I DISTURBI
DELL’APPRENDIMENTO
NOVEMBRE 2014
Mara Lelli
Neuropsichiatra infantile
CLASSIFICAZIONE
• Modalità d’inquadramento dei Disturbi
dell’Apprendimento più in uso:
• BES
• Disturbi aspecifici e specifici
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B.E.S.
(Bisogni educativi speciali)
Decreto MIUR 27/12/2012
Strumenti d’intervento per alunni con
bisogni educativi speciali
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Hanno bisogni educativi speciali
gli alunni che richiedono una speciale
attenzione da parte dell’insegnante per
varie ragioni raggruppabili in 3 grandi sottocategorie:
• Disabilità
• Disturbi evolutivi specifici
• Svantaggio socio-economico,linguistico,
culturale
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DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI
•
•
•
•
•
Disturbi Specifici dell’Apprendimento
Disturbi evolutivi specifici del linguaggio
Disturbi specifici delle aree non verbali
Deficit della coordinazione motoria
Deficit dell’attenzione e iperattività
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Patologie al confine tra disabilità e
disturbo evolutivo
• Funzionamento intellettivo limite
( quadri borderline)
• Gravi disturbi del comportamento
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Disturbi dell’Apprendimento
DISTURBI SETTORIALI O “SPECIFICI”
DELL’APPRENDIMENTO
(LEARNING DIFFICULTIES)
3-5%
(della popolazione scolastica)
DIFFICOLTA’ “ASPECIFICHE”
DI APPRENDIMENTO
(LEARNING DISABILITIES)
10-16 %
(della popolazione scolastica)
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LE DIFFICOLTA’ ASPECIFICHE DI
APPRENDIMENTO
• ALL’INIZIO della SCOLARIZZAZIONE
1) DIFFICOLTA’ di AMBIENTAMENTO
- Impatto con la scuola di bambini privi di una precedente
esperienza di socializzazione extradomestica.
- Trasferimento da un ambiente carente sul piano
socioculturale ad uno che richiede prestazioni di più alto
livello.
- E’ sempre presente---------- FATTORE INIBITORIO
- Può essere differente il BAGAGLIO NOZIONISTICO
di PARTENZA
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Ad iter scolastico inoltrato
• DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO
SECONDARIE a:
• LIEVI DEFICIT NEUROLOGICI
INTELLETTIVI e SENSORIALI
• Se i deficit sono gravi siamo nell’ambito
della disabilità
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DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO
SECONDARIE a:
ALTRI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI:
Disturbi evolutivi specifici del linguaggio
Disturbi specifici delle aree non verbali
Deficit della coordinazione motoria
Deficit dell’attenzione e iperattività
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•
•
•
•
Tutti questi disturbi sono
causa di disturbi specifici della loro area
possono interferire nell’apprendimento
possono associarsi ai DSA
non sono causa di DSA
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DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
dell’ELOQUIO e del LINGUAGGIO
• I DSL sono condizioni in cui l’acquisizione delle
normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi
stadi dello sviluppo (Definizione ICD -10)
• DISTURBI SPECIFICI:
i DSL non sono direttamente attribuibili a
• alterazioni neurologiche o anomalie dei meccanismi
fisiologici dell’eloquio
• compromissioni sensoriali
• ritardo mentale
• fattori ambientali
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ICD-10 DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI dell’ELOQUIO e del
LINGUAGGIO (F80)
• F80.0 Disturbo specifico dell’articolazione
dell’eloquio
• F80.1 Disturbo del linguaggio espressivo
• F80.2 Disturbo della comprensione del linguaggio
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DISTURBI SPECIFICI NON VERBALI
La Sindrome non verbale fu definita dal
neuropsicologo canadese Rourke (1989)
come
"una tipologia di disordini caratterizzata da un
forte divario, nel punteggio di QI, fra
componenti verbali e non verbali"
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Disturbi specifici non verbali
Caratteristiche
1 -Problemi percettivi e tattili, riguardanti
specialmente il lato sinistro del corpo :
manca una buona elaborazione percettiva
degli stimoli sensoriali.
