Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Encefaliti atipiche del cane Gualtiero Gandini Med Vet, Dipl ECVN, Ozzano Emilia (BO) Le malattie infiammatorie del Sistema Nervoso Centrale (SNC) rappresentano, nonostante i grandi progressi compiuti dalla neurologia veterinaria negli ultimi decenni, ancora un settore che mantiene numerosi aspetti oscuri o quantomeno dibattuti. Obiettivo di questa lezione è affrontare in modo sistematico e consequenziale l’approccio alle encefaliti di riscontro meno frequente che colpiscono la specie canina. Le malattie infiammatorie del SNC che colpiscono il cane sono da ascriversi ad eziologie virali, batteriche, protozoarie, così come a forme infiammatorie non infettive. CARATTERISTICHE CLINICHE DELLE ENCEFALITI E DELLE MENINGOENCEFALITI DEL CANE In neurologia, la sintomatologia clinica è di norma legata nella sua espressione alla regione neuroanatomica colpita e, di conseguenza, i quadri sintomatologici sono assai diversi in base alle strutture anatomo-funzionali interessate dal processo patologico. È pertanto difficile tracciare un profilo sintomatologico comune delle malattie infiammatorio-infettive in quanto, per la loro stessa natura, possono colpire diverse strutture del SNC. Nonostante ciò possono però essere individuati alcuni tratti comuni a questa categoria di malattie. Le malattie infiammatorio-infettive possono colpire soggetti di qualsiasi età e, caratteristicamente, presentano un esordio perlopiù acuto ed un decorso a carattere progressivamente ingravescente. All’esame neurologico sono frequenti i reperti di alterazioni a carico delle funzioni del tronco cerebrale e del prosencefalo. Queste sono testimoniate rispettivamente da alterazioni dei nervi cranici, dell’andatura, della propriocezione e dalla presenza di convulsioni, di alterazioni del temperamento e della risposta alla minaccia. I quadri clinici possono differire anche per la gravità del corredo sintomatologico, che può esprimersi sia con lievi alterazioni delle funzioni colpite che con deficit tali da mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’animale. Il coinvolgimento delle meningi è testimoniato dalla presenza di dolore rachideo più o meno diffuso, ma di norma particolarmente evidente a livello del rachide cervicale. In presenza di malattie infiammatorie del SNC, la localizzazione neuroanatomica della lesione all’esame clinico è di norma una localizzazione multifocale. IPOTESI CLINICHE DIAGNOSTICO-DIFFERENZIALI In presenza di una localizzazione multifocale e del sospetto di una eziologia infiammatoria/infettiva, le diagnosi differenziali cliniche devono prendere in considerazione un vasto panorama di malattie più o meno frequentemente segnalate e di non sempre facile identificazione. Se le meningoencefaliti batteriche sono scarsamente rappresentate nella specie canina, altro rilievo presentano invece le forme virali, fungine e protozoarie. Particolare importanza è poi rivestita dalle forme cosiddette “sterili”, dove l’infiammazione del SNC non riconosce l’azione documentata di nessun agente infettivo. Oltre al cimurro, ampiamente trattato in altra sede, le malattie virali che colpiscono il SNC del cane sono abbastanza rare e possono essere sintetizzate nell’herpesvirus della Malattia di Aujeszky, nei flavivirus della tick-borne encephalitis e nel virus della rabbia. Più numerose, seppur a incidenza sporadica, sono invece le forme fungine e protozoarie che possono rendersi responsabili di forme a carico del SNC. Tra le prime devono essere annoverate la criptococcosi, la istoplasmosi, la blastomicosi e la aspergillosi. Tra le forme protozoarie, particolare importanza rivestono la toxoplasmosi e la neosporosi; sporadicamente sono stati segnalati casi di sarcocistosi, encefalitozoonosi e babesiosi. Al presente, in Italia non sono segnalate forme ascrivibili a rickettsiosi, quali la Ehrlichiosi e la Febbre delle Montagne Rocciose. Tra le forme “sterili” sono riconosciute le forme di meningoencefalite granulomatosa (GME), meningoencefalite eosinofilica e di encefalite necrotizzante del Carlino e dello Yorkshire. Accanto a queste forme, sono poi variamente riportate in letteratura testimonianze di infiammazione dell’encefalo ad eziologia non determinata. PROTOCOLLO DIAGNOSTICO I passi diagnostici successivi, finalizzati alla conferma del sospetto di malattia infiammatoria del SNC e alla sua individuazione eziologica, comprendono essenzialmente l’esecuzione di esami del sangue, ma soprattutto dell’esame del liquido cerebrospinale (LCS). Altri ausili diagnostici, quali la diagnostica per immagini avanzata (Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica Nucleare) trovano ragione di essere nella conferma o nell’esclusione di altre ipotesi cliniche diagnostico-differenziali. Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC L’esame emocromocitometrico ed il profilo biochimico non presentano quasi mai alterazioni significative, in quanto la maggior parte delle malattie infiammatorie del SNC decorre senza un apprezzabile interessamento sistemico. Gli esami del sangue rivestono importanza soprattutto nel settore della sierologia, dove si possono dimostrare di estrema utilità per rilevare presenza di anticorpi contro agenti eziologici quali, ad esempio, cimurro, toxoplasma, neospora, flavivirus. Il prelievo e l’analisi del liquido cerebrospinale (LCS) rappresentano uno degli strumenti diagnostici più importanti nell’approccio alle malattie infiammatorie del SNC. Dal punto di vista patogenetico, queste malattie sono accomunate dall’infiltrazione di leucociti provenienti dal circolo ematico nelle strutture del SNC e dalla possibile compresenza di alterazioni della membrana ematoencefalica. Entrambi questi aspetti possono essere documentati nelle alterazioni della composizione del LCS, in particolare nell’aumento della componente proteica e cellulare. Nella maggioranza dei casi, la presenza di un aumento del numero di cellule (pleocitosi) nel LCS, associata di solito anche ad un aumento delle proteine, permette in primis di confermare il sospetto di una malattia infiammatoria del SNC, ed in seguito di orientare ulteriormente la diagnosi verso una specifica malattia. Da questa finalità deriva l’importanza di determinare la quantità e il tipo di cellule presenti nel LCS. Le pleocitosi marcate riflettono di norma non solo l’interessamento del tessuto nervoso, ma anche della componente meningea. La GME e in genere le meningoencefaliti sono accompagnate da una pleocitosi molto più marcata rispetto ad una encefalite/encefalomielite pura, quale appunto il cimurro del cane. Anche il tipo di popolazione cellulare rappresentata nel LCS riveste notevole importanza diagnostica: con le debite eccezioni, si può affermare che una pleocitosi neutrofilica è associata a forme francamente meningee o a meningoencefaliti batteriche; una pleocitosi di cellule mononucleate accompagna le encefaliti virali. Di rara occorrenza sono le pleocitosi eosinofiliche, legate perlopiù a meningoencefaliti parassitarie o idiopatiche. Le pleocitosi miste sono quelle di più frequente riscontro e sono associate a forme di GME e a meningoencefaliti protozoarie e fungine. Il liquido cerebrospinale è un substrato che permette anche di effettuare indagini più specifiche e mirate. I criptococchi, ad esempio, possono essere apprezzati direttamente all’esame microscopico sul vetrino. Se la componente proteica è aumentata, è possibile determinare gli anticorpi prodotti nei confronti di alcuni agenti, ad esempio virali e protozoari. Di recente introduzione sul liquido cerebrospinale è l’applicazione della tecnica di PCR per determinare la presenza di DNA o RNA appartenenti a strutture estranee all’ospite. Questa tecnica sembra essere molto promettente nella diagnosi eziologica intra vitam di alcune malattie che, come il cimurro del cane, fino ad ora hanno avuto conferma solo all’esame neuropatologico. La diagnostica per immagini, ed in particolare la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), al presente è utile soprattutto per escludere dalle ipotesi diagnostico-differenziali altre categorie di malattie. Va però sottolineato che anche nel settore veterinario la RMN, in parallelo con i progressi ottenuti nel rilevare e definire gli aspetti delle lesioni infiammatorie, sta trovando un proprio ruolo nella diagnosi di queste malattie del SNC. DECORSO E POSSIBILITÀ TERAPEUTICHE Nonostante i progressi compiuti nel settore, la diagnosi e, di conseguenza, la terapia delle malattie infiammatorie del SNC del cane presenta ancora molti aspetti non chiariti e, per certi versi, frustranti. Per definizione, in mancanza di adeguata terapia, la progressione dei sintomi clinici è continua e ingravescente. Esiste tuttavia una discreta serie di testimonianze, non solo aneddotiche, di affezioni infiammatorie del SNC autolimitanti o addirittura a remissione spontanea. Ciò farebbe presupporre, soprattutto per le forme cosiddette “sterili”, la possibilità che queste derivino da “insulti” al SNC limitati nel tempo e non sempre necessariamente progressivi. Va comunque sottolineato che la prognosi in caso di encefalite di qualsiasi natura è sempre fortemente riservata: la maggior parte delle encefaliti risponde parzialmente alle terapie, che sovente non fanno altro che procrastinare, in modo non sempre sostanziale, l’exitus. Non potendo sempre arrivare ad una diagnosi definita, anche le scelte terapeutiche sono spesso orientate in base ad elementi diagnostici non conclusivi. Aldilà delle “ovvie” terapie eziologiche, instaurate ogni qual volta possibile e non trattate in questa sede per limiti di spazio, le malattie infiammatorie del SNC possono mostrare una remissione (o quantomeno una attenuazione) sintomatologica a seguito di terapia con corticosteroidi, somministrati a dosaggi prima immunosoppressivi e, in seguito, antinfiammatori. Questo è particolarmente vero per le infiammazioni “sterili” o “idiopatiche” del SNC. La terapia corticosteroidea deve comunque essere instaurata in base ad un preciso sospetto diagnostico e solo dopo aver effettuato il prelievo e l’analisi del LCS. Ben nota è infatti la capacità dei corticosteroidi di attenuare o addirittura annullare le alterazioni infiammatorie del LCS, con indubbie ripercussioni negative sulla possibilità di ottenere informazioni di utilità diagnostica. Bibliografia disponibile a richiesta presso l’autore. Indirizzo per la corrispondenza: Gualtiero Gandini - Dipartimento Clinico Veterinario Via Tolara di Sopra, 50 - 40064 - Ozzano Emilia (BO) Tel. 051 2097591 - Fax 051 2097593 E-mail: [email protected] This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee