Lucia da Siracusa
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Lucia da Siracusa
Santa Lucia da Siracusa (Siracusa, 283 – Siracusa, 304) è stata una santa romana, venerata dalla Chiesa cattolica e
dalla Chiesa ortodossa. Morì martire durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.
Santa Lucia da Siracusa
Santa Lucia
Vergine e Martire
Nascita
283
Morte
13 dicembre 304
Venerato da Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza
13 dicembre
Attributi
Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo
Patrono di
Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie
Biografie
Nell'introduzione al romanzo storico Lucia di René du Mesnil de Maricourt[1]
, Ampelio Crema ha scritto che:
Lorenzo Lotto - Santa Lucia davanti al
giudice Pascasio
«la prima e fondamentale testimonianza sull'esistenza di Lucia ci è data da
un'iscrizione greca scoperta nel giugno del 1894 dal professor Paolo Orsi
nella catacomba di san Giovanni, la più importante di Siracusa: essa ci mostra
che, già alla fine del quarto secolo o all'inizio del quinto, un siracusano come si deduce dall'epigrafe alla moglie Euschia - nutriva una forte e
tenerissima devozione per la "sua" santa Lucia, il cui anniversario era già
commemorato da una festa liturgica. Tale iscrizione è stata trovata su una
sepoltura del pavimento, incisa su una pietra di marmo quadrato, misurante
cm 24x22 e avente uno spessore di cm 3, tagliata irregolarmente. Le due
facce della pietra erano state ricoperte di calce: ciò indica che la tomba era
stata violata».
E così suona l'epigrafe o iscrizione di Euschia
Euschia, irreprensibile, vissuta buona e pura per circa 25 anni, morì nella festa della mia santa Lucia, per la
quale non vi è elogio come conviene. Cristiana, fedele, perfetta, riconoscente a suo marito di una viva
gratitudine.
Lucia da Siracusa
Di santa Lucia esiste a Siracusa il «loculo», cioè la tomba primitiva, sulla quale fin dai tempi antichi sorse una
chiesa, rifatta poi nel Seicento. Inoltre - come ha scritto Piero Bargellini nel suo libro I Santi del giorno - «esistono
iscrizioni, che testificano una remota e fervida devozione per la Martire e un culto liturgico già stabilito dai primi
secoli. Infine, esiste una di quelle "Passioni" con le quali la devozione dei fedeli ha ricamato di fantasia, sopra un
canovaccio certamente storico».
Agiografia
Gli Atti del suo martirio, il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano
di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia
di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La
madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti
somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed
Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di
Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono
S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna.
Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in
gloria che le diceva Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi
Santa Lucia
ottenere tu per tua madre? Nella visione S. Agata le
preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa.
Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di
consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo
patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i
decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano.
Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane
donna nel proclamarsi cristiana. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni,
tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone e tormenti.
Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la
destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento, ed assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l'episodio
di Lucia che si strappa gli occhi. L'emblema degli occhi sulla tazza, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente,
con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome Lucia (da Lux, luce).
La sua iconografia vede spesso gli occhi accompagnati dal pugnale conficcato in gola. Il motivo di questa
raffigurazione è da spiegarsi con il racconto dei cosiddetti Atti latini che descrivono la morte di Lucia per jugulatio
piuttosto che per decapitazione.
Storicamente attestato, grazie anche ad una testimonianza scritta lasciataci da un testimone oculare, il can. Antonino
De Michele, è quello che è passato alla storia come il miracolo della fine della carestia dell'anno 1646. La domenica
13 maggio 1646, a chiusura di un ottavario di preghiera per la cessazione della carestia, ottavario durante il quale il
simulacro di S. Lucia era stato esposto alla pubblica venerazione presso l'altare maggiore della Cattedrale di
Siracusa, una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa celebrata dal Vescovo Elia de'
Rossi. Quando la colomba si posò sul soglio episcoplae, una voce annunciò l'arrivo al porto di un bastimento carico
di cereali. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state
rivolte.
Priva di fondamento la leggenda che vuole che in quell'occasione i siracusani cucinarono di fretta i cereali per
nutrirsene facendo così nascere la tradizione della cuccìa. La cuccìa, un dolce a base di ricotta e frumento tipico della
Sicilia occidentale, non è mai stato un dolce tipico siracusano. È stato introdotto a Siracusa, più come elemento
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Lucia da Siracusa
folkloristico che tradizionale, negli anni '80 del XX secolo, da alcune pasticcerie siracusane.
Secondo una leggenda priva di fondamento oggettivo,[2] la discendenza della santa siracusana proverrebbe
direttamente dalla famiglia di Archimede, legando così le due figure più importanti della città ad un unico ramo
genealogico.
Santa Lucia nella Divina Commedia
La figura di S. Lucia, nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione non soltanto sul piano strettamente religioso e
teologico, o artistico, ma anche letterario sia nell'ambito di una letteratura colta, diremmo “alta”, sia in un contesto
più propriamente legato alla tradizione popolare di questo o quell’ambiente in cui si è, in varia misura, radicato il
culto verso la martire siracusana.
