissaggio
dei supporti e i dadi di bloccaggi, o dei boccagli sulla cassa, quindi smontare gli stessi e
sfilare la girante completa dell'albero e supporti.
Per smontare la girante dall'albero occorre smontare i supporti e togliere la ghiera di
bloccaggio girante.
Fig. 1
Fig. 2
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GIRANTE ELICOIDALE (VENTILATORE ASSIALE)
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PULEGGE (fig. 1 ÷ 4)
Per lo smontaggio delle pulegge (nella maggioranza dei casi con bussola conica)
occorre:
- Togliere le due viti di bloccaggio, infilare una vite nel foro di estrazione ed avvitare
finché si sblocca.
- Nell'operazione di montaggio occorre posizionare la bussola e la puleggia facendo
corrispondere i fori delle viti. Introdurre le viti ed avvitarle alternativamente fino ad
ottenere il serraggio.
Prima di bloccare definitivamente le pulegge controllare, con una riga posta lungo le
facce delle pulegge, il parallelismo degli alberi motore - ventilatore.
SUPPORTO MONOBLOCCO
Allentare il grano e togliere, se esiste, la ventolina dall'albero.
Svitare le viti di bloccaggio dei coperchietti e quindi sfilare dalla cassa l'albero completo
dei due cuscinetti.
Con apposito estrattore, smontare i cuscinetti dell'albero.
Se è necessaria la sostituzione dei cuscinetti, questi, devono essere montati
correttamente onde evitare di danneggiarli irrimediabilmente.
Il metodo più efficace per montare i cuscinetti è quello di riscaldarli su piastra elettrica,
fino ad una temperatura di circa 80°C. Lubrificarli quindi con il tipo e quantità di grasso
raccomandato. (vedi 3.6).
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SUPPORTI RITTI
Allentare il grano e togliere, se esiste, la ventolina dall'albero.
Svitare le viti e togliere le copertine superiori ed inferiori dei supporti ed anche i due
anelli d'arresto del cuscinetto.
Svitare la ghiera dopo aver raddrizzato il dente della rosetta di sicurezza.
Togliere la bussola di trazione, utilizzando possibilmente la ghiera idraulica, sfilare
quindi il cuscinetto dall'albero.
Nella fase di montaggio: bloccare la bussola di trazione mediante la apposita ghiera,
utilizzando la chiave a percussione o, meglio ancora, la ghiera idraulica.
Istruzioni per il montaggio dei cuscinetti a rulli conici sui nostri ventilatori
Prima del montaggio del cuscinetto occorre rilevare il giuoco radiale misurato tra l'anello
esterno (posto più in alto) ed un rullo scarico, facendo compiere al cuscinetto, prima
della misurazione, alcuni giri affinché i rulli assumano la posizione corretta.
(N.B.: Utilizzare per la misurazione spessi metri con lamelle da Q.03 mm in su di
spessore).
Durante il montaggio controllare più volte la riduzione del giuoco interno sotto al rullo
disposto più in basso.
Il corretto montaggio si ottiene con una riduzione del giuoco interno ottenendo così il
"giuoco minimo residuo ammissibile". (tolleranze da verificare in tabella).
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ANOMALIE DI FUNZIONAMENTO
NON DIMENTICARE CHE QUALORA UN IMPIANTO AERAULICO NON FUNZIONI A
DOVERE VI PUÒ ESSERE PIU DI UNA CAUSA. OCCORRE RICERCARLE TUTTE
ED ELIMINARLE SISTEMATICAMENTE.
DISFUNZIONI AERAULICHE possono verificarsi per una o più delle seguenti
cause:
- portata insufficiente
- portata eccessiva
- assorbimento eccessivo di potenza
- cattivo avviamento
- pulsazioni d'aria, rumore e vibrazione.
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PORTATA D'ARIA INSUFFICIENTE
Alla velocità di rotazione normale essa è accompagnata da una riduzione di potenza
per i ventilatori radiali, specialmente per quelli a pale curve in avanti o a pale a uscita
radiale. L'assorbimento di potenza è meno influenzato per i ventilatori radiali a pale
rovesce e, in alcuni casi di particolari applicazioni può leggermente aumentare.
Questo è pure il caso di alcuni ventilatori assiali.
Cosa occorre fare:
6.2.1 Controllare il senso di rotazione.
Un ventilatore radiale che ruoti in senso inverso spinge comunque l'aria nel circuito.
Un suggerimento pratico: se sono visibili solo pochi millimetri dell'albero lasciar cadere
l'estremità di un righello sull'albero. Il lato dove viene scagliato indica il senso di
rotazione.
6.2.2 Controllare il senso di rotazione della girante.
6.2.3 Controllare la velocità di rotazione e che le cinghie non slittino.
6.2.4 Scegliere una sezione retta del canale d'aria in cui siano minimi i disturbi provenienti da monte, preferibilmente prima del ventilatore, e determinare tramite il tubo di
Pitot la portata d'aria fluente in quel momento.
6.2.5 Misurare le pressioni statiche all'aspirazione ed in mandata in modo corretto. La
differenza algebrica dà la pressione statica del ventilatore.
6.2.6 Verificare i risultati dei punti 6.2.4 e 6.2.5 con i dati di progetto.
6.2.7 Se il valore del punto 6.2.4 è basso e 6.2.5 uguale o maggiore di quello di
progetto, il difetto maggiore è probabilmente nel circuito e non nel ventilatore.
Controllare le sezioni del circuito per cercare i punti di perdite eccessive.
Ciò si può fare controllando la pressione statica o totale in punti strategici del circuito.
A parte gli errori di stima, perdite di carico eccessive possono derivare da:
6.2.8 Serrande mal regolate.
6.2.9 Due o più curve, ostruzioni o scambi di sezioni molto vicini.
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6.2.10 Una griglia di aspirazione o di diffusione eccessivamente fitta, per esempio a
causa della contrazione della portata dell'aria attraverso aperture a spigolo vivo, una
protezione punzonata o a lamiera stirata su un'apertura può avere un'area libera
effettiva, del 30% o più, inferiore a quella di passaggio misurabile.
6.2.11 Un filtro sovraccarico.
6.2.12 Un accumulo di corpi estranei.
6.2.13 Turbolenza (in genere dopo un ventilatore assiale senza raddrizzatore)
6.2.14 Turbolenza eseguita da una contrazione (molto dannosa).
6.2.15 canale rettilineo di sbocco dell'aria lungo meno di 2,5 volte di diametro.
Per eliminare anomalie dei punti 6.2.13 e 6.2.16, dotare l’impianto di reddrizzatori.
6.2.16 Se entrambi i valori 6.2.4 e 6.2.5 sono bassi il difetto principale è probabilmente
nel ventilatore, o nei suoi collegamenti più vicini benché gli errori del circuito
possano influire anche loro. Dopo aver fatto i controlli 6.2.2 e 6.2.3 procedere
con altri controlli come segue:
6.2.17 verificare la presenza di sostanze estranee nella girante.
6.2.18 Controllare le connessioni e i giunti flessibili all’aspirazione e alla mandata per
vedere se non ci siano ostruzioni nei canali.
6.2.19 È la perdita o la ricircolazione tra i punti di misura ed il ventilatore che riduce la
portata effettiva (compresa la perdita dei fori di prova).
6.2.20 Una corrente vorticosa all'aspirazione nello stesso senso di rotazione della
girante causa riduzione di portata e pressione.
N.B.: AZIONE PER ELIMINARE IL DIFETTO:
montare il dispositivo antiturbolenza
esempio una semplice lamiera spartiaria nella cappa di aspirazione elimina la
vorticosità, inoltre le palette direttrici nel migliorare l’alimentazione aeraulica, migliorano
anche le prestazioni del ventilatore.
6.2.21 ventilatore è provvisto di un appropriato bloccaggio di aspirazione nel caso che
la sua categoria di installazione lo richieda. Per esempio, un ventilatore assiale a
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carcassa tubolare dà il massimo delle sue prestazioni con l’aspirazione libera se è
provvisto di un boccaglio conico di forma appropriata.
6.2.22 Ogni altro impedimento aeraulico all’aspirazione, ad esempio curve o brusche
deviazioni, deve essere considerato.
6.2.23 Ogni impedimento aeraulico alla mandata, per esempio allargamenti improvvisi,
curve o altre ostruzioni che non permetto un normale recupero della pressione
dinamica.
6.2.24 Il ventilatore è calcolato per la massa volumica di fluido su cui sta lavorando. Un
ventilatore calcolato per lavorare con aria fredda a livello del mare può produrre una
pressione minore ad altitudini maggiori o se aspira gas caldi.
PORTATA D'ARIA ECCESSIVA
Alla velocità di rotazione nominale ciò causa un eccessivo consumo per ventilatori
radiali a pale curve in avanti. L'assorbimento di potenza è pure alto per i ventilatori a
pale a uscita radiale, ma non è meno per i tipi a pale rovescie. La potenza può essere
anche leggermente ridotta per alcuni ventilatori assiali o radiali con pale indietro.
Cosa occorre fare:
6.3.1 Controllare il senso di rotazione della girante. Una girante radiale a pale rovescie
curve o piane che funziona nel senso di rotazione inverso si comporta come se le pale
fossero curvate in avanti e darà perciò troppa aria assorbendo anche troppa potenza.
6.3.2 La velocità di rotazione elevata? (le pulegge sono di dimensioni errate o sono
state cambiate?).
