LA RIVISTA DELLO SCI MIGLIORE AL MONDO INVERNO 2012/13 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE | PURA PRIVACY | GENERAZIONI | LA CLASSE DEGLI DEI UN RAPPORTO CON LA PERFEZIONE È LA MIGLIOR ESPERIENZA SCIISTICA SU QUESTO PIANETA. Senza dubbio. Ecco ciò che porta la gente a CMH per la prima volta e anno dopo anno. Ma con ogni visita, scoprono che è molto più di questo. È l’entrare in contatto e far parte di qualcosa di molto speciale e renderlo parte integrante della propria vita. È rapportarsi all’esperienza, alla scarica incredibile di adrenalina che proviene dallo scivolare tra gli alberi di una radura perfettamente spaziata o dal librarsi senza sforzo giù per il pendio di un picco alpino, dominando ciò che una volta era solo un sogno. È rapportarsi con questi posti incantati, prendersi il tempo sulla cima per guardare attraverso le valli come fiordi ricoperte dalla nube del mattino, verso cime lontane, solo per scoprire le tracce lasciate il giorno prima. Sentirsi piccoli sotto un cedro gigante che è più vecchio del tuo bisnonno, o traversare sotto i muri tagliati di una guglia di granito che sono più vecchi del tempo. È rapportarsi con il miglior gruppo di guide alpine professioniste in assoluto che fanno questo viaggio da tutta la vita. La loro passione è presentare al loro mondo i nuovi arrivati pieni di speranze, guidarli con sicurezza in luoghi che hanno solo sognato e vedere la magia che ne scaturisce. Ed è anche un gruppo ugualmente impegnato al lodge che si dedica ad assicurarsi che ogni aspetto della vostra esperienza con noi sia come dovrebbe essere. Il nostro stile unico di accoglienza montanara è informale e allo stesso tempo altamente personalizzato, professionale e autentico. Non esistono guanti bianchi a CMH! Arriverete come ospiti, ma speriamo ritornerete come amici. È rapportarsi con un mondo di compagni sciatori di heli-ski che condividono con voi la stessa passione e gusto della vita. Dopo una bellissima giornata sulle montagne si sviluppa un cameratismo unico, quando poi le avventure e disavventure vengono rivissute nel caldo comfort del lodge, con i tuoi nuovi migliori amici, mentre ti attardi alla fine di un pasto sontuoso. Quando vi siete mai sentiti così rilassati? E infine, è rapportarsi con una parte speciale di se stessi. Passiamo la vita sempre impegnati con mille cose, ma quante di queste sono davvero significative? Per tutti noi ci sono quei rari e singolari momenti con la famiglia e gli amici, facendo ciò che ci appassiona veramente e che definisce la vera parte di noi. Molti dei nostri ospiti sono professionisti devoti o uomini d’affari, ma in fondo al cuore sono anche sciatori di heli-ski. È ciò che sono. Ed è ciò che siamo noi. Benvenuti nel nostro mondo di heliski CMH. Non vediamo l’ora di condividerlo con voi. Rob Rohn Direttore Generale e Direttore delle Operazioni Montane CMH La rivista dello sci migliore al mondo Inverno 2012/13 PO Box 1660, 217 Bear Street Banff, Alberta T1L 1J6 Canada (403) 762.7100 (800) 661.0252 www.cmhski.com [email protected] Gestione progetto: Mark Piquette, Marty von Neudegg Editore: Kevin Brooker ([email protected]) Manager produzione: Patty Zinck Corrispondenti: Shelley Arnusch, Topher Donahue, Aaron Teasdale Fotografia: Dick Barrymore, Kevin Boekholt, Topher Donahue, John Entwistle, Dan Griffith, Roger Laurilla, Thomas Leufen, Craig McGee, Russ Peardon, Michael Welch Designers: Pryor Design Company – Scott Pryor, Laura Vernon | www.prydesign.com 04 LUNGHEZZE D’ONDA La nostra raccolta di tecnologia include ARVA, risorse micro-idroelettriche e radio. 08 FLASHBACK Come è nato, per caso, lo snowboarding di alta montagna a CMH. 10 PURA PRIVACY All’inizio, le guide e gli sciatori vagavano a loro piacimento. E lo fanno ancora. 14 FUMO E MAGIA Lo chef Richard “Smokie” Benson mostra il suo attrezzo di cucina preferito. 16 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE Il velocista, ex-campione di Coppa del mondo Luc Alphand insegna ai suoi amici francesi come si fa. 24 GENERAZIONI A CMH, il lavoro dei dipendenti esperti nell’istruire le nuove guardie non finisce mai. 30 LA CLASSE DEGLI DEI Powder U consegna la laurea ad un altro gruppo di sciatori con una conoscenza intensa della curva a balzo (the bounce). 36 ANNUARIO CMH Un gruppo di dipendenti e ospiti che ci fanno sempre sorridere. 42 UNO SCI TROVA CASA Benvenuti nel nuovissimo lodge CMH K2. Non spaventatevi per lo Yeti. LUNGHEZZE D’ONDA Nemmeno queste montagne imponenti possono ostacolare la marcia inesorabile dell’alta tecnologia. E’ VITA DURA LÀ FUORI PER UN ELETTRONE La prossima volta che siete frustrati per il download dati internet in uno dei lodge CMH, pensate prima di tutto a come quel miracolo è possibile. «È sicuramente un lavoro complesso fornire un buon servizio Internet a tutte le nostre località», dichiara Russ Peardon, Direttore Sistemi Informatici di CMH, che è tornato recentemente dopo un’interruzione di sei anni. «Il mio lavoro si incentrava sui sistemi radio usati dallo staff, ma viste le aspettative dell’ospite di oggi significa che ora è tutto incentrato nel fornire collegamenti Internet migliori». Su queste note, la squadra di Russ ha recentemente migliorato il servizio microonde nei difficili Bugaboos e Bobbie Burns, e testato e promesso un nuovo servizio satellite a Monashees. Nel frattempo, quei ripetitori in cima al crinale, prendono delle belle batoste. «A volte dobbiamo letteralmente volare sui ripetitori per togliere il ghiaccio», ha detto Peardon. 04 LUNGHEZZE D’ONDA CONTROLLANDO IL BATTITO DEGLI ARVA Con una serie di 652 dispositivi, CMH è il più grande utilizzatore singolo di ARVA. Per questo, il feedback che riguarda l’uso reale è inestimabile per il produttore degli ARVA scelti da noi, i Barryvox Pulse. Rob Whelan, ViceManager di CMH K2, è la guida che ha la responsabilità di lavorare con il gruppo di sviluppo di Barryvox. «Questi rilevatori sono in realtà dei mini-computer», ha detto Whelan, «e visto che abbiamo dei protocolli di sicurezza molto rigorosi, siamo in grado di utilizzare un software che raccoglie i dati di prestazione di cui Barryvox ha bisogno per monitorare e migliorare costantemente il prodotto. Ad esempio, abbiamo chiesto di passare dalle batterie alcaline che sono tossiche a quelle al litio, migliori per l’ambiente, e la scorsa stagione siamo stati i primi ad usarle». ENERGIA PULITA PER UN MONDO PIÙ BIANCO Presso CMH abbiamo iniziato ad essere «off the grid», ovvero autosufficienti e alla ricerca di risorse energetiche naturali, molto tempo prima che il termine diventasse di moda nei circoli ambientalisti, quindi siamo sempre alla ricerca di soluzioni energetiche nuove e intelligenti. La buona notizia di questa stagione è che i risparmi operativi del micro-generatore idroelettrico del lodge Galena ci hanno permesso di recuperare i $450.000 che sono serviti per installarlo nel 2005. Come spiega l’esperto di manutenzione di Galena, Luke Crawford: «Fornisce oltre l’80 per cento dei nostri bisogni di energia elettrica. Ci piacerebbe fare meglio, ma purtroppo alla metà di febbraio il flusso del torrente rallenta fino a diventare un filo d’acqua. Nonostante tutto, risparmiamo 50.000 litri di gasolio per stagione». Ahh... se solo potessimo utilizare l’energia illimitata degli sciatori al bar che si vantano di quanto bravi sono stati durante la giornata. 06 LUNGHEZZE D’ONDA STO FACENDO LO YODEL, MI SENTI? È ufficiale: le radio bidirezionali rimangono a disposizione per tutti gli ospiti di CMH. La scorsa stagione ha segnato la prima volta che la norma è entrata in vigore a livello universale. In precedenza, le guide erano preoccupate che ci fosse troppo chiacchericcio per la singola frequenza con la quale comunicano costantemente informazioni critiche per la missione. Erano preoccupate anche che il falso senso di sicurezza tecnologica potesse indurre gli sciatori a trascurare le abilità di gruppo comprovate nel tempo, come il vocalizzo costante e il mantenimento di contatto visivo. «Ma quando abbiamo fatto la riunione delle guide dopo la stagione», ha detto Todd Guyn, Manager della sicurezza montana di CMH, «il feedback sulle radio è stato positivo al 100 per cento». Mentre il nuovo sistema è risultato perfetto per sci persi, partner separati e incontri con le cavità intorno agli alberi, non ci sono state notizie di conseguenze non previste. Come è stato inventato lo snowboarding big mountain a CMH, praticamente prima dell’invenzione dello snowboard stesso. flashback NEL 1981, BLAKE BARRYMORE STAVA FACENDO SURF CON SUO PADRE vicino alla casa delle vacanze della famiglia nella penisola di Baja del Messico. Si tratta di Dick Barrymore, ovviamente, il defunto cineasta americano di film sullo sci le cui distribuzioni annuali rivaleggiavano con quelle di Warren Miller. Blake, nel