Guarda che scoperta!
Progetto di valorizzazione dei Parchi astronomici a Roma
Attraverso la realizzazione di due percorsi storico-didattici permanenti
dalle prime osservazioni al telescopio alla nascita dell'astrofisica.
Istituto Nazionale di Astrofisica Sede Legale - Viale del Parco Mellini, 84 00136 Roma - Cod. Fiscale 97220210583
Osservatorio Astronomico di Roma Via Frascati, 33 00040 Monte Porzio Catone (Roma) Tel. 39 6 94286403 – Fax. 39 6 9447371
OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ROMA
Il presente progetto, promosso dall'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, propone un percorso
storico-astronomico rivolto agli studenti e al grande pubblico e integrato sulle due sedi
dell'Osservatorio che sorgono rispettivamente all'interno di due importanti parchi naturali: il Parco
Regionale dei castelli Romani e la Riserva naturale di Monte Mario.
L'intento è quello di valorizzare, conservare e far conoscere alcuni aspetti del patrimonio culturale
scientifico presenti del territorio, nel contesto dei due parchi naturali.
Infatti l’interesse verso i fenomeni astronomici, va spesso di pari passo con l'amore per la natura: i
corpi celesti, seppure enormemente distanti, sono essi stessi parte della natura che ci circonda e le
emozioni che scaturiscono dalla scoperta sono le stesse sia che esse provengano dall'astrofisica,
che dalla geologia o dalla biologia. Inoltre gli astronomi, oggi come nel passato, cercano luoghi
incontaminati in cui sia possibile osservare il cielo lontano da qualunque forma d’inquinamento
atmosferico o antropico, che produca disturbo alle osservazioni.
La sezione di Monte Mario sarà dedicata all'astronomia antica, all'osservazione del cielo prima del
XIX secolo, con una particolare attenzione per le misure astrometriche e la definizione del Primo
meridiano d'Italia che passa proprio da Monte Mario.
La sezione di Monte Porzio sarà invece dedicata alla nascita dell'astrofisica e ai suoi sviluppi
contemporanei.
In entrambi i casi, si propone di organizzare mostre e percorsi didattici, serate di osservazioni guidate
rivolte al grande pubblico e agli studenti in cui astronomi professionisti condurranno i partecipanti alla
scoperta della volta celeste. Gli interventi programmati presso entrambi i parchi serviranno a
valorizzare e ottimizzare quanto già presente sul territorio in modo permanente. Il progetto
riguardante Monta Mario andrà a marcare le tracce storiche al’interno dei giardini della sede di Villa
Mellini e sarà estendibile anche all’interno del Parco pubblico. Il progetto presso la sede di Monte
Porzio sarà incentrato sulla realizzazione di una mostra temporanea ed una serie di eventi pubblici
tematici ma proseguirà poi la sua vita in modo permanente, essendo il primo passo per riorganizzare
la fruizione da parte del pubblico del patrimonio storico dell’OAR all’interno del Parco dei Castelli
Romani.
Il progetto prevede una collaborazione con il Piano Laure Scientifiche dell'Università di Roma Tre per
un'integrazione efficace con le scuole.
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1. Monte Mario
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, Monte Mario ospita la Torre che doveva servire per le
operazioni della misura del meridiano europeo centrale. Essa fu eretta nel maggio 1870 da P. Angelo
Secchi (1818-1878), astronomo gesuita all'osservatorio del Collegio Romano, e con l’avvento dello
stato unitario italiano divenne il punto di riferimento per il Primo Meridiano d’Italia.
Mezzo secolo più tardi, la collina di Monte Mario divenne la sede dell’Osservatorio Astronomico di
Roma. A Villa Mellini confluirono tutte le attrezzature scientifiche provenienti dai due principali
osservatori romani ottocenteschi, quelli del Campidoglio e del Collegio Romano. Attualmente Villa
Mellini è la sede della Presidenza dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, del Museo Astronomico e
Copernicano e della Torre solare che oggi viene impiegata a fini didattici per le attività rivolte alle
scuole e al pubblico.