Nell’ambito della tradizione letteraria propriamente detta, la figura della Santa ispirò Dante Alighieri. Il poeta nel
"Convivio" afferma che aveva subìto in gioventù una lunga e pericolosa alterazione agli occhi a causa delle
prolungate letture (Cfr. Conv. III-IX, 15), ottenendone poi la guarigione per intercessione di S. Lucia. Gratitudine,
speranza e ammirazione indussero quindi il sommo poeta ad attribuirLe un ruolo fondamentale non soltanto nella sua
vicenda personale, ma anche, allegoricamente e simbolicamente, in quella dell’umanità intera nel suo viaggio
oltremondano descritto nella Divina Commedia.
S. Lucia nelle tre cantiche diventa il simbolo della "grazia illuminante", per la sua adesione al Vangelo sino al
sacrificio di sé, dunque, "via", strumento per la salvezza eterna di ogni uomo, oltre che del Dante personaggio e
uomo.
Questa interpretazione religiosa della personalità storica della vergine siracusana, quale santa che illumina il
cammino dell’uomo nella comprensione del Vangelo e nella fede in Cristo, risale ai primi secoli della diffusione del
suo culto. Così, infatti, l’hanno esaltata, promuovendone la devozione, S.Gregorio Magno (590-604), S.Giovanni
Damasceno (674-754), S.Adelmo d’Inghilterra (-709) e tanti altri. Ed è, appunto, a questa interpretazione della figura
di S. Lucia, che si collega Dante, in aspra e aperta polemica con il contesto storico di decadenza morale, politica,
civile del suo tempo, tema, peraltro, di fondo che percorre tutta l’opera dalla "selva oscura" all’ascesa verso
l’"Empireo".
Se esaminiamo con attenzione la figura della martire nella Divina Commedia, si scorge in Lei un personaggio che ci
appare vivo e reale nel coniugare in sé qualità celestiali e umane allo stesso tempo. È creatura celeste e umana,
quando su invito di Mariascende dall’Empireo, per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e, del conseguente
pericolo, che incombe su di lui:
Questa (e cioè la "donna gentil", Maria indicata sempre così in tutta l’opera) chiese Lucia in suo dimando e disse: Or
ha bisogno il tuo fedele di te, ed io a te lo raccomando. Lucia, nimica di ciascun crudele, si mosse... (Inferno II,
92-96).
A questo punto, la santa con gli occhi luminosissimi in lacrime (li occhi lucenti lacrimando volse) si rivolge a
Beatrice, la donna amata dal poeta, invitandola a soccorrere Dante personaggio prima che sia troppo tardi: Beatrice,
loda di Dio vera, ché non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te de la volgare schiera? Non odi tu pietà del
suo pianto? Non vedi tu la morte che ’l combatte Su la fiumana ove ’l mar non ha vanto? (Inferno II, 103-108)
E ancora, nel 2° regno oltremondano, S. Lucia è creatura umana, materna nel prendere Dante assopito, dopo un
colloquio con illustri personaggi in una località amena (la "Valletta dei Principi") e, a condurlo alla porta d’ingresso
del Purgatorio: Venne una donna e disse: I’ son Lucia lasciatemi pigliar costui che dorme; sì l’agevolerò per la sua
via (Purgatorio IX, 55-57).
E così, dopo averlo aiutato ad intraprendere il difficile cammino di salvezza, a seguito dello smarrimento nella "selva
oscura", lo mette in condizione di intraprendere il percorso della purificazione dei propri peccati. Anche qui Dante
personaggio, per influsso senz’altro del Dante autore e uomo a lei "fedele", accenna ancora una volta alla luminosa
bellezza degli occhi della martire, non senza rimandi simbolici: Qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli
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Lucia da Siracusa
quella intrata aperta: poi ella e ’l sonno ad una se n’andaro (Purgatorio IX, 61-63). Infine, la vergine siracusana è
spirito celeste, quando al termine del viaggio ultraterreno, nel Paradiso, Dante personaggio su indicazione di S.
Bernardo, la rivede nel primo cerchio dell’Empireo, accanto a S. Anna e a S. Giovanni Battista, nel trionfo della
Chiesa da lei profetizzato durante il martirio: Di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia
che non move occhio per cantare osanna. E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua
donna, quando chinavi, a ruinar, le ciglia. (Paradiso XXXII, 133-138). Dante, raggiunta la pienezza della sua ascesa,
associa questa volta significativamente la figura di S. Lucia a quella della Madre di Maria, S. Anna, collocandola di
fronte ad Adamo, il capostipite del genere umano. Maria, Beatrice, Lucia sono le tre donne che hanno permesso, per
volere divino, questo cammino di redenzione al personaggio Dante, ma tra di esse, la vergine siracusana rappresenta
per il sommo poeta, l’ineludibile anello di congiunzione (e quindi il superamento) fra l’esperienza terrena del peccato
e il provvidenziale cammino ascetico-contemplativo dell’esperienza oltremondana.
Salvatore Greco
(da “Santa Lucia - Tradizioni Brembane e Siracusane” - a cura di Diego Gimondi e Salvatore Greco, Ferrari Editrice
2005)
Culto in Italia
La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre; antecedentemente
all'introduzione del calendario moderno (1582) la festa cadeva in
prossimità del giorno del solstizio d'inverno (da cui il detto "santa
Lucia il giorno più corto che ci sia") ma non vi coincideva nei paesi
che adottarono subito il nuovo calendario (differenza di 10 giorni). Nei
paesi nordici, che adottarono questo calendario circa duecento anni più
tardi, il solstizio cadeva, invece, proprio il 13 dicembre (calendario
gregoriano). È curioso notare che questa tradizione si può applicare
nell'ambito del calendario gregoriano, avendo però l'accortezza di
interpretare il "giorno più corto" come il giorno in cui il sole tramonta
prima; comunque, l'associazione non e' assoluta, in quanto
nell'emisfero sud della Terra è uno dei giorni più lunghi dell'anno.