frattempo, era un giovane dio che spesso sciava per la videocamera di suo padre. Tra un’onda e l’altra si stavano scambiando idee per la stagione imminente nella quale Dick aveva prenotato un soggiorno prolungato presso CMH Monashees. Un’ambientazione così drammatica avrebbe richiesto una delle trovate ugualmente drammatiche per le quali Barrymore era famoso. Nel 1979, ad esempio, aveva filmato il surfer Mike Doyle che sperimentava il monosci e catturato, per la prima volta, uno sciatore andare dritto su un campo di neve fresca. Ma fare surf sui muri turchesi del Pacifico ha dato a Blake Barrymore un’altra idea. «E se portassimo una tavola da surf su uno di quei ghiacciai e la usassimo come su una grande onda a Waimea»? ha chiesto. «Figliolo», ha risposto Dick, «questa è un’idea fantastica». Blake, che ora è sui cinquanta e che ancora va alla grande a Sun Valley, ricorda vividamente lo sviluppo del segmento. «Ho inventato il nome Ted Shred», ricorda. «Di quei tempi chiamavamo le persone stupide Ted, e “shred” era una parola di slang dei surfisti che stava diventando di moda. «All’inizio, immaginavo che la neve fresca si potesse percorrere con una vecchia tavola da surf con la pinna», dice Blake. «Poi abbiamo imparato che la gente stava già sperimentando (con) lo snow surfing, ma con tavole completamente diverse». In effetti, quello che è diventato lo snowboarding è incominciato con una sorta di evoluzione parallela, con sperimentatori indipendenti come Winterstick a Salt Lake City, Sims in California e Jake Burton in Vermont. Senza conoscere le loro esperienze, Blake ha raccolto un gruppo di prototipi e si è diretto a CMH. «Beh, erano tutti pessimi», ha detto Blake dei suoi primi tentativi di fare surf sulla neve vicino a Invermere, vicino ai Bugaboos. «Avevano queste pazzesche cinghie di gomma, e lame schifose. Erano difficilissime 08 FLASHBACK da controllare». E proprio quando Ted Shred era pronto ad arrendersi, Dick ha indicato l’ultima tavola della collezione e ha chiesto: «Cosa ne dici di quella piccola? L’hai provata?» Era il prototipo di quella che sarebbe stata nominata in seguito la Burton Backhill, lunga appena 100 cm, con due pinne di acciaio e una corda sulla punta per controllarla. Anche se era lontana dalla cannonata che si immaginava, Blake, brontolando l’ha provata. «Sono salito calzando un paio di vecchi scarponi da sci Sorel, e sono partito. In effetti era controllabile». Così è incominciato il primo filmato al mondo sullo snowbord big mountain. Come Barrymore senior più tardi ha ricordato: «Blake non ha mai avuto una curva brutta su quella cosa». Potete giudicare voi stessi, visto che la sequenza di quattro minuti che è stata inserita nella versione finale della Canadian Mountain Odyssey (Odissea montana canadese) del 1983, che tuttora ha un sacco di visioni su YouTube, contiene quasi tutte le corse che Ted Shred ha fatto sulla sua Burton da $40. Non che fare le curve fosse all’ordine del giorno. Ted è passato velocemente a scendere dritto sui ghiacciai aperti delle Monashee, e ci sono diverse riprese di lui che va come un razzo attraverso un gruppo di sciatori, facendo sì che venissero “fiammati dallo Shred Baron,” come riporta la scherzosa voce fuori campo. (Perciò, non solo le montagne Monashees di CMH sono state la culla dello snowboard di alta montagna, ma hanno rappresentato la prima istanza della rivalità tra sciatori e snowboader che continua tuttora). In una corsa terrificante, Blake ricorda: «Ho fatto un ruzzolone e ho iniziato a prendere una velocità allucinante. Dopo abbiamo fatto due calcoli e ci siamo resi conto che stavo andando a 86 miglia all’ora (quasi 150 km/h). Potete vedere nel filmato, non è uno spruzzo a coda di gallo, è un dannato sentiero di vapore». Ironicamente, Blake Barrymore non ha più fatto snowboard. Lo sci è semplicemente troppo radicato nei geni familiari; suo figlio, Wing Tai, è una delle promesse olimpiche americane nello sci halfpipe. «Ma se qualcuno mi desse una riproduzione di quella tavola e un’altra corsa con l’elicottero nelle Monashees, lo rifarei in un baleno. Sarebbe un sogno divenuto realtà». A sinistra: Blake Barrymore si spaventa da solo mentre si avvicina ai 150 km/h su uno snowboard primitivo Burton. In questa pagina: Sciatori che stanno per essere “fiammati dallo Shred Baron.” La rivalità tra sci e snowboard è iniziata proprio qui. privacy PURA Tutti sanno che gli sciatori CMH sono gente socievole. Ma come scopre TOPHER DONAHUE, non ci sono parole per descrivere cosa significa condividere l’esperienza solo con alcuni amici intimi. 10 PURA PRIVACY STO IMPARANDO, CON NON POCA GIOIA, CHE SCIARE COME UN NOMADE DI CMH SIGNIFICA VIAGGIARE INDIETRO NEL TEMPO. Se solo potessi ignorare la presenza dei moderni sistemi di sicurezza, i report sul tempo via internet, gli sci larghi, e, ovviamente, gli alloggi lussuosi, allora sarebbe facile immaginare di vivere questa stessa avventura mezzo secolo fa, quando l’heliski è stato inventato. Anche noi usciamo con una compagnia intima di sciatori, il nostro elicottero e pilota, un paio di guide e una missione semplice: vagare molto liberamente e poi sciare le vie più allettanti. Il programma privato di sci Nomads è nato, riscoperto se volete, circa 20 anni fa quando le guide Dave Cochrane e George Field, mentre sciavano in primavera con un gruppo avventuroso a McBride dopo che gli altri lodge CMH avevano chiuso, hanno deciso, per sfizio, di deviare verso sud. Hanno volteggiato da un lodge CMH ad un altro, nel frattempo scomprendo e poi squarciando, piste a scelta tra i vasti 375 chilometri di paradiso di sci tra McBride e le Bugaboos. Gli sciatori privati moderni ora hanno due scelte: Nomads Nord, che naviga tra le Monashees, Gothics e Adamants, e Nomads Sud, il cui terreno include Revelstoke, CMH K2, Galena e Bugaboos. In entrambi i casi, il modo è lo stesso: le guide discutono l’itinerario proposto con le altre aree CMH, si scambiano informazioni sul tempo e le condizioni della neve, e poi, con le dovute limitazioni di sicurezza, permettono agli ospiti di scegliere che tipo di sci vogliono fare durante la giornata. Dove li porterà il loro desiderio è sempre uno stupendo lavoro in corso. La magia dell’heliski Nomads è che permette, per definizione, un’esperienza unica al mondo. Nessun viaggio è uguale ad un altro, e nemmeno la pressione di stare al passo con qualcuno o di trovarsi in un posto determinato, a parte il lodge-du-jour in tempo per l’aperitivo. Per noi questo significa sciare corse che sembrano infinite tra gli alberi come Glade Runner a CMH K2, e poi arrivare a precipitarsi in incredibili discese alpine vicino alle guglie spettacolari, ma raramente viste dei Pinnacoli delle Monashees a sud. Come spiega il Manager di Nomads Jeff Bodnarchuck: «Sciamo in tre catene di montagne e quattro aree, a volte nello stesso giorno. Arriviamo a ciascun atterraggio con un nuovo panorama in ogni direzione e nessuna traccia all’orizzonte. Per me questa è l’essenza dell’heliski». Anche il giro turistico sembra migliore quando il volo è più un viaggio che un andare avanti e indietro. Non è strano per gli sciatori di heliski vedere una coppia di alci, come è successo un pomeriggio, ma vedere un raro scoiattolo nordico volante che scivola dalla cima di un albero mentre curviamo sorpassando una montagna gigante a forma di covone nel confine sud remoto di CMH Revelstoke, quello è come un regalo esclusivo per noi. Nevicate epiche rendono il tutto ancora più piacevole. Una mattina sentiamo la voce degli ingegneri gracchiare alla radio: «Non ho ancora trovato l’elicottero!» Nel mio diario di quel giorno si legge: «Ho appena sviluppato un livello di rispetto ancora più alto per la neve del British Columbia. Mentre mi rilasso nelle sorgenti calde di Halcyon, durante una nevicata di quattro centimetri all’ora di neve, ogni fiocco è abbastanza grande che, quando tocca l’acqua, mantiene la sua forma prima di sciogliersi nel liquido. E oggi non doveva neanche nevicare». Può darsi ci sia qualcosa di vero per quanto riguarda il leggendario contenuto di litio delle sorgenti, perché l’ultimo giorno, giuro, ho visto tre fiocchi di neve che erano perfettamente uguali. La nostra cena finale è, senza dubbio, il pasto più divino che abbia mai mangiato in vita mia. Lo chef di Halcyon, Tyler Leeson sta affilando i coltelli in preparazione di un concorso di chef a livello nazionale, e il menu che ci prepara—un antipasto di costicine con gelatina di miele e chipotle con insalata di crescione, seguito da filetto di vitello in crosta con riduzione di vino rosso e ciliegie, e per finire un dessert di pavlova di cocco e mandorle con crema di ananas e concentrato di lamponi—è il finale perfetto di un lungo giorno di sci ripido tra gli alberi attraverso le foreste leggendarie di Galena. L’unico modo per descrivere tutto ciò è uno stato di beatitudine trascendentale. L’autore e sciatore appassionato Ernest Hemingway può aver scritto A Moveable Feast (Festa mobile), ma per quanto mi riguarda, solo CMH Nomads lo ha perfezionato. 