2 - Problemi di coordinazione motoria.
3 - Deficit visuo-spaziali , soprattutto della
memoria di lavoro in ambito visuo spaziale.
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4 - Problemi in compiti cognitivi ( es. mappe
mentali, elaborazione corretta delle percezioni) e
sociali ( gesti ed espressioni che accompagnano il
discorso)di tipo non-verbale
5 - Buona memoria verbale meccanica
6 - Difficoltà in aritmetica e discreto successo in
lettura e scrittura (con eccezione del grafismo )
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7 - Difficoltà di adattamento a nuove situazioni sociali : i
soggetti amano le routines e le situazioni statiche
8 - Verbosità
9 - Deficit di giudizio sociale ( difficoltà ad interpretare
adeguatamente le regole, a cogliere la pragmatica del
discorso, sempre inadeguati al contesto)
10 - Discrepanza fra QI verbale (più alto) e QI di
performance (più basso)
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Difficoltà scolastiche nelle
sindromi non verbali
• Difficoltà nel Disegno soprattutto
geometrico e nell’incolonnamento dei
numeri
• Difficoltà a ricordare l’ordine spaziale nelle
procedure di calcolo
• Difficoltà nella rappresentazione dei
problemi.
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• Difficoltà nella rappresentazione dei testi
descrittivi e argomentativi se richiedono un
modello mentale visuo spaziale.
• Iniziali difficoltà nella letto – scrittura che
scompaiono però dopo la classe 3° mentre
emergono in maniera più rilevante le
difficoltà aritmetiche.
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Disturbo evolutivo specifico della
funzione motoria (Disprassia)
• La componente coordinazione motoria non
si è mai sviluppata in maniera adeguata.
• Sintomi:
• Gravi DIFFICOLTA’ di
COORDINAZIONE MOTORIA dovute a
difficoltà cognitive per cui il soggetto non è
in grado di pianificare ed immaginare i
movimenti
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Differenze con la Sindrome non
verbale
•
•
•
•
Mancano le difficoltà affettivo-relazionali
Buoni risultati nelle prove percettive
Discreti risultati scolastici
Scarsa compromissione cognitiva
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• DEFICIT DELL’ATTENZIONE: Il bambino
passa frequentemente da un’attività
all’altra: non vengono portati a termine
giochi e attività che richiedono un impegno
cognitivo.
• Se prolungato nel tempo può determinare
ritardo nell’apprendimento.
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DEFICIT dell’ATTENZIONE e
IPERATTIVITA’
• IPERATTIVITA’: notevole irrequietezza
con movimento eccessivo e comportamenti
come chiaccherare e far rumore
esageratamente.
• L’attività è eccessiva rispetto a quanto ci si
attende in quella situazione da bambini
della stessa età e di buona intelligenza
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• I bambini iperattivi sono spesso imprudenti
ed impulsivi, facili agli incidenti.
• Le infrazioni sono dovute a mancanza di
riflessione piuttosto che a deliberata
disobbedienza.
• I rapporti con gli adulti sono spesso
disinibiti e con i coetanei sono talvolta
difficoltosi
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ALTRE CAUSE DI DISTURBI
ASPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
• ACCADIMENTI ESTERNI che possono
aver disturbato l’impegno scolastico
• EPISODI DEPRESSIVI MINORI
• DISFUNZIONI PAROSSISTICHE
Piccolo male assenza ; ESES (electrical
status epilepticus during sleep)
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I Disturbi Specifici
dell’Apprendimento.
LEGGE 8 OTTOBRE 2010: Nuove norme in
materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico
LINEE GUIDA MIUR 17 Aprile 2013 :
Linee guida per la predisposizione dei
protocolli regionali per le attività
d’individuazione precoce dei casi sospetti di
DSA .
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LE DOMANDE DA PORSI
in caso di difficolta’ di apprendimento
E’ un DISTURBO di APPRENDIMENTO?
Le difficoltà del b.
• vanno oltre la normale variabilità tipica
della classe frequentata?
• sono stabili e persistono da tempo?
• non sono collegabili a fatti contingenti
della vita del b.?