6.3.3 Scegliere una sezione retta del canale d'aria, in cui siano minimi i disturbi
provenienti da monte e determinare tramite tubo di Pitot la portata di aria fluente in quel
momento. Confrontare il valore con quello di progetto. Il valore di portata in eccesso
può dare una indicazione per quanto riguarda la causa, per esempio fino a circa il 10%
al di sopra dei valori di progetto può indicare la causa di cui al punto 6.3.8 che segue.
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Una disparità significativamente più grande può indicare un errore maggiore nel
circuito.
Procedere con metodo sistematico.
6.3.4
Serrande o registri non posizionati correttamente o componenti del circuito non
installati.
6.3.5
Perdite d'aria al di là dei punti di prova (esempio portine di accesso aperte, con-
dutture o componenti mal costruiti o mal incanalati) o dei canali in muratura.
6.3.6
Serrande di bypass non perfettamente chiuse (per esempio su un impianto per
caldaie).
6.3.7
Sbilanciamento tra i ventilatori che lavorano in parallelo. Consultare il
Costruttore.
6.3.8
Stima eccessiva delle perdite di carico del circuito. Rallentare la velocità di
rotazione del ventilatore (o chiudere le serrande) finché si raggiunge la prestazione
voluta.
ASSORBIMENTO ECCESSIVO DI POTENZA
Può essere causato da:
6.4.1
Un ventilatore radiale a pale curve in avanti, a pale ad uscita radiale che
convogli troppa aria.
6.4.2
Un ventilatore radiale a pale curve rovesci e che giri in senso inverso o una
girante di senso di rotazione sbagliato che giri correttamente.
6.4.3
Una prerotazione dell'aria all'aspirazione in direzione opposta a quella di
rotazione del ventilatore.
Controllare la cappa di aspirazione.
6.4.4
Un ventilatore assiale a passo corto o un ventilatore assiale che lavora con
eccessiva pressione.
6.4.5
Un motore a corrente alternata che giri al di sotto della sua normale velocità di
rotazione a causa di difetti nell'avvolgimento o nella messa in moto, o a bassa tensione
di alimentazione.
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AVVIAMENTO PERICOLOSO
Può essere dovuto ad un eccessivo assorbimento di potenza, vedi il punto precedente,
oppure può derivare da:
6.5.1
Tensione di alimentazione ridotta.
6.5.2
Tensione di avviamento troppo bassa sull'autotrasformatore di avviamento.
6.5.3
Relè di max di tipo inadatto per le condizioni di avviamento.
6.5.4
Difetto del moltore che provoca abbassamento delle sue caratteristiche di
spunto.
6.5.5
Inadeguata valutazione del momento d'inerzia delle parti rotanti del ventilatore in
relazione al motore prescelto ed al suo tipo di avviamento.
Per tutti i ventilatori radiali il carico all'avviamento può essere limitato chiudendo le
serrande fino a che la piena velocità sia raggiunta.
Questo non vale per la maggior parte dei ventilatori assiali.
PULSAZIONI DI ARIA (POMPAGGIO), RUMORE O VIBRAZIONE
Le pulsazioni di aria derivano dall'instabilità della portata e possono sorgere da varie
cause, tra le quali:
6.6.1
Un ventilatore assiale che lavora nella zona iniziale nella sua caratteristica di
funzionamento in condizione di stallo.
6.6.2
La maggior parte degli altri tipi di ventilatori che operino in prossimità delle con-
dizioni di portata nulla.
6.6.3
Fluttuazioni dei ventilatori nella disposizione in parallelo.
6.6.4
Una ostruzione o una cattiva connessione all'aspirazione che crea condizioni
instabili di ingresso dell'aria (esempio: vortice).
6.6.5
Distacco e riattacco alternato del flusso alle pareti di un canale divergente.
6.6.6
Rumore:
In genere tutti i ventilatori, più o meno, generano rumore, ma ci si deve preoccupare
solo quando il suo livello è inaccettabile. Esso può essere generato come rumore
dovuto all'aria, alla parte meccanica o al ronzio elettrico o combinazione di questi tre.
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Mentre il rumore dovuto all'aria può aumentare per alcune ostruzioni vicino
all'aspirazione o alla mandata di un ventilatore, più comunemente il rumore è dovuto ad
un'errata scelta del ventilatore.
Quest'ultima condizione può solo essere corretta sostituendo il ventilatore con uno più
silenzioso (in genere di diametro superiore e minor velocità) o mediante l'applicazione di
sistemi di insonorizzazione.
6.6.7
Rumore meccanico
Il rumore meccanico può derivare dallo sfregamento di parti in moto, errata scelta dei
cuscinetti, vibrazioni di lamiere ecc. Le cause sono usualmente abbastanza evidenti ma
può essere utile nella ricerca di un rumore nei cuscinetti o nel motore elettrico usare lo
stesso stetoscopio.
