P.A.T. Regione Veneto Provincia di Padova Città di Selvazzano Dentro Piano di Assetto del Territorio Elab. R 07 RELAZIONE DI COMPATIBILITA' IDRAULICA Progettisti Arch. Valter Granzotto Urb. Roberto Rossetto Urb. Francesco Finotto Ufficio Tecnico Arch. Leonardo Minozzi Collaboratori Urb. Alberto Azzolina Arch. Elena Bregantin Elaborato redatto da: Ing. Giuseppe Baldo ! " ( % '('&" ) * + ) ( % '(' , - # $ %&' & ... ' I PREMESSA 1 IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL TERRITORIO 5 6 1.1 1.2 NORMATIVA METODOLOGIA DI LAVORO 7 11 2 PIANIFICAZIONE DI SETTORE 13 2.1 IL P.A.I. DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, PIAVE, BRENTABACCHIGLIONE 2.1.1 PAI Prima Variante 2.1.2 PAI Seconda Variante – PAI 4 Bacini 2.1.3 Normativa di riferimento in merito alle indicazioni idrogeologiche 2.2 Il P.T.A. della Regione Veneto 2.3 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione 2.4 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta 13 16 17 22 30 31 32 3 PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA 33 3.1 3.1.1 3.1.2 3.2 INDICAZIONI PROVINCIALI Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) Protezione Civile Provinciale IL P.A.T.I. DELL’AREA METROPOLITANA DI PADOVA 33 33 38 39 4 PIANIFICAZIONE COMUNALE 41 4.1.1 4.1.2 Piano Regolatore Comunale (PRG) Piano Ambientale Comunale 41 41 5 ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE 44 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.7.1 5.7.2 5.8 5.8.1 5.8.2 CARATTERIZZAZIONE CLIMATICA CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA MORFOLOGIA URBANA E VIE D’ACQUA USO DEL SUOLO RISCHIO E PERICOLOSITÀ IDRAULICA Consorzio di Bonifica Brenta Consorzio di Bonifica Bacchiglione LA RETE COMUNALE DELLE ACQUE METEORICHE Aree critiche individuate sul territorio Schede tecniche delle criticità urbane 45 47 50 51 52 53 55 56 57 58 58 62 6 7 ELEMENTI IDROGRAFICI ANALISI PLUVIOMETRICA 68 73 7.1 7.2 SCELTA DELLA RETE DI MISURA CAMPO DI ANALISI E SCELTA DELLE STAZIONI 74 75 8 ANALISI REGIONALIZZATA DELLE PRECIPITAZIONI 79 8.1 8.1.1 8.1.2 8.1.3 8.1.4 8.1.5 IL METODO DELLA GRANDEZZA INDICE E LA DISTRIBUZIONE GEV Identificazione delle zone omogenee ai fini della curva di crescita Calcolo della grandezza indice caratteristica di ciascuna stazione Regolarizzazione dei campioni normalizzati e stima delle curve di crescita Valutazione dell’omogeneità dell’area con il test H Analisi della distribuzione spaziale delle medie dei massimi annuali 80 82 82 84 85 86 9 CALCOLO DELLE CURVE SEGNALATRICI DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA DI RIFERIMENTO 87 9.1 CURVE SEGNALATRICI A TRE PARAMETRI PER SOTTOAREE OMOGENEE 9.1.1 Attribuzione delle curve segnalatrici ai territori comunali 9.1.2 Curve segnalatrici per la zona omogenea sud-occidentale (ipotesi B) 9.2 CURVE SEGNALATRICI A DUE PARAMETRI E LORO UTILIZZO 9.3 DETERMINAZIONE DI PLUVIOGRAMMI DI PROGETTO 88 88 91 92 92 94 10 ANALISI IDRAULICA 10.1 10.2 10.3 10.4 CALCOLO DEI VOLUMI DI LAMINAZIONE INDICAZIONI OPERATIVE CORSI D’ACQUA CONSORZIALI VERDE PUBBLICO 98 100 101 101 11 ATO N: 01 103 3 I 11.1 11.2 11.3 11.4 11.5 11.6 11.7 11.8 11.9 11.10 11.11 11.12 11.13 11.14 11.15 AREALE A01 AREALE A02 AREALE A03 AREALE B01 AREALE B02 AREALE B03 AREALE B04 AREALE D01 AREALE E01 AREALE G01 AREALE G02 AREALE G03 AREALE G04 AREALE H01 AREALE H02 107 109 111 113 115 117 119 121 123 125 127 129 131 133 135 12 ATO N: 02 137 12.1 12.2 12.3 AREALE G05 AREALE G06 AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA 140 142 144 13 ATO N: 03 145 13.1 13.2 13.3 13.4 13.5 13.6 13.7 13.8 13.9 13.10 13.11 13.12 13.13 13.14 13.15 13.16 13.17 13.18 AREALE A04 AREALE A05 AREALE A06 AREALE A07 AREALE A08 AREALE C01 AREALE C02 AREALE C03 AREALE C04 AREALE F01 AREALE G07 AREALE G08 AREALE G09 AREALE G10 AREALE H03 AREALE H04 AREALE H05 AREALE H06 149 151 153 155 157 159 161 163 165 167 169 171 173 175 177 179 181 183 14 ATO N: 04 185 14.1 14.2 14.3 14.4 AREALE A09 AREALE C05 AREALE G11 AREALE G12 187 189 191 193 15 16 17 SERVIZI DI INTERESSE COMUNE DI MAGGIORE RILEVANZA IN PROGETTO INTERVENTI IDRAULICI DI RILEVANZA COMUNALE CONCLUSIONI 195 197 199 17.1 17.1.1 17.1.2 17.1.3 TIPOLOGIA DI MITIGAZIONE Riduzione del volume propagato con accumulo e riutilizzo locali Dispersione nel sottosuolo Volumi di invaso per la detenzione temporanea delle acque 203 204 205 207 4 Valutazione di compatibilità idraulica PREMESSA La presente relazione costituisce la relazione di Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) del Piano di Assetto del Territorio (PAT) di Selvazzano Dentro, redatta ai sensi delle Delibere della Giunta Regionale del Veneto n°3637/2002, n°1322/2006, n°1841/2007 e n°2948/2009. Dall’entrata in vigore della D.G.R. Veneto n°3637 del 13/12/2002 è necessario valutare la compatibilità idraulica dei nuovi strumenti urbanistici; la procedura deve essere applicata “… agli strumenti urbanistici generali o varianti generali o varianti che comportino una trasformazione territoriale che possa modificare il regime idraulico”. Dalla valutazione si deve desumere “…che non viene aggravato l'esistente livello di rischio idraulico né viene pregiudicata la possibilità di riduzione attuale e futura di tale livello”; la valutazione deve indicare “le misure compensative introdotte nello strumento urbanistico ai fini del rispetto delle condizioni esposte”. 5 Valutazione di compatibilità idraulica 1 IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL TERRITORIO Le analisi idrauliche all’interno della predisposizione della Compatibilità Idraulica di un PAT, hanno il duplice scopo di esaminare da un lato la vulnerabilità idraulica, idrogeologica e geomorfologica del territorio, e dall’altro la necessità di garantire che la trasformazione non modifichi gli apporti idrologici con aggravio delle possibilità di smaltimento del sistema fognario e della rete idrografica e di bonifica. L’analisi si sofferma quindi in un primo momento sull’assetto geomorfologico ed idraulico del territorio, individuando così le aree a pericolosità idraulica ed a ristagno idrico. Particolare attenzione è posta alle aree in trasformazione destinate all’edificazione dalla pianificazione territoriale in oggetto: in questo caso l’analisi si prefigge di mantenere adeguati livelli di sicurezza idraulica, sia nei confronti dell’incolumità degli immobili e dei loro occupanti futuri, sia nei riguardi della compatibilità per i territori contermini affinché la trasformazione non pregiudichi livelli di sicurezza già affermati. Il secondo punto, non meno importante dello studio, riguarda l’invarianza idraulica del territorio. Per trasformazione del territorio nel rispetto del principio dell’invarianza idraulica, s’intende la trasformazione di un’area che non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico che riceve i deflussi superficiali originati dalla stessa. L’approccio si delinea dalla semplice osservazione che la trasformazione di vaste aree verdi in spazi urbanizzati comprendenti edifici civili, strade, complessi industriali e commerciali, avrà come conseguenza che, grandi volumi d’acqua (dovuti a precipitazione meteoriche sempre più intense) non riusciranno più a filtrare nel terreno, mettendo in crisi il sistema fognario esistente e causando fenomeni di allagamento superficiale. Lo scopo fondamentale dello studio di compatibilità idraulica è quindi quello di far si che le valutazioni urbanistiche, sin dalla fase della loro formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere la nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e potenziali, nonché le possibili alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni di uso del suolo possono venire a determinare. In sintesi, lo studio idraulico deve verificare l’ammissibilità delle previsioni contenute nello strumento urbanistico, prospettando soluzioni corrette dal punto di vista dell’assetto idraulico del territorio. 