Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Prove sperimentali dinamiche sul ponte pedonale sito alla foce del torrente S. Anna nel Comune di Recco - Genova RELAZIONE TECNICO-DESCRITTIVA Dott. Ing. Antonio Brencich, Prof. Ing. Giuseppe Piccardo Premesse Questa relazione riassume sinteticamente i risultati delle prove dinamiche sperimentali condotte dal DISEG sul ponte pedonale posto alla foce del torrente S. Anna, nel Comune di Recco, figura 1. Le prove sono state eseguite nel luglio 2001 e nel maggio 2002. Figura 1. Ponte pedonale alla foce del torrente S. Anna, Comune di Recco - Genova. Le prove sperimentali eseguite non sono legate ad alcun contratto commerciale ma sono collegate ad un argomento di ricerca che gli autori di questo rapporto stanno sviluppando nel corso degli ultimi anni: i problemi di vibrazione dei ponti pedonali e le relative procedure di progettazione. La normativa oggi esistente per i ponti pedonali appare, infatti, ancora in evoluzione, in alcune parti lacunosa ed in altre piuttosto imprecisa. Riprova ne è il fatto che diversi ponti pedonali, anche di grande impegno ingegneristico e di alto valore architettonico, come il Millennium Bridge di Londra ed il Ponte Solferino a Parigi, hanno manifestato problemi di vibrazione in condizioni di traffico pedonale anche modesto, al punto da rimanere inutilizzabili per lunghi periodi. La riapertura al traffico pedonale dei due ponti è stata possibile solo dopo l’introduzione di dispositivi passivi di smorzamento. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Il ponte pedonale di Recco, ben meno impegnativo dei due esempi citati, presenta una caratteristica peculiare che lo rende ideale per essere assunto come caso di studio: la struttura in acciaio presenta poche fonti d’incertezza ed è modellabile, mediante gli schemi e le procedure di calcolo dell’ingegneria strutturale, in modo aderente alla realtà. Inoltre, lo schema statico del ponte è sufficientemente pulito, ovvero privo di effetti secondari e di interazioni con altre strutture che sono difficilmente quantificabili e rendono i modelli strutturali approssimati. Le prove eseguite hanno non solo rilevato la risposta dinamica della struttura, ma hanno anche permesso un confronto dell’efficacia di diversi tipi di prova sperimentale. Oltre ad una generica conoscenza tecnico-scientifica, esse consentono di definire una specie di impronta genetica della risposta dinamica del ponte, in modo da poter verificare, nel corso del tempo, eventuali alterazioni della risposta. A seguito del degrado dei materiali, o di modifiche strutturali o, ancora, d’interventi di manutenzione straordinaria, le frequenze del ponte possono cambiare. Dal confronto con l’identificazione eseguita dal DISEG sarà possibile rilevare significative modifiche della risposta strutturale del ponte. I risultati ottenuti sono stati presentati ad un convegno nazionale sui Problemi di Vibrazione nelle Strutture Civili e Industriali tenutosi a Perugia il 12 ottobre 2001 e saranno presentate a breve al Convegno Internazionale sui ponti pedonali che si svolgerà a Parigi dal 20 al 22 novembre prossimi. La struttura del ponte e la sua risposta statica Il ponte pedonale è costituito da due archi fortemente ribassati le cui dimensioni principali sono riportate in tabella 1. L’arco a minore curvatura, figura 2, posto all’esterno della passerella, è indicato nella relazione di calcolo come arco di cam minamento, in quanto sostiene i traversi metallici (IPE 160) dell’impalcato e una soletta in lamiera grecata e calcestruzzo con sovrastante pavimentazione in cubetti di porfido. L’arco di camminamento è collegato all’arco superiore mediante due cerniere cilindriche, realizzate con cilindri metallici pieni φ 70, a 4.82 m dalle spalle e da 7 fazzoletti metallici con spessore pari a 20 mm, sagomati a trapezio, nella parte compresa tra le cerniere cilindriche, figure 1 e 2. L’arco maggiore, indicato come arco strutturale, sostiene l’arco di camminamento; entrambi gli archi sono vincolati esternamente alle spalle mediante cerniere cilindriche costituite da cilindri metallici pieni φ 60. Le spalle della passerella sono costituite da muri e fondazioni in cemento armato su micropali verticali ed inclinati. Come si osserva dalla denominazione assunta, la struttura dovrebbe essere stata concepita come un arco a spinta eliminata in cui il COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 2 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA tirante non è rettilineo ma ad amplissimo raggio di curvatura; tra il punto d’intersezione dei due archi e le spalle è presente quello che potrebbe sembrare un triangolo reticolare. Lo schema statico, quindi, potrebbe sembrare quello di una struttura isostatica: un arco a spinta eliminata appoggiato su due mensole reticolari. Tabella 1. Dimensioni geometriche principali del ponte Dimensioni principali Arco esterno o arco di camminamento Arco interno o arco strutturale tubo φ 298.5 s=7.1mm mm 0.48 m monta 2.12 m 0.016 monta/luce 0.071 Luce netta 30 m tubo s=7.1mm φ 298.5 mm Larghezza impalcato 2.4 m monta Peso complessivo 460 kN monta/luce Figura 2. I due archi del ponte: all’esterno l’arco di camminamento, all’interno l’arco strutturale. Il modello strutturale ad elementi finiti (ANSYS 5.7), figura 3, è costituito da travi tridimensionali; gli elementi che modellano gli archi presentano anche una rigidezza torsionale. La soletta dell’impalcato è assunta non collaborante con la struttura in acciaio in quanto i particolari esecutivi definiscono un’assenza di connessione con i traversi di campata. La risposta del