12 PURA PRIVACY «La magia dell’heliski Nomads è che offre, per definizione, un’esperienza unica al mondo». COME GRUPPO, GLI CHEF CMH SONO CONSIDERATI TRA I MIGLIORI IN CANADA. Potrebbero trovare facilmente lavoro in qualsiasi ristorante o hotel di lusso a scelta in città. Quindi perché, a parte per lo sci, decidono di lavorare in una zona remota del B.C.? «È facile», dice Rick Carswell, Responsabile ristoro di CMH. «È perché hanno una totale indipendenza. A differenza di tante cucine, i nostri chef ordinano gli alimenti che vogliono e creano i piatti esattamente come vogliono. Fanno anche delle spedizioni di shopping in città ogni autunno per assicurarsi di avere tutte le spezie esotiche e altri ingredienti necessari per la stagione». La stessa politica vale anche per le attrezzature di cucina specializzate, ed è così che, lo scorso ottobre, per lanciare la sua seconda stagione ad Adamants, Richard “Smokie” Benson ha chiesto a Carswell di procurargli ciò che lo chef ritiene uno strumento essenziale per far apparire la sua magia in cucina: un affumicatore elettrico Bradley (da lì il suo soprannome “Smokie”). «Sono uno di quegli chef cui piace spingersi a fare qualcosa di avventuroso ogni giorno», spiega Smokie. «Per come la vedo io, gli ospiti sono là fuori a praticare lo sci migliore al mondo, quindi è meglio che io qui prepari del cibo che possa uguagliare quegli standard». Ecco perché, mentre si va e viene nel lodge Adamant, si sente l’occasionale zafata di legno di melo o di noce americano che brucia mentre sta profumando frutta secca, pesce o filetti di carne. «Negli ultimi cinque o sei anni, mi sono messo veramente a creare pasti incredibili con l’affumicatore e anche salumi in generale», ha detto Benson, 33, diplomato presso il Programma di arti culinarie a Camosun College in Victoria, B.C. «Ci sono così tante variabili da provare, come ad esempio, utilizzare prima la salamoia oppure no, o scegliere tra il fumo caldo o freddo». La piccola scatola incredibilmente a bassa tecnologia di Benson è raramente priva di una qualche prelibatezza: «Vediamo, ho affumicato mandorle, aglio, pomodori, tacchino, tonno e ovviamente, salmone candito». E non è una sorpresa che gli sciatori adorino queste prelibatezze. Ma tutto ha un prezzo, dice Smokie. «Da quando ho cominciato ad affumicare con hickory le costicine di maiale per la serata di martedì “costine e ali di pollo”—dove in realtà incomincio il procedimento tre giorni prima—ho dovuto raddoppiare gli ordini di carne. La gente impazzisce per quelle costine». 14 FUMO E MAGIA FILETTO DI CARNE ALLA SMOKIE Affumicare a freddo un pezzo di carne di qualità conferisce un sapore delicato ma incredibilmente aromatico. Smokie ti insegna come farlo a casa: «Pulisci il filetto, legalo con lo spago e affumicalo a freddo per due ore. La temperatura ideale è di 3°C, quindi è ovvio che va fatto di fuori, in inverno. Come legno, per la carne mi piace il mesquite. Una volta che è fuori dall’affumicatore, sfregalo con pepe nero macinato, rosmarino, timo e una spruzzata di olio di oliva, poi mettilo in frigo fino a sei ore. Infine, rosola il filetto nella pentola più calda cha hai, metti una buona dose di sale, e metti in forno a 200°C fino a quando la temperatura interna non raggiunge i 50°. Quindi lascialo riposare per 30 minuti prima di servire». A Smokie piace servirlo con gnocchi di patate, purè di cipolle dolci Walla Walla e bastoncini di carote colorate, coltivate da semi antichi. Per quanto riguarda il vino di accompagnamento, Smokie consiglia Mission Hill Oculus, un robusto cabernet sauvignon. «È la versione canadese del Bordeaux, con molti aromi di frutta. Per quel che mi riguarda è uno dei vini migliori della valle di Okanagan». Il famoso campione del mondo Luc Alphand affronta la neve fresca nello stesso modo in cui affrontava le discese più difficili: con un impegno totale e un sorriso che non si spegne mai. 16 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE Il velocista multi-sport Luc Alphand ha segnato il passo, ma come riporta KEVIN BROOKER, la sua allegra banda di sportifs francesi ha avuto pochi problemi a stargli dietro. Mais oui, sciamo anche lì. «QUALCUNO CONOSCE L’AMBASCIATORE FRANCESE IN CANADA?» In due decadi a Gothics, il manager del lodge Claude Duchesne si è appigliato a degli strani temi per un discorso post-cena, ma mai ad un tema strano come quello di martedì. «C’è stato un ritardo al confine», continua Duchesne. «Alcuni della nostra gang»—indica un tavolo di francesi corpulenti e fischianti, il cui abbigliamento per la cena, per qualche ragione, consiste solo dei loro accappatoi bianchi— «hanno spedito alcune scatole di alimenti speciali da casa, a Tolosa,— il miglior cassoulet, mi dicono—che adesso dovrebbe essere qui. Ma la gente alla dogana, apparentemente, pensa che i pacchi che arrivano dal sud della Francia sono sospetti. Potremmo avere bisogno dell’intervento di autorità superiori». Autorità superiori? Bene, che ne dite di quel tipo che siede laggiù e che sta mangiando sushi con un sorriso da un orecchio all’altro. Sì, proprio Luc Alphand, uno dei più grandi campioni di sci di tutti i tempi che poi è diventato uno dei più grandi piloti di rally di tutti i tempi. È l’ospite speciale che ci sta insegnando come attaccare le grandi montagne, quando ballare sul tavolo senza camicia e, in breve, come divertirsi più di quanto si sia mai divertito un uomo sui quaranta. Ma Luc deve anche andare a sistemare quegli idioti della dogana? Assomiglia molto a Hahnenkamm, ma molto più divertente. PROMEMORIA PER COLORO CHE STANNO CERCANDO DI CONVINCERE I LORO AMICI A METTERE INSIEME UN GRUPPO PER UN VIAGGIO CMH: invitate semplicemente una leggenda vivente che ha raggiunto il meglio in almeno due degli sport più sexy al mondo, e preferibilmente uno la cui carriera atletica è ancora in salita mentre si imbarca in una terza disciplina. Questo è praticamente quello che ha fatto Thomas Leufen di Destination Poudreuse, l’agente di CMH residente a Parigi che ha rieducato gli sciatori francesi sullo sci migliore al mondo per oltre 20 anni. «Appena abbiamo annunciato che Luc veniva», ha detto Leufen, «il viaggio si è riempito». Per questo 32 dei nuovi migliori amici di Luc (un 33mo è stato obbligato a ritirarsi; per favore, non fategli leggere questo articolo) si trovano ora nel mezzo dell’ultima e forse la miglior settimana della stagione 2011-12. Si può vedere dal primo giorno quando Duchesne dice al gruppo: «Penso sia il sabato più veloce in cui abbiamo portato il gruppo al lodge, abbiamo dato loro il pranzo ed erano subito pronti a sciare». E perché no? Duchesne sottolinea che è il primo giorno azzurro e limpido dopo un mese di nevicate continue. «È aprile, la temperatura è -5, c’è neve fresca dappertutto. Non si può chiedere di meglio». Mezz’ora dopo, il gruppo di professionisti sta per capire di cosa sta parlando. Sono allineati e pronti per librarsi in una discesa perfetta tra gli alberi sparsi di Monashee, quando l’uomo stesso fa una confessione scioccante. «Veramente, è la prima volta che faccio heliski», dice Luc casualmente, l’ultima cosa che ti aspetteresti da un uomo ricoperto da sponsor e con un paio di sci larghissimi Dynastar del prossimo anno. Ma qualsiasi pensiero che sarà uno sciatore meno sorprendente è istantaneamente dissipato quando si fionda sulle code di Duchesne, con curve mostruose in neve fresca alta fino al ginocchio, prima di lanciarsi in un salto improvvisato, aggirando con arte un immenso fungo di neve. È come se qualcuno avesse sparato il colpo di inizio gara. Il resto del gruppo va alla carica, tutti felici mentre intrecciano la discesa come rock star in questo terreno che ti toglie il respiro. Ciò imposta un tono positivo che dura tutta la settimana: non è mai successo che così pochi sciatori cadessero, o che si agitassero goffamente o che si lamentassero del male alle gambe. «Sto sciando con un campione di Coppa del mondo» sta rapidamente diventando: «Sto sciando come un campione di Coppa del mondo». Alcune ore più tardi, il sole primaverile è ancora alto nel cielo, e sulla terrazza calda, gli sciatori stanno facendo amicizia, bevendo birre gelate. Ho sciato con Luc Alphand, e ho il filmino della videocamera sul casco che lo prova. 