La Torre del primo meridiano e il tracciato del meridiano all’interno del giardino di Villa Mellini e nelle
zone circostanti rappresenta quello che oggi si definisce un “monumento geodetico” che merita di
essere tutelato e valorizzato, come avviene per casi analoghi all’estero. A tal fine, l'Osservatorio
propone di realizzare un percorso per gli studenti e il pubblico dedicato all'astrometria e geodesia.
Infatti, la presenza nel giardino della Villa delle cupole che hanno ospitato gli strumenti astrometrici in
prossimità della linea del Primo Meridiano d’Italia offre l’opportunità di comunicare efficacemente
diversi aspetti storici dell’astronomia posizionale e della geodesia che possono avere interessanti
sinergie anche nella diffusione tra il pubblico di aspetti che riguardano le scienze contemporanee.
Inoltre tale progetto ben si raccorda con quanto previsto dalla giunta capitolina, ovvero che il
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belvedere all’interno del parco pubblico sia denominato “Belvedere Primo Meridiano d’Italia” e che
alcuni vialetti circostanti siano intitolati a scienziati che hanno dato il loro contributo all’astronomia,
alla geodesia e alla geofisica.
Il primo meridiano sarà individuato esattamente con l'utilizzo di un GPS differenziale fornito dal
Dipartimento di Geofisica dell'Università La Sapienza e sarà segnalato al pubblico tramite la posa di
installazioni luminose e/o la presenza di segnali arborei (filari di piante e fiori) che ben si prestano ad
estendere il tracciato nel parco naturale, scegliendo la soluzione che meglio si adatta al percorso del
meridiano.
La Torre del Primo meridiano d'Italia
Il meridiano di Greenwich
Molto vicino al tracciato del primo meridiano si trovano le due cupole che ospitavano i due strumenti
meridiani per le misure astrometriche. In una delle due cupole sarà ricollocato lo strumento dei
passaggi di Bamberg, mentre la seconda ospiterà un percorso esplicativo/didattico sulla storia delle
osservazioni meridiane e la loro importanza per l'astronomia, la geodesia ed anche per la vita di tutti i
giorni. Erano, infatti, gli astronomi a dare il segnale orario del mezzogiorno sul quale si basava la
misura del tempo civile.
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Lo strumento dei passaggi di Bamberg dell'Osservatorio
di Napoli, gemello di quello utilizzato a Monte Mario
e che sarà ricollocato.
Una vista del parco astronomico. In basso
a sinistra, il cupolino dello strumento
dei passaggi di Bamberg.
Riassumendo, le azioni proposte sono le seguenti:
- tracciare con opportuni segnali il percorso del Primo meridiano nel giardino;
- provvedere al restauro e alla valorizzazione museale delle cupole nel giardino che ospitavano
gli strumenti astrometrici;
- creare una cartellonistica esplicativa con le immagini dei suddetti strumenti;
- creare una piccola mostra sulla geodesia e l’astrometria nella cupola del circolo di Ertel;
- ricollocare lo strumento dei passaggi Bamberg nella sua cupola;
- creare una cartellonistica descrittiva dei due strumenti, il Telescopio di Merz e l'Equatoriale di
Lusverg, provenienti dall'Osservatorio del Campidoglio e di cui oggi si conservano nel giardino
della Villa le basi marmoree.
Saranno inoltre organizzate visite guidate al percorso dedicato all'astrometria, alla Torre del Primo
Meridiano, alla Torre solare, in vista anche di una riapertura del Museo Astronomico e Copernicano.
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2. Monte Porzio Catone
La sede centrale dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma oggi è situata a Monte Porzio Catone
all'interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, in un'area che, oltre all’importante centro di
ricerca astrofisica, racchiude gli scavi della Villa romana di Matidia Augusta, dell'epoca
dell'imperatore Adriano, e l'Astrolab, una moderna struttura per la conoscenza dell'astronomia che
ogni anno ospita più di 10.000 visitatori tra studenti provenienti da tutta l'Italia e pubblico degli
aperitivi scientifici.
In questo contesto, dal 7 aprile al 31 maggio 2014 si aggiungerà una mostra che si svilupperà in varie
sale dell'Osservatorio, ospitando laboratori per gli studenti e eventi per il grande pubblico per
comprendere come e dove è nata l'astrofisica. Questi eventi saranno il punto di partenza di un
percorso storico astronomico permanente che resterà a disposizione dei visitatori anche dopo il
termine della mostra.