6.6.8
Rumore elettrico
Il rumore elettrico può derivare dall'eccentricità tra rotore e stato re, difetti o porosità
nelle pressofusioni dei rotori, vibrazioni nell'avvolgimento ecc.
Questo è sempre presente con più o meno grande intensità.
Alcuni tipi di motore monofase possono essere particolarmente carenti da questo punto
di vista. Il rumore può aumentare sensibilmente o diminuire a seconda del metodo di
montaggio del motore.
6.6.9
Vibrazioni
Le vibrazioni di livello inaccettabile possono derivare da squilibri o da una struttura di
supporto inadatta o da una combinazione di entrambe.
Quando la frequenza naturale di una struttura di supporto è vicina a quella
corrispondente alla velocità di rotazione del ventilatore, nessuna, seppur accurata
bilanciatura, può evitare la vibrazione.
Si può rinforzare la struttura o alterare sensibilmente la sua frequenza naturale di
risonanza (esempio aggiunta di pesi).
Nel caso di sbilanciatura eccessiva contattare il fabbricante del ventilatore o uno
specialista di vibrazioni.
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Esecuzioni costruttive dei ventilatori secondo le norme internazionali eurovent
ESECUZIONE 1
Accoppiamento a cinghie. Girante calettata a sbalzo. Supporto montato su sedia al di
fuori del circuito dell’aria. Temperatura max dell’aria 90°C senza ventolina di
raffreddamento; 350°C con ventolina.
ESECUZIONE 4
Accoppiamento diretto. Girante calettata direttamente sull’albero del motore che è
sostenuto dalla sedia. Temperatura max dell’aria 80°C; con ventolina 150°C (per
ventilatori elicoidali temperatura max dell’aria 70°C).
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ESECUZIONE 5
Accoppiamento diretto. Girante calettata direttamente sull’albero del motore flangiato
che è sostenuto dalla cassa. Temperatura max dell’aria 80°C.
ESECUZIONE 8
Accoppiamento diretto a mezzo giunto elastico. Girante calettata a sbalzo. Supporto
montato su base al di fuori del circuito dell’aria. Temperatura dell’aria 90°C senza
ventolina di raffreddamento; 350°C con ventolina. Base unica per ventilatore supportomotore.
ESECUZIONE 9
Accoppiamento a cinghie. È uguale alla esecuzione 1 col motore sostenuto sul fianco
della sedia. Temperatura massima dell’aria 90°C senza ventolina di raffreddamento,
350°C con ventolina. Posizione del motore W o Z (per ventilatori elicoidali temperatura
max dell’aria 70°C).
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ESECUZIONE 12
Accoppiamento a cinghie. È uguale alla esecuzione 1 col. Ventilatore e motore
sostenuti dal telaio di fondazione. Temperatura massima dell’aria 90°C senza ventolina
di raffreddamento; 350°C con ventolina. Posizione del motore W o Z (eccezionalmente
X o Y) (per ventilatori elicoidali temperatura max dell’aria 70°C).
SISTEMAZIONE 3D
Accoppiamento a cinghie. Girante calettata fra i supporti, montati sui tronchetti aspiranti
dietro al circuito dell’aria, temperatura max dell’aria 40°C; con cuscinetti gioco C3 max
80°C.
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SISTEMAZIONE 14D
Accoppiamento a cinghie. È uguale alla sistemazione 3D col motore montato su base
sostenuta dalla casa. Temperatura max dell’aria 40°C, con cuscinetti gioco C3 max
80°C.
SISTEMAZIONE 11D
Accoppiamento a cinghie. È uguale alla sistemazione 3D col ventilatore e motore
sostenuti dal telaio di fondazione. Temperatura max dell’aria 40°C, con cuscinetti gioco
C3 max 80°C.