18 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE Potete caricare l’elicottero più veloci, per favore? Più di uno dice già : «Le discese migliori della mia vita». Luc, intanto, sta intrattenendo gli ospiti con i suoi racconti nella Jacuzzi. Ad un certo punto, però, esce dalla vasca per rotolarsi nella neve. Peccato che la superficie mezza sciolta sia troppo dura al di sotto, così Luc si accoccola semplicemente come un bambino, grattandosi le zampe piano sul viso come un gattino. Poi ritorna nella vasca e dice praticamente: «Se esiste un paradiso, è proprio qui». QUANDO SI TRATTA DI UNA TRADIZIONE ALPINA BRILLANTE, è difficile superare la nazione che ha prodotto l’incredibile Jean-Claude Killy più lo “ski extrême” di Patrick Vallençant e un mucchio di temerari venuti dopo. Certo, le Alpi francesi possono vantare qualsiasi caratteristica desiderabile in una catena montuosa con un’eccezione rilevante: non hanno l’heliski. Non c’è da meravigliarsi se quei membri del gruppo che hanno già fatto heliski—circa un terzo—hanno dei curriculum di viaggio così vari. Ad esempio Didier Caillol e Lucile Brugede, che vivono vicino a Marsiglia, hanno fatto heliski più di una dozzina di volte e si sono spinti fino in Kazakhstan, Utah e Groenlandia, più diverse volte a CMH. «È bello per una volta essere in un gruppo che parla solo francese, specialmente Pronti... partenza... via! uno così sympathique», dice Caillol, che ammette che la Francia non è stata così diligente come gli altri paesi europei nell’insegnare l’inglese ai ragazzi. Il personale del lodge, principalmente anglofono, cerca di fare la propria parte in qualità di cittadini di un paese bilingue. Durante la prima cena si sono tutti presentati in diversi facsimili di francese, anche se non tutti sono bravi come la guida Pierre Hungr, che parla bene il francese visto che ha frequentato la scuola full immersion francese a Vancouver e fatto la guida a Chamonix. Anche lo chef Yoshi Chubachi esce dalla cucina per augurare il bienvenue agli ospiti in un francese elegante, anche se con un leggero accento giapponese. C’è un altro grosso vantaggio nell’ospitare un gruppo tutto gallico. Come molti ospiti CMH, tendono a portare diverse prelibatezze da casa per condividere con gli altri. A questo riguardo, chi ha inventato la parola gourmet sono—quelle surprise—in una classe a parte. Questa settimana, nessuno è più popolare di Rodolphe Peters e Stephane Billiot, titolari di case rivali di Champagne. Sono incredibilmente equipaggiati con numerose bottiglie magnum dei loro vini frizzanti d’annata. Ad un certo punto, Peters stringe gli occhi a Billiot mentre si riempie bicchiere dopo bicchiere per i suoi grati compaesani. «Loro lo fanno con le uve Pinot 20 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE Alla faccia della joie de vivre: sia sulla neve, che volandoci vivacemente sopra, o rilassandosi vicino, questi francesi si sono rivelati formidable in ogni aspetto di una vacanza di heliski. Noir», grugnisce «mentre noi usiamo solo Chardonnay. Dovremmo essere nemici mortali». Ma poi il suo viso si illumina e i due si scambiano un esuberante high-five. «Invece siamo grandi amici sciatori!» E come si fa con il vino senza il formaggio? Ci sono otto forme grandi di Saint-Nectaire di prima qualità, un formaggio classico a pasta semimorbida della regione vulcanica dell’Alvernia, nel centro della Fancia, che tutti concordano, è il perfetto finale alla cena. Il benefattore è Francis Charbonnel, proprietario di diversi negozi sportivi attraverso i quali ha conosciuto Luc a livello sociale. Per una persona come lui, che ha già sciato 60 giorni questa stagione, fare questo viaggio con alcuni amici non era un problema. La Francia, conferma, è un paese matto per lo sport, e non è sorpreso che oltre che essere sciatori forti, questo gruppo ha anche un certo numero di esperti di tennis, ciclismo, motociclismo, alpinismo e vela—in breve, persone proprio come Luc Alphand. Da parte sua, lo status di Charbonnel quale ex-velocista competitivo è in completa esposizione sulle montagne. E quale comproprietario di una società di touring in elicottero, ha appena espresso un nuovo obiettivo: «Quando torno a casa, mi faccio il patentino di guida degli elicotteri». E poi ci sono i bei fusti del gruppo Cassoulet, come vengono chiamati, nonostante il fatto che le loro preziose scatole di haricots, maiale e salsicce non siano ancora arrivate. Questa dozzina di strani copains sono giocatori di rugby veterani, ma ancora molto in forma, di Tolosa—o più precisamente, Saint-Girons, una città vicina di cui cantano con venerazione gagliarda. In effetti, i Cassoulet si lanciano, improvvisamente, in canzoni a squarciagola, abilmente diretti dal membro più piccolo, un tuonante tenore di nome Hubert de Thoisy che arrossisce quando gli si chiede se è un cantante lirico professionista. «No», ride, «In realtà dirigo una fabbrica di scarpe». Ha anche vissuto in Nuova Zelanda, ed è per questo che ha insegnato ai Cassoulet la versione francese dell’haka, il canto di guerra Maori reso famoso dalla squadra di rubgy All Blacks. All’improvviso iniziano a cantare anche quello. MENTRE TRASCORRE LA SETTIMANA, diventa sempre più chiaro che c’è solo un problema a stare con Luc Alphand. Per noi meri mortali è difficile stare al passo. Questo è un gruppo molto forte, sia al bar che sulla neve, ma quando l’ultimo uomo sull’improvvisata pista da ballo è anche 22 CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE il primo nella sala stretching il mattino dopo (anche se, bien sur, dopo la sua corsa all’alba), hai il tuo bel da fare. Bicchierini di Jagermeister? Luc ci sta. Quando i fanatici del video si riuniscono intorno al filmato GoPro dopo ciascuna giornata sugli sci, indovina chi è in prima fila. Biliardo? Ping pong? La vittoria è sicuramente sua. E non provare nemmemo a batterlo su quel couloir super ripido laggiù. D’altronde, con i suoi occhi ammiccanti, il sorriso permanente e un entusiasmo vulcanico, è tutto ciò che vorresti in un compagno di sciata. Quindi quando un fronte caldo passa di lì, alla fine della settimana, rendendo lo sci meno che appetibile, Luc non batte ciglio. E, ovviamente, così fanno tutti gli altri. È di aiuto il fatto che Claude Duchesne abbia la brillante idea di trasportare in elicottero tutto il gruppo su una montagna vicina per un bel pranzo alla griglia. «Non è esattamente procedura standard», dice alla banda, «ma non possiamo stare a bighellonare al lodge. Dobbiamo uscire e fare qualcosa di divertente». Anche il pilota, Roger Hoogendoorn, si lascia coivolgere. Mentre tutti stanno mangiando hamburger e bevendo birra, lui prende una pala e costruisce un grande salto su una discesa ripida. Si scopre che ha portato quei tappetini di plastica che usano i bambini e incomincia a slittare a tutta velocità giù per il declivio, a pancia in giù, per dimostrare che le sue abilità incredibili di pilota non hanno bisogno di macchinari pesanti. Quattro o cinque missili umani lo seguono prima di Luc, schiena rotta e tutto il resto, che stabilisce la distanza standard. Il conseguente sbarramento di francesi volanti dura più di un’ora, ma ci vorrà l’aerodinamica di un corpulento attaccante di rugby rimasto in mutande per eclissare la linea di Luc. Proprio in quel momento Duchesne prende una chiamata dal lodge sulla radio. «Hey, ragazzi», chiama, «il cassoulet è appena arrivato!» Proprio al punto giusto Hubert, questo richiede tre o quattro canzoni di celebrazione da parte dei Toulousains. Come previsto, l’ultima sera della stagione tutto il lodge arriva a mangiare ciò che molti canadesi descrivono come “il cibo migliore mai uscito da una scatola”. Sono rimaste anche alcune magnum di champagne per brindare ad una settimana che non verrà dimenticata tanto facilmente. Qualcuno chiede a Luc: «Pensi di voler tornare il prossimo anno?» Domanda stupida. «Absolument» risponde senza esitazione. LUC MANO FREDDA Uno degli sportivi più grandi al mondo, Luc Alphand è un eroe nella sua nativa Francia. Figlio di una guida alpina di Briançon, lo sci potente di Luc gli ha guadagnato un posto nella squadra della Coppa del mondo francese nel 1984. Nella metà degli anni novanta, dominava le displine di velocità, guadagnando 12 vittorie e 23 podi. Nel 1997 è divenuto il primo sciatore a vincere il titolo completo della Coppa del mondo correndo esclusivamente la discesa e il Super G. Luc ha poi trasferito le sue abilità alle corse in auto, con 10 partecipazioni a Le Mans e 11 nel rally più massacrante al mondo, la Parigi-Dakar. Naturalmente, ha vinto anche lì, nel 2006. Purtroppo, la sua carriera di corridore è quasi arrivata ad una tragica fine nel 2009 quando si è danneggiato gravemente la colonna vertebrale in un incidente con la motocicletta. Nonostante tutto, ha sconfitto la sorte e ha combattuto per tornare in salute. Oggi vive con la sua famiglia a Hautes-Alpes, dove opera una fabbrica di birra artigianale con suo fratello Lionel. Estelle, la figlia diciasettenne di Luc, porta avanti la tradizione sciistica di famiglia e la scorsa stagione ha vinto quattro medaglie ai primi giochi olimpici invernali della gioventù. Intanto, anche a 47 anni, la carriera sportiva di Luc è tutt’altro che finita. «Ho appena firmato un contratto di tre anni per pilotare lo yacht più veloce al mondo, l’Hydroptère DCNS», ha detto ai suoi amici sciatori a cena nel lodge Gothics. «È un trimarano che, ufficialmente, ha raggiunto quasi 53 nodi, ma è andato anche più veloce. Il grosso rischio, però, è che può saltare in aria a quella velocità». Luc si sta attualmente allenando per prendere il timone in traversate oceaniche alla caccia di record. «È una sfida molto grande essere al timone, di notte, in mari con onde di tre metri, andando più veloci possibile». Ma aspettatevi che Alphand passi da apprendista ad esperto molto velocemente, come fa in tutte le cose. «Questi sport sono molto diversi per quanto riguarda la tecnica», rimarca, «ma hanno una cosa in comune: devi fare affidamento alla tua capacità visiva e alla tua abilità di analizzare ciò che sta arrivando. Beh, niente ti prepara meglio dello sci». Anche alpinisti senza tempo alla fine devono fermarsi. Come riporta AARON TEASDALE, a CMH il compito di passare il testimone attraversa tutte le discipline. generazioni QUANDO LO INCONTRI, È DIFFICILE CREDERE CHE LA GUIDA CMH DAN GRIFFITH ABBIA 61 ANNI. Un orso alto, con i capelli bianchi, il sorriso da ragazzo e il vigore baciato dal sole mascherano la sua maturità. Non c’è da stupirsi che solo sei anni fa, tra una stagione sciistica e l’altra, abbia stabilito il Guinness mondiale per l’ascesa più veloce (189 giorni) delle sette cime, le montagne più alte in ogni continente. Griffith è un archetipo instancabile di ciò che dovrebbe essere una guida. Alimentato da un amore mai venuto meno di portare la gente sulle montagne, Griffith ha fatto da guida per 33 anni (14 anni con CMH). La sera in cui è stato intervistato per questo articolo, era più interessato a parlare di una coppia di spagnoli con cui aveva appena passato la giornata che del mestiere di guida. Era la loro prima volta nelle montagne selvagge del Canada. «Avresti dovuto vedere la donna, era radiosa», dice, una cosa che non si stanca mai di vedere. Quando gli abbiamo chiesto del futuro, Griffith non ha esitazioni: «Non sono ancora pronto a fermarmi». Anche se sa che non sarà in grado di continuare all’infinito, fa notare che la guida più vecchia in assoluto di CMH ha lavorato fino all’età di 75 anni. Eppure, mentre la dipartita futura di Griffith sarà una perdita innegabile per CMH, ha già preparato la società lasciandoci la sua cosa migliore, suo figlio. Guardando indietro, sembra inevitabile che Luke Griffith sarebbe diventato una guida alpina di sci. Alla tenera età di 18 mesi, sciava le rampe di neve del giardino. All’età di quattro anni, è andato a fare heliski per la prima volta, che deve essere un record di per sè. «Ci piace dire che ha 31 anni, ma che ha fatto heliski per 27», dice Dan con il suo caratteristico sorriso enorme. 24 GENERAZIONI Mentre passava gli inverni come velocista, il piccolo Griffith ha incominciato ad accodarsi al padre in avventure in montagna sempre più estese. L’estate dei suoi tredici anni l’ha passata al villaggio Mount Cook in Nuova Zelanda mentre suo padre faceva da guida, e a 19 anni ha fatto da assistente in una spedizione di 17 giorni attraverso le Himalaya indiane. «Sono così tanti i posti dove mi ha trascinato mio padre che a volte non li ricordo tutti», dice Luke. «Poi, quando vengono menzionati durante una conversazione, dico «Oh, sì,ci sono stato». L’estate dei suoi 19 anni, Luke, che è una versione più giovane e più giocosa di suo padre, ha iniziato a lavorare come guida alpina a CMH. Era il 1999 e appena in tempo per sperimentare gli anni del tramonto dell’era d’oro dell’heliski. «Sono stato davvero fortunato a poter passare del tempo con Hans e Leo e ad incontrare le persone che sono le guide leggendarie del nostro tempo» dice Luke dei signori Gmoser e Grillmair, i fondatori di CMH e gli autori originali della joie de vivre che è al cuore della società anche oggi. «I Griffiths sono i primi —e ancora unici—padre e figlio guide alpine nella storia canadese». Quanti possono dire di aver cominciato a fare heliski a 4 anni? Solo Luke. Vacanze estive, stile Griffith: i ragazzi posano in cima all’Aconcagua, 6969m. Tale padre, tale figlio: i Griffiths nel loro habitat naturale. Un giorno come un altro in ufficio per Todd Guyn. 26 GENERAZIONI Dopo 37 anni di lavoro, Colani Bezzola se ne va con fiducia. È più complicato di consegnare semplicemente le chiavi: i piloti Jim Barker e Doug Dykeman. Alcuni anni dopo, nel 2005, Luke ha incominciato come guida di heliski per CMH. Quando ha conseguito il suo certificato di guida alpina ACMG nel 2009 aveva solo 29 anni, la stessa età di suo padre quando conseguì il suo. È il livello di certificazione più alto che una guida può ottenere, un processo rigoroso che si impiega come minimo cinque anni per completare. Così i Griffiths sono diventati i primi—e ancora gli unici—padre e figlio guide alpine nella storia canadese. «Non ho mai conosciuto nessuno con una passione così grande per le montagne come mio padre», dice Luke con ovvia ammirazione. «Amo le montagne, ma sicuramente non come lui. Quella passione—amare qualcosa così tanto—non è solo una cosa che riguarda la montagna, ma riguarda la vita». È chiaro comunque, che non poca della passione del padre è passata geneticamente a Luke, che ammette di essere «un maniaco degli sci fin da quando ero piccolo». A Dan piace raccontare la storia di quando Luke, che aveva sette anni, è andato a sciare con la scuola a Lake Louise. Un maestro ha portato i bambini in un’area difficile e remota e si è fermato a chiedere: «Cosa si deve sempre fare quando si scia nella neve fresca?» Il giovane Luke ha alzato immediatamente la mano e ha detto: «Essere primi!», prima di voltarsi e buttarsi giù per la montagna. Anche se ha dimostrato questo buon senso non comune per un bambino—e, come fa notare Dan: «Quando fai una cosa fin da bambino, hai in un certo senso una conoscenza innata, istintiva che puoi anche non realizzare di avere»—sia padre che figlio sono abbastanza umili da realizzare che non sapranno mai tutto. «Ogni momento di ogni giorno continui ad impare là fuori—più impari e più migliori», dice Luke. «Molte guide sono qui alle Monashees da oltre 10, 15 anni. È bellissimo. Ci sono così tante persone da cui puoi imparare». CMH è conosciuta perché mantiene le sue guide, i piloti e gli altri dipendenti per decenni. È una cultura in cui per le brave persone è facile rimanere. Ma quando sei in voga da quasi cinque decadi come CMH, anche quelli che stanno più a lungo devono prima o poi ritirarsi, permettendo alla nuova generazione di rimpiazzarli. Questo passaggio di fiaccola generazionale è successo in un paio di aree vitali delle operazioni CMH nella scorsa stagione. Per quasi tre decadi, Jim Barker è stato Capo Pilota della società partner di CMH, Alpine Helicopters, sovrintendendo ogni aspetto del lavoro relativo agli elicotteri che portano gli sciatori nelle montagne. Quando si è ritirato nell’inverno 2011/2012, Doug Dykeman è stato la scelta ovvia per sostituirlo. Un pilota veterano e ingegnere di manutenzione aeromobili, Dykeman vola per Alpine e CMH dal 1988. Del suo nuovo ruolo dice: «Ora ho 45 piloti da sorvegliare». Ciò significa radunarli tutti in autunno, dopo estati di solito passate a spegnere incendi nelle foreste o nei boschi, per un training di ripasso e, come dice Dykeman, «per abituare la loro testa all’inverno». Non lo dice con leggerezza. Pilotare un elicottero in un ambiente La cosa che sta più a cuore a Todd Guyn, a parte sciare forte, è sciare sicuri. montano in inverno è una delle cose più difficili al mondo. Ci vogliono un set di abilità perfezionate e una mente di acciaio, e solo i migliori vengono assunti per volare a CMH. Anche così, i piloti possono passare fino a cinque anni come assistente pilota prima che sia loro permesso di pilotare un gruppo di ospiti in un Bell 212, gli affidabili uccelli biturbina che sono il punto di forza della flotta CMH. «Abbiamo piloti che ci sentiamo di mandare fuori in quasi ogni situazione», dice Dykeman. Aggiunge che sia che stia valutando le capacità di un pilota o consegnando i compiti della stagione, ha una sola preoccupazione. «Da queste parti, la sicurezza è tutto», dice, prima di aggiungere, senza giochi di parole, «gira tutto intorno a questo». La scorsa stagione, la seconda grande transizione a CMH è stata un’altra figura chiave dietro le quinte. Jon “Colani” Bezzola ha lavorato per 21 anni come primo e unico Responsabile sicurezza montana. Una guida svizzera che è venuta per la prima volta a CMH nel 1975, Bezzola ha passato le ultime due decadi viaggiando da lodge a lodge e come un fanatico sul manto di neve. Ne ha studiato i cristalli e gli strati, standardizzando le tecniche usate dalle guide per valutare la stabilità, e ha aiutato a creare un sistema innovativo ad alta tecnologia di raccolta dei dati della neve e del tempo, che aiuta le guide a prendere le decisioni migliori su dove portare gli sciatori ogni giorno. In riconoscimento dei 28 GENERAZIONI suoi sforzi pionieristici, a Bezzola è stato dato il premio Servizio dalla Canadian Avalanche Association (Associazione canadese valanghe) nel 2010. La guida alpina Todd Guyn ha avuto l’opportunità di lavorare spesso con Bezzola durante i 17 anni come guida CMH e poi come Vicedirettore del lodge Revelstoke. Ma negli ultimi inverni il loro rapporto è cambiato. Con un occhio puntato verso la pensione, Bezzola ha preso Guyn—allora presidente del Mountain Safety Advisory Group di CMH e Direttore tecnico dell’Associzione delle guide alpine canadesi—sotto la sua ala protettrice e ha incominciato a insegnargli le sfumature del suo lavoro. Nell’inverno 2011/12 Guyn è diventato il nuovo Rseponsabile della sicurezza montana. «Era molto bravo in quello che faceva—portava con sè 25 anni di esperienza. Lo ammiro, sicuramente», ha detto Guyn della sfida di seguire a Bezzola. «È rimasto fino alla fine di dicembre per aiutarmi. È stato un bravo mentore». Ora che è il responsabile, Guyn si sta concentrando a portare i sistemi di sicurezza CMH al livello successivo, sia che significhi dare agli ospiti le radio o incorporare le tecnologie più avanzate nella previsione delle valanghe. «La nostra sfida è sempre quella di trovare nuovi modi per rendere l’heliski più sicuro. Ciò che apprezzo è che non c’è mai un Inevitabilmente, però, queste icone se ne andranno. E quando succederà, CMH farà ciò che sa fare meglio—sostituirà persone con esperienza guadagnata con il sudore, assumendo altre persone con anni di esperienza guadagnata col sudore. Per CMH, società costruita su una base di guide esperte, piloti e esperti di sicurezza, ciò significa, di solito, promuovere all’interno. È sempre stata una società basata sulle guide, come dimostrato dalle diverse guide di lungo corso che ora occupano posizioni manageriali di rilievo. Non tutti aspirano a diventare manager, però. «Io sono contento di fare la guida, di far divertire gli ospiti e di portarli a casa sani e salvi», dice Luke quando gli chiediamo i suoi piani futuri. «La gente mi chiede ‘Cosa farai da grande?’ e io rispondo: ‘Questo’. Questo è ciò che facciamo io e mio padre. Facciamo le guide». È come se avesse parlato di CMH. Sin dai suoi inizi audaci, la società è stata guidata dalla passione di portare la gente sulle montagne e di dare loro l’avventura di una vita. «Siamo tutti qui perché amiamo sciare», dice Luke e, senza volerlo, riassume ancora una volta il zeitgeist di CMH. «Poter portare la gente in posti dove non avrebbero mai immaginato di potersi spingere, con la neve fresca fino sopra la testa, e sentire le risate e tutti che battono i bastoncini. Ecco il succo della questione». Questo potrebbe bastare per farvi fare heliski fino a 75 anni, o chi lo sa, anche più avanti. La storia è un tempo lungo, lungo. VERDI DI INVIDIA «È semplice. Siamo tutti qui perché amiamo sciare». UN GRUPPO DI SURFISTI AUSTRALIANI FAMOSI MOSTRA CHE ANCHE LORO SONO BRAVI QUANDO SI TRATTA DI INFIERIRE SULLA NEVE problema finanziario. Ogni anno spendiamo quello che serve per rendere il tutto più sicuro possibile. È il fulcro della nostra società e sono piuttosto deciso a fare in modo che sia sempre così». Detto questo, Guyn è il primo a riconoscere che non è possibile rimuovere tutti i pericoli dallo sci nella natura selvaggia. Sciare con CMH non è come lavorare a maglia. «Dobbiamo avere voglia di rischiare», dice, «o non faremmo heliski». Nel business, la gente spesso parla di memoria istituzionale, ma a CMH è più di un concetto astratto. La profondità del loro impegno è dimostrata dal fatto che tutti coloro che passano la torcia non vanno veramente in pensione. Barker è, al momento, vice-capo pilota,e lavora tutti i giorni con Dykeman per assicurarsi che le operazioni di volo continuino come prima. Bezzola non è più Responsabile della sicurezza montana, ma è ancora una presenza regolare negli uffici CMH a Banff nel suo nuovo ruolo di consulente, per fare in modo che i suoi 33 anni di esperienza siano ancora a disposizione nel momento del bisogno. Poi c’è Dan Griffith, che non passerà nessuna torcia per un bel po’, per fortuna. Molti gruppi uniti sono diventati un insediamento permanente sul calendario CMH, ma pochi sono regolari o zelanti come il gruppo di surfisti australiani che dal 1994 domina CMH Galena per un periodo di due settimane chiamato settimana 0. Il gruppo verde, come li chiama il personale, è un gruppo di amici con, all’interno, più di una celebrità dell’industria globale del surf, inclusi i cofondatori di Quiksilver Alan Green e John Law, più Brian Singer e Doug Warbrick, che hanno costruito Rip Curl. «Galena è il punto intorno al quale gira il resto dell’anno», dice Singer del proprio gruppo, in cui sia amici che famigliari riempiono i 33 posti anno dopo anno. «Il fulcro originale è composto più che altro da sciatori ora sessantenni, mentre i più giovani tendono a fare snowboard». «Sono tutti delle cannonate e veramente molto simpatici», conferma Mike Welch di CMH, che li guida ogni anno. «Organizzano un sacco di serate in maschera, grigliate all’australiana, arrosti di maiale—qualsiasi cosa facciano, la fanno fino in fondo». Riporta che lo scorso dicembre, per nessuna ragione evidente, «alcuni di loro hanno deciso all’improvviso che dovevano avere dei tagli di capelli alla moicana». Per quanto riguarda il rischio inerente alle prenotazioni di inizio stagione, non gli importa. «Un anno ci hanno detto, ‘non venite, le condizioni non sono ottime», ricorda Singer. «Ma abbiamo detto, chi se ne frega, veniamo lo stesso. E ci siamo divertiti un sacco ugualmente». rU de w Po 30 H CM i d rsi co i d tà rie a av un e fr of LA CLASSE DEGLI DEI to ra pa m ai eh om ac M . i at nz a av EY LL E SH H, SC U N AR l oo ch S ’s irl :G 1 10 er d w Po to un p l èi le. ea d ai nz e t r pa di QUANDO PENSO A TUTTO CIÒ CHE HO IMPARATO A POWDER U—ed è stato veramente tanto—la cosa che ricordo di più è il balzo (“bounce”). Il balzo, vedete, definisce il successo sulla neve fresca. Gli sciatori esperti di pista hanno bisogno di tecniche per far presa, macinare e curvare su piste battute. Ma ciò non serve granché su discese di neve fresca fino al ginocchio o fino al bacino. Lì ti devi scordare la maggior parte di ciò che hai imparato nelle stazioni sciistiche, devi mantenere gli sci con il peso ben distribuito, e saltare da curva a curva come un coniglio senza preoccupazioni. Una volta che hai capito il balzo, tutto inizia a girare per il verso giusto. Che audacità anche solo pensare di mettere i miei sci sulla rastrelliera di un elicottero senza conoscere il balzo. Ma questo è proprio il punto di Powder U, la serie di programmi CMH studiati con l’obiettivo di insegnare e sviluppare capacità invece di contare i piedi verticali. Proprio come un curriculum universitario, i programmi Powder U incominciano con il livello introduttivo Powder 101 e Powder 101: Girl’s School, poi progrediscono verso l’alto (èhm, verso il basso) da lì. Programmi più avanzati coprono tutti i tipi di tema, dalla sicurezza nei posti remoti ai filmati, dai tipi di terreno specifici tipo alberi, dirupi e le discese a cuscino. C’è anche un programma di “laurea”, Powder 707: The Masters, per i veterani che vogliono ritornare al balzo originale. Lo scorso marzo questa studentessa ingenua (e novizia di heliski) si è iscritta a Powder 101: Girl’s School, organizzata da CMH Revelstoke. Avevo proprio l’agitazione della matricola. Per molte donne, anche sciatrici provette da stazione sciistica, e io non sono tra loro, esiste un fattore senza dubbio intimidatorio nell’heliski. Come molti novellini avevo paura di essere buttata all’arembaggio, assegnata ad un gruppo di scavezzacollo che si lanciano su una discesa come bombe, con la pretesa di stare al passo o di sopportare la vergogna di dover rallentare il gruppo. Per fortuna, la mia esperienza non poteva essere più diversa di così. Il nostro gruppo era uno di quattro comitive CMH simultanee a Revelstoke quella settimana. Anche se siamo rimasti tra di noi per lo sci, tutto il resto—pasti, après-ski, chiacchierate ecc.