Il tema principale sarà la nascita dell'astrofisica a cui hanno enormemente contribuito gli studi
condotti a Roma, in particolare da P. Angelo Secchi (1818-1878) e Lorenzo Respighi (1824-1889),
astronomi rispettivamente presso l'Osservatorio del Collegio Romano e l'Osservatorio del
Campidoglio, le due principali specole romane dell’Ottocento, unificate poi nel XX secolo in un unico
istituto l’Osservatorio Astronomico di Roma.
I visitatori della mostra avranno l'occasione di compiere un viaggio nella storia dell’astronomia a
partire dalla strumentazione più antica, da Galileo e la sua intuizione di puntare il cannocchiale al
cielo. Sarà quindi possibile confrontare i primi cannocchiali galileiani risalenti al XVII secolo con i
primi telescopi riflettori della fine del XVIII secolo, del tipo di quelli utilizzati da Herschel per esplorare
la struttura della nostra Galassia, La Via Lattea, e per allargare l’orizzonte dell’universo conosciuto e
per aggiungere un tassello fondamentale alla conoscenza del nostro Sistema solare con la scoperta
del pianeta Urano.
Una sezione molto ricca sarà dedicata agli strumenti meridiani, fondamentali per le misure della
posizione degli astri. Un lavoro di precisione che richiedeva una grande costanza e tenacia nella
ripetizione delle osservazioni e che ha rivestito fin dall’antichità un ruolo fondamentale nella
comprensione dei moti planetari e per lo sviluppo della meccanica celeste.
Arriveremo così a centocinquanta anni fa, quando Secchi pubblicò i suoi primi risultati sullo studio
della luce delle stelle, ponendo le basi della moderna classificazione spettrale delle stelle e della
scienza che oggi chiamiamo astrofisica. Secchi e Respighi contribuirono notevolmente allo studio
della fisica solare con sistematiche osservazioni dell'atmosfera solare, delle protuberanze, delle
macchie e del diametro del Sole.
Respighi per primo introdusse l'uso del prisma obiettivo, strumento che, posto davanti all’obiettivo del
telescopio, permette di osservare gli spettri di più stelle contemporaneamente. Secchi a sua volta
progettò un prisma che egli poi utilizzò, insieme ad altri tipi di spettroscopi, nella raccolta delle circa
4000 osservazioni su cui fu basata la sua classificazione spettrale delle stelle.
I visitatori della mostra avranno dunque l'occasione di vedere gli strumenti utilizzati dai due grandi
astronomi romani, i loro telescopi e anche i due prismi obiettivo, che furono motivo di una disputa tra i
due scienziati su chi fosse stato il primo ad introdurre l'utilizzo della nuova tecnica.
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Al termine del percorso storico il visitatore potrà gettare uno sguardo sull’astrofisica contemporanea e
sperimentare le tecniche della spettroscopia, mettendosi alla prova toccando con mano uno
spettroscopio da laboratorio e in che modo è possibile ricavare informazioni dallo spettro luminoso.
Inoltre, gli studenti potranno imparare come costruire un semplice spettroscopio "casalingo" da
portare con sé.
Struttura e sezioni della mostra
La mostra si articolerà all’interno dell’edificio principale dell’INAF-OAR, sfruttando le peculiarità degli
ambienti già in parte arredati.
Il percorso di visita si svolgerà tra quattro aree tematiche, a partire dall’ambiente della cupola
monumentale dell’Osservatorio, fino ad arrivare alle sale dove varranno ricostruiti gli ambienti di
studio di P. A. Secchi e Respighi.
Le installazioni saranno realizzate affiancando strumenti e libri antichi, i materiali più preziosi saranno
esposti all’interno di teche di sicurezza (alcune già in possesso dell’Osservatorio, altre da acquisire),
quelli più grandi o meno preziosi saranno invece posti negli ambienti senza teche protettive, per
migliorarne la godibilità da parte del pubblico. Un sistema di illuminazione appositamente studiato,
garantirà la perfetta visibilità degli strumenti e la loro conservazione.
Il percorso sarà guidato da personale esperto, verranno comunque realizzate pannellature esplicative
e legende per tutti gli strumenti arricchite da disegni e schemi szemplificativi
Per ridare vita agli strumenti antichi , si farà uso di tecnologie multimediali, attraverso monitor e
proiezioni interattive.
Biblioteca nella Cupola dell’Osservatorio
Pianta allestimento Atrio Osservatorio
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1) Il cannocchiale di Galileo e la fondazione della scienza moderna, nella Sala della cupola della
Biblioteca moderna. In questa sezione dedicata all'astronomia del 1600 saranno esposti astrolabi,
globi celesti, alcune mire, alcuni esemplari dei cannocchiali galileiani di diverse dimensioni e una
riproduzione del Sistema copernicano in un planetario tipo "Orrery" provenienti dal Museo
Astronomico e Copernicano.
2) Un primo sguardo sulla galassia, nel ballatoio del primo piano. Questa sezione, dedicata
all'evoluzione del cannocchiale di Galileo, ospiterà alcuni telescopi riflettori con montatura a
ghigliottina alla Herschel del tipo di quello utilizzato dallo stesso Herschel nelle osservazioni che gli
consentirono di riconoscere nella Via Lattea la nostra Galassia e di scoprire il pianeta Urano.
Sketch di allestimento del ballatoio
3) Il trionfo della meccanica celeste, nell'atrio d'ingresso al piano terra. Sarà possibile avere uno
sguardo completo sulle diverse tipologie di strumenti meridiani, tanto importanti per la compilazione
dei cataloghi stellari e per lo studio e la comprensione dei moti celesti. Il visitatore seguirà
l'evoluzione dell'astronomia di posizione nel corso dei secoli, fino a giungere alla moderna
astrometria, che oggi può contare su satelliti molto evoluti, come il satellite GAIA, che vede una forte
partecipazione italiana e che è stato lanciato con successo alla fine del 2013.
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Sketch dell’allestimento dell’atrio dell’OAR
4) I primi passi della "nuova astronomia" alla scoperta della natura del Sole e delle stelle, nella
Sala dedicata a Angelo Secchi. L'astronomia romana ha contribuito enormemente ai primi studi di
astrofisica, grazie a Secchi e Respighi, i cui strumenti sono perfettamente conservati e saranno
visibili e posti a confronto nella sala conclusiva del percorso espositivo.
Tutte le sezioni saranno accompagnate da una selezione di libri originali dell'epoca provenienti dalla
Biblioteca antica del Museo Astronomico e Copernicano per illustrare le conoscenze nelle varie
epoche e confermare i risultati scientifici raggiunti.
Laboratori per gli studenti
1) Come un moderno Galileo, costruisci il tuo cannocchiale
Si dice di solito che Galileo Galilei inventò il cannocchiale. In realtà, i primi cannocchiali comparvero
forse in Olanda tra la fine del Cinquecento e gli inizi Seicento ed erano formati da un piccolo tubo di
ottone o di piombo: a un'estremità del tubo era inserita una lente convergente, come quella degli
occhiali da presbite. Questa lente era rivolta verso l'oggetto da guardare ed era perciò detta lente
oggettiva, o obiettiva. All'altra estremità era invece inserita una lente divergente, quella degli occhiali
da miope. Questa seconda lente doveva essere messa davanti all'occhio. Era perciò detta lente per
l'occhio o oculare. I primi cannocchiali ingrandivano gli oggetti lontani appena due o tre volte.
Nel 1609 Galileo combinò lenti più potenti fino a costruire un cannocchiale da 30 ingrandimenti. Con
questo strumento vide i monti e le valli della Luna e scoprì i quattro satelliti di Giove, l'esistenza di
molte stelle invisibili a occhio nudo, che Venere mostrava fasi simili a quelle lunari.
Il cannocchiale galileiano aveva un grande limite. Più era potente l'oculare, più il campo visivo del
cannocchiale era ristretto. Per esempio, con un telescopio da 30 ingrandimenti Galileo abbracciava
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soltanto metà della Luna. Era perciò difficilissimo puntare un cannocchiale potente verso gli oggetti
lontani.
Ogni partecipante costruirà un suo cannocchiale galileiano e osserverà sperimentando in prima
persona quali sono i vantaggi, e gli svantaggi, dello strumento utilizzato da Galileo nel primo grande
passo avanti nell'osservazione del cielo.