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NOMENCLATURA
01 – CASSA
30 – COPERTINA
02 – GIRANTE
31 – CORPO DEL SUPPORTO
03 – SEDIA
32 – ANELLI D’ARRESTO
04 – MOTORE
33 – BUSSOLA DI TRAZIONE
05 – SUPPORTO
34 – GHIERA
06 – BOCCAGLIO
35 – ROSETTA DI SICUREZZA
07 – SEDIA A BANDIERA
36 – GIUNTO SEMIELASTICO
08 – BASAMENTO
37 – TAPPO DI SCARICO
09 – CONTROFLANGIA ASPIRANTE
38 – GIUNTO FLESSIBILE ASPIRANTE
10 – CONTROFLANGIA PREMENTE
39 – GIUNTO FLESSIBILE PREMENTE
11 – PORTELLA
40 – REGOLATORE DI PORTATA CIRCOLARE
12 – PULEGGIA VENTILATORE
41 – REGOLATORE DI PORTATA RETTAMGOLARE
13 – PULEGGIA MOTORE
43 – RETE DI PROTEZIONE
14 – CINGHIE TRAPEZOIDALI
44 – DISTANZIALE
15 – CARTER
45 – GHIERA BLOCCAGGIO GIRANTE
16 – TUBAZIONE DI COLLEGAMENTO
50 – TAMBURO VENTILATORE
17 – PROTEZIONE VENTOLINA
51 – SEMIMOZZI
18 – SUPPORTI ANTIVIBRANTI
53 – TETTUCCIO
19 – ANELLO PARAGRASSO
54 – BASE ANCORAGGIO
20 – ANELLO SEEGER
55 – PERSIANA A GRAVITÀ
21 – DISCO SEDIA
56 – TIRANTI
22 – LINGUETTA
57 – PERSIANA A GRAVITÀ
23 – VENTOLINA
58 – PIEDI DI SOSTEGNO
24 – INGRASSATORE
60 – PROTEZIONE LATO MOTORE
25 – CUSCINETTO
61 – BULLONI FISSAGGIO PALE
26 – ALBERO
62 – BASE PORTAMOTORE B5
27 – CASSA SUPPORTO
63 – GOLFARE (GANCIO DI SOLLEVAMENTO)
28 – COPERCHIETTO
29 – PROTEZIONE
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2. SONDE DI TEMPERATURA: USO E MANUTENZIONE
2.1. Descrizione
Per il rilievo delle temperature di processo, si utilizzano sonde di temperatura ad
infissione. , che hanno hanno lunghezza dello stelo pari a 1200 mm. Lo stelo che può
essere rigido (diametro 8-10 mm) o flessibile (diametro 6 mm).
Entrambi i tipi di sonde sono costituiti dallo stelo e dalla testina, che contiene il
trasduttore di temperatura, ed è accessibile tramite un coperchio con guarnizione
fissato con due viti.
Dalla testina della sonda si diparte il cavo di collegamento all’impianto, che termina
nella spina di connessione.
Nella figura 3 si vede la testa di una sonda; si notano, da sinistra, il cavo, il pressacavo,
la riduzione cromata, la testina con coperchio a vite, e in basso l’inizio dello stelo in
acciaio.
Figura 3
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2.2. Precauzioni d’uso delle sonde
Le sonde ad infissione (L=1200 mm) vanno infilate nel materiale con cura per non
rischiare di danneggiare la sonda. In particolare, la sonda va spinta all’interno del
materiale afferrandola e facendo forza sullo stelo; la testa non deve ricevere pressioni
eccessive.
In caso si riscontri resistenza eccessiva durante l’inserimento, provare a sfilare la sonda
parzialmente e cercare una direzione più favorevole. La direzione della sonda deve
essere orizzontale o leggermente verso il basso. Ad inserimento completo, lo stelo deve
sporgere di qualche centimetro dal materiale
Prima di rimuovere il materiale, la sonda va sempre estratta. L’estrazione deve avvenire
tirando la testa il minimo indispensabile (senza strattoni), fino a riuscire ad afferrare lo
stelo, sul quale si potrà esercitare l’opportuna forza.
Le sonde flessibili che si siano storte durante il processo possono essere raddrizzate
senza problemi di rottura, pur con l’accortezza di operare con cautela e usando
solamente le mani; non utilizzare attrezzi di nessun tipo per raddrizzare una sonda!
Non tirare mai la sonda afferrandola per il cavo.
In caso il cavo di una sonda si danneggi o si strappi, evitare riparazioni estemporanee
con giuntura del cavo o l’isolamento con nastro adesivo; il cavo della sonda
eventualmente danneggiato va sempre sostituito con un cavo nuovo (vedere alla fine
del documento procedure e tipologie di cavo).
Manutenzione generale
Le sonde richiedono alcune verifiche periodiche indispensabili per garantire il
funzionamento continuativo delle sonde stesse e dell’impianto in generale.
Le verifiche sono le seguenti:
Ogni 15 giorni (ad ogni ciclo di ogni reattore):
-
Scollegare le prese delle sonde e controllare visivamente lo stato dei connettori, i
quali non devono presentare segni di ossidazione, sporcizia, umidità, o di rotture dei
contatti.
-
Verificare lo stato della guarnizione di tenuta sulla spina della sonda (presente
solo sul frutto maschio), che non deve mancare o essere screpolata o rotta.
38
-
Verificare lo stato dei cavi e dei pressacavi presenti sulle prese e sulla sonda; il
cavo deve essere integro e il pressacavo deve essere stretto e con la guarnizione
integra.
Ogni 3 mesi:
-
Verificare che le viti del coperchio di chiusura della testa della sonda siano
strette. In caso siano allentate, rimuovere il coperchio e controllare l’interno della sonda,
che non deve essere umido ne presentare segni di ossidazione. In caso di presenza di
umidità, ma con sonda funzionante, lasciare asciugare la sonda facendo evaporare
l’umidità. Risolvere il problema che ha causato la presenza di condensa (tipicamente
guarnizione o pressacavo danneggiato, o coperchio allentato).
Ogni 6 mesi:
-
Rimuovere il coperchio della testina della sonda e controllarne l’interno come
descritto al punto precedente.
2.3. Controllo sonde di temperatura
I controlli sulle sonde di temperatura sono da effettuare in caso di problemi di
funzionamento delle singole sonde, visibile dal sinottico del programma (temperature a
0°C o a 99°C tipicamente). In caso tutte le sonde siano a 0° C, probabilmente il
problema è da ricercarsi in modo diverso, ed è indice di mancata comunicazione con
l’impianto o malfunzionamento delle schede di comunicazione degli inverter (vedere
capitolo precedente).
La prima verifica da fare è relativa all’alimentazione delle sonde.
La verifica mira a verificare la corretta alimentazione della sonda, e va eseguita di solito
partendo dalla sonda e risalendo via verso il quadro elettrico, fino a trovare il punto di
eventuale interruzione (ovviamente solo in caso di problemi dopo la prima lettura ai
morsetti nella sonda). Ovviamente la sonda deve essere collegata e alimentata (spina
inserita e quadro elettrico acceso). Questa verifica vale anche per eventuali altre sonde
39
alimentate come le sonde di temperatura, che tipicamente sono sonde di umidità,
ossigeno, ecc. (alimentazione in corrente continua 24V e segnale 4-20 mA).
-
Rimuovere il coperchio della sonda e posizionare i puntali del tester sui due
morsetti + e – della sonda, come da foto 2 sottostante; il tester deve essere in
configurazione per misura di tensione in corrente continua; fondo-scala almeno a 30
Vcc.
-
Se la lettura del tester è compresa tra 17 e 24 Vcc, l’alimentazione è corretta.
Notare che il puntale rosso deve essere sul morsetto + e il nero sul morsetto -; in questo
modo verifichiamo anche la corretta polarità. Se i puntali vengono invertiti, i valori letti
sono uguali ma con segno negativo. In caso le sonde siano alimentate con la polarità
invertita non funzionano e possono danneggiarsi: in tal caso invertire i due cavi.
Figura 4
-
Se la sonda non risulta alimentata (lettura a 0Vcc), il problema è probabilmente
relativo al cavo o alla presa, che in qualche punto sono interrotti. Conviene verificare
anche la tensione sulla presa lato rack ed eventualmente sui morsetti nel quadro, per
trovare il punto di interruzione. Se anche qui la lettura è pari a 0V, bisogna verificare
che eventuali fusibili siano a posto; è possibile verificarli con il tester o semplicemente
40
guardando la spia sul portafusibile, se presente. Eventualmente sostituire il fusibile.
Nella figura 5 sono visibili i portafusibili delle sonde tipicamente presenti nei quadri
elettrici.
Figura 5
La seconda verifica da fare è relativa alla corrente restituita dalla sonda.
Questa verifica deve essere fatta solo dopo esito positivo della prima. La prova si
esegue sempre con sonda alimentata; siccome scollegheremo un cavo dal morsetto,
fare molta attenzione a non creare cortocircuiti con l’altro morsetto (non ci sono pericoli
di fulminazione, ma si possono danneggiare componenti elettroniche).
Rimuovere eventualmente il coperchio della sonda, rimuovere con attenzione il cavo dal
morsetto con polarità negativa (-), posizionare i puntali del tester sul morsetto (-) e sul
cavo rimosso (tenerlo bene a contatto); il tester deve essere in configurazione per
letture di corrente continua in mA con fondoscala a circa 200 mA. ATTENZIONE: non
sbagliare il morsetto su cui si mette il puntale del tester, per non danneggiare il tester o
la sonda. Vedere figura 6.
41
Figura 6
La lettura del tester deve essere compresa tra 4 e 20 mA, ma da questa lettura si può
già risalire alla temperatura indicata dalla sonda secondo la seguente formula:
((150*(mA 4))/16) 50=T °C, dove mA è la lettura data dal tester. La formula è valida per
le sonde di temperatura standard Entsorga, con trasduttore 4-20 mA e con scala di
temperatura –50…+100°C.
In caso si voglia controllare il funzionamento di sonde di umidità, le quali hanno
anch’esse un’uscita 4 20 mA, si può usare lo stesso metodo appena visto per le sonde
di temperatura. Rispetto a queste, l’intervallo 4 20 mA del segnale corrisponde
all’intervallo di umidità 0 100%. La formula diventa quindi (100*(mA 4))/16=%RH. Se la
lettura effettuata in questo modo è corretta, la sonda è funzionante.
