giudiziosi del moderno governo italiano che tutto ha voluto destrurre in Sicilia coll’annessione senza sostituirci il meglio, anzi in molte cose il peggio. Ed ora ci ha rapito preziosissimi lavori d’arte in vari oggetti dopo la soppressione degli ordini religiosi. A continuare le varie istorie degli antichi tempi diremo che gli Arabi che nel 7° sec. di G.C. invasero la Sicilia e l’occuparono fino al 1071 quando i prodi Normanni colla spada la tolsero ad essi e all’impero bizantino, recarono in quest’isola la loro peculiare architettura ma non già la pittura e la scultura vietata ad essi dal Corano. Quella bizzarra architettura torreggiante elevata su colonnette e sopra archi a sesto acuto e ricamata dallo scarpello coi graziosi ornati di fogliame di viti e di fiori tutto opposta a quello dei greci sobria, grave, e regolare e monotona nelle forme subì in Sicilia notabili variazioni come puossi osservare al paragone con l’altra dagli Arabi introdotta in Ispagna più ricca, più capricciosa, ma più goffa, ne’ sappiamo se ciò sia avvenuto per l’influenza degli stessi Arabi o degli architetti siciliani, i quali ad essi si associarono. L’architettura musulmana ha un tipo anche proprio in Sicilia diverso dagli Arabi di Spagna e quella successiva dei conquistatori normanni, che presenta un misto dell’araba della bizantina e della lor propria normanna che scorgesi nei tempî cristiani innalzati al culto di Dio dal conte e re Ruggiero, di Guglielmo 1° e 2°145 si ha un tipo146 d’imitazione anche nostro che puossi dire raccozzato dagli architetti siciliani e che furono raccolti da que’ valorosi conquistatori per tutta l’isola. Qui perché siasi speculata l’architettura simbolica perocchè essendosi fatta ricostruire da Gualtiero di Offamilio arcivescovo di Palermo nel 1170 col soccorso pecuniario di Guglielmo II normanno detto il Buono si volle nella cornice della parete portica indicare per le teste a mezzo rilievo con turbanti e mostaccidi saraceni infedeli debellati che sulla pittura vi figurano appese quasi in olocausto alla religione di Gesù Cristo. Egli è vero che di questa architettura simbolica, i greci sicilioti ci aveano lasciati esempî, avendo ne capitelli delle sculture ne’ tempi delle loro false divinità fatti scolpire gli emblemi delle medesime così puossi osservare in molti capitelli del Duomo di Monreale147 raccolti da tempi più antichi pagani, e difatti in alcumi vi si scorgono gli emblemi di Cerere ed in _________________________________ Seguono cancellate le parole: “innalzati al culto di Dio”. Seguono cancellate le parole: “anche tutto proprio”. 147 Cfr. Guido Meli, Un albero pieno di vita. Opera riscoperta nel portico meridionale della Cattedrale di Palermo, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1991. Il lavoro fu pubblicato in occasione del Convegno “Giornate medievali a Palermo”, Palermo 11-13 aprile 1991. 145 146 84