PEDICULOSI DEL CAPO NON E’ UN PROBLEMA BANALE • • • • E’ frequente Ha un forte impatto sociale Spesso induce reazioni e comportamenti irrazionali Non sempre le risposte da parte delle strutture sanitarie sono adeguate • Le conoscenze non sempre rispondono a criteri di evidenza: gli studi clinici sono poco numerosi e di qualità modesta (l’ultima revisione Cochrane del febbraio 2001 ha individuato 71 trials di cui solo 4 rispondevano ai criteri di inclusione) • Fondamentale l’adeguata informazione dei genitori EZIOLOGIA • Pediculus humanus capitis • E’ un piccolo insetto (24mm) di colore grigio chiaro-marrone, ectoparassita, speciespecifico, senza ali, con tre paia di zampe che protrudono dal torace. • Vive sul cuoio capelluto umano, alla base del capello. • Ogni estremità degli arti termina con un uncino mediante il quale si attacca ai capelli. • La bocca è adatta a pungere la cute dell’ospite e a succhiarne il sangue di cui si nutre. La saliva che viene iniettata nella cute può indurre una reazione di ipersensibilità accompagnata da prurito e a volte dalla formazione di una piccola papula. • Predilige la zona dietro le orecchie e sulla nuca. • Molto raramente si riscontra in altre zone pelose del corpo (peli pubici, ascelle, barba, e nei bambini ciglia e sopracciglia) predilette invece dal pidocchio del pube (Phtirus pubis). CICLO VITALE • La femmina depone 5-6 uova al giorno che sono tenacemente fissate alla base del capello, e che maturano in 7 giorni a ninfa e ad insetto maturo in 3 settimane. L’insetto maturo vive circa 30 giorni. Le lendini • Le uova o lendini sono piccole (0,3-0.8 mm) formazione ovalari bianco-giallastre (a seconda dello stadio di maturazione) attaccate (e resistenti ad ogni tentativo di distacco) con una sostanza collosa simil-chitinosa alla base del capello. • Le lendini vitali sono provviste di opercolo e sono ad una distanza inferiore ai 7 mm dal cuoio capelluto (sono deposte a 3-4 mm e il capello cresce di 0.4 mm al giorno e la ninfa lo abbandona al 7°-10° giorno) • I pidocchi non sopravvivono più di 1-2 giorni lontani dal cuoio capelluto e le lendini non schiudono ad una temperatura inferiore ai 36-37C°. • L’insetto adulto può sopravvivere fino a 4 ore se immerso in acqua. • Il numero di insetti è spesso esiguo ( <10 individui), e per la maggior parte costituito da ninfe di 1-2mm, anche se può raggiungere le migliaia. Le lendini in genere sono centinaia. EPIDEMIOLOGIA • La prevalenza è dell’1-3% nei paesi industrializzati anche se in focolai epidemici scolastici si può raggiungere il 25%. • In Italia nel 1999 sono stati segnalati 4907 casi ( con notevole sottostima dei casi reali) in circa 1000 focolai epidemici in comunità scolastiche. • Negli USA si segnalano 6-12 milioni di casi /anno. • Le infestazioni sono comuni nei soggetti di età prescolare e scolare (età più colpita 3-10 anni) , anche se possono coinvolgere gli adulti. Sono più frequenti nelle femmine che nei maschi. Si pensa che questo sia dovuto alla più frequente abitudine delle bambine di giocare in piccoli gruppi a stretto contatto. • L’infestazione è appannaggio di tutti i gruppi sociali; non è segno di scarsa igiene; non dipende dalla lunghezza dei capelli nè dalla frequenza dei lavaggi. • E’ presente più raramente nei soggetti di colore, i cui capelli hanno una sezione ovalare a cui mal si adattano i rostri del pidocchio “nostrano” (i pidocchi africani hanno rostri adatti allo scopo). • La trasmissione avviene mediante contatto diretto (il pidocchio non è in grado nè di volare nè di saltare) con individui infestati. Ci vuole un contatto ravvicinato che duri almeno 30 secondi. E’ solo l’insetto adulto in grado di trasferirsi da un individuo all’altro. Più raramente la trasmissione avviene mediante il contatto con effetti personali: pettini, spazzole, cappelli, cuscini ... . CLINICA • La sintomatologia soggettiva è in pratica limitata al solo prurito del capo, in particolare dietro alle orecchie e alla nuca. Il prurito però è presente solo nel 15-36% dei casi, ed è assente soprattutto nelle fasi iniziali. Possono passare anche 3 mesi dall’inizio dell’infestazione prima che compaia il prurito. • Secondarie al prurito possono formarsi lesioni da grattamento che raramente possono impietiginizzarsi con secondaria linfoadenopatia satellite • La pediculosi del capo NON comporta conseguenze per la salute, in quanto il pidocchio non è in grado di trasmettere agenti infettivi da individuo ad individuo, diversamente dal pidocchio del corpo, (Pediculus humanus corporis) che si annida nella biancheria, in grado di trasmettere il tifo petecchiale epidemico, la febbre delle trincee e la febbre ricorrente, scomparso da decenni in Italia. DIAGNOSI • Il gold standard della diagnosi è costituito dal riscontro di un pidocchio vivo, in grado di muoversi, (meglio poi se si riesce a fissarlo con nastro adesivo trasparente), osservato con una lente di ingrandimento per riconoscerne la forma caratteristica e differenziarlo da altri insetti che possono casualmente albergare sui capelli. • Data la frequente esiguità del numero di pidocchi presenti il loro reperimento può essere facilitato dall’uso di un pettine a denti fitti (2-3 mm) dopo aver spazzolato e pettinato (per sciogliere i nodi) ed inumidito i capelli. Il pettine fitto va inserito alla base dei capelli e fatto scorrere fino alle estremità. Ad ogni passata il pettine va esaminato per la ricerca degli insetti. • Per quanto l’evenienza sia rara esaminare anche ciglia e sopracciglia. • Il riscontro di sole lendini è accettabile come criterio diagnostico se queste non distano più di 7 mm dalla base del capello. Anche in questo caso potrebbe comunque trattarsi di una infestazione non attiva, dal momento che le uova deposte potrebbero non essere state fecondate. • Il riscontro di lendini a distanza superiore ad 1 cm dalla base del capello è indicativo di infestazione non attiva. Si tratta in genere di lendini schiuse, di colore bianco (quelle ancora chiuse sono giallastre) sprovviste di opercolo. TERAPIA- Principi generali • Trattamento della persona infestata: prima di applicare il prodotto rimuovere tutti i vestiti; per i prodotti che richiedono un risciacquo effettuarlo nel lavandino e non sotto la doccia o nella vasca da bagno. Mettere vestiti puliti solo dopo aver applicato il prodotto pediculocida. Evitare di lavare i capelli nei 2 giorni successivi. • Trattamento dell’ambiente e degli effetti personali: lavare in lavatrice con acqua calda a 60°C i vestiti, gli asciugamani,le lenzuola, ecc.., usati nei due giorni precedenti. Pulire a secco le coperte e gli indumenti che non sono lavabili (cappelli, sciarpe, cappotti, ecc..). Gli altri effetti che non sono pulibili a secco (indumenti, pelouche, ecc..) possono essere “disinfestati” chiudendoli ermeticamente in un sacchetto di plastica per 2 settimane. Lavare pettini e spazzole con acqua molto calda e sapone. Passare l’aspirapolvere su tappeti e divani. METODI FISICI • RIMOZIONE MANUALE L’uso del pettine fitto (pettinella da crosta lattea) su capelli umidi per la rimozione dei pidocchi e delle lendini è un metodo che come unica forma di trattamento si è dimostrato poco efficace (30%). Va effettuato 2 volte la settimana per 2 settimane. Anche come aggiunta al trattamento farmacologico ha probabilmente poco significato, se non di tipo “psicologico”. Un impacco di acqua e aceto prima dell’uso del pettine facilita il distacco delle lendini ma non ha effetto pediculocida. • “SOFFOCHIAMO” IL PIDOCCHIO: olio di oliva; vaselina; maionese, gel cosmetici, ecc..., sono stati proposti come metodi per bloccare il sistema respiratorio dei pidocchi. Non ci sono studi in merito ma solo risultati anedottici. • “TAGLIAMO IL PROBLEMA ALLA RADICE”: il taglio dei capelli a zero è un metodo efficace ma non a tutti dona. TERAPIA- PRODOTTI PEDICULOCIDI • Preparazione farmaceutica: shampoo e polveri hanno una ridotta capacità di penetrazione nelle uova e un ridotto tempo di permanenza sui capelli rispetto alle formulazioni in gel o crema o lozione. DERIVATI DEL PIRETRO • Il piretro è un prodotto derivato dal crisantemo che esplica un’azione neurotossica bloccando i canali del Ca++ della membrana cellulare neuronale degli insetti. A seguito di questo l’insetto va incontro ad una paralisi respiratoria e successivamente a morte. L’azione richiede diverse ore. Gli embrioni sono meno sensibili degli insetti adulti alla sua azione possedendo un sistema nervoso incompleto. • ESTRATTI NATURALI DI PIRETRO (associati a piperonilbutossido): AZOLIN shampoo antiparassitario CRUZZY lozione CRUZZY shampoo al piretro AZOLIN polvere antiparassitaria (associato a piperonibutossido + carbaryl). Questi prodotti hanno una azione ovocida limitata (20-30 % di sopravvivenza) e una limitata persistenza sui capelli. Necessita una seconda applicazione dopo 7-10 gg. • PIRETRINE SINTETICHE: PERMETRINA NIX crema fluida 1% Ha un’azione più intensa rispetto alle piretrine naturali. E’ una crema da applicare sul cuoio capelluto e sui capelli, dopo averli lavati con uno shampoo e asciugati con un asciugamano. Dopo 10 minuti va risciacquata con acqua. E’ consigliabile una seconda applicazione dopo 1 settimana. Da molti autori considerato il trattamento di prima scelta. E’ segnalato un aumento dei casi di resistenza verso la permetrina sia in Europa che negli USA. Indicato oltre i 6 mesi di età. Probabilmente sicuro in gravidanza e allattamento. • FENOTRINA CRUZZY shampoo potenziato alla sumitrina MEDIKER A.P. Shampoo antiparassitario MOM gel, shampoo, polvere Sostanza simile alla permetrina. L’unico di questi prodotti consigliabile è il MOM gel che si applica su capelli asciutti e va risciacquato dopo 10 minuti con un normale shampoo; ripetere l’applicazione dopo 7 giorni. Anche per la fenotrina sono segnalati casi di resistenza. INSETTICIDI ORGANO-FOSFORICI • MALATHION Ha un’azione insetticida ed ovocida rapida inibendo le colinesterasi. Potenzialmente tossico per ingestione. AFTIR gel antiparassitario Applicare il gel su capelli asciutti e lasciarlo per 10 minuti (negli USA si consiglia di lasciare applicato per 10-12 ore) e poi risciacquare con uno shampoo. Indicato oltre i 2 anni di età. Da evitare in gravidanza e allattamento. N.B.: AFTIR shampoo NON contiene principio attivo. Vengono segnalati casi di resistenza. GLI INSUCCESSI TERAPEUTICI • Diversi fattori possono spiegare un insuccesso terapeutico: • diagnostici: assenza di infestazione o infestazione pregressa • compliance: mancata adesione alle istruzioni terapeutiche • trattamento incompleto • resistenza al trattamento (in alcune aree USA e UK la percentuale raggiunge il 30%) • nuova infestazione (dopo 2 settimane) ANTIBIOTICI ORALI • COTRIMOSSAZOLO BACTRIM Uccide batteri simbiotici presenti nell’intestino del pidocchio e forse ha su di questo un effetto tossico diretto. Potenzierebbe l’effetto della permetrina. Proposto nei casi altamente recidivanti. • IVERMECTIN (non in commercio in Italia). Macrolide privo di attività antibatterica con azione antielmintica e pediculocida. Nel bambino piccolo (<15 Kg peso) passa la barriera emato-encefalica con possibile tossicità neurologica.