La celebrazione della festa in un giorno vicino al solstizio d'inverno, è
probabilmente dovuta alla volontà di sostituire antiche feste popolari
che celebravano la luce e si festeggiano nello stesso periodo
Santa Lucia. Tela del secolo XVIII. Santa Maria
nell'emisfero nord. Altre tradizioni religiose festeggiano la luce in
di Licodia
periodi vicini al solstizio d'inverno come ad esempio la festa di
Hanukkah ebraica, che dura otto giorni come le celebrazioni per la santa a Siracusa, o la festa di dipavali celebrata in
India.
È considerata dai devoti la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso
invocata nelle malattie degli occhi.
Il corpo della santa, prelevato in epoca antica dai Bizantini a Siracusa, è stato successivamente trafugato dai
Veneziani che conquistarono Costantinopoli (l'attuale Istanbul) dove è attualmente conservato e venerato nella chiesa
di San Geremia a Venezia. Le sacre spoglie della santa siracusana tornarono eccezionalmente a Siracusa per sette
giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17° centenario del suo martirio.
L'arrivo e la partenza delle spoglie furono salutati da una incredibile folla di siracusani; riscontrata l'elevatissima
partecipazione e devozione dei devoti, siracusani e non, da allora si è fatta strada la possibilità di un ritorno
definitivo tramite alcune trattative tra l'Arcivescovo di Siracusa Giuseppe Costanzo e il Patriarca di Venezia Angelo
Scola.[3]
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Lucia da Siracusa
Festa di Santa Lucia ad Erchie (BR)
Si festeggia il secondo giovedì dopo Pasqua, in occasione delle tradizionali "perdonanze" ed il 13 dicembre. Il corpo
di Santa Lucia fu custodito dai monaci basiliani nella grotta dell'Annunziata durante la deportazione delle spoglie
della santa da Siracusa verso Costantinopoli. La leggenda racconta che un pastore vide la sua mucca allontanarsi
costantemente dal resto del gregge; un giorno incuriosito la segui accorgendosi che si abbeverava non lontano;
vicino a quella sorgente scorse una effige della santa realizzata durante l' epoca della sosta delle spoglie. I fedeli dell'
allora "Hercle" vollero costruire una cappella in onore della santa e successivamente una basilica superiore. il
santuario che si sviluppa su tre piani. In quello più basso sgorga l' acqua ritenuta da tanti fedeli miracolosa. Molti
fedeli accorrono da tutta Italia, generalmente il giovedì, per venerare la Santa e approvvigionarsi dell'acqua santa nei
tipici "milicchi", per devozione, voto o ringraziamenti per grazie ricevute.[4]
Festa di Santa Lucia a Siracusa
È una festa molto sentita e partecipata che
convoglia nella città siciliana una enorme
quantità di fedeli.
La festa patronale della Santa siracusana
comincia ufficialmente la mattina del 12
dicembre con la traslazione del simulacro
argenteo della Santa dalla sua cappella in
cattedrale, fino all'altare maggiore. La sera
vengono poi celebrati, sempre in cattedrale,
i vespri solenni, presieduti dall'Arcivescovo,
a cui partecipano diversi sacerdoti della
diocesi, diaconi, il Seminario Arcivescovile,
diverse autorità civili e religiose. Alla fine
dei vespri viene distribuita ai fedeli la
Processione di S.Lucia a Siracusa
"cuccìa", dolce tipico della Sicilia
occidentale che viene preparato come da
tradizione il giorno della festa della Santa Patrona, introdotto a Siracusa negli anni '80 del XX secolo.
È il 13 dicembre il giorno principale della festa, in cui tutta la città e non solo si stringono attorno alla Santa
siracusana. Il simulacro argenteo viene portato a spalla lungo le vie della città per giungere in serata alla chiesa di
Santa Lucia al Sepolcro localizzata nel quartiere e più specificatamente nella piazza intitolata in sua memoria.
Momenti suggestivi della processione sono la sosta che la Santa Patrona fa al suo arrivo nelle vicinanze del Porto
grande e al passaggio sul ponte quando marinai e militari le dedicano i loro onori facendo suonare a festa le sirene
delle loro navi.
Giorno 20, giornata tradizionalmente definita dai siracusani come l' ottava, il simulacro di S.Lucia, rispetto al tragitto
di sette giorni prima, osserva diverse soste molto sentite dai fedeli. La prima al santuario della Madonna delle
Lacrime, dove avviene l'incontro tra la Santa e Maria. La seconda presso l'ospedale di Siracusa (situato a pochissimi
metri dal santuario stesso) per far visita ai malati. Dopo aver effettuato le sopraccitate soste, riprende il cammino
verso la Cattedrale attraversando il cuore della città.
Il simulacro argenteo giunge in serata sul Ponte Umbertino (i ponti per i siracusani ) per il tradizionale spettacolo
pirotecnico prima di fare rientro nell'isola di Ortigia, dove raggiunge Piazza Duomo intorno alle 23 per essere
riconservata nella propria cappella in Cattedrale dove resta chiusa fino alla prima domenica di maggio, quando si
svolge la festività di Santa Lucia delle quaglie.