6 Valutazione di compatibilità idraulica 1.1 NORMATIVA Le modalità operative e le indicazioni tecniche, che devono essere seguite per la “Valutazione della Compatibilità Idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici”, sono definite dalla D.G.R. Veneto n°1322/2006 e s.m.i. ai sensi della L.R. 3 agosto 1998 n°267. L’Allegato A della D.G.R. Veneto n°1322/2006 prevede che ogni strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno studio di compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni urbanistiche le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni causate dal regime idraulico al fine di consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idraulici ed idrogeologici. In questa relazione vengono pertanto analizzate tutte le Aree Territoriali Omogenee (ATO) in cui è stato suddiviso il PAT; ove non sia prevista alcuna alterazione del regime idraulico ovvero un’alterazione non significativa, la Valutazione di Compatibilità Idraulica è sostituita dalla relativa asseverazione. La Valutazione di Compatibilità Idraulica non sostituisce ulteriori studi e atti istruttori di qualunque tipo richiesti al soggetto promotore dalla normativa statale e regionale, in quanto applicabili. Vengono analizzate le problematiche di carattere idraulico, individuate le zone di tutela e fasce di rispetto ai fini idraulici ed idrogeologici nonché dettate le specifiche discipline per non aggravare l’esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare tipologia e consistenza delle misure compensative da adottare nell’attuazione delle previsioni urbanistiche. La presente valutazione ha quindi il duplice effetto di garantire: 1. l’ammissibilità idraulica: deve essere verificata l’ammissibilità idraulica dell’intervento considerando le interferenze fra i dissesti idraulici presenti e le destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo collegate all’attuazione della variante; 2. l’invarianza idraulica: deve essere evidenziato che l’impermeabilizzazione delle superfici e la loro regolarizzazione contribuisce in modo determinante all’incremento del coefficiente di deflusso e al conseguente aumento del coefficiente udometrico delle aree trasformate. Pertanto ogni progetto di trasformazione dell’uso del suolo che provochi una variazione di permeabilità superficiale deve prevedere misure compensative volte a rispettare un determinato coefficiente udometrico secondo il principio dell’invarianza idraulica. 7 Valutazione di compatibilità idraulica A completamento si riportano i principali riferimenti normativi la cui applicazione permette una corretta gestione, manutenzione e tutela dei corsi d’acqua: • R.D.L. 8 maggio 1904, n. 368 - Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico delle leggi 22 marzo 1900, n. 195, e 7 luglio 1902, n. 333, sulle bonificazioni delle paludi e dei territori paludosi - e successive modificazioni. • T.U. 25 luglio 1904, n. 523 – Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie. • R.D.L. 13 febbraio 1933, n. 215 - Nuove norme per la bonifica integrale - e successive modificazioni. • L. 29 giugno 1939, n. 1497 – Protezione delle bellezze naturali. • R.D.L. 3 giugno 1940, n.1357 – Regolamento per l’applicazione della legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali. • L.R. 13 gennaio 1976, n. 3 - Riordinamento dei Consorzi di bonifica e determinazione dei relativi comprensori - e successive modifiche. • L.R. 1 marzo 1983, n. 9 - Nuove disposizioni per l’organizzazione della bonifica. • L.R. 5 marzo 1985, n. 24 - Tutela ed edificabilità delle zone agricole. • L.R. 27 giugno 1985, n. 61 - Norme per l’assetto e l’uso del territorio - e successive modificazioni. • L. 8 agosto 1985, n.431 – Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale. • D.G.R. 4 novembre 1986, n. 5833 - Guida tecnica per la classificazione del territorio rurale. • D.G.R. 23 dicembre 1986, n. 7090 - Adozione del Piano Territoriale regionale di coordinamento. • L. 18 maggio 1989, n. 183 - Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo e successive modifiche. • L.R. 8 gennaio 1991, n. 1 - Disposizioni per l’innovazione in agricoltura. • L. 19 agosto 1996, n. 25 – Modifiche ed integrazioni alle L.R. 13 gennaio 1976, n.3, 18 dicembre 1993, n. 53 e 8 gennaio 1991, n.1 in materia di Consorzi di bonifica. • L.R. 3 agosto 1998, n. 267 - Individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e idrogeologico. Nuove indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici. 8 Valutazione di compatibilità idraulica • D.G.R. 13 dicembre 2002, n. 3637 del 13.12.2002 – L. 3 agosto 1998 n.267, Individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e idrogeologico. Nuove indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici. • L.R. 23 aprile 2004, n.11 – Norme per il governo del territorio. • D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio. • D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 – Norme in materia ambientale. • D.G.R. 10 maggio 2006, n. 1322 - come integrata con deliberazione di Giunta regionale del Veneto n. 1841 del 19 Giugno 2007, con le quali è stata modificata la sopracitata deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.3637 del 13.12.2002. • D.G.R. 7 agosto 2007, n.2587 – Adozione del documento preliminare al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – PTRC – e della Relazione Ambientale – procedura di Valutazione Ambientale Strategica. L.R. 23 aprile 2004 n.11 (artt. 25 e 4). • D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 recante norme in materia ambientale. • D.Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e 63 – Ulteriori disposizioni integrative e correttive al D.Lgs. 22/01/04, n. 42. • D.G.R. 31 marzo 2009, n. 793 – Indirizzi e chiarimenti in merito all’individuazione dell’Amministrazione istituzionalmente competente alla gestione dei rifiuti abbandonati lungo le rive dei corsi d’acqua e galleggianti sulle acque superficiali. • L.R. 8 maggio 2009, n.12 – Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio. • D.G.R. 19 maggio 2009, n.1408 – Costituzione dei nuovi Consorzi di bonifica del Veneto ai sensi dell’art. 3 della L.R. 8 maggio 2009 n.12. • D.G.R. 2884 settembre 2009 - Piano di Tutela delle Acque. Approvazione di ulteriori norme di salvaguardia. (art. 121 del D.Lgs. n.152/2006; artt.19 e 28 L.R. 33/1985). • D.G.R. 2948 6 ottobre 2009 – Nuove indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici. Modifica delle delibere n. 1322/2006 e n. 1841/2007 in attuazione delle sentenza del consiglio di Stato n. 304 del 3 aprile 2009. • D.G.R. 107 del 5 novembre 2009, pubblicato sul BUR n.100 del 8/12/2009, - Piano di Tutela delle Acque, approvazione. 9 Valutazione di compatibilità idraulica Il quadro legislativo nazionale si è progressivamente arricchito di strumenti indirizzati alla tutela dei corsi d’acqua con finalità di volta in volta diverse come l’assetto idraulico, il paesaggio, la qualità delle acque, la fauna ittica, etc. senza che venisse elaborato, se non parzialmente, un concetto di funzionalità unitaria del sistema fluviale. Infatti, solo con la legge 183/89, sono stati introdotti i presupposti per affrontare le problematiche delle regioni fluviali in una prospettiva di difesa del suolo integranti aspetti di assetto idraulico, di pianificazione territoriale e di tutela ambientale alla scala del bacino idrografico. Per quanto riguarda la valenza paesaggistica ed ambientale, l’identificazione delle fasce fluviali da tutelare è piuttosto recente nella legislazione nazionale e fa riferimento alla legge 431/85 che, come noto, sottopone a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle “acque pubbliche” e le relative sponde o piedi degli argini per la fascia di 150 metri (art. 1, lettera c). Ad oggi, tale disposto legislativo è esteso a tutti i corsi d’acqua, in quanto la legge 36/94 ha definito pubbliche tutte le acque superficiali e sotterranee. Pur trattandosi di un vincolo con finalità paesistiche, ha valore anche in senso di tutela di una porzione della regione fluviale. La legge quadro sulle aree protette 394/1991 non approfondisce questioni di individuazione e classificazione delle regioni fluviali. Si limita, di fatto, a segnalare l’importanza di una identificazione dettagliata, anche ai fini di una migliore efficacia delle azioni di pianificazione delle aree da assoggettare a tutela e demanda la questione, peraltro in termini facoltativi, al Comitato tecnico delle aree protette. La legislazione regionale in materia, originatasi anche antecedentemente alla emanazione della legge 431/85, riguarda prevalentemente disposizioni che fanno riferimento al controllo o al divieto per nuove costruzioni edilizie ed ogni altra opera oggetto di concessione nelle adiacenze dei corsi d’acqua. L’adozione di adempimenti normativi regionali, in ottemperanza alla legge 431/85, non ha comportato l’abrogazione delle preesistenti leggi sulla medesima materia riconfermando, talvolta, dove esistenti, prescrizioni di carattere più restrittivo relative all’attività costruttiva 10 Valutazione di compatibilità idraulica 1.2 METODOLOGIA DI LAVORO La presente relazione di compatibilità idraulica analizza l’ammissibilità degli interventi, considerando le interferenze tra il reticolo idrografico, i dissesti idraulici ad esso connessi e le destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo all’attuazione del PAT. Lo studio delle trasformazioni in previsione inizia con una accurata caratterizzazione delle criticità idrauliche del territorio: a tal proposito molto importanti sono le analisi delle conoscenze messe a disposizione dai Consorzi, dai Gestori e dagli Enti competenti, in particolare il Consorzio di Bonifica Bacchiglione e il Consorzio di Bonifica Brenta che gestiscono la rete idrica di bonifica, ETRA Spa che gestisce la rete di fognatura nera, ed il Comune che pianifica l’attività urbanistica. Successivamente, passando dal generale al dettaglio, è stata verificata nel concreto la reale possibilità di trasformazione urbanistica. A tal scopo sono stati svolti sopralluoghi atti ad individuare le particolarità morfologiche ed idrogeologiche che permettono di indirizzare le scelte di fattibilità e le misure compensative con maggior grado di attendibilità. Fondamentali sono stati anche i risultati del Piano Comunale delle Acque che hanno consentito di ricostruire la rete idrografica delle fossature private del territorio, e quindi di attribuirvi una gerarchia, fondata sulla base della rilevanza per il deflusso delle acque. All’interno del Piano delle Acque, è stata trascurata l’indagine di alcune aree urbanizzate, rimandando, come già accennato, ad un confronto con l’Amministrazione Comunale per la conoscenza dell’andamento planimetrico della rete di fognatura bianca, limitandosi quindi a rilevare le interconnessioni principali di quest’ultime con la rete idrografica minore. Questo è dovuto all’impossibilità fisica di procedere con i rilievi in determinate zone. Lo studio è volto alla quantificazione delle misure compensative da realizzare al fine di non aggravare, con le opere di progetto, l’equilibrio idraulico dell’area in cui l’opera va ad inserirsi, per eventi con un tempo di ritorno pari a 50 anni, così come previsto dalla Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n°1322/2006 e s.m.i. Propedeutica alla determinazione delle misure compensative è la contestualizzazione degli areali di traformazione previsti dal PAT all'interno degli Ambiti Territoriali Omogenei definiti: si è svolta l'individuazione degli elementi della rete idrografica presenti nei pressi delle singole aree analizzate e sono stati delineati i possibili 11 Valutazione di compatibilità idraulica percorsi di scarico per il collettamento delle portate meteoriche generabili a seguito delle future trasformazioni del suolo. Definito il grado di impermeabilizzazione associato ai possibili interventi si è proceduto al calcolo del volume di invaso necessario a garantire l'invarianza idraulica o il miglioramento idraulico in considerazione degli stati di criticità presenti sul territorio. 12 Valutazione di compatibilità idraulica 2 PIANIFICAZIONE DI SETTORE 2.1 IL P.A.I. DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE Per assetto idrogeologico si intende la sistemazione del reticolo idrografico e dei versanti, conseguita naturalmente o attraverso la pianificazione di opportune strategie di intervento. Questo concetto è contrapposto a quello di dissesto. Le frane, le colate di fango e di detrito, le alluvioni, i processi di erosione localizzata e diffusa, la crisi, del territorio e la perdita conseguente di vite umane, beni, infrastrutture ma anche di valori ambientali, naturalistici, del paesaggio. L’esigenza di assetto idrogeologico nasce dalla necessità di attuare la difficile convivenza dell’uomo con la natura. Ciò che noi chiamiamo dissesto altro non è se non una manifestazione, naturale o indotta, della dinamica dei versanti o del reticolo idraulico che viene ad interagire negativamente con la nostra vita. L’assetto che cerchiamo di ottenere è invece la necessità di modulare artificialmente tale dinamica entro canoni accettabili, al fine di garantire uno sviluppo armonico della nostra società. Il Piano di bacino, elaborato dalle Autorità di bacino nazionali, interregionali e regionali, è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo con il quale vengono attuati gli obiettivi della L. 183/89. Il Progetto di Piano per l’Assetto idrogeologico dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione è stato predisposto nel 2004, ai sensi dell’art 1 comma 1, della Legge 267/98, e della Legge 365/2000 da parte dell’Autorità di Bacino dei Fiumi dell’Alto Adriatico. Esso costituisce il primo passo del percorso procedurale, tecnico ed istituzionale indicato dalla ricordata legge n. 365/2000. La Conferenza programmatica è il successivo passaggio previsto dalla legge, mediante la quale i Comuni e le Province esprimeranno un parere su tale piano, con particolare riferimento alle integrazioni dei suoi contenuti a scala comunale e provinciale, prevedendo le necessarie prescrizioni urbanistiche e idrogeologiche. Si sottolinea che il procedimento per l’adozione definitiva e la successiva approvazione del Progetto di piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione è attualmente ancora in corso, non essendo state convocate da parte delle Regioni le Conferenze programmatiche previste dall’art. 1-bis, comma 3 della L.365/2000. 13 Valutazione di compatibilità idraulica II P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale vengono pianificate le azioni e le norme d’uso riguardanti l’assetto idraulico ed idrogeologico del Bacino. L’obiettivo del PAI è la determinazione di un quadro di pianificazione e programmazione che tenda a ridurre al minimo il danno connesso ai rischi idrogeologici. Questo avviene attraverso lo sviluppo di un quadro conoscitivo, l’individuazione di interventi, strutturali e non strutturali, di mitigazione del rischio, di norme atte a governare la sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture. Ci si riferisce in particolare al Piano stralcio relativo alla riduzione del rischio idraulico. Il cardine del PAI, resta tuttavia l’individuazione e perimetrazione delle aree a pericolosità idrogeologica e l’individuazione degli elementi a rischio che si trovano in esse ricompresi. Il P.A.I. è costituito dalla fase conoscitiva, dalla fase propositiva e programmatica (contenute in una relazione generale) e dalla cartografia nella quale è riportata la perimetrazione delle aree pericolose dal punto di vista idraulico, geologico e da valanga presenti nei quattro sottobacini. Sulla base degli “Atti di indirizzo e di coordinamento” di cui al D.P.C.M. 29.9.1998, la perimetrazione delle aree a pericolosità idraulica è caratterizzata da 3 diverse probabilità di evento e conseguentemente da diverse rilevanze di piena, queste sono state identificate da adeguati studi idraulici e idrogeologici e sono: aree ad alta probabilità di inondazione (indicativamente "Tr" di 20-50 anni); aree a moderata probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 100-200 anni); aree a bassa probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 300-500 anni). Nel Piano viene