Un Modello Universitario di Job Placement innovativo: offerta formativa, tirocinio curriculare ed extracurriculare e mondo del lavoro. I nuovi orizzonti della Pedagogia del lavoro SILVANA CALAPRICE* Keywords: university education and training. Abstract: Today, talking about competence means to shift the education focus from the traditional setting, based on learning inputs (i.e. kind of education acquired and learning experience duration), to the results of the learning process. The latter is not just a sum of component (like knowing, knowing how to do and knowing how to be), as it was in the past; instead it indicates “each person ability in the use of knowledge, abilities and personal, social and/or methodological attitudes for working, studying and personal and professional development”. For this reason, September the fifth 2006 a Recommendation Proposal of the European Parliament and the European Union Council has been launched to the member States for the institution of an European Qualification Framework (EQF). The purpose of the EQF is to represent an instrument both for the lifelong learning promotion and, which is even more important, for comparing the systems qualification levels of the Nations and of the sectional international organizations. Indeed, these are needs that cannot be disregarder anymore, especially because of the improving difficulties the young workers meet nowadays for entering the working world. The needs for creating a place inside the Universities for making educational offering, curricular and extra-curricular traineeship and job placement meeting themselves, comes from this discussion with the double purpose, on one hand, of giving a sort of passport of professional competencies to the students (as required by the EQF) that can be more easily spent on the personal and professional level and, in the other hand, of put the students in contact with the Labour market itself, to create synergies and opportunities to work. * Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Bari - [email protected] 222 The future of the pedagogical research and its evaluation Le ragioni della Ricerca La Pedagogia oggi accanto ai tradizionali ambiti del suo pensiero deve trovarne altri in grado di aiutare i giovani oltre che ad apprendere attraverso la scuola e l’Università, anche ad acquisire metodi e strumenti per poter migliorare le proprie condizioni di vita esistenziale e dunque anche professionale e lavorativa. Tutto ciò anche sulla base dei Decreti Universitari Ministeriali (270/2004) e delle Raccomandazioni dell’U.E., che richiedono una formazione universitaria più professionalizzante e maggiormente rispondente alle esigenze dei contesti lavorativi nazionali ed internazionali. Quali gli aspetti innovativi da cui partire? La Strategia di Lisbona del 2000 si era posta come obiettivo fondamentale quello di rendere i sistemi di educazione e formazione sempre più integrati e trasparenti. Alla luce del documento di valutazione della strategia di Lisbona in cui viene denunciato il mancato raggiungimento degli obiettivi che si erano prefissati in quella data (febbraio 2010 commissione europea), nel marzo 2010 sempre la stessa commissione ha previsto, forse meglio ha ribadito, attraverso il documento “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente,sostenibile ed inclusiva”, la necessità della realizzazione di due punti fondamentali: -una crescita basata sulla conoscenza come fattore di ricchezza in quanto in un mondo in cui i prodotti e i processi si differenziano in funzione dell’innovazione, le opportunità e la coesione sociale vanno potenziate valorizzando l’istruzione, la ricerca e l’economia digitale; - un maggiore coinvolgimento dei cittadini in una società partecipativa in quanto l’acquisizione di nuove competenze, l’accento sulla creatività e l’innovazione, lo sviluppo dell’imprenditorialità e la possibilità di cambiare facilmente lavoro sono diventati fattori essenziali in un mondo che ormai sempre più offrire occupazione in cambio di maggiore adattabilità ALCUNI DOCUMENTI DELLA STRATEGIA DI LISBONA Data Marzo 2010 Avvenimento Le Conclusioni del Consiglio Europeo di Primavera e la nuova strategia europea per la crescita e l’occupazione Documenti Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo, Bruxelles 25 e 26 marzo 2010 Comunicazione della Commissione “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” 223 The future of the pedagogical research and its evaluation Febbraio 2010 Commissione europea: valutazione della Strategia di Lisbona Documento di valutazione della Strategia di Lisbona Novembre 2009 Italia: presentazione del rapporto sullo stato di attuazione della Strategia di Lisbona Piano Nazionale di Riforma. Stato di attuazione al 2009 e risposta alla crisi economica Marzo 2009 Conclusioni del Consiglio Europeo di Primavera (2009) Conclusione della Presidenza del Consiglio Europeo, Bruxelles 19 e 20 marzo 2009 Febbraio 2005 Il rilancio della Strategia di Lisbona Comunicazione della Commissione al Consiglio Europeo di primavera: “Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione – Il rilancio della Strategia di Lisbona”. Novembre 2004 Bilancio di metà periodo e Revisione della Strategia Relazione del gruppo ad alto livello “Affrontare la sfida: la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione”. Marzo 2000 Nasce la Strategia di Lisbona Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo, Lisbona 23 e 24 marzo 2000 Quali i nuovi ambiti su cui la pedagogia non può più esimersi di porre la sua attenzione? Già dal 2003, i policymaker europei hanno sollecitato l’elaborazione di un Quadro Europeo Comune delle Qualifiche (QEQ) come riferimento comune per il riconoscimento e la trasferibilità delle competenze e come strumento aperto e flessibile per rafforzare i legami tra i quadri nazionali e internazionali. La proposta poi di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio alla Commissione stessa del 2006 secondo cui il QEQ (quadro europeo delle qualifiche) o EQF (acronimo inglese - European Qualification Framework) deve fornire una lingua comune per descrivere le qualifiche e aiutare gli stati membri, i datori di lavoro e gli individui a confrontare le qualifiche dei diversi sistemi di istruzione e formazione nella UE, ha individuato uno dei punti strategici da realizzare nella creazione di collegamenti tra l’EQF ed altri strumenti in uso quali il quadro Europass per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze, il portale Ploteus sulle opportunità di apprendimento nello Spazio europeo e altri strumenti, in via di definizione, quali ECVET e ECTS. L’ECVET, il Sistema Europeo di Trasferimento dei Crediti in materia di Educazione e Formazione Professionale, è un sistema elaborato per facilitare il trasferimento, la capitalizzazione e il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento delle persone ed è stato sviluppato sotto la guida della Commissione europea in applicazione della Risoluzione del Consiglio di “Istruzione” del 12 novembre 2002 e della Dichiarazione di Copenaghen del 30 novembre 2002. Il mandato, conferito nel 2002, è stato rinnovato e rafforzato dal Maastricht Communiqué del 14 dicembre 2004, sottoscritto dai Mi224 The future of the pedagogical research and its evaluation nistri responsabili dell’istruzione e della formazione professionale di 32 Paesi europei, dalle Parti sociali e dalla Commissione. L’ECTS, invece, è il sistema europeo di trasferimento di crediti accademici, introdotto nel 1989 nell’ambito del programma Erasmus, oggi parte del programma Socrates. L’ECTS è l’unico sistema di crediti che sia stato testato ed usato con successo in Europa. Quest’ultimo inizialmente concepito per il trasferimento dei crediti, facilitava il riconoscimento di periodi di studio all’estero, aumentando così la qualità ed il volume della mobilità studentesca in Europa. Oggi si è evoluto in un sistema di accumulazione da utilizzare a livello istituzionale, regionale, nazionale ed europeo. Partendo da tale punto,il QEQ quale strumento per la promozione dell’apprendimento permanente, viene a collocarsi come strumento di riferimento per il confronto dei livelli delle qualifiche nei sistemi nazionali nonché nei sistemi delle qualifiche sviluppati dalle organizzazioni internazionali. Comprendendo l’istruzione generale e, per gli adulti, la formazione professionale e gli studi superiori gli otto livelli proposti coprono l’intera gamma delle qualifiche, da quelle