Se SI : possibile disturbo di apprendimento.
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PUO’ ESSERE UN DISTURBO
SPECIFICO?
• Riguardano solo alcune aree o sono diffuse
a tutti gli ambiti di apprendimento?
• Si osserva una discrepanza fra le difficoltà
di apprendimento e le capacità intellettive
riscontrate nel b.?
• Si associano ad altre problematiche ( ad es.
emotive) del b.?
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I DISTURBI SPECIFICI
dell’APPRENDIMENTO
• SPECIFICITA’:INTERESSANO SPECIFICHE
ABILITA’ IN MODO SIGNIFICATIVO MA
CIRCOSCRITTO LASCIANDO INTATTO IL
FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO
GENERALE.
• ORIGINE NEUROBIOLOGICA :
sono DETERMINATI DA FATTORI
COSTITUZIONALI che interagiscono però con i
fattori ambientali.
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I DISTURBI SPECIFICI
dell’APPRENDIMENTO
• EVOLUTIVITA’: hanno un carattere
“evolutivo”, il disturbo ha una diversa espressività
nelle varie fasi evolutive dell’abilità in questione.
• Associazione con altri disturbi (comorbilità):molto
frequente, determina eterogenità dei profili
funzionali.
• Ha un impatto significativo e negativo per
l’adattamento scolastico e per le attività della vita
quotidiana.
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I DISTURBI SPECIFICI
dell’APPRENDIMENTO
• DISLESSIA EVOLUTIVA (DE)
• E’ UN DISTURBO DELLA LETTURA CHE SI
MANIFESTA IN UN SOGGETTO IN ETA’ DI
SVILUPPO IN ASSENZA DI DEFICIT
NEUROLOGICI,INTELLETTIVI,SENSORIALI
E CON ADEGUATE OPPORTUNITA’
EDUCATIVE E SCOLASTICHE
(Stella ,1995)
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CRITERI D’INCLUSIONE
(OMS – 1993)
• Per poter parlare di DISLESSIA evolutiva sono
necessari:
• 1 - Livello di lettura inferiore a 2 ds della media
attesa per l’età e la classe frequentata.
• 2 – Q.I. nella norma.
• 3 – Assenza di cause neurologiche o sensoriali.
• 4 – Interferenza delle difficoltà nella vita
quotidiana e per il proseguimento degli studi.
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Altre caratteristiche dei DSA
• Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei
casi.
• Prevalenza accentuata nei maschi.
• Consistente associazione tra i diversi DSA
• Eterogeneità dei quadri funzionali e dei
profili di sviluppo.
• Associazione con disturbi psicopatologici.
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AUTOMATIZZAZIONE
• Il termine esprime la stabilizzazione di un
processo automatico caratterizzato da un alto
grado di velocità e accuratezza, è realizzato
inconsciamente, richiede un minimo impegno
attentivo ed è difficile da sopprimere, ignorare e
influenzare.
• Nella DISLESSIA: l’automatizzazione nella
lettura e/o nella scrittura non si sviluppa o si
sviluppa in maniera incompleta.
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CARATTERISTICHE della
DISLESSIA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
LENTEZZA nella LETTURA
E’ il parametro che varia meno e che persiste di più nel tempo.
ERRORI nella LETTURA
A. Omissioni, sostituzioni,distorsioni o addizioni di parole o parti di
parole.
B. False partenze,lunghe esitazioni o perdita della posizione nel
testo,stile inaccurato.
C. Inversione di parole nelle frasi o di lettere all’interno delle parole.
DEFICIT nella COMPRENSIONE della lettura
Incapacità di ricordare quanto letto
Incapacità di trarre conclusioni dal materiale letto
Uso di conoscenze di carattere generale piuttosto che informazioni
derivanti dalla lettura.
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DISORTOGRAFIA
• Disturbo della scrittura inteso come disturbo
dell’utilizzazione del codice ortografico in assenza
di deficit neurologici, cognitivi,sensoriali,
relazionali e nonostante normali opportunità
educative e scolastiche.