—implicava unirsi agli ospiti delle altre comitive. La nostra banda di 11 persone era un insieme di ragazze sole, come me, e di coloro che viaggiavano in coppia. C’era Lucie, un’elegante Québecoise dirigente di un’industria farmaceutica (e presto nonna), con il suo partner, Louis. Anche se Lucie sciava con la grazia che ci si aspetterebbe da una ex-modella, non era al livello di Louis, un maestro di sci con una lista impressionante di viaggi CMH al proprio attivo. Fino ad allora, si era rassegnato che l’idea di fare heliski fosse un affare per soli uomini. Ma con l’opzione di far partecipare Lucie al pacchetto Girl’s School, Louis era contento di poter avere il meglio dalle due situazioni—fare heliski e stare con il suo cherie amour. Allo stesso modo, Barbara, professore di psicologia del New Jersey, era in un tour-de-poudre occidentale con il marito Mike, che sciava con un altro gruppo. Nel loro caso, l’esperienza di Barbara era uguale a quella di Mike—entrambi hanno non uno ma ben due tute da sci Arc’teryx date da CMH come premio a coloro che accumulano uno sconcertante milione di piedi verticali. Tuttavia, ora entrambi settantenni, e con doppi tutori alle ginocchia, Barbara ovviamente è più lenta. Nonostante l’esperienza, la sua sciata era più in linea con un gruppo dove la maggioranza erano tutte principianti, come la sottoscritta. A chiudere il nostro gruppo c’erano le sorelle Nara and Larissa, sfrontate mamme californiane che provavano per la prima volta l’heliski, grazie al padre, Norm, agile settantenne e mietitore stagionato di neve fresca. Tra i single c’erano Carrie, una mamma dal Colorado, entusiasta ciclista di mountainbike, Kate, loquace coach di alti dirigenti della Pennsylvania, e Kim, avvocato importante della costa orientale del Canada, che ha potuto anche far visita al figlio che è maestro di sci a Revelstoke. Nella lista c’erano anche: due membri del personale CMH Sarah e Ellen, più due persone di Calgary, tra cui la sottoscritta. Anche se le guide-maestri della Girl’s School non sono sempre di sesso femminile, durante questo viaggio tutto si è incastrato alla perfezione e ci siamo trovate con due amazzoni alpine molto alla mano, Alison Andrews e Lili Lambert. Abituate a stare in mezzo agli uomini, e dovendosi difendere dalle battute maschiliste con stile forte e suadente, questo gruppo sarebbe 32 LA CLASSE DEGLI DEI stato per loro sicuramente una cosa più soft. Tuttavia, non ci hanno sicuramente offerto un trattamento con i guanti bianchi. Mentre lo sci è, era e sempre sarà la raison d’être di qualsiasi viaggio CMH, imparare le basi è la componente principale dell’esperienza Powder 101. Il primo giorno abbiamo fatto il training obbligatorio sul pericolo di valanghe e sicurezza sulla neve, seguito dalle dritte su come si entra e esce dall’elicottero, come il famoso “heli-huddle,” una specie di abbraccio di gruppo che mantiene tutti fuori dall’elicottero, nel campo visivo del pilota, durante il decollo e atterraggio. Mentre l’istinto ti indica di coprirti come uno struzzo quando il velivolo sta atterrando, Alison ci ha ricordato che la cosa più intelligente da fare è di mantenere gli occhi al cielo e di prepararsi a togliersi di mezzo in caso di improvvisa folata di vento. C’è ancora molto da imparare una volta che si viene lasciati in cima alla prima discesa innevata, a cominciare da come ci si equipaggia. Avete mai provato a infilare gli sci in neve fresca alta fino alle ginocchia? Molto più facile infilare le code degli sci nella neve per stabilizzarli prima di entrare negli attacchi. Poi ci sono tutti i discorsi su come sciare con una guida e un gruppo nella natura selvaggia non familiare e implacabile. Si impara a tenere sempre d’occhio la guida e a fare dei rumori gioiosi per avvertire il gruppo su dove ci si trova, il rumore può essere un grido, uno yodel, o una versione da sotto la doccia del tuo inno preferito al potere delle donne (nel mio caso era il coro di 4 Non Blondes’ “What’s Up?”). Una volta che si è tutti attrezzati e scaltri come le guide, incomincia la parte studio di Powder U. Per le assolute principianti della neve fresca, in quelle prime curve ti sembra veramente di essere un cerbiatto ai primi passi. È una sensazione nuova, strana ed emozionante, che ti lascia profondamente vigile, con il fiato corto, un po’ perplessa e, nel mio caso almeno, completamente euforica. Da lì in poi è tutto, incredibilmente, in discesa. Guidate dall’intrepida coppia Lili e Alison, le compagne del Girl’s School hanno sfruttato al massimo il tempo passato su questo campo alpino, zigzagando tra gli alberi e giù per aperte distese di neve fresca fino al ginocchio o alle cosce. Precipitazioni leggere come piume sono cadute dal cielo giornalmente, cancellando le tracce lasciate in precedenza come succede quando cancelli i disegni sulle lavagnette giocattolo. Con ogni discesa il miglioramento collettivo era tangibile. Abbiamo imparato a tenere le mani in avanti e i fianchi centrati, una posizione che è stata Puoi ridere? Mangiare di gusto? Diventare amico della forza di gravità? Se è così, allora forse sei adatto a Powder U. «Per molte donne, anche le sciatrici provette in stazioni sciistiche—e io non sono tra loro—esiste un fattore senza dubbio intimidatorio nell’heliski». 34 LA CLASSE DEGLI DEI memorabilmente, anche se volgarmente, descritta come sciare come se stessi (tosse di imbarazzo) “facendo l’amore” piuttosto che (doppia tossita) “quando sei sul gabinetto.” Ad ogni curva diventavamo più forti, le curve diventavano più rotonde e più naturali, noi diventavamo più sicure, meno inclini ad assecondare l’impulso di rallentare, e più inclini a lasciarci andare. C’è un abbandono bellissimo nello sciare nella neve fresca che non deve essere confuso con imprudenza. La neve profonda offre un controllo naturale alla velocità, e una volta che lo accetti e ti rendi conto che puoi puntare i bastoncini in discesa senza correre gli stessi rischi che correresti su una montagna coperta di neve compatta e dossi, la montagna diventa un parco giochi soffice e accogliente. E se solo assomigli alla nostra banda, ogni volta che scivoli e ti fermi ti metterai a ridere come un matto. Ci sono state molte altre risate alla Girl’s School oltre a quelle legate alla fretta di dominare la curva con balzo. La mentalità del “tutti per uno” del gruppo ha incoraggiato un’atmosfera di supporto. Alla fine della prima giornata a tutti era stato dato un soprannome: Lucie in the Sky with Diamonds, Two-Million Foot Barbara, Killer Kim, Gnarly Narla. Larissa è stata chiamata The Torso «il tronco» per la sua scelta di portare una giacca scura con pantaloni bianchi, che rendeva le sue gambe invisibili nella neve. Ci siamo caricate una con l’energia dell’altra, abbiamo celebrato i successi e i miglioramenti dell’una e dell’altra, e ci siamo aiutate quando siamo cadute—anche se le cadute sono diventate sempre più rare man mano che passavano i giorni. Quando non eravamo sulle montagne, le sensazioni piacevoli continuavano. Ci riunivamo per sessioni rumorose di replay dopo-sci, aiutate dal vino e da bicchierini di liquore di fiori di sambuco. La Girl’s School reclamava lo stesso tavolo ogni sera a cena, con un invito aperto ai partner e familiari di unirsi al gruppo. È qui che abbiamo scoperto che Kate the Great è stata direttore di una nave da crociera in una vita precedente e che Killer è stata un giudice. Abbiamo sentito parlare di figli e mariti e fidanzati, dato e accettato consigli, e siamo diventate sempre più allegre mentre ricordavamo i momenti salienti della giornata con la seconda (e, OK, con la terza) bottiglia di vino. L’ultima sera, la Girl’s School ha tenuto una sorta di cerimonia di laurea nella stanza di Sarah, mentre ci preparavamo con accessori da discoteca presi dalla collezione fornita di Ellen. Seguendo la nostra festa di danza privata abbiamo fatto la nostra vistosa entrata nella sala banchetti con la colonna sonora dei grandi successi di Donna Summer che proveniva da uno stereo portatile, il che ha impostato il tono per il resto dei festeggiamenti della serata. La mezza giornata di conclusione del viaggio ha visto Lili e Alison sciare in boa di struzzo rosa shocking e occhiali glitterati alla Elton John presi al penny store (incredibilmente buoni nella luce piatta, ha fatto notare Lili). Ormai esperte nell’entrare e uscire dall’elicottero, e totalmente sicure nell’intagliare le nostre scie individuali nelle distese di neve fresca, abbiamo fatto un paio di corse memorabili prima di ritornare al lodge, per poi lasciarci come laureate e amiche della Girl’s School. Ora ripenso con malinconia alla mia classe tra le nuvole, dove ho imparato a girare con il balzo e a sciare con abbandono. La cosa più importante che ho imparato è anche che l’heliski non è solo per gente tosta, come pensavo. Certo, non puoi essere un principiante sugli sci e certo, essere in buona forma fisica, aiuta. Ma la Girl’s School è il tipo di ambiente accessibile e di supporto che tutti i novellini di neve fresca dovrebbero avere la fortuna di poter provare la loro prima volta. Per quanto mi riguarda, è l’inizio di una missione che spero risulti, un giorno, nella mia prima tuta per il milione di piedi verticali (complimenti a te, Barbara, per avermi anche solo fatto prendere in considerazione la possibilità). E oltre a tutto questo, la Girl’s School ha dimostrato che, dopo tutto, la musica disco non è morta. Ad essere sincera, ciò che mancava erano i copricapi accademici da tirare in alto insieme e un vigoroso saluto alla nostra bella alma mater, la vecchia Powder U! ANNUAR 36 ANNUARIO CMH RIO CMH Bruce Howatt Manager di area, Bobbie Burns Lo sci e l’alpinismo sono sempre stati al primo posto per Bruce, nonostante sia un ragazzo delle praterie proveniente da Edmonton, Alberta. Ha fatto parte della prima ondata di guide accreditate nate in Canada, ha fatto il suo primo test all’età di 18 anni, ed è stato con CMH inverno e estate per oltre un quarto di secolo. Bruce è stato uno dei migliori arrampicatori tecnici del Canada negli anni ottanta, ma ora presta la sua esperienza nello sviluppo di vie ferrate e zipline per offrire ulteriori sfide alle nuove generazioni di sciatori di heliski che amano l’adrenalina. Per quanto riguarda lo sci, il padre di due figli, esperto di breakdance dice: «Mi sono infortunato talmente tante volte che ho perso il conto, ma ritengo di essere ancora una roccia». Maria Hawkins Agente prenotazioni, Banff Siete in buone mani se affidate le prenotazioni alla super atleta residente nell’ufficio centrale CMH. Nata in Inghilterra e cresciuta a Banff, Maria è “sbocciata” tardi, visto che ha incominciato a correre su strada in bicicletta all’età di 25 anni. Ma solo cinque anni dopo ha partecipato per il Canada alle Olimpiadi di Barcellona. Da allora ha aggiunto al suo repertorio la mountain bike e lo sci da fondo, e continua anche a viaggiare intorno al mondo per competere nelle fasce alte d’età. «Adoro le competizioni lunghe come quella di Vasaloppet, in Svezia» ha detto. «Certo 90km sono lunghi, ma ho la fortuna di vivere nel posto perfetto per allenarmi». Guy Clarkson Guida, McBride Anche se dice che le sue giornate sono solo di 24 ore, il curriculum di Guy racconta un’altra storia. I suoi secondi lavori includono: pilota (di aereo e elicottero), marinaio, rancher, produttore cinematografico, addestratore militare e produttore televisivo. Sciare, tuttavia, li supera tutti. «Specialmente invecchiando, mi ritengo un privilegiato», dice il padre di quattro figli che sta iniziando la sua 33ma stagione come guida. «E ogni inverno mi piace di più». Per la bassa stagione (come se ne avesse una) Guy andrà in Norvegia per prepararsi ad un reality TV ambientato nell’Artico canadese. E per concludere, ammette che la sua partner, Judy, è «la moglie più comprensiva del mondo». 38 ANNUARIO CMH 40 CMH YEARBOOK Solve Sundsbo Ospite, Londra, Regno Unito Quanti fotografi di moda famosi possono dire di aver tratto la loro ispirazione originale da una rivista di sci? Solo lui. «Ho sempre amato sciare», dice Sundsbo, nato in Norvegia. «Ricordo quando a 13 anni lavoravo per fare esperienza in un negozio sportivo e leggevo tutte le riviste e guardavo tutti i video. Mi sono detto: ‘Un giorno scierò nelle Cariboos’». E lo ha fatto, ma solo dopo esseresi affermato nella sua professione con uno stile semplice e artistico che è apparso dapperttutto, in grandi pubblicità, nella rivista Vogue, in un album dei Coldplay—e perfino su un documentario del 2011 che ha vinto un premio Emmy. Il suo prossimo sogno «Portare i miei quattro figli a CMH». Gary Tarna Ospite, Tokyo, Giappone Nato a New York, la famiglia di Gary si è traferita a Tokyo quando aveva 14 anni, dove, a parte quando ha studiato alla University of Southern California, si è sistemato nell’azienda di famiglia che si occupa del commercio delle perle. Con un passato da chiudipista nelle Alpi giapponesi—è completamente bilingue— Tarna aveva 32 anni quando ha fatto il suo primo viaggio con CMH. Dopo quaranta visite e circa sei milioni di piedi verticali, le sue avventure due volte l’anno sulle Monashees sono un rituale cui tiene molto. E nonostante il suo commercio si sia esteso a oggetti di lusso in generale, può ancora individuare la gemma perfetta: «Non c’è assolutamente niente di meglio per quanto riguardo lo sci delle piste tra gli alberi nelle Monashees». UNO SCIsa a c a trov Non soddisfatti di una breve visita, le persone di K2 Sports vanno fino in fondo. Ecco che sta per nascere il lodge CMH K2. NELLE ULTIME QUATTRO STAGIONI, i designer di sci e i freerider di K2 Sports hanno mantenuto una data regolare nel calendario di CMH. Riescono anche a giustificarlo come lavoro, visto che faticano dall’alba al tramonto testando nuovi design di sci e grandi discese per società come Warren Miller Films. Beh, alla fine si scopre che una società gigante come K2 ha una mentalità molto simile ad un guerriero ordinario di heliski visto che, ad un certo punto del quinto giorno, invariabilmente la stessa domanda viene fuori: «Perché non faccio questo tutta la stagione?» Per cui, la scorsa primavera, quando CMH ha chiesto se a K2 avrebbe fatto gola una residenza più permanente, la società ha risposto esattamente come risponderebbe ogni sciatore, se potesse: «Ma certo, quando cominciamo?» Questa stagione vedrà quindi la nascita del lodge CMH K2 a Nakusp, cittadina pittoresca sul lago, in precedenza chiamato CMH Kootenay. «È stata un vendita facile», ha detto Mike Gutt, Manager marketing globale di K2. «Abbiamo avuto un’esperienza così positiva, prima sulle Monashees, e specialmente nelle ultime due stagioni a Kootenay. È un posto magnifico dove tutto ha le stesse vibrazioni di K2—la cittadina, la mentalità, il terreno. Il personale è stato molto ricettivo, ma così sono stati anche gli altri ospiti la cui visita coincideva con la nostra. Lo scorso anno più della metà di loro hanno chiesto quando saremmo andati nella stagione successiva, in modo da poter prenotare la stessa settimana». Adesso sarà tutto molto più facile, secondo il direttore di strategia del marchio di CMH, Marty von Neudegg. «Stiamo solo definendo i dettagli», ha detto a luglio, «ma ci aspettiamo di funzionare tutte le 14 settimane con sessioni di tre, quattro e cinque giorni nelle quali sciatori normali di CMH avranno la possibilità di stare a contatto con professionisti K2 come Seth Morrison, Sean Pettit e Andy Mahre. Ci saranno diversi temi tra cui scegliere, ad esempio lavorazione di film, programmi per donne e test di attrezzatura». È una nuova idea per tutti, dice, e sarà sicuramente un lavoro in corso. «Ma immagina una 42 UNO SCI TROVA CASA società di sci con il proprio lodge per l’heliski. Farà morire d’indivia molte persone nell’industria sciistica». Von Neudegg fa notare che le due società condividono un bel po’ di DNA. «Abbiamo entrambi quasi la stessa età. K2 celebrerà il 50o anniversario nel 2013, e CMH lo farà nel 2015. Ed entrambi siamo coinvolti nel freeride da decadi prima che il termine fosse inventato». Ovviamente, il freeride è il fulcro dell’attività di sci e snowboard di K2. La società non fa neanche sci da corsa, dice Gutt. «Tutto il mondo sta andando verso l’etica del freeride, anche in Europa, dove la corsa ha tradizionalmente guidato l’industria. Ma la scorsa stagione, per la prima volta, il nostro volume in Europa ha superato quello del Nord America». Uno dei vantaggi principali per CMH sarà una ricerca e sviluppo ancora più concentrati delle attrezzature future per la neve fresca. «Il nostro parco sci K2 è già popolare tra i nostri clienti», dice von Neudegg. «Questo in parte perché hanno avuto un posto fantastico per testare tutti i tipi di flex, forme di rocker e diverse sciancrature, in più hanno l’energia di perseguire sempre il meglio, per quanto riguarda il design. Con questo processo che ora durerà tutta la stagione, non possiamo che ottenere sci migliori». L’altro incarico di rinnovo è il lodge stesso, che Gutt promette riceverà una trasformazione totale nello stile pazzo di K2 che i lettori di riviste di sci conoscono molto bene. «Non stiamo parlando di alcuni poster qui e lì», ha detto. «Ogni stanza avrà il proprio arredo e sarà veramente originale». Aspettatevi anche l’apparizione dello Sasquatch K2, l’uomo delle nevi che guiderà i giri da bar a bar e le immersioni improvvisate nelle acqua cristalline del lago Upper Arrow. Non che questa occasione abbia bisogno di essere resa più attraente, ma Gutt rivela un premio tangibile per ogni sciatore che prenota una sessione al lodge CMH K2. «Riceverete un paio gratuito di sci a vostra scelta tra gli sci K2 della stagione successiva, l’autunno seguente». Come si dice nel business del co-branding, cosa ne pensate di questa proposta di valore? Potresti esserci anche tu tra di loro. E per dare il tocco finale, ogni ospite al lodge CMH K2 riceverà un paio di sci K2 gratuiti tra quelli del prossimo anno. Di solito, giganti ominidi pelosi non danno ordini. Ma a K2, amano fare le cose in modo diverso.