ottenute al termine dell’istruzione e della formazione obbligatoria a quelle più specialistiche, universitarie e post-universitarie (Tab. 1). Tabella 1 QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE (QEQ) (a cura di Silvana Calaprice) Livello 1 risultati di apprendimento CONOSCENZE: Conoscenze generali di base ABILITÀ: Abilità di base necessarie a svolgere mansio-ni/compiti semplici COMPETENZE: Lavoro o studio, sotto la diretta super-visione, in un contesto strutturato Livello 2 risultati di apprendimento CONOSCENZE: Conoscenza pratica di base in un am-bito di lavoro o di studio ABILITÀ: Abilità cognitive e pratiche di base necessa-rie all’uso di informazioni pertinenti per svolgere compiti e risolvere problemi ricorrenti usando strumenti e regole semplici COMPETENZE: Lavoro o studio sotto la supervisione, con un certo grado di autonomia Livello 3 risultati di apprendimento CONOSCENZE: Conoscenza di fatti, principi, processi e concetti generali, in un ambito di lavoro o di studio ABILITÀ: Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a svolgere compiti e risolvere problemi scegliendo e applicando metodi di base, strumenti, materiali ed informa-zioni COMPETENZE: - Assumere la responsabilità di portare a termine com-piti nell’ambito del lavoro o dello studio; - adeguare il proprio comportamento alle circostanze nel-la soluzione dei problemi 225 The future of the pedagogical research and its evaluation Livello 4 risultati di apprendimento CONOSCENZE: Conoscenza pratica e teorica in ampi contesti in un ambito di lavoro o di studio ABILITÀ: Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a risolvere problemi specifici in un campo di lavoro o di studio COMPETENZE: - Sapersi gestire autonomamente, nel quadro di istruzioni in un contesto di lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma soggetti a cambiamenti Livello 5 risultati di apprendimento CONOSCENZE: Conoscenza teorica e pratica esauriente e specializzata, in un ambito di lavoro o di studio e consapevo-lezza dei limiti di tale conoscenza ABILITÀ: Una gamma esauriente di abilità cognitive e prati-che necessarie a dare soluzioni creative a problemi astratti Nel nostro sistema COMPETENZE: Saper gestire e sorvegliare attività nel con-testo di attività corrisponderebbe a lavorative o di studio esposte a cambiamenti imprevedibili; esaminare e svilupDIPLOMA O MA- pare le prestazioni proprie e di altri TURITÀ Livello 6 risultati di apprendimento Nel nostro sistema corrisponderebbe a LAUREA TRIENNALE Livello 7 risultati di apprendimento Nel nostro sistema corrisponderebbe a LAUREA QUADRIENNALE, SPECIALISTICA O MAGISTRALE Livello 8 risultati di apprendimento Nel nostro sistema corrisponderebbe a MASTER DI II LIVELLO, DOTTORATI, ECC. 226 CONOSCENZE: Conoscenze avanzate e approfondite in ambito lavorativo o scolastico, che richiedono una comprensione critica di teorie e principi ABILITÀ: Abilità avanzate, che dimostrano padronanza e innovazione, necessarie per risolvere problemi com-plessi e imprevedibili COMPETENZE: Gestire attività o progetti tecnici o professionali complessi, assumendosi la responsabilità della presa di decisione in contesti lavorativi CONOSCENZE: Conoscenze altamente specializzate e consapevolezza critica dei problemi legati alle cono-scenze in un ambito e all’interfaccia tra ambiti diversi ABILITÀ: Abilità di problem solving specializzate, ne-cessarie per la ricerca e/o l’innovazione al fine di svilup-pare nuove conoscenze e procedure per integrare cono-scenze provenienti da ambiti diversi. COMPETENZE: - Gestire, trasformare contesti di lavoro e di studio com-plessi e imprevedibili che richiedano approcci strategici nuovi - Assumersi la responsabilità di contribuire alle cono-scenze e alle pratiche professionali e/o di valutare le pre-stazioni strategiche di gruppi CONOSCENZE: Conoscenze a livello più avanzato di un ambito lavorativo e all’interfaccia tra ambiti diversi ABILITÀ: Le attività e le tecniche più avanzate e spe-cializzate, comprese la sintesi e la valutazione, necessa-rie per risolvere problemi critici nella ricerca e/o nell’in-novazione e per ampliare e ridefinire le conoscenze e le pratiche professionali esistenti COMPETENZE: - Dimostrare un grado elevato di autorità, innovazione, integrità scientifica o professionale e un impegno soste-nuto verso lo sviluppo di nuove idee o processi all’avan-guardia - Supervisionare il lavoro di routine di altre persone at-traverso la valutazione e il miglioramento delle attività lavorative The future of the pedagogical research and its evaluation Essendo pertanto l’obiettivo del QEQ quello di: • promuovere una migliore corrispondenza tra le esigenze del mercato del lavoro (conoscenze, capacità e competenze) e l’offerta di istruzione e formazione; • facilitare la convalida della formazione non formale e informale; • facilitare il trasferimento e l’impiego di qualifiche di diversi paesi e sistemi di istruzione e formazione, diventa oggi necessario per la ricerca pedagogica partire da tali richieste per scoprire ed individuare percorsi formativi in grado di mettere i soggetti nella condizione di saper anche ricercare e trovare lavoro. Bisogna superare l’idea della competenza intesa come una somma di componenti (sapere, saper fare e saper essere), ma essa deve essere vista come” la padronanza personale,professionale e sociale della persona dimostrata nell’azione, più precisamente la capacità che ogni persona dimostra nell’utilizzare le conoscenze, le abilità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale”. Pertanto anche l’idea di una Università depositaria del sapere “ufficiale” e quindi istituzione dedicata solo alla trasmissione dello stesso alle giovani generazioni deve essere superata dalla consapevolezza di una dinamica della complessità sociale che propone una concezione attiva e olistica della cultura. All’Università oggi non si chiede più di dover star dietro solo ad un cambiamento veloce che rinnova rapidamente i saperi, ma soprattutto di mettere in discussione più precisamente la separazione che essa attiva tra momento della “teoria” e momento della “pratica” che appare particolarmente resistente specie nella realtà italiana. Questa separazione risulta essere il principale gap esistente tra le competenze in uscita dall’Università e quelle richieste dal mondo del lavoro. Emerge quindi, a partire da questo gap, una sfida importante per l’Università e dunque soprattutto per la Pedagogia, che oltre a dover rendere consapevole ogni soggetto che ogni apprendimento è “cultura” e dotare, dunque, ogni cittadino di competenze chiave che gli consentano di vivere da protagonista la società della conoscenza, deve fornire linee guida affinchè le conoscenze acquisite si possano trasformare in quelle che sono le competenze richieste dal contesto lavorativo nazionale ed internazionale, competenze che oltre a specificità richiedono modalità investigative quali sono appunto le capacità del saper cercare e trovare, dunque, anche il lavoro. Il Documento della Fondazione Crui del 2009, Guida pratica alla progettazione di un Corso di Studio ai sensi del D.M. 270/04, sottolineando come ogni corso di studio deve specificare gli obiettivi formativi in termini di risultati di apprendimento attesi, attraverso un sistema organico adottato in sede europea di cinque descrittori, tra di loro correlati e differenziati per ciclo di formazione, chiamati appunto Descrittori di Dublino che spostano l’attenzio227 The future of the pedagogical research and its evaluation ne dall’insegnamento all’apprendimento dello studente, è per la nostra ricerca uno dei punti di partenza. Questi i suoi elementi: • Conoscenza e capacità di comprensione (knowledge and understanding): dimostrare di avere conoscenze e capacità di comprensione in un campo di studi di un livello post secondario, anche di alcuni temi d’avanguardia nel proprio campo di studio, con il supporto di libri di testo avanzati; • Capacità di applicare conoscenza e comprensione (applying knowledge and understanding): essere capaci di applicare le loro conoscenze e capacità di comprensione in maniera da dimostrare un approccio professionale al loro lavoro, e possedere competenze adeguate sia per ideare e sostenere argomentazioni che per risolvere problemi nel proprio campo di studi; • Autonomia di giudizio (making judgements):raccogliere ed interpretare i dati utili a determinare giudizi autonomi, inclusa la riflessione su temi sociali, scientifici o etici ad essi connessi; • Abilità comunicative (communication skills): comunicare informazioni, idee, problemi e soluzioni a interlocutori specialisti e non specialisti; • Capacità di apprendimento (learning skills):sviluppare le competenze necessarie per intraprendere studi successivi con un alto grado di autonomia. Come far acquisire in modo pratico tutto questo? Obiettivo della ricerca L’obiettivo della ricerca in partenariato con ISFOL, ADAPT e Ceris-CNR è quello di creare in prima battuta all’interno dell’Università un luogo in cui mondo del lavoro ed offerta Formativa si possano incontrare nella individuazione di competenze rispondenti ai reali bisogni professionali. Un luogo in cui,partendo inizialmente dall’attività di tirocinio curriculare, si incontrino, confrontino e collaborino offerta formativa e mondo del lavoro (Job placement). Per raggiungere questo primo obiettivo la ricerca, circoscrivendosi inizialmente ai corsi di laurea L. 19, intende: 1. creare dei percorsi di integrazione tra il sapere acquisito nel percorso universitario e le competenze richieste dai contesti lavorativi cercando di colmare il gap presente ancora oggi tra un sapere teorico e un agire pratico; 2. fornire linee guida e strumenti al fine di definire una Rubrica delle 228 The future of the pedagogical research and its evaluation Competenze dei profili professionali in uscita dai Corsi di Laurea in Scienze della Educazione e della Formazione utilizzando il tirocinio come strumento di indagine; 3. creare una Certificazione delle competenze suddivisa in vari livelli, spendibile a livello nazionale ed internazionale; 4. elaborare un modello di Job Placement innovativo. Tale progetto si è collegato ad un altro progetto di ricerca ISFOL,CNR dal titolo “sperimentazioni di modelli di innovazione nel placement”che si pone l’obiettivo di mettere in contatto un campione di studenti coinvolto nel nostro progetto di ricerca, con un campione di aziende o enti che richiedono professionisti con competenze pedagogiche. Pertanto, successivamente in base ai risultati si intende procedere con una sperimentazione che favorisca l’inserimento lavorativo di laureandi o neolaureati, partendo da due opzioni risultate regolarmente e stabilmente confermate da esiti delle esperienze svolte (Ceris-CNR,ISFOL) e cioè: • la rilevanza del principio dell’adattabilità per la massimizzazione dei risultati dell’incontro domanda offerta di lavoro,tradotta nel particolare percorso di coinvolgimento reciproco di studenti ed aziende messo a punto per la realizzazione del progetto formativo proposto in uscita dai circoli universitari, • il valore aggiunto derivante da una gestione in partnership dei progetti capace di coinvolgere un’ampia articolazione di soggetti formativi, economici, istituzionali nella ricerca, identificazionee acquisizione delle disponibilità occupazionali Tali percorsi di ricerca vogliono rappresentare quell’anello mancante tra i soggetti destinatari dell’attività di placement e i soggetti che erogano questi servizi o che canalizzano le risorse ad essi destinate. Destinatari I destinatari sono gli studenti appartenenti alla classe L-19 in attività di tirocinio e le organizzazioni dove tali studenti sperimenteranno la propria professionalità. Agli studenti questa ricerca sul Placement innovativo e contemporaneo vuole offrire, prima attraverso il tirocinio formativo, dopo attraverso un tirocinio apprendistato la possibilità di fare un’esperienza finalizzata oltre che a promuovere il passaggio dalla conoscenza alla competenza quella dell’esperienza del mondo del lavoro. Abbiamo deciso di utilizzare il tirocinio in quanto la fase di tirocinio curriculare ed extracurriculare rappresenta uno dei momenti più significativi per integrare i saperi, consolidare e creare nuove competen229 The future of the pedagogical research and its evaluation ze, e rappresenta uno strumento attraverso cui è possibile integrare teoria e prassi,ma soprattutto elaborare una teoria della prassi. Per questo si presenta come un elemento focale dell’evento formativo progettato con intenzionalità che non deve e non può più risolversi nella mera esecutività. Pertanto, se l’azione formativa costituisce il campo specifico della pedagogia, il tirocinio rappresenta un ottimo strumento attraverso cui rilevare come essa si esplichi o dovrebbe esplicarsi all’interno di contesti specifici oltre che come messa alla prova di una professionalità che non può più improvvisarsi. Una professionalità che richiede consapevolezza e intenzionalità per poter controllare in itinere i percorsi formativi, non per renderli rigidi ma per riflettere su di essi, una professionalità che per realizzarsi deve tener presente le strutture organizzative all’interno delle quali si gioca non solo l’efficacia dell’azione soggettiva ma anche molta parte dell’identità professionale (Calaprice, 1999). Rafforzare l’identità personale e professionale (per dirla con il linguaggio della psicoanalisi), acquisire la capacità di concettualizzare diverse opzioni per le azioni, prendere decisioni secondo processi mentali (per dirla con la pedagogia) ed imparare ad adattare questi processi alla luce delle esperienze reali (per dirla con il linguaggio della psicologia cognitiva) sono i contenuti centrali della preparazione di un professionista dell’educazione. Una professionalità questa che richiede consapevolezza e intenzionalità educativa per poter controllare in itinere i percorsi educativi e formativi, per riflettere su di essi e sul senso del loro percorso, oltre che per comprenderne i processi e attivare, lì dove fosse necessario, quella relazione di aiuto, che risulta essere uno tra i suoi compiti primari. Una professionalità che per realizzarsi deve anche tener presente le strutture organizzative all’interno delle quali si gioca non solo l’efficacia dell’azione soggettiva ma anche molta parte dell’identità professio-nale. Partendo così dalla condivisione del concetto di professionalità come: • dimensione dell’esistenza, • espressione della realizzazione della persona tra la sfera personale, sociale e professionale si è venuta delineando, per la costruzione di una professionalità educativa e formativa autentica, la necessità di una: • intenzionalità forte (autostima e motivazione), • dimensione teoretica-teorica (conoscenze), • piena coscienza delle azioni da compiere (abilità), • attitudini ben precise (tratti della personalità) in grado di dare significato e senso alle proprie capacità e abilità (competenze saper essere), responsabilità e autonomia. Una professionalità, dunque, che deve contenere in sé il riferimento all’esercizio responsabilmente creativo di un’attività lavorativa in cui si con230 The future of the pedagogical research and its evaluation temperano aspetti di autonomia e autorganizzazione individuale insieme a forme di azione collettiva, cui non sfugge di essere essenzialmente espressione della complessiva maturità personale del professionista dell’educazione. Una professionalità ciò frutto di un’originale sintesi culturale in grado di fondere in sé quelle componenti teoriche, tecniche, operative e culturali, oltre che deontologiche che devono fare di tale professionista un ulteriore potenziale di conoscenze e capacità su cui investire durante tutto l’arco della vita. Alle organizzazioni che ospiteranno i tirocinanti questa ricerca intende offrire metodologie innovative già sperimentate con ISFOL e CNR per sviluppare un percorso innovativo di Placement attraverso: – la messa a fuoco delle esigenze di innovazione organizzativa; – lo sviluppo di processi innovativi; – lo sviluppo di competenze sullo sviluppo nell’ottica del learning by doing. Bibliografia Bauman, Z. (2006), Modernità liquida, Bari, Laterza. Damiano, E. (1983), Problemi della ricerca pedagogica, in Damiano, E., Scurati, C., La ricerca pedagogica, problemi e orientamenti, Milano, Vita e Pensiero. Calaprice, S. (1999), Il tirocinio nel II indirizzo, in C. Laneve, Il tirocinio e le professioni educative, Lecce, Pensa Multimedia. Calaprice, S. (2005), Pedagogia generale e sociale, Bari, Laterza. Rizziato, E. (2010), Etica dello sviluppo organizzativo e senso del lavoro, Milano, Franco Angeli. Sen, A. (2002), Etica ed economia, Bari, Laterza. Sitografia ISFOL (2007), Il punto su…Placement. www.isfol.it ISFOL (2010), Pavoncello, D. (a cura di), Le azioni sperimentali nei Centri per l’impiego: verso una personalizzazione dei servizi / ISFOL. Roma: ISFOL. La strategia di Lisbona, www.spazioeuropa.it 231