modello ad elementi finiti evidenzia una struttura resistente affatto diversa da quanto ipotizzabile dalla semplice sua forma geometrica. In figura 4 è COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 3 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA riportata la distribuzione dei momenti flettenti e degli sforzi normali nei due archi in condizione di massimo carico, incluso un coefficiente di amplificazione dinamica pari a 1.27; si può osservare come non solo l’arco strutturale ma anche l’arco di camminamento sia compresso: la struttura, quindi, è costituita da una coppia di archi in parallelo, piuttosto che da un arco a spinta eliminata. La differente curvatura degli archi si riflette in diversi valori dello sforzo normale: nell’arco strutturale lo sforzo normale raggiunge i 635 kN circa ed il momento flettente un valore non superiore a 36 kNm, mentre nell’arco di camminamento, sforzo normale e momento flettente non superano i 170 kN ed i 34 kNm, rispettivamente. Dal confronto delle reazioni vincolari si può rilevare come l’arco strutturale sostenga l’87 % dei carichi verticali mentre l’arco di camminamento ne sostiene il 13%, dimostrandosi, seppure in misura più limitata, un arco strutturale esso stesso. Le asimmetrie nei diagrammi sono dovute ad un piccolo disassamento tra l’asse della passerella e l’asse del torrente. Figura 3. Modello ad elementi finiti della passerella. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 4 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA ARCO DI CAMMINAMENTO (a) sforzo normale (b) momento flettente ARCO STRUTTURALE (c) sforzo normale (d) momento flettente Figura 4. Risposta statica della passerella: nell’arco di camminamento (a) sforzo normale e (b) momento flettente; nell’arco strutturale (c) sforzo normale e (d) momento flettente Carico indotto dal passo umano Il passo umano può essere schematizzato come un carico non costante e prevalentemente verticale; la componente trasversale alla direzione del movimento, dovuta al periodico spostamento del peso da una gamba all’altra, è d’intensità pari a circa 1/10 di quella verticale e può attivare vibrazioni nel piano dell’impalcato. La frequenza del passo è contenuta in un campo piuttosto ampio, in funzione del tipo di moto (cammino, marcia, corsa o salto) e delle caratteristiche fisiche del pedone. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 5 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA In figura 5.a [1] è riportata la storia temporale della forza trasmessa dal passo di un pedone medio; la figura 5.b ne rappresenta lo spettro di Fourier. Il contenuto armonico principale, figura 5.b, è collocato tra 2 e 2.4 Hz, con la seconda armonica tra 4.6 e 5 Hz, mentre la terza armonica, di minore ampiezza, si colloca nell’intervallo 6.9-7.3Hz. Secondo altri riferimenti [2] le armoniche del passo umano sarebbero collocate negli intervalli multipli interi di [1.6-2.2] Hz. (a) (b) Figura 5. a) Storia temporale della forza trasmessa da un pedone di massa di 750N; b) spettro di Fourier della forzante, da [1]. Criteri di verifica I criteri di verifica della risposta dinamica di un ponte pedonale alle azioni del passo umano possono essere ricondotti a tre procedure principali: (a) l’accordo di frequenza; (b) il carico di risonanza; (c) il carico di passo. Procedure semplificate sono disponibili solo per semplici schemi strutturali, come travi in semplice appoggio e travi continue [3], la cui applicazione al di fuori del campo di validazione e su strutture diverse da quelle per le quali sono state sviluppate fornisce risultati di affidabilità incerta. Il Metodo dell’accordo di frequenza L’accordo di frequenza è la forma più semplice di verifica e fu proposto da Bachmann nel 1992 [4]. La struttura è considerata soddisfacente allo stato limite di esercizio per vibrazione se le frequenze dei modi di vibrazione principali sono al di fuori dell’intervallo di frequenza 1.6-2.4 Hz (relativo alla prima armonica del passo) e, per strutture con smorzamento inferiore all’1%, anche del campo di frequenze 3.5-4.5 Hz (relative alla seconda armonica). Per questo motivo alcuni autori propongono di considerare esenti da vibrazioni percepibili soltanto le passerelle con frequenza fondamentale superiore a 4-5 Hz [3, 5], valore di frequenza che individua una struttura di rigidezza molto elevata. Tale criterio di verifica è soddisfatto raramente COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 6 7 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA dalle passerelle pedonali che, per snellezza e leggerezza, presentano generalmente la prima frequenza ben al di sotto dei 4-5 Hz indicati. Inoltre, L’incertezza statistica nell’individuazione degli intervalli delle frequenze del passo umano, per altro piuttosto vicini, rende non sempre cautelativo il Metodo dell’accordo di frequenza. Le vibrazioni laterali sono definite da una forzante con frequenza dimezzata rispetto alla sua componente verticale (0.8-1.2 Hz); l’intensità della forzante risulta essere pari a circa il 10% della forzante verticale [6]. Questa componente della forzante del passo pedonale non induce sempre significative vibrazioni in quanto l’ampiezza dell’impalcato può consentire la realizzazione di efficienti sistemi orizzontali di controvento. Il Metodo del carico di risonanza Il secondo criterio, imposto dalla più conosciuta ed applicata normativa, la British Standard 5400 [3], chiede di valutare la risposta dinamica del ponte ad un carico mobi-le con velocità costante posto in risonanza con la prima frequenza fondamentale verticale fv (in Hz): F = A ⋅ sin ( 2π fv t ) , (1) dove t rappresenta il tempo (sec), A l’ampiezza della forzante, assunta pari a 180 N, mentre la velocità con cui il carico transita sul ponte è assunto pari a 0.9 fv m/s. La massima accelerazione ammessa è funzione della frequenza fondamentale della struttura [3] : a max = 0.5(fv )0.5 m/s 2. (2) Questo tipo di forzante non riproduce un carico reale, in quanto l’ampiezza è contenuta in soli 180 N anche se con una frequenza particolarmente gravosa per la struttura. Il ridotto valore dell’ampiezza della forzante, pari ad ¼ del peso medio di un pedone, assume implicitamente che il coefficiente dinamico del passo umano sia circa pari a 0.25 in corrispondenza della prima frequenza propria della struttura; nel seguito verrà discussa questa scelta. L’Eurocodice 1-Parte 3 [7], relativo ai carichi da traffico sui ponti, non definisce alcun tipo di carico cui possa essere assimilato il passo umano; l’Eurocodice 5 [8] definisce, per i ponti in legno, solo una modifica dell’ampiezza della forzante (1), portata a 280 N, e definisce un unico valore massimo ammissibile dell’accelerazione verticale di 0.7 m/s 2. Si osserva come i limiti ammissibili definiti dalle normative britannica ed europea non siano in pieno accordo. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 8 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Il Metodo del carico di passo Il criterio del carico di passo è stato specificatamente sviluppato per lo studio delle vibrazioni di strutture flessibili, quali solai di grande luce e passerelle [2]. Il passo umano è assimilato ad una forzante definita da uno sviluppo in serie di seni con frequenze differenti per i diversi termini della serie (la frequenza fondamentale ed i suoi multipli interi): F = P 1 + ∑ i α i cos ( 2π i f t + φ i ) (3) dove P è il peso di una persona, ampiezza della forzante, assunta pari a 700 N, f la frequenza di passo (con valori generalmente compresi tra 1.6 e 2.4 Hz [2, 9]), α i il coefficiente dinamico relativo all’i-esima armonica e φ i l’angolo di fase. Nella maggior parte dei casi le prime tre armoniche racchiudono le componenti dinamiche princi-pali delle forze di passo; l’ampiezza delle forze dinamiche diminuisce al crescere della frequenza (α 1=0.5, α 2=0.2, α 3=0.1 [2]). La velocità del pedone, nonostante sia funzione della frequenza del passo, è stata assunta, in prima approssimazione, pari a 1.0 m/s (pari a 3.6 km/h), corrispondente ad una frequenza del passo di circa 2 Hz. Nell’equazione (3) rimane indeterminato il valore della frequenza di passo f. In mancanza di una sua precisa caratterizzazione è possibile assumere f coincidente con il valore medio della prima frequenza del passo umano, 2 Hz. Poiché la condizione di carico più gravosa è quella in risonanza con le frequenze proprie del ponte, si devono ritenere più sensibili alle azioni pedonali le strutture che possono avere frequenze fondamentali pari a multipli interi della frequenza di passo. Per questo motivo una scelta cautelativa per la frequenza della forzante è quella che la fa coincidere con la frequenza strutturale o un suo sottomultiplo intero [9]. In [2] vengono inoltre fornite raccomandazioni sui limiti di accelerazione per vibrazioni verticali; partendo dalla curva base ISO relativa a valori di deviazione standard [10], in funzione della natura delle vibrazioni e della tipologia strutturale sono ricavati i valori limite dell’accelerazione di picco, figura 6.a. Nell’intervallo 1-4 Hz i valori di picco suggeriti per i ponti pedonali variano linearmente con la frequenza da 1 a 0.49 m/s 2, rispettivamente. In figura 6.b è riportato il confronto tra il valore massimo dell’accelerazione verticale ammesso da BS 5400 [3] e quello proposto da [2]. E’ interessante rilevare come le due normative siano in contraddizione; in realtà [3] si riferisce a limiti di tollerabilità per un pedone in movimento, mentre [2] fa riferimento ad un pedone fermo. Nel caso specifico di un ponte pedonale è difficile definire quale sia il limite di tollerabilità cui fare riferimento, in quanto anche sul ponte COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 9 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA possono stazionare dei pedoni fermi. La scelta, cautelativa, del minimo dei due limiti potrebbe risultare troppo cautelativa. In modo analogo viene trattato il problema delle vibrazioni orizzontali, limitato alla prima frequenza del passo umano [6]. L’ampiezza della forzante viene amplificata per tenere conto della possibile sincronizzazione del passo di diversi pedoni in funzione del tipo di camminata (marcia o corsa). L’unico limite all’accelerazione orizzontale, per quanto a conoscenza degli autori, è definito dalle normative della città di Hong a max (m/s^2) 0,50 Accelerazioni massime per ponti pedonali 0,75 1,00 b) BS 5400 Allen e Murray [2] 0,25 Accelerazioni limite ( m/s^2 ) 0,01 0,10 1,00 a) 1,25 10,00 Kong [11] pari a 0.15 m/s 2. Curva base ISO 0,00 0,00 Frequenza (Hz ) Frequenza (Hz ) 0 1 2 3 4 5 6 7 1 10 100 Figura 6. Valori massimi ammissibili dell’accelerazione verticale: a) proposta di Allen e Murray [2]; b) confronto BS 5400 / [2]. Risposta dinamica teorica L’analisi teorica della risposta dinamica è stata condotta su più livelli con dettaglio crescente: l’analisi modale (passo 1) consente d’individuare forme e frequenze proprie da confrontare con i risultati di una più specifica analisi armonica (passo 2); infine, le analisi in regime transitorio nel dominio del tempo (passo 3), utilizzando opportuni carichi dinamici indotti dal passo umano, consentono di stimare i valori massimi attesi dell’accelerazione. Analisi modale Per poter identificare le forme modali del ponte sono stati realizzati quattro diversi modelli ad elementi finiti del ponte. 