precisato come l’estendersi dell’urbanizzazione e l’uso sempre più intensivo del territorio hanno provocato un’ampia e diffusa insufficienza delle reti idrauliche di bonifica e dei manufatti ad essa pertinenti. Inoltre ad essa si accompagna spesso una parallela insufficienza dei corpi idrici nei quali devono confluire le acque dei comprensori, con la difficoltà o l’impossibilità di scarico in alcune 14 Valutazione di compatibilità idraulica situazioni e conseguente pregiudizio della sicurezza idraulica del territorio. Secondo il P.A.I., per raggiungere un adeguato assetto dei comprensori di bonifica sotto il profilo della difesa idraulica, occorre acquisire indirizzi di carattere strutturale idonei ad introdurre nuove strategie di interventi specie se miranti a perseguire, oltre alla difesa idraulica, anche la valorizzazione del territorio. Per la moderazione della piene nelle reti minori, il P.A.I. ritiene indispensabile predisporre provvedimenti idonei ad arrestare la progressiva riduzione degli invasi ed a favorire il rallentamento e lo sfasamento dei tempi di concentrazione dei deflussi di piena conseguenti allo scarico delle portate fognarie nei collettori di bonifica a sezione ridotta. Sempre secondo il P.A.I. gli effetti vanno ottenuti programmando la realizzazione di superfici da destinare all’invaso di volumi equivalenti a quelli soppressi e, per quanto riguarda lo scarico delle reti bianche, mediante vasche di laminazione delle portate immesse in rete o mediante mitigazione idraulica con tecniche di detenzione distribuita (microlaminazione). Le superfici citate potrebbero altresì assicurare il raggiungimento di altre finalità fondamentali e parallele della bonifica idraulica, quali la tutela ambientale attraverso processi di miglioramento qualitativo delle acque. Con Delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno 2007 è stata adottata la “Variante al Progetto di Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione” e le corrispondenti misure di salvaguardia. Con tale Delibera le disposizioni degli articoli dal 4 al 17 delle Norme di Attuazione, riportante nell’Allegato 1 della Variante, che costituisce parte integrante della delibera 4/2007, costituiscono misure di salvaguardia, ai sensi e per gli effetti dell’art.65, comma 7 del DLgs n. 152/2006. Si sottolinea nuovamente che il procedimento per l’adozione definitiva e la successiva approvazione del Progetto di piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione è attualmente ancora in corso, non essendo state convocate da parte delle Regioni le Conferenze programmatiche previste dall’art. 1-bis, comma 3 della L.365/2000. 15 Valutazione di compatibilità idraulica 2.1.1 PAI PRIMA VARIANTE La prima variante e le corrispondenti misure di salvaguardia del Progetto di Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione sono state adottate con delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno 2007 e con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 233 del 6 ottobre 2007. Il Comune di Selvazzano Dentro ricade nella Tav. n. 16. Figura 1. Inquadramento delle Tavole del PAI Prima variante. All’interno del territorio comunale, come si evince dalla Figura 2, è stata individuata e perimetrata l’area fluviale del Fiume Bacchiglione ed un’area P1 a pericolosità moderata che si estende a nord del Bacchiglione ed è compresa tra le SP 13 e 83 (Via Pelosa) e Via Vegri sino a Via Penghe. 16 Valutazione di compatibilità idraulica Figura 2. Estratto della Tavola n.16 del PAI Prima variante. 2.1.2 PAI SECONDA VARIANTE – PAI 4 BACINI L’adozione del Piano stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione (PAI-4 Bacini) e corrispondenti misure di salvaguardia, è avvenuta con delibera del Comitato Istituzionale in data 09.11.2012 e con pubblicazione sulla G.U. n.280 del 30.11.2012. Come risulta dalla Relazione tecnica del PAI 4 Bacini, in merito ai criteri di con terminazione delle aree di pericolosità idraulica, “nell’ottica di mappare la “attitudine” e la “predisposizione” del territorio ad essere esondato, si è assunto quale evento di riferimento per l’individuazione delle aree pericolose l’evento di piena prodotto da precipitazioni caratterizzate da un tempo di ritorno di 100 anni.” La seconda variante al PAI, oltre alla consueta individuazione e perimetrazione delle aree a pericolosità e aree fluviali, riporta anche le “Zone di attenzione idraulica” indicando le aree allagate relative all’evento alluvionale del 31 ottobre – 2 novembre 2010 e le relative rotte arginali. È inoltre stato aggiornato con i risultati dei recenti studi realizzati dall’Autorità di Bacino e con le indicazioni riportate dai Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP). Il Comune di Selvazzano Dentro è rappresentato nelle Tavole n. 72 – 73- 86 – 86 – 87 come si evince dalla sottostante Figura 3. 17 Valutazione di compatibilità idraulica T/01 T/01 T/01 T/01 F !!!" #$%%$ &'"%$ ( )* +) , -. , -) del PAI Seconda variante. 18 Valutazione di compatibilità idraulica L’individuazione delle aree a pericolosità e la successiva classificazione secondo le previste categorie è il risultato di una complessa ed accurata analisi articolata in più fasi e che è consistita prima di tutto nel ricostruire l’onda della piena di riferimento che caratterizza ciascun bacino (studio idrologico); quindi nell’indagare i fenomeni di propagazione delle onde di piena lungo il corso d’acqua e l’eventuale tracimazione delle stesse nei territori circostanti (studio idrodinamico); ed infine nell’analizzare le caratteristiche geometriche e strutturali dei corpi arginali, delle sponde e dei manufatti di difesa onde verificarne la propensione a resistere, nel tempo, alle sollecitazioni delle piene. È infatti noto che la pericolosità idraulica connessa al verificarsi dei cedimenti arginali dipende, oltre che dal valore delle quote idrometriche raggiunte durante la piena anche da numerosi altri fattori quali: l’evoluzione temporale e la durata del fenomeno di piena, le caratteristiche geotecniche e geometriche del rilevato arginale, nonché lo stato di manutenzione delle opere di difesa e quindi la possibilità che si verifichino fenomeni di sifonamento, erosioni, etc. In altri termini, per il sistema arginale, non vanno mai trascurati i fattori di degenerazione e di imprevedibilità che richiedono pertanto precise attività di monitoraggio, presidio e manutenzione. I codici di calcolo utilizzati, sono stati messi a punto da parte dell’Autorità di Bacino nell'ambito di attività di studio intraprese sul tema della sicurezza idraulica e simulano, in base all'integrazione numerica delle equazioni di De Saint-Venant, la propagazione delle onde di piena secondo schemi di calcolo uni e bidimensionali, a moto permanente e a moto vario. I modelli di tipo monodimensionale consentono di individuare, in ogni sezione del reticolo fluviale (e in ogni istante se a moto vario), i livelli idrometrici attesi per eventi di predeterminato tempo di ritorno. I modelli bidimensionali consentono invece di descrivere anche i complessi fenomeni idrodinamici che possono verificarsi nei corsi d’acqua quando il moto non si sviluppa secondo una direzione prevalente, bensì è caratterizzato dalla presenza di anse, curve ed aree golenali in cui il moto è indubbiamente bidimensionale. Un modello di questo tipo meglio si addice allo studio di un alveo di tipo pluricursale o alla rappresentazione delle modalità di allagamento del territorio, tenendo conto della morfologia, della pendenza e dell’altimetria che lo caratterizzano e dell’eventuale presenza di ostacoli che potrebbero rallentare il moto (ad es. rilevati stradali) o, al contrario, dell’eventuale presenza di vie di deflusso preferenziali che potrebbero ridurre i tempi di diffusione dell’allagamento. L’utilizzo dei modelli di tipo bidimensionale consente inoltre di simulare il crollo delle strutture arginali e, in tutti i casi esaminati, ma soprattutto quando è possibile avvalersi di ortofoto e rilievi lidar, consente di 19 Valutazione di compatibilità idraulica descