MASTER IN PRODUZIONE DELLA CARTA E GESTIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PASSAGGIO AL SISTEMA DI GESTIONE MANUTENZIONE PM DI SAP -IL CASO SCA PACKAGING CARTIERA DI LUCCA LUCA FEDERIGHI -SCA Packaging Cartiera di Lucca- Lo stabilimento Sca Packaging Italia S.p.A., Cartiera di Lucca, ha implementato il sistema di gestione ERP ( Enterprise Resouce Planning ) SAP. Il corretto e continuo funzionamento di tutte le attrezzature risulta fondamentale in cartiera ; le prestazioni degli impianti devono essere garantite dal processo Manutenzione. La disponibilità, l’affidabilità e la qualità degli output delle macchine vanno monitorati in continuo; inoltre la gestione dell’intero processo di manutenzione deve risultare efficiente ed ottimizzata dal punto di vista tecnico ed economico. Il modulo PM del sistema SAP offre la possibilità di gestire, in maniera egregia, questo processo. Nel caso dello stabilimento in questione, le fasi seguite nell’implementazione del modulo PM sono state: la definizione della struttura dei vari impianti e dei loro componenti, in modo da definire DOVE si svolge la manutenzione e QUALI sono i componenti sui quali si svolgono la riparazioni, le modifiche o le migliorie; la definizione delle procedure relative alla gestione del sistema; la formazione degli addetti ai quali è richiesta l’interfaccia con il sistema di gestione del processo PM. Macchina Continua INTRODUZIONE SCA Packaging Italia S.p.A.,Cartiera di Lucca fa parte del gruppo SCA che possiede altre cartiere in Europa. La cartiera di Lucca è forse più nota agli addetti ai lavori con il nome di ITALCARTA, cartiera fondata nel 1970 dal Sig Giomi. SCA Packaging Italia S.p.A.,Cartiera di Lucca produce carta per ondulatori (sia per copertine che per onde), in diverse varianti di grammatura e formato, utilizzando come materia prima carta da macero. L’impianto di produzione consta di varie linee di preparazione impasti e da due macchine continue, con le relative ribobinatrici per l’allestimento del prodotto finito. Ciascuna linea di preparazione impasti, dopo i pulper, è costituita da corse screening, frazionamento fibre, raffinazione e fine screening. La formazione del foglio nelle due macchine continue avviene con la tecnologia della doppia tela di formazione (vedi Tabella 1). Il trattamento delle acque reflue è in due stadi: il primo anaerobico e il secondo aerobico. La cartiera non è dotata di una centrale di produzione di vapore, in quanto il vapore necessario ( vapore a 4,5 bar saturo) per asciugare la carta viene acquistato dalla vicina centrale termoelettrica appartenente al gruppo EDISON S.p.A. Il management del gruppo SCA, ha ritenuto che un buon sistema di gestione della manutenzione dovesse poter garantire la massima integrazione di ciascun processo aziendale. Carratteristica Formato [mm] Velocità Max [m/min] Capacità Produttiva [t/anno] Tipo carte Macchina Continua Uno Macchina Continua Due 4610 750 160.000 4910 850 190.000 Carta per onda e copertine bianche Carta per onda e copertine avana Tabella 1 Principali caratteristiche delle macchine continue LA MANUTENZIONE Un processo di manutenzione efficace deve consentire di realizzare la massimizzazione dei seguenti parametri: • Produttività Le macchine devono poter produrre alla capacità di targa. La capacità va garantita attraverso regolari revisioni e controlli. La produttività è strettamente collegata alla disponibilità ed affidabilità delle macchine. Il processo di manutenzione deve ridurre al minimo, il tempo dei fermi macchina dovuti a guasto (Mean Time Between Failure) ed il tempo necessario alla riparazione di un guasto (Mean Time To Repair) • Efficienza L’ottimizzazione dell’efficienza del processo produttivo comporta l’abbassamento dei costi di gestione delle macchine. Tali costi sono costituti dalle: 1. Risorse Umane, utilizzate per la manutenzione delle macchine ed il monitoraggio delle stesse sia esso personale assunto dall’azienda, sia personale che fornisce prestazioni in appalto. 2. Materiali, quali ad esempio pezzi di ricambio per garantire un tempo minimo di riparazione del guasto, e attrezzature necessarie alla manutenzione ed al monitoraggio delle macchine; 3. Tempo richiesto per riparare le macchine, quindi mancata produzione delle stesse. 