MtE Intervista a Jeanin van Hooft SEMS per le stenosi neoplastiche del colon-retto a cura di Mario de Bellis Jeanin Elise van Hooft si è laureata in Medicina nel 1998 all’Università di Groningen, Olanda. Dopo essersi specializzata in Medicina Interna, si è poi specializzata in Gastroenterologia presso il Centro Medico Universitario di Amsterdam nel 2006. Durante i suoi primi anni di lavoro clinico presso il Medisch Spectrum Twente di Enschede, Olanda, si è dedicata al trattamento endoscopico delle stenosi gastrointestinali che sono state oggetto del suo dottorato di ricerca in gastroenterologia conclusosi nel 2010. Nel 2011, ha frequentato l’Istituto Asiatico di Gastroenterologia di Hyderabad in India, ove si è specializzata in endoscopia terapeutica bilio-pancreatica. Rientrata in Olanda, ha assunto il ruolo di coordinatore del gruppo di ricerca bilio-pancreatico del Centro Medico Universitario di Amsterdam. La sua attività clinica e di ricerca è incentrata sulla patologia bilio-pancreatica e sulla protesizzazione di stenosi gastrointestinali. La professoressa van Hooft è considerata un esperto della protesizzazione enterale e su questo argomento ha pubblicato i risultati dei suoi studi che hanno portato alla ridefinizione delle indicazioni del trattamento delle stenosi neoplastiche colo-rettali e alla stesura delle linee guida dell’ESGE sulla protesizzazione enterale. Quando abbiamo cominciato questi due trial clinici multicentrici randomizzati avevamo l’obiettivo di confermare l’efficacia degli stent metallici auto-espandibili (SEMS) colorettali sia nella palliazione, sia nel bridge to surgery, rispetto alla chirurgia. I risultati ottenuti hanno, tuttavia, disatteso le nostre aspettative. Nei pazienti sottoposti a protesizzazione enterale per palliazione è stato riportato un tasso inaspettatamente elevato (54%) di perforazioni rispetto ai pazienti operati, determinando la chiusura anticipata dello studio (1). L’alto numero di perforazioni fu in parte attribuito alla chemioterapia, cui erano stati sottoposti i pazienti dopo la protesizzazione enterale, e in parte all’uso di SEMS (WallflexTM, Boston Scientific) che sembravano essere innovativi rispetto a quelli (WallstentTM, Boston Scientific) utilizzati in precedenza dal nostro gruppo. Non sembrava, nella nostra analisi, determinante l’esperienza dell’endoscopista. Nel bridge to surgery il nostro studio multicentrico randomizzato ha evidenziato un tasso globale di complicanze sovrapponibile (53.2% vs 45.1%) tra i pazienti sottoposti a protesizzazione enterale seguita da chirurgia in elezione e quelli operati in urgenza. In particolare, non c'era significativa differenza nel numero di perforazioni (12.8% vs 17.6%) fra i due gruppi e non era certo atteso il tasso di perforazioni che si è registrato tra i pazienti sottoposti a chirurgia d'urgenza. Tuttavia, è stato rilevato un preoccupante (7%) numero di perforazioni silenti, nei campioni operatori dei pazienti sottoposti a resezione colica dopo protesizzazione (2). Queste ultime potrebbero essere causa di una disseminazione neoplastica e compromettere l’esito curativo della chirurgia. I dati dello studio hanno, quindi, portato alla conclusione che la protesizzazione enterale non solo non offre vantaggi clinici significativi rispetto alla chirurgia d’urgenza nei pazienti con stenosi neoplastica da cancro del colon-retto operabile, ma può compromettere i principi di radicalità oncologica. Nel discutere delle complicanze da SEMS colorettale, Lei ha posto l’accento sulla perforazione. Questo significa che le altre complicanze da SEMS enterale non sono significative? La perforazione è la vera complicanza della protesizzazione enterale. Quest’ultima compromette lo stato clinico del paziente, richiede un trattamento d’urgenza e può avere un’esito fatale. Le altre due complicanze dei SEMS colorettali, ovvero la migrazione e l’ostruzione, sono legate, talora, ad errori tecnici o, più frequentemente, al malfunzionamento del Dipartimento di Anestesia, Endoscopia e Cardiologia, Struttura Complessa Endoscopia Diagnostica ed Operativa, Istituto Nazionale Tumori IRCCS "Fondazione G. Pascale" di Napoli Giorn Ital End Dig 2015;38:171-174 I suoi articoli pubblicati nel 2008 e nel 2011 hanno spento gli entusiasmi che nel mondo scientifico avevano suscitato i risultati della protesizzazione enterale. Come spiega i risultati negativi di questi due studi? 