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Lucia da Siracusa
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Nel nord d'Italia
In alcune regioni dell'Italia settentrionale, particolarmente nel Trentino
e nelle province di Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova,
Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona, esiste una tradizione legata
ai "doni di santa Lucia", figura omologa dei vari Babbo Natale, Gesù
bambino, Befana ed altri che, durante i secoli, hanno sostituito l'antico
culto degli avi, nell'immaginario infantile.
Secondo la moderna usanza, nata negli anni trenta e consolidatasi nei
decenni successivi, i bimbi scrivono una lettera alla santa, elencando i
regali che vorrebbero ricevere e dichiarando di meritarseli, essendo
stati bravi ed obbedienti durante l'anno.
Francesco del Cossa, santa Lucia
Per accrescere l'attesa a la credenza dei bimbi, è uso che i ragazzi più
grandi, nelle sere precedenti, percorrano le strade suonando un
campanello da messa e richiamando i piccoli al loro dovere di andare
subito a letto, ad evitare che la santa li veda e li accechi, gettando
cenere nei loro occhi. Allo scopo di ringraziare la santa è uso lasciare
del cibo; solitamente delle arance, dei biscotti, mezzo bicchiere di vino
rosso e del fieno per l'asino che trasporta i doni.
Il mattino del 13 dicembre, al loro risveglio, i bimbi troveranno un piatto con le arance e i biscotti non consumati,
arricchito di caramelle e monete di cioccolato. Inoltre, a volte nascosti nella casa, i doni che avevano richiesti e che
sono dispensati totalmente o parzialmente, secondo il comportamento tenuto e, più spesso, secondo le disponibilità
economiche dei genitori.
Nella tradizione veronese, santa Lucia è raffigurata come una donna anziana, che evidentemente contrasta con
quanto si sa della santa, morta probabilmente all'età di circa 21 anni.
Festa di santa Lucia a Savoca
Oltre alla tradizionale processione e festa del 13 dicembre, nel paese
siciliano di Savoca, in provincia di Messina, si tiene, in periodo estivo
(la seconda domenica di agosto) una festa che rievoca, per le vie del
paese, il martirio della santa. Santa Lucia è impersonata da una
bambina di origine savocese che, vestita di bianco, viene portata a
spalla da un uomo e tiene fra le mani una palma d'argento, simbolo del
martirio. Attorno alla bambina (detta "la Lucia") molti personaggi in
costume cercano di tentarla. Primo fra tutti il diavolo ('u Diavulazzu),
un uomo vestito di rosso, che indossa un'antica maschera di legno e che
brandisce un forcone ricurvo detto "furcedda". La bambina ha una
grossa corda legata alla vita e questa corda viene tirata da altri
figuranti, vestiti da soldati romani, tradizionalmente chiamati "Giudei";
infine all'altro capo della corda sono legati due buoi. Compito della
Lucia è compiere tre volte il giro del paese, accompagnata da tutti
questi personaggi, e rimanere immobile di fronte alle tentazioni. Alla
fine del percorso la processione si ferma nella piazza principale del
paese, dove la bambina scende dalle spalle dell'uomo che la trasportava, si inchina dinanzi al popolo, i buoi vengono
sciolti, i giudei si disperdono, e nel paese hanno inizio i festeggiamenti.
Lucia da Siracusa
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La festa di santa Lucia è divenuta negli anni uno dei più importanti appuntamenti turistici dell'antico borgo di
Savoca, e attira, oltre agli emigrati che rientrano a casa per le vacanze, anche molti turisti dalle vicine province di
Messina e Catania, e dal resto della penisola.
Festa di santa Lucia a Catenanuova
Quando fu eretta la chiesa dedicata a Maria Santissima
Immacolata a Catenanuova in provincia di Enna, un manoscritto a
firma di don Gioacchino Tornatore in data 10 maggio 1908 narra
così:
La chiesa di sua natura è filiale della maggiore, cosicché il
Parroco vi esercita la sua piena giurisdizione, ne amministra
personalmente le rendite, si riserva le funzioni più importanti
dell’anno come il giorno dell'Immacolata 8 dicembre, quello di
San Gaetano il 31 maggio, e quello di Santa Lucia il 13 dicembre,
le straordinarie solennità. Il cappellano che vi celebra la Messa è
coadiutore nato del Parroco per quanto riguarda
l'amministrazione dei Sacramenti.
Da questa bolla è possibile capire che il simulacro di santa Lucia è
stato acquistato appunto per l’occasione dell’apertura della nuova
chiesa, quindi sembra abbastanza verosimile che da quell’anno
s’iniziò a celebrare la festa in onore della martire Lucia, anche
perché il simulacro in gesso che fino al 2003 si portò in
processione, risale al 1908 quindi possiamo dire che la devozione
alla santa siracusana arrivò in quell’anno. L’antico simulacro in
Santa Lucia V. e M. in un momento dell'uscita in
processione il 13 dicembre, opera lignea che si venera
gesso nel 2004 in occasione del 1700° anniversario dal martirio
nella chiesa Maria Immacolata di Catenanuova (EN)
della santa, è stato sostituito da un altro in legno realizzato su
copia della statua di santa Lucia che si conserva a Siracusa, dato
che la statua del 1908 dopo il restauro del 2002 ha riportato delle lesioni che non garantivano più le processioni.
È da rilevare, che nel medaglione posto al collo della statua di santa Lucia, si conserva una reliquia portata a
Catenanuova nel 1750.
Grande devozione vi è anche per questa Santa a Catenanuova. In onore di santa Lucia il popolo devoto ancora oggi
partecipa al triduo cantato con preghiere e inni in suo onore le quali succedono la festa dell'Immacolata e che si
concludono il 13 del mese di dicembre con: alle 9,00 alle 11,00 e alle 17,00 la messa in suo onore, e intorno alle
18,00 con l'uscita dell'artistico simulacro per le vie cittadine, tra fuochi pirotecnici, banda musicale, inni e preghiere.
A Napoli
A Napoli, nel borgo marinaro di Santa Lucia (al quale fa riferimento la celebre canzone napoletana Santa Lucia) i
festeggiamenti cominciano dal Sabato precedente il 13, con una processione che porta il busto argenteo della
Martire, risultante dalla fusione di diversi ex-voto, dal mare fino alla chiesa di Santa Lucia. All'alba del 13 dicembre,
lungo l'itinerario verso la chiesa di Santa Lucia viene collocata una batteria di fuochi che precede la processione dei
fedeli, i quali recano candele o bengala a simboleggiare la luce della Martire che pervade il buio della notte. Per tutta
la giornata del 13 dicembre si tiene Messa ad intervalli di un'ora, fino alle 18:30 quando l'intervento del Cardinale
chiude le celebrazioni e dà avvio all'ultimo spettacolo pirotecnico.
Lucia da Siracusa
A Castelbuono
A Castelbuono, sulle Madonie, la Santa è festeggiata due volte l'anno; l'ultima domenica di settembre ricorre la festa
di Santa Lucia di Campagna, che si svolge in una chiesetta fuori paese ed è consuetudine preparare sin dalla sera
prima la tradizionale cuccia ("zuppa" di cereali) che sarà poi benedetta e distribuita a tutti i presenti; questa festa
nacque dopo il ritrovamento del quadro sottoterra e la successiva edificazione della chiesa ad opera dello stesso
contadino che lo ritrovò. Ancora oggi il quadro si ritiene miracoloso. Il 13 dicembre, invece, è la congregazione a
festeggiare la Santa nella chiesa del Rosario. Anche in questa occasione si distribuisce la cuccia e la gente usa non
mangiare pane o pasta per tutta la giornata. cibi tipici sono gli arancini e le panelle. la Santa è invocata contro le
malattie degli occhi in particolar modo "l'ugghialoru".
A Carlentini
L'origine della devozione verso Santa Lucia può essere ricondotta al periodo della stessa fondazione della città.
Infatti gli abitanti di Carlentini il 15 marzo 1621, secondo l'antica usanza di mettere la città sotto la protezione di un
santo, scelsero Santa Lucia a "Patrona protettrice ed Avvocata della città" chiedendone la proclamazione ufficiale.
Le celebrazioni avvenivano ogni anno nel giorno della Pasqua di resurrezione ma si rivelarono inopportune e il 3
aprile 1842 furono spostate alla Pasqua di Pentecoste. Trent'anni dopo e precisamente il 20 ottobre 1872 il Consiglio
deliberò di festeggiare la Patrona la quarta domenica di agosto di ogni anno tradizione rimasta immutata fino ad
oggi. Le celebrazioni durano tre giorni ed hanno inizio il sabato con l'esposizione della Sacra Reliquia, un
avambraccio d'argento che custodisce un frammento osseo del braccio della Santa altre tre reliquie sono presenti
all'interno di altrettanti reliquiari, la domenica mattina, alle ore 10.00, dopo la celebrazione della messa, possiamo
assistere alla trionfale uscita del venerato simulacro, spinto dai "devoti di Santa Lucia", accompagnato dalla
Deputazione e dalle autorità civili e militari, seguita dallo sparo dei fuochi d'artificio. Il venerato fercolo rientrerà il
lunedì sera alle 24.00. Il lunedì concluderà il giro della città. I festeggiamenti si chiudono con il tradizionale sparo
dei fuochi pirotecnici.
Il simulacro di santa Lucia è un'opera di probabile manifattura locale. Sull'anno della sua realizzazione si sa poco ma
certamente già esisteva nel 1621 anno della proclamazione a Patrona di Carlentini. La struttura è di legno, tela, colla
e gesso. Nel secolo scorso il materiale fu impreziosito con l'integrale rivestimento di lamine in oro pregiato e
argento, opera di diversi maestri orafi e argentieri della Sicilia. Le 18 stole, che possiede il tesoro della santa, sono
impreziosite dei tanti ex voto dal 1630 ad oggi suddivise in ventenni o decenni, oltre i tanti ex voto raffiguranti occhi
argentei, e la preziosissima croce pettorale in oro massiccio impreziosita da smeraldi ,rubini e diamanti di pregevole
fattura donata a fine Ottocento dai Baroni Beneventano della Corte.
A Rocca di Cambio
La devozione delle popolazioni dell’Altopiano delle Rocche alla santa protettrice della vista, patrona di Rocca di
Cambio, si fa risalire al XIII secolo; i festeggiamenti in onore della Santa, che richiamano fedeli da tutta la Marsica,
hanno luogo durante l’ultimo fine settimana di giugno, anziché nella tradizionale data del 13 dicembre. Lo
spostamento della festa al periodo estivo, deciso fin dal 1794, fu una diretta conseguenza dell’estrema rigidità
climatica della zona e delle oggettive difficoltà che s’incontravano nello svolgimento della processione lungo
l’impervio viottolo, solitamente innevato e ghiacciato, che in meno di due chilometri congiungeva l’abitato di Rocca
di Cambio con la Chiesa di Santa Lucia.
Durante questi tre giorni di festa la Chiesa viene riaperta ai fedeli e in essa vengono celebrate le Sante Messe, sia
tradizionali che salmodiate, officiate in numero adeguato da consentire la partecipazione ai tanti fedeli accorsi.
In paese la festa si protrae per tre giorni con spettacoli pirotecnici, canti folcloristici e sfilate nei tipici costumi
abruzzesi. Alla domenica la festa si chiude con la tradizionale processione, che ripercorre da secoli lo stesso viottolo,
i fuochi d’artificio che illuminano la notte dell’altopiano e il tradizionale Ballo della Pupazza che si svolge nella
piazza principale del paese.
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Lucia da Siracusa
S. Lucia a Belpasso (CT)
Il paese di Belpasso, anticamente chiamato Malpasso, ha come patrona Lucia, della quale conserva alcune reliquie
rilasciate nel 1654 dall'allora vicario generale di Catania e messe in salvo durante l'eruzione dell'Etna del 1669 che
fece scomparire il paese.
Successivamente la chiesa ricevette altre reliquie tra le quali ricordiamo le ultime donate dalla chiesa di S.Lucia in
Venezia e dall'arcivescovo di Catania.
Santa Lucia viene festeggiata come patrona dal 1636 ma era già venerata in precedenza: i fedeli infatti si recavano
nella chiesa della Madonna delle Grazie del convento dei Carmelitani di Malpasso a pregare la Santa ai piedi di un
grande quadro.
Le feste in onore della patrona che durano tredici giorni e raggiungono il culmine il 12, 13 e 14 dicembre sono uno
degli appuntamenti più sentiti dalla popolazione locale che attende non solo la suggestiva processione delle reliquie e
del simulacro sul fercolo d'argento, opera di artigiani orafi siciliani del Settecento (giorno 13 e 14), ma anche e
soprattutto l'apertura dei carri e le "cantate" (la sera della vigilia).
I carri sono delle grandi costruzioni meccaniche che racchiudono elaborate scenografie, realizzati con settimane di
intenso lavoro da stuoli di artigiani (in rappresentanza di ciascun quartiere) raccolti in gruppi, ciascuno dei quali è
diretto da un "mastro" cioè l'ideatore o meglio il "progettista" dei carro.
I carri vengono presentati uno alla volta, chiusi, in piazza Duomo e si aprono lentamente (la "spaccata"), svelando lo
scenografico contenuto in un tripudio di luci, dipinti e personaggi viventi in un crescendo spettacolare in attesa
dell'ultima scena del carro, l'Apoteosi di Santa Lucia, che può raggiungere la ragguardevole altezza di ben dieci
metri.
La "spaccata" di ciascun carro è accompagnata dall'esibizione dei "cantanti" che lodano la santa con toni struggenti.
Festa di S. Lucia ad Aci Catena (CT)
Il primo simulacro di Santa Lucia, che risale al 1440, viene sostituito con l’attuale nell’anno 1666. Una scultura
lignea di enorme pregio artistico che non ha eguali nel territorio circostante, voluto dalla lungimiranza dal can.
Francesco Strano e che il popolo santalucioto ha custodito nell’arco dei secoli.
Il 12 dicembre è già festa ad Aci S. Lucia, odierno quartiere del comune di Aci Catena. È il giorno della conclusione
del solenne novenario che ha visto una larga partecipazione di popolo. Dopo la celebrazione eucaristica i fedeli si
dispongono ad andare a prelevare, come da antichissima tradizione, il braccio reliquiario dalla chiesa Matrice di Aci
Catena.
La prima testimonianza risale al 12 dicembre 1666 in cui una solenne processione partita dalla Matrice di Aci Catena
raggiungeva la chiesa dedicata a Santa Lucia. La scena si ripete ogni anno con la stessa solennità. La processione
vede la partecipazione del clero cittadino e delle confraternite. La suggestiva processione si conclude sul sagrato
della chiesa di Santa Lucia con la benedizione con la reliquia e lo sparo di fuochi pirotecnici.
Le cinque del mattino: il campanone incomincia a produrre i suoi rintocchi dal ritmo sincopato. Si tratta del
cosiddetto “cunsulato” che annuncia la solennità del dì di festa. Poco più tardi lo stormo delle campane è
accompagnato dallo sparo di tredici salve. Tutto ormai prelude al primo momento topico della giornata: l’incontro
dei santalucioti con il simulacro della loro Patrona. Alle ore 8,30 la chiesa è piena in modo inverosimile; l’emozione
si tocca con mano: tutti gli sguardi sono rivolti verso la cappella.
È il momento: il “mastro di vara”, colui che ha materialmente la cura del simulacro e del fercolo, si avvicina alle
porte della cappella. Cinque chiavi fanno scattare cinque serrature: la parola passa al parroco che con parole
appropriate prepara spiritualmente il momento dell’incontro; quindi, invita alla preghiera. L’”Amen” festoso della
liturgia si confonde a questo punto con le voci di giubilo dei fedeli e l’immagine di Santa Lucia viene svelata e
traslata all’altare maggiore opportunamente adornato.
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Lucia da Siracusa
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Giunge il momento del solenne Pontificale. Il coro, accompagnato dall’orchestra, anima la liturgia: è un momento
intenso di preghiera corale alla presenza di tutto il popolo santo di Dio e delle autorità civili e militari.
La mattinata di festa volge al termine. Adesso i cuori sono orientati verso la solenne uscita del simulacro che avverrà
puntualmente alle ore 16,00. La venerata effige non è ancora apparsa sulla porta maggiore della chiesa e già è un
tripudio di suoni e di colori. Trasferito sull’elegante fercolo dei primi ottocento, il simulacro inizia il suo giro della
borgata di Aci Santa Lucia e per le vie della città: un tripudio che diventa incontenibile quando si toccano gli antichi
quartieri della parrocchia: il “Crucifissu ‘o vadduni”, la “Sanità”, la “Cubisia”, la “vanedda ‘e roti”.
Giunge il momento finale: il trionfale ingresso in Piazza Santa Lucia. Uscendo di corsa da via Esperando, il fercolo
percorre via Vittorio Emanuele, mentre i fuochi d’artificio illuminano il cielo: un momento di apoteosi che prelude al
commiato.
Il simulacro di Santa Lucia viene riportato nella sua cappella e lentamente, tra canti e grida di giubilo, viene velato.
Santa Lucia è considerata patrona di
• Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
(compatrona assieme alla Madonna della Lettera, a san Placido
e a San Bartolomeo).
• Arcidiocesi di Siracusa.
• Belpasso (CT) - Durante i festeggiamenti si svolge la
caratteristica manifestazione dei Carri di santa Lucia, sontuose
macchine sceniche barocche, allestite dalle maestranze dei
Quartieri cittadini.
• Carlentini (SR).
• Castrocielo(FR).
• Copparo (FE).
• Cortenuova (BG).
• Diemoz parrocchia di Verrayes nella regione autonoma Vallée
d'Aoste.
• Erchie (BR) - Nel famoso santuario che porta il suo nome si
conservano due reliquie: un lembo della pelle e un pezzo di
osso del dito di una mano.
Il Seppellimento di santa Lucia, Caravaggio
• Fondo in Val di Non (TN).
• Miglierina (CZ).
Mongrassano (CS)
• Montefiore dell'Aso (AP).
• Motta Santa Lucia (CZ) - Si festeggia il 13 dicembre con la processione e la tradizionale "focara" (accensione di
un falo' di grandi dimensioni).
• Prezza (AQ) - Si festeggia nell'omonimo santuario il 13 dicembre ed il martedì dopo la Pentecoste. Si conserva
una reliquia. Esclamazione impetratoria: Santa Lucia di Prezza ci conservi la vista.
• Quargnenta di Brogliano (VI) - Compatrona della comunità parrocchiale assieme a San Lorenzo, diacono e
martire.
• Rocca di Cambio (AQ).
• San Pietro (frazione di Rosà) (VI).
• Santa Lucia del Mela (ME).
• Santa Lucia di Piave (TV).
• Santa Sofia (Italia).
Lucia da Siracusa
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Savignano sul Rubicone (FC).
Savoca (ME).
Siracusa.
Venasca (CN).
La festa di santa Lucia a Valguarnera Caropepe è da sempre sinonimo di divertimento infantile in quanto fin dai
tempi più antichi toccava ai bambini l'importante compito di raccogliere la legna nei boschi o nelle zone di
campagna per poi essere trasporta fino alle differenti piazze prescelte del paese. In seguito all'ammucchiamento il
legname prende la forma di una piccola montagna. Alla legna viene appiccato il fuoco contemporaneamente allo
squillare delle campane della chiesa madre alle otto di sera, quando proprio dalla chiesa uscirà il "quadro". Il quadro
altro non è che una immagine di santa Lucia su un foglio di carta; esso viene incollato al "burgio", termine locale per
indicare un tronco spesso di paglia posizionato verticalmente il quale, uscito dalla chiesa, viene acceso all'estremità
superiore e portato in processione per le vie principali del paese da volontari che lo spingono con la corda oppure da
un carro. Il fuoco si spegnerà da solo consumandosi naturalmente. Il secondo atto della festa si svolge il 13 sera
quando, sempre dalla chiesa madre, esce la statua della santa che ripercorre le vie seguita a piedi da una numerosa
folla di fedeli. Durante questi due giorni di festa è tipica usanza gustare "la cucia", altro termine locale per indicare
un piatto di granuli di frumento cucinati per diverse ore e conditi a loro volta a seconda dei personali gusti. Il piatto
cucinato in famiglia non è consumabile nei ristoranti, poiché la ricetta si tramanda di generazione in generazione.
Culto in Svezia
In Svezia Lucia è molto venerata, sia dalla chiesa cattolica, che da quella luterana.
I bambini preparano biscotti e dolciumi a partire dal 12 dicembre. La mattina del 13, la figlia maggiore della famiglia
si alza ancor prima dell'alba e si veste con un lungo abito bianco legato in vita da una cintura rossa; la testa è ornata
da una corona di foglie e da sette candele utili per vedere chiaramente nel buio. Le sorelle, che indossano una
camicia bianca, simboleggiano le stelle. I maschi indossano cappelli di paglia e portano lunghi bastoni decorati con
stelline. La bambina vestita come santa Lucia sveglia gli altri membri della famiglia e serve loro i biscotti cucinati il
giorno precedente.
Nel paese scandinavo è diffusa una tradizionale canzone di santa Lucia (Luciasången) che non è altro che la celebre
"santa Lucia" napoletana adattata con un testo in lingua svedese. In diverse città alcune bambine sfilano vestite come
santa Lucia intonando il Luciasången di casa in casa.
Ogni anno c'è un'elezione per la Lucia di Svezia che, infine, raggiunge la città siciliana di Siracusa, durante i
festeggiamenti di Santa Lucia, partecipando anche alla processione dell'ottava, quando il simulacro di Santa Lucia
viene ricondotto in Duomo.
Patrona della vista
È considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che ne soffrono, come i non vedenti, i miopi, gli
astigmatici.
Voci correlate
• Seppellimento di Santa Lucia, dipinto del Caravaggio.
Bibliografia
• Giancarlo Gozzi, Santa Lucia Storia, Culto, Tradizioni, Editoriale Sometti 2002
• Alfio Caltabiano, Santa Luciuzza bedda Patruna di Carruntini, Casa Editrice Ma.Va. 2000
• Battilana Rossana, Santa Lucia, Benedettina Editrice 1996
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Lucia da Siracusa
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Elena Bergadano, Lucia, Edizioni Paoline 1989
René Du Mesnil de Maricourt, Lucia, Edizioni Paoline (originale del 1858) rivisto da Ampelio Crema nel 1982
Giuseppe Maino, Santa Lucia: vergine e martire siracusana, Edizioni Paoline 1961
Sebastiano Amenta, Santa Lucia. La tradizione popolare a Siracusa e a Carlentini, Eurografica 2000.
Pasquale Magnano, Lucia di Siracusa, Edizioni ASCA, Siracusa 2004.
Mariarita Sgarlata, La Catacomba di Santa Lucia e l’Oratorio dei Quaranta Martiri, Siracusa 2006.
Sigebert von Gembloux: Acta Sanctae Luciae, ed. Tino Licht, Heidelberg 2008 (=Editiones Heidelbergenses 34).
Benito Aprile, I Manifesti dei Festeggiamenti di Santa Lucia in Italia 1/a ed. Siracusa 2005/6
Cosimo Vincenzo Morleo, Il Santuario di Santa Lucia in Erchie, 1992
Salvatore Di Salvo, "Devoti! ...W Santa Lucia. Storia di un cammino d'amore con la Santa Patrona 1998 - 2008",
edizione Angelo Parisi editore, Dicembre 2008
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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Scheda su Lucia da Siracusa [5], da Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei Santi, SantieBeati.it
Santa Lucia, Siracusa [6]
Cara Santa Lucia... [7]
Santuario di Santa Lucia a Erchie [8]
Festa di Santa Lucia a Savoca [9]
Chiesa di San Geremia a Venezia [10]
I Carri di S.Lucia a Belpasso [11]
Chiesa madre di Carlentini; cappella di santa Lucia [12]
Archivio Storico Aprile - Ricerche Santa Lucia nel Mondo; cappella di santa Lucia [13]
Santuario Santa Lucia, Sassinoro (BN) [14]
Note
[1] Renè du Mesnil de Maricourt, Lucia, 1858, riedizioni ad opera edizioni San Paolo nel 1982
[2] http:/ / it. wikisource. org/ wiki/ Archimede_(Favaro)/ I
[3] http:/ / amicisantalucia. blogspot. com/ 2006/ 05/ sul-ritorno-definitivo-del-corpo-di-s. html
[4] http:/ / www. santaluciaerchie. it/
[5] http:/ / www. santiebeati. it/ dettaglio/ 25550
[6] http:/ / www. basilicasantalucia. it/
[7] http:/ / www. carasantalucia. it
[8] http:/ / www. santaluciaerchie. it
[9] http:/ / turismo. comune. savoca. me. it/ tradizioni. htm
[10] http:/ / digilander. libero. it/ santigeremiaelucia/
[11] http:/ / www. prolocobelpasso. it/
[12] http:/ / www. chiesamadrecarlentini. it/ chiesa_madre_carlentini_cappella_s_lucia. htm
[13] http:/ / www. santalucianelmondo. blogspot. com/
[14] http:/ / www. santuariosantalucia. it/
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Fonti e autori delle voci
Fonti e autori delle voci
Lucia da Siracusa Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=27707399 Autori:: Abacos, Alfredbo, Alfredo48, Aretuseo734aC, Ary29, AttoRenato, Basilero, Buggia, Clemensfranz,
Codas, Dardorosso, Diani, DispAcc01, DispAcc10, Elitre, Er Cicero, Etienne, Eugenio Nicola Scarcella, Evrik, Filifo, Gacio, Giancarlodessi, Gianfranco, Gianni De Luca, Ginobelp87, Giuliof,
Groucho85, Guidomac, Gwilbor, Inthewolf, Ita01, Kiban, Klaudio, Kranjo, Lelezaff, Lingtft, Littlefrancy, Lo Scaligero, Lore.24, Lover, Lucio85, Luigi Proietto, Luisa, Lupudilaguardia,
Marcodev, Marko86, Maxspeedy, Metralla, Miglierinapedia, Mocadele, Moloch981, Moroboshi, Nemo bis, Panairjdde, Pentauro, Pierpaolo.maimone, Pracchia-78, Riccardo Spoto, Rojelio,
Rollopack, Sarausano, Sbazzone, Serse82, Sirabder87, Starlionblue, Sunflower, Tavyrob, Tizio X, Trevinci, Triph, Turgon, Vito Calise, 126 Modifiche anonime
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