2) Costruisci il tuo spettroscopio e scomponi la luce
Il fascino di un arcobaleno spiegato in ogni suo dettaglio con l’aiuto della fisica: la luce rifratta in
atmosfera e la dispersione cromatica che ne deriva. Tramite la costruzione di uno spettroscopio a
partire da semplici materiali di recupero, si comprenderà come lo studio della luce e dello spettro
elettromagnetico sia di fondamentale importanza per imparare a conoscere la materia che ci circonda
e capire come, attraverso il suo utilizzo, gli astronomi riescono a determinare la composizione e le
caratteristiche fisiche degli oggetti celesti, pur trovandosi a grande distanza da essi.
Impatto previsto e numero di visitatori
Il percorso presso Mone Mario andrà ad integrarsi con le attività già in essere, si prevede che con
l’introduzione delle nuove strutture si andranno a raddoppiare le presenze di visitatori superando le
600 unità al mese (un giorno di apertura a settimana)
Per quanto riguarda la Mostra Guarda che Scoperta si organizzeranno visite guidate specifiche per le
scuole durante i giorni feriali per tutto il periodo di apertura dal 7 aprile al 31 maggio.
A queste giornate si aggiungeranno le aperture nel fine settimana per famiglie e privati e gli eventi
serali.
Il numero complessivo di visitatori previsto nel periodo di apertura della mostra è di circa 6000
persone:
- 3500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado per la mostra storica
- 1000 pubblico generico agli incontri serali
- 1500 pubblico generico/famiglie alle giornate di apertura
Comunicazione
Le iniziative verranno comunicate alle scuole seguendo i canali istituzionali e saranno inoltre
promosse attraverso il Piano Nazionale Lauree Scientifiche.
Saranno inoltre promosse le attività attraverso un ufficio stampa dedicato ed azioni mirate sui social
media.
Saranno realizzate pagine Web riportanti le informazioni riguardanti i percorsi e le modalità di vista, e
sempre sul Web saranno disponibili tutti i contenuti della mostra.
Per il pubblico generico saranno svolte campagne di informazione utilizzando i canali consueti (carta
stampata, radio, social network, mailing-list, locandine).
La presenza di Sponsor o partner alle operazioni sarà divulgata attraverso tutti i mezzi con la
presenza del logo e azioni congiunte.
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BUDGET DI SPESA PREVISTO
Il budget totale di spesa può essere suddiviso in una serie di azioni specifiche:
1) Restauro del cupolino a Monte Mario e collocazione dello strumento dei passaggi di Bamberg.
2) Posa di indicatori visuali che permettano di identificare la linea del Primo meridiano.
3) Realizzazione della cartellonistica esplicativa del percorso dedicato al Primo meridiano d'Italia e
alla astrometria.
4) Supporti e stampa del materiale grafico descrittivo della mostra sull'astronomia moderna:
- 6 totem autoportanti 200x90cm bi-facciali in quadricromia;
- 20 didascalie per gli strumenti esposti 50x30cm con supporto.
5) Stampa di locandine 70x50cm e inviti. Affissione.
6) Trasporto e assicurazione degli oggetti storici e dei libri antichi.
7) Spese allestimenti: illuminazione, teche, restauro strumenti, materiale allestimento bacheche ed
ambienti.
8) Personale per le visite guidate.
9) Spese relative agli eventi/spettacoli.
Voce
Spesa
1
Restauro cupolino e collocazione dello strumento dei passaggi
8.000
2
Linea del Primo meridiano
2.500
3
Cartellonistica mostra Primo meridiano e astrometria
2.500
4
Stampe: 6 totem + 20 legende autoportanti
4.000
5
Comunicazione: manifesti/locandine + affissioni + altro (radio,etc)
2.000
6
Trasporto A.R. con assicurazione da chiodo a chiodo
7
Allestimenti: teche e strutture espositive, illuminazione, restauro strumenti
8.000
8
Personale formato e preposto per le visite guidate e i laboratori didattici per
gli studenti
7.500
9
Eventi serali
2.500
TOTALE
11.000
48.000
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Progetto - Osservatorio Astronomico di Bologna