In caso la lettura della corrente non sia congrua con la reale temperatura o umidità
(probabili o misurate con strumenti portatili), ovvero sia fuori dal range 4-20 mA o con
valori evidentemente sbagliati (es. 5mA= -40,6°C), la sonda è guasta. Si può ancora
distinguere se il guasto è nel trasduttore o nel sensore della sonda con la verifica
seguente (non vale per le sonde di umidità).
La terza verifica da fare è relativa alla resistenza restituita dal sensore PT100 della
sonda.
42
Questa verifica deve essere fatta solo dopo esito negativo della seconda prova, e con
alimentazione della sonda disinserita (scollegando la sonda dai morsetti del quadro).
-
Rimuovere eventualmente il coperchio della sonda, posizionare i puntali del
tester sul morsetto 1 e sul morsetto 3; il tester deve essere in configurazione per misura
di resistenza in ohm, con fondoscala a circa 200 ohm (vedere figura 7).
-
La lettura del tester deve essere intorno ai 100-120 ohm a seconda della
temperatura (ambiente, se la sonda non è infilata, o del materiale, se la sonda è
infilata). Nella tabella 3 riportata sotto ci sono un po’ di corrispondenze tra resistenza e
temperatura rilevata. Se si legge una resistenza nel range indicato, il sensore funziona,
per cui è sufficiente sostituire il trasduttore, che è il dispositivo interno alla sonda su cui
sono fissati i due morsetti della sonda stessa e i tre morsetti del sensore.
Figura 7
NOTA sul trasduttore: è fissato con due viti, e in caso vada sostituito, bisognerà svitare i
cavi dai morsetti del sensore e dal cavo di alimentazione della sonda; a questo punto si
sfila e si sostituisce procedendo al contrario rispetto allo smontaggio.
La corrispondenza tra lettura di resistenza del sensore e temperatura misurata è
riportata a titolo di esempio nella tabella 3 seguente, ed è valida per i sensori standard
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Entsorga tipo PT100. La lettura col tester deve dare un valore compatibile con quelli
indicati, in base alla temperatura misurata dalla sonda.
Temp. [°C]
0
Res. [Ohm] 100
10
20
30
40
50
60
70
103.9 107.8 111.7 115.5 119.4 123.2 127.8
Se il problema non è nella sonda di temperatura (o analoga sonda 4 20 mA)
Dopo avere fatto le prime due verifiche descritte sopra (la terza serve per capire se il
problema è nel trasduttore o nel sensore), e avere verificato che la sonda funziona
correttamente, si può procedere come riportato di seguito:
1.
Provare a cablare la sonda su un altro ingresso funzionante dell’inverter (quello
di un’altra sonda); se qui funziona, bisogna cambiare la scheda dell’inverter. Questa
operazione non è molto semplice da eseguire da parte di personale non esperto, per cui
contattare Entsorga in caso serva.
2.
Una possibile fonte di problemi legata ai cablaggi è data dalla configurazione
degli switch che si trovano sotto il pannello LCP o sotto la carenatura dell’inverter; tali
switch devono essere messi su “I”, per cui è opportuno verificare che si abbia questa
situazione.
Ripristino dei cablaggi delle sonde
In caso dalle verifiche di manutenzione periodica o a seguito di malfunzionamenti si
renda necessario il ripristino dei cablaggi delle sonde, fare riferimento a questo capitolo
per avere importanti dettagli su come procedere.
L’ipotesi qui fatta è quella del rifacimento completo del cablaggio della sonda; se si
deve fare un lavoro parziale, esempio sostituire una presa, riferirsi comunque a quanto
riportato per eseguire il lavoro correttamente.
IMPORTANTE: togliere tensione alle sonde prima di eseguire le operazioni indicate nel
seguito. Se si interviene solo sulle sonde, è sufficiente scollegarle dalla morsettiera
oppure si può togliere tensione al quadro elettrico del modulo di impianto a cui è
collegata la sonda.
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2.4. Sostituzione del cavo della sonda
Se bisogna sostituire il cavo, questo deve essere tipo FRAF o FROH2R 2x 1 mmq,
ovvero cavo flessibile schermato con calza in rame, con due conduttori di sezione 1 mm
quadrato. La lunghezza di cavo sufficiente è pari a circa 20 metri (tipicamente basta
prendere la stessa lunghezza di cavo che è da sostituire).
L’estremità del cavo va cablato nella testa della sonda. In questo caso, oltre al
pressacavo saranno presenti una o due riduzioni fino a PG 9 o PG11 (vedere figura 3).
Applicare sempre sui filetti del nastro per tenute idrauliche. Dopo avere applicato
riduzioni e pressacavi, infilare il cavo e cablarlo rispettando le polarità che c’erano in
precedenza. Sul lato sonda bisogna eliminare la calza in rame e isolare con un po’ di
nastro isolante la base del cavo. In figura 8 si nota il cablaggio corretto della sonda.