1) Modello A: vengono modellati solo due archi in uno schema bidimensionale; i carichi sono quelli dell’impalcato dimezzati. 2) Modello B: modello tridimensionale completo del ponte. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 8 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA 3) Modello C: modello tridimensionale con i fazzoletti verticali modellati come corpi flessionalmente rigidi. 4) Modello D: lo stesso modello C viene modificato mediante l’introduzione di traversi rigidi di collegamento degli archi nelle zone prossime alle spalle (elementi scatolari quadrati). Tabella 2. Frequenze proprie del ponte per diversi carichi verticali – modello A. Forma modale a Carichi di progetto Carichi di progetto + 5% Carichi di progetto + 10% Freq. [Hz] Freq. [Hz] (– 2.1%) Freq. [Hz] (– 4.1%) 1 2 3 4 1 a 1 a 2 a 2 s e s e 3.64 4.65 7.19 8.73 3.56 4.55 7.04 8.54 3.49 4.46 6.89 8.37 5 3 s 11.74 11.49 11.25 a Legenda: s=simmetrica; e=emi-simmetrica Tabella 3. Frequenze proprie del ponte previste dai modelli B, C e D. Solo pesi propri. Modello B Modo Modello C Modello D Freq. [Hz] Forma modale Freq. [Hz] Forma modale Freq. [Hz] Forma modale 1 3.20 F/e 3.37 FP/s 3.41 F/s 2 3.28 F/s 3.40 F/s 3.90 FP/s 3 3.29 FP/s 4.17 F/e 4.27 F/e 4 5 5.45 F/s 5.96 F/s 6.55 F/s 6.05 F/e 6.87 FP/e 7.05 T/s 6 7 8 6.55 6.76 7.39 T/s FP/e F/s 6.98 7.05 8.74 F/e T/s F/s 7.67 7.81 9.31 F/e FP/e F/s 9 10 8.63 9.77 T/e F/e 10.94 11.04 F/e T/e 11.30 11.57 T/e F/e Legenda: F= modo flessionale; FP= modo fuori-piano; T= modo torsionale s= simmetrico; e= emisimmetrico Le frequenze proprie previste dai diversi modelli sono riportate nelle tabelle 2 e 3; in tabella 2, non essendo esattamente conosciuto il peso del ponte, è evidenziata la variazione nei valori delle frequenze in funzione di diversi valori del peso proprio del ponte. Il modello piano, tabella 2, si presenta molto più rigido (frequenze più alte) dei modelli tridimensionali, tabella 3, per altro più difficili da calibrare. La tabella 3 illustra le forme modali prevalenti; si osserva come la struttura manifesti comunque forme modali assiali, flessionali e torsionali accoppiate. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 10 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA (a) f1 = 3.41 Hz (b) f2 = 3.90 Hz (c) f3 = 4.27 Hz (d) f4 = 6.55 Hz (e) f5 = 7.05 Hz Figura 7. Prime cinque forme modali del ponte – modello D. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 11 12 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA In figura 7 sono riportate le prime 5 forme proprie del modello D. In particolare, la differenza delle frequenze previste dall’ultimo modello D rispetto agli altri evidenzia come i modi locali di vibrazione dei traversi, modi presenti negli altri modelli, possano influenzare la risposta complessiva del ponte. Secondo la procedura di verifica dell’accordo di frequenza la struttura è del tutto esente da vibrazioni laterali in quanto la frequenza associata alla prima forma propria nel piano orizzontale è circa tripla rispetto a quella della forzante. Al contrario, le vibrazioni verticali presentano, in tutti i modelli, frequenze prossime a 3.5Hz, 3.4Hz nei modelli tridimensionali. Sebbene secondo il metodo dell’accordo di frequenza il ponte sia adeguato, la prossimità della prima frequenza verticale con il secondo intervallo delle frequenze di passo, 3.5-4.5Hz [2], suggerisce la necessità d’indagini teoriche e sperimentali approfondite. Analisi armonica L’analisi armonica permette di studiare la risposta stazionaria ad un carico armonico di ampiezza fissata e frequenza variabile; in particolare, viene assunto un carico pari a 10N collocato in asse alla passerella, di frequenza variabile tra 0 e 10 Hz, al fine di cogliere i modi simmetrici verticali. Lo smorzamento strutturale relativo al critico è stato assunto pari allo 0.85%, valore dedotto da alcune indagini -4 -4 6x10 (a) frequency (Hz) frequenza [Hz] -4 3x10 0x10 9x10 (b) spostamento in asse [m] spostamento ad 1/3 della luce [m] sperimentali argomento del successivo paragrafo. 0 frequenza [Hz] frequency (Hz) -4 6x10 3x10-4 0 0x10 0 5 10 0 5 10 Figura 8. Analisi armonica: spettro dello spostamento per una forza di 100N applicata a) ad 1/3 della luce del ponte; b) al centro. Le figure 8 rappresentano lo spostamento verticale massimo indotto da una forza di 100N, applicata ad 1/3 della luce del ponte e in asse, nel punto di applicazione della stessa forza. Nel primo caso si rilevano tutte le forme modali che non COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 13 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA presentano un nodo (punto a spostamento nullo) ad 1/3 della luce, ovvero pressoché tutte le forme modali. Nella seconda analisi si rilevano solo le forme modali simmetriche; il primo picco, nettamente prevalente sugli altri, individua la frequenza del primo modo simmetrico verticale della passerella, mentre il secondo e terzo picco corrispondono alle frequenze dei modi simmetrici superiori. Si osserva come la struttura risponda prevalentemente sul primo modo. Analisi nel tempo L’analisi dinamica sotto l’azione di una forzante variabile nel tempo e nello spazio può essere eseguita in transitorio, integrando numericamente l’equazione discreta del moto della struttura con il metodo di Newmark [12]. Si consideri inizialmente un carico mobile in risonanza con la prima frequenza simmetrica verticale: fv =3.41Hz, eq. (1). La figura 9 rappresenta l’accelerazione