GIUSEPPE OCCERO
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Centesimi
25
MIL1lNE)
SOCI ETA EDITRICE AVANTI!
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I 1·ic~l1i 11u11 .~01t11 clte i ma11tenuti dei Put·cri. Ciò <:'Ile ei1si 111r111gianu, c•ù che es&i clo11a110, r<i1)
che es1;l r1~parmi'111'1, tutto
opem <lei laruratori.
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Milnno - Tip. Società
Editri~
Avanti! - Via S. Damiano 16.
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Poveri e ricchi
Sapete per:::hè un ragazzo riesce a trascinare al
macello un bue alto, grosso e forte, il quale, con
tutta facilità, potrebbe strappare la c01·da che gli
pende al collo e abbattere dicci uomini molto più robu,ti dcl fanciullo che guida?
Per due motivi. Primo, perchè il bue non sa di
andare alla morte; secondo, perchè ha gli occhi così
falli che, vedendo tuLLo grande attorno a sè, quel
fanciullo gli sembra un gigante.
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E voi, poveri, \ 01 1 la\ oratori delle cillà e delle
campagne, sapete dirmi perchè sopportale con ra:=:Ecgnazione luLli, i yostri mali?
Sapete dirmi perchè lavorate come bestie; mangiate polenta; abitate case brulle e malsane; l'estate
abbrustolite dal caldo, l'inYerno gelale dal freddo :
sielc carichi di debiti; siele privi di lullo?
Sapete dirmi perchè i signori dànno del tu così
ai poveri come alle bestie, eppoi trallano meglio le
bestie dei poveri ?
Pcrchè le vostre donne, le \'Ostro madri , le YO-
-- 7 -
-0-
:-)apcle dirmi per quale rugio11e.'i ::.cr~1~ra gi~st~
t'he essi soli gochtno tutti i \'anlagg1, lull1 i_ t~s~n d1
nrtc e di scienza che po::sicdc la moderna cn•1ltn?
::-Ire ~t>u~e, le \'u:,lrc figlie :iOllu co1u.IH1111alc a dei la\'Ori bestiali per Yili mcrced i 'l
.
Pcrchè i rnstri iìgliuoli, le \'O~lrc innocenti crca1ure crc:;cono in mezzo agli ::,lenti, alle prirnzioui 'l
Pcrchè d'ingiuslizie, <li u111ih<ll!011i, di dolori è
:-:eminala la \'oslra e-:islcnzn?
Sapcle dirmi perchè \'i :;cmbra giu:::tio che i signori, cioè i \'Osln pau1u111, fin da quando vengono
ul mondo, si lro\'ino circondali dn tulle le comodità.
da tulli gli agi?
Che sian solo pei ricchi lulli i godimenti?
Che l'estate, quando 'oi morile dal caldo e dai
miasmi pe:,lilenziali delle risaie, essi vadano a godersi l'aria fresca e pura dci monti e dcl mare; l'in\crno, quando voi non tro\ ate rico\'ero migliore dell_a
$Laila, per loro \i siano i salotti ti epidi e profumali:
i teatri splendenti di luce e d'oro, ùo,·c si odono ar1isti, il canto dci quali e pagato più di mille lire all'ora; i ritrovi eleganti, do,·e il tempo passa fra le
cene e le danze, fra il tinlinnìo dci bicchieri e dci
marenghi?
Vi par giusto che le loro donne ind-0<:.sino le
:,[,offe finissimé, le pelliccie e quella seta che le \'ostre
tessono lulla la vita e non indosseranno mai?
Che la loro ta\'ola sia piena di cibi prelibali, di
rini squisiti, cli eleganti porcellane, di preziosissime
po--ate?
Che il loro letto sia morbido e piena di delizia ~a
loro casa, O\'e tante migliaia di lire son profuse m
lappeli, quadri e oggetti di lusso?
La ragione è c1ucstu: Pcrd1i~ \'Oi :::>;cle fino atl
ora ~tali rngannali. Perchè finora nessuno v1 ha dello
la causa delle yostre sofferenze.
Pcrchè \'Ì hanno abituali a considerare quei poC"lii che comandano, cioè i ricchi. i \'ostri padro~1i.
come uomini pri\·ilegiat1; come gente che, da D10,
abbia a\'ulo la ini::sionc di farln a quc::-to mondo da
padroni. Jfcntre irn·~cc sono uomini come \'~i; ma
mollo più deboli, pcrchè essi sono in poclu e voi
siete in molti.
Il disordine
della. società presente
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Inoltre sapete dirmi pcrchè le \'o ~tre condizi{)ni
peggiornno continuamente?
.
Perchè il numero dei miserabili aumenta ogrn
giorno?
·
Pcrchè, mentre crc:::>ce il numero della gente scalza, lacera, affamata, i grandi magazzini, i mercati e
le fiere abbondano· di generi alimcnlnri, di calzature,
cli veslimenta? E le fabbriche si chiudono e falli~cono per non sapere a chi dar la roba ?
Perchè da una parie \ii sono mighaia di conta~
clini, di braccianti senza la\'oro; men tre dall'altra YI
-8~ono·
::traùc e arginature du fare. e milioni di cllari
cli terreno incollo?
Perchè la 1iwcchina. la quale rende più facile e
più abbondante la produzione, non ha di111i11uilo il
la\'Oro dcll'uorno; ma anzi ha gc11e1·ato la di~occu­
pa1.ione. la ro\•ina, la rni ... cria?
Perchè la fortuna di un'i11ù11.;;(ria o di un negozio
è falla dalla roYina dcll'intluc:tria o dcl nrQ"o:t.io ri\'ale?
Pcrchè la media dci folli1nenli. d1l' ~1cl 18S:J c·rn
di circa 700 all'anno, è salila oltre i :?000?
Pcrchè siete obbligali a ft1f!!!ire dal \'O~lro pac-=c
per cercare <lel pane in .\merica, la qt1nle oramai non
\'C ne può più dare?
Perchè i milioni crescono farnlosamcnte nelle
casse cli pochi pri\'ilegiali, mentre la mi~cria si allarga sempre più?
Pcrchè lutti i lamenti, tutti gli ~f01'7i che falc per
migliorare le \'oslre condizioni ric~cono sew 1 effetto?
Sapete dirmi perchè un bimbo· nato in un tu[(nrio
non ha gli stessi dirilli di quello nato in 1111 pulazzo?
Perchè ogni uomo non è ~icuro <li polrr vi\'erc
col proprio larnro; mentre ad alcuni è dulo di vi\ ere
nell'agiatezza e nel lusso, senza lavorare?
Borghesia e
Proletariato
La ragione sta nel fallo che la società attuale è
divisa in due parli distinte, o - come si suol <lire in due c[a5si.
Nell'una stanno i ricchi, cioè i possessori delle
terre, delle cartelle di rendita, delle azioni' delle fcr-
-
9 - -
Stanno i Lanchicri, i gros;:;i negozianti, i
grandi impre$ari, gli alti impiegali; stanno, in una
pal'{J!a, lutti quelli che godono senza la\'orare. Questa clas:;c ~i chiama la borghesia.
Xell'altra stanno gli operai, i co11ladi11i, i piccoli
proprictnri, i piccoli negozianti, i piccoli impiegati:
vi slanuo tutti quelli che larnrano senza mai godere.
Quc--ta classe si chiama il prolelarialo.
La 11orghcsia è riuscila a sopraffare il proleLarialo: i borghesi, cioè i siynol'i, i uoslri padroni,
~onn riusci(i ad appropriarsi la maggior parie dci
/1·ufli dcl laroro dei proletari, cioè dei poveri, dci
lavoratori.
rO\' IC...
Tutto è opera dei proletari
In falti chi è che rnnga la terra, che semina, che
miete il grano, che coltiva la vite, che la\~ora, che
suda?
Chi è che allc\'a il filugello e i montoni per produrre la ~eta e la lana; chi è che pian ta la canapa,
il lino, il colone?
Chi è che fila, che cuce, che si affatica al telaio ?
Chi è che la\ ora nelle fornaci; che fabbrica le
macchine; che costruisce le fcrro,·ic e le na\ i; che
trafora le montagne; che sca\ a nelle miniere il marmo, Io zolfo, il rame, il ferro, il carbon fossile, i
metalli preziosi?
Non siete voi, non siete voi soli, o Iarnratori?
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Si, \'01 seminale il frumcuto e lo n1ielcte pel' gli
altri.
Voi fabbricate Ye~ti, cù altri le indossa.
Voi fate il \Ìno buono, c<l allr~ lo hc\c.
Ingrassate i vitelli e i )Juoi, cd ~dll'i li mangia.
Costruite carrozze, e andate a piedi.
Fabbricate palazzi e ubilale ~tambcrghc.
Siete mi che dai rarw.-i
o,.., <lei ... oJc lraek i IC'$Ol'i 11l' r
i fannulloni. Siete YOi che produr.etc le ricchezze sterminate che altri si gode nell'ozio, mcntrP \'oi crepai~
di miseria ~
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I forti sono i proletari
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La ricchezza della borghesia, cioè dci ,·ostri padl'011i , non è il frutto <lcl l-0ro onesto ln,·oro.
J\!1chc 'ui e i yo~tri padri a\·ete sc1.1prc larnralu,
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eppure !3iclç poveri.
J,a ricchezza, qua nel o non ha per or1gmc la
froùl', il contrabbando, le f· J~ificazioni. le speculazioni più ladre, le appropriazioni dcl pubblico dauaro e la più schifosa aYarizia insieme. è dovuta esclusivamente al rnslro la\'oro.
E' dovuta al vostro la\ oro la ricchezza del commerciante; il quale compera la merce, cl:e \'oi producete, ad un prezzo inferiore al reale, per venderla
il più allo possibile.
E' <lon1la al vostro lavoro la ricchezza dell'industriale; il quale non ha allro istinLo che querlo di aumentare le sue ricchezze, pnganclovi il mcr10 possibile,
cioè intascando la maggio.i· parte dei \'ostri guadagni.
E' do\ ula al \'ostro lavoro la ricchezza dei proprietari di terreni; i quali si godono la maggior parte
dei frutti che il ,·ostro sudore ha strappalo alla terra.
E. dovuta al yostro lavoro la ricchezza dei possessori di rendila: i quali in Italia percepiscono 700 milioni all'anno d·inleressi: 700 milioni che pagate \'Oi
poYeri, voi c.:he larnrale, colle imposte d'ogni genere:
sul tabacco, sul sale, sulla farina, sullo zucchero, sul
caffè, !ul vino, sulla carne. sui vostri vestili, su tutti
i generi di prima1 necessità..
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è
La. ricchezza.
lavoro dei proletari
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E fino a quando durerete nell'illusione che i forti
si<mo i ricchi, siano i vo stri paàroni, siano i borghesi?
Vediamo un po' di che cosa sono forti.
Sono forti dei larnrulori che fondono i loro cannoni, che costruiscono lr loro cornzzalc. le l-0ro frrrov1e.
Sono forti dei lavoratori che conùucon 1 le loro
locomotirn: che trasportano altra verso gli oceani le
loro merci; che la\'Orano nei loro ar.::enali, nelle 101 o
fabbriche, nelle loro scuole, nei loro uffici: che fab. hricano le loro case; che coltivano le loro campagne:
che stampano i loro libri e i loro giornali.
Sono forti dei proletari, che, rnstili dd soldati,
da carabinieri, da questurini, proteggono i loro averi
e le loro persone.
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E' <lo\l1la ul 'o-.tro lu' 01'0 la 1 icchczza degli a:i orn~ti dcllt ferro i ie, delle ll'anwic, delle miniere, r.cr..
P.lrn ...... ili '-Pfl'~C\ li. dir campano lautarncnlc coi di\ tclt ncl1 rhr rica\'ano farrndO\i lmornrc troppo,, paJ!,1ml '1 troppu poco.
I:' Ùo\ uta nl \O'-l1·0 lm OI'O In rirclinla dci l1r111cltic ri: i <JU< h '-C nlll '-ro . . tar-.i dalla loru 1'l1S'-U-forte ~i ­
gnot'l'..!1.!iano lullo r lutti; a .......orho110 le ri<'1·hrzzc <'he
il I \oro 1u·e.1clucC' in OEWi l'[ mo ckll'indu,lt·in t' dcl
ro l1Jlr1 rio.
_[' d~\ uta al 'o .. ti o la\ u 1·0 l'a~iatrzza dt qucf!li
unp1r~alt cl.l' lo 'lato in~rra'-'-a con ... tiprndi di 1:1, :!O
lrn ùO mila li10 all'nnno.
fo1 rluclC'ndo, la cla-.c:c dri rtrchi (dri horghc:-:i) è
mn11lu1uta <lolla clO'-'-C dC'i po\c1·i '<lei prolclnri).
~1. '-Ono lr \ 'O tre fatiche rcccc:c:i\'r, i vostri ~l<·nti.
li• \ o. . lrr ln~rimc chl' formano le ùclizia dclln \'Ìla
rl i \o . . tri pndrflni.
L'approprinzionc <lrlln pnrtr mi~liort'' rlrl frullo
dt'l \'~"'h:n la\oro, pr1·prtrnln <lalln horghr..,ia. 1\ q11cllo
rhP . . 1 d1rr sfr uttamento.
Gli sfruttati
i.: 11<111 olarncntr ~<.110 ._fruttati rrlt oprr.ii ~ala­
riult delle città e <lrlln rnmpngna. pe~chè \'cn <lono il
101·., hn l>ro ai grandi proprÌL'lnri della tc1Ta e delle
marrhinc. per una mercede troppo Jrn .,.-~1. in cu11fro11!:0
m loro bi..,ogni.
l\'on ~nlnmcnlc sono ~rn1ltnli i coloni i terz{url,
i mruadri r gli nffilf 11ari, perrh1' portnno ai loro pndn>11i la maggior parte dci frntti delle \'ignc e dci
1
ca111pi, ai q1wli lia1111u dcdiculo le cure e le fulic:he <li
lutto Luwo.
.\la sono pm·c ::;frnllu li, ùui granùi ca1Jilalisti loro
paJruni, u dal Go\'crno·, tutti i piccoli impiegali, lu
.~ tipenùio dci quali non lJaslu mni per arrivare alla fine
del mese.
~ono plll'e ~fru llali dai negoziauli all'ingrosso i
piccoli negozianti, che si trovano nell'nnsia continua
<l<'l fallimento 'icino.
Sono sfrullu!i, dalla spicb!a concunenza della
gra11dc 1u<luslria. i capi bollega, o Dl'lic:ri indipendenti, trepidanti sempre pel i·i-:;d1io dell'imprcsn e
per l'i11-.,uffìcienza dci gua<lagu i.
!::30110 sfrullall i piccoli proprietari di campagna
dalle lrnnche e dagli murai gros::;i e piccini. che posseggo110 le loro cambiali; dai grandi proprie lari, che
\ 'a11110 falal111enlc assorbendo le loro pPop riclù; dai
signori, loro creditori, che sulle mi.sere case e sui
fondi posero ipoteche, dalle quali no'Jl si libereranno
mni più.
Uperni, piccoli proprietari, piccoli negozianti,
piccoli impiegali, tulli poi sono sfrutta li dal Governo,
clnlla J>ruLi11cia, dal Comune per mezzo di u11 cumulo
inso pporluhilc di lasse: ~ui campi, sulle case, sul be:-;tiamc, su ciò che mangiano, su ciò che yeo..;lono, sn
Iullo quello che posseggono e anche su quello che
11011 posseggono più.
. Perchè e appunto nei Consigli Comunali e pro' •ncinli e nel Parlamento che si dice di fare l'interesse
del popolo; e non si è fallo, finora. che l'interesse
Jella borghosiai.
E' nel Parlamento che i ricchi fanno le leggi, le
quali tutelano i lor-0 privilegi.
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E' dci ('011--i!.!;li ( 'on11111:tli e dd l'arla1111·1ito rl1e i
-.1guu1·1, i quali nella \ila pl'i\ ala ::frnltu11u 1 po\'t•n
scnrn pil'là, ::1 ::,en 11110 p1·1· 1111pu!'re le ~il""t' più gra\ o::e -:ui diseredali.
E' nel Parlamento e per u1ezzo ud t>al'lamenlo
,·lte la borghc:::ia e i mezzani <lellu borghesia commelluno le più ..:cellcrutc r11h1·ric del dunarn slrnppatu
<il popolo 'cltc lavora e che -..vl'fl'l'.
Sorgete!
Ol'lJe!IC rit:urdalc\'i:
Che le tene, le macd1i11e e lulli gli ~lrumeul i del
la\'uru, <lei c1uali i ricchi -:;ouo riuscili ud impoc:;sessursr, no11 rentlcreLberu un cenle~imu· se111.a il \ o...;(ro
liruccio ;
che i signori, quindi, per vi \Cl'e riccarne11 le, s i
11/JfJl'Of>T'i([no il prodollo del lauoro dci e ovcri; che
tulle le leggi sono slu le falle dai ricchi pcl proprio
\a1dau(}'io
e u <lanno \'Osl1·0·,
~o
rhc, cun1c gli uomini avrebbero il dirillo Ji non
lollcrare ('hc poche pcr:;onc si appropriassero l'arin,
la quu le uù ogni individuo è ugualmen le 11eccssa 1·1 ·1
per \'Ì\'cre; così hanno il diritto <li 11011 tollerare che
nelle rnani di pochi ~i concentrino tulle le ricchczz",
tulle le macehine, tutte le terre, le quali, come l'aria,
::-0110 necessarie alla vila di tulLi.
Hicortlalevi infine che nessun uomo è nalo «col
« di1·illo <li farsi mantenere da un altro u<Jmo; che nes(( suno deve la\orure per mantenere chi, pur ec:;scndo
« snno e robuc..;to, \ uol \i, ere nell'ozio».
-
1::; -
!':iui·gell', ... 01·gi:tc, u lu\ ur:tluri: '.1lzuk l~. froule 1~
grid'1lc in furci<1 alla cla--::c liarass1t:1 :_ u Sia1110 nc~1
o clic la\'01 i<1rno lll'i ca111pi, 11ellc offic1111..:, nelle u11~
<< nic:re, sulle fcrrn\ ie, ~ulle na\'Ì, 11ell<' sc·11ul~', 11 egli
cc uffic i, <.'<'!'., 'i a Ilio 11oi, la\'O!'alori ciel b1_·ac·c10 <' dr•!
pensic·ro, i Jll' Prl11ltori della riccliezz:1 . 0 ~·1ale.
.
cc Ol'lw11e 11ui siwno in numero, Tl<Jl s1w1w lu ntay" uiur1111:u; r\ 01 ::-ictc pazzi e.la m~nico.1_11iu, .""('credei e
cc che pos~i<11uu 1<b~cgnarci a mo1·1n' d lllC'd1a, su qu~­
« .sta tcrru da i1oi fcco11dalu, per cu11~1.!I'\ art' a \ 01,
« pochi e i11utili, il lus~o cd il polc·re >1.
·------------------------~-----------· ....
UMBERTO BIANCHI
Biblioteca dell'Avanti I
Letteratura e Romanzi
llllOCClll V. - Le aquile
- La yìronda
- I sentieri della vita
- 1l labirinto
- La coda dcl dia volo .
- Miti
...
- Secondo il 0uor mio
- L'Amore beffardo
- L'Isola sonante . . .
- La bottega degli scandali
IL\.RBCSSE Il. - J,'Inteniv
- Il fuoco
- Chiarezza - .
- Chi siamo
DOSTOifil\\SKY F. - Dal :;evulcro dci t·iv1
- Delitto e castigo (3 volumi)
- L'Idiota (2 volumi) .
GORKI )l. - I coniugi Orlow
- La vita è 1ma sciocchezza
- 1 àeOad1iti
-
I
~h SOClfl~ISMO
POPOLARr~ENTE
Centesimi
SPIEGATO
3O ·
tre
- Wania
IIUGO V. - I 11tiserabili (-1 \'olumi)
- L'uomo ohe rzdc .
- J lavoratori del mare
- Il novantatre .
- La rivoluzione
- Parigi
~!A..~~ FJ. I 110-i:cri
- Il suddito .
ORIANI A. - Il nemico (2 rnlumù)
- Gelosia
- Olocausto
- La disfatta
- Vortice
POE E . - Racconti straordinari . .
»
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(20 volume)
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di J/11/1111 S111·1'1J1'S11 , f''"'f"''fl/11•(1, con inccr·izionc ohlii'1gutonn, di tutti i ei[,(aclini cl.-J:'l'manità JH 1· cond111T<; un~i
'1t~L di a ~orcio 11<' la prod11;r.io11c, d'alcordo o J~ g111sL1l'.lit. Il'' l:t 1 iparlizione <lei prodotti, di <Ll.'(;ordo g.cn.cra 1c
JH•Jl,o nJi:,t10'.11i tr:i i populi.
1J llll.JlldO odit•1'Jl11 {• IJa"ato s11J]n, g-uNra. C:U<'rra, fnt.
~li Htat'i di 11110 !!l<·<;F.o co11tiw'11k J>cr J'i11lt'r<'SS('I jn C"nnt ra"to cl11!.ie vari1• !)(11'ghe!'>i<.>. C:ucrra, fra. i <·011tin~nLi o
lo 1',tUA' fll'I' i~ di!a.L;u·si dl'lil'insazi;i.hilità. dd Ì< me~· D io
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11 111011do di clolllani ~ariL basato irnllii Pac::-.
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1-:i <·01H•or1,,..,nza Ì: l;i IH' ;li:i. V!'l-P.Jl<l ·;i. <lPlln R()(:ietà. .
• J I <·0111111<·1Tia1dc· odia, il !<llO YÌci110 C'hc gli slrappn, );i.
<'I' "llt('la. ,. g11:1dagn;L cli piì1. l }i111pi~·fmLo odi;1 il sno
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<~ 11 "eg-.i ('11·1} g•:tl i111 idia iil po.lo. Il ~·~>nt11diuo ocliit. ·l aflit!.11al'io o il hr·:i.<('ianLe c·he gli insilhano il po<lcl'r. L'o·
Jl<'raio odia. il !.r11m1ro drP gri r11lm il !l;ilario. Il prokta 110 odi;L il Hi.gnol'(' <'hc Hfa. mc~~ho di lui.
La ('OllCOl'I'( nza r in lu(li i (';1..Jll]>Ì.
11 nogm.ia.nc Ua, <'"1rrci (a e< n1ln> il 1i.cgozia11!!' con le
J~IHtrc d..:! I a. r/ 1·/111111', 1·01 diffama re I a. mer<'C de LI' i\.\'VPrsano, C'Olio c;rreditarnc il hnon nonw.
11 J,a,n>railor•o !:1 <'S<'l'<'ÌliL nei c·oncorci, f;wrndo In. ga.ra.
fondo a profitto i musc<Jl.i pii1 sol.idi l'dà piì1 giovane lii.
1rn11·<;L1·ia rr<•ll'a,rfc.
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. L_'i11q1i ngato ];i. c~rci!n 1wi <·01worsi, fn1·<'1Hlo la, garn.
<1~· 1 t 1f1>li di sluùio, <lcll"a.n.ziani!à di SPI'\ j;r,i·o clclna pml•tL'a d't1 ffì <·.io.
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J,;L l'a.librir;i la, MC"l'('i(;i C'ontro l<t falihri<:a, lo!laJHl o
fHJ,L
lll'<'l'('.;t(o
p<:I' la prevalenza d<'l manu l'n,Llo.
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La, banca la esercita conLro la hanra. ,-antanclo tla sup()riorilà dd creclito e la maggiore imponenza Jcl capitale.
Una regione ag-1' l'-Ola lolt.i con b vicina, l'itantlo i
m1gl.10ri prodotti <ld suolo.
borgo cli campag.na è in rinilità rol .mrgo limitrofo per la prcminonut <lella. uJicran o dcl umcrcato:i.
.Milano guerreggia con Tcn·iuo per il primato ùt>ll' mdust.ria. GcnoYa contende a .Marsigli;t il primato d.cl l\Icclitcrranco . Ca.pri è rirnk di 'l'aormirrn per iU cli·n'l. .~
J.c eontcnclc I afflne1:i<t dL~l for<.:slicri.
La co..rico1TellZ1. inva.<lc Lu Lii <·ampi.
X '.i commcre 1 ,
nell<' inclustri-1', nei priYa.li e puhhlid affari, ncì1c città.
<'· nrllc campagne, f1~'L i singol.i in<li' itlui <' fra i grup11i,
il Dio d.cg:]~ internSiSi scava glìi a!Ji,si mondi <lolle rivalità,
e <ldl-0 contese.
Lo spirito d Ila conco1·1\'l17Jt <lomina iil mondo ccl a\·Y<'l<'na. i rappo.·ti fra gli li• mini. L'uomo din'nl<i così
J upo ckllil 'uomo. Ca Società, non <.>sS<'ntlo rclta dalla sol 1<lanelcì, bensì dalla co11corrr11w, nssum<' e rifl<'tl" gh aspctt.1 pii1 feroci d'°ll' i11dirùl111tlis1110, cJ.d1'c!foÌs1110: essa
è quindi anorchica nel ca.ttiYo senso della paro1 a.
La cosi<ldta. 'j.j,b. rtà. }1Qli1Lca. ì· la lihertà. cli una. clas."~
cli sov1·apporsi ad un'altra, sfrulta.ndola.
La libertà <li comm1•rciu i· la. l ib<'l'tà dcl ·lachocinio.
La libertà d'opi1nionc è tak per ()hi h:i d<'naro e per chi
ha in mano il mestolo clol eomando. La liliC"rlà di stampa.
è un monopollio· industria.le comr un a:llro, eh~ tratta la
ma.te-ria prima dcillla pubhliica opi.nionc, forgiaJ1clola ai propri fini .
L a liibcra iproduzione è il N10.~.
Le sterminate ricch<'zzc <ld l'un; \'<'<rso sono acca.panate da j)<X'.·hi. godute in gran pa.rtc da una. minoranza, il
resi d uo <lalfa, stem1iinat<i ma.ggioran7"'L <lei prokla.d cliscrodati.
.Ne v1eno _d i conseguenza c~w i rappo1 Li fra gl'i umani
sono rapporti di guerra. Glli indi·,·iclui Jot.t.-ino fra di
loro per il go<limonto c1~11a ricch<'zza, per l'accaparraml'nto della «proprietà n.
La « proprietà 1indi,·idua1c n è il germe deHa conl:R.sa. tra gl1i uomini, tra i gruppi, trn glli Stati: ~ il germe
d etaa -~U~tTa commeroia:Je e della guC"rra milita.re. La prima è IJl r.1suilta_to logico dolJ.a concorl'<mza t.ra g-li individui,
la s.cconcla è i:J prodotto necessario <ldla conco1,renza tra
le Nazioni.
Ve~remo in seguito cho la conlintrn guerra umama,
d_et:ermma.ta <la.l:la <;Oll"Orr~nz.a, non fìnidi che colla spa1l,2:ion.e cklla '.'P·ro1pn~tà. })r1v:t!an e eo1l'avvc1:lo d<'l'la «propn età col:lottivan nol Soa1allisrno .
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Il "determinismo economico,,
11 1htu 111 111is1110 t·c1111011uco, o allrimu1Li dello 111 1llcdte cos'è?
.
.
E' una L<'uri;i sco.pc-rta. Ù<L Carlo Marx, l:~ qu,dc m~
~wgna oho il fo111lame11to, la bas<', lo spi1·iLu ::nuualorie <lt
tutti i rapporti tra. gli uomini ì· l'inkrosS'i!, montrc ~e ragioni iù<::di, sc.nLimcniu,l'i, morali non vengono che 1Il s.c<·oncla linea,.
.
l nLlm<liamo<:i subito: il Sociu,lismo non dice sia b".no <:110 l<' ragio1ni makrialli JH'eYalgano su q.uc'llc mora1l,i.
:-:lard>lx:, anl.i, meglio che foss-c il c<mtrn:no; che, _cJO<',
l:i mora.1 i tà Yint·csse sul.J' interesse, q ua.ntlo s1 t rnt.ta cli dckrmi na rc un uomo a<l un'azione qualsia.si. Purtroppo 1
tll\'CC<!', non è così. Il Sociali~mo constat.;i una rMltii <lt
fatto ,che, eioi:, l'interesse mawriaCc. è la, moli'.~ Jll<.~J)lll­
:;;1\·:i ti.i t.utt.i i faLti singoli e socia.Jr, mca1lrc l.'1dcali~mo
i· meno f01 l-c cl •I ma,tcrial irn10. A quost~t co110l us1o•nc :Marx
ed rnu:ali~ti s<>.no Ycnuti clopo un attento slnclio della,
storia e dci co•,Lumi antichi ctl al.tualli dcl mondo.
La con"onrnza. e 1 in ·1 -.,;e sono Li ha"A' fondanHm1aJ.c cldl.Ja ~loria <le.I conso·r7i'o u.mano. L:t solitl:'l'IÌ-ctà 1 e l'idC1alii<;mO W'J111gono - l urtroppo
buoni Sl".on.di 1wl 'a cosl·tcnza dl'1g(ii uomi.n.i .
Ya<'eia.mo un .esempio.
Avete ma.i saputo che u1n fra.tello si è litigato col fratcV'o per ragiomi <l'interesse 1
. .
He i 'a.lor i mora] i pre\'a 1\cssero su qlwlh matcnalt,
ciò 11011 sar<'hhe ,pos;;ibir..c. L'a:mor fraterno -la Yincrrchb:
sui!J.a q tw·st.iono dcl denaro. Invrce - purtrop1po ! - clu
la, 'lllC"" ì· il... ckk1 minismo e~onomiço !
li mondo è fatto così. Uli itkaJisti 1101n riusciranno a.
<'.<tmhinrl•o. L'ick'alismo è spec;-o una. lu"'tra che ricuoprc
il piìt ba.sso matcriaflismo. Quanta Lottegn. sotto la re·
J.i.g1c1nc ! Qua.nLo mcroimonio sotto l'amor patrio! Quanta
de.tinqnenza. sotto la maschera ddfa morale!
Gli uommi amano ri,·estirc tulle le loro azioni cli
un'appa.renza d'idealità e <l'alltruismo. :'.\fa quanta. corruzione e quanto marcio sotto lo sp.lcn<lore delle n111rnnmzc !
li malcria.1ismo storico insegna a non fi<larsi di questo
apll:tl'C'•nZf'.
colto fa loro Yernicc, gratta gratta, finisre sempre
per npparir.e ili suLstrnto dell'intcr<'s.&e.
