n° 370 - maggio 2015 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Edificio L - Strada 6 - Centro Direzionale Milanofiori I-20089 Rozzano (Milan, Italy) www.fondazione-menarini.it Leonardo da Vinci Un’inesauribile sete di conoscenza Arte e scienza convivono e s’intrecciano nell’opera del genio del Rinascimento Leonardo da Vinci è l’artefice di un momento di totale trasformazione nel campo della storia dell’Arte, ma soprattutto non è “solo” un artista. Con la sua innata curiosità e la sua capacità d’indagine apre la via all’analisi, alla ricerca, allo studio dal vero come fino ad allora nessuno aveva mai affrontato e spalanca la sua mente a tutte le sfere del sapere. Leonardo si definisce “omo senza lettere”, infatti non conosceva il greco e masticava poco latino, perciò il suo sapere era basato sulla esperienza diretta e non sullo studio dei suoi predecessori o contemporanei, e questo è uno dei tratti del suo rivoluzionario atteggiamento mentale; non si concentrava sullo studio di opere di altri artisti, sostenendo la superiorità delle “cose che son più da tratte dalla sperienza che dall’altrui parola” e rivendicando così la propria originalità fondata sullo studio dal vero. Palazzo Reale a Milano dal 15 aprile al 19 luglio prossimo, con la mostra Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo, ospita l’appuntamento più importante a livello scientifico, artistico e culturale tra le manifestazioni organizzate in concomitanza con Expo 2015; non a caso è stato scelto l’artista che più di tutti ha dato avvio ad una visione a 360° sul mondo del sapere. L’ esposizione mira a far conoscere l’evoluzione del pensiero e le varie tappe della formazione intellettuale dell’artista, a partire dalla sua esperienza nella bottega del Verrocchio a Firenze, passando dai soggiorni milanesi al servizio di Ludovico il Moro, per finire con la sua permanenza in Francia. L’intento è quello di dare un taglio trasversale alla visione dell’opera leonardiana e far emergere così l’inestricabile intreccio di interessi dell’arti- sta, basandosi su un approccio interdisciplinare e cercando di abbracciare tutti i settori a cui si è dedicato Leonardo; il percorso si sviluppa attraverso dodici sezioni che partono dal disegno, per poi studiare l’analisi della natura attraverso la pittura, il paragone fra le arti e quello con gli antichi, lo studio dell’anatomia e dei moti dell’animo, le invenzioni meccaniche, il sogno di Leonardo, la sua realtà e la sua utopia, l’unità del sapere, le fondamenta del suo credo, per poi chiudere con i seguaci leonardeschi e con il mito che rappresenta da sempre questo poliedrico artista. Di Leonardo ci sono pervenute ben cinquemila carte autografe di schizzi, scritti e disegni e si può solo immaginare quante altre siano state vittima del tempo e siano andate perdute anche nel corso della sua vita, non essendo il maestro un attento e geloso custode dei propri appunti. Nei taccuini e nei quaderni Leonardo non fa distinzione fra scritti e disegni, che costituiscono per lui un tutto unico e il fondamento di ogni suo sapere, perciò questi documenti hanno un’importanza straordinaria, mostrando l’evoluzione dell’opera dell’artista, che per tutta la vita ha continuato a fermare le sue osservazioni sulla carta con energici tratti, veloci ma allo stesso tempo decisi e puntuali. Tali testimonianze risultano fondamentali per indagare il metodo di lavoro seguito da Leonardo, che realizza vari studi, vari passaggi, prima di trovare la composizione finale e torna più volte sugli stessi soggetti già studiati aggiungendo sempre qualcosa di nuovo. I suoi schizzi mostrano spontaneità da un lato e virtuosismo tecnico dall’altro, sono i suoi massimi strumenti di lavoro per la chiara continuità che intercorre fra l’eserci- Leonardo da Vinci: Le proporzioni del corpo secondo Vitruvio (L’uomo vitruviano) Venezia, Gallerie dell’Accademia pag. 2 zio manuale e il pensiero creativo che in Leonardo è un flusso continuo, irrefrenabile e travolgente. Gli schizzi per la Madonna del gatto, risalenti al 1478-1481, mostrano lo studio profondo, minuzioso, instancabile dell’artista che elabora a più riprese la composizione, esplorando gli effetti del chiaroscuro e le disposizioni più armoniose delle figure, pensando anche alla miglior relazione delle une con le altre, della Madonna rispetto al Bambino, del Bambino rispetto al gatto, variando anche con tratti minimi, oppure proponendo più soluzioni compositive all’interno di un medesimo schizzo. Attraverso il mare di carte, l’artista approda alla pittura, sola imitatrice di tutti i fenomeni naturali, resa solida scienza e strumento di indagine, che si fonda sull’esperienza diretta, tramite il disegno e la padronanza della scienza prospettica. Il suo primo maestro è Andrea del Verrocchio, orafo, fonditore, scultore e pittore, al cui fianco Leonardo affina la sua tecnica, superandone l’abilità, come si percepisce già da una delle prime opere importanti in cui i due lavorano insieme, Tobia e l’angelo, in cui emerge chiaramente il tratto leonardiano morbido, leggero e sinuoso nella realizzazione del cagnolino e del pesce che Tobia tiene in mano. Di grande ispirazione sarà per Leonardo, ancor più del maestro, anche l’opera d’influenza fiamminga di Antonio e Piero del Pollaiolo, che lo portano a rappresentare una natura più vera e più emozionante; tutto nei suoi lavori è vibrante e vitale, tutto è frutto di uno sguardo attento e indagatore che analizza ogni tratto della natura, come la morfologia delle rocce, che in più opere compaiono sullo sfondo, o le cime alberate, realizzate tramite quella che lui stesso definisce “prospettiva de’ perdimenti” e “prospettiva de’ colori”, di cui fa uso ancor prima che vengano teorizzate. Nelle sue creazioni fissa gli insegnamenti dettati dalla “sperienza” e restituisce la percezione visiva del paesaggio, con le forme degli alberi appena suggerite da fasci di linee curve, in cui è percepibile il vento che muove le fronde. Grande è anche l’attenzione alla botanica, come si vede nell’Annunciazione degli Uffizi, e talmente è accurato il suo studio anche in questo campo, che non tralascia di osservare e ripetere il fenomeno dell’eliotropismo per cui i fiori seguono la direzione del sole. Leonardo era grande sostenitore del fatto che “Nessun effetto è in natura senza ragione. Intendi la ragione e non ti bisogna sperienza”, per lui è fondamentale la comprensione delle leggi, la “ragione”, che regola i fenomeni naturali, e perciò considera imprescindibile la relazione fra cause ed effetti anche nelle più minute declinazioni della natura, come può essere appunto il movimento di un fiore. Altra indagine imprescindibile è la dinamica che non interessa solo la realizzazione delle macchine, ma che lascia traccia anche nelle figure ritratte dall’artista, che sembrano essere colte nell’atto di muoversi, con il busto rivolto dal lato opposto del volto, in un moto a spirale comune a quasi tutti i soggetti leonardiani. La mostra indaga anche la stretta correlazione fra l’anatomia e il mondo delle macchine; l’uomo e la macchina sono considerati come contenitori di elementi che relazionandosi gli uni agli altri, secondo più o meno complicati procedimenti, riescono a generare i più disparati fenomeni. Il corpo è una macchina costituita da organi vitali, così come la macchina è un organismo vivente da scomporre in elementi primari, interconnessi fra Bottega del Verrocchio (Leonardo Da Vinci?) Madonna col Bambino e la melagrana (Madonna Dreyfus) Washington, National Gallery of Art Leonardo da Vinci: La Vergine e il Bambino con un gatto Londra, The British Museum Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci: Tobia e l’angelo- Londra, National Gallery pag. 3 loro per il corretto funzionamento di tutto l’insieme. L’anatomia si fonde con la geometria, come è chiaramente dimostrato tramite lo straordinario Uomo vitruviano; Leonardo, che certo non fu il primo a rappresentare l’uomo così come Vitruvio l’aveva pensato, racchiuso in un cerchio e in un quadrato, fu invece il primo a usare le vere proporzioni del corpo umano, con misure rilevate empiricamente. All’anatomia si lega infine anche lo studio della natura tutta e gli stessi termini linguistici vanno ad accrescere quella fusione che Leonardo promuove fra queste due realtà, così il corpo viene definito “albero di vene”, mentre i fiumi vengono nella sua teoria a nascere dall’oceano, rapportati alle vene che scaturiscono dal cuore. Questa teoria, ovviamente erronea, è poi sfatata da Leonardo stesso, che è sempre così instancabile e acuto da avere l’umiltà e la caparbietà di tornare sulle proprie scoperte e sulle proprie speculazioni in più momenti della sua carriera, così da non fossilizzarsi mai su saperi dati, ma conducendo un’indagine continua e senza fine che lo porta anche a mettere in dubbio le proprie idee. Nell’artista la propensione alla scoperta e all’innovazione si affianca quasi in antitesi al legame con alcune teorie tradizionali, come quella aristotelica secondo cui tutto si basa sui quattro elementi, acqua aria terra e fuoco che con il loro incessante moto nell’infinita ricerca della quiete generano tutti i fenomeni naturali. Incessante è il moto degli elementi, così come perpetua è l’indagine di Leonardo che si apre a tutti i campi del sapere senza sosta, come se il suo interesse non potesse essere incanalato in un’unica strada, ma necessitasse di infinite vie per esprimersi al meglio. Fra le sue peculiarità oltre all’innata curiosità e all’inarrestabile varietà di interessi in continua espansione, è da notare anche una certa incostanza, infatti sono molteplici i casi in cui non porta a termine i lavori cominciati. La sete di conoscenza e l’immaginazione lo spingono verso scienze e tecniche nuove, che però superando le competenze e le possibilità della sua epoca, finiscono con il non essere attuabili. Non sempre il maestro considerava le possibilità pratiche di realizzazione, in virtù di modelli ideali, impensati e impensabili per i suoi contemporanei, i quali modelli erano sì irrealizzabili in quel determinato momento storico, ma capaci di fornirgli comunque un moto propulsore per nuove conoscenze e nuove scoperte, rendendo quei mondi ideali sempre più vicini al mondo reale piuttosto che al sogno. Durante la sua vita e la sua carriera artistica Leonardo stesso matura dei cambiamenti radicali nel suo approccio verso l’arte, la scienza e la conoscenza in generale: dalla fiducia nella natura, che accompagna i primi anni del suo lavoro, terminerà la carriera in una visione catastrofica e pessimistica in cui l’uomo non ha più il controllo degli elementi; arrivato ad un certo punto, si rende conto egli stesso di aver perso il controllo del proprio operato, di essersi spinto oltre nell’approccio ai più disparati campi del sapere, smarrendo l’unità d’insieme e andando a frantumare il suo ingegno. elena aiazzi Leonardo da Vinci: Annunciazione Firenze, Galleria degli Uffizi