verticale della passerella in mezzeria, il cui valore massimo risulta essere di poco superiore a 0.4 m/s 2, valore significativo pure se nettamente al di sotto del limite normativo di amax =0.5(fv )0.5 =0.93 m/s 2 [3]. L’analisi modale ha evidenziato che la prima frequenza verticale simmetrica può essere considerata doppia di una delle frequenze del passo umano; per questo motivo il carico mobile di passo è stato applicato secondo due diverse modalità: a) con frequenza di 2 Hz per individuare la risposta sotto l’azione di un carico pedonale medio; b) con frequenza pari a 3.45/2=1.72 Hz per porre la struttura in risonanza con la seconda armonica del passo umano, quindi a rappresentare un caso limite di passo risonante. Nelle figure 10 sono riportate le accelerazioni in mezzeria nei due diversi casi. In particolare, un passo umano medio, diverso da un sottomultiplo della prima frequenza simmetrica, determina un’accelerazione massima di circa 0.1 m/s 2, figura 10.a, quindi del tutto ammissibile, essendo di circa 6 volte inferiore al limite massimo di 0.57 m/s 2 [1, 2 ]. Quando il passo è in risonanza con la struttura la massima accelera-zione raggiunta è prossima al valore ammissibile, figura 10.b. Si osserva come una variazione apparentemente piccola della frequenza della forzante conduca a variazioni considerevoli della massima accelerazione. Il riferimento al valore medio di 2 Hz della frequenza del passo umano appare, quindi, del tutto non cautelativo se la struttura su cui agisce il carico mobile presenta una frequenza propria collocata nell’intervallo dei possibili multipli della frequenza di passo. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 14 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA accelerazione verticale in mezzeria (m/s2) 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 -0.1 -0.2 -0.3 -0.4 -0.5 0 4 8 12 16 20 24 28 tempo (s) Figura 9. Carico risonante: accelerazione verticale in asse. 0.6 accelerazione verticale in mezzeria (m/s2) 0.1 (a) 0.08 (b) 0.5 0.4 0.06 0.3 0.04 0.2 0.02 0.1 0 0 -0.02 -0.1 -0.2 -0.04 -0.3 -0.06 -0.4 -0.08 -0.5 -0.6 -0.1 0 4 8 12 16 20 24 28 32 tempo (s) 36 40 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 tempo (s) Figura 10. Carico di passo: accelerazione verticale dovuta al passo umano (a) medio, (b) risonante. Le scale delle accelerazioni sono diverse. Risposta dinamica sperimentale L’indagine sperimentale consente d’identificare il comportamento dinamico della struttura, in particolare sul primo modo di vibrazione simmetrico verticale, per definire il limite di validità e l’attendibilità delle analisi teoriche descritte nel paragrafo precedente. Le prove sono state condotte mediante una vibrodina elettromeccanica, figura 11, in grado di eccitare armonicamente la struttura, collocata sia in asse che ad COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA 1/3 del ponte. La vibrodina è stata assicurata al ponte da un sistema di travi, figura 12, forzate all’impalcato mediante cunei di legno. Successivamente, il ponte è stato sottoposto all’azione impulsiva dovuta all’improvviso sganciamento di un peso di 5000N sufficiente a porlo in vibrazione, figura 13. Lo sgancio istantaneo è stato ottenuto mediante il taglio improvviso di una parte delle funi che sospendevano il pianale di applicazione del carico. Figura 11. Posizionamento della vibrodina sull’impalcato. Figura 12. Particolare dell’ancoraggio della vibrodina alla struttura del ponte. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 15 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Figura 13. Telaio caricato con circa 5000N appeso alla struttura mediante un sistema di funi. Da ultimo, è stata rilevata la risposta del ponte all’azione trasmessa da un pedone, di circa 850N, sia che percorre la passerella con passo per quanto possibile ritmato, sia che salta ritmicamente. I dati relativi alla risposta strutturale sono stati acquisiti mediante accelerometri posizionati in asse e lungo i lati del ponte, figura 14, incollati alla base dei montanti della ringhiera e su alcuni elementi strutturali, figura 15. Figura 14. Schema di disposizione degli accelerometri. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 16 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Figura 15. Piastre di ancoraggio degli accelerometri alla struttura. Oscillazioni forzate (vibrodina) La frequenza della forzante sinusoidale è stata variata con continuità a partire dal limite inferiore di 1 Hz fino al valore superiore di 5 Hz al fine d’individuare la frequenza fondamentale della struttura. Successivamente, individuata con una certa approssima-zione la frequenza di risonanza, è stata eseguita una scansione più raffinata nel suo intorno al fine di una più precisa identificazione. L’acquisizione dei dati è stata eseguita sia in regime stazionario che, in seguito all’arresto istantaneo dell’eccitazione, in regime transitorio di oscillazioni libere smorzate, al fine di valutare lo smorzamento della struttura. In figura 16.a è riportata la registrazione dell’accelerazione verticale in asse, relativa alla frequenza di eccitazione risonante con la struttura. I valori di accelerazione misurati risultano molto elevati, con valori di picco ripetutamente oltre 0.9 m/s 2 e con deviazione standard di circa 0.53 m/s 2. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 17 18 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Lo spettro di potenza dell’accelerazione è riportato in figura 16.b ed evidenzia che la prima frequenza verticale simmetrica è di circa 3.3 Hz, valore sufficientemente vicino alle frequenze stimate teoricamente (f≅3.4Hz nei modelli tridimensionali, errore del 5%). Secondo quanto riportato sulle specifiche tecniche della vibrodina, la forzante prodotta per questo valore di frequenza risulta pari a circa 250 N, quindi superiore di circa il 40% rispetto alla forza mobile di 180 N imposta dalla normativa inglese [4]. Nell’ipotesi di linearità, la massima accelerazione che si otterrebbe con una forzante sinusoidale ferma in mezzeria di ampiezza 180 N sarebbe pari a circa accelerazione di A3 (m/s2) 1.2 1.2 (a) accelerazione di A3 (m/s2) 0.54 m/s 2, valore entro i limiti ammissibili. 0.5 0.5 (b) 0.25 0.25 00 tempo[s] [s] time -1.2 -1.2 90 90 00 frequenza [Hz] frequency [Hz] 00 33 180 180 3.5 3.5 4 Figura 16. Risultati sperimentali: (a) accelerazione in asse; (b) spettro di Fourier dell’accelerazione. spostamento verticale in mezzeria (m) 0.003 0.003 (a) (b) 0.002 0.002 0.001 0.001 0 0 -0.001 -0.001 -0.002 -0.002 -0.003 -0.003 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 tempo (s) 128 132 136 140 tempo (s) Figura 17. Risultati sperimentali: (a) spostamento in asse; (b) oscillazioni libere smorzate. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 144 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Antitrasformando lo spettro di potenza dell’accelerazione è stato dedotto l’andamento temporale dello spostamento verticale nella sezione di mezzeria, figura 17.a. L’ampiezza della vibrazione è di circa 2.2 mm, quindi circa 2.6 volte superiore del valore massimo ottenuto dall’analisi armonica, figura 8: i risultati teorici e le prove sperimentali appaiono, in questo caso, in ottimo accordo. Infine, la figura 17.b presenta un ingrandimento della fase di oscillazioni libere smorzate e consente di dedurre lo smorzamento strutturale relativo al primo modo di vibrazione simmetrico verticale. Il valore ottenuto con la tecnica del decremento logaritmico risulta essere pari a circa lo 0.85%, piuttosto elevato rispetto alle indicazioni normative, e giustificabile con la dissipazione dell’impalcato, sia della soletta in c.a. che della pavimentazione. I particolari esecutivi della ringhiera non consentono di ascrivere questo valore piuttosto elevato alla dissipazione delle strutture parapetto. Oscillazioni sotto carico – rilascio di un carico appeso La prova di oscillazioni libere consente di identificare le frequenze proprie della struttura ed il valore dello smorzamento strutturale a fronte di oneri sperimentali contenuti. Nel caso specifico del ponte di Recco, la ridotta altezza tra il ponte ed il greto del torrente ha consentito di ricorrere al semplice dispositivo sperimentale di figura 13. Il carico, costituito da una serie di 46 dischi di ghisa da 10 kg ciascuno, è stato appeso all’impalcato mediante un semplice sistema di funi; complessivamente il carico applicato è stato di 500 kg, corrispondente all’1.1% del peso complessivo del ponte. Il taglio di un anello di fune di minore spessore e ridotto carico di rottura consente lo sgancio immediato del carico. Questa modalità di prova, ove possibile, presenta dei vantaggi sulla tradizionale prova del martello strumentato in quanto non richiede che l’impalcato venga percosso da masse consistenti e pone in vibrazione il ponte con la sua effettiva struttura, senza l’interferenza delle masse degli operatori. La storia temporale delle accelerazioni, figura 18.a, mostra un valore di picco di oltre 1.7 m/s 2 e oscillazioni per oltre 20 secondi. Gli spettri di Fourier di figura 19 sono ottenuti con il carico posto nelle posizioni A1 ed A3, figura 14, e sono qualitativamente simili ai grafici dell’analisi armonica teorica, figura 8. Il confronto tra gli spettri di figura 19 permette di distinguere le frequenze associate a forme simmetriche di vibrazione, le uniche rilevate quando si pone il carico in asse (posizione A3) e, per esclusione, quelle emisimmetriche. Le prime due frequenze verticali emisimmetriche sono pari a circa 4.3Hz e 9.1Hz, quelle simmetriche sono collocate a circa 3.3Hz e 7.5Hz. Le frequenze a 6.5Hz ed 8.5Hz rappresentano forme COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 19 20 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA proprie torsionali o miste con contributi torsionali rilevanti attivate dalla leggera asimmetria del ponte. La stima dello smorzamento strutturale può essere eseguita dopo la separazione dei contributi delle diverse frequenze, ottenendo valori di smorzamento pari a circa 0.6% sulla prima frequenza sia simmetrica sia emisimmetrica, valori inferiori rispetto a quelli individuati nella prova con vibrodina. 2 5x10 -4 (b) spostamento in A1 [m] 2 accelerazione in A1 [m/s ] (a) 1 0x10 0 0 -1 tempo [s] [s] time -2 0 20 10 tempo[s] [s] time -5x10 -4 0 30 10 20 30 Figura 18. Prova di rilascio di un carico - storia temporale delle oscillazioni: (a) accelerazione; (b) spostamento del punto ad 1/3 della luce. -2 -2 4x10 -2 2 -2 2x10 0 -2 10-1 (b) 3x10 accelerazione in A1 [m/s ] -2 3x10 1 frequenza [Hz] frequency (Hz) A1 A3 -2 2x10 -2 10 0 frequenza [Hz] frequency (Hz) accelerazione in A3 [m/s ] (a) 2 4x10 0 00 55 10 10 00 55 10 10 Figura 19. Prova di rilascio di un carico posto in asse: spettri di Fourier degli accelerometri a) A1 (ad 1/3 della luce) e b) A3 (in mezzeria). COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 21 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Oscillazioni con forzante umana: prova di passo e salto La passerella oggetto di studio manifesta vibrazioni sensibili durante il transito anche di un solo pedone; per questo motivo la terza parte dell’indagine sperimentale ha lo scopo di indagare il comportamento