SENORBÌ
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Senorbì
Territorio
Senorbì è situata a 40 km da Cagliari. Circa 4.300
abitanti vivono su una superficie di 34,35 km2 a 204 m
di altezza. Tutto il territorio è un’unica e vasta pianura
interrotta da alcune dolci colline e dal Monte Uda che
è il rilievo dominante ai piedi del quale scorre il fiume Mannu. La vegetazione è praticamente scomparsa
tranne lungo i fiumi e i ruscelli. La fauna è costituita
da roditori, uccelli e piccoli rapaci diurni e notturni,
Le Campagne di Senorbì
Storia e archelogia
Numerose le diverse civiltà che si sono succedute, confermate da numerose testimonianze archeologiche. L’epoca prenuragica è testimoniata dalle domus de janas nella località
“Is Forreddus” e da vari insediamenti: un insediamento pre-nuragico si trova nella località
“Santa Barbara”, uno si trova nella località “Corte Auda”, e un altro nella località “Monte
Luna”. L’epoca nuragica è testimoniata da due tombe di giganti una nella località “Sa Tanca
de Sarasi” e l’altra nella località “Is Forreddus”. Nel territorio sono stati censiti 16 nuraghi dei
quali due sono abbastanza evidenti: uno sul Monte Uda a sud, l’altro “Su Nuraxi” a Sisini,
rarissimo esempio di nuraghe a tancato (solitamente con due torri) ha invece una sola torre
all’estremità del cortile recintato e rappresenta, in elevato, il tempio a pozzo. Si possono contare inoltre tre insediamenti nuragici nelle località di “Is Forreddus”, “Su Fangu” e “Pranu
Masiddi”. Il culto delle acque è attestato da un pozzo nuragico in località “Bruncu Ollastus”.
Per quanto riguarda l’età punica, sono presenti due siti: uno in località “Monte Luna” e “Santu Terru” e l’altra in località “Bint’e Xibas”. Monte Luna ha restituito sino ad oggi oltre cento
tombe con ricchi corredi. Santu Terru era l’acropoli servita dal sito funerario. Era uno degli
ultimi avamposti dei Cartaginesi prima delle terre dei Barbari. La sua funzione, inizialmente
militare, mutò ben presto in un ruolo di centro commerciale
servito da una buona viabilità. A Senorbì, il periodo romano è testimoniato da 21 insediamenti di cui nove sono insediamenti punici riutilizzati; solo uno quello di “Sa Cresia
de i Bangius” (Torretta) merita una visita. Nel Medioevo
Senorbì con tutta la Trexenta faceva parte del Giudicato di
Cagliari e apparteneva a Torchitorio II che la donò a suo figlio Salusio III nel 1219. Dopo la sconfitta del Giudicato di
Cagliari passò nelle mani del Giudice di Arborea, poi passò
nelle mani degli Aragonesi nel 1324, ma due anni più tardi
fu ceduta ai Pisani con tutta la Trexenta per ridiventare nel
1365 aragonese e poi spagnola per quattro secoli. Nel 1838,
il fisco reale riscattò dall’ultimo feudatario, Don Francesco
Monte Luna (domus de Janas)
de Sylva Alagon, tutta la Trexenta.
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Architettura e arte
Al centro del paese, allestito in una casa tradizionale risalente agli inizi dell’ottocento, si trova un museo
“Sa Domu nosta” che ospita reperti di varie epoche.
Di fronte al museo è stata recentemente inaugurata la
“Casa Lonis”, doveroso omaggio al più illustre cittadino
di Senorbì. A lui si devono il Crocifisso ligneo, la Statua
di Santa Barbara presenti nella chiesa parrocchiale, risalente al XVI. Poco lontano, sempre nel centro storico, si
trova la chiesa di S. Sebastiano, edificata agli inizi del
XVII e ricostruita nel 1954 dopo secoli di degrado. Nella periferia invece si può trovare la chiesa di Santa Mariedda edificata in stile romanico pisano nel XII secolo
e ampliata in stile gotico catalano nel XVII. Nel centro
storico del paese è possibile trovare la tipica casa rurale
Chiesa Santa Barbara
del ‘900, caratterizzata dall’ampio portale in legno lavorato e dagli archi in pietra. La casa padronale della famiglia Aresu, nota come “Villa Aresu”
che si trova a Sisini, frazione di Senorbì, è un bellissimo monumento del passato di grande
valore storico e artistico. S. Lucia in Arixi fu costruita nel secondo decennio del XII secolo
mentre la chiesa parrocchiale del XVI-XVII sec., con semplice facciata sormontata da campanile a vela, è dedicata alla Madonna dell’Assunta. A Sisini, altra frazione di Senorbì, la
chiesa parrocchiale, ricostruita nel 1936, è dedicata alla Madonna della Difesa.
Tradizioni popolari
Il patrimonio gastronomico locale è ricco e degno di rispetto, si distingue per la preparazione del pane, per i dolci e per il vino, per i secondi a base di carne e di pesce. Per
quanto riguarda il vino lo si può acquistare presso la cantina “Trexenta”, che da anni produce vini d.o.c. come: Simieri e Turriga. La produzione dei dolci è molto attiva. Famosi
i “pistoccus”. L’artigianato artistico delle stoffe, del ricamo, del ferro,della ceramica e del
legno è in ripresa. All’interno del museo opera un ceramista che riproduce il vasellame
nuragico utilizzando una materia prima quasi del tutto simile a quella utilizzata dai vasai nuragici. Un abile coltellinaio realizza dei
coltelli stupendi adoperando per i manici dei
materiali pregiati quali avorio, oro, argento e
corni esotici ma anche nostrani. Un maestro
dell’intreccio realizza bellissimi manufatti in
canna, salice, lentischio e olivastro e impaglia
le sedie. Un fabbro realizza piccoli capolavori in ferro battuto, in sughero e in legno. Per
quanto riguarda le manifestazioni religiose,
durante l’anno vengono celebrate numerose
feste tra cui le più importanti sono S. Barbara,
S. Sebastiano, S. Antioco e S. Mariedda.
Processione Sant’Antioco
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