COME PARTECIPARE ALLA MILLE MIGLIA (E TENTARE DI VINCERLA). L’irresistibile fascino che ha portato la Mille Miglia a diventare la “corsa più bella del mondo” - ieri nella velocità, oggi nella regolarità - esercita un richiamo irresistibile su migliaia di appassionati che sperano, un giorno, di poter compiere la lunga cavalcata attraverso l'Italia. Ciò che non tutti sanno è che la partecipazione alla corsa è rigidamente disciplinata da una serie di norme. In queste pagine, cercheremo di illustrare il Regolamento della Mille Miglia, sia per quanto concerne le caratteristiche delle vetture ammesse sia per quanto riguarda il sistema con il quale viene stilata la classifica. Vetture ammesse Per sgombrare il campo da numerosi equivoci, è bene chiarire che il semplice possesso di una vettura d'epoca non significa affatto che questa possieda i requisiti necessari per l'iscrizione. Alla famosa rampa di Viale Venezia sono ammesse esclusivamente vetture prodotte nel periodo della Mille Miglia di velocità, disputata dal 1927 al 1957. Si tratta naturalmente di vetture da corsa, quelle della categoria Sport, o di modelli identici a quelle vetture da turismo che presero parte, nelle categorie Turismo o Gran Turismo, a una delle ventiquattro epiche edizioni. Come ovvio, in fase di selezione delle iscrizioni, la precedenza viene data a quegli esemplari che possiedono un palmarés sportivo o che hanno preso parte a una Mille Miglia, come - massimo esempio - la 300 SLR vincitrice dell'edizione del 1955 che la Mercedes-Benz estrae ogni anno dal suo Museo di Stoccarda. Ciò esclude, nella maniera più assoluta, che possano essere prese in considerazione automobili costruite dopo il 1957, mentre alcuni esemplari particolari, prodotti nei primi anni Venti e portati in gara nelle prime edizioni, possono essere ammessi. Fatto scontato, ma da ribadire, è che gli esemplari iscritti debbono essere assolutamente originali in ognuna delle loro parti, escludendo categoricamente ogni tipo, anche parziale, di replica. Per evitare tentativi di frode, sono scrupolosamente seguite le norme della FIVA (Federation Internationale Voitures Anciennes) che impongono che possano essere ammesse al via solo le vetture in possesso di regolare Fiva International Identity Card, quello che gli appassionati italiani chiamano “passaporto Fiva”. Ricordiamo che per ottenere tale documento, che attesta l'originalità dell'esemplare in questione, è necessario sottoporre la vettura alla cosiddetta “visita di omologazione” effettuata in ciascun Paese dai commissari del club nazionale federato, in Italia l’ASI (Automotoclub Storico Italiano). Le “Verifiche Tecniche” prima della partenza servono proprio per lo scrupoloso controllo dei documenti della vettura, che deve essere a posto pure con la revisione periodica prevista dal Codice della Strada. Documenti per i piloti Oltre a quelle tecniche, i concorrenti devono sottoporsi alle “verifiche Sportive”: qui i due piloti devono esibire l’assicurazione della vettura, la loro patente di guida e la licenza di conduttore, valida per la regolarità, emessa dalla C.S.A.I., la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana. I concorrenti stranieri sono tenuti a essere in possesso della “Carta Verde” e a ottenere le licenze prima del via. I Coefficienti L'attribuzione dei coefficienti avviene valutando l'epoca di progettazione e le caratteristiche tecniche, sportive e storiche dei singoli modelli. A ogni vettura in gara è stato preventivamente attribuito un “coefficiente di penalità”, allo scopo di compensare le differenze delle epoche di progettazione e delle caratteristiche delle vetture in gara. Il presupposto è che tra una vettura degli anni Venti e una di fine anni Cinquanta e una preparata da corsa e una comoda Gran Turismo, ci siano profonde differenze e difficoltà di guida diverse. Si consideri, ad esempio, la differenza tra i freni a tamburo con leva esterna degli anni Venti e quelli a disco comandati a pedale del 1956/1957. In linea di massima, il principio base è che alle vetture più datate e a quelle più sportive sia assegnato il coefficiente più alto. In più, il coefficiente può aumentare per particolari peculiarità storiche, ad esempio per i modelli che hanno vinto la Mille Miglia; un particolare bonus è infine assegnato a quegli esemplari che hanno disputato una delle ventiquattro edizioni della Mille Miglia di velocità. Posto che vince la Mille Miglia chi ha il punteggio più alto, l’effetto pratico sulla classifica è che la somma dei punti ottenuti da ciascun equipaggio nel corso della gara di regolarità è moltiplicata per il coefficiente assegnato alla vettura. Più il coefficiente è alto, più si hanno probabilità di vittoria. In ogni caso, sia chiaro, la vettura non basta per vincere… I Premi I premi, recita il regolamento, sono simbolici essendo in ogni modo esclusi premi in denaro. In verità, si deve constatare che la Mille Miglia eccelle davvero in tutto: le coppe consegnate ai premiati, a differenza delle altre gare per auto d'epoca, sono l'esatta riproduzione, in argento massiccio, delle coppe delle Mille Miglia degli anni Cinquanta. Cronometri e Road Book: i principi della Regolarità La domanda che il pubblico si pone più di frequente è la seguente: se non vince chi è più veloce, come si conquista una Mille Miglia? Per comprendere i meccanismi della regolarità (quella italiana è detta “classica”) dobbiamo dare un’occhiata al “Regolamento particolare di gara”. Il principio base che differenzia le gare di velocità da quelle di regolarità è molto semplice: nelle seconde, si deve compiere un percorso in un tempo prestabilito e non nel minor tempo possibile; l'arrivare sul traguardo in ritardo o in anticipo non comporta nessuna differenza, in entrambi i casi si viene penalizzati. I momenti di una gara di regolarità sono normalmente tre: Controllo Orario, che nella terminologia automobilistica si riduce a “C.O.”, Controllo a Timbro, detto ovviamente “C.T.” e “Prova Cronometrata”, “P.C.”, l’equivalente delle prove speciali dei rally. I “C.O.” indicano l’orario nel quale i concorrenti devono raggiungere località prestabilite: servono per ricompattare il gruppo di vetture, sono posti su tratti lunghi, di alcune ore di percorrenza, e le penalità sono attribuite in misura di ogni minuto di errore. I “C.T.”, senza imposizione del tempo, servono per impedire che qualche concorrente tagli il percorso, obbligandolo a timbrare la tabella di marcia dove indicato dagli organizzatori. Le “P.C.”, in media circa una settantina alla Mille Miglia, sono quelle che determinano la classifica; il regolamento prevede che si debba percorre un tratto di strada - generalmente lontano dal traffico o su strada chiusa - in un tempo cosiddetto “imposto”: per fare un esempio, una “Prova Cronometrata” lunga 3,00 km potrebbe avere un tempo di percorrenza di 0:3’36”, cioè di tre minuti e trentasei secondi. Per ogni centesimo di secondo di errore, in più o in meno rispetto al tempo imposto, il concorrente riceve una penalità. Vince la prova chi ottiene meno penalità. Alla Mille Miglia, ma non in altre gare, il risultato di ogni prova determina un punteggio: vince la corsa chi ha il punteggio più alto (dopo l’applicazione del coefficiente). Dal punto di vista pratico, le cose si svolgono in questo modo: i cronometristi sincronizzano due cronometri collegati rispettivamente a due pressostati (tubi di gomma messi sulle linee di partenza e arrivo, che fanno scattare il cronometro quando vengono premuti dalle ruote anteriori di un veicolo), posizionandoli all'ingresso e all'uscita della P.C.. Al transito della vettura in gara, le stampanti collegate ai cronometri registrano fedelmente il tempo dei passaggi e gli eventuali anticipi o ritardi. Ogni centesimo di secondo di differenza rispetto al tempo imposto vale una penalità. Da sottolineare che i campioni, classificati “Top Driver” dalla CSAI, effettuano spesso dei “netti”, cioè passaggi perfetti al centesimo di secondo, con zero penalità, rimanendo comunque nell'ambito degli otto/nove centesimi come errore massimo. I buoni piloti sono quelli che commettono errori contenuti nei quindici centesimi. Normalmente, una gara viene vinta con una media di errore tra i due e i tre centesimi di secondo. Alla Mille Miglia, lunga e difficile, le medie sono un poco più alte, ma tutto è reso più complesso dall’applicazione dei coefficienti. Il percorso da seguire, i Controlli Orari, a Timbro e le Prove Cronometrate sono riportate sul “radar” o “road book”, come viene chiamato l'insieme delle note che raccolgono tragitto, tempi e distanze da percorrere. Strumenti e Medie Per poter rispettare i tempi imposti, gli equipaggi utilizzano degli apparecchi, di fatto piccoli computer, che “contengono” tutti gli orologi che servono. In pratica l’intera tabella di marcia, con gli orari dei controlli e i tempi delle prove, sono impostati prima del via: durante la gara, al passaggio a un controllo o sul “pressostato” di una prova, il navigatore (ma i campioni preferiscono farlo da sé) preme un tasto che fa partire o ferma il tempo. Per facilitare il passaggio, questi strumenti emettono in countdown un “bip” sonoro, che ogni pilota imposta per gli ultimi dieci, cinque o tre secondi, a sua scelta. Se vedete un pilota con la cuffietta, non sta ascoltando musica dall’iPod, ma i secondi che gli mancano al passaggio. Questi misuratori del tempo, fornendo il conto alla rovescia, sono utili pure per controllare se si sta mantenendo la media di percorrenza, soprattutto se abbinati al Trip Master, lo strumento che non è altro che un contachilometri multiplo (ogni volta tarato con la massima precisione prima del via), azzerabile separatamente per Controlli Orari e Prove Cronometrate. Una delle regole più importanti della regolarità è proprio la media oraria sull’intero percorso. La CSAI, la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana che sovrintende a tutte le gare automobilistiche d’Italia, impone che nelle gare per auto storiche la media non sia superiore ai 40 km/h, o ai 50 km/h su tratti pianeggianti. Ai profani questo dato può anche apparire lento e di scarso riscontro sportivo. Tutt'altro: tenendo conto che (tranne alcune Prove Cronometrate) tutto il percorso è aperto al traffico, il tempo perduto per l'attraversamento dei numerosi centri storici, le soste per i rifornimenti, i rabbocchi e la manutenzione (non si dimentichi che l'auto più recente in corsa ha cinquantacinque anni), la media oraria da rispettare si può tranquillamente definire “sportiva”. Per dare un’idea, le Topolino, o le altre vetture di piccola cilindrata, molto spesso giungono al traguardo fuori tempo massimo. L'importante è non fermarsi mai o, comunque, il meno possibile. Queste sono le regole di base: per vincere - oltre a doti naturali e la macchina giusta - ci vuole molta, ma molta, applicazione. Ma come tutti coloro che hanno già disputato una Mille Miglia potranno confermarvi, la più importante delle vittorie - o una delle gioie più grandi che si possano provare - è rivedere le due ali di folla che, dopo 1600 km, ti aspettano acclamanti all’arrivo in Viale Venezia, a Brescia.