4. Energia utilizzata per il corretto funzionamento. Macchine più efficienti consentono un ritorno dell’investimento più breve. • Sicurezza Una manutenzione regolare soddisfa gli obblighi legislativi, ma soprattutto salvaguarda la salute e la sicurezza dei Lavoratori, patrimonio fondamentale di ciascuna azienda. La sicurezza rappresenta uno dei must della politica di SCA. Al fine di gestire le prestazioni del processo manutenzione si richiedono dunque informazioni accurate, comprensibili, tempestive e facilmente reperibili. Ne risulta che un sistema di gestione computerizzato della manutenzione è lo strumento più idoneo al trattamento della vasta mole di dati che generalmente sono disponibili all’interno di un’azienda, ma che, per difficoltà intrinseche nella loro manipolazione, vengono sfruttati solo in minima parte. In questa ottica, l’ausilio di nuovi strumenti informatici è venuto pressoché indispensabile per garantire il corretto flusso dei dati e delle informazioni ad ogni livello della struttura organizzativa. Lo scopo di un sistema informatico della gestione di ciascun processo, non escluso il processo di manutenzione, è quello di supportare le attività operative affinché queste vengono svolte nel migliore dei modi e soprattutto quello di poter misurare e poter analizzare le prestazioni del processo stesso, attraverso la corretta elaborazione dei dati raccolti. Al fine di gestire il processo di manutenzione, molte sono le soluzioni offerte dal mercato: esistono sistemi che gestiscono il processo in modo isolato, non integrabile con altri sistemi ed esistono soluzioni che offrono la possibilità di integrare la gestione dei vari processi all’interno dell’azienda. Stà alla singola azienda fare la scelta migliore, a seconda delle proprie esigenze, anche perché la scelta che offre la possibilità di integrare la gestione dei processi tra di loro è sicuramente migliore, ma più costosa. Far dialogare tra di loro le varie funzioni aziendali, in maniera univoca e con il minimo spreco di risorse e ridondanze, è comunque un “valore” per qualsiasi tipo di organizzazione. È intuitivo intravedere i vantaggi che può apportare, almeno in termini organizzativi un sistema che possa legare gli interventi fatti sui macchinari, ai parametri di produzione e passare queste informazioni alla rete aziendale in modo da ottimizzare la gestione del magazzino scorte, la gestione delle richieste e degli ordini di acquisto di beni e servizio, la corretta contabilità ed attribuzione dei costi, la più precisa definizione dei Budget di spesa e la maggior facilità del controllo dell’allineamento dei Budget con i consuntivi. Un volta fatta la scelta, possono nascere difficoltà nella fase di adeguamento dei sistemi manutentivi tradizionali alle più moderne metodologie di gestione via computer. La fase di implementazione di un Computerized Maintenance Management System (CMMS)1 è dunque estremamente delicata. Il sistema va introdotto in azienda cercando una piena condivisione ed accettazione da parte dei vari utilizzatori, superando gli ostacoli al cambiamento, tipici di un qualunque processo che si evolve. Solo con una buona 1 CMMS Sistema computerizzata di gestione della manutenzione introduzione in azienda, si potranno raggiungere gli obiettivi di monitoraggio del processo manutentivo, in modo da trasformare la manutenzione in un centro pro-attivo che mostri strade alternative per trasformare dei costi in opportunità di crescita e miglioramento continuo. IL MODULO PM DI SAP L’architettura di SAP consta di diversi moduli integrati tra di loro, ciascuno dei quali supporta la gestione di un macro processo; il modulo atto alla gestione del processo manutenzione è il modulo PM. PM offre la possibilità di gestire i principali processi relativi alla manutenzione, quali : − pianificazione della manutenzione − gestione degli oggetti tecnici − gestione degli ordini di lavoro − gestione delle risorse (materiali e ore uomo ) − previsione dei costi; − corretta attribuzione dei costi alle sezioni di impianto − ottimizzazione scorte − ottimizzazione acquisti Il modulo PM individua vari scenari in cui il processo di manutenzione opera. Gli scenari individuati dal modulo PM sono : 1. Riparazioni veloci: quando si effettua una manutenzione la cui durata è inferiore all’ora, si faccia esempio alla sostituzione di una valvola; 2. Riparazione programmata: quando si effettua una riparazione che sia possibile programmare in anticipo, quindi quando si può fare una pianificazione delle risorse necessarie; 3. Sostituzione e revisione dei componenti: quando si effettua la manutenzione il cui scopo e quello di sostituire un macchinario il quale necessita di manutenzione; 4. Manutenzione preventiva basata su ordini di lavoro: quando a fronte di un programma di manutenzione preventiva il sistema propone gli interventi da effettuare in prossimità di una fermata dovuta al cambio dei corredi di macchina ( tele, feltri, raschie …); 5. Giri di ispezione (ispezioni periodiche): quando si effettuano giri di ispezione, per valutare lo stato di variabili che indicano la salute delle macchine; 6. Investimenti: quando si effettua un investimento, quindi si pianificano le azioni relative alla realizzazione dello stesso; 7. Piani di fermata: quando si pianificano fermate produttive ben definite; 8. Controllo dei costi di manutenzione: quando si analizzano i costi relativi alle manutenzioni svoltesi; Per la gestione dei vari scenari di manutenzione, occorre definire una struttura dell’impianto e dei suoi componenti, in modo da creare le coordinate del sistema. IL PASSAGGIO AL MODULO PM DI SAP Dato per scontato che il sistema di gestione sia stato costruito con la migliore logica possibile, la sua implementazione risulta essere una fase molto delicata, per due aspetti fondamentali: − si devono poter applicare le potenzialità del sistema di gestione al processo di manutenzione esistente. In tale fase risulta fondamentale la scelta della logica strutturale del sistema − si devono formare i futuri operatori del sistema. Ai fini dell’implementazione di PM, la SCA ha costituito un gruppo di lavoro, formato da tecnici di cartiera, supportato da esperti di SAP. Il processo di implementazione ha seguito i seguenti steps: 1. definizione e classificazione delle sedi tecniche 2. definizioni e classificazione dei macchinari 3. compilazione dei data base dei macchinari 4. definizione delle procedure dei processi di manutenzione ( avviso, ordine di lavoro, richiesta di acquisto, ordine di acquisto) 5. formazione degli operatori Definizione e classificazione delle sedi tecniche Affinché il sistema di gestione funzioni correttamente, esso richiede una definizione della struttura dell’impianto, in modo tale che sia definita ciascuna parte dove si svolge la manutenzione. La sede tecnica, appunto, rappresenta il DOVE si svolge la manutenzione. Si dà per scontato che la sede tecnica sia statica. All’interno della sede tecnica si trovano i componenti, che invece sono rimuovibili. Per fare un esempio, se si parla di sezione presse della macchina continua, si intende come sede tecnica l’area geografica dove tali presse si trovano, e questa non si può muovere, e come vari componenti i rulli e le presse che possono essere smontati, sostituiti, riparati e rimontati. Al fine di codificare ciascuna sede tecnica è stata definita una logica, con la quale si è effettuata una suddivisione dell’impianto in livelli: 1. livello stabilimento, è il livello principale che contiene i gruppi dei livelli inferiori; 2. livello divisione dell’impianto (division plant), è il livello costituito da divisioni funzionali relative al processo produttivo(ad esempio la funzione preparazione impasti). Ciascun gruppo individuato contiene gruppi del livello inferiore; 3. livello centro di costo, è il livello dove si trovano i i centro di costo, definiti secondo le esigenze di rilevazione dei costi dello stabilimento , relativi a ciascun gruppo funzionale; contiene i gruppi del livello inferiore; 4. livello locazione (location), è livello dove vi sono i gruppi relativi alle locazioni, il gruppo locazione risulta essere una micro funzione dell’impianto. Per esempio una locazione è una TINA, la quale ha una funzione ben precisa sull’impianto: una TINA per assolvere la propria funzione necessita almeno di un AGITATORE e di una POMPA che ne invia il suo contenuto in una o in più parti dell’impianto; 5. livello sede tecnica, è il livello ultimo dove sono definite le sedi tecniche; ad esempio: AGITATORE della TINA 10. Si ricorda che la sede tecnica non rappresenta il macchinario o il componente, ma semplicemente una posizione di riferimento dell’impianto sul quale si svolge la manutenzione. Seguendo tale logica si è definita anche una codifica di ciascuna sede tecnica, la quale assegna un codice parlante, dalla cui lettura si possono identificare i gruppi di appartenenza di ciascun livello: LXYYZZKKKK Dove • L = Lucca: costante sempre presente indica lo stabilimento • X = division plant ( parte dell’impianto) • YY = centro di costo: per ogni division plant • ZZ = location: per ogni centro di costo KKKK = functional location ( SEDE TECNICA) : per ogni location. Definita la logica di classificazione delle sedi tecniche, si è passati alla definizione di ciascuna di esse. Questa definizione ha comportato l’individuazione delle sedi presenti sull’impianto. Dopo aver individuato ciascuna sede tecnica, essa è stata codificata, in accordo alla logica discussa precedentemente. Vista la compatibilità del modulo PM con l’applicazione Excel di Microsoft® , le operazioni di definizione e di analisi di ciascuna sede tecnica sono state svolte su un foglio di lavoro Excel (Tabella 2) Codifica L1 ( Livello divisione impianto) Descrizione Macchina continua Uno L101 (Livello centro di costo) L10100 ( Livello locazione) L101000001 (Livello ST*) L101000002 (Livello ST*) L101000003 (Livello ST*) Parte costante Tina 52 Tina 52 Pompa Tina 52 Agitatore Tina 52 Tabella 2 Estratto dal foglio di lavoro excel dove sono indicate codifica e descrizione di alcune sedi tecniche. * Sede Tecnica A seguito della definizione, la descrizione ed il codice di ciascuna sede tecnica di tipo meccanico sono stati indicate sul disegno planimetrico dello stabilimento. Tale attività ha dato modo al gruppo di lavoro di valutare se la classificazione di ciascuna sede tecnica era in accordo con la logica di classificazione definita. In oltre è stata creata una mappa delle sedi tecniche, tale aspetto risulta essere di primaria importanza per gli operatori di manutenzione, in quanto potranno facilmente visualizzare la disposizione di ciascuna sede tecnica nello stabilimento, in modo da poterla facilmente riconoscere e rintracciare (Figura 1). TINA N° 52 L101000001 Agitatore TINA N°52 L101000003 Pompa Tina N°52 L401000002 Figura 1 Indicazione delle sedi tecniche sul disegno planimetrico Vista la non facile rappresentazione planimetrica delle sedi tecniche relative alle zone: formazione, presse umide e seccheria delle macchine continue, è stato utile fare uno schema semplificato di tali parti . In tale schema, è stata definita la disposizione dei cilindri, dei rulli e delle presse, dando un nome alla posizione relativa a ciascun di essi (Figura 2 ). Dopo tale definizione e rappresentazione grafica delle sedi tecniche, (sempre utilizzando il foglio Excel configurato in precedenza) è stata definita la relazione tra sedi tecniche di tipo meccanico, e le sedi tecniche di tipo elettrico. Questa relazione ha anche consentito di rendere attiva una funzionalità del modulo PM relativa la sicurezza, perché dà modo all’operatore di conoscere sia il quadro elettrico, sia l’utenza elettrica relativa a una determinata sede tecnica, e quindi gli consente facilmente di mettere in sicurezza elettrica la sede dove andrà ad effettuare la manutenzione. L’operatore può utilizzare il sistema per stampare anche l’eventuale permesso di lavoro, necessario alle varie fasi di autorizzazioni previste, per l’esecuzione di particolari lavori, all’interno dello stabilimento. Rullo2-4-24 Cilindro Essiccatore 42 Figura 2 schema relativo alla disposizione dei rulli e cilindri. Definizione e classificazione dei macchinari Come definito la sede tecnica rappresenta l’area geografica dove si svolge la manutenzione; per definizione la sede tecnica è statica: l’oggetto, il macchinario su cui si fa manutenzione si trova lì e non lo si rimuove, facendo manutenzione. All’interno di una sede tecnica ci sono i componenti , sui quali cui si fa manutenzione, che possono essere mossi, cioè smontati, manutenzionati in officina, rimontati anche in un luogo, diverso dal primo. La manutenzione può quindi essere registrata a livello di sede tecnica, in modo da conservare la storia delle manutenzioni fatte nella stessa area, oppure a livello di macchinario (Equipment), in modo da dettagliare la storia del singolo componente, che esso si porterà dietro anche quando si troverà a funzionare in un'altra posizione dello stabilimento. Quando si procede alla definizione e alla classificazione delle sede tecniche e degli Equipments, é quindi importante definire quali sono gli oggetti della manutenzione di cui si vuol mantenere questo tipo di informazione. Definita una logica di classificazione sono state definite le caratteristiche degli Equipment ritenute interessanti per la gestione della manutenzione. Per ciascun Equipment e si è definita una scheda nella quale si sono immessi i dati relativi a ciascuna caratteristica che è stata ritenuta fondamentale per la gestione del singolo Equipment, tali dati saranno aggiornati ad ogni cambiamento dello stato dello stesso. Definizione delle procedure Come detto in precedenza, il sistema deve integrarsi ai vari processi aziendali. Le operazioni relative alla manutenzione richiedono l’interfaccia di addetti di vari processi gestionali. E’ stato dunque necessario rivedere tutte le procedure aziendali relative ai processi di manutenzione e a quelli ad esso collegati, come la gestione dei ricambi e l’acquisto dei materiali e dei servizi. Le attività di manutenzione seguono i seguenti steps: − avviso (o notifica): è il punto di partenza di qualunque attività relativa alla manutenzione; l’avviso propone di effettuare un intervento su di una sede tecnica o su di un macchinario. È stato deciso che esso può essere effettuato da tutti gli addetti del processo produttivo e dagli addetti alla manutenzione. L’avviso è una segnalazione di un guasto o di un probabile futuro guasto. Per citare un esempio l’avviso che richiede un intervento su di una particolare sede tecnica o macchinario, può essere trasformato in intervento di manutenzione. A seconda dell’entità dell’intervento, può essere gestito come scenario di riparazioni veloci ( solo per interventi di modesta entità) o tramite un Ordine di Lavoro . − Ordine di lavoro: costituisce la pianificazione dell’intervento di manutenzione. E’ stato definito CHI può emettere un OdL. La pianificazione dell’OdL può far scaturire la necessità di materiali, o risorse, o servizi che devono essere acquistati. Qualora vi sia tale necessità il sistema in automatico genera una Richiesta di Acquisto (RdA), la quale DEVE essere approvata dalla DIREZIONE TECNICA. La RdA approvata, passa all’ufficio acquisti. − Ordine di Acquisto: costituisce l’Ordine per l’ Acquisto (OdA) di materiali o servizi, verso terzi. La RdA approvata dalla direzione tecnica, passa all’ufficio Acquisti il quale emette l’ OdA, che DEVE essere approvato dalla DIREZIONE GENERALE . L’OdA approvato viene inviato al FORNITORE , il quale concorda con l’ufficio acquisti la disponibilità del materiale o del servizio richiesto; l’ufficio acquisti aggiorna quindi il sistema sullo stato della FORNITURA. Il magazzino scorte svolge infine tutte le attività relative al ricevimento della fornitura, aggiornando il sistema. − Chiusura Ordine di Lavoro: a intervento concluso il RESPONSABILE relativo all’OdL, chiude l’ordine, caricando sul sistema tutte le informazioni relative al quel determinato intervento: ore lavoro, componenti utilizzati ect…. Formazione degli operatori Perché il sistema possa garantire tutte le proprie potenzialità, deve essere sviluppata una formazione degli utenti del sistema. Come si è potuto vedere dall’illustrazione del modulo PM, esso è in grado di gestire un gran numero di informazioni. Mentre la strutturazione e la definizione iniziale dello stato dell’impianto e dei componenti è stata svolta da un gruppo di lavoro, la gestione delle informazioni relative alle sedi tecniche e ai componenti, in relazione agli interventi di manutenzione effettuati giorno per giorno, sarà ovviamente cura di tutti gli addetti del processo di manutenzione e degli addetti dei processi strettamente collegati, come gli addetti del processo produttivo e del processo gestione dei materiali. Quindi gli utenti del sistema saranno: − il direttore tecnico il quale è il responsabile dell’intero processo di manutenzione, ed ha come obbiettivo quello di gestire il processo in accordo agli obiettivi definiti dalla direzione generale. Per tale figura, il sistema deve dare un sostanziale supporto per la gestione, in modo da poter indirizzare le prestazioni del processo verso gli obiettivi prefissati. − gli impiegati dell’ufficio tecnico che hanno la responsabilità di una parte del processo di manutenzione e gestiscono i manutentori. Gli impiegati dell’ufficio tecnico redigono gli OdL, e ne gestiscono lo stato di avanzamento. Inoltre tali impiegati sono le figure individuate per la gestione della struttura del sistema, che durante la vita del sistema dovranno gestirlo a fronte anche di modifiche strutturali relative all’impianto; in pratica sono i veri gestori del data base tecnico dei macchinari; − gli operatori del processo di manutenzione, sono le persone che dal sistema ricevono le informazioni necessarie per svolgere le attività e che alimentano il sistema con i dati relativi agli avvisi e alle manutenzioni veloci e le Ispezioni − gli altri operatori dei processi che si interfacciano con il processo di manutenzione, ad esempio gli operatori del processo di produzione, i quali possono, tramite il sistema segnalare eventuali richieste di manutenzione o effettuare loro stessi piccole manutenzioni (riparazioni veloci) di cui interessa mantenere la registrazione ( es :pulizia filtri acqua, cambio raschie…..). Il piano di formazione è stato strutturato quindi in modo da poter offrire una formazione differenziata, a seconda delle necessità dei futuri utenti. Definiti gli argomenti e le ore necessarie alla formazione, si è fatto un calendario per le varie sessioni, cercando di raggruppare gli operatori che necessitavano di formazione “omogenea”. I gruppi non superavano i 5-6 individui. La formazione, relativa al modulo PM, è stata fatta utilizzando il sistema in ambiente di simulazione. Ciascun operatore poteva operare su un PC assegnato. Inoltre a ciascun utente è stato, consegnato un manuale relativo alle transazioni necessarie e la possibilità di accedere al sistema ( in ambiente di simulazione ) anche dopo le ore di formazione in modo che potesse esercitarsi, e quindi ricevere chiarimenti, sulle specifiche transazioni, dal gruppo di lavoro atto alla formazione. CONCLUSIONI Lo stabilimento SCA Packaging di Lucca, all’inizio dell’anno in corso, ha sostituito il sistema computerizzato di gestione della manutenzione “Maximo” con il modulo PM di SAP per rispondere, principalmente, alle richieste dalla casa madre di raggiungere una completa integrazione, attraverso una piattaforma comune a tutti gli stabilimenti europei. Questa sostituzione, d’altra parte, ha consentito lo sviluppo di “funzioni” informatiche sicuramente utili allo stabilimento di Lucca, che non erano state ancora implementate con il vecchio sistema. L’organizzazione ritiene anche di aver potuto usufruire del passaggio come ausilio ad un miglioramento della cultura aziendale. Per quanto riguarda il sistema, si è passati da una struttura basata principalmente sulle tipologie di apparecchiature ( la classificazione era fatta riunendo tutte le pompe, tutti gli agitatori, tutti i riduttori e così via) ad una struttura basata sul flow-sheet del processo, in modo da poter collegare le manutenzioni, sia come storia degli interventi che come incidenza dei costi, alle distinte fasi della produzione. La nuova definizione dei centri di costo, sicuramente consentirà un più preciso monitoraggio delle attività svolte nelle singole fasi di produzione, contribuendo alla definizione delle criticità e alla realizzazione dei piani di miglioramento. Lo sviluppo della reportistica prevista dal sistema, contribuirà all’ottimizzazione delle scorte e alla semplificazione dei flussi delle comunicazioni tra le varie funzioni dello stabilimento. Ci sarà, infatti, una sola piattaforma informatica comune a manutenzione, produzione, acquisti, magazzino, vendite, contabilità, direzione generale, che consentirà una stesura più accurata dei budget di spesa e fornirà uno strumento di verifica degli scostamenti più potente e veloce. Dai primi feed back, emerge sicuramente un crescente interesse di tutti gli operatori, che si sentono più coinvolti nel miglioramento delle performance aziendali, dal momento che possono inserire le loro richieste di manutenzione o modifica direttamente sul sistema. Se l’azienda sarà capace di mantenere questo coinvolgimento, che è nato sicuramente nel periodo dell’addestramento programmato, i risultati aspettati avranno un’enorme possibilità di essere raggiunti. BIBLIOGRAFIA TESTI ANGELO ANDRIANO. Produzione e logistica. Franco Angeli G. BELLANDI, La misurazione della qualità. ETAS Libri G.BRACCHI, C.FRANCALANCI, G.MOTTA. Sistemi informativi e aziende in rete. McGraw-Hill R.CHIAVACCINI,P.PRATALI. Progettare i processi d’impresa. Franco Angeli P. DE RISI. Progettare in qualità. Il Sole 24 ORE Libri R.MIRANDOLA. Qualità e cultura d’impresa. ETAS Libri A. MONTE. Elementi di impianti industriali Vol 1-2. Libreria Cortina P.PRATALI. Progettare il profitto 1,2,3. Franco Angeli RIVISTE CARTA & CARTIERE LA MANUTENZIONE INDUSTRIA DELLA CARTA SITI INTERNET www.assocarta.it