strutturale sotto l’azione di questo tipo di carico. (b) frequenza [Hz] frequency [Hz] 2 0.08 0 -0.08 tempo time [s] [s] 0 12 24 1.5 0 36 0.06 (d) 5 10 frequenza [Hz] frequency [Hz] 2 2 (c) 0 accelerazione in A3 [m/s ] -0.16 accelerazione in A3 [m/s ] 0.01 accelerazione in A3 [m/s ] (a) 2 accelerazione in A3 [m/s ] 0.16 0 tempo[s] [s] time -1.5 0 45 90 0 0 5 10 Figura 20. Prova di passo: storie temporali e spettri di Fourier dell’accelerometro A3 per la prova a) di corsa; b) di salto ritmato. La figura 20.a rappresenta l’accelerazione misurata in asse durante il transito di un solo pedone dal peso di circa 850 N con una velocità di 1.5 m/s. La notevole somiglianza qualitativa con il diagramma teorico di figura 10.a e la differenza con quelli di figura 9 e 10.b evidenzia come la struttura, in questa prova, sia eccitata non in risonanza, in modo predominante sui modi superiori e solo marginalmente sul modo fondamentale. I valori di picco sperimentali sono di circa il 30% superiori COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA rispetto a quelli teorici, ma anche il peso del pedone supera del 20% l’ampiezza della forzante imposta nell’analisi teorica. La figura 20.b presenta la risposta sperimentale ad una azione impulsiva, come il salto a frequenza approssimativamente costante compiuto dallo stesso pedone della prova di passo. Si noti il valore massimo dell’accelerazione, vicino a 1.5 m/s 2; valori di circa 0.9 m/s 2 vengono raggiunti ripetutamente, a conferma dell’effettiva sensibilità della struttura ad effetti dinamici indotti dall’uomo. Sullo stato di conservazione della struttura Nel corso delle prove sperimentali è stato possibile osservare e documentare lo stato di degrado del ponte. Sebbene di costruzione recente, aperto al traffico nel 1994, il ponte si presenta già oggi in avanzato stato di degrado. Figura 21. Veduta dal basso del ponte verso la sponda destra Nelle figure 21 e 22 è rappresentato il ponte visto dal basso, evidenziando il sistema di controvento orizzontale costituito da diagonali posti tra i traversi dell’impalcato. La ripresa ravvicinata delle figure 23 e 24 evidenzia un avanzato stato di corrosione che ha aggredito la lamiera grecata dell’impalcato e gli stessi diagonali di controvento. La corrosione appare più pronunciata sul lato verso mare. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 22 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Figura 22. Veduta dal basso del ponte verso la sponda sinistra Figura 23. Veduta dal basso del ponte: dettaglio del sistema di controvento orizzontale e veduta generale dello stato di degrado COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 23 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Figura 24. Ripresa dal basso del ponte con particolare del degrado delle lamiere grecate. Sulla destra il lato verso mare dell’impalcato Figura 25. Particolare del degrado delle lamiere grecate e dei diagonali di controvento. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 24 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Come si evince dalla figura 25, le lamiere grecate presentano i lati verticali corrugati e sono quindi di tipo collaborante, ovvero non assolvono alla sola funzione di casseforme per il getto. Nella stessa figura 25 si osserva come la corrosione abbia attaccato così in profondità le lamiere da averle completamente distrutte in corrispondenza degli spigoli, al punto che alcune porzioni di anima si sono già staccate dal getto di calcestruzzo. Questa fenomenologia di corrosione evidenzia come le lamiere grecate stiano rapidamente perdendo la propria funzione collaborante, con conseguente perdita di capacità portante dell’impalcato. Anche i diagonali di controvento, sebbene ancora sostanzialmente efficienti, sono chiaramente interessati da corrosione diffusa e, stante la loro ridotta sezione, potrebbero andare fuori servizio in tempi non eccessivamente lunghi. L’assenza di manutenzione ed ispezione solleva un interrogativo sullo stato di corrosione interna dei tubi della struttura. In fase progettuale sono stati previsti, e realizzati in fase esecutiva, delle valvole per il riempimento dei tubi con gas inerte, valvole lasciate in vista per periodici controlli. Lo stato di corrosione delle strutture dell’impalcato apre l’interrogativo su quale sia lo stato di conservazione dei tubi, non rilevabile dall’esterno. Unica informazione che si è potuto ricavare è che, con ispezione dall’esterno, una saldatura dei tubi sul lato a mare appare intaccata in profondità dai fenomeni di ossidazione. La stima della vita residua di una struttura è sempre un compito difficile, e sebbene anche in questo caso sia pressoché impossibile definire una vita residua certa, è comunque possibile prevedere che, in assenza di sostanziali opere di manutenzione straordinaria, la struttura possa andare fuori servizio entro pochi anni, superando la soglia di danno che renderà la riparazione più costosa della completa sostituzione. Poiché la struttura è aperta al pubblico transito ed è suscettibile di forte affollamento in occasione della stagione estiva e di manifestazioni locali, la segnalazione della progressiva e crescente perdita di efficienza della struttura portante è doverosa da parte di chi ha studiato il ponte. Conclusioni Il confronto dei risultati teorici con quelli sperimentali, tabella 4, ha evidenziato che un’accurata analisi ad elementi finiti può rappresentare adeguatamente la risposta dinamica di questo tipo di strutture. Solo nelle frequenze superiori le differenze tra il modello teorico e le prove sperimentali sono più marcate. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 25 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA Tabella 4. Confronto tra le frequenze proprie teoriche e quelle sperimentali. Sperimentale Modello A (2-D) f [Hz] Forma modale 3.33 4.27 1 F/s a 1 F/e 6.53 7.57 1 T (?) a 2 F/s 8.50 9.13 Legenda: a Modello D (3-D) f [Hz] Diff. % f [Hz] Diff. % f [Hz] Diff. % 3.64 4.65 + 9.3 + 8.9 3.40 4.17 + 2.1 - 2.3 3.41 4.27 + 2.4 0.0 - 5.0 7.05 5.96 + 8.0 - 21.3 7.05 6.55 + 8.0 - 13.5 - 4.4 11.04 6.98 + 29.9 - 23.5 11.30 7.67 + 32.9 - 16.0 a --7.19 a 2 T (?) a 2 F/e Modello C (3-D) --8.73 F = forma flessionale; T = forma torsionale; (?)=forma non identificata; s = simmetrico; e = emisimmetrico Il ponte analizzato manifesta uno smorzamento strutturale maggiore di quello che viene stimato dai codici di calcolo (0.48% circa in [3]); questa circostanza è probabilmente dovuta all’effetto smorzante della pavimentazione in cubetti di porfido e al suo sottofondo di sabbia. Il valore dello smorzamento misurato nelle prove di oscillazioni libere, circa 0.6%, non coincide con quello valutato in una prova con forzante sinusoidale (vibrodina), mostrando che lo smorzamento del ponte è funzione dell’ampiezza dell’oscillazione. Il valore dello smorzamento del ponte sotto carico pedonale sarà un valore intermedio in quanto, in genere, i pedoni tendono a sincronizzare il proprio passo con le vibrazioni del ponte [13]. La verifica a priori della sensibilità di questo ponte alle vibrazioni verticali è di difficile valutazione secondo i criteri di progettazione usuali. Il procedimento dell’accordo di frequenza [1] è impiegabile solo in prima approssimazione; in questo caso, per altro, fornisce risposte non definitive in quanto la prima frequenza del ponte è vicina ai limiti dell’intervallo di frequenze pericolose. I limiti imposti da BS 5400 [3] sono ampiamente soddisfatti ma, in realtà, il ponte è particolarmente sensibile alle vibrazioni verticali. Questa circostanza è dovuta al fatto che BS5400 impiega forzanti di bassa intensità, sebbene in risonanza con la struttura, accoppiate a limiti di tollerabilità piuttosto elevati, specie per un pedone fermo sul ponte. L’impiego di forzanti più vicine alla forma del passo umano [1, 2] hanno dimostrato di poter rappresentare con migliore precisione l’effettiva risposta dinamica del ponte, specie se assunte in risonanza con la prima frequenza verticale del ponte. Nel corso delle prove si è potuto dimostrare come alcune semplici prove, come quella di rilascio di un carico e di salto e corsa ritmati, possono essere molto COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 26 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA economiche ed efficienti per la caratterizzazione dinamica della struttura. In particolare, la tendenza umana a sincronizzare il salto con le frequenze proprie del ponte consentono di ritenere la prova di salto ritmato come una delle prove più significative per l’analisi della sensibilità del ponte alle oscillazioni verticali. In conclusione, si vuole precisare come la sensibilità del ponte alle vibrazioni verticali non rappresenti un giudizio d’inadeguatezza della struttura ma solo una sua fastidiosa caratteristica. L’elevato valore dello smorzamento strutturale, crescente con l’ampiezza dell’oscillazione, mostra che la struttura presenta intrinseche riserve di sicurezza anche per forzanti in risonanza di modesta entità. Lo stato di degrado della struttura appare avanzato e preoccupante per un futuro non molto lontano. Questa relazione costituisce anche doverosa informativa sul problema, demandando agli Uffici Comunali ogni decisione e provvedimento relativo. Ringraziamenti Gli autori ringraziano il Comune di Recco per la collaborazione prestata a questa ricerca, ed in particolare l’Ing. Franco Canovi, responsabile dei Servizi Ambiente e Manutenzione, che ha offerto la più ampia disponibilità e flessibilità alle esigenze delle prove sperimentali. Ringraziano, parimenti, l’Ing. Andrea Villa per la collaborazione prestata nel corso del lavoro. Riferimenti bibliografici [1] J.H. Rainer, G. Pernica, D.E. Allen, Dynamic loading and response of footbridges, Canadian Journal of Civil Engineering, 15 (1988) 66-71. [2] D.E. Allen, T.M. Murray, Design criterion for vibrations due to walking, AISC Engineering Journal, Fourth Quarter (1993) 117-129. [3] BS 5400: part 2, Specification for loads, steel, concrete and composite bridges, London, UK: British Standards Institution, 1978. [4] H. Bachmann, Case Studies of Structures with Man-Induced Vibrations, Journal of Structural Engineering, ASCE, 118 (1992) 631-647. [5] D.E. Allen, J.H. Rainer, Floor vibrations, Canadian Building Digest, CBD-173 (1975). [6] Y. Fujino, B.M. Pacheco, S.-I. Nakamura, P. Warnitchai, Synchronization of human walking observed during lateral vibration of a congested pedestrian bridge, Earthquake Engineering and Structural Dynamics, 22 (1993) 741-758. [7] UNI ENV 1991-3, Eurocodice 1. Basi di calcolo ed azioni sulle strutture – Parte 3: Carichi da traffico sui ponti, Milano, Italia: Ente Nazionale Italiano di Unificazione, UNI, 1998. [8] UNI ENV 1995-2, Eurocodice 5. Progettazione delle strutture di legno. Parte 2: Ponti, Milano, It alia: Ente Nazionale Italiano di Unificazione, UNI, 1999. COSTRUZIONI DI INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI 1 - Dott. Ing. Antonio Brencich per Laurea Specialistica in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica 27 Università degli Studi di Genova DISEG – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA [9] B.R. 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