Il trasduttore e quindi le morsettiere interne alla testa possono avere forme e colori
diversi;
l’importante
è
rispettare
le
polarità,
che
sono
sempre
indicate
indipendentemente dal tipo di trasduttore.
Figura 8
45
3. ALTRI DISPOSITIVI: ELETTROVALVOLE E CONTALITRI
Attuatore sistema antigelo
Il sistema antigelo è regolato da una valvola a 3 vie che viene azionata da un attuatore
Belimo alimentato a 24 Vcc. Fare riferimento agli allegati al manuale per la scheda
tecnica con i cablaggi; qui si riportano solo alcuni accorgimenti e verifiche per garantirne
la funzionalità
L’attuatore funziona con l’alimentazione dei 3 morsetti presenti. Il morsetto 1 va
collegato alla massa (0V), i morsetti 2 e 3 devono essere alimentati per ottenere la
rotazione dell’attuatore; a seconda di quale morsetto si alimenta, l’attuatore cambia
verso di rotazione.
In caso di problemi si possono fare pertanto un paio di misure con il tester, verificando
che tra i morsetti 1 e 2 o 1 e 3 si abbiano circa 24 Vcc. Se così non fosse, cercare il
problema nell’alimentatore, nel cavo, nei cablaggi.
Se l’alimentazione è corretta, provare a comandare l’inserimento (se non siamo in
condizioni di gelo) o il disinserimento (se siamo in condizioni di gelo) del sistema
antigelo con i comandi manuali del programma di controllo (vedere figura 13). Si deve
quantomeno misurare l’alimentazione (+24Vcc) sull’altro morsetto rispetto alla prima
misura. Se tale verifica è positiva, significa che il comando da parte del PC è corretto,
per cui il problema va ricercato sull’attuatore o sulla valvola.
La mancata rotazione dell’attuatore può essere infatti causata dal blocco della valvola.
In tal caso provare a ruotare manualmente l’attuatore agendo sull’apposita leva di
comando; ricordarsi che per poter ruotare l’attuatore bisogna mantenere premuto il
pulsante di sblocco. Se la rotazione manuale avviene con una resistenza sensibile,
smontare e pulire la valvola, eventualmente sostituendola. Se tutte le prove danno esito
negativo, sostituire l’attuatore.
Elettrovalvole
Le elettrovalvole non richiedono grosse verifiche in caso di non funzionamento: si
comanda un’apertura dell’elettrovalvola e si verifica che ai morsetti dell’elettrovalvola
arrivi la tensione (24Vcc o poco meno).
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Se questo si verifica significa che l’elettrovalvola è guasta o bloccata e di solito
conviene sostituirla, anche se in alternativa si può sostituire il solo solenoide e tentare di
pulire il corpo valvola aprendolo.
Se non arriva tensione ci sono tre possibilità descritte di seguito (ricordo ancora che
queste verifiche vanno fatte dopo avere aperto da PC una elettrovalvola con il comando
manuale, e va lasciata aperta per tutta la durata della prova).
-
Guasto al relè di comando: bisogna verificare la tensione tra il morsetto di
comando (vedere schemi elettrici allegati) e la massa (0V)
-
Errore di cablaggio o interruzione dei cavi dal relè alla valvola: bisogna cercare il
problema verificando che il cablaggio sia corretto e ci sia la continuità nei cavi.
Contalitri
Per quel che riguarda i contalitri, la prova da fare è la seguente:
-
comandare l’apertura di una elettrovalvola da PC (se le bagnature non sono
attive, il sistema non acquisisce il segnale del contalitri). Se non si desidera far uscire
acqua o percolato per fare questa prova, chiudere la mandata dell’acqua o
disalimentare l’elettrovalvola.
-
scollegare i due cavi che vanno al contalitri dal quadro elettrico e far toccare
brevemente e ripetutamente i cavi tra loro.
I litri a sinottico devono salire per un quantitativo pari alle volte che si sono messi in
contatto tra loro i due fili. Se questo avviene significa che il guasto è nel contalitri e va
sostituito. Se invece i litri non salgono ci può essere un guasto al cavo o all’ingresso
dell’inverter. Verificare la continuità del cavo; se questa è presente significa che
probabilmente l’ingresso è guasto, contattare Entsorga.
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4. VERIFICHE PERIODICHE
Al fine di monitorare l’efficienza del sistema, si raccomanda di (vedere lista di controllo
allegata):
•
verificare periodicamente (dopo ogni ciclo di trattamento) l’integrità delle sonde di
temperatura;
•
verificare ad ogni ciclo di trattamento lo stato di pulizia delle tubazioni di
insufflazione dell’aria, mediante i tappi d’ispezione posti posteriormente alla
platea; nel caso si evidenzino delle ostruzioni (anche parziali), procedere
all’asportazione dei residui eventualmente presenti per ripristinare il normale
funzionamento del sistema;
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MANUALE D`USO DELL`IMPIANTO