1,\indagirn:i è
sp<'sso rlifficillc e sempre antipatica. Ma csc;a è necessaria.
p01· l a salul<' a.v\'cnir~ dell'Umanità!
l'l Sociahsmo inscg.na, a es.sere spi.cl.a.ti, per amor del
\'C'•ro, JlCl' .amo1·0 diC'Jl giusto, in questa. ri<:crc:a- I prolct1a .d
nut1.~1110 slunco,
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si guardino a,tfol'llo. Studino a fonJo k a7.ioni di Ti:t.:_o
e di l'aio, eh<' prc\'alent.~·mL·nk •'~"e sono cll'ttat<, conc;1gl!al<', <letcnniuato dalil'cgoismo, da':'mnl,iz onc, du.llì'111ter<'..5l:1P.
.
.
l pro 1 1'\a1 i non si fttlino q1,,\.ntlu i 1' 1 ·i
gwrn. 11,
g1li uc111in1 <'<.'rnano di coll\·i11c:cr1i 1·hl• q '"• f.tt o <' qut'-l
l aHro sLmo la maniìestaziono ùi un suhlimr idrr 1is no. cro1~mo, alt.rui~mo. Q~ialche volta oi<) IJUl> <',"ere \er~,; 11111.
ben rarn,m0ntc. ! Il }llll spe.'.sn, un <' ~une a tondo, u11 rndagrne mi.nuta (d'altronde spesso dit'lìc.liL') mostrano Lral·
tarsi cli t n tt ·altro.
.E' doloroso. ma è così!
1 so"in..:i.:;ti hanno prr c1·ikrio fì<>so c11; con.;id rar<' !1•
co:;c
.!!''1i nomini. e i fa.tti c;lol'.<'Ì e soci<tLi, dal punto cli
Yistn dcl materialismo storico; la. irnhoc.:ano quasi S01nlll'C g-;usta. n"i lo-ro giudizl..;,: la loro forza, in pu.itica, ùcrn·a a.ppunto da questo.
(~11:rndo un pac•,n SN'nÙc in guerra <' dice d1e ha. trait.i.
la, snaùa, Jler :la g-iustizia e pnr la lihcrlà ... i soci<Lli:;ti so1J'.nono. 11ercht• il ma.tcriahsmo otoriro in<;c-gna '.oro ohe s1
trntta <l,,.Ha ambizione di una dinastia, o <lcgìi intc-rc~si
<·onunercial:i ùi una borghc<iia, o d<'l )ll'Ollotto tli una infatuazione coL!et.tiYa alimont.ata ùnl.ln stampa Ù{'i forn.,ton.
:-:ìe un inclustriale cr"a ncl'.o slabilimcnlo un'opera. di
so~·corw a fayore degli oprrai e qualcuno lcYa. inni afda.
roagnamimità. <le.I padrnn<>, i socia\:oti sorridono, pcr0hì·
il rnatcrinJismo storico insrgna. loro clw i,1 padrone non ha,
voluto far altro che crearsi 1111 )HPmio di assicurazio1M
contro la Gotta di das~c dc.g.li operai.
Se un g:.ornalista sul suo giorna,lc s0iog1:ic inni a·Ph
sag-gczza di un Go,·erno, o alla poknza cli u.na. indn<ilri;1,
o alla h·'Jì.czza di una politira, e qnnlouno mo-tra cli cr•'<lcre c}1c l.e paro':c d"l g orna.list.:l sian> l'<·sprc:,sionc cli
un-i c<:•n\·inz:one ~cnt.ita e cli una ~pontanra manifc1'tazio.n!.' ddl' ani.mo suo, i socia1 i c;l i son ido:io, prrchè il m'lkr'.allisrno storico li induce a ricNcarc o la lJ11slrrellr1 del
UovPrno elogiato. o 1:a partecipa1..io11C' dc~l induqria nd fìna.nziam<'nto dcl giornale, o l:i SO\"Ycnzionc degli interessali aJ.'a réclame di qucllla tale polit'lcn.
Jl matfwiasmo stori<'o è la b11suJln cld socialista per il
suo orientarsi ndla spicgaiione dci fatti <'(}muni e so
ciwli. Questa bu~sofla non è perfetta <' qua 'che Yolta puù
lng"annarc. M~. quasi sempre cs•:a induce il socialista a<l
intuire Ja, Ycrità.
I pro'·c.tari si muniscano di qu<'sta brno;sola i ntcl!et·
tua1c e snhito si accorgeranno c{)mc i,], Partito SoeiaJista,
i::c~uac-e <lnl detPrmini!'<mo oconomi<'o, alibia. per il colo
fatto di possedere qt11"11la busso-la - una encn·me suporioritù sciontifica su tutti gli aJl:tri partiti.
Un privilegio che guasta il mondo:
la proprietà privata
Ho spiegalo nel pr~cdetiltc capitolo ehc ~·os'ì· il mrtslorll'O c ('OlllC <'ISSO in.'t\'..WÌ clw. 1'1'11kre' sr: clo
rn111;\ il lllonùo, la C'oncorrnnza an:<'ll(;nn, ~ ra.J>J,H1 r.L1 tni.
· · o tra i· J>OJ>O"l,
1· 1.a pi ·01J1·1cl·1
g-1! uo111rn1
' 1>1·1\"tt·t
• ' e la liase
th tutti m;~lanni d,•Ha Soc1da.
.
.
L'istituto sociale d!.'lb Jll'O]lricl:\ yn\'aln '\H.'ll.e claJ1
di1·iLLo che Lutti hanno cli a.ccapn.rrars1 dnnarn <} ricch~z­
zc .r di poterle accumul:a.r<', tra-fficarc e lrasnwtlerk 111
erodi !h.
. .
,. ,
... , ?
Com'è n:i,!o 1'1sl!.tuto <lrlla prop11,da JHI'.a1a.'
Alfo origini cld! mond{), tutl<? C'lo. che S!Sl<.'\'a sunl'orhf' t~m·aq neo .rra. di n('<;.:;~mo e ,e~ i }·li !t 1: , .
.,
.fì
D\"ihqppa.ndo.'>i la st?na tlell1l Umamt~1. i p~u .r'.~1 .'i
e i J)ii 1 sealtri hanno commC'ia.to a. rubare _alla coltdtn1t:t,
appropriandosi pezzi di tcrr~no, prodotti clol: suo1o, r~c­
~h<'zzc di o.a:ni gcncrn. cosl i 1uen dos<'ll(', un pa ! nn~omo.
proprio. de•J,la propria famig1ia o lri.bì1, iramandabilk> .ai
cl isc<·n dcn ti.
.
Alt r aYcrso i secoli, i brni in cli Yiù uali s?no pa<isa~1
cli padre in figli.io; sono· stati ceduti, yrnùul!, trafficati,
sPmprc a Yanlaggio di <'hi ne vantava il possesso..
()1w,sli boni gli uomini s~ li sono a.iwhc rnbati scamhicYo]men!<' e ha ùunqu<' ragmnc quel filosofo che ammonì cc;s('.rc. ill fnrlo l'origine di molt_.r proprict_à.
.
.
ln Lcmpi pii1 recenti, m_oHi, beni S?no sia.ti. con~u1st~t1
·colla. guerra o sono Yeinut1 a1 nosl:n progc-n1lon atti a''<'1°"'0 donati.xi, inYestitur"', antichi diri.t,li e <·ostnmanzo
rnrcliocvalli.
, · ·
l
FinalmcnLr. nell'c.poca contemporanea, 1 ongmP. ~k In rierhcnc in<li\·i.<lun.li d~Ye ricercarsi o n0l1a <'rcd1ta. .o
nr·l r>roe-csso di accumulazione, attraYcrso il cornmorc10
e ll'indnstri.a.
A lui.te c-0d<'st<' forme di accap:uramPnto. cl!.'lla p_ropriclà privata, _il Socialismo fa. l~n process': 1:11.-r~o\;iLile,
ront.rstanùonc VJYam0nte la moralità e la grns1iz1a, ·
11 Sorialismo p.rorlarna che tutti .a:1i uoimni, qnanrlo
0scono dall ventre dc.1°la madl'c, <lcihhono nasrcre,
nelle
strsgr ro11diz1oni economiche, e no1n è giu~to che nno nasca... <·o'lila camicia, e l 'a!ltro seonza !
. .
.
11 Socirrlismo non amcittc c.hc dul' lnm1n, nart11 ,c;ollo _lo
stosso sok <' fatti della stessa carne. rnuovnno il 101·0 rngn~'sso nell mondo, 1'uno con p,roYvigionc ùi bc1ni e. l'a.)(ro
dil:lc1·eid1a;to !
tr 1 i11I1s11111
9
8 -·
Il Soejalismo nega i pri\'ilcgi dclfo nascila eù esii.;o
che tvtti gli u.:1rnH1i. quando ·Ì•l naLuia •li JH<Y.{'!La n«l
mondo,_ s~ano ec~n~:nnicam~nt..o 1' polii1l':rnwntc ugunli. s:il\O a distmguersi rn f-Cguilo a ::;r<:onda tlei lloro llH''l.zi naturfi:ll, ma. so 1o nella. gara._ lkll'ingcgno e dt'l larnro. A
di?LIDgl~ersi .. a~chc nd reg1111' di nta o noli gollirnc111lo
dci he111 so;:iah a seconda, ddlle 1-0.ro mag-giori o minori
opere, ma senza ingiusti ccct'ssi e wnza: pos.;:bili là di
slrut.tamcnto altrui!
_lL 1pri,·ilcgio economico ùoHa nascila, Ùc\·c essere abolito.
..l!l guat!agno di ci<V'Cl~no d.r-n~ C'JH'l'<' .re.!?ola.lu da. apJl_o·ntc leggi dnra.nk la nta d1 l1l\oro d1 eiast•h<'duno, •>
{'1asrfilcduno potrà gockrsi duranl<' h 'ita, il frutto tld
suo laYoro. Alla, nv;rk C'ic'i chl' cn~nlualmonk <~ti resti deve nt.ornare al puhblieo, alla Collcl.ti\'ità.
"'
'
Vieta.to l'accumular{', p1 o:b.lo ì'er0ditarc
Tutti dernno la \'Or are.
·
All'infuori degli inabilitati
al cui rnankninwnlo
in·oncderà !lo. Stato ne-suno ckYc eon"umarC' st'nz<t
proùtu-rt:. L oz o <l,,.,.·r.<scrc con-;idC'rato eome un <l<>'iUo e
}HHH~o a norma di lieggc.
. ~cs~uno clen~. accumu!arc r:echczzc, conserYarn, risparmi,uc. 4'.a pubh.1ca e pnvat.a <·conomia clcxc (\<;Sei'{' orcraIllZl.at~ 1!1 rn_o·do ~a dimina1X' auto111at:camenk Jr a<'~u­
mul_az1on~ dci. ~en1, rendendo inulili, i,naJtL,·c. infruttuow, n·;·oahzzah:l11. dotk accum u ],azio1n i.
L accnmulaz1on.c deve essere eonside.ra.ta come un furto alJ,la Coù'1cttività.
·
_Quai1icuno ob,ott~ ehr. il suo scopo l, q11{'1]]0 di larnrarc
e ~i accumu.lare pci figli; che srinza cli ciò Yic1nc a manca1c un nobile sprone al lavoro.
Il Sooia.!iFmo rispontfo che ciascuno de,·c "'tYorarc pc r
quant? gli compete. e non trop/JO di 1>ii1, n:. trop710 di
m~no, c~e se qualcuno ame~·à _laYc;irarr rli pii1 e di mcg lO, ~g~i st~s~o e l~ su:,i. fam1~lt,a ~1 godranno i frutti del
~i~fi1f?\, U\Olo. Ai ~glii pen--.0ra la Famig1Jia, e la Colikt,' 'à ? essuno d1 essi, quando tulio sarà rerrolalo
· e tutti· Yerranno mo""i
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oconymieaLemente il prossimo cd il la.rnro altrni
onu. in questo morlo a mane·trr l . "". . . ll i·
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1m1>o;;siihi,1<> i,l god.< 0 \ {'lsync_n~,<' 110·. l'{'W _n,utoma. tiç·amont~
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spianata la via aÌl~;h f.~·· eh la, <li nn. gnrnto limik, sa.n\,
71n1•ffta ed aH'irusta~? 17;10nc nr.og'l"<'~:c;n·a dP,Jla proprielr1
cotfrlliva.
rnz101ne <leì rcgunc dci!Ua proprìetù
1
1
--
lk.swranno i Lcni, na.Lura.~u1011t..c, rn.a eost•ituiranno
un u emauio pubblico. Vorrà., in\'ccc, soppr()..';:;O il capit~lo
prn·•tto, j,j qtHti10 wnforisce a1l prinulo ir!di\'Hl_uo _l'<~~t,i:u­
mnno l'anti.soeiak <liriLto di sfrutt.arn i s1101 sm11li. I
boni ~·inrnrranno dci mez.zi di ordinato go<luuonto collcttìrn ~~ non pii1 <lei mezzi inùiviuuali di all;rui sfrul;lamon to.
li Sot:ialismo tende all instaurare, come ho <letto,
la proJHictà colJ.etLirn..
.
Tull..o le ricchcu.e i beni, ili suolo, lo ca.sc, i .li sottosuolo le forroYie ilo linco di mwi 0rrazionc, tutto cio che è
'
' o manufa,Llo, dorn essere tl 1 propne>
. t'a
d"icchc:t..zn,
i.111u1obiJ.c
Ul'llo cLiLlO l'ioè dire d.olla. colfoltivilà <lei cittadini, di
l t;lt 1 e di n'ci;su no. ·
eiò è praticamente possibile? ...
l nos!Jri critici dicono che ciò è utopistico, irrcalizzabilJ<J .
V CJ(liamolo un po'.
ln fondo, il Socialismo non clornanlla altro che di
e~lu1rlcrc, con successione p~·ogrc.ssiva, l'aHualc proprietà dello Stato, la qualo si è già cosliiluila, e va scmpro
oresocudo, fino dal tempo in cui le idee socia.li cominciarono a sbocciare.
l'crsuadiamoci bonc che i nucllci dc1 futuro co1ilctt~vismo esistono già.
Una Yolta, peir esempio, chi doYeva rc6rsi da un
luogo acl un altro bisognava Yi provvedesse con mezzi
J>l'OJl.l'J. Oggi lo Stato, proprictai~:o <lcHie forrovic, ha organir.za,Lo questo «pubb'lico servizio» e vi lraspo•l'La donmque vogliate.
l'crohè tutte le atfo·ità economiche non possono uivcn taro «pub.blico sm·yiz:!on? Forse che ~1 mangiare è meno utdc del viaggiare; ll'abitarc in una casa è mono nccessano dol ricevere una lcttora i
Una volta. chi ul"ò·va di notto do,·.e,·a ])orlar s.eco una.
torcia. Oggi ]·a coUe.t.tività, associata ,ncJ 111 unici.pio, proY\'cdo ad un conveniento scn·izio di illumimazione.
Pcrchè il ì\1uniieipio, che fornisce ai cittadi~11i la lluec, non rpotrebbc. fornire .a.nch{':i l'abitazion.c?
<'lw cos[1, c'è di «utopistico» in tutto questo 1
Mo~ti Comuni posseggono già, fìn da ora, le ( ase J>o11olori.
. A poco a poco, i Comuni potrainno C'slcndcrnc la gest101no, allar.ga.1ro sempre più ila loro influenza i·n questo
c~po, aisso1,bi1rc le C'oopc.ratJi·vc c-0st.rntitrici1, le Case degli
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l 11 Hu.,si;i (· giih in atluazior<:\ una r1torrna di cp1rsto
gc11"r<'. In ft~ri_do .non .si .1,rnq·1 di.e _d_i 1111. ritorno all'antico. L.• u -'<'"-ita d1 un p1t1 n l'l cr\ 111.l.l;;1.z101w e a.(r<' caus)
J.n1nJ1u ('()11 l•>Lt:i .a l'oci.dh da.1 ·anti<•o ro11rn11:r1110 a.'l'i~11li­
' ulua.'1ii;1no eo11(1Pm 1ou1.rro; la 11<.'.crc:sita di u11:i p•.ìi alt;i
, .1·ilinaz·( li!' a11c1;ir...• pol'L'< rii w! C"ollot1i1 .~mo - il consorzi n 1killc g\.nt i.
1\1 Lra.1 rr20 un lun~o prriodo di trasformazioni Pconomi<•lir il R<i<'inli"mo nwlc dir la co 1·]l'lti1·.th rl~·.i C'itladin.i
- '<'1\·,·ndosi ckl.lo St.at,o, dil·l<· J>ro1·i1wi<', d·.f. Municipi,
dilli<' C'oo1•<'l'atii1•c - si l)ostit11i~ca. poeo :i. poco n.lk a.Ltinth 1•ri1ale ll<'·lléL gcstion•' cl<·lla prntl11z1c•11C' e drl rom111crt·io. in mo cl o l'ho ocssi h sf nd.t~un"n lo cl i uno su li 'a. 1t ro O'·to <' in modo eh0 l'aho!izione dt 1·l1i cuùlcm-r<'nz.a mito~ 10n moralmr11toe -- ·il ~fondo.
l'cr qursta ril'oluz-jonaria rifO'rma nc,;1 O'<'Ol"l'<' fond,u-.c un Jhr::.tto nuoYo. n(· una Sri.cnza 11110,·a. naslcrh
c•,..(C'!Hlor(' qw1uto ~ià <'~;·te- con rn1 1torl 1 1 <'\oluzioni-(ico se
gli attuali ùct<>nlori del pri,· kgio non rcsi"-lnanno oltr-0
Ì11i"urn; ('OH azioni 1·ivoluzionaric in cam eh<' l:t rr..sistrnza IJOrgfo•so assuma forml' 1·io!1cntc cd inique'.
Possibilissimo !
,.if nn . con-
l:ìolformiamoci alqua.nto su quPsto l'O.ncC'llo clw, il colO<·Ll.i,·i,mo 10oriali sln nnn <- un'utopia 1·on1<~ lo dcfmiscono
g',i :t\"\Nsari b<'nc1·ri.1i (~li ... altri u a110 ll•~11nizioni pc~­
giori) 111n. (', ii,rm11liC'c.m>l'nlc, nna YN·i-tà. in marcia, come
ho climo'>trnto ndl'ultimo capitolo.
La do 1 oro~a sto1·ia ùi qne 0.ti l<rnpi r~ 1w porge. pur
:1llran1 rso molli NTati e fini ilin~rsi, l'c,.qrmpio il pili
snqgp_st1Yo, )1{'>1'Chi.· mostra come lo si.es-o C:or1 rno e Ilo
1
f'ill'Slt3 r a«si clirip:C'nti e borghc<>i
ri,'ono::cano l'<'CC<'llcnza
dol i)l·j11òpi0 <'OJ.lcittiNista. e comincino, c.;:si stessi, arl
;mp! ica rlo.
Voglio riforinni aHa qu.estione nnzionaf'.c dr-gli ap0
1
;c:mo. i I
h, i "r; 'lli1
,; ':'t
f't1. in
i,
cF~'-'i q·1r
1',.""' 1.o;ioname<nt.i.
Pr·ima. della. gncna, il graa10. j,J <'arhon". il ferro
m:incanti in Itnli:i rrano a.r('p1isfnti all'Est •10 tla }ll'ÌYa(i
Jll·crranti sotto nn r<'gimo i·nclivicl11alish ili p1;ra ;:;pe<:nlnzionC'. rn p ri yato ('OJn]ll'aVa. C'<'ll(om,i:"ii, d.(o-Jitri 1li gra110 sul.le hanrhin<' dcli Ji orlo rli Bu<'no.; Ayrl'·L 1 o fa.crva.
l'iHican· sn na.vi rt.i prnprie1tà cli nna. pri,·ah i 1<111sfria, rn:i·
i·ihlim:~ k quali lo t~·.a spor Lnva.no a. Grno\'a, dove' int.p. r11w,d iarì e gro·0 s:st.i •1ni1·ati lo 11.\'C'l.Jl<HaV\ ano di·\ i1lonidoEll~lo.
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li grano arrirnrn. così ai JlH'r<';nti minori. i quu'i lo
c.cdcvano ai muU:ni 0 questi ni pri\'aLi fornai.
(lnnnL1 p.ts>'agg1 dt m l'<"C', quanti inl rmediari inuti
li c .... quarnt.a ~lrceula:t.ionr ~
Lo ste,,so si dica, dd ferro e u"'l earbo!1.{'.
li f::iociahsmo hn. l)('tnpr0 .n"; l t, > ~ulla n<Xol'ssit.it tli
sopprimere gl'i~1t0n11l•di.ari, i mcd1aton. i sonsn~i; lrn
S.:!lllprc hamlito il pri.1H:1.pio d ltla c.onnrnic-n.1.iL !-:.()<.'1alc di
avvicinare pii1 che siii possibil-0 il proùut~on: al (•9nsumalor-0; ha s.emprc procl<u11ato d1P la q11r<t10ne dPgh apprnn1gionarno1t• tlt;v.c-.s•H'I'<' un alfa.re- di Stato da orga
nizzarsi in pubblico 5en·iLio.
Utopie! si è risposto.
E il 1H'Ìn~i1Jio in1hvi1h11t.lisl1i ha eonLinuato a, Jll'C\':llerc sul princ:i1,io coll.~tt~\'i&la linchi\.... ì.•
wnuta
:.:~
guerra.
La guerr.'l ha squarC'iato i,l ,·~·ntrl' a. mo'tc prownzion:i. hi gu('rt'.i. hn. messo ii nullo formitlaJ,ili n-0cessità,
ili guerra ha cost1'<.'!to mo: t.<.• tco1-it~ ai<l... amln rsi a. na.f'..Conclern e mol.tc a 1 tre a. riq~ a.rsi.
E il Gow,rno italiano (ciò cli<' dieo pN il nostro Pa..csc l.·. d'altrond('. C<1munc c<l appli;rn..Li'<.' a tutlt gli altri),
qursto cc(omita.to E'«:ntivon dc'ikt. horghcsia italiana ant1socia,Jista, messo all!r strette dal bisogno, non ha .·sitato
un mom~nto a rcC'atsi .acl acocn1L•rc un pnto di moc{·oli ~ul­
l'a..ltm·c delrl;to•piit e pa~s<lnrlo con salto ila kanguro il
fosso <lclle prc.!Ùuc11:ziali 1wlitiche, s'i.• g :t tlo a corpo
morto in grembo al collcttivismò.
Niente più accaparratori a rgcnti ni o russi. nion te Jl iii
nan privat0, niente piit g-rossi~ti n. Gcnov:i o N apoh, niente più inL'rm:ìÙia.r'ì c ... aLb:i w h "ll!.'cn1az;''1.r !
E' lo Sta.to che va in AnH•ric>n. o compra. Lo Stato,
rapprrscntant~ dcH<t collletli,·it-~ dr.i C'ittadini, acquist<~
p('r essi .i n~nti mihmi di r!lolitri di ~rano m1111"anli. Lo
l::ìta.to. cnl,(' pubblico, or~anizza il wn·i;r.io ptLhblico del. ..
pubblico a.ppctito. r.cquisisc(' le na.vi ckJac private marinerie. tra •penta p('r suo conto. carica, e cca rica in propria gestione, requisi~oe o gcstisC<\ i mulini, manùa la.
fa.rino o i.1 grano :-,i pnbh 1 iri Consorzi, <"limina i 5('nsali,
<.· fa n.po ])l'l('lfor;bi 'TI"ILÌI' ai :\Iunit' pi, a.!J' C'oope.ntLiw.
Altr"'t,tanto lo Stn.to fa per il forrn. p<'l' il carbcnc,
per mollti altri 15ennri cli primn n('C('·S3Ìla.
1':.' questo, j)er gli Dci, è rol'lctli\'ismo tcnùcntc a fini
tutt'altro che so~ia1isti, ma, rol:1<"t.tiùs.mo !
. Col·ldtiv~s1_n9 applir:ito ad una. park• drl sc-rYizio ùrgJ.1 a1>pTovv1~l<l'Ilam('n!.i comG noi YOJT('J11mo fosse appli('ato a tutto .111 com11l<'sso rk i ffi{•c10simi; rolkthvi.~mo fat.to per occ0z101'.c,_ mrn~rc sarnhhc )lrof'1<•110 'l.'ap1ili('arlo cli
regola; ~ollettiv·~·mo 1mpia..ntn.Lo lH~r la gu.erra anziohè,
come noi vorremmo, a11plicato p-cr la prwo pcrrpc.tua dci
.iL..,, .. - - - - · -
... ....
----
...,
popoli c. <I •"li uomrn1. ma col'ldli,·ismo auLcnlico, ùi uutr·
c·a C'tonorni~a sot-.iallista, se puro non ispirato alle nostn·
idea iLll. politirh~
.
.
.
. .
,
lJ fatto ci autoria.a. a roglwro .m contr!t4ù1z1o:i.c ia
horgh<·>'ia qua.ntlo ùioe' a e .d·oc 1:hc il e0Hett1nsmo
e 11upossi1Jilk r: fat,t,o ci nu tonzz<t '.1 ,mctfr'_l'<' :l \:1'1·b:~ 1C ]~ L''.i;i piS<·.cnza borghese sulla matunt.a .<;oyinlc. ù~ <:c1 f:c ufmmc th<l qllando <'r:l.110 .n•C.: 1ama!C• da 1101;<,- H:'i'l rr . ia~cV<:1:1.?
sLrcpita.rc tutte !.e oche e i gufi dd vttlll]>l.Ùo~lio .01.,\; ..
\"a tore !
.
• .
•
Noi J!l'<'.ntLiamo atto che gl1 apprOV\"Jfp-0nam.ei:it1 <J.,rl
grano, d<•.l carbone e dcl kno possono <'>0;1;c gesl,~Ll Ja],,,~
co!llelli\ilà nt}l!>rc0 -cnt:tta da.Ilo Stato eo.1-0;~tluswno d 1·1
pri,·ati spccu'atori e do.m~nù amo c•lrn a~1chc 11 r('St? cl,:l.e
mal< ne primr océ·o.1-rr.nti. <·110 a.nd1<' 1 manufa~t.1 '~ J\;
·
· ' e ]1.r OlTOl·1·e '·11 J) '~=
'1 '
<'· C'll"
"" .,
mal'ch1ne.
<' tu Lto c10
_~, il -P ''"i'
non prndutc. Ycnga. ugua.lmcntc pro\·,·eùuto al.. b;tero c,a.
un !'«'n·izio statale.
.
.
X oi c'omandimno ('hC l'<"C'O('ZlOll(' <ld wmpo Ùl gucrn
divPnti rC'~olla <lc1 tempo di pace.
.
.
E c.ondncliarno, su questo punto. c.h(' 1 eYoluz1.~nc c?('iaJ.ist.a. t' ammc!'«a ieome pc~"·!n.J~ ~ soc1~lme.n~e ut1:~ t~,11 ·
In slc-"a. borghrsia. con,~ suoi tu111_ch ~pcc~~<'nt:1 impesti udJa gn0rra: dunqll·C 1 11·rrol1•;"l1ilr " g1a. ll1 .1>artc. una
1'/'f/lltÌ: l'utopia, ùcl:"i.c'rÌ è la realtà <lcll'ogg1 e ù(•l clornan1.
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La "questione di diritto ,,
Si clicc che queste <<JH'cL<'!'<"n d<'I Soe\nfli~n~o - d~ ~ rga.n i1,za rr. C'ioi.·. la pr~cluz' one c lo senmb10. dci pro·clolt i a
c·nn1o dello Rtato ins1cmc a tnU:i la g0sL10'1c dc.Ila. Jll't1 ·
pridà colicttiYa - siano, ol lrcchè. a.s~unlc, ingiuste.
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Sì clic·c che lo Stato è anche 111 rap]H'(''icntantc d\)::; l
i,11,krnH'diari C' dc.i l l 1prietari C non ÙCH' lc•lcrc Ì cli-
ri!ti cl i co'-loro.
lo ho cli.mo~trato pii1 WJJ.l':t d1r cof<'c;ti. Yant.ati .liriLti
si fondano su basi morali molto cr~utihili. che l'orig1'1c
~ il nrnclo di accumulazion-r 1klla propri-dà. in gene.re 0
tnlt'a.11.ro eh<' bao;nto su11la ginsti7.i.n.; ho c1imostrnto i danni <'·n-0nni eui l'a.ttualo regimc capitalistico ('Sponc la Soc-.ietà.
Ba<;t.cre.li<' C'ÌÒ prr dimostrare q11anto <h 111»1.~t1:in. fii
Prl Socialismo, poichè Ì' giusto S'0nz'altro tutt{>
<'iù dir si oppone al mnlc; è giusto ~cnz'altrn tull? .ciò
t-.hr anl<'1ponr all bene cki si,ngoli rprnllo clc'lla. co.Jl.ctti.v1tà.
ll capitale non è un d.irit.lo; è un privilegio!
c·ont.0n<~a
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E noo è neaneho un
b<'n-1 ni farnriti ll al
<'ll
prid1<-~io
ron0<"'>30 a: migliori.
o, tlnll'Nt'dilù, cìalk propri<' o-
pere sp !';."'O ma.lva~ic o scorrette.
L' <''nro1wiaaion<' <','1 pita~ i st :<'n. Ì' ~i m;la !1<'l'l'h~ è \11u1,
opNn di sal11/e //ltl1'1lir11 organizz'ltn. 11rl1'111f1•rr u ili l11fli,
per il vantaggio ·<k11'int.ern w"irtà (\ non soltant > p r
quello <l ...'\a claso-c proletaria.
:E' appunto om· · 1 o no trn P''"'lul 1.fo, n' •nl<' <li 111ira
l'int<'f('S",(' g<'ncralle e non l\·~oi~1no <''n si.;! •1. d11• nobibiliL.1. la dottrinn. dd Srw ial lii'' " li<' fn 1111'i1lnlità :Ln<'t'<'>:b;'c- a. tut.ti e n<'n ooltanlo ai 11noratc n.
);nn pOC'li.i l\\'\'G~ '.!Ti (Q\li\'o<'tnO qu. tJflO :iff 111'\PO
chP, in fondo, il SociaJi~rno ì.· una uqll<<>t;on<' <li eia '><:'n.
~o!
Dove s ta di casa l'ingiustizia
r
Soeia:ismo, pur(' sfrrr in losi n.Llnt\erco la. loUa <li
,..< mi<>n.