Da differenziarsi dalla:
• DISGRAFIA che è la difficoltà di realizzazione
dei pattern motori necessari per la scrittura e che
può essere associata o indipendente dalla
disortografia.
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CARATTERISTICHE della
DISORTOGRAFIA
> LENTEZZA nell’espressione scritta.
> ERRORI ORTOGRAFICI :

-
ERRORI FONOLOGICI
Scambi di grafemi (es. Folpe per Volpe )
Omissioni
Aggiunta di lettere o sillabe (es tavololo per tavolo)
Inversioni (es. li per il)
Grafemi inesatti ( es pese per pesce )
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CARATTERISTICHE della
DISORTOGRAFIA
• ERRORI NON FONOLOGICI
• Dovuti alla scorretta rappresentazione ortografica ( visiva )
ma non fonologica della parola.
• Separazioni illegali (es. IN SIEME per INSIEME)
• Fusioni illegali (es. LACQUA per L’ACQUA )
• Scambio di grafemi omofoni ( es. SQUOLA per
SCUOLA)
• Omissione o aggiunta di H ( HA CASA per A casa )
• ALTRI ERRORI------- Omissione o aggiunta di ACCENTI
e DOPPIE.
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DISCALCULIA
• Disturbo delle abilità numeriche e
aritmetiche che si manifesta in bambini di
intelligenza normale, che non hanno subito
danni neurologici.
• Essa può presentarsi associata a
dislessia,ma è possibile che ne sia
dissociata.
( C. Temple, 1992 )
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CARATTERISTICHE della
DISCALCULIA
• Mancato riconoscimento dei simboli numerici e dei segni
matematici
• Difficoltà ad attuare manipolazioni aritmetiche standard.
• Difficoltà nell’apprendimento delle tabelline
• Difficoltà ad allineare correttamente i numeri o ad inserire
i decimali o simboli durante i calcoli.
• Difficoltà a comprendere quali sono i dati pertinenti al
problema aritmetico in esame
• Difficoltosa organizzazione spaziale dei calcoli aritmetici.
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INDICATORI di RISCHIO e
PREVENZIONE dei DSA nella SCUOLA
dell’INFANZIA
Rischio Dislessia:
gli indicatori più sensibili sono riferiti allo
SVILUPPO del LINGUAGGIO
( capacità di comprensione ed espressione,
alterazioni fonologiche significative,
capacità percettivo- uditive, competenze di
manipolazione consapevole dei suoni
all’interno delle parole)
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Rischio Disortografia e
Disgrafia:
• Indicatori riferiti allo SVILUPPO
LINGUISTICO
• Maturazione delle COMPETENZE VISUOCOSTRUTTIVE
• Maturazione delle COMPETENZE
GRAFICHE
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Rischio Discalculia
• Difficoltà nella rappresentazione delle
quantità, nel loro confronto e manipolazione
(aggiungere o sottrarre)
• Difficoltà nella capacità di astrazione della
numerosità
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TEORIE INTERPRETATIVE della
DISLESSIA
Le più importanti:
• Deficit della processazione fonologica.
• Deficit visivo/uditivo magnocellulare
• Deficit cerebellare dell’automatizzazione
Studi più recenti su:
- Ipotesi del deficit attenzionale
- Ruolo della memoria di lavoro
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Deficit della processazione
fonologica
• Secondo questa teoria i dislessici hanno uno
specifico problema nella
RAPPRESENTAZIONE,
IMMAGAZZINAMENTO
RECUPERO dei suoni del linguaggio.
Questo impedisce o rallenta l’apprendimento
delle corrispondenze grafema/fonema in un
Sistema alfabetico.
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DISTURBO FONOLOGICO e
DSA
• I dislessici presentano un deficit :
• nella capacità di operare sulle parole per
scomporle nei loro segmenti basilari, i
fonemi.
• nella consapevolezza che le lettere di una
parola scritta rappresentano questi suoni.
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Deficit uditivo/visivo
magnocellulare
• Ipotizza un’alterazione dei neuroni magnocellulari
presenti sia nel sistema uditivo che visivo.
• Il deficit fonologico è secondario ad un più
basilare deficit della percezione uditiva dei suoni
di breve durata e in rapida successione
• L’anomalo funzionamento del sistema M delle vie
visive è causa di un deficit delle abilità visuopercettive e dell’attenzione visuo-spaziale.
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Deficit cerebellare
dell’automatizzazione
• Secondo questa teoria il cervelletto sarebbe
importante nei processi articolatori che a
loro volta influenzano le rappresentazioni
fonologiche e nell’automatizzazione delle
attività apprese (tra cui il leggere).
• Questa teoria si fonda sull’osservazione di
scarse prestazioni dei dislessici in compiti
di coordinazione motoria.
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CONFRONTO fra le VARIE
TEORIE
• Studi recenti (Frith e Altri 2003) hanno ricercato i deficit ipotizzati
dalle varie teorie :
• Soggetti: 16 dislessici e 16 controlli normali
• -Deficit fonologico---- 16/16 ( 100% dei casi)
• -Deficit percettivo uditivo------10/16
• -Deficit percettivo visivo------ 2/16
• -Deficit motorio cerebellare---- 4/16
• 5 soggetti avevano esclusivamente un deficit fonologico senza altre
associazioni
• Il problema fonologico era presente in tutti i soggetti esaminati
Gli altri sistemi erano alterati in alcuni casi SI in altri NO.
Tra i soggetti normali nessuno presentava disturbi fonologici mentre
2 avevano deficit motori,1 deficit uditivi 1 deficit visivi.
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LA DENOMINAZIONE
AUTOMATICA RAPIDA
• Perché studiare la DAR?
• Le ricerche iniziate negli anni ’70 (Denckla e
Rudel) hanno evidenziato un rapporto tra
difficoltà in una prova di “Denominazione
automatica rapida”(DAR) e disabilità di lettura.
• Il deficit nella DAR è stato evidenziato anche in
età prescolare e persiste fino all’età adulta.
• Anche recenti ricerche sulla popolazione italiana
hanno dimostrato una forte interdipendenza tra
DAR e velocità di lettura almeno nelle prime fasi
dell’apprendimento. Mara Lelli
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DAR e DSA
• La DAR sembra costituire quindi accanto al
“deficit nell’elaborazione fonologica” un fattore
rilevante nell’eziopatogenesi e nel decorso della
dislessia.
• Competenza fonologica- ACCURATEZZA
• DAR ---------------------- VELOCITA’
• In tutte le lingue ad ortografia trasparente,come
l’italiano, il deficit nella velocità di lettura sembra
essere il parametro più significativo nei DSA.
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IPOTESI del DOPPIO DEFICIT
• In seguito agli studi sulla DAR:
• Wolf e Bowers (1999) hanno proposto la
“double-deficit hypothesis” che prevede nei
DSA l’interazione tra due deficit
indipendenti, uno fonologico e uno di
lentezza di denominazione.
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CONCLUSIONI
• Il DEFICIT FONOLOGICO appare essere
una causa necessaria e sufficiente della
dislessia.
• Gli altri deficit (percettivi o motori), qualora
presenti,possono aggravare il quadro.
• IPOTESI del DOPPIO DEFICIT: prevede
l’interazione tra due deficit uno fonologico
e uno nella denominazione rapida.
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BASI NEUROBIOLOGICHE dei DSA
STUDI GENETICI
STUDI NEUROANATOMICI
STUDI SUL FUNZIONAMENTO
CEREBRALE
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BASI GENETICHE
• Dimostrata un’elevata familiarità nei DSA
( 60 –70%)
Base genetica complessa: gli studi dimostrano
che sono implicati geni di vari cromosomi:
Cromosoma 6 , 2 , 18 , 15, 1, 3.
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Alterazioni neuroanatomiche
• Area presilviana ( simmetria del “planum
temporale”)
• Corpo calloso ( splenio aumentato o genu
diminuito)
• Focolai di mielinizzazione /glia in regioni corticali
e sottocorticali.
• Zona magnocellulare del sistema visivo.
• DTI (diffusion tensor images): alterazioni della
sostanza bianca (Klingberg,2000) correlate alle
abilità di lettura.
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Studi per neuroimmagini
• Mancato funzionamento delle parti posteriori
dell’emisfero sinistro durante la lettura e durante i
compiti di elaborazione visiva.
• Alterata attivazione del giro frontale inferiore
sinistro.
• Secondo il modello di Logan, 1997
• - Sistema di analisi dei fonemi--- reg.parieto –
temporale
• -Sistema automatico globale---area
occipito.temporale (forma visiva della parola)
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DIAGNOSI
• 1. ANAMNESI E VISITA NEUROPSICHIATRICA
(Valutazione neurologica,integrità degli organi di senso, altre
problematiche organiche, sviluppo motorio e prassico, aspetti emotivo
–relazionali).
• 3. VALUTAZIONE delle ABILITA’ COGNITIVE
( Percezione visiva ed uditiva,prassie costruttive e percezione visuospaziale, comprensione ed espressione verbale, memoria visiva e
verbale, attenzione)
• SCALE D’INTELLIGENZA per la definizione del Q.I.
• 4. VALUTAZIONE delle ABILITA’ di LETTURA,
SCRITTURA e CALCOLO tramite test specifici.
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Disturbi frequentemente associati
ai DSA
• DIFFICOLTA’ pregresse nello SVILUPPO
del LINGUAGGIO.
• DISPRASSIE
• COMORBILITA’ con DISTURBI
PSICOPATOLOGICI: maggiore frequenza
nei b. con DSA di difficoltà emozionali e
comportamentali o di disturbi
psicopatologici
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DISTURBI
PSICOPATOLOGICI
 CONSEGUENTI al DSA: l’insuccesso scolastico provoca
una demoralizzazione secondaria ( per disturbo
dell’immagine di Sé) che provoca condizioni
psicopatologiche ASPECIFICHE che possono simulare un
disturbo psicopatologico ( disturbo dell’umore, disturbo
d’ansia, disturbo della condotta).
 Il disturbo si riduce con la riduzione delle difficoltà
scolastiche
.
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DISTURBI PSICOPATOLOGICI
• PRECEDENTI il DSA : il DA agisce come
fattore scatenante di un disturbo psicopatologico
SPECIFICO ( depressione,ansia, disturbi del
comportamento) già presente,anche se in forma
latente, in precedenza.
Il disturbo psicopatologico può a sua volta
interferire sui processi di apprendimento
(interesse,motivazione,attenzione,memoria,
processi metacognitivi ecc.)
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COMMORBILITA’tra DSA e
DISTURBI PSICOPATOLOGICI
• DISTURBO da DEFICIT
dell’ATTENZIONE e IPERATTIVITA’
(ADHD): è il disturbo più frequentemente
associato con i DSA. E’ una relazione
bidirezionale.
• Marino,Varzin (2000): presente nel 15% dei
soggetti dislessici (prevalenza nella
popolazione generale del 3-4%)
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DSA e ADHD
L’ADHD può determinare difficoltà di
apprendimento “aspecifiche”generalizzate in tutte
le materie.
Il DSA può essere complicato successivamente con
un quadro clinico che simula l’ADHD.
E’ possibile una vera associazione tra ADHD e
DSA con un medesimo fattore eziologico.
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COMMORBILITA’ tra DSA e DISTURBI
PSICOPATOLOGICI
DISTURBI del COMPORTAMENTO:
• DISTURBO OPPOSITIVO
PROVOCATORIO
• DISTURBO della CONDOTTA
• Associazione tra ADHD e Disturbi della
condotta: i soggetti dislessici con ADHD
hanno un rischio maggiore di sviluppare
disturbi della condotta.
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COMMORBILITA’ tra DSA e DISTURBI
PSICOPATOLOGICI
• DISTURBI D’ANSIA ( attacchi di panico,
ansia di separazione, fobie semplici, fobie
sociali ecc.)
• DISTURBI SOMATOFORMI
(cefalea,vomito algie addominali ecc.)
• DISTURBI DEPRESSIVI\
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DISTURBI DEPRESSIVI
• Il disturbo depressivo si presenta nei soggetti con disturbo
dell’apprendimento
3 –6 volte di più che nei soggetti con apprendimento
normale.
Si presenta come BASSA AUTOSTIMA
DEMORALIZZAZIONE
Quadro simile ma non sempre coincidente con una vera
depressione clinica.
Se c’è un disturbo depressivo maggiore si può pensare che
una vulnerabilità psicopatologica preesistente sia stata
evidenziata dalle difficoltà scolastiche.
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PATOGENESI dei DISTURBI
BASSA AUTOSTIMA------INDEBOLIMENTO
dell’IMMAGINE di SE’ quindi
INDEBOLIMENTO del SE’ COGNITIVO
(rappresentazione dell’individuo sulle proprie capacità
cognitive).
“TEORIE dell’INTELLIGENZA”: insieme di credenze che
ciascuno costruisce sul proprio funzionamento intellettivo.
Il dislessico adotta una
MODALITA’ STATICA: ritiene che le sue capacità
intellettive siano scarse ed immutabili.
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“TEORIE dell’INTELLIGENZA”
•
•
•
•
Il dislessico adotta una MODALITA’STATICA
da cui deriva:
Sottovalutazione dell’impegno e dello sforzo
cognitivo nell’apprendere.
Evitamento delle situazioni da cui può emergere la
sua inadeguatezza.
Atteggiamento senza speranza nelle situazioni di
apprendimento.
Peggioramento delle capacità logiche e strategiche
di fronte alle prime difficoltà.
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“TEORIE ATTRIBUZIONALI”
Teorie sulle cause dei propri successi ed insuccessi
• Soggetti senza problemi---Teorie attribuzionali difensive.
• Soggetti con Disturbi dell’Apprendimento:
REALISMO DEPRESSIVO:
• -Amara e cruda valutazione delle proprie capacità
• -Senso di colpa e di vergogna
• . Attribuisce i fallimenti a fattori interni (scarsa capacità o
bassa intelligenza).
• Attribuisce i successi a fattori esterni (fortuna o aiuto).
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APPROCCIO al FUNZIONAMENTO
INTELLETTIVO
• Viene evitato il contatto prolungato con i
processi intellettivi:
• FRETTOLOSITA’,IMPULSIVITA’
• FUNZIONAMENTO NON
METACOGNITIVO con peggioramento
della prestazione.
• ASSENTE il PIACERE derivante dal
proprio funzionamento intellettivo.
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PENTAGONO PROGNOSTICO
di CRITCHLEY
•
•
•
•
•
L’evoluzione della dislessia dipende da:
Buone capacità cognitive
Identificazione ed intervento precoce
Adeguato ambiente educativo e familiare
Adeguata assistenza didattico-educativa.
Buon equilibrio psicologico del bambino.
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COMPORTAMENTO dei GENITORI
• I genitori si rapportano al bambino di solito con due
modalità:
• IPERPROTEZIONE (“ Poverino non ce la fa”)
SIMBIOSI SCOLASTICA: genitore e figlio fanno ore ed
ore di compiti a casa.
• AGGRESSIVITA’ (“Potrebbe farcela ma non vuole”).
Il bambino può avere un’identificazione proiettiva
con l’insegnante o il genitore aggressivo ed assumere
un comportamento oppositivo-provocatorio.
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STORIA NATURALE della
DISLESSIA
• La VELOCITA’ di lettura è il parametro
che varia meno nel tempo.
• Il dislessico migliora la sua rapidità di
lettura che rimane però sempre inferiore al
gruppo dei pari età scolastica.
• L’accuratezza tende a migliorare in tutti i
casi (progressiva confidenza col sistema
ortografico).
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TRATTAMENTO
• L’intervento va collocato nell’intero
processo di sviluppo del bambino.
• L’intervento precoce (nei primi tre anni
della scuola elementare) è quello che risulta
più efficace.
• Negli anni successivi vengono
maggiormente utilizzati strumenti
compensativi e dispensativi.
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Intervento dott.ssa Lelli M. 27/11/2014 - Primaria