171 SEMS e sono spesso trattate in maniera conservativa, mediante il posizionamento di un ulteriore SEMS, se indicato. Negli ultimi anni è cambiato il suo approccio ai pazienti con cancro del colon-retto stenosante? In base ai risultati dei due nostri studi randomizzati, in Olanda non sono stati più posizionati SEMS per il trattamento endoscopico delle stenosi neoplastiche del colonretto. Tuttavia, 4 meta-analisi recentemente pubblicate hanno fornito nuovi e significativi dati che hanno consentito una revisione critica della nostra esperienza (3-6). I recenti dati sulla protesizzazione enterale per la palliazione di stenosi neoplastiche determinate da cancro del colonretto al IV stadio hanno dimostrato che, sebbene i SEMS non siano superiori alla chirurgia in termini di morbilità e mortalità, hanno specifici vantaggi rispetto alla chirurgia, in quanto migliorano la qualità di vita dei pazienti, riducendo il numero di colostomie, abbassano i costi di ospedalizzazione e consentono un rapido inizio della chemioterapia (3-4). Quest’ultima, infatti, non è associata ad un rischio elevato di perforazione che è risultato essere pari al 7% e non superiore rispetto ai pazienti con SEMS non sottoposti a chemioterapia, in una recente meta-analisi (7). Sempre questa meta-analisi ha, invece, evidenziato un alto (12,5%) rischio di perforazioni nei pazienti con SEMS sottoposti a schemi di chemioterapia con Bevacizumab (7). Similarmente, altre due meta-analisi di recente pubblicazione, hanno dimostrato che i SEMS hanno un tasso di mortalità simile, ma una morbilità inferiore alla chirurgia d’urgenza nel bridge to surgery di pazienti con stenosi neoplastica da cancro del colon-retto operabile, determinando una significativa riduzione delle colostomie transitorie e permanenti (5-6). Tuttavia, nei pazienti operabili, il posizionamento di un SEMS, come bridge to surgery, potrebbe compromettere l’intento curativo della strategia terapeutica, con aumento delle recidive loco-regionali e riduzione della sopravvivenza dei pazienti, come dimostrato da recenti studi (8-9). Infine, due importanti fattori inizialmente implicati nella possibile genesi della perforazione da SEMS enterale sono stati valutati e meglio definiti: il design dello stent, ritenuto possibile causa di perforazione, non è poi risultato essere determinante per la morbilità dei SEMS, con conseguente riabilitazione di alcuni stent che erano stati messi all’indice; al contrario, si è dimostrata fondamentale la competenza specifica dell’endoscopista che posiziona SEMS colorettali al fine di ridurre il rischio di perforazione (3-4,7). Infatti, l’endoscopista dovrebbe avere esperienza in endoscopia terapeutica pancreatico-biliare e una formazione specifica, con posizionamento di almeno 20 SEMS enterali sotto la supervisione di un esperto (10). In base a questi dati, in Olanda è stata riconsiderata la possibilità di utilizzare i SEMS colorettali per il trattamento delle stenosi neoplastiche del colon-retto, secondo quelle che sono le indicazioni delle linee guida della ESGE, ad opera di endoscopisti esperti (Figura 1) (11). Figura 1 Algoritmo decisionale. Gentile concessione di JE van Hooft Algoritmo Decisionale Paziente con stenosi neoplastica colorettale potenzialmente curabile Paziente > 70 anni ASA ≥ 3 Paziente < 70 anni ASA 1-2 Stenosi protesizzabile Chirurgia d’urgenza No Colostomia decompressiva temporanea 172 Paziente con stenosi neoplastica colorettale suscettibile solo di terapia palliativa Approccio personalizzato Chemioterapia ± Bevacizumab Prognosi Sì SEMS come bridge to surgery Colostomia decompressiva permanente o chirurgia palliativa SEMS per palliazione Figura 2 Indicazione dei centri olandesi partecipanti al programma di formazione in protesizzazione enterale. Gentile concessione di JE van Hooft meet the expert In Olanda, è stato deciso di pianificare sul territorio (Figura 2) la formazione in protesizzazione enterale mediante la selezione di endoscopisti già esperti in endoscopia terapeutica bilio-pancreatica e con all'attivo almeno 20 protesizzazioni enterali al fine di farli partecipare ad un corso nazionale di "re-training". Quest'ultimo prevede una parte teorica e una parte pratica, svolte dagli esperti Olandesi in protesizzazione enterale (> 100 stent posizionati). La parte teorica consiste nella rivisitazione di indicazioni e tecnica della protesizzazione enterale, mentre la parte pratica prevede il posizionamento di almeno 3 SEMS in modelli inanimati. Al termine del corso, ai partecipanti viene rilasciata una certificazione che li rende idonei alla protesizzazione enterale e riconosce loro il compito di formare altri endoscopisti. Questi ultimi, eseguite 20 protesizzazioni enterali sotto supervisione, potranno, poi, partecipare al corso nazionale di "re-training" ed ottenere, a loro volta, la certificazione in protesizzazione enterale. Le linee guida dell’ESGE hanno fornito delle indicazioni che pongono limiti relativamente rigidi all’uso dei SEMS per il trattamento delle stenosi neoplastiche colorettali (11). Lei che cosa ne pensa? Le linee guida dell’ESGE sono basate sui dati presenti in letteratura e sull’esperienza dei partecipanti al panel che le ha prodotte. In effetti, tutte le linee guida nascono per fornire delle raccomandazioni necessarie per guidare noi medici nella pratica clinica, ma non devono essere rigidamente applicate e sono esse stesse soggette a revisione sulla base di nuovi dati clinici e scientifici. Le linee guida dell’ ESGE non raccomandano l’uso dei SEMS per il bridge to surgery, a meno che il paziente non sia ad alto rischio operatorio (Box 1-2), mentre sostengono l’impiego dei SEMS nella palliazione delle stenosi neoplastiche inoperabili, a meno che il paziente non debba essere sottoposto chemioterapia in associazione con farmaci antiangiogenici (Box 3). BOX 1 - Raccomandazioni ESGE Ref. 11 Il posizionamento di un SEMS come “bridge to surgery” non è raccomandato per il trattamento standard dei sintomi occlusivi determinati da neoplasie stenosanti del colon sinistro o del retto nei pazienti suscettibili di intervento chirurgico curativo in urgenza (forte raccomandazione; alta evidenza di qualità) BOX 2 - Raccomandazioni ESGE Ref. 11 Nei pazienti con sintomi ostruttivi da stenosi neoplastica del colon sinistro o del retto potenzialmente curabile, il posizionamento di un SEMS come “bridge to surgery” rappresenta un’alternativa alla chirurgia d’urgenza per i pazienti con alto rischio di mortalità postoperatoria (ASA ≥ 3 e/o età ≥ 70 anni) (debole raccomandazione; bassa evidenza di qualità) BOX 3 - Raccomandazioni ESGE Ref. 11 Il posizionamento di un SEMS è raccomandato come trattamento standard per la palliazione dei sintomi ostruttivi da stenosi neoplastica del colon sinistro o del retto allo stadio IV (forte raccomandazione; alta evidenza di qualità), eccetto che nei pazienti in trattamento o candidati a terapia con farmaci antiangiogenici (ad esempio Bevacizumab) (forte raccomandazione; bassa evidenza di qualità) Giorn Ital End Dig 2015;38:171-174 Che cosa fare per formare endoscopisti esperti di protesizzazione enterale? 173 Tuttavia, molti dati in nostro possesso, e utilizzati per la stesura di queste linee guida, sono retrospettivi e potrebbero, quindi, essere in parte o in tutto confutati da nuovi dati che studi clinici prospettici potrebbero fornire nel prossimo futuro. Passando dalla teoria alla pratica, quali sono gli aspetti tecnici e procedurali seguiti dal suo gruppo nella protesizzazione di stenosi neoplastiche del colon-retto? Il paziente con stenosi neoplastica del colon-retto per cui è indicato il posizionamento di un SEMS, è sottoposto a questa procedura in regime di Day Surgery (se le condizioni cliniche lo consentono), dopo opportuna preparazione intestinale, personalizzata sulla base del grado di occlusione. La procedura viene eseguita con assistenza anestesiologica, in sala radiologica utilizzando la fluoroscopia. Preferisco utilizzare il gastroscopio terapeutico, piuttosto che il colonscopio. Posizionato il SEMS, se ne conferma posizione ed espansione con un’immagine fluoroscopica ed il paziente viene poi portato in sala risveglio. Dopo la protesizzazione, i pazienti occlusi e in condizioni scadute restano ricoverati in ospedale, mentre i pazienti sub-occlusi e in buone condizioni sono, di solito, rimandati a casa dopo 3-4 ore di osservazione nella sala risveglio. A tutti i pazienti si raccomanda di contattare il nostro centro per ogni eventuale necessità. Non è previsto l’uso di lassativi, né sono fornite particolari indicazioni dietetiche. Il follow-up del paziente è quindi effettuato con cadenza mensile nel nostro ambulatorio. Corrispondenza Jeanin E. van Hooft Department of Gastroenterology and Hepatology Academic Medical Centre, University of Amsterdam Meibergdreef 9, 1105 AZ Amsterdam, Netherlands E-mail: [email protected] Bibliografia essenziale 1.van Hooft JE, Fockens P, Marinelli AW et al. Early closure of a multicenter randomized clinical trial of endoscopic stenting versus surgery for stage IV left-sided colorectal cancer. Endoscopy 2008;40:184-91. 2.van Hooft JE, Bemelman WA, Oldenburg B et al. 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