( sopratutto un'qc;pirazior." id"'llC' '"' r·<> una. l'"mnn'l\ mig.i<.>r<'" t nd1 a1!'couo ordinPmrnto <li tutl1 I? i uomini in
una<' a""."-.<- rn'a nuT la <iun'(' s:a IA'g"<" il Ln,oro. Hc>1igio.1a
·,, (;in.;tizi<. :iiorn'o l'C,,.11n~liru11:i noi d ' ; i " P< 1 di-
d" ~· <' ; n"~<'-<:,.a,rl conl··1sti ili r,u~o <'al"\ ter<' '
ritti.Il Soci:ilic;mo no., l""lcl" P rovr in.1·<' 1'ntht'll•" st ,\..o
di ('()•.Cm •tt<'mlo g1i sf'hiavi a~ pD.o,to <ki nndroni. i 110\-"'"i
al po t<> dci rie0hi "YiC{'\'('l'AA: i! Sod~tli"lJlo rlomrindn.. in\'OC", la <JHlil'iz.ionc <kl1<' <~<'c;s1 <' la. fus;on<"
di tutti i r···i
1
S1Cin'i in una rm'lnith unien. <' l'"l\,\ if'lrÌa, 11<'1 a fitll'l<'
sia rr-o impo"sibilo l'ozio, imp<h ihi'" lo sfruthnwnlo ddl1
lavoro altrui. impo <;ihi.l<' ogni pri\ il<'~io d1 1111 11011•0 ru J'a1tro, cli \1n erto sullJ'nll.ro.
I l Socialismo, ('011~.tatnnilo "h" l'ntt•i:i'•' r<'gim<' ili
r·onrorrc>nz.n. tmhn. profmi·drun•nil' i rn.nnorti nnani " cl i·
c·.uc;n. fk.J".1.- g•1erra de!!li incl ivi•lni. ,J.-.l'a g11M·1·a
d.,i r,11
n"i-ill•, dcl'a guerra. so,·iall'. 11iehin1"1 <'h1..• l'nho iz;nnr cl1•l-
ia.' propril'tà
pTirn.t;i " J'instaurnzio11e ckl f'ol 'tti,ic.n10
non ì so1 t.an•o 11na '11H' tio'l<' cli 1!'•1 • 7;'l p<'t' i ili" ('lati
1
<> 1a ri\'"'H\i"1zion" 1· :(ttim:i. (li 1 n'l < n · fì . :,•._7·e:i.m<'n1
1
f<' o ~ryirif 1a mMl'"" U""Ja " . '°'<'I' l'> 111 "10, n '"r.1tra. l•en>'Ì
l· ll'l'l:t qt1Pd .(1'1(' d'inf<'l•' ,,, f'O'Yllll'', in 01'!1"10. dii •I'· :i.J
"''imirt'Ll'<' rlr' 1"'onrlo 1 1. pi;• r 1t·1 " fo'lT'''l 1 ;•' C'l'"'"l ili
f'ontrasti n< !la. ronvi\'l'nz:i.. ('(l ,1 sl 11l:lire 11nn. kg~f\ •li ,·iln
n<''~n. r11rnli !nit.i t,1·0Y<"r,m110 giovnmrnfo.
J,;i lotta rii d:i"ce f'onclolta oggi <lnl Proldn.ri lto ront rr> la. hor'd•f'<:i:o non ?>. cl 11n<p1". un"\.. 1olh cl i ('$!(•1110·11:i..
1
h<'n ,ì unn. lotta. pro-<'ri11il ihrio in f11111lo n Ila q 1a r• nnn
h.,r.,.,~rit f111wi. I.a y:fnrin <li nna e'.,"''" s111!'altrn. J,e1FÌ h
-. illori:i 1lr 1.l"i1il~·r(',<:!>" g-<'n<'ml~ rn rp1e11o part;rol;11'<' drg' i
i'ldiv·i cl ui <' <l ri c·rli c·n1k. in 11 .fin;frrn. i 1 1. 1 f•,,ri non «i
b:1flor10 t nn fo prr i::(· <;;1<'<;.c;i f1111n.to 1''1' i loro ~(i's.;i an·rr·
s:Lrl '' TJ"'~· una r ag· on r <iUIH 1·i•)J"<" <' idC'a'' ili c>:itl111l' mi
g' i<1rnrncn to.
1
L"inclila moralitli <kllc .·. a·
· .
. .
piena !/11tslz::in cui
, · Il\Cn ~<:azioni rncia-lVilC e la
lism ì d<.\i l'Ons<!n·ato1~c;sb· fl. ap~~tlgg1ano conLro lJLti i sot1\'0 e piìi i11Ùu10 l'ho, . a z<t <C.\ i c.nw da. l_m csaml' obl>ic1,ti gii rnconw•rucnii ù'.1 questo punto conncne fare <li tì.1t 1
l'att.11alc regimo.
carattere antisociale cui c.fa lrnogo
L L man.tà è 0 0.,.o-i
<l'n .·.,
· duo cla.,s1. e in un c.clo
1 ~a. 111
0
intermedio.
~ -·e due e.lassi sono 1
. -l r .
.
k l'ltchc1.zc c.lcl mondo .n,J caf: -~ is\1ca, quc~Ja che p ossiede
c.Lc.::iaro i mr·zz1· tl1· t ' a c11a., ic fa.bbn<'hc, le case ;Il
•
ra.sporto
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d c -e' v 1·,·c 'aua
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ceto 1nt e.1 mc< I 10 ;. quello d ,·
p1oprio fon d o dei ~i in;;eoli, p rop:y.ta(i el!c co'lLvano t
''"PI e p1·01ni 'r,., ·1. l.°,-t ? -' clommc,1c1.anlt clw non sono dci
· a;-. ('11' " cln,•"
«J» ..t · b. i · e "l\'ora
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fnn·l·f affamato. I).olla i on e c.'" c:q1_0
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L"A"ra.nlP. Lutti_ e>"li op"
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Jll<'~a.t1 d'ordine · i com . . ' _ s"" .<'~ra cu111.:1, gili im el li',\ ~J (.n f tn. la. strrm;nata
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qu~sfo due classi e tra <·&~e
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li.apporti di gu~rra sociale I
,n, el:i,<:~c. rapiU1l'stica cli
t.a. una
pcrc:-ntual" ·; . ,.
~ n um{'ncamc.nt'.~ ra1J1wc.~n, . .._ n1.n1111a c. i !Ptt i·u
.
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. - _a.
ma:111 tà, detiene il
JJ?SSCS!'O dc}~e ri<"cheuR ·
b_10 dc.i J>ro<luf'.ti tliri;,.~1 m~7..z1 I <11 J?l'<Jd1:z10nc. e di scamz;on~ c. clol <'<1mm'cwcio·'0:d c~~;a 'a .dmam1 ·n.. delll a . proclu J,, .rr.gt1 p.r10.m u.lk;atc ().... 1- 'a e_ ~rmp •·" ossa rh<', mcch a nte le
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N'cn basta. La cla;!'e capilnlisl'.cn <-' dil'igcnt~. ~l«'_n.
<'&5:t mc<lo.;ima, c<l a ~ua i1111n,t~inc e !!<~11~i·gli<~n1.;\, gl11 isn.
tu ti d<>ìb., Uiustizia rNLg1nùorn.• i eolhe1 <'. 1 rcgolanwntl
H•condo le C'omienc; (' fund,1 altrt•Ù l;~ co~~dctl;i, ~lora.11',
h qual~ eonsisk in lmil-c ht"lk cJSl' nl~a.1 e p!lalomc-110
dc 11• qua; i LlisC'Ol'l't'l't~ll~O.
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I.a da<>::.c proletana 11011 la cho suhae ques,o i1l ttu
di l'O~P sul quale i.J Pl'o:.c'\arialu noll cscrut t, finor•t, yhe
un:i, in!\nl'nzn. &;ar$'.l.· e indirl'Hn, giatchi· il Prn!etana'o
si d iv ide, cl;i, quc>'lo pu11lo di \i sta. in due g1:a11~li. C':tl•,·.:;oJ' i·e: una, maggiora.nrn dll' prr. k SI\(' cond ~.101:1 rn.t01kt~
t.u ali <.' socia.li <l'im·o<<:i<'nza, ll 1ç;11ora11za, lll "hdm1n, di
f;i,t.n,l.ismo, <l' abhru limen lo, !.'i d :>;; 11 kn·s~a, 1·1,111 p h•t.a men k
dcl Jll'O)ll<o destino. e una 111i11or;\.llza 1•\1~luta <' nudne...: l'l1_0
C'ontro l'im)H'·l'Villi n•!Ù';l-c111Ai, del l'apilu ;'>!llO <" l'Ontro il
nic1i.ilismo n<'gativo d,'i propri fr.at<'lli lii i' hiavittl, lolla
e spera in un migl~o!·c ~!omani! . .
In qurst~ c.:ond1z1om - {' 11nlllan<lo .. J><'l' o~·a. li~ ~o­
st,·a inclarrinc s •mprc n<·I campo cconPm1co - 111 pnn,c~
trio i:cteinJ~ d~·ll.n. borgl1ei-;ia ca.pila} slie_a. è (luanto m:ll
r~randc ... c<l rn1quo. In pra.tica. es.""ù ~1 man1f, sta cosi:
c1 twll i C'he pi li la.\'Oraf!O 111('nO hanno <'.. .. \_ ,C('\"!"l'S<l ! ..
La c.Jas;::.<' proletaria. produce tnlla la n.cdwzz~ c~1~kT!­
te e non n<' gode chr una p~ rt~ in forT!rn. d1. s'.1l'.a!·10._ ma 111
<"l'pilak, cioè c\!..re la proprrnllL r la <hspon1lnlila cl~ tulle
rirchrzzf\ prodotte, rol laYoro, dalla c 1ns..<;c prokl'.1-r~n, rcsla interamente nello mn.ni ckllla c.:l:1s~c c·np1talis!Jca li1
qnaJP S' ne ~io,·a a suo profitto. in rnndo eh~ !1.1tti_ i rn.pJiorti ~n~iwli (economici o mora.1i) trn 1<' classi ~1 ndncon~
a questo paradosso: chi mollo proclnrc poco go<lr, c·ln
~ulla o -poco pr<?clucc, gode mçill~ c~i più! .
E' in Qma.~g10 a quc~l.o pr.nr1p10 C'h" c-111 non hn strn.c1n, dn. fn,1° va s1run11re in ca1•rozza 0 dii nr ha molt.a cl:~
rarr p<"l' l'P'On:r·~.i ~11 laYoro, non pn(, C'hc racro111anclars1
a.I ... , ('a val <li s~,n Fra,nC'C<:Jf'O; cl1i ha h µ-ot ta. lll"lll!ria ('.:Hne
o chi ba 1'a p<'lla.gra. man~ia polenta; chi suda, cl'inHwno
si cuopre di tt'>l·a o ehi non sucla Y<'~I-<' Jl<'•',JicC'<'.
.
::.J a non c-'è biS<l'gno cli molti <'"'"111 pì J>Pl' a \'\·rrt1 re lo
sta.to cl'ingiuto sfruttamento in cui si tro_va il Prolctaria.t(I.
Chi ha occhi per vedere, vccla; chi ha. orncch1c per
S<'nti re. ascolti.
}fa io Yo.gi~,io quì. òtar.c' 1111 0:iso t.inico cfo1 'J)iì.1. .. moclc.rno sfruttamento capitaqistico: quello delle grandi industrie a;i;ionarie.
E"<'mplifichiamo. Il trust nazionale <leg1i zuccheri occupa, in tutt;:i, Italia, in media, 50.000 operai c d apparlieno a capitalisti azionisti il cui numero, fra grossi e
piccini, non supera i 500.
Gli opera.i sopporlaino il peso clcl lavo.ro; i capitalisti ... quelli o delle azioni. Gli operai 1iassano la. giornata
-
17 -
n<··~li
zn0·l10rific; e :·inl<'ra. )il'O'luzicnr <.-;e• d:i.11<' I "ù
Gli ,1zion · ti non s~nno ne111mC'no du\(} siariu 1Jnpi:u1lak .e Jabbdelw e tntta la loro fatiea e . i.. loro 1.c1·11pazion<:' Lonsi~tc nc:1Jo i;t<HC'arc annna.lmt"l,c i · 011 /Jnn:;
d1•ll1• <'.Cdl)'<• ~' Il< l st'gu1rc alla giol'nah e o· l Jl 1 <~:ir ni <lei
li•,tini cli Bur:;a.
A fin d'alino si r-oni:,LaLt un utile lodr1 ir lnst ri,ille
detrai!<' 11· SJiese - di cinquanta miiloni.
( 'hi li ltn. guadagnati qn<'sti c.:i.nquanta milioni 1
Evidc.nl{'1ll<'lllc gli operai 1
J\la1lg1·a.do ('it'i i ("i.11qua11fa rn<lioni \'Cll·~ono ùistri:bui1i f !'il g l 1 a zi on ist i. C<'n torni la, li re JH' r case 11 no. in media t
E c·qsÌ, J"op< r:1 io, che ;:i L: 11o~orato sul I :l\ oro per tutto
l'a..11110. ha l rn ,a'J a. ean. sir no, •1c1r o t.rc 1nil:J l"r•· cli ~a.­
l~t.rici. :'aziC•J1;<-ta. ('hC' ... l' ctu,to a \'" 11 {'l'C ~·Ì.· jJOrl.;t.[O a.
c·nsa !l'cnta Yollc di piì.1 t
'
()u 11'0 ('lh1· rncced' 1."ll.industri:1 dc~1i 1Pc> •• cri s:ie<'<'d<· rn qu<•!Ja d<'l ferro, dcl mal'< <lei f{'c:.,ufi {' 111 tutlc
b grandi in'lu<>'ri(' nelle qnali il c'.apihlc az;onario uiml>o c~tlo, nei f(ll'o:J ~alo-Lti br,·r, so'b fr)l'ma di fin° r!trrml"'fl"'" i. >:.;1do1·c (' il s:uH,ll,' <ld prol1c>tu·i:i.10 indu tria.i-e.
E questa. ì.· la giustizia ~oeialc d1• monn,rchico (' catto'it>o 1<'P.irnc horghesr. contemporaneo'.
. PN1•ht\ CJl!C'Sta g:c-nt<'. c!1c 11111 la ha. fat.\o dc\'<' ripnrt"rc
<'01 l<~rnrnfon. cogli unH·1 produlton, il p1"Qfillo dcll'indnstna·1 PPrd1\· qu<'sti <'·Slran-ci alfa mcs~a in '"don· <li
f.anta ricl'hcz~:~: i q~inli nulla. a<:..solutam<>·1Le fr;~no }l<'l' isf rnpparla aJ1.hncrzi;i, d-C'lfa Nnt.mn. debbono diYiùerc cogli <>JH•rai il frnl.to <ld loro laYoro?
~I fìor·iali~;110 d('lfinisc·c drnttampnfo questo fcn0m<'no
<' c·.hr<'clc che a1 pro<luLtori mela tutto int,'ro il frutto dd
lavoro.
n So ·i.:i.li.c;mo protesta contro i1l J'<''!;iPlt' l'O"iaJ.c ehc
P<'l'lll<'llC' tali ingiu~tizic e cllic<lc l"ahol zione clcl pl'ivilcg10 1·.apilnl istico.
Il Soriafo:mo domanda C'hc tn!tc l<' fal1hrichr. k inrlust_l'i~ pa 0 l'l;no .a;na «proprid~ì df'.110 Shtrin, il quale si
st•n·1ra ck.gli utili netti Jh'r ope.rc di pulhlir-o interesse a.
Ynntagg.o tld)a. coHettività.
111ani.
Il "lato morale,,
TI? yoluto .finora, _corn:id~rr:rr S')ltanto ~li ncp('(l.i «C.-nnom1r·11> <lell 1deo 1ogia so::-rn.Jista, ace<'nnant1o appena,
qua. <" là, ai suoi riflessi morali.
Ilo d~tfo «rifle.ssin. Infal·Li il rniglio·1':1.mrnlo moral-0
clcJ.l a, Soc11Cilù. non può che <leri ,·a.i·c da 1 suo miglliorc as-
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sotLo oconom ioo.
Quì, a1,1•unlo, la <lv'l.1 inJ. ooc•in ist:i.
contrasta. ,.i,·amN1t-0 con tutte h.• lilo..ofic bor;hesi e ne :,<.:oIllllnic>a con fo1-1.a i falsi postulati!
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lmpu);silnlc, impo.,,siui · pcrfc1.ion;1 '<? mor.1 mt•nt<' .r..
S >cictà con la prtdica?.ion::- a ·tratta. llP l>t .1e Se' p~i;i"l L
non s1 dimano ]Q rag oni cunc.reto d<'Ì 1111t.(':
L 'uomo è ancora e sarit sc111p1·c llll am na.k 11•' 1.1 fauna. tcrr1'.,trc: g.i spiri li ancc,,(1\11.;i d1·l l<> st11 pi . j, ranno il'
lui sopiti fi.no .... aJ~n iim· dci ~col i c. coglH·1·nn110 tuitc lo
occasioni por rigall~ggiarc. (oh! l<i gucna '. ... ). L'11u1110 è
un unpasto naturale J;t cui rnaochina composita olibr disrn
C' lcw;g•1 prcci!:;C <li nn.tura Jìs.ica s11',~<> quali i <·o idc·tti 11valon ~mora.li» non in1luiseo110 che del)l)lii< irnanKnh.'. L\•ùucaz10nc, la democrazia, la c·ultura, w.m potra11110 eh(' umigliorarlou; non riuscnanno mai a fnrn<." un cittadino ÙC'~­
l1t Cit1ii di l>io, !llf1 t ·ol.a cullrborntri<'-"' d . .'a;!~rc·~n.o soC'1alc, demento di spontanea ((l <'Ì<'tt ha coopC'rm.ione n. In.
altrui feliciù, al b ne comu11c. Js1so~a obbl garn·:o '.
t. iii Sociali.;mo, appunto. eo!l'd1111inarc I\ ··,<Jni i ' '
rngione ùi contra;;t<> <' di odio - In. propr.<.>là - - knÙC'
prl'CtSamcntc a costrin~t ie in mc ùo automatico i rn.1 porti
umant in limiti ùi maggior· soc1crnlt•z.za.
::;oppressa b conco1·rcP.z.t (' ·on<>mica. ()("S.<:.cranno <'on
css:i infinite ra,:!;ioni di lotta, Ila g'i u<mini ~i pùpoi,
e il mondo migliorerà :tulomalil'amenlc in g11:s:1 a~!:'ai pii1
rapida e sicura di qrnrnto non po..,s:i rin<;eirc a n:n<lerlo
un11 1,'atonica pr (]i,,azi-Onl' d" de111oc .tzia. o una rnrg-Tio
re ditfusion.) <li eu 11tura popola;(' (<,"JllJH"<' 11til<>!l, la qu;1J•'.
allargando gli orizwnti rnrntali d<'i larnralori. non r.usci r it acl altro che a, rcnclc·rli ma•miormN1 L' <'Osrirnti della loro condiz.iio·nie di minoritari dctl mondo!
:Mig1iiorah le Mndizioni <'- onomid <' <k'.lo d:i->i ]a,·0ratrici e a.liolila Lt misera, C'C"-«wanno 111' •, nicmnC"nfe
molte clcl l0 a.lluali •«'1.ltst' d1 'la dr'inqu<:'11za,,. ~\1111 finidi
mai. forfe, uil drlitto . m;i <'<.' <-:'J'a l'lO J1.ar«' hit• d~ le
sue forme attuali rlonit · :i ricntc :-.'tro clic a la mi-;•ria
e<l alla. cattirn cducazionr, f1 1~lia prinl'>g ·nit.a de'.l<L miseria!
A chi ruba 1w1· n<~-r<--;i•li o prr s..•mi n<'<'cssità. è inutil-0 prtdicarc l"inùL.gnitb- do! flirt.o: hi~:>gna offrire, inYeC<'. I.e oondizioni cl: 'ita n<'Hc qunli qu:lil:i t.ri.-;k nrccss1tà non abbia luog0 di (,i<t<'rf'!
Ai fig-'i d l marcia1iiulc non lnsfa fornir-e la scnoh. o
l a dottrina cw.stia.na; h:s~'.:\"Ila, forni'"'"· in\(<'•". un rcginw
so<"ialc. nel qua.le tut.ti e ciac.;cuno abbiano pan• e Ua,·01·0,
c~uc~z. on.e .e cultura, o un:;i fa~iglia ci\·jl,'. <' uno scopo
d1 vi.vere, il che nc:rn i:ot.ra mai a.n·crar«i affra\'erso la
benrftccn1.a o h le~1c;Jaz1onc tlrmocraf ica; hrn.cù e so1 o ;itti:averso una. profonrln c racli!'a.1.c f n!L«fonnazione eh~! regimo <<cconom1eo,,, cho offrendo nel ognuno il <li 1:itlo e il
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d1w,•1 ...• cli guadn~n ...1e. prod,1ccndo, rlimini lit Jii;;ocet~pn.111onc forza.La. o 'olonta1·ia, 1'i11<l1g{"nz.a per mva.lidi tà. o
}IP!' vizio, la. d"-o.linqtwnza per nen.i,;.:;ità o per a.l>hrutimcnlo o 'per o<li·O sociale.
Ura\'issirno Cl roro (~ qudl<> di ehi, Ycùt•r.Jo i costr< llo
a r.conoocNo Ilo iniquità. del regime atf ua~I(', la, sua eattl\·a oi,g-aniz.zazionc, i suoi <'llo1111i difetti, ere.dc <li spr.ra rn saht!l' da a.lcu•i<t ~cuoia fìlo;;ofica o }JUl1i.tica, conno
qu<.'llc l>andik dai partiti borghesi, la quale i::i br,si c&.lusiva nwnt.c sul perfcz.ionanHmW dei valori mora 1 i.
l':'rcola. - ripdiamo - la \cm utopia!
11 ~ocia.Ji-;1'110 Jianclisc<> un :i morale sup<:'riorn cho può
<~ _d<'l'-C 1~Jfercsarc <:'cl ap1iassivnar.c gli uolll ini eh.; accopp.1ano 1·rn~-·:-\"110 a n·nso di UiusLizia e chr alf.1'aYerso lo
s!udio <l.cll-0 trisli con<liz.io11i morali e makria'i d!'lJa Sol':cU1, Yedc1110 nc 11la trac;fonnazion.c rconornica l'unico rimccl-io ,.,,1·a111c1vl"~ S<'Ìcnt.ifiro a t ri·il>i~. ma.li cl1c nr•;,un'alt,1·.'l.
icl1'ologia polit.ica, materiata cli srntimcnto. e soJo di S<.'nLmrnto, 1·iuseidi mai a sanare.
l'N umora'.ità,,. i: So,:iali'ilno non intende il commdt!·rc una catlirn, _azi~ne e poi stimare cli purgarstnc con
I anda.r<' a. con.f~ssa1:s1 dn.l prd.e; come non intrudo ili circ·on~::1·.c d1. Urnl1_ nnsfcri e ùi tanto gcisuitirn10 il divino c 1'0l'c~z:o <le~ m<;zz.i sensuali ; nè il c-lliarna.rc «ea \'allcr<'SC'hcn
k nssr ck1 g~ntiluomini o .l'cs:dtnre le sf.rao-i bclh1inc come. alfe c~f rrn sc\'azioni .~li una nobilt• i<l'"~litù. Qucst'è
mm afr. ho1 glw.se <l~ll1)- rnu brntt'acqua !
La morallc socrnhsta consiste inwcc 1rnl 1·iconosrimcnto rl1 questa J.cg~c su1Jeriorc r.d assoluta <li <·i,·ilc com·i0
Y-t~nza:
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IJlir•a • '1wia{i5ff1 /'((/,•raie 1/t[ ,..;111'id tf1 HUS·
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I <li ·i">lt() op1i,_mJi a·;m·L nr•, fm11c, di porto rar(:i>11~lfl<ù t•, per L. J;l.7.i.
Onll naz;io11i, C-•1n rei 1tlw) Importo nnt icip:ito. alla
r.rnmmrA DDTTHTCD A \'A:\1'1 ! - Yin S .111 Dam.iJJJIO.
Jli (' Yu1 Do~1n:i, 2.
·-----------------------...-.----------------,•
Ml'anu · 'l\D. SG(:;età E<l tri<:c Amni.i: - \'l.'.l S. Uun/Uino 16.
-\O°':;A~
IL NUOVO METODO
1:
MIL1\Ne
SOCIETA. EDITRICE AVANTI!
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1920
~================================~
il present<' scrttlu cli Carlu Liebl."t1ccltt - cli r111esto forte
per11eg11ilalu JJUftlicu dalla tirannide del }(aiscr appartiene
11/ l!JU,!; eppure, ·11011 11i votreùùe affermnre che ogni sua parte
c1bina per<I u tu 11avore d'attualità, sin ver l'as8ell :::a cl elle ragion i
('8}JOl</t! c011/ru la. tel!i di Gìoi;ann·i Jauri:s a !/l'01ldt! socia/1,\(ct a11sassmato alla vigilia della guerra europeci e sici
11eroltè 1~ sempre 1:ero l'aforisma, clcttalo in queste 1wgi11e dallo
st<'sso Ltlùl,necht, e (;ioè: «elle ln boryllcs1a si a!lei;i il suo
becchino nel fortificarsi, del Socialismo, è illustrato dall'imJJortanza delle sue devisioni contro il Socia/i.~mo ».
(( Povero Mairxismo » ! Non molti pionieri dell'uman ità sono staiti oosì mail'trattati come Carùo Marx. N cssuno
vonà. oorto nega.re Ue con tra,cldizioni che devono naturalmcnt-0 r i nvenirsi ne.Ho sue numerose opere di oara.tterc
ora rigo-rosamcnt-0 scicntifi.co, ora propagandistico e per
cffcLto della co111tinu·a cYo1uzione rnntollkttualc di questo
I?ilt i•n<luttivo tli tutti i geni fiilosofici. TuLti ricono~ce1:anno
francamente si.n dal principio errori ed impcdez1om nel~
J.o ùoltrinc cli questa mente acuta, vasLa, multillatera. e d1
t1ina sq u.isi la oonsibi1li tà. Ma sa.Tà certo svani La clia. un pezzo. la Y,Ogi!i.a di quc&ta «revisionist.iica » zuppa prelesa i.J:\umrn~tnoe ~ tuttavia moderna, il cui più importante mf?red1e~tc e RIW.Sso u~ fondamentale equn~o ed una deformazione tlelJ,e teorie <li CarllO Marx.
An~ho J aur~s nella sua opera da poco
pubblicata
« Toona e pratica » (1) che non è a.Ltro se non una raccolita. cli artioo1i di gior~a.li, per la qua1lo però egl i })reit<m(1) T eoria e pratica. Studi sociialisti<>i d'i Giovirnni Jaurès.
~radottl <la Su<lelrnn, 1902. E<lizione clei fa~eieoli menffili so-
c1alistici.
-5-
-4ùe la nota dl usuffic'.enLe ocrupolositi1 ~ 1nee1s10J1cu nella.
discussione dei piì1 importanti problemi d<'l nostro partito, anche Jarès, gion\. ripet<'tilo, ricade in errori co~ù
n~~erosi o grossol~ni sul umarxi:;mo», c·hè co:;tringe a<l<l1rittura a.lùa replica.
Sorprende e non può non sorprendere che J a.urès attinga la teoria. di Marx qua.si csdusi1vamcnk dn.l uManifrsto comuni-stiooi, nato 36 anni lHima ùoMa morte cli
.l\larx c<he non è mcnomamcntc t.ulto di un getto e cho
speso fa chiaramente conoscere c1iH·r:;ità di stile e ùi
pensiero. S~mbra quasi impos:;ihilc i11t-Orprdarc serenamente allcum passi del Mani f<'slo nel S<'mm cklla mi&: ria
assoluta, !'.llentre altri passi lasciano scorgere una con{'ez1one..recisamente ottimistica. Allu<l.o sp<"Cfalmentc alla
clescnzio?e de!la «~?tta contro la borglwsia», ehe secondo questi a.ltn passi, deYe C"onùnn-0 ad un continuo gra~uale aumento del pot~rc ùcl pr~l<'t.aria.to e aù impone
fi!1almente corte date nionne: ~>oichè le posLcriori opere
di.. ~arx. no!!- contengono mai m. ne.<>Sun 1uogo 1<1. tcoria,
del! ammisenmento assdluto e poichè> q ucsta l<'oria i1 in
generale e~tran~a aill'odierno socialismo, ben l>Ot n·bho essere esaudito il Yo~ che COS"-ino presto finalmente una.
Yolta. per sem~re dl.S?ussi~ni di qu('sl.o prel<'.so prob1cmaspaventa;pais~en, qu~h lo mtrapre.n<lc J aur(·s. In ogni caso non ha bisogno di nessuna ronfut;t1.ionc I' a.\· viso cl i J a.ur~s ohe .Marx per. aa sua costruzione clia.ldtica, <klla stona,_ ~bbia av11to bisogno di un proletariato ammise.rito cù
avv.lihto.
. Jaurès ca.de ~n un gravo ma.lintcso nella int.erprctaZl<?Jle. delil.ai «teon.a della rivolnzion<'n cli Marx. Egli attnbm~ al ~amfo.sto comuni·stico l'idea e Ilo gcopo di
«ui:a . n.voluzion~ parass.itaria)).' cioè di una ri,o.luz'.onc
soci~1·IShC3: che 10 _occasione eh una ri voi uzionc borghese
dov1e~be ~nnesta.r~i ~ . ques~'\. ri voi uzione borghese.. Egli
a.dopei a cuca qu.md1ci . pagmc per esporre e confo tàro
qu~sto .suo p~opno equivoco, la cui nascita sembra incjPh<'.abjle,, powhè a.1mep.o i:e11la sezione IV dol Manifo.c;to
a. nvo uzu:~ne proletana .si pr~senta assolut.am<'ntc inùipe~dente di f~·onte a.Ha nvoluw:mo borghese, certo attesa
prfaim~. E poichè Jaurès si rivolgo par<'Cohic volte con
en.
'd
de l .M am'fcslo
· d1: yofor· rea.li! .si contro
'l e [a pretes"
.
w 1, e.a
z~re i ,· oa_umsJ?O coll aiuto di una minoranza, è 0 .ppo ll.!10 .1 icor argh_ quì la tesi, i.n .n.es<;um luogo indeboihta
che dice· « I~. movimento pr~liletano è il movimento in.dipendente de1~ immensa maggioranza nelll'int<'rcsse d<'ll'im:rrumsa magg10ranza l>.
..
Anche sulla dittaturn dcl pro!.etarialo e sul programma dC'Lla rirnluzionc, Jaurès ricade in un altro grave error-c. li Manifesto presuppone, come si è ora menzionato,
una vittoria dclll·a magr1iorr111zn del popolo, iJ1 oui dominio ì· bC'n conciliabile con la democrazia. Ma noi<'.hè deve
essere stabilito un dominio ùi classe, &ebbene democratico,
ùol prnlcitariat.o e poichè questo clominfo di olasse dev'essere ado11.rrato 'ad un'c.ncl'gica ut.ilinazione do! moccanismo d<'l'lo Sl.alo ncll senso proletario, it Manifesto parla <li
«dit.taturan dd proletariato. E' questo, come mostra anche la. Jet.tera programma di Engols, il senso sp.ccia.1imcnto
dello tesi alfa pagina 94 dcli Manifesto, nelle au.ali la paro!a «tkmocrazian ha certo un sens0 piit preciso e doetermina.to di quanto lo sia .nel vago gergo revisionistico.
Non è· quindi mcnomamentc quistione cli 11n «caos di
metodi,, quant.o di un « caos di cloma.nde programma·
t1chc n. Lo stesso Jaurès non sa biasimare a.hba.stanza
iL « p110g1ramma n dPl :Manifesto, rima.ncndo di.eLro a
Babeuf, col volc.r climina.rc anzitutto solo Ila rendita fon<l iaria. Quest.' afformaziono di J aurès è però manifestamen t.e smentilÀ dal tenor.e del « programma n che pone
cspr<'ssamente in vista una gra.r1uale centralizzau.io.ne da
incominciarsi immecliatamPntc ùi tutti g.li ist.r umenti di
produzione noli.e mani dcl proktariato organizzato corno
dlasso dominante.
Ma tutto ciò ha solo interesse storico. L'esse.nzia.le
rontcnnto dcl libro di Ja.urès co.nc(',J'nc il1 «nuovo metodo»,
C1ho contrasta con un metodo cosideito invecchiato.
Come molli dei nostri «l'C'visionisti)) foclcsohi, nca.nche
Jaurè>s è pessimista ma ottimi.sta in .aillo grndo, anzi illusioni.sta. Egli si vede già in mezw al procPsso <li socia! izzazione: cg-.l i Yede cresce.re Il' orba <lo! coJ,]lctti vismo. A
qual i forti ili usioni egli soggia.ccia. mostrano i. suoi capitoli ronc1usivi, contenenti anche alcune incsa.tle1..ze giuridioh<', nei quali eg.li decanta come g<'rmi <ld Sociai1ismo,
i.nnumercwolli istituzioni del vigoente diritto e ner lo più
dC'll già diri.tto romano ult.ra-i,ndiùdu1.\i:;tioo. mcnt.rc esso
serYono addirit.tura ad intens:tìc-ire l'utilinn.zione capitalistica delila proprietà, o appartengono ad istituzioni di.
crer1i to e.a.pi ta.l istiche, o mira.no al!la cO'Ils.ervazione d.eli
hrni di famiglia.. DeY'c~.~cro spin.to sempre e aappertutlo
<'nc1·gicamcntc in.nanzi lo scopo finali.e; in qualsiasi per
qun.nto ancora p:crolo pacso deve knersi l'occhio sempre
fisso allo SC'OPO finn.k: t.utla la sori·età esistente diev'csscr-0 sistemaiticamente imihcnita, !'\!'minata con lo spirito,
col sangtH', con l1e istituzioni ciel Socialismo: è questa la
-6-
e.a.da l<.'nd~nza fontlnmontn. 0 11ntus1asma11to ol1t> Jaur~s
non. s1,. stanca. ma.i d'inoossnnf.,)lllonto ace<.mtuare nei &uoi
1
J1;ft1co.1 .
.Mn. <'ho ros'è il unuovo m"todon 1 !\oi dobbiamo inda·
ga.rlo un pooo insitme. poich~ n•--nncho .Jaurè~ lo svilup·
pn. 111 n<'SSun I uogo.
In alcun.i punti Jaurès S{'mhrn. i11wndN~ por 1•eccl110
metodo, In. tattica mirani-O ~sclusi\n.111011lo :ld una u rivoluL1ono J>arassitaria, montro tutlo il rosto, spoci-0 il così
d· tto ltn tJTO prntioo, 'nlo como concessi o no allo «n~s­
si tà dd nuOH> kmpou, ricnlcitrantr' ul prin~ipio tattico
del W><:chio motudo. ill.:i. poirhi· q ucsto vorohio metodo,
como s1 è mostrato, è immnginario, non si può c:na.lte·
riz.z.a.r1' il suo opposto.
~ uovi i trumenti j)('r la fortificaziono e<-,onomica, socinl<.', politica cl"~ pro\.-ta.rinto; nuovi istrumc11ti pN crna·
dngnar(' i~ pro!ct.a.riato; nuo\ i istrumcnti pcr a'md boli·
m<'nto c>d cvc>ntun.l~nt~ p<>r In. com·crsiono di non prol"tnri; nuovi ist.rumcn ti p<'r In. tra.sformazion<> rei rapporti di prochllionc-, <Idio i:;tituzioni Rociali, cl{'\la forma
dolio Stato; o una nuova loonìca in npplic.azione ùoi wx:chi 1strum,..nti: questo noi n.tt<>n<limno da. un nuorn mc 10·
do. fila quali istrum<'nti ci offro .Taurès1 Orgnnii.z:u.ionc
"cl az1Qnc politica o C<>l"]>ornth·n, coopc.razi.onc-. ampliazìo·
Il(' <>:d inU>nsific<t:z.ionc- dC'lln lcgislnziono i;orinJc. utili1..za·
z1onl', incihm('nto. a.rnp 1i iv.i on(' cl<'lae> kndenzo a.Ila, democratizzazione- ~ socialinazion('\ ~ià U>nknu!CI nella nostra vit.n soci.al<'. com(I cli a.1c11ni m1•tocli ~ià amnmc:..c;i nel.
l'ordinnm<'nto g-iuridico. pcr <'Si'mpio. quC'llo clrll'<>spropria:z101w fonata.. Ohi. non an1111irh a questo programma
d'n1.ionc 1 :\on è osso il pro~rnmnia dw ria clrccnnì è eff,..t1vnment.o "<'gnito I} propngato dnlln r·lnssc ln.\Oratric.11
Xol fatt-0 P"rò In. <'<tratleristica rkl uuorn proi;rramma
1>la da una parte - o cic) ì• ml'no import.ank - nr.11a specuùc: valorizzaziono di principio o n<'lla pm.tic.,, accentra·
z 011(1 rii <'<Crt<.' forme di n.zion<'; dn.l"altra - - o qn<'slo (•
I ffiSl'nzial0
in tro punti·
1. n<'lln. ci<>ca e c<>mTJl<'ta fichcin in una. mant\'i·
V"liOS.'l. forza mic;t ;,.a chhmata udr>mocrnzian.
2.. ne'.1'attribuir<' 1,oco v11lor<' all'ant.1gonii;mo tra
pro!f'tn.nnto o borgh{\Sia. tra soriali•rno r: capitalismo.
corno n<>'la forte c;rcranzn chC' n<' rlsulta al semnlice cli
arm_o ''.al pacifico ::rnalln11:no della borgh"sia o'd'inte.rr.
pa rt1 d1 essa, i:oprat ~11 tto con la forz;i della pcrsu;isione:
. 3. -:- nonostante tutte !e ri".cno - nf'!J'abiura della
« r1\·0!11n<m" '" ddl'azioni> u ..-iol<'nt.;t ii.
-7I l u nuovo metoclo n si ritiene ben YOl<'nlieri pcl rap·
presentante di un'~rniluzione . uorg~nican e pacd.ì~a di
tronte ad un'evoluz1onc saltuana e nolenta ..Ma anzttutto
j,[ cc saltuario u non è opposto all'u O•rga.n1:co », il ugrad ua k» non gli è essenziale.
.
.
.
E ccorganieon -- una concczronc. cl altronclo d1ffì.coltosa - e ccpacifìcon sono due cos.c dn·er~·· Ccrc.ar~ 1:Jl1a
clot,trina din~r.-;a clcJ!la teoria e dall<i pnttlK'<li soc1alist1ca,
rl i versa tln, ci tH'>ll.n, dc1.l<t con tin n,a ~,·ol uzione org~mca comJi lrtamr.n tc dom111at..1t ~1dla doHnn;t d0~.l .cv1il11:-1on~ orga·
nico-1:.ocia.I•;; dal marxbmo i:1 contrnrld1zro•nc in ~e: prr
convuwcrsenc ba.sta !legger~ solo il ManitP,.,\o l'Om~mistic<?
scrcnamcn t~ o &.nza essere turba ti dal fana.tismo di do gnu
rcvisioni!;tici.... Ma n.nch0 la nozione upacifì<'on è tutt':iltro che chiarn · la Sll[l, concezione o la. sua <k.Jimitazionc precisa, diper{dono clai lll<'zzi di lotta, e d'inf~uenza,
qualificati come non irneifici. Per guadagnare chiarezza.
su qnrsto p11nt-0. dc,·onsi scind-cro i campi della vita eco~
nom1ca. socia.le e politiea., crl esaminare por ognuno d1
qnrsti la.ti <lcilla. vita sociale ]n, 110s~i.\iìlitìi e il modo, da
11na 1mrt..c. della. forma di cYoluzion.o ccorga.nica.11, ùall'alt,ra, di quolla pacifica.
Hisult[l, che su nessuno dei tre cn.mpi, d<'i quali l'economic.o (• il fonclamcntaHe, può \'Crifìca.rsi un'cToluzionc
organica' i11rl ipendente, 71cr s?:, poichè q ucst i campi rarpreson lano soltn.nto parti cli un tutto scciale <'YOIYcnto~i.
t-ìo sono ci u indi possibili salti e Yi-01-cnuc sopra ognuno
dci !r<'· campi, cedo almeno su quello foncla.menta.Jc <lolla
v1t,a {'.conomira, rimangono s("lnprn ndl campo organico
<klla salute cli tutta la società.
Bisog1rn poi studia.re .~fr1ticn socia.le, bisogna esaminare qua.l i sono le circo~tanzc che C{mfcriscono influenz1:1,
r potere nc.lla vita economica, sociaJ-c e politica, so ~u
ciascuno dci tre campi d<>ci<lono !le medesimo circostan2'e
<'. so questo è il caso, quale peso hanno le risnott1vc cir·
costanze rnpra ogni campo. e so ad c.,c;so sia, in€>rente uni'!.
r.gna!c importanza sui diYcrsi campi o fin.a.1mente con
quale ra,pidità possono procurarsi riconoso;me-nto i can·
giamenii di equilibrio su ciascuno dei campi.
Domina clapp<'rtutto su questo punto nol.Ja dottrina.
r<;visionistic.a. difetto di sistema e confusione; nei revisio·
n 1sti, cioè, nei rappresentanti <lcll " nuo\'o metodo » e
ne.achc in Jaurès trova.si formulato con precisione e eon
esattc.zza il problema.
Le forze ohe dominano nelila lotta. doHr, ol.a.'l!!li ~ono
titnito sva.riate, quanto lo sono in generale i mezzi d'in-
-8fluenza da uomo ad uomo Su questo punto importa meno
l'enumerazione dellle singole forw che la loro esatta collocazione ne.Ha scala delle forze.
Come si forma l'cqu1.c1·brio cco110111Ìco? Xon si può
dire: domina quellla classe che rap]Jt'{·senln, un indispensa.bi.lc fattore nella vita economica; oyni efa~so i· appunl<.>
un tale indispcnsaibi\.c fattore. ,\nchc il semplit'lfl capitaYista fannullone dovrobbe cs<;ere inn·ntalo so non <>sistessc,
por rcndorn possibile il! sistcrrn~ capitalistico. N n~su na
classe può fondare il suo dominio N·onom iro &empl1ccmcnt? c~t dimostra.r~ la propria indis.p<'nsahihlà, JH'I' ('>sempio, in forma d1 uno scwporo gPncra.k <' con cliii I igarc k altre clas;i ad uniforma1:'>i ai!· suo YolMe. I l deLcrminato posto nell'organismo J.c ì· conforito intlipcnd .. ntl'mcntc daJ:la sua Yolontà e d<t qud:la delk altre c.'.a<>'ii. SP
secondo le pairo1e di :Jia.rx il pl"Ol<'Laria1o i ncat<>na to n ,l
scrvagg1o dcJ sa.Ja,~·io pH1 saldamcnk <!i quc 1lu dw i chiodi
eh Vulcano non mcatl.'nassoro Prometeo all:L r(){'cia non
è minore ~l vincolo che incat.cna la horghe"ia al suo ~fruttamento.
Non· è esatto in go11erailc l'ammcttò('rèl ohe <la.Ila «rif'=
cl!ezza» dello cl-assi C?f!le tale nel loro rc<:i1:roco rapporto
d1pcnda la loro pos1z10nc nclila ~.calla 1ldl organizzazione
economica.
Se no.i qualifìchia~~ lo sfruttamento capitalistico, come essenziale carattcnsl1ca cl.olla subor<li1J<Lzionc economica, del pro·letariato, può ossNo mal i1.zata unn. ( rasformaz1ono dei. rapporti st.ati1ci ne!l')'~onomia do!' rapi talismo.
c9n ca.ngi.amento dcl grado d1 sfrut.Lamcnto o coll'abolizione del.lo sfruttamento. La quistiono cldla narif1ca gradua~!~ evoù1uzioin.e al ~o~i·ailismo, si ri.solv.c qnin<l.i, con 1n,
pacati.ca g.raduale d1mrnuzion-0 ecl e1iminaziono
ddl o
s~ruttamento ... _ Che la diminuzione o l'diminazi,ono delil<J
sfr~1ttamcnto sia sempre pi~1 possihi,lc col,Jn, continua 0Yoluz19no del!o forze produttive, anzi C'lho ('S,c;a divenga nrrcss1tà s.tor~ca, è appunto la. kgitt.imazione dcl SocialJismo
ed. è qu1.nd1 bene comune d1 tutte le t<'orie socialiste. Si
c1!~e.de soltanto .se la cla,,se sfruttatrice sotto la pressione
Plll. o meno mite <lolla cla~.e lavorat.rice, sia disposta a
dcl
flim1ta!'e graidatamente .«spontaneamente» il privilen-io
0
suo sfruttamento: ~orr!spondendo a.Ila possibilità economica de!la sua hm1taz1one. Questa pressione della classe
lavor~tnce è l'effetto di un moYimento cho pa.ri ai « clr~ith
u~!'>. a1 «~enc.re umano» nasce in ultima analli.c:.i dal
pn.nc1p1~ del,l oppressione di classe in tutte I.e epoche di
att1vo stimolo socia.le al conooguimento clclla libertà. eco-
-9 nom1ca. sociak e pollitica: altra. fonte non ha anche la
c·r<'..soonlc «ri\·oltan dd ce.!dne v<'..nt.iquattresimo capitolo
dQl primo Yolumc do! cd'apitolrn. E questo stimolo ri'<:l'VC la. .'ili~ forza sop rat u tlo tla l,!~t oo --eienza. <l<'lll' mdispensa hi.J i tit ooonomica clrl prol.(\ta1i'1.10 <' con<ln<'c a1l succe...'ISO
lll c·o1Ti>'J>ondrnza della rispcttiYa possiliili1à. obictt;Ya di
un cangiamento dol gra,do di sfrntt.arncnto.
Non può 1rnga•rsi e uon clcYc cssc~rc negato clw qua.khc
non prnilctario, che anche qna.kh.c capitalista possa essere :u·c·ciS'iibilc, nel suo proprio brnint<',s'.) int.ercs.se, alla
inllurnza ili c0rtc idee umanitari.e e di un;L <Wl'nliualc ccopinione iiuhhlica». a<l una cugnizione r1<'ll'ìndirizzo clona
cYolmionc. ('<mw molti dci nos:t.ri r~\·isioni.-;t,i. anche Jaurrs si riprom,rjl(.r non poco <la tali influenze e tla una t.a,lc
pt"Cs«10nc; <'gli nwlc perfino prc·s.cr\'arc il cldicalo n.aso
cli tali bravi \iora;IH'S'i da.11 catliYo odorr clcl sanculottismo
rirnluz:onario; ,pgli insiste 11<'\ ,non urtarli. affermando
eh<' eon I<' hnone maniNe si può olt~'ncrc tnt.to, inoprio
tut.to ! E' questo for~e ili più grossolano utopi!'mO <lcl nuo·
\'O mcl.odo. Se la pratica di questa iiarl" del nuo\'O metodo
non fo&"" "'sclusa cla!.la pedagogia e~.crcitata claìilo stesso
proletariato combatfont.e, la si potreuhe qualificare come
1mmcn<;amcntc pcrico!osa. C1· alla sua. ha.~.c una confu~ionc di ra,uso primarie e sooonda1'Ìc di<'· cloncbbe cond u rrc arl nn completo rila.~"-am.cnto rkl movimento operaio. Uuorc e mento de.l hori~hcse medio non si aprono a
noi per amore dei becr.li ocd1i ùclla dcmo1ernz·a sociak.
No ! L.a sicurc1,m dello scopo, l'incomparabile slia.ncio,
la rosc10nza diella vitt.oria, h\ fic1ucia in i:(• .srt.css·i l'inclefrssità, la <"r"c.sccnte fo~za e rompatlczza JJ~l~imitata abneiga.zio1nc ùd proldariato o.rganir.zato, J~ Lmrncc c cl .ahiilc
util'izzazione di tnt.ti gJi errori degli n.ncrsari. di tutti i
danni rausn,t.i dal siskma ca.11i.ta 1i sl ico, cost.ringono gli
uni aHa stima, e i ncutonQ .agli altri il sa.lntarc terrore .
Per sa~varc s<- s.l"'SS~ e il loro ca.ro profitto, c.s<;i gettano di
tanto m tanto un boccone sponianeamcnk all.a. ccmandra
cli lupi assetata di sangue" dcl prolctariat<l, che li in.calza
alJ.c cakagne ! L'l paura. lo s 1 imolo <lel ' a propria conservaz~onc, aguzzano l' intdl igcnza e inteneriscono il più
incl1unto cuore. e sa.rcbbe un Yoro sui<-idio Yo1.er g<'nc:rar:a
con la persuasione e con la pecorile oot1omissione, direttam<'nlc. artifizia.lmente. <'Ome ciau~e prima.rilC'. C1Uesk cauS<' s.ccondario cli molti d~i no<:.tri sncce..ssi, e voler l.raS"urnre la ca.usa di queste caus.r, ·l'energia riYoltuzionaria
tlc!Oa nostra lotta..
ln somma : Quanto più sa.ldamen lc è organizzato in
-
10-
-
ù- il prol<'lnria.to, quanto piì1 vasta C' pii1 finaziarinmonle
vigorosa ò la sua organiuaziono, 11uanto piit esso combatte le suo lotte polit1cho {I coqJoratin'. farendosi guid lro dai prrncipi, SC'nza ri~11n.rdi, con entusiasmo o ron
ircOSI•C"L.ion<'. tanto più, nonostant..._, :·a.r1uu 1 a, ui rrn~rn1 o
I organizzaziono Ùr>gl 1 im prcnditor1. ~I i l'l U>;('l 1'it di C{J·
Et, rin;g<'i'là la borghc 0 .i.a ull la CGJlc:e.ssionc d<.'! lei rispctt i \'e
('OnciJ.zioni o\Jbidttn~ il piÌt pO<is,\,ilnwnto a lui Ìa\Ol~\O,i,
d irnporle J,i llll't'SS.'l.nt<' t"·a.,to1'111n1.1011e dri ura.pporti di
prnduzionou cnrnspondcnti nllC' ri<ipct.tivc po:3ilnl1tiL osl;criori df'>l\a \"ita <»<:onomil·a. e di alt1ontanar0 co<.Ì il perieolo
ui ciat.tt<itrofl oconomii.:ho....
Finchè p..-r la <>'ruLtura. <'crrnomirn, cll'!la socict:'t \"iene
;n rnnsid0razionc l<L propm:lil dei m i'.lJ. di produzione e
!:i dircz'cmo dci proc:.t' 5j di procluzion<', non S<'111hra. molto
propJ.Zh alla gradnal\' tra.~formazion<> la f tbbrica coslit
t~1zionn\.c.
Himan purt oppo un 1no <l{• irlcrio l'aspirnzio'l." di
('amitlo n.-•'la. « ~lorto rli lhLnton "· qu<''ln, ciot' <'hc: , La.
forma rl(>~\o Stato tle,·'•·sNc un ahito tra-;pa.rcnte che srn
h'n :!.dnHato ry' rorpo dril popo!iou .•\nchc .a n'.i1 clast.ic..a
dc1k nostro /onne rl1 St11to, la. r<'puhblie:L democratica,
1 imano molto dietro a qu<'sto id<-a.I ...·. E' poi r\·irlrnt<' eh•!
il nostro S.tnto !1011 •" un S<'ffi}'li0C n,hito elci popolo, 11111,
una ma.~hrn~ ~1.J!;allt< '·a ->fra~rclinarinml'lll" eumpli(·iata.
con "''"arrn.lc 1mporta.ntis:-irnc fun1.ioni. E<:sq t• in un c:<>rto
~rarlu inrhrcncl<'nk ~· corno n10-t ra. In storia, puìi facll·
mento S<'I'~ no C'Orno 1~trumro.nto a.Il' opp res-<ion<'. a nrh" rli
llTltL In1_t·gg1or:~nza. dcl popolo. Sro na forrn:L c1~<10 Stato può
<' 0 }(\J"C in trona. colo una parLic<ilarc csproo.~ionc. una conf;<'>gu0nza dcì I' o ri:{an i 7.7~'lzion" \'Conom irn,
si gn i fir.herf'hhc
p_<·rù scono;;crn.; la korin. e l'<',p<·ri<'m,a. rp1olicl'iana. ~ la.
G1 n1lessc q un,lifìc<l re, anrhc in roncr.ctn, com-0 «mcli to capacrl d1 trasfo~·n.rnzioncu. r.orrisponrlcndo uai rapporti di
pOt<'l'C cco_nomlC'! <' rocia\ill, ('iò r :i. !'.Ui1 \"Oita 11n grosso·
!ano 11top1smo nel m<'tcclo dni no!;tri 1-.cvisionisti. Sembra
addirittura inconcepibile. come Janrè!; !'riasi 1iotuto osti·
na.r<' in ta.\ modo n°"ll.-i sun. YNa su persi izionc poi be.ne·
fico metodo 71or i(ico·r;rorl11olc.
_\Ja. dove mancano i<l~c s11pplisro a t<'mpo d<>hito una
par~I.a, )·a paro!~: Dr1~1o;mz1a.' ('on quosta parolina ogni
rcv1s101115ta, ogni parti11;1ano dcl cc nuovo metodo » risolvo s:mcr~ancl.o tutt~ le <lidìcoltit. C'on ]~ por()lina «demo·
crazia.n 10 d1c:o. p01chè è troppo vng;i la nozione di questft
parolrna nell ui:,o filo 1 ogico dr.i r<l\'isionisti. Jn apparenza
<'s~a vorre.hbc s1gn1fi.ca.rc l'eguale pnrt.C'cipa.r..ionc cli tnttc
t
11 -
le persone collocal.o i1~ un 'orga.n~zza'."ion.c economica e poli tJ.Ca all amministrazione, e quindi naturalmente !1-nche
all'utilità di quest'ammini~trazione. IJ! qu~ta de1miz.one
democrazia <'quivale a socia.l<lemocraz1~, e i!lclludc. idea·~
m<lnlc il So<.:ialis.mo, sicchè k Ircq uen ti mam fostaz10n • <l ~
J a.urès e <li a,ltri uomini riel «mwvo rneLoclo», affcrma.nt1
oho la <lernocrazia sia l'css'nziaJ.c p·rcs11pposizionc e la
torma por I.a. r-caJlizzazionc dcl Socialismo o sia acldiritt.ura già un brano di Socialismo, non pocsono eh() gc;wl'ILrc confosiooo nd campo economico.
.
:Sul campo politico, hL d.cmocrazia (• piì1 pr?grc~1~a,
ma non tanto quanto ci \'Ol'l"cbbcro far credere i rcvis10n~sti. Tutti sanno quanto poco si cqui\'a.lgano lo nozio:ii
clcmocrnzia o repubblica., anche in Francia. Su quc,5to
punto io potrei conti-apporro a Jaurì·s una lunga e profonda <liscu.;sionc della ste~a opera posLunrn rii mio pa·
dre Gugllielmo Licbkn(',cht, nc~la qua1lo J nurès protcncle
cl' a\'<'l' tro\'a.ta la. formula. ù<'l l'<'\-isionismo ~ dcl mi·1il ,,_
randismo. Prescindendo <la. !JOchc c:-:iguc cccc>zioni, ncanch-0 il dritto olcttoralc democratico è: li!x>ramc>nte rca.liz7..ato. La democrazia p_retcndc di essere un'eccclllente polYero per far saltar il capitalismo, ma qucst.a pol\'crc non
ancora è stata. im·entata. Per ora. noi ci troviamo rlappcrtutto, n{'l.lo Stato come ne.i Comuni, nd1la piit g-rnnclc antidcmocrazia. Come dohbiamo noi otlcncrc ciò che ci manca 1 Potremo noi raccoglicr-0 pacificamcnloe, gradatamente
i frutti dcl1la democrazia dalll'ospita\.c nlhcro "dellit conoscenza economi.ca. socialr o politica. de.lla borghesia 1
Piì1 di qualsiasi allra manifestazione del nostro organismo sociale, lo Stat-0 ha un carotiere mercanico. Si
possono <'<'rfo qualific.are con le dovute risen'e i Governi
come Comifat.i de!IJe classi deminanti, ma non si può mc·
nomamente dubitare che lo Stato sia in un a.Jto grado
istr:umenl-o di queste clacsi dominanti, i cui propri intcr<'ss1 impongono ad esse scmpLccmcnk pc1· assicurare il
loro dominio certe conccs<iioni allo classi dominate, le
quaJl.1 però 1?ono sempre ben }onta.ne clnl raggiunge.re in
mccha la. m1~ura della, capacità politica cli cmcst.e rh :;;i
e dCllla loro influenza. e<'o·nomic:a. Xon è se non 711()/{o r<'ln.tivamente esatto, che nella forma. dello Stato si producano S})Osta.menti e<:onomici a farnrc clcH 1-e dassi ]nyoratrici e c.iò certo val:e ancora nc.Jla democrazia.
Ma dove la democrazia dovrebbe prendere senza ruba.r~.1 CoJ?le ha ccconquistaton la Germania. ili suo suffragio u~1vcrsa.lie, che è quasi il solo brand-c.Ho della tela
clemooratica che c-0pre la nostra nudità politioa 1 Non fo
-
12 -
cscon-itata la sua introduzione come cspcdicnto di una
1
drm~gogi'a r~az.io!1aria ! ::\on .è esso .and.<' in a ltri ra~i
cl 1 una tal.e ongmo dcmagog1ca reaz10nal'la e non deve
quinui rilcncr:<i comr sosrwlto r malsi<·1iro I '\.on T~ll~ ~s­
soro conlr'st.at:..a al nostro ternpo una forte, irres1at1b1le
knd"rnza alla dcmocra.t,izzazio.111• poLt·wa. ma lii~ ·•n;: '
dc·ro come &i rna.:•izza qur-sta tknùcnza. l_n generale non
81 può co-nslatarc un 111;m1•11 /11 !11 /Jo1111/'111 '"'f1llescc112a
ne.Ho (Il assi clominanli ...
:E po-;cediamo 1noi rwl111e111t C'it> chi' si conc<'tlc?
.... P er ora la dcmo:·raz1a tHll1 fa ancora seriamente
pa.tll a a:lla bo1-ghréa, ma. qna.ndo si prrS<'.nl~rà J;~ qui
sl.:one <li essei·:) o non cs<no - e CJll0Sta qu1stwnc s1 p1·c&l'nta dappertutto in un <lc.tcnninalo punto, nonostair1k
tutta .1 ·enilh1zÌionc organica e pacilini - - aJlora, ,·cdr..:mo
w I umanità si i.· can!jiata co,;ì radioa!mrntc da. pochi dccc.nni che po-sa. c.1.Yar:;oh1 ~cnza <lurP lott.c.
Da- ciò risultano due cn-sc: che lrc,·oluzionc graclualo
<' pacifica ha in u<nerrrlc le sue <liffìcoltà. e {.:h~ fi·a ~lr-mo­
craz a non può val-0rc come pana.era p<"r t11tt1 1 mah. appunto pcrchè essa. dipci:idc a.nr.o~·a: in c~rto ~nso, <laJla
grazia de!Jl-0 cl~~·Sl domrnant~. e In rnrra :o:ik!<Uu:c . eh."
rn tutti i pa..cs1 d.-\ mondo s1~i a.neora poss1bdr un«'llim1 naz10no assol•utamenk rnslitu1,ionalri di tutk le istituzioni
d-0n1o.c1'atichc finchè i• r.ompa.tla ola horghr~1ia I Chi v<irrà
con;t0sr,a,1·c l·a possiibihtà chr i1n LPrnp1i di <''l remo acuimrnto dolila lotta d'interessi i..rn horghcsia .r proletariato.
quosta compattezza d~ila borighc;i'.1 po!'sa. r~snc rist.ftfbt1i ta a·lmcno tcmporanoamcntc 1 Si osf'.C'.n'l la Srus.c;oma !
Questo piì.1 industriale <li tutti i parsi tcrks·d1i. ha il va.ntagg10 su ~utti gl~ altri ~tati !{'Cl~sr"l?i di C..<;0 .rrsi _lib~ 1 rato
da tu tli gli avanzi fcu<lai~1 c. qu m rh eh un pomo di <luscorclia ura le elassi domim.a.nti. Esso m~tra perciò una borghe.sia straorc1"nariamcn~c compatta, che .non ~a.rà e rto
nnt.a con na evoluzione pacifica. e graduale. E la stc<:sa
Francia che. a suo avviso, fu sul punto di perdere, ctirca
quat.tro anni fa, tutta la sua brHa d<'mocraziia. ne!~la. t.rmpcsta d{'ll·ha passione. ro;polarc, ~ncbhc. dovut? fa.r peirdcr{'l
a Ja.urès la supr1 <:t.1nosa fiduoia. nrll rvdluz10ne gra.dwa•lc
o pacifica. E si osrnrvi fina;1ml',n k ·l' InghiHe-rra. Ci YUOI('
tutta la sup0rstizione icYisionisti<'a, per !-a udcmocrnzian,
per non riconoscr-rc ehc l'aruirsi dcJl.a llol!a eh claf:.sc.
spinga anche la borghr.~i.a inglooo a rigori conLin<'nLali
ne'lla. lotta contro i.I Sociail<ismo, e che a.nr.hc qurlln. borgh0sia si allìcvi i1l suo proprio uhecchiinon nei! forlific.anfo-si Social~smo, è illustrato appunto dall'importanza dc:l!c
sue d"ri-sioni contro ~l SociaJlismo.
-
13 -·
l\olla Yalutazione <let!lc i:;tituzioni ckmocratiche es1:;tcntJ1 o ancora da raggiungersi per la possibilità <li un.a
contrnua en)lttzione al Socialismo sc.nz:t ca1L.astr~fi, cle,-.es1,
grnsta quanto si è di.anzi acc0nnat<J, fare anz1tu~to una,
I>tocisa disamina dc.Ma stabilztà ? d0lla s.1curezza d1 qt~e~te
istituzioni disamina che non s1 trova m flJCSSUD rov 1s10msta, n.ci..'t~chc. in Jaurès, e s i oomprencle ain~hc .<lop-0 tu~­
to c10 v-0rchè ill «nuovo metodon non ~ons1cloen. t~nto il
dominio <lella maggioiianza come C':sscnz1•allo quah!a ùielJa
tk11no<·1·azi1a., quanto il riguarc1o aJil 1a mmo,ranz.a .
J aurès però n-0tn può passar sopra a1l pcncoilo troppo
manifesto <li colHisiom violl8nie e.ho po1l.ircbbcro cssore pr<?\OC:..'ttc, appunto, claJ.]e ncces~.tà <loltia loittn. p~r le c;onqu1sto d.emocralicho; og:hi non può far a !ncno .d1 c~n~1de.riare
anch<l un tentati'o di Yioknta conqmsta (\1 dnlll <lcm<?orat1ci, che egli aJ.ia pagina .54 dcl! suo liibro ri.tienc aùd;rittura efficace! E" quesito il sa1LL0 mortale dol « nuo' o
metodo ». E ai!lora a che serve .riiù il combattere anoora
da « teoria dalilo oat:..a.strofi? n. \.iuail-e sooiialista ha lavorato mai per principio a .P1'opararo u!la ca."t;.astrofo? Qua.le
social'iista ha fondata ma.i la sua tat.twa. mu·an<lo solo ~d
una taili0 Cc'llstrofe i Noi <lobbia.mo scmphcmncmto essere rn
guardia, }.a sfiducia dove ra.gionm o monte va.l?re .come
buona quailità demoonatica. Vengano puro a noi g'l1. avYJ(Wsari, oi. facciano le Loro conccsioni, noi non J,c nfiutcrerno 0011tmn:rront.c; non ci dohhiain10 ii0rò far a~<lormen­
tn.re oon sa.lmodie di paoo, coin di.set11ss.ioni sull'1mffi:ensa
bontà diC1ll'onnipotenoo <leia democrazia e non ctobb1aroo
mai diisarmaro. Solo la nosLm one.rgia so~o la nostr~ «bellli@eiran idoneità ci nemd~ c:apaci di a~licam,a nc1lil•a vita soci.aill(), e."Sa sola ci può aipr'i're il sa.eco dlcùla boiana, colmo
<li r~forrno po1itii:ahc, sociail.i ed economiclw o potrebbe
condurre aid aJ.lOOlltau.uure oatastrofi..
Nel oontro dcl il.ibro eh Jaurès c'è un commento aJ.la
sezione c1cllil'opera posltuma di Gugliiclmo LirbknccJ:t. _pubbli..cat.a nol u Vorwartsn suJU.a rea.11.zzazione dol Soc.iali..smo.
Jaurès rooltaana Li1C1bknecht suU.a base d,i quest'opera pel
« nuovo metodo n ei pcl « mi1Je.ra.ndismo >> dcca.ntan~o la
gra.nde importanza. c1ei frammenti cli c.s~.a pubu11cat1 nel
« V<>irwarts ». La pretesa dli Jaurès e lo sue <!Sager.ate
lodi a Guglie.lllllo Liebknoobt,
impongono il seguero.te
1Yrove cluiiar.imento sul di eoo;tui scritto, ta.mto decantato
da Jaurès. Questo soritto di Guglielmo J.,icb~necht .conit.i.em.e I.a iSua riispost.a. al!lla quistionie: cc Qualli misure .si .dov.rebbero adottare ,cLa.l Partito Socialista s:e nel prossimo
avvcniire esso conseguisse una comp'lieta influen:lla. ndJ.a
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legii>laz.ione ». Guglidmo Llcbknecht non pa1Ua m esso a
favore de-1 :ùlil.!eranùi,mo, ma c.lice S('lllplicente potersi
1mmaginare. sebbene ùiffieil111ent.c possa sporarsi,
che
ne!:le supreme regioni si ('Olllprcnùer~L il pe1·ioolo e.lolla ::;i
tuazione e che coli ~nlrarn 1wlle vio di ragion-Ovoli riforme
si farà il tentativo tli provonire cat.astrofi, inc\'it.abiLi sen·
za riforme. Quì è questione ù1 una "ÙHttzione fl.n-1x:'lla dcl
goYerno ncllla q uafo esso in n><:a soecorso ùa!Ja tlcmocrnzia
soc.:a.'.o per cercarc e.li salnll'si dalla sicura rovina. « In
questo ca.so il nostro partito :-ardibc prngalo di 11a1tcciparc a.I goYorno e ùon·cbbc css,,i·c S)H't:i:uhncnto i,no;Lricato
ucJila tntsformu.ziono c.lèi rapporti O]lCl ni ». Il soeiaJista
padeci;perebbe quindi a.I goYerno couio inv~ato ùan sur,
partito. cntrorebl.>-0 nel governo oome, rappn:~.'>Ctntanw dC'lla. democrazia socia.I~.>, appoggiandosi a·l pot<i.rc della demoerazia s0cia.le, as.i cu l'a to neill.'t sua posil.iono e.lai la sit uaz1one forzata n >liila. q ualo si 1ron1 lu horghcs1a. non <:~­
str.at.to a rinunziare nc:i.nche <te.I un <'apitoilo del suo programma, obblig-ato anzi aù i·nt()ramcn te l'calizuwlo. Il prohkma del Partito sarebbn secxmclo C ugl id mo Liebkner,ht :
« Trasformazione dei rapporti cl<'l la' oro n. Non don"bbe il Partito fare rattoppi "'d occuparsi di eianfrusagi.e.
ma Jayorare energicamente ar1u. radicale L1·asformaziono
<lei rapporti del lavoro. Utilizw.ndo la situa~:r.ne <lom1·
minanto generata daHa paura della bo1·ghc,c;ia o dalla sua
cognizione dci pcricvli e.lolla. eata.strnfe, la <lemocrazia sociale penetrerà da conq uist.ati·~c·c nel go\'(~rno t>orghesc
come nemica del ca.pit.aliismo e la sua az.ionc sooia.lisla-cle-rnocrat.ica sairà ben diversa cl11,ll'aziono ùipfoma.tioo-socia.lc
dcli ì\li.J.lerancL:srno. Oiò non significa: nmclere un <lritto
di primogenitura rivoluzionaria per un piatto di kntiochic.
E' n.ncora una ~.ee:oncla eooa e b<'n diversa dal hlille<randismo. Liehkneclit parla della chiamata <lei nostro
Partito al governo, non g,:à cli un socialista por g 1·azia
cl.eJ governo fuori del controlllo e.lei Partito, ma di socialista come rappresentante del Partito, sic<:hè la decisione sull'ent.ra.ta, sul modo e sulla. durata clcl1a sua azione nc.l gornrno dipende compiletamente dal Pairbto.
Essere ministro anche cli un imperntorn a t:iJ,i condizioni
sa.rcb-?o cm;to una ver~ ccr~iannan anche p.el più «f<'>roce rivo! uz10nano'.1. )~a _ch.1 d1c_e che. debba tra,Lta.~·si in generale del sc.gg10 d1 ministro Ln un impero? Gug-h.elmo Liebk~ht ~uppone i1l case;> che le supreme ragioni entrino neiUa
via d1 nform,.,, ragionevoli. Chi si può riiporta.re colla
mente al modo cli pensare del nostro Pa.rtiLo speciaJmente
di Cuz!ielmo Uebkneciht, nel 1.~mpo clcHa « legge i~o-
. .il-.·-- - · - ..
-Hi
14 -
~
mini<-"Bau e del bismairki:;mo, sa che pe.r una p reliminar9
c<>ndizione indispensabile, una parie di q ue1le ragionevoli
riforme avrebbe dovuto cs.~ere r a.bol izione del Lismarkismo.
La u~pontanean abc.licaziono ùel''<a monu.rd1ia fu calcolata
11rm1He da,l/la c.l.cmoorazia sociale come un'eventualità pos:;ubilo e non lon!:tna. Pcrehè dunque non donebbe essere
JHes.uppo,;ta questa «pliccolan riforma?
U uglielmo LidJknecht non ha i<gcLta.to 111ai sin dal
principiio un possibi.Je eom1H·omc.<>so cli qual~iasi natura
<l.SSO fo.~sl', poichè ili compromr·•so è la legge fondamentale <li ogni C\'oluzione, a.nc:.11e della sociak. Noi non conosciamo in tutto il mondo nc<;sun comprome::.-so che non
possa c~sm·.o concluso ùa noi, purehè sena Yeramente
id Partito -- e questo è il punto saliC'nte <'cl importainte !
Non sii:;nifica scmpr.c, o spe.cialmento da un pezzo, ser' ire il Partito col comare cli ottenor-0 a quaUunque costo
riforme mC'schinc o insignific~·mt.i .a favoJ'e del.la classe
lavoraMioe. Oiò che sop.ratutto importa è iJ modo col
qun.le sono ottenute le 1·ifor:m-0, po.ichè non gioverebbe
<:orto ali].a, ùomocrnzia soeiale guaclagnarc tutto un mondo
<l1ì tutte Ile cscogitabili rifonnette a prezzo (k,JU·a propria
digni tà e con g.rayc da.nno c.lc-llo skrncio cle1Ha sua energia
ri voh1zionari:a, che clev' c::;serc J,a sua f1erc7..7A'L e che feconda
meglio anche· ii1 terreno de1lc riforme-. Gu.,.liclmo Liebk
n<'cht no_n )'li sta.ncò mai fino all1la sua morte ~li propugnar<'
.oomprn m1clofffisarmonLc .J'e1ncl'gia nivoluzionaria di fronte
a.i mic.schini vantaggi dcii momento, e se Jau1·ès non comprende n.nco1a porchè Gug-li<'ilmo Li,obkn.eeht doveva essere fiero ruvvcn'sa.rio dcl J\fi).l1c1'andismo, coni::.iclori tut.ta
la figu1·a dii Gu.~ ieilmo Li,,bkncc.ht, <'Samini il lavoro di
tutta Oa sua vi.la e non Yi troverà ccl'lO n.cssun tratto :milJ.eramdisLico.
E poichè ~ r.eYis_ionisli ~mcomin.curno a fa.r capita.le
clciU.e Jla.role c.11 Guglie.Imo L11.chkn<'cht <' dcii commcn t.o cli
J au rès, è tempo di grida re a<l e:::si: " G i i1 le mani ! Ciò
non vi appa•rtii{lne ! n.
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·----------------------------~--~·
ITALO TOSCANI
Biblioteca dell' A. vanti!
Scienze politiche sociali e razionaliste
BAlUL\.TO X. - .'lcicn:·(t e fede .
('LOllD 1!). - I 11iu11i1'1'i rlell'IJi;11l11zir111 1 • (:-;tudìo cd e~posizione lilo::olico-hio~1·:1til'a dei
viii gr<tnùi iilosuti e m1tundl)'.lli dal tiOO
;t\";lllti Cristo nl HJO<J)
- J.'iaùe e filosofia wimitirn .
- Jliti e sogni .
.
.
.
GlL\. Yfl U. - f,a ~uCH'/ti all'in<lo111a11i tiella ri-
1:ol11zio11c
.
.
.
.
.
•
Ql'1U~Y G. - Le /1rore dc:t tra~fon11ismo e !Ili
i11scg11amenti della dottrina ct11Jlu~io11istr1
.J..lliHB::l G. - studi socialisti
KllOPOTKIXD P. - La cu1•1111isfa del 11a111· •
-
Lo Htato
.
.
LAP.RIOLA A. -
In
.
111emorict
.
del
Jlani/1·st1J
dei oom1111isti .
- Del materialismo storico
- Discorruzdo di s1Jcialismo e <li fi/osr1fin
J,EOXEJ E. - Il sindacalismo
J,laOX.8'1'1.'I A. - f,<i 'l:ita che si eleva .
.\lICIIEij L. - La Oom une
i110LINARI L. - Da teoria daru;inianri vopo·
lr//nnen te spiegata
- Il dramma deTl<L Comune .
- Il tramonto del diritto pe11ale
I\IJOTZSCHE F. - Ecce Homo
- Al di là del bene e del male
-
Pagine
scelte
- L'Anticristo
XORDAU M. -
.
-
S OREL G. -
Pagine scelte
L e illusioni del progre.çso
Ordinazioni, con relativo
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DIETRO I CANCELLI
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N. lG - Mi1ano.
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ROM A
1919
--
Luigi Morara Tipografo Editore
Caro Toscani,
•
Tu non hai bisogno di presentazione, perchè fra te e il lettore c'è un'antica e cordiale
conoscenza, e la tua poesia si presenta da sè,
purchè viene dal cuore e va al cuore.
L'ingiustizia ti ha colpito, e sotto il martello il buon metallo ha dato scintille e armonie.
I o che ti vid1:, fiero e luminoso, sotto il
colpo, posso attestare la sincerità della tua
lv/usa.
Ttt canti veramente la tua Pàssione.
Io ti leggo, e ricordo, e rivivo.
Tutto l' apparecchio della giustizia ; i
fe1·ri ai tuoi polsi, gli a1·mati ai tuoi fianchi,
e in faccia l'accusa grave e ar·rogante, e un
p1·ocesso senza il fatto, una condanna senza
delitto, un ri,gore senza ragione.
IN /Y\E/Y\ORIA
DI
Fra te e il tuo giwlice uon c'era il tun
fatto, c'era semplicemente il tuo pensiPro; p,
in mezzo a quella, cwyoscia e a quelln iynominia di vanità vioevi soltanto tu, col tuo
dolore e col tuo diritto, con le tue ritorte ai
polsi, con la tua anima soffocata.
Tutto i'l resto era rito, comando e schiavitù.
lo lo dissi:
Condannare invano è p('.ggio che condannare ingiustamente.
Non fui ascoltato; rna invano ti asseragliarono, perchè tu superasti le sbarre e le
inferriate coi voli della tua aninia, invano
ti straziarono perchè eri legato alla vita col
legame che non si spezza a colpi di spada,
con la infinita tenerezza che trabocca dal
tuo canto, invano ti seppellirono nel buio
perchè avevi tanta luce nel cuore che illuminasti persino la tua tomba di vivo, invano
ti abbe'oerarono d'odio perchè il tuo canto è
un trionfo di bontà e di perdono.
Ricordi?
- Avete niente da dire ? ti fu, chiesto
dopo la tua condanna.
Avevi da dire il tesoro di questi versi
cd ora che l'hai detto sei il giudice dei tuoi
giudici!
Col cuore
Tuo
G.
BENTINI
FEDERICO f'\ARINOZZI
morto nelle carceri di Regina Coel'i il 28Maggio1918
Morire: è nulla se accanto
a noi c'è il tepore del pianto
di chi regge la nostra mano
mentre ci avviamo lontano:
se sopra i nostri aridi occhi,
vicino che quasi li tocchi.
c'è un tenue. velato fruscìo
di baci nell'ultimo addio:
se noi possiamo guard<•re
con l'ultimo sguardo, le care
sembianze di chi ci vuol bene
con tutte le trepide vene ...
Allora è come lo stanco
capo posarè sul bianco
origliere e dormire
un poco per non soffrire ...
E' un'altra 1a vera
morte arida e nera :
quella che invade la stanza
senza lasciare speranza
al desolato dolore :
quella che pesa sul cuore
prima che sul respiro.
per nasconderci in giro
og-ni illusione: per dire
che il nostro è davvero morire ...
E c'indica con l'ossuta
mano la via sconosciuta
dove dobbiamo svanire
per sempre ... Si morire
senza neppure il conforto
di un bacio: sentirsi morto,
tutto solo, tutto solo
nello :;quallido lenzuolo
che il sudario prepara,
:;ul ìetto che sembra una bar.a
rigida ...
La tua morte,
compagno, dietro le porte
che ti negano la materna
carezza e la fraterna
luce del sole: il tuo cuore
solo, solo col tuo dolore ...
Ma c'è la tua f de; la fiamma
che ti bacia come tua mamma
ti bacerebbe; che rischiara
di serenità l'amara
solitudine : che t'accende
d'amore e risplende
di pura e umile gloria
adesso. prima che tu muoia;
gridando con la tua bella
anima oltre la cella
una parola che oscilla
nell'aria come una squilla.
temnrando il tuo fragile corpo
come il ferro nel solco
dell'avYenire, per la sementa
dell'umanità redenta ...
l\forire così, com'è bello
e com'è triste, fratello ...
0
FAR TE la
1
Giustizia
Setlwtbro 1910.
Adesso la cella è serrata
con cura: le spranghe alla porta
e sulla finestra la grata
perchè la mia voce sia morta.
Perchè dai richiami mondarù
sia lungi il pensiero ed il volto,
perchè ai sospiri miei vani
nessun possa porgere ascolto.
Così la giustizia severa
che lacrime dolci non vuole
ha chiuso la dura barriera
fra questa mia anima e il sole.
Nessuno più varchi il confine :
nessuno ! Nemmeno se l'osa
un coro di voci bambine
e un tenero cuore di spo sa ...
Ill
Messaggio
12 Oe1111uìo 1911.
Uomini ciechi, le ferrate porte
serrate intorno alla mia voce imano;
e mi stringete invano le ritorte
ond'io divenga ai figli miei lontano;
chè mi riunisce a loro un dolce, umano
legame della vostra ira più forte,
e più tenace del vostro odio insano,
miei custodi, più forte della morte ...
Un legame di sangue e di pensiero,
d'anima e carne, un caro nodo schietto.
come trama di fiori senza spini
fiorito dal mio cuore in un mistero
d'amore, on<l'hanno la mia vita stretto,
con le tenere braccia, i miei bambini ...
K uvole che camminate
lungo le vie stellate,
diffondendo pel cielo
un tenue, tremulo velo;
nuvole ch'io vedo appena
in una fascia serena,
attraverso la grata
della finestra ferrata;
oh! ferma te vi un poco
nel mutevole gioco.
offrendo il vostro riposo
al mio desiderio ansioso !
Perchè sulla pagina bianca
io scriva con mano stanca
un mio pensiero <l'amore
nutrito d'ignoto dolore.
E non importa se cada,
in gocciole di rugiarda,
a terra col primo raggio
del sole nel vostro viaggio.
Solo vi chiedo che sia
vicino alla casa mia.
perchè tra i fiori e gli srini
lo trovino i miei bambini.
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Al Nido
Ritratto
Tornano i passeri al nido,
volando dagli all>eri ai letti :
io che li guardo sorrido
dei loro canori diletti.
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V
Io \'e<lo una piccola mano
che accenna per terra lonlano:
accenna la ,:,trada, chi sa,
che porti i saluti a papà ...
Ed ecco il mio cuore dà un grido
e batte più forte e più in fretta ...
Ho visto lontano un mio nido
donde qualcuno m'aspetta
E babbo è qui chi' le aspetta
le tue carezze. diletta
manina. per far,enr al cuore:
un lialsamo co11tro il dolore ...
tendendo le piccole braccia
con dolci richiami \·iyaci,
porgendo ·1ell 'aria la faccia
perchè io la copra cl i baci ...
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YI
Numero
Il Sole
Ottobre 1916.
14 Sellembre J!Jlfì.
I~ sole è buono : il suo raggio
ricerca
nel lucido viao-crio
,.
l:> l:>
1 msetto nella fanchiglia,
una lagrima sotto le ciglia :
illumina per la strada
la goccia di rugiada;
serba i suoi tiepidi abbracci
al povero, sotto gli stracci ...
va per l'oscuro sentiero
alla cella del prigioniero :
va per recargli il buon <riorno ·
per fargli sperare il' rit~rno ... '
Adesso tu ei senza nome
e senza voce; siccome
un'ombra senza sostanza
un cuore senza speranza :
come la rigida pianta
sotto l'uccello che canta;
come la pietra in mota
al passo che la percuota :
o come un ver-fo:! immondo
nel pelago profondo:
sei solo un numero vano
entro l'orecchio umano.
Eppure non solo tu mangi,
ma tu ricordi e tu piangi :
nessuno ha ucciso il dolore
dentro il tuo povero cuore.
E ogni momento che passa
e batte sulla tua bassa
fronte. vi scava una ru ga
e una Jagrima asciuga,
legandoti in que~to modo
con invisibile nodo
ai tuoi fratelli. lassù,
che non ti chiamano più ...
,.,11
IX
fJ/(,,/11·f'
lgnoto fratdlo cli pena.
che al ritmo dci passi misuri
i momcuti lung hi e duri
di questa pesa nte catena,
la tremula malinconia
che nutre !e squallide ore
cnn caden.::ato iUmore
oscilla sull'anima mia.
Ad o;:;ni tuo passo u11 ricordo
od una \·clata spc-ra11z:i.,
nella mia piccola stanza
entra con tacito accordo.
Riflessi di Yisi lontani,
un'eco di baci ... \'Cloci
e<l im·isibil i voci ...
saluto di pa llide 111a11i ...
Di vivi ? I)j morti? hat ~ lli
perduti nel ~oko dcl 11101Hlo,
un ondeggiare profondo
di bianchi e di biondi capelli ...
Qualcuno che adesso rammcnt;"t
un nostro sorriso d'amo r~
e ne l f cclele suo cuore
la nostra speranza alimenta ...
/.';}/';'
.:-1era cl1e ti diffondi
11,]]a ctlla e: na..,condi
con la tna mano o::.cura
i l cerchio d f'lle mur a,
io ti ringrazio : sei
tn che ai pensier i m iei
o ffri un yo]o più brgo
del d iuturno letargo.
Tu rompi le ritorte,
silen ziosa, alle porle :
spalanchi la finestra
sulla gran Yia maest ra
del cielo: ed a l mio core
tu rinnovi l'ardore
del libero respiro
senza lega mi in giro :
disciogli le catene
d1e mi string-011 le' vene.
riduci ad ombre v<inc
tutte le g uardi e um arJe
e nell a t ua ca rezza
mi nascon di l'aspre x?a
ferrig na dei cancelli
r inch iusi dai fratelli:
nella notte st ellata .
attraverso la grat~t.
t u con la mano pia
guidi l'anima mia,
e in un fremilo d'a le
m i fai libero. egu:i. le
nel pen siero e nel volto
a chi rn'ha qni sepo lto .
ti insegno la strada
bagnata di rugiada
di pianto, che conduce
fuori, Yerso la luce:
10
4 .Yo1·emlir1 I 9 IG.
Ecco: un'ignota mano
battendo piano, piano,
parla, attraverso il muro,
un suo linguaggio oscuro.
Chi sei? Che vuoi? Che cosa
racconti con ansiosa
voce? Che mai richiedi
a me che tu non vedi ?
Non n10i portar da solo
il peso del tuo duolo?
vuoi vedere il riflesso
del tuo martirio istec;so
e ti dico il segreto
che può rifarti lieto
nel deserto abbandono
ov'io, con1e te, sono ...
Raccogli il tuo dolore
dentro il profondo cuore :
bagna la tua pupilla
d'una tiepida stilla:
ricorda, pensa, ed ama,
ed ascolta : ti chiama
di nuovo la speranza
nella pallida stanza ...
e della pena dura
dentro la cella oscura
'
per entro un cuore umano
che non ti sia lontano?
vuoi sentire un fratello
vicino al cupo a vello
dov' ànno seppellita
la tua povera vita ?
Ebbene·: io che t'ascolto
senza vederti in volto
ti ricambio il saluto
nel tuo linguaggio muto.
Non disperar : non sei
solo nell'ombra: i miei
silenziosi lamenti
vicino ai tuoi non senti?
18
19
Xi
\I I
PE~SlEHI
Canzone
LO:\TAXl
)),,_•cmbrc ltJIC.
Tenue sussurro tl'ali
nell'ombra. intorno a un niJu.
rumori calmi, eguali;
qualche lontano strido ...
La Tavola
Candida e quela i11 1111 chiaror cl i luna
reco il buon cil;o a ravvivar la \'ila;
e il mio sorri,;o che i lìgliuuli invita
in abbraccio di pacç li raduna.
Rintocchi cli campane
che si diffon<lon lenti.
Jisper~c 'uci umane
che sembrano bmcnti:
Oh! come dolce, allora che la bruna
sera discende per la irnpallidit<t
strada del cielo, tesser la sqllisita
canzone dei ricordi; ecco, ciascllna
una dolcezza stan<.:a
1wll'ari~1 e -.u più in alto
qualche nuYob bianca
pel ci~lo di cc11Jalto.
parola che s'eleva SO}H·a il ùianco
desco ravviva dentro i cuori m1 v~ccl1i0
viso che ride d'un sorriso !:'la neo;
Ed ecco nclL1ttesa
del!' ora ve:>pertina
sorge e canta a diste~a
una voce bambina.
Sono semplici note
che il cantore compone,
sono parole ignote
cli un'ignota. canzone :
ma nel semplice canto
riel fanciullo g1oconclo,
trema per un incanto
tutto il c11ore del 111011clo.
trema negli occhi una memoria buonil:
e nel silenzio ogmm porg-e l'orecchio
a una voce lontana eh<" risuona.
I
I\
Xlll
XI \1
Lettere
Il
!?
La Lampadn
Tu che mi guardi sai come nell'~1-.1
della fatica io guido il tuo pensiero
su bianca traccia verso ignota aurora
per fiorito dolcissimo sentiero.
Oh! come lungi dalla stanza allora
vola il tuo sogno, mentre su dal nero
silenzio sorge un alito che shora
la tua fronte, squillante messaggero!
Poi quando al primo sorgere dell'alba
il mondo chiama, io pieg-o la dimessa
fiamma al saluto di maggior ::;:;-r.ora.
:Ma nell'ultimo guizzo della scialba
luce senti tremare la promessa
dei miei sorrisi che verranno ancora.
reirnaio /'I/;',
~f 1 giungono con lieve
volo di tra i cancelli,
come fiocchi di neve,
come piume d'uccelli.
E recano un sussurro
di baci e <li parole ...
un riflesso d'azzurro
un palpito di sole ...
Piccoli segni neri
sulla pagina bianca ...
un solco di pensieri
per cui s'avvia la stanca
anima che raccoglie
i silenti saluti,
come fruscio di foglie
sotto passi perduti.
'fn , .. ,, t:lfi.
O care rnani tenere :-td ignude,
Do\ e sei? Dove sei? Ch'io ti ri \'e<la
nd mio ::.ogno non sol, ma con quest'occhi
miei trepidi e mortali ,e ancor ti chieda,
con le mani serrate ai tuoi ginocchi.
un \'iYo bacio, e sul tuo volto rie<la
il sorriso dell'anima e trabocchi ...
soltanto aìlora io libero mi creda
se col mio labbro le tue labbra tocchi.
Di nuovo allora m'aprirà la \ it:i
con le tue dolci le sue vaste braccia
perchè riscaldi questo core al sole
di nuovo: e allora io ridirò parole
care ai fratelli e scaverù nna traccia,
te seguitando, di hont~ fiorita ...
clic la gelida fronte mi :-fìor;ile,
come il sole di marzo clic <liscbiuJc
le tenui gemme al vento a<;sideratc,
tiepide come il ca' o che racchiude
tra le spine le garrule nidiate.
dolci come nell'ore lunghe f' Lru<le
d 'im«?rno il ri sn della chiara C'"tatc,
io 'i 5ento nell"ombra e mi concedo
t utlo alla vostra morbida carezza,
lie\'i, candide mani ch'io non YC' d o,
perchè solo nel sogno 'oi 'rnilc
a conso]'.lrn1i nella mia tristezza
s pargcnd o r<1-.e su Ile mie ferite ...
xnrr
XYII
Mcirzo l!J 17
Fcbbrrdo J.'JJ7.
Ecco : le tracce del notturno pianto
io trovo sul guanciale <love poso
l'arida fronte, e <love il cuore affranto
s'assopisce in un sonno tormentoso.
Chè non mi sei, tenera sposa, accanto
a consolare il mio triste riposo
con l'alito tuo dolce e con l'incanto
del tuo caldo sorriso 1uminoso.
E invano io tendo l'anima e la faccia
in sogno a te che m'accarezzi come
raggio di luce con le bianche braccia,
rabbrividendo solo se ti cada
qualche lagrima muta fra le chiome
quasi tremula goccia di rngiada ...
26
Albero che distendi i nudi rami
ri gidi innanzi la mia fredda ccli..:,
tu 11011 li senti i tremuli richiami
onde t'invita la stagion novella?
l\h ! ì\"ell'intime fibre anche tu brami
<li g-ermogliare per la vita bella.
e d'accogliere ancora i lieti sciami
d'api e d'uccelli nella \·crde 0111 bre Ila.
Pure tu non fiorisci e tremi ... Certo
nel tuo ruore nascosto c'è un segret o
che ti fa triste sotto il cielo aperto :
chè, più buono degli uomini, tu Yedi
quest'affanno. e per farlo più discreto
il ltlo raggio di sole mi concedi.
27
PARTE I 1·
XIX
Fratello
Capo d'anno del 1917.
Debbo odiarti perchè tu parli
un linguaggio ch'io non conosco:
e i tuoi campi tu vai ad ararli
dall'altro lato del bosco:
perchè dici la tua preghiera
ad un ingannevole iddio,
e il colore della tua bandiera
è troppo diverso dal mio ...
Ma tu muto e dolce con calma
1111 tendi la ruvida mano,
che à come la mia, nella palma,
le tracce del lavoro umano .. .
:M'accenni la fronte ... una ruga
scavata da uguale dolore,
su cui trema, goccia, s'asciuga
lo stesso affannato sudore.
Poi guardi le stelle ... vuoi dire
che abbiamo la stessa speranza.
Ti volgi alla terra ... a soffrire
noi stiamo sopra unica stanza ...
Vuoi dire che il pane ed il sole,
vita e morte ci sono eguali,
e che le di\'crse parole
han gli stessi sensi fatali;
che il bacio dei nostri bambini
ci sfiora ugualmente la bocca,
che siamo u.~·:1aln,ente piccini
di sotto al destino che scocca
su noi, ed a cui contrastiamo
uguali ed invano ribelli ...
Perchè dunque, già che lo siamo
non vuoi che restiamo fratelli? ...
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Jaurès
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La g-uerra urgeva con impeto insano,
accendendo di torva ira le menti.
col suo coro di urli e di lamenti
la morte s'annunciav,i di lontano.
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E tu stendesti la tua pura mane .
alta la fronte sotto i ciechi venti,
gridando (( indietro»: ed erano gli accenti
armati solo del tuo cuore umano.
E la guerra passò sopra il tuo cuo re::
urlando « ho vinto! » cd oscurando il sole
col suo manto di lutto e cli dolore.
;
Di tra il rombo dei colpi, fra le torte
spade sanguigne e i torbidi lamenti
degli uomini avvinghiati nella morte,
una voce s'alzò chiara sui Yenti :
(( Pace, fratelli ! In nome della sorte
comune e dei comuni patimenti! »
:\fa dure mani chiusero le porte
perchè non fosse udita fra i ,.i venti.
Sempre così : quando la notte fuori
trema nell'aria lo spavento mulo
o sibila infuriando la procella,
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Vinto? i\ on già! Anzi in quel sangue scrivi
la tua condanna! Per l'umana prole
c'è sempre un morto che con<luce i Yivi
l'umanità nasconde i suoi tesori:
la perla dentro il nido di velluto
l'anima ardente nella fredda cella.
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XXIII
XXII
Il primo morto
Sul Campo
« Io soffro : <lammi la mano
o tu che mi gemi vicino,
ignoto fratello umano,
curvato da uguale destino ...
La mano ... seppure 0 cosparsa
di sangue, la triste rugiada
che bagna la fronte riarsa
prima che il cuore ci cada.
Il cuore ... io sento che puba
il tuo come il mio nel pensiero
onde la mente convulsa
s'affaccia a un lontano sentiero.
I cari figli ... le spose
che forse ci sognano ade-;so ...
tutte le tenere cose
che batton con palpito istesso ...
Uguali ... come la terra
che nelle materne sue braccia,
sopita la torbida guerra,
in questo momento ci allaccia ...
E uguale sugli occhi, da un velo
di lacrime tristi velati.
distende i suoi campi azzurrati
il grande silenzio del ciclo ...
Una stella: vedi, ci guarda
col raggio più puro e più bello ...
Nemici ... parola hug'iarda:
dammi la mano, fratello! ...
34
Un colpo ed un grido: è ca<luto
il primo ucciso alla guerra:
e rigido e freddo à battuto
la pallida fronte per terra.
•
•
Baciato l'ha ogni compagno:
poi l'hanno con trepida mano
nascosto per l'ultimo sogno
nel tenero solco del grano.
E vanno ... Ciascuno nel core,
che batte più triste e più forte,
recando un segreto dolore
per quella carezza di morte.
E pensa ciascuno : Tu il primo,
compagno, sei tu che t'avvii
f)el silenzioso cammino
<love non giungono adii :
la prima parola
tu parli col labbro
recando alla terra
il primo tributo di
di pace
tuo esangue
che tace
sangue.
"'
E a noi che seguiamo tu dici
la buona promessa di quelli
che al sole restando nemici
s'incontran nell'ombra fratelll ,
35
XXIY
XX\'
Bandiere rosse
L'Idea
O dritti e fulgidi drappi di porpora,
O rossi labari ardenti e \'it,ili
Siccome fiammei ragg·i nell'etere
Quale cuore in voi sang-uina?
Da mani libere levati, indomiti,
Voi state, simoolo d'idea che s'agita
Entro le misere piaghe recondite
Di coloro che soffrono:
Di quei che soffrono. di quei che sperano.
Di quei che vor:, liono sopra le lacrime
Stendere il b;il;; mo d'età men torbida,
Più serena per gli uomini.
lo sono la lnce che brilla
nell'ombra;
il rag-gio mio vivo scintilla
traverso la nebbia che ingombra
l'imoervio cammino:
son io che rischiaro la meta
lontana,
che offro la gioia segreta
a chi su per l'erta montana
va contro il destino.
•
E sono palphi di vita e d'anima
Che in voi riflettonsi. come in un'estasi;
E' in voi la fulgida speme 0·1dc i nobili
Petti se stessi accendono.
In voi per l'agile vento g-arri-;cono
Voci di spasimo. voci di giubilo,
Visioni e fremiti. inno fatidico
Che sublime diffondesi.
In voi lo splendido sole si penetra
Ardente e suscita scintille innumen
Baleni rapidi. luci cne squillano
E nell'aria s'inseguono.
E i cuori vigili in voi s'affisano
Non come a l'ultimo saluto tremulo
Di raggio occiduo, ma come a limpida.
Nuova aurora sugli uomini.
36
Io sono la fiaccola ch'arde
sanguigna
bruciando le brutte, codarde
passioni, la triste gramigna
dell'anima umana,
e faccio le fronti più belle,
più bianche,
perchè si conoscan sorelle,
perchè non rinneghino, stanche,
ia speme sovrana.
Intorno è il fragore dell'onda
schiumosa,
che in moto veloce, alla sponda
rapisce con mano rabbiosa
le vite contorte;
37
le strappa, le porta lontano
le sbalza
'
~ra J'aspre ~cogliere onde invano
il grido di aiuto s'innalza
dal gorgo di morte .
INDICE
Pag. 3
Prefazione
Ma chi mi sorregg-e in sua mano
come asta
e m'agita al vento, sta sano
di contro al furor cui contrasta
con valido cuore,
perchè nella notte brumosa
gli dono
la lucida traccia radiosa
p~r giungere al gran sogno buono
d1 forza e d'amore.
In mem0ria di Federiro J11arinoz::i.
PARTE PRiì\IA
Giustizia
Fomini ciechi le ferrate portP.
1I
Messaggio
1TI
Al Nido
IV
Ritralto
V
Il sole
VI
Numero
VII
Iqnoto fratello di pena
VIII
Sera che ti diffondi
IX
Ecco 1m 'ignota mano
X
Canzone
XI
Pensieri lontani - La Tavola
XII
La Lampada
i cl.
id.
XIII
Lettere
XIV
Dove se ? dove sei ? eh' io ti riveda
xv
O
care mani tenere ed ignude
XVI
Ecco : le tracce del notturno pianto
XVII
XVIII Albero, che distendi i nudi rami
9
10
11
12
13
l4
15
16
17
18
20
~1
22
2~-;
24
.
25
2()
27
}'ARTTE SECONDA
Fratello
Jaurès
xx
Liebcknecht
XXI
XXII Sul Campo .
XXIII Il Primo 'Iorto (In 1\Iemoria di Amedeo Catanesi
XXIV Bandiere Rosse
xxv L'idea
Indice
XIX
31
32
33
34
35
86
37
39
Prof. CilOVllHNI ZIHORDI
.
...
(
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llhhf DONNf
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MI!...ANO
SOCIETÀ EDITRICE AVANTI,
1920
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ALLE DONNE
Le galeotte della società
Ant ·.<.;amente, quandD le navi non <wano mo..;s.<:' tlal
vapore, e Hc \'C<Ì<~, ::e rnanca\'a il "cnto, non ùasta.vano
a spinge.rie si usa,·a tli man<lade ~wanii a forza <li remi.
(.}Ji sclria\'i ncll'ctà romana, i condannati nci s.ecoli dcl<l'dà <li mcuo, era.no <le:stin,1ii a questo ufficio. Uhiusi
nel corpo ùl).lla go.Tea o galera (da cui vcimc il nome
di gU:lcotti), incatenati su lunghe panche, <lSSi dovevano
moLkrc in azione i remi. So si sLancavano, fa, frusta clell'agnzz-mo-1i <lesta.va; se nelle bait.aglic navali, urlavano
per lo spavento o per le forit.c, un tappo di sughero in
b< cica impo<liva loro anch0 di llamcnt.arsi.
Quando la nave, colpita a morte, an(ht,·a a, pic."Co,
essi puro SCC111deva.no con lei, incatenati aJla loro mobile
tomba in fondo al mare.
_
.._
* * *
Anche voi donne. spcc.ia.!:mcnk larnra:crici, somigliate
nn po' a quei condannati dclnc gaJm·c.
:\!.
no . 'l' 11. Soci<·tit El tr 1 ~ ~\\,rntl? - Yia S. Daujiauo 16.
Anche voi vi~vete chiuse cnfro questo mondo che ' i
<·.i rcon da, c·osì nella famigha come nel! a soci"'tà; anche
voi col vostro lavoro aiutate a mandarlo avanti, ma no n
a.\~Le nl's~1nna parta ncil diriycrlo, non a.,·ctc ncand1e
mezzo di lagnaTvi e di far sentire effica~cme.nte la vostra
Yoc-0. Eppure, se ili mou<lo va male, se la fami1glia (: i 1
4
lil· SOCIC
· t'<1 è rn ons1, so la vit~l co1JeltiYa è in
sfac'(i..O, \ u. l iu cli tutti, 1,nn.,1 d1 lutti hoffntc, voi
ma.ggiormcnt<l vortale il poso (\elle C(JmUni sventure.
·
l O\'IDU,
SO
.Molti <licono che la ùunna de,·o ùar figli o attcntloro al1.u tu1s:t.. An_·l1< St~ 1•,~u e ,.,1, anc-111\ quando e
dove \! <:o•ì - - ciu\· in qttN 1,a •si 111 ('\lt 1..1 Jon!HL ~
::-olt~u1l) m,1dro e mnc:. 1 ·i.
\'Ì p.tr 1,i.._-.co a 1 os.t l<L \ o)'ilra
l'um.iu.nc? Fa.r Lki f1gl: no 1 ':ivi Llil' <'• rt ime>nto c;olo
}M1rlor~r:i e :f111lt...u:i. curnc fa la g,1tt.1. o la l'agn •. ;
"\aol dir<• ali hc a,1\na"li, ;,\\ ' ar\i al brlll', fnr~i Cl'fS('èl'C
~.~ni. robu, 1 i. on ·-11 c buoni. All< .tlne a 1 .t c •• "' '1101
<1ir.-, rni m •.:ui che \i Jìo :I m:i, ito, o i! tiglio. o il frati' l-0. p10-•u1-r.•·· qt•tl po' di ma•nil)r \.>;.•ne<;,c;cre che è po~­
,,.101\' ·;i fmnif;'i~; rmmin; tn. • qJ( 1 po hi
t!i in modo
tl..t far.i baslarc. tr.. i b:- •[mi n.' i..i c l<.' esirre11z<' Ù<'1.di
uomrni che qna..,! s•rrq1r..- prcl 1H.kr(.•blx ro ùn \O. d ·i wira.col1.
~\la 11001 i· poi \"<.è''o c !le ~ L donna <lcfi povolo abbia i,
suo rt'f/110 no...t ca«a, " s· 1 i··n"t:i. ad al' vaio i figli o n<:cudin.· a·1e faernnclc d•>In<> t;,,hr. ln c ·t npat,rn 1, int.rnto.
la. mo1''ic tl"l c·c)1 ti'•~t1r•'. anche 1< ·.1~i,·1 11ru1t" b<'m 1:i-rilr.
h i eh l'tll"al'e, oltn i firili, i po11 i, i lllcii:Lli, i conigli,
l'o:-to; man m'l'lO rhr r i \a in iriì.1, "•r o k conù;z:<. •i
più )l'J\'Ll', <lcn~ parti ··ipa.r<' con 1'1101110 ai lavori cl'·i
<''LlllJI ; in <.<'Jti llll~ i anzi Jr oper<' piì1 pa;anti !oceano
a !ti. Se 1': rn1 .~lie <ld lH:v·c · mf.,t', Ùt 1 111ti.1 ator~, ,·a a
giom'll,i presso i cv.nduUori cli krr('.
Se ( nri paJ-i inù u_,t ri<..l i, 'a a.'1.t fdamr1 1, all'o >i·
fi,;o. XcP,, ei"'U•, 1.t mog'i< dPll'op1·rnio. o fa 'operaia
c'ln pur<', o 'r~ a fa.r scn iii. o ( an ·1 <' n< la J,icco 1a
IJC)l"~~t »O.) si ù(·cupa ;n nH.»lieri o in impi Lhi. lu1•oro
f11vr1 rii rr1 '' r~rch'. i' ~na<l 1gno ddl'uoavi non has1a.
1 fig'~ 1·rescono <.o.no po. ~ono, tra :·a~ilo <' la •n1d·1.
fra la SI: 10!.:1 " ~'offiPina.
Poi c'è ehi ...-i rirnpr0v<'ra <'hc non ~i< 1.... hnon<' marlri e non Yi 01.:cupatc <l1•i Yostri r:i..~az.zi ( o·r la d 1 hita.
<'.1ra ...
~o.
11011 ì.• prn wro oggi che la donna rim1111!/'1 in
filor1• la fHll<t, tO!lH.' g1i a,ntichi ro nani diuna.no,
pl'r Jodar~.a, ddJa do"1na Jrl :oro t('111po.
La , .la 111l.Jcl( na. k i.ndu s~1·ie, 'J. rn111lifonnc atti\ ith dc~li nflil'i e <lrgli impir~hi, !ton Imito fa r/0111111
/u()f"I tl11flu r·n et n J'k~ nno gettala, a fianco dc.lil'uomo,
nol lurhin<' d •]1'1a sor·iP.th <' dC',l~a lo! la per viv"r<'.
1·11~<1
,,
...
La. dollll'l laYora. e soffr<'. ndnnqnr, in mezzo ;i., questa 'ii.;t d1c la C'irconda.
l\la. come il ga1collo , ,, .,, ,., <'ntro J.1 nn'"· essa 110:
11e nde 11111111, e sp«-o nulla Il<' com}H'<'nd('. :Non sa cli
dove ,·iene e clo\·e Ya qu<'sh nan-, non sa <'lii hL comanda
o J:L d11·iig<.', non può neallrhe dire il suo parere, perchl:
se pai·l<t, l<.' danno su1la YOC<', ~riclanù l dw fr do1111e 11<'n
dr1·0110 ocr11p11r.~i <11 zwlif11'(t, e [111 ad(•.sso fn csr.usa dal
diritto di voto. come una minor<'nnc o u.n interdetto o
{
\~
I
i
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un dcili11quonl.c.
E tuLlaxia, sn la ba.rea ...-a. mak, s<' in famiglia c'è
J1a, d1soeeupazionc e la fame, &
il ca1·0 'viw•rc tormenta
la so<'i<'1là, lia prima a aw!l' J>cnsiicri e pa,timrmti, colei
<'hc <il'\'l' fare i miracoli cldJ.c <'conomic fm afi,\'osso, o
v1·i1·;11· sè pcrc-hè Boffrano meno i hamhini; ro!lri che d~\C'
1:<•11ti r~i <lomanclar<' il pan.e dai " '· ' ' ' ' · ., <'h<' cle1·c
al'q11cta.11i in qua'1d1c modo; c·olri el1c non clonnc la notte
e si a.ha. prima. cli giorno per ra{'(~apczzas<' ]a, man·...,r~
di tira.r~ a.Yanti e cli far rna.ngiarc qua!'.ohc cosa ;1 lla.
famiglia, quando il mari,to non sa piì1 doY~ battere la.
Le.sta, <~ la donna.
f,<11·ornre, tacere, soffrire,
questa pa.r<' la. sua condanna, il suo dc.st.i.n-0.
Ehhcnc, no; bisogna 11n.rlal'r, bii:;cgna. diro il proprio iiarnrc, bisog,na poter inOuirc per quailchc cosri, su
l'an J anrnnto <li questa, n<W<', che voi dornw <'01ntribuifo a
ma11(la1·e avanti, ma. non a dirigere.
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P erù. p<'l' p11rlorc, b:.:ogna sa11Crt'.
Brontol,lr(' t' :am<'nta.r:;i, socca.i·o il 11rnr:ito con rnut.i·li querimonie p<'rd1e la l'a 1111dc, pt'-rchè ,'l \ 1 ita t.• e.tra.
pc.rd1è i gua.dagni sono soarsi, p0Td1~ (m<:.g tri) egli l'lpendc troppo all'ost·c.ri<~ .in confronto cli qu<"l•lo ohe pa~a
in ca.sa, q nd!ilo non è pu 1•lare.
l<'<'rm.1: ..Si sulla poi La, in sLrada, Hll lll<.'l'('l;:du, r:on i<'
eo.i1osconli o le amidw, () eontinnarc a ripckn·, tu(t, i
giorni , le sws.sc :larnrnkk perchl: 11011 1;i sa J>llL l'Omo
tirar asanti, vc.n:hè Lutto aumenta, qucsw non è 1wr!o re.
:Non <i t·-.1•1a tli 1>wy1111co/are o di i•.i11rec111·r, con
t.ro Ja sorte. contro il fornaio, contro il salumiere, contro
ili nvc-ntlug!io;;o dcl.la \Crdura.
~O<n. si tratta. <li ma1~xlirc la. gucna <' <'hi l'ha \OJuta, o di au;urarn aecitlenti al Sindaco. o magn,i·i ai
Yi[\"ili urba.ni. o aJ Governo o ai siynurì.
Bisogna sapere, hisogna conosctire: hisogna.
a \'ere
una coscien:a d<'i fatti, ùioogma C<'rca re il 71f rrh1\ del.I<'
('.()!;C.
7-
E' qui la questione, così
alt.re oose.
ucl~'affa,rc
dcl\ eaYoio come
i11 tante
j
I
'Non bisogna formarsi alla J>l'ima iiorta; hisogna andare a.: fo1Hlo, bi~ogna, 1·isi~ fre f:>U su, éti1U origine.
Q11d l."1\do, J lia, cnmp1ato ieri (\'ecle;t-c che non e
molto fr<'~co, <~ ll"h<L11110 baig11i:1to ahbon<lan1eme:nk, per' !li' pesi di pi\1) il rivrndugliulo rli pi,1zza, da l111 uros~1slu, che tiene il suo mar~1zzi,no là in qnc.Jl'a.ngo·~O !'')t(o
i1l iiodico. A quel !;ross18/11 l'avcv.a. ''c.n d nlo un 1ncettatorc, che è, per dir co::.ì, il pa<lron<' clcll!ét. piazza, ·il '' re
dol nH'-tcato n, perch:· tutti f'oloro che v-0ngu.no aJ\a città.
con n'rdnr<' !<Ì sono clJLlign.Li cli far oapo a lui .
•\la qur~t.i che vc.ngomo a'::a citti1. non sono nuca ncp
pure : >1·0 dc'i <lir<'tti proJuUori.
J s..ngo1i contadini, eh(', nri loro ort.i fanno un po'
d1 '<'rclura.. un po' cli frutta, non Ycrrehbcro e.erto a.Ila
1•, ttà a,p 11o"t a per vcntl('I'•' un pa.io tl i ca n>il i o un cesto
d1 per<>. Yi sono dci r<lf'coglilol'i d1c col cavallo e il b·roccìo, girano per llt• fattorie e comprano qua un poco di
frutt.a, Jà quattro capi <li Ycnlura, fineh(· h.irnno unito u n
0.1.rico, e k> porta.no al mercato.
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Cerchia1no il ,. pcrchè ! ,,
La storia d i u n cnyol o
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Voi donne andak in piazza dd nwn·at.o, la ma.tt:na.
a fare 'la spesa; e troYa'c <'11<' un 1..·a,·o\, ì• a1111H'n1a1o an<'Ora e costa 1 lira. 1.50.
Il primo ae<'idcnte è p<'r il wnditor<>, il secondo ì· ]HW
il Vigile municipal<' che a::,;,i le. il krzo ì· ]H'l' il ~inclac·o
che don·ebbc metkre un ca.'mie-r<' pi ì1 ha~ o
Il ,·cn<litorc, siamo d'~~conlo, ì• lallro la !'Ua part(';
quanto a.l Vigifo, non lia n<'ssun,i rn'·pa pcuchè esegue d<.'glli ordini; il Sindaoo r,c tr:'t o non ]>olrÌl fan· dci calm i<'lri e clei provwdimcnti migliori .
.Ma <Wctc mai pm1"'a.to a cX'1·0a.n-, \oÌ tlonnc, il ver o
w·rchè quol caYo)o costa 1,50? Ù\<•tc mai provato a rifa
r~ la strada che qnel cavolo ha percorso prima di \C'lltl\'
nelila Yo.<;Lra e.e.sta dohla spesa 'I
Quanto Ol'cdcito voi, donne, che sia 1>!nto pa.ga.to al
conL1vdino, qu~l ca-volo 7
Dicci wiltli, tloclici i;oltli, forse.
l'cl'ch<.· éùlilora, quanclo ani,·a alk vostre mani, costa
1 1irn cli piì17 Pcrc11è su quc<l.Ja li1ra <'i tl<'rnno guadagnare, i.I rriccoylltorc che è andato a pren<kr su, casa pe rca:-.a, le <lerrate; .l'ùiceftotore, <'hc le arqu·;sta tutie; i11
r;rosgzsta, che le immagazzina. per distribuirle; i.! r f::enrlu(lliolo, che le Ycnde a•l pubblico.
Vonticinquc ccn"tcsimi per cia~c~mo; sono in quatbrn;
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{'('CO fa.nno la lira in più che quel rarnlo vi C'O"'ta.
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O ra, è proprio inc1ispc1nsabilc, è p r op r io ncc.eissario,
ch e le merci cla.Yon o fairc quc,sto cammino, ch e d evono
-
~-· ·· ------
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-- l1 -
10 -
ill't 'o &"J>C'k \Oi. chi e'è 111 .Munh ipio7 Yi "i •tr o ,·upal.' di oonc,rcrc sr n sono a.ti nmmmi~tra"(' ql' J:i d I
partito d •i ~i~nor1. o qu• 'li tl~l partito 1ki poYNi 1
:\dia rnslir:t citi:\ 11on !'Ì. ì: fatto ni<"nl<' n<.'anche I r
Uenirc un po' il e-aro ,-ivrri 7 i\<'.'l<'tnch<:' un l'ahl'l;i'I'<'. ll":tll ·lw
un tcntat.Yo di n 1 quisizion<:', n<'nnrh' uno Spnl'do ('•ml!·
Su, su, alla fonte !
naJc I Ciii inccLtatwi, gli accaparratori, i g-ros<;isl.i, i bot
tcgai ha.nno fa.tto i loro int,crrtsi. in<l.i<>tu•hati1 E 'oi. c
1 Ycski uomi1ni, griclnvnl<' contro il ('01111111r· rlir 11011 /11
Ed <',{'<'O a•llora che il nostro cavolo non costerebbe pÌLt
crnt~c:imi, 1irn qu<'lla nnnima r,tiola di
sp0~1i (•he, in un innpia.nto così ,.1.slo, potn·<'hlic ~1·a.var<'
f>\I una mc1<c<' c·o,;ì piccoJa.
J>( rÌ>, .a.ni,·aLi a.. qnrsto punto, noi <'i troviamo di
fronte a nn produttore propridario clolLi roba.. sua.
TI rr1111io11 d<'11:t Coop<:'ra-:.i,·a o de'll'Ar.i<:'nda ?lfnni<:ipal(1 si <.· formato irri cla.vanti a qurlla fattori:i. chiod<'ndo
se c"crnn c.woli. Il proclnt.torc, i1 padrone, ha. det.to: Non
cr. 11'1"
oppllr{" ('e 11'/to, mo {j 11u111ai11 io -- oppure:
('e n'ho, mrr 11n11 li (('do Sf' 11011 rr 11110 lira - op1n11·e :
('r 11'/io, mo 11011 li rogli11 1•r11drrr. fin
r ' , . , di fan>f'
drl ro11ri111e.
Il rominn ì· an(l,~.•_o •.
a,·a, .11t·1, a. un ' n.lt.ra.. f n t'.,or ·a, poi· a
un'altra: 1utti, come sc "l fo-:s{'ro cla~i fo, parola d' ordine.
risponckYano lo Rt ~o.
Gli ngcnt.~ d!'I!· Comun<' o rldla Coopcratiirn h·tnPn profost:do. ha.n clf'tto C'hr (• un capriroio ingi11s!ifira1o. mn
prrpol<'nz.:1. A cp1dì1o eh" risposr cl i TO~c.t hniJt.arc i cavoli
sul kt.1.nrnio, "~'i tfo;.~!'1"0 c·lH' r.rrli l'OJ11'1n<'lt<'Ya una C'lt.'•i'\<t
azion<'. l\Ta.. ('.~li ha l'<']Jffcnto: (11 rnsn 111 ia rnmrnl(lo ?·o:
1
f'/llf'.I rrn•oli .çnnn miri. r 1/rl111 r11l111 111/11 f11r1·in ' { ' " ' r d' mi
1.;,o, ma 5fl o 60
111111((?
1
i\la chi e'(,_ su in C'omuno7 (''1• il pa,rtito 1lrg i incdtato11i, tki hott~ ~ai. cl<'ii borgh "'i SJH'<:ubtriri. L' Ass{"'~orr
t.al'.f' i· fratcll<J cl'uno !lei piì1 groroi mrre:w·~ di derrak,
I'~\&"<' :or<' j;i,1 al,ro ha l'11 nH1 a Z7ino tli k·1111ri , •·
tma parto dei Comi.::diori son-:> d1•l (l('rlo dcJi commC'rcian1i.
g'i n.Jt.ri wno ro siù<'riti. propr't !.'lri di Cl""<'.
Ec<·o p:>n·hè non hanno fatto nu!la contro il cnrovin ri .~ in cl i fosa dc.i con su ma tor".
f'hi li ha mandati su. al Pa,lazzo dcl Con11111<'1
Voi d1mn<' no. clf" non aH,·at· ii ,·oto. Pt•r<. •0 an•Gb pot.nlo Yotare, C'h."'>it eh" non vi foot"' h :at<" ing-an
nar<' anr.'.-1<' Yoi. dai prot.i e dai oiarlat:mi, ,.1," nrnllicavano
cli <lnr il ,-oto a.11a 11i-:t,'l <li qu<'i sigpori. JH>J' wl1'11rt 711 r11/1ì
e.lai dia,olii ro!"lsi. rla,i sol'ialidi ehl' w1'~Ì 0110 il di"o~tlinc
e
I~
rlid.nizionr?
<'<'rLamrnk. moìt,i fra coloro chl' li 1111 •tl\nno '11 potrrr, questi sig-nori, sono dni nowTi din 01 i 1·\•r 11011 ]i;1nno
an<'orn apr-r!o ~ 1 i O<'ch'i. e fa.nno com<' il<'i topi che aff1dasrnro l<:i loro facc<'ndo i.n mano ai ~"1l1i.
Ymlrc'no ~"' YOÌ. donne, o;,.a <" 11(' .1\Td" jl yo•o, :::arctc
un po' piì1 acr·ortr, " ~<' mandc1'X't" in C'o•n1111P 11omini clw.
in n::imc r~f'l . ,Partito d0i flayoratori. fa<'cinno tutto q··c 1lo
~·h11 " posc:i.ln". da partc d; un :Jlunicipio. "<"r nn·icina"~
il rnns,,mn :11110 vrodu=ionf'.
110
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~,
re I
E non i· mi1Ca una ~toridla (Yoi lo sapct.r\ (1'1oda rki
cnx01li gdlat.i l'll1 l{'hmaio per far concime. V~ a>·rctc
"-iisto piì1 cl'una. Hl.'ta., la !'<ora.. sulla pia7,7" ,1,.11r w~rdur<:',
i riYc1wlnglioli h11tta.r via.. qnaOche ('{'"to di mrl'C'<' che ~i
potrchhr a.ncora. consnmarr,
piut.lot«to che 'cnd<'rla :>
prezzo rihassato. E:::.si avcYnno o nspC<ltaYano a 1tra mci·,~
cla vcndcTc la mattina. do~10, e M' a\"C' "Cl". ,·<'nrlnt.a. a ba"Stl
pr<'zzo flll!'·Ha. avanzata, ·non avrebhNo potnto tener su i
prr.zzi il gio1rno dlipoi.
-
12 -
* • •
"È rolrn, sua! .,
t-lud produtto1·c, quol J>l'OJ>riPlario o condulAurc cii
t.cna, clov<' nascono i r;no'.i. tlo\·c cn'-SC1' iO grano. l'u\a,
Jn, ea.napa. don~ s',11\rrano i pol·li. il hr-stÌa11H', <lo,·r "
fabhrit•a itl hurro e il forma.g-gio, r si prodnoono t11ttc ile
('().'>(' necessarie j){'l' Yi\"C.1'<', ha dnnq\11' JHO!lllll< iata l:t c.rn
l<'nrn <i>ursf(I ro/;o 1~ 111i", t 11e /111·<·10 1111< I 1·/u 111i 11r11·r.'
Ci an•t.c ma.i JH.n">aw. donn<'. a qncl che signrncano
q nc<:.tc tenilii~i paro\' I
~)nc--t.a l"Oba. è ~1111. Q11c 1 l~ r<ha eh<' ì· nroc saria" roi,
è 111 nia.no ri / 11 i. La tlo1·cte compr<n·r 1·r1i, Jl<'l' 11:.n ila ma"lgia.r{' ai \Ostri bambini; ma la pu<) 1•u11lrre lui. La puii
\undcre a' Jll'<.'ZW ehr \ ,101<', c può an<hc rifrnta1·si ùi Yen·
dt're. Se\ oi ~<' avrctc Plo'i1 1i;c.>g-no, s:trà prrcisamC'nt-0 allora che \C la, farà pa~a.r" pii1 cara.
Yi ricordate, nclG'a.utunno <lrl J!.llC., qnan<h la .~po·
r11t1wla farei-n .~lro!Jr, <.' tutu.i prrndernno "hinino?
Il chinino era salito. <h du" soildi il grammo, a qua~i
una Jna. appunto 11trl'/11' 1·r 11'rro l11so!11111. I fa1mae·s1i
d:i('"' a no : '!I' on re n '1\. 1·r, n '<\ JIOl'O, 11o11 .~f' 11 r t rrn•n I
Ma, insomma. c'C'ra o 11011 c'nra? A pagarlo 10 sul<li,
r-0.1 r· n; a; a pa.gado 20 ~o\ cli, C'·era. E a.'fiora. si sar<'bl1C'
dovuto spartirlo, un tanto prr uno, fra t1ilti quc.l:li ehc
l!C a\•cvano hiso:rno: non \Tnd('r1o f•itt C'<ll'O Jl"l'dlÌJ r.C n'era
ìllÙ nr('rs."ità e pii1 ricerca'.
Er:'lno i farmaf'tsti che sc nr profìli.'l\ano JH'I' guada
"1arc '. ~on <'S"i soiltanto. ;\ncl1'essi lo C'OmJJra\ano, " Jr
p-ra;ndi Cas(' rroduttri<'i riah:t\•ano il ('()S(o Jl ('hinÌ.1') t'fil.
roba loro, cd c~si ll<' rcgofavano il pr<>zw.
li chinino - una medicina "hc n<'<;suno prcnd<' :)Pr
e.q11incio. rlaX\C'ro'. -- d<'v·o ~re 1ohi1 cli a.kuni e nnn rnhrt
di tutti'. TI pan", C'h" ì· una <O!,a cli prima w•P.c<>;:ita, ··i··
11 '<;"Uno lo consuma ff'l' diw?rtimri1to, dcv<.' r'>::;l'!rf'. pr011"1tl·ì
rlf'li padroni della krra, dci g rand i 11t'goziant.i, dci. g:-atHf
padroni <li mulini, ilei fo.·nai, "non ~ià. d<'IJ1a ('ollrt ~ :,.. 1\.
La ~ls.l ! 'l'ul•i gh animali lroHtno un luogo <loYc 1·1
corNaL-.~: la uotlc, e non s·è mai senti.tu <l:irc che nn a1(.rn
li mandi Y·i a . .Ma voi, se non pagate l'affiUo, aYclc un
pauronc e\ ~e puù meHervi sul lastri "O e alla pioggia, voi, ·
i voolri qth'l'ltro mobiili e i vostri bambini, pcrchè Ua casa
')
I'
.~ua!
('i pcnsa. f(• mai, ùunnn al.la stra11cz1.a tli qucs.ta paroLi
e dd'.l!.n. cosa c;i.\o esprime?
~o; tanfo v olte v0i non la c·OJHi<l1·ratr; o la acedtak
conw una cosa. b e non giusta prop1•io, ma oon7,<L rimed io;
una oosa che c;è s Nnprc stata e ci sarà oon.1pr.e.
Io vi ho scn lit\) pii1 d'una volta. lamc.ntan ùovi dcl rinc~no, raccont..and·o quailchc caso piì1 sra.ndaloso <li ,frutta·
nrnnto, nrnledire q ucl ca ne del botlcga:o, mni poi concl udo1·e: JJcl resto, Jt •CJn c'è du dire: è roba su(lf
E qui i~ Uo sha ~1io. ::\Ia.k<l~rc. quel c1111e ùul bottegaio
l! iicrfcttame1I1t.e inu t ;ne, pcrchè Yoi al suo posto fareste lo
str&;o, cd c·gili vrohal )i1 mcnl<" non è peggiore nè migliiorc
<ùi tanti alb,i. Conclutl ·ere che <': roba sua, con l'a,ria dci. iiconosrcre che tp.U'sto di1 ·ti.tto <li p.ropridà è sacro, che questo prrncipio è .i.nviolabi!, ~, che questo si.~tcma non si potrà
cambiar ma.i 0 che esso (l'-O-me v•i dicono i preti) è le.rtf)Pdi11-iiw. C'h-0 non f.. ·i <le:Ye to(:c\i..rc: quosLo è gra,vi.ssimo er-
1
1·01·c.
l
ln questo mod~) 'oi daite i·agiunc cd appoggio, senza
sa.pedo, ai &igno~·i, ai propriefa• rl, ai negozianti, a tutti
c·oloro •:hc Yirnino sul; bùogno ~su·~ lcti·oro dcg;li a.Jtri.
Perchè v, '\ in autoinobile ~
Voi dun11uc arntc ca.p i.to ver~hè. paga~.c i .caYoll~ 1,50_;
per d1cm iuam pl'llma d.i. arnYarc nelh~ vostre, e tutti ci .,. ogliono gua,c1agmare; poi, pcrcJ1è essi sonio prodoit.h di lllll~ i campa.gna, di un orto, che
non è ino1i1·i-Otà di tutti _ q uindi ancho ili '_"·i. - i.~a ì.·
propr•ie,tà J11'ivala di. 1111 tale l ·hc può vcndierv1 i suoi ca-
pnma, pffl"che c~si pa.ssano
'
'
-
-
1-1-
l5 - -
voli_r.l_prc~o.c:h~ ,'uoe,
pul, m n,darli hl!ti luJ, può
conrgh, puo but t.i:rH a.l ll<'t nuaio, s cosi gli par~.
Questi sono i c.tt~i \'l effr·tti d<.'l,a prq.iricta pn ,·at<L
u..-1 caTJlpo d(·· c 1,1i.,11111{J, qu(.-c>to i· lo sfruLtm11<."1i.:o cne , ,1
,,a Lite. llH e.i,u"a do' Ja /J1·07n lt/IÌ < dl .la •pecula; 1nn1., pri1'11 ta, come (·on~um.rt r :ei.
H1rne.di: re <t~fri ÌlllLlWliati: coo1icruzionf', m11nic1pul1::0 .10111,, ]JCl' saltar 'Ì<1 piit d~ si p1tc'J gli i·11 ti.:rllled 1ur 1
·,1
,
(. an·1t..I nnre i c1111..: 1111wlun al 11roduttun; !:imc<lio n..-;.-;os,ilnlo 0 lll-'110 \ i1.:ino (m11ss11nu): to.;1it•1'1\ l:.i tiruprielrì ai
f,/'ll'al1 }H.'r uar:a rtlf't c11l't/li1 tlu.
l«trh
ai
Qua~~um <li Yoi OC'rtamcntc, tra le pii1 anziane ha a' '.1tv c,~~a.~o~c l~i <lal"<.' ;l '1·ti, o!tr~ d,p r.' 11r0pri~ hambrno. a~ tiglio d1 ci.ualol1e f:.ignol'a che 1\on !1" '1.;l.'eYa, 0 che
Jd)Jl \011"\a <t.H'r 'a llQÙt <li 1-.llattarc -o
d~uno d: guaf't.ar>:i b soda beJ~zza <le. :;ono.
. Sarà ae<·ad,u~ anzi, che per dai'() il lalU> :• qu<.'l b:i.m·
lnno fortunat~, l_ a' 1-.eto tolto qua.'e..hc me .. J)l'lllh~ lk: 1-1.•w
1•0 a,l 'ost. o p1ccrno, che pia.n.g0va t• , ok•\ a la. po 1, 1m <lo. l1
sua mamurn, e <lo\e\'<1 iJt\~·oo '..'Omincìar •t ingd are /<\
rappe.
Quei <l~1e b·:mbini, il vostro e quello <l•·lla si,rrnora, erano e"uah
al l o 01 (<'~so mouo,
.1
"'
, stl"l1l·ay·1Jno
• ' '
donn1• \'ano. poppa.va.no, <' ~aoevano l'rultrc coso clw fa.nno i bambini, al la,
sLcssa maniera.
1;>a a!~.ora pas.. ù <lcl lnnpo; il u iin!fo d·i ~atte 1> si ricordo ouawhc \Olt'l , ""t'lI
·· e1·1 rnuo,
.J.
d ·1.a
n•
_,.
··'-' • ~i·,
t
p1u
sua J1;w1a.
Adu;:;o h.a 17 a.n~i, un anno qua&i rn{'no <ld Yostro, e lo
'ede_te d1 t<into rn tanto. 1w1· le 'h! <le/la eitlà ::.n auto-
mobll<'.
'
l'n:ch~ i:a _·in a11tum"ln'lr, TU<' nfre i1 Yostro figliuolo
Ya a, p 1·cch ' e s·anam
·
·
pica.
su por \.e Unnghe srole da· muratore!
(~nel gio,·anotto ha. studiatrJ IJ<'I' quakho a.nno, poi ~ · ·
sta.ncato
·
d o qua Ic Iic
. ' cd ora v1·,,.
......s p,a ssar1 d oso1a, o arntan
JJOCO i1 pa.clre ~ella sorveglia.! ma dci suoi poderi, <lel le sue
ca~c, del!k sue imprese di apr1rnlLta,torc.
ome si diventa ricchi
~e la ri1...:l1u.:w ~ fi,;ll<t d< 1 l<ivoro e <l ' à;p<.rmi:o,
q ucl giuvanc ùonobbc c.,,ser povero, e i~ yostro, che ha
oominciato a 11 ann.i, a portar la secdna <la rn11110\'al<',
l
dovr.cbl.>c ~·s1;t:1rc a.gia to.
J'rr<'hr'· l'ff in auto111oùile!
l'crd1è suo patire è ricco.
Cumc fa a essere ricco suo padre 1
Pcrchè è proprietario di campi, cli case, di aziende.
Li Ra.rnra Uui i campi, le ha fatte lrni l" ra .e I
i\ o. I :rnoi campi li lavorano i contadini. le sue case
le ha,n fabbricate i muratori. Chissà che il YO~ko figli·uo>O
non al>\Ja portato la calce, per far una di queJlle case ?11e
penuctlono a.1 suo fratti/o di latte <li andare j,~ a~:tomobJ.le:
1.1 fat.to di ()SS{;,l' lJFOJirtC[Cll"IO di Wrl"C e <l1 aZJ.ende, gil~
consento cli Jur lai·orar per lui degli a,1t.ri nomini . E~1
~pinLi <lal bisogno, devono vendere a h1i k _lor~ braccia~
nwnt.rc clovono comprare da lui il grano, ill nsv, 1 prodotti
dd1ki tona .
.Ma, per il fatt.o cho cgh è i.l padrone, i prcni ckl loro
l<l\ oro, cho compra, li fa l1ui, coru.e fa q ,,,.,1!!.i rlr,nle dc.rrat'°
c:hc vendo.
E' (lo stcs5o come suc.c.eùe ndlila faccc1ncla clr>i C~Yoli
e <logli aJ,Lri prodotti) egli può coniprnre le b1·acc1a, ""
può anc:he non oompra.1•le.
Hicordatc quante s-cUimane, anzi mc«i addirr~ttura, restò disoccupato l' a.nno scorso il vostro figliuolo manoYa.le?
l cavima.stri non fa.ceva.no più costruire """"'· Ce n'eira
a,bba.s~a.nza o troppe? Tutt'alt.ro ! A S'l.n Martino, era.n
centinai:t cli famiglie che non sapovano rl ·ive trova.re alloggio.
nla i matf'ria.Ji Nano troppo ca.ri, fia mano d'o:pera
<'l'<t. alta i capimastri non n1•t1•nno il loro i11,en'sg1' a costruire, 'e lascianrno k ca•se dii fnire e i muratori disoccupati.
Non
s'ì.~
mai sentito lanlo predica.ro c<'rrnr adesao che
lG --
-
bi.ogna produ11·c. 1,rotl1nc. p1o<lu1 ''-'. 1·0:11,ar<.' ogni p,1
mo d.i terra per rit.r,une (Jèl'<.'a.i, h·gumi, (Li. JHlt...'r m.111gia.rc senza riwrrere a.Jù'c:,tcro. l•.ppurc f ...,, i h· ·i.crianti
~ono senza laYoro e tanti campi ..:o 10 maf. co:tiv,1ll od inco-ti. Perchè 1 l\:wchè <'-"'-"<Ì 11011 <t}iJl.lt' • .t;.ngono .t.l.i 1·ulldttr1tà, ma ai paùl'oni pri,·ati. < S" q.K-;L; non vogliono <:olil,·al'l i pcrchè non ci t. o\·,w10 :a loro <'011\'t ni{lnza. n(ssuno
puù costringe.di.
Così aumenta da un L•f1 ' i di~occupal'..io11<.', dalll'<1,Jtrn
iii J'Ìncaro.
<;t)IJo eno• wi n.) co11f1vnto ù1 W'11li anni f.L <;Ono forti rn
<·onfion!o diQ.c-i11quc an11i sono, 0ppu1·e b.t'll:Lnu appena 1L
\ l\'QI'<'.
Nè illusioni, nè sfiducia
l h{! cosa doLbinmu 0onc:ll ucler.c? Uhc I' organizzazùme,
Ja lolla pur i rn.!-ari, gli s0iop.cri sono tuLLc iJ iJ.w~ioni che
non <·onta.no, JJerd1è i,l pa.<lronc <:i riprernlc con una mano
qtw! d l' l'i ha lhto <:011 l'a,ltra. e e.be J'u11i<:o e Ycro rilllc(bu
s:trii n<'l toglici·e la )HUIJJ"ictit ,ii p<lllrl,ni por <larla a.J:,i.
<'Ol Jc-tfo-it:\?
~o. L'organi:aazion<:', le 'oLk ud c·ampo tl"l lavoro,
<:umc .e c'OOpcrativc. k municipalizzazioni noi campo <le!l
C'Onsumo, sono dorzi utili, che ha.nno lJOil't.a(o dci Yan·
tr..ggi •Hl prnl{'lariato, eh{!. l'hanno c<;erC'ibto a <XJmbatLcrc,
d1c rn· lmnno acc.rcs<:.into !)() forze. Quanclo riescono \'cram -.nk dfiC'a<.·i, gli recano so' l{c, o <> licnt:Bscre. Quando si
JHWo.,a.no inefficaci, ridestano in Uui la <:onvinziono che il
rimcùio clcfmitivo i;.arà 1101'.J.a auo{Ì?ÌO!lt' dc/fa proprict(J.
11 mak sa.rc.bbe, s.e l'operaio ponesse tutiLo le sue sp<.'r11.nz<' o .csatu·i,&sc tutt.c k sue emergi(' i,n questo rurmi Ìt11111erl /rl te, clol bi rcsi.stenza e <lei la, coop·C'l:azi001ie, sc-nza vedere
e mirar{' somprc il fine mr1S8lmn, iii ri1111'cliu pit1 radicale
<' risoluLivo; e:omc sardJb • s , Jl• r gnarJarc solo a quo.sto,
non :si c1tra~sc cli c-oml.i<t.trnr<'. <li dif •nd...·r,.i anl'hci con le
armi ~mrncdiat' eh<.' per 01·a "ODO )Jcr si·hi'i.
L'Organizzazione
11 pa.ùronc (ho <letto) fa lui i pr<'zzi cl1·:k· braccia chL'
ui cld tutto l
L:-na volta, quanclo ciascun la\orntorn iaccni.. <la "-t',
e anda nt a pr-0gare il p.i.dronc ti! da.rgh J,n•oro, c{mt,cnl'Olll}Al'a. Li ìa J1roprio
tantlo;:;i <lc.:J.ia mercede che gli assegna\ a; e se uno chiedeva
1 lira, c'ora 1'a1tro pronto a offrii~: per SO ecntcsimi, <'
z 11o rcri s1 /ace1·an Lu concorrenw fro loro, il p.tdronc era
il solo Q unico arbitro cl<.i J!l"~zzi cl{,_l;t mano ll '<>pcra .
Oggi non pit1. I laYoratori si c.,ono ury1111i::uu , s•i sono mrssi in leva, e con .fo loro lolt<', coi l:oro scioperi, attraver:;o rn{"1·ifioi e pericolò, hann" ottenuto di a.lzarn i sal<L1;·i, cli abb1'<C\ iare gli orari, Lli <lirninurc lo sfruttam~n(o
capita1li~tico, aiutati e guidati in tutto quost..o mo\·iment-0,
d:Ll Pal'tito Sooialista. La, loro azio1•e lii n ~1\tui-11 ha. ~io­
va.to e gio' a.. A un ce1·to punto però and1'css.a incontr~ i-1
muro cld principio cli proprietà. P1·i111a cli tutto i padroni
{'Ompro no •le hract·ia, ma 1:e11dono i prodotti. I ::.a \'Oratori
hanno bi8or;110 di i-e11dere le hrru:cia t' cli comprare i lll'O-
doLti.
.Ecco c.hc i pa.droni si rifanno nd <:am1;0 <ld consumo,
di quel che <l wono mollare n~ rnmpo cJ{'.] lai•uro. E nessun~ mogli.o <li :·o·i donne l'avrà potuto notare; i salari j,n.
tutti questi anm aumentarono (anche i 1rima tlc;lùa guerra),
ma aument<l-\'a anehc il costo della vita. Le iiaghc <l'a<l<'sso
17 - -
t
Mondo ca.ne! bisog·na cn1nbiarlo
Così Llunquo, il ccfra.t.e.Ho di ùatt{')) <lcil yostro figliuolo
Ya illl automobiJe, lll!e.ntr.e il Yostro s'arrampica su per le
lunghe Sll:a<loc cla muratore. con la seccllia in ispalla. Va
fo1 automohik e non 1.avo1ra perchè altri lavora ver lui.
Non v'è in nessun'altra sp<·0ic anima!,e, l'esempio cli
una h<'.s.t.ia e:hc ne costr imga un'alt.m a 1ayo1·:nc p0r s:·. S ·
-
uo tra. !,.; api, fur<{', si puo ,cdorc 1c <1pt,1u1e clic vanno
a Le care il mide i1cr la rc!}t ,,a.
Lhe cosa ingiusta, cho cosa i.nfauw ! Uno fa nicn to o
gocl-.; o ni ben ùi Dio; l'a.ltro faLica, e a st...r1t-0 &i. sti.11 ..i.
6
Ponsat.c. bC1nc, \1.H. domll, e dite se non L'un mondo
brutK. e cattiYo. JJi:soyna camb1adu. l sot.i.ili..,ti ù1c1.mo
cho si dorn cambiarlo e si puù. 1~a,sla chl· i l,noratori, gi<
sfrui~ati, i po\'cri, lo s:t}JP' ano, lo \'Ogliano, i:i umsc.anu e
agiscano: co.sctut.:a, vulonla, /or-", uziullt:.
l preti ~nrnce diwno chè il u10nùo ù l:llLa.lo fatto così
tla Dio che non si può muuu1lo, <.ho si puù l.1e'!1sì. far· tlci
ritocchi, dci mig1lioraurnnti, ma elio ricd1i e }lO\{'ri ci sa.ranno oomprc, e la prop1·idà L sacra, c.~l i11\ 10la..bile.
Voi don.no avete n0Wiunne-11sa 111agg:uranza creJillo ai
preti, e ci credete in gmn par~ anu0ra. Aneli.<! por quc.$tO
il mondo è a.nclato così adagio a miglior.u-::;i.
Ricordatevelo !
..
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sent.i, lloi cam111, o ccn. anùo d1 mantktr-c a vanti aaa meglio la picco~ia azion<la, la LoLLc.;ucaia, il mc.-:;tierc; quelle
che ha.n110 patito daYv0ro tutti i ùo!ori e J<- privazioni malNiali e morali; quollc vossouo <lire cus è stal<t pur luro
la guerra!
E anche oggi lo sa.pote, per l u LLi i danni e lo miserie
che essa, ha Jru;ciato, p0r le solfornnze cl1'-cssa. vi ha imposto;
lo sa.pc-te, iicl t..crribiUc rinoaro doi YÌVC·l'Ì, per 1a diso{;cuii.azionc, por l.a oà;i <logli a.11logg11; lo sa.pe:l.c, per la insufti.ciont.c ponsione che fu ù:aLa al muLilaLo, n 1', l'arnig1iia ù0l
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J.
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La gu<llfl'a è pa.ssat,a; rn:i mi donne ne s.·ntite i cl,umi
e ne porterete p.eir un pezzo i.1 ricordo.
Una parte di voi, spcvia.lmcnt<: lo giornni, son.o a.n<late nd:lc officine cli guerra, hanno avuto paghe insollitarnonte alte, hanno port<tto oarnie<•tt<..' cli <;eta, eal7,e traforate, scarpo a;li11a moda., gi. .%n dak heil tompo con gli operai, con i soldati, con gli ·i111lJflscr1ti. Erano quello che
si vedovano di pii1 per le <;tra cl~·, c:ho da' a.no maggior·
mente nel:'occhio. Però gli sciocconi che giudicano suporfic1:almente i fatti particolari, hanno <letto che la guerra
è stata una cuccagna per le donn<' come per g1i operai.
~la que1ile di voi (e sono le piit numorose) che amavano i loro mariti, i loro fì~li, i loro fra.w~Oi, o provarono
l'a.nsia di saperli tra i più tr{'m!'ndi p0rieoli, o il dolore
cli vederseli tornare ma.lati, fori ti, m uti:1ati. rovinati per
tutta Ila ".ita, o di non vederìi. tornare p'IÌI; qu<>ll-c cho han
dovuto vivere o mantenorc sè e i r><tmbi·ni eol misero sussidio ùoi richiamati; o che han lavorato por glli uomirni as-
1
''
lllOl'W.
\'oi avete rnaleddto la guerra, e la ruale<lirete sempre.
.Ma ·1111dedire non La-;t.a. ~\.nchc la grandine si mu,l-eùi~, e voi, s-c la natura lo vuoUe, se l:l1 101.11·i.no qucLc
brutte nuLi grigie, cariche <li elettricità, la grandine torna.
.Jla,leclirc la guerra non basta; UÌS<.,.gP il I lii ptcf tre che
• <1Ssa si rinncn·i. E por poterla irup-cdire, bisogna prima di
- LttLt<> :;aper(;, come nasce.
Co1n'è veouta la guerra.~
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c.
~\·
I
Dopo la grandina a
1
Qu.a11cl'è cud_uta una grandinata.> quando un uraga.no
ha seh1am.1.ato gli alberi, rovina.ti i raccolti, voi uscite sulhi lJOrta, vi scambiate le vo<:,tre impressioni e i vostri tlamcnti, fafo lo vostrn consid...,razioni, sul come s'è formato,
ùa. <love è venuto. Il prct.e forse è uscito fuori daJla Car
nonic.a, colla stolla e l'asporsorio, a « benedire iù tempo ».
Se la grandine non è caduta, aHà attribuito a sè il mc11to dcl vento che ha portato via le nubi. Se la tempesta
ha fatto sbrage, vi av1à detto cl10 è stato un castigo di
Dio per i vostri peccati.
V 0ri grri avotc creduto, e avete chinato il capo rassegnate, asp.rttan<lo un'altra. grandinata. per tornar.e a liam(}ntairvi, a male.ùirfia, a rasscgna.rvi di nuovo....
--
__..__··-- --- .
·-~
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À ·-•~ ....-C·
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~i.:.-
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21 -·
sa.t.:1 owhr lliL"la prepotente n1lonlÌL rlci Gc n·rni tl'Ausiria
<' cli GC'rrnania.
L'Ita.lia pot<n-a e~scTc, presl-0 o tauli trascinata forse
11.('ll'ingi-a.naggio rlclfa gu<'na, come q~ni alrtro Stato ca-
.\11""" tii LlliL::,Lo t d 101<lu uragan.i dtu 1,t la guo1.a,
dar<: o cNulto ti1 dare ispit•gaziuni diYcr~-l'.
\Ul :;~ntik
e,\; chi dice che b colpa Iu pi..rso11nlrn1 .d e, tnt ..«, d1
l,ugLJimo Ìlll!J'-'.ratorc di Ucnuauia, e Ji Franc.'>Cscu Uiuse1i1,c llllIJ(.:Ltvn• J'.\.u,,tria; ce dii J1cc che fu il rn1iiL.1.1·,• 1110
te Je..co, i g-.'11t:rali c.0.1 l 0 rno u c.hiouo; i iir1'!1 d l·o110 eJH'
fu un 11a6' Jo manda tu lhl l clu pc.1 cl1è ...t g{ aitc a\'•'\ a
}J{ •• t.t•; ,a r• ig. ne; ~ ppu1~ 'i Ja.nno n.<l inl.c-n<lcrc che
::;onostati i ;oualisti .., ,·u\·rla: B1"'301la.{ e l'odn.•·1..a, :\lu-<
w'ini ....
A.tri '~dicono che la guerra Uhanno \ulula i signon
per fa.r morire i }lO\'cro., che r.vunmo trop1,c tirett~ e mm
cr.wlo mai co·ntc.nti; o chi.· l'lia:nno prcpM"J.LL gli indu
. 1·
.
•
.
,,;tna 1, i pe,sc1c,,1u, per a\('l' modo tli ,-...•nd 1« i loro procI-:t: al Gvhrno, e ·•ar quattrini. Oppure J•;conu C'h'-'
C'-0lpa ÙC"Ela gueira è d1:i .'1Ii1wllri, Jcl Uovc.rno, <li Salandra e di Sonnino, e dci partiti e dq;Hi uom111i che. 111 so~·L nl'\·anu; e giit giù, in ogni 0ittì1. in ogni pacs.c, ,-j segnano a d{to quei grnppi, queJ1c persone c;ho hanno gridato l'il.'a la uuu ra.', come ::;e l'<W'"'6SCl'<J }Jloprio fatta na~C(1l'C loro.
.Noi non d.oìihia.mo c.ertamc.nto 1.hvluuert anche la. ref>1ion.,a.bi:ità degli uomini, sia.no essi (,u~'icl no ùi G<'rmani<L o Bi:;solati o ~\Iussolini (che n-0n sono più app:utenent.i
Partito Sooai[ista, uno ùal 1912, al kmpo <le :a
~~iliia, l'::-~tro cl.ti 1D14, e so ne sUux-arono ap1iunto por<:l1~
!M ore\0.1 d 'a gue,.raJ, siano e%i i signori e gli affar c-t •
che ne-1!.a guena Ycdevano un modo di far 1 !uro in tcressi
poli1~i~i e finanziari. !\Ia non i: la >ol0ntà di persone 0 ùi
a::
parl1ti clic potrebbe basta.re a prfparare eventi così grandi
e tc.rribili. E' Yero im<.r rhc qui',l«t volontà llllÒ avere
una pa1 te not{>volc nel deler111inr11•!1.
Per esempio, la guona eur:>pca cov1wa <la ann~ e
anni per pr?fondc ragioni economiche ohe v.c<l.remo poi;
ma lo saOJ!JJIO <lel:Ja guerra europea fu <:cnza dubbio cau-
pita.l i!'llieo; ma l'i11fu1•r'nfo rkl maggio 1915, in quel rno\lll'nto e in quelle forrn<', fu tki<'rrninalo dafl Governo ,;·
:~ala11clra. JH'r mi~J\' <' lias~c 1agioni di poli\ ic·a int.crna., e
d'allf' <·owr011tli inlel'\'<'ll(isi<' e ma;soni«hc che fecero l~ fa·
n;o&~ (,'iornulr' di J["!f{Jio, o per faU"a1.if:mn, o per orlio
C'Olìif l'O di noi, o per dc.nal'O ricc\'n1o rla.11.a Francia, cho
a.\{'va ini<'rcssc a farci cnt.rn·l •' in [ u :r1·a.
:i: grnndi a\Tenim••nti nmani d." f•ki:hncnl.· hanno 1•110
C'~1.g1on" s1,>1:n. G<C1rnrahrn·nte JH' hanno parecchie; e a noi
.spet,ta, Cl)ll Ja ragion.} C tr>11 ]'{">ili)!(', cli YC'!k1·lc fuft<'
nuanl.:> .. <' <li gradua.rnc l'importanza,, col10canclo ciascuna
a,\ suo pO!<fO i' al mo JiyonJo.
Ca use icleali e cause econoniirhe
V<?i a\ l.'CiÌ>l' sentito parlai'(', (' Jc. pili \Cccli>'.>(' fra YOi SC
1w ricordC'Ì'unno l·crlo. delk gu0Nc Jier l'indipendenza. dclii ' ll~1 .l.ia .
In Tl,ali:v coma.n.clrn-aJ10 i Dorborn.i, gli Austri.ari, e Ga
1il1alcli e Vit.tor~o Emal)'lncle comhatlorono per mandarli
via .. L'Ha.1ia çr,sì fu restitui'tn riuMi inl<>ramcnte a.gli ilalra.ni .
Naut.111«'.lmente, rhi <>ra ri •·eo rirna.neYa. nrco, rhi era
povf'l'O r0sU1ini JJovcro. Qti-~"la. era una giwna JH'l' la li
lie rh 11,,:io11".~1~: non Yo!c, a nè.• po~c\"a <'~$C'l'<' una gv•""
per la lihrrtà r:Mcirdt>.
(~ncsta è nrn.' gn"rra d H' tocC'a. a.i laYoralori. organizza(,, come c'ngNe, Cli farla c. <li 'incc.rla..
In qncJ la g nrrr;1 per la Indi pcndrnzn nazio0n1{ <' 1·:1
maS<'1'0 tagliate fuo"t·i dnr e it.ti\ ita1 ia.n<'. Trnnto <' Tri<'c;lc.
11 C!on•rno Tt.a"Iiano, im('t'< i che ronlinuar<' a lottare per
averi<> anch"e:.;~':\ frc" a.lloanza p1·eci~amente con l'Austria
c:h(' le aveYa t•enrntr 11·Cl' sè.>, i con la G<"rma.nia, perchè esso
sentiva 1ntcrc~:sc acl, unirsi •con qnrl1le due nazioni con'!.Nvat.r ici e rcazionari.ie, rloYc ~Hora romandavano i c;ignori.
-22 Dunqur 1a n.gir ''C P'>:itiva <lo•' ."l. dii\ ·m dci p11,·1 ·''"!
~,.a pi tt fo1tc dd !a ragion~' 1rn.zionak.
Per ascr Tr<:'nto c Tri• 1~-. •'-' dut.' c•tt;i <.'h('! 11nn
e.rano st<1t€' rcde11/1, s!'g-uitarono a<l agitarsi inn·c~ i partJ ti rqrn bul ieani c demot ra ti4-'1, <' i! loro moviroont-0 si
Jc-:la t•Ja,,se ricca.
ch~amò
ir/'{de11ti.,mo.
.' .
"\nche la. Francia. nf'l 1"70. clopo un:i. krrihilc gu<:>rra
<'On la Gc1111.'t.nia. avo('v:t. do\ nto lac;,.Ì1Lrlc clnc pr<n iuc i<'.
J',\Jgazia <' b T.or<-na. e :tV<'\"l <-'1'iato g,.mpr(} nel <'U(}-:.c ;u
p<:>nsiero <lolla ririncitu, "' il clccsiJerio arl1P11:<' ili ricnnrrar'<>.
Così. qua.ndo la GC''Wania e l'Au:>tria nel 191·1 <lichia.rarono la guerra. la Frn.n<'ia non 1lnrè1 fat.iea a trcy, N' :
motivo 8r11li111e1tfale clc:,1a H'<t g-uNra: riawr<' lt du" pnovincie frnnrr.~i r·nr> > ers.no si'Ltc strappat.<> cla.l1a O<:>nnanin
nl."l 1870. E quando i.I Cfovcrno cl Jt,tlia voi~ .... iutHvonir<:>
nru' 1n gu<"rra, nd HH5. ,~·i fu fa,.il" dare un motivo di
giustizia al suo intfi>n·f'nto: .1 eompim<:>nto ckll<' a :-iira
zioni nar.ionalli.
.'.\la, a gurrra finit..'l, Yoi vr<lC't" la Francia. proknfrncl<"lr<>o rl.iJla G1'rmania C{'r!i tcnitnri ni<'nk affnttn frn11f'f'-~1, ma d1wc Yi{'rn'r::a \"i sono clr''> mini•'l'<' o :tllrr .fo"l.t.i
cli I.uno; ·;{•tle.f<' l'ItaJlia richi<>1kr<' !<'nitori <'h<' il wcehio
'ln·iv]en ti orno Ycramrn ti' ~ ·n t~m1:'n t <·l<' cl i T r<"n [Il " 'I' ri"~i<'
non s'<"1·n, mai sn3nato <li clom;inclnr<l: krritcYri che rnp1n·c."Cnta.no intere.~xi f'cr11inmiri, porti m. 1"it.Limi. m<'n:a'i
cornmf!roia.li.
Dunqu<' la ra.'4"i{lne pa.triotti<':t è k wrnÌP<'. il rwnnacchio a hei co1 ori. ma di mtto sta la ragione degl~ interesf1i;
(' quc-tr è· :'1. C':ll!<;a :-irofùnda. r1 <'k glll'J'l"('.
La ; 'lln "'1 a P:o~' a. <11.P Rf'"11i riò in kHa. e in m:i..rl" e.i rc:i
dieci n1ilirmi di 1orn·ti, f11 ,1 dll{•llo <li tlu" w·:rn<li Sta.ti
capitali"loic; - Gcim<t,.ia <' Ir ~hiltel'ra
eh<:> si di~pn
tam.no il ckminio <le.! monrlo.
Jnt<J.rno a qu<'sti dn<> colos~'.i., a qucst.i :df" .. ; prrincipali
rkl rlramma. >.i riunirono da nna parlc f! r\a:ln'nltra, gli
-
23
!:)tali minori, che entrarono in gu<'rra ciascuno l)Cr le
proprw aspirazi{)ni na.ziona.li ccl cconomich<:>.
Ognuno cli essi ebbo una ragione o 1m prnksto pe.r
giustilinn.i ,a sua entrata in gue.rra, per <lire ~he la sua
<'l'n una guerra gflnta, e che quella dcWan·crsa.no .:ra una
guol'r<t di pn:puknza e cli uarharie.
.
.
l C:oYcrni e i giornali dd\'fnte.~ti (Francia, Ingh1l~
forra, J f :dia, BcJ1gio, Rumcnia) cen·arono cli pcrsuador~ i
p i·opri risprltivi popoli e i~ JUOllClo_, ~·hc _i.a _colpa. do ·~a
gucna N<l. tutta o so.lo d-cgh h111wri ( ('i1lHil1 (Gc1_mam~
e i\us\.1•.a) e che anche 1a barba.rie e j';,,r . .~( .. n<'t modi
di l'ar la gu<'rra era. da quella park; che gli scopi. <li prepoL. nza. di i111periolis1110 - cioi· l~i volontit di "~rnq_ni~tarc
t'l'l'J't!orii 11011 su0:i, di <"0111r11{(lorc in com dcyl1 altn pc~·
ragioni <l'int•Prns-·e e <li guaclagno - ~rano tut.0 e soli
cl,ilìa p<'..rtc d<l'~ tcdeschi, che l'Intosa _al <·on_t.rnno _ anxa
dovuto .~11/Jire la guorra per difondors .. per impcdire che
il m1'tarirn10 german:co diYcntassc paclrone in tutto il
mondo· c non si pro11oncYa altri soopi che fia Giu.sti·àa,
la l1ù;r/1ì, la Hy11r1gli1111:a fra tut.ti i popo1i.
Come si inontano gli anhni
Por tra«einarc na g<'ntc alla guerra, per fa,r sì che
ki aec<'Lti YoknliNi. i GoYcrni e la st;nnpa comprata dai
C:on,rni aclo1wrano i mezzi pii1 ahi.li e astut.i.
.
Yoi por cscm1)io aye\{' saputo nl'i primi anm della. gnc-rra, chr la Germania. nt-L!'agosto del lOH. ap]lcna
apcl'tl" Ile ostilità, per innHle<re la Francia passò at.t1'·~­
wr'>O il B<>ol,..;o il qua.li(' come Stato neutra.le, aycva c:I1ri tlo di non"c~~r.c tocr.'l t'o; e a nctc lotto o !:"{'ntito ebc iYi
l'<><>er0ito tedesco commise ~gni sorta di a.l.rocità, ammazzò
<•itt<iclini, cli-;Lru">C chi.~sc. ,-·olentò d<>lle donne, e tag1iò
Ile mani a dc.i b:i.mbini.
Purt ro >J>O molf:.c rli q11<:>Rl<' rose saranno stati' ve.re, m·'
· 1 t.
altro furono esagerate; e il fatto cki hamVni nrn t i.a i ,
prr cf.irnc uno, r\1 ripetuto molto nei primi tempi d~'·L-i.
-
:_4 -·
-25-
guerra. s r' ì a <'onm1u0,·C'r" ~inC"'r:uncnLr una qua 1' ., ;l 1 1
gent~. di n?·nini e. di. donne, Yalsc :i far oonLre simrati i
]Wl' 11 BC'1go e qmnd1 amhc J>N' la I nt-.-v;a., l'Ul aec l"('S('('l'tl
l'otlio per la G<'rmania: o po:i \'Ì,l via ~ oontì ripok.r
sem )l'C mon:i. C' acks,o 11<'8ouno Il<' rarla piì1. Fc·r<;r non fu
'''!'{) affa.t'o: forse YÌ fu qll:ù'dH• c.tsn <t'(f'Ziona.'<.', i< t'<>
di ma.1\·n.goi,à e cLnfamia: m<t i primi Lc:>n1pi "<' ne parl.n·a
conte di co a nsna.k. e si cl <'C\'H <ùndw eh<' fosh<' un 111 , t~do .. un pr(}gr:umn~ mcdt!a'n cl.ti ('omanclo k<ksco, J'C'l'
l_ar s~ eh'. d_n-c-~tati grandi, qu<'i bambini non poi<.' ·prn
far.) i s >Id t' 1 e 1mp,u:~na.rP lr ;wmi !
Q•ie!'t to<e og~: hisog')a pur dir\', nnn P"T <lim:nna'-'
Ua colpa _e h \'{'l'~ogna. dd milit.ari-;mo t<'d<'S<'O, elw .... SNl~
110 rnu:rl10 org:tnizzato <' •"lucato J'!"l' I:> ;:.,ucr 1-.i. e pr .. '-l
stra"'r. arà otato pii.i frr,<'~ < b•<;tid di ozni altro: ma
!>"r d1mo~tra1'(' con d1e tra. po1<' ~cnt;rnrnt.<i'i 1 G°'·' rn:
1 g11)'
na11· r.rf>rg-ht•si s.1nno f, r,, ' r1. n·11' 10 ,....,, io ",·a <a {>'r O. I a
I "/
11•rJJt 1frr/(Jnf' ddlr a11:111r ill"'C"1U(' e f"<tl tl<' .
. _('hi_ può rlir~ q1wntC' Cf'niinan·a di rn·~,liai, di c'1• 1
ehm .. d1 <lonn<>. 111 EuMpa <'d i"l t·1tto il lll'lnch, hr".ir
tratti a approv'l,.,.
.., , per fJll<' ]'1 a f a• ·
.
. • 'a i:.n"~r·' 1 rl..,,11'In•~
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c~nda cle1 hamL .111 h 'ni
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!l(';.~ana rr"t0Sa HllJ?{"l iali·ti ';l dOIJ;i Germania :n r<>libe a' i1 l0 t.an La. f orrn _àt s11 rrgMtion.• 0 cli commo1,ion<:' c-om" .
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E se non fo- ... "iah ''<''O ni"nl<?
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0
I~é disillusioni
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l'Ebbene>-: , <'()tnc
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JU·lll >!Ili >11g1 rla k Hl 1111
1g iate,
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mpo ~ g1 él.\'\"<'•11. f
m~n~· ai.d~nod P"!1Sa.re e Iiflf>tter~ mi1.diai..a. e mi~ioni 1'i ;1"·
m1n1 e. 1 oone ' 8 ...v non ·inno
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~ n f' nt.lime rii 111···1t~O"{)
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... ,
i urI upinatura.
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La guc1'ra è fi.nita: il mil~li.trismo e l 1mpcria.lismo tcsono abh:ittut.i ... La pace si st.a fa(;cm1J.
Dov'è J:a (,'i,1.sti::ia, la J,i/J('rlù elci Jiopoli, l'J,,'g11agl1.an.
::o clrn st era promessa,
da,!l Intesa 7
d('.SCO
"
}
.:-\on so.Ita.n Lo i ,1:11 ti
Germa '1W1 l'd Austi'Ùt
sono
rnaleontcnti o 1n·ot.esta.no pN' Ila pac:c che fu loro imposta
dai \ incitori, per i tenitori che furono loro tolti, per le
riochczhc, per lo miniere, peo.· J~ co.Jonio che Fnrncia e Ingh1' tr-.rra ~i a.ppropriarono, esse cn·c gi11 r1n <tllO cli 1wn a vc.i·-0 S<.:opi ùi conquista o d'imper\ali ·111 >; rra fra gli i:;te;i;si
Stati vinct:lori, i più pic:coli, piì.t tlrboli, come la Humemia,
cQrnr ·1 ]~dlgio. come l'!tu.'i11, sono m,t! :::.>.ldi:;E<t'li e si dolgoro per il ca.ttiYo ed i,ngr,usto tr"L't:~mcntn che fu 1010
fa I lo dai cari aJkati 1J,i it forti.
L'impe1·iafo;mo, dunque, è passato ùag1'Impcri kcl'e·
schi aEr'i Stali d<"ll'lnksa, <' si man1ifcsla. entro In a.'lean:;11 1>/c.P1, a profitto dei pii1 forti e a SIWSP dci piii clf'hrlli?
La \erità [• che la voglia cli comundorr in cagci deali
o!tri, di prenùersi la tena che non è sua, è in tutti gl.i
8tati capitalistici, r nel sii.stoma. capita.:istiico, è nel mondo in cui oggi viviamo!
Come il pa1lrone si 11rende il frutto del lrtvoro dell'opel'llio, così no Stato piì1 forte cerca prcndersii tc.rre e piro~
dot.t.i che non wno suoi.
l'omc k due rivcndugliolic di pia~7.la bairuffa.no per
portn..rsi via il cli~nt.e, l'uno con l'altro così ~1i Sta.ti vengono a gu<'rra.
Come nll contadino si hLiga co\l suo 'ic:ino
a srhioppdtatc, a pugni, o con una lite avn.nti a.1 Tribuni.tlc }H\I' una striscia di krra, per un a1lb<>ro, per un fosso, per
una qu('stionc cli éonfme, co:;Ì gli Stati fan.no le loco li~
<'normi che s:i chiamano guerre.
V e i ste~"-<', cl onne, ~n ca~a vostra, fra <:'ognatc, fra, su oc ra e nuora. fato le voshe guerre 11er 1:1 dominio, per ìn
gara tli vol'l('r rom"ndnre di pi1ì!
E' il sistema indi\idua]•stico della pro11rietrì della. con1
rorrr11 :o, i· la secolare consuet u chine clf'il' orgogllio, die: 1la
prepotenza., dcH'odiio, quc.l•lo chr partorisce Ile g'.lOl'l'<'}, :"H-Ì·
aie case ,e, negli Sta.ti, fra i bobtcgé\Ji e fra Ji(} nazioni.
lhsog11n cambiare questo mondo, bisogna miuiiorare
noi stessi!
- '"27
- - 26 -
Il protezìonis1uo
La 1n·ocluzionc scnZil òr<linc
Yo: ùiretc: -- :J[a pncht• dc\c snccecl01x- qncslo ! Si
donebbc produrre s~·oncki i 11;sogni d<>Jla w11k g nr.1 lh~­
coosità di litiga,ric per trova.n• chi compra. I 1110 lotli dei
,-a.ri pa.·1;:Ji, dovrcbhL•r10 cS5i)J'I:} s1·11111ù111/ i frat<.>1"11amt~ntc
tra i Yari popo1'. L'Am~1·ica l1a molto grano, noi ahbiamo dcl.la set~t e d<.>l.'<t ea.r,<tp,1: s.:arn'>ia1110{ :i. La, Rm,,,i·1
<là. aJ:'Africa il petrolio, l' \frica rhLl'à alfia Hussia i c·olonia!li. i prodotti <lei olimi caJdi. Di ogni cosa 1lon""ebb<>
osse-rc.-nc St'rondo il consumo.
Gia. Questo avwrrcbue. ~1· comn...YJ.clnc;to Yoi, eol \O::lro
hnon SP.ni>o _; o noi rn ~'llli 0 t;. col nostr0 progr•amm'L.
)I 'l inn>.er, pM' 01-.1 Cf mantl:t il e1pihli<:1110; v.~ 1 e a
clirc che Ja terra c i mezzi cE procluzio <'. <' h fa<'oltù. di
rrgo'1.r·a, 11011 çono in mano rd"1 nJcietà, - '1 C'C,11: ·lf.iviLh
mtcra. perchè adopC!·i n goH•rni quc>ti m •u: secondo i
nostri bisogni e per il proprio ùe-n" comunC"; nnn sono in
mano di una clus.~P, cli un gruppo di citt.• 1CJi11i. 0hc ne llsa1110 per i prop1ii intNcssi, e non p< r vanta.ggio so.~ia.!<'.
P rX'ncliamo un csrmpio.
Un paese ha del feno. Sorii;ono glii st.ihilimonli. Bi~ogna l<n-ora re il ferro, fal hriC'~u·e i p 1·oclot ti cl i fono.
Chi ci mette una regola, una cli~ciplina 1 Xcssuno. I capiu,hsti clP<1 1'industria dcl ferro producono, prrche in- qu<'l
momento la. ma•.cr.ia prima cost:L poco, <.' In mano rl'op<'ra è
éLbbonclantc. A Ten<l< re i protloLti ci si pcmerà.
Così nasç'l la concorrenza. 1wr MP.locarl" la m0rcc. Il
moùo rn i,gl :ore, voi di te, SéLl'C"bl)-0 q nC"1lo cl i far proclot.ti
più huoni, e a mig:ior prL,zzo. Così ne aV\'antC"gcrebhero
l
Eoco 1111 (;.s<llltpio a.nchc di questo. L' HaJia. lil'OdtH'e\·a
grano (parli<ùlllO cli anni fa), non in misura snfiicicnl() a,l
consumo. Ne \'cniY<1 perciò <laiLl'Am1'rica, <~ si a\'rebuc potuto avei , a quci kmpi, suppm1~arno, ~• 20 li1·c il quinl<1k. nla, Ì lll oclultori itaJia,JlÌ avrcÌJ]){;.J'O clon1(0 YO'nclero
a 20 ·li rn anche lom. Per po~crfo '1.:ndcrc a :io, fac.cYano
lll<'H..crc 10 lire di doziu .ml r;ra110 e l{'.ro. e così i con.,umnto1·i pa.garnno il pane p:ù caro, ma, gli inkrcssi naziona1i <'rn.no tutn.Jati eon qt• hto si,kma <'1-iC' si chi.rnn Jl1otr·"
Zl(}/llS/1/0.
Ka.turah1wntc. i car;it<dist.i, quan<lo of('(,nO interessi
intandono dire i loro intere si. E non !1anno
torto; lJC'l'ehè <\·;si, purtroppo, sono la nazio1n(', fmo a tM1lo eh-0 eomanclano e impongono Ua. loro volontà. a. quctni
<·hr lavorano. che producono, che soffrono.
11fl;;1011oli,
***
Quando qurstc forme cli ronc·orrC'nz;t pacifica fra 1
produttori elci Yari J1a-t'si, a. eo~1pi di nur1sso o d1 tariffe
rlourmrrli, non basta.no pii1 scop1>ia. la guena. I grandi
SL:tt,i qM·oclnttori hanno Bisogno cli ronqui .tarsi elci mercati, <low \"ClH.J.ern i loro prorlotli; <l"Uc colonie, dovo
r"n1porli; clf'J1.k YasLc regioni, clo\·c a \'<'l'C il nHn1opolio d, ilJa c~portar-ione.
<!uando la guerra è
SCO]ll)iata
cons11moton.
Si, ma bisoe-nN'ehbc. òe, nei Yari pacsi, (·omancla.sscro
q 11esti; inWU' comandano i 71rod ut fori. E a.J.J.ora questi,
ver tener tesita a/I.la conco1•rcnu~ d0.i procloi(i cs.tcri, fanno
metter<' forti rlozi rlor;onrrli.
Ed a1Llora si p1·ooclono le anni; e natnra,lmcnte i gior11a.ll st.i, i 1<etforati, gli scrittori, allcuni in bnona focle, alt.ri pagiati, comincia.no, in ciascuna. nazione, a far la propaganda per ila guerra non già di,c.on<lonie <" mosh•anclonc
li(', Ycre ragioni, ma prcscnibandola nel suo aspc<Lto piì1
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simpatico: guerra per la LibErtÌL <' p<.'r il nirr·~lto. guerra.
ultima, chC" faril lìnin· tntt• 1" r1n·•·<'
I IHoclutl1>ri tli armi. munizioni, (' a.ltd prodo~tl ne-.
Ol'ssari alla gu<'>rra. soffrano 'otto. I I anno i loro giornali
(in I~al.ia, (• 11de" .Ya;Ìo/1alf, i1 l'nwilo 1: ' f :so1.ini);
e si i.• sco1w1·to a.nr·h0 che i .•irlrr111·r1ici (prorl11lt.<>n di mctalLi) t cdr.~chi, pagavano dci giornr1i n.1ziona\i..,ti frr111ccsi, 11orchr soffì.as.s.cro nr1 fuoco e fac;.'.~sero li n ra r 1a
guerra di pitl.
La gcnt.c b<-Yc grosso. si lascia montar 11 tost:i.. 1:'altra parte. in ogni pa0.sc, la guenn, una \'0 1 ta sc-0111>1ata.
diventa. in c.{'rto modo, r111crm di di/p·a, e non ~i cli"-cntc pi ll.
Birngna uscirnc nd modo m<'no p<.'ggior('.
Poi la gloria. ll'orgoglio ; C'omihti ,.. ...,,;,.,,..;.,:no :i. orga,nizzarc le onoranze ai mo'l"\i. allc fomigli<' dei <'aduti.
distribui<;cono medaglie, si fanno commemorazioni; si esa.ltano i .~entimenti, si fa ili l,ntlo per imw·clir" <hc <i
rr1g1n111.
Così }a guerra scop]lia e Ya arnnli. e cl11ra deg1i al'1ni
e i popoli si dilania.no<.' si slrn°ziano e si rovinano ...
Epnure, ciogrunn nr'l s11n por~r, <"110 cosn po•k\·a farC\
pc.r impedire o p<'r far cessn.i·c la gnena 7
I socialistii itn.fani h'lnno fatto rli 111llo n<"r impNlin
che si ontrass~ ne.l conflitto; nnn, Yoliln, ontrabi.Yi l'Italia,
hanno continuato 1a loro oppo-~izi.on-c, lq ~oro critica.
hanno sempre votato cnntro. ol!fl ('"mr,ro, hanno cercato
<li affrettare la pace, <li indunc il GO\crno ad accoglliero
ogni onesta possibilità <li aeconlo. hanno laYoralo n, riallacciare i rapporti coi socialisti 0 i prolcl:lri ,,. altr'i pac;i.
Io ho sentito durante la guerra c11~110 donne dir0: ~la.
pcrohi· i socia1isti non dioono ai soldati cli Ycnr:r Yia e di
p1ant.a1·c in asso i ge-n<"rali?
)la ne ho sentite art re ossrirva•r<': E quegli olt ri, cosa
faranno? Sf' gi fn.~.~e f/lfli rl'orrnrdo! . ..
-29-
'
~
L'Internazionale
'
&·
t
,I
Ed ceco lct grn.n parola, thc il semplice senso comune
sugg1~risc0, e ehc luttaYia rapprP.JSCnta la forma p iù alta
o piì1 difficile di organizzazione e di azione. Biso·gna esser
tutti <l'rrc('(Jrdo, di qua e di là da.Uc ,\11 ; ,1; qua() a~, lit
tl<L2,11 i Oe.c•·ini, pc r 11011 far 11i1ì f}l(Ure, l>C.l' impcùi.rle prirna c-lw SCOPJJÌ!lO.
I laYoral<Jl'i, i ro\ci·i dia\o,n', k (lonnc, Ile madri, e.be
dcli a. guerra soffrono tutti i pesi, dcYono mettersi insienie, in !ul'o il•mLnÙo pr1· far r1111"'rro 111l11 yuerro.
(Juc:»to a.ccordo dei ilarnratori tfi tutte le nazioni, si
C'hiama l I 11trr11o:io11<r1e.
Già <la paroc-.:hi anni i s11•·irdisli awvano organizzato
qu(.slo accordo, ma C'i-SO ~ra troppo gioYine e debo1-e an.cora ne.J l !)J 1, IH•rcl1ì· potess,• funz· on a.re. V ~i coanpr.endete
come sia torrihi.lm0nte diffi~]<> procetkrc insieme, contempnra.n.ramr.ntc, in tma facuncla, sirni 1•'. N0%uno vuol css01·c il primo; oi.as(.'11110 gua.rcla, prima dli agi.re, eh-O cosa
fa rit !'alt rn.
1 n q HC'st' occa"-ionc, per csr m11io, i sooialis1ti fod,c:;chi
(t..olla. urnt picco.la minoranza) subirono la. volontà dd loro
Governo, p-0rsuasi forse, ehc anche l'!C la loro g'lWITa fosoo
ur11i gucr1 <L di di.fesa clal:la Russia. e che occo1rrcssc attacca.rr· per i primi, JlCr non cs.<;crc schiaLcinLi. I socia1ic;L.
<leiL Belgio. invasii fulmineamente d.'lilil~• Germani.a, Nano
mefisi in co.ndizione d:i non potc)r agir.e. I so, iallisti clel '1
Fra.ne· i.a.. ben tosto invasa anch'CS"a tbh ·e,·c1·ci to tedesco,
si unirono a tutti gli altri partiti i~n la difcs<l d.cl 101·0
paese. Il nostro g.ran<l.c com.pa.g;.no Ja.ur(s, che anc1>hr·
tc,nta.lo i supremi sforzi per ric-ompoa.c l'Int.ernaziona1e e
per impedire la guerra. cadde as~a.ssina(.o da un na?.ionalista proprio ili l.o <li a.3ost') dd 1011. il ~io;·no in rni
scoppia.va il conflitto.
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.E i preti cosa
fecero~
Così l'at<:orùo ù1ter11u:111nalc non si ìormù, c i prdi
(rni don11e li anete sentiti) ci hanno spr~so 1·i111prornrati
e cl..:1·i~i per questo.
.
_jla, e la luru lntcrnazion<tlc, ehc <:onta. ':W l'.~eo~t d1
, it.a, e che li.a semp1~· pt'NLcato la lHW · l' l'amorl' o•·i"1tinno,
dov"i.• finita,., e1w suc·c·('s.-;o ha a\Uto 1
Eu <-'"'"'i, C'he <lovrcJibu·o ('"S<'rc enntro la t,lH.'rrn. e per
Un frafr!lanza di tutti ""1 i uomini. che <'O&l hanno fa tlo !
L loro Paùrc SPmeria- <'l"<l
mprc au:,wito al l'oman<lt>
:5uprcmo. e non ùi-,51.· mai I ul:a nq>puro c1mrn<lo Cadon1_ L
facc,·a ~ucilarc e clecimar(' i nostri soldati. I ~-0ro llei.n1tat.!,
rome ~fr·h·. c·omc Xarn, t1:,ent~1rono hlini<>.tri e p:nt<X'1pairon0 ru Go\'<'l'llO <h' hc< comlotto la guerra. }folle campa,gne, i l>""•'ti far·cva.no i ncutrali<>t.i, e <liccYano ma1lo
<lelil~i gu.c; ra; ma in eittà l'S'>l l.encvano i d.~~ H·~i patriottici, o sa'utavano i sohlat1 eh~ pa.rtfra.no.
E ~. pÌÌI lJe.1'.o r c·ht i lll'Cli <J'Ita,'.i<L hu1wrliva.no k al'
mi ù •., no.:;lri cont10 gli iwstriaci, e i pn•ti cL'\.uslria J,
n{'lJi,·an0 l.e anni <lei nostri nemiei, <:Jntrn \'pcercito il<l1iano. E eosì aiutaYa.no i popoJ,i, fig~.i lutt.i di un med •
~:mo f)io, ~ fratelli in Cristo, a S<.:annarsi vic<•n<lr\•olmcnLc.
I1npediamo nuove guerre !
(
31
\[t.nti a llltLi, ui1;03na umrsi i 1torno alla b,u1clÌf!'a <ll'l·
1 I 11ta11<1Z1U1irilt., peirohè questv accordo :ìi formi, pen·hè
1
.11 c,gni Stato, i socia. isti, i Ila' oratori, acq ui.s.tt.no un,i.
La·le forza 7wlif1c11 da imporre a.i Governi J,1 propria \"O
lonlh
ì
Pl'cparhuno il n1ondo nuovo
il Socialis1no !
l\la \ 1 e uu 'a.llra rna.n1ma, pi11 1r..<licalc e !Jii1 si<;ur<l
di ca1HcUarn per ~empi-e I.a gucna <la] n1'111<lo: lrasfu111w
1r' il i;isle11111 <'Co11ul//Ìco; ablJattere i' Ca.pit'lllismo; instaurnr-0 ~l Sociali;;mo.
La. gu01rn (l'ahuiam<i 1isfo) <~il lH'Otlot.to <li 1111 :;;".<'lll<l di un mondo dci\'<! non c'ì.· urdi11r: , tli:J«i11lu111, ma
<lori• una l'/(l.~se tirne in mano la prop1 ~c,Là, ehc dovrebb'r<)Scrn <li tutti; proù1we l(' merci a suo cap. "ccio, a,nzichi~ oer·o11do i uùouni sociali, e poi liliga con le cficx.,i
rlo11u111111ti dçgli altri parsi 1icr col!oeadc <' trarne gua·
clagno.
Oggi <''i.• il diw1 clint nc.~.Ja prodm:ion{', la, conc,orren:o,
l'orlio, Ila u11e1ra.
Bisogna sostituirvi L'ord i11e <! la (! isci11l i11a soci alc. S t
<lcwc la \"Ora re o pro cl urre non lJ<:l' gli ii• krcs.si di pochi,
ma per la. co.Ueitt.irità.
E' questa stessa che dere rcgola.r<! la p1-.oduzionc, no11
Jasc•ia.1ila a.I cavricci-0 di una 111ino·l'<t.nza, d1c è pa<lrnna rli
farci pagar cal'i i prodotti o magari di 1>1'Ìrnrcenc, cli
:-S(' "Internazionale ù.ci larnr.1tori cli tut.to il mon<lo,
i quali non si odiano o non ha.nno ra.g.ione cli odia.r.si,
non poti.· imp~rflire questa krribilf' guerra, essa deve valer{' almeno a impedire <·h~> S(' IH' facC"iano tli nuo\e.
13i~o~na aiutare i .socialiisti a .stringc·rr le fi la di qurst1. ;:i-rand<' ,r.,,·,,( iefrr d'(ls.~Ìt·11rozio11r' con tro la gu.crra . Tu ttii
c·c. loro ehc rnff10no, r·he fa.titano, ohe han s.rnt.ito lo s1.razi 0
e i<' mù•,ri.! della gn<'rra, 'a i donnl' in prima, linf'a, da-
rnnclnrci a.Ha ca.r.estlia o alla guerra, al' a fame o alla.
morte.
B.isogna sostituire a.l:la. concorre11:u, la. sul i da rù liì .
G11i uomini e i pop-0li <le\ ono aiutarsi e s ·ambiarsi s.cr\~1gi, laroro, proclotti, per raggiungcro ll'1a maggiore comune fe licità. Bi~ogna sostituirr :i.1l'o<lio, ]'11111ore, al!a
guN 1·a , la pace.
Ba ;t;i di tormc.nlarl'i, di affam:i.rl'i, cìi scannarc·i .
Un uomo non ùeH più fa.r J,ivorar 1wr \ un a1tr\rn-
mo, un popolo non <li)\ e ;1 i1 soLtom<'ttrrc un' r:' tro popolo
1'ulti cle\·ono ('s.'òfl"O lc"lJ(·ri, tutti <le\ono e~ :rro a1111u.
Ogni uomo, ogni popolo, tlern lui•orarc, o vrodurre...
1
•
Uno per tutti, tutt.i per uno.
X on piu o:io, non piit odio. f,u i•uru , /' ,, , '
G'uerm rtl l'l'.!Jl10 de/lfl yuena.1
Jlorte al rrr;no della morte!
Qn('sto. o donn·', Yogl;Yno i s,ci:disti, quC"',(O han &.m·
pio pr"'llicato. Se purtr<'ppo n•in lit>n riu ~cili ant'.O·r:t 1t far
\';ilorc questi. prin ·ipi.i, è pt rchò mol 1 ti, che ll\ 1dJ\wro tlo·
Yuto aJrnt.arl1i e srguil'li, li ostc'.\g"Ì<l\a•no, o li 1\f"~id H'.IO,
o li guar<lrr,va.no far<', intlifferv:1ti; i.· :)('1' ·hè \OÌ. clonn<>.
anthwat0 <li.eLro a1 in-ct'~ (' ali<' SUI.' iiùl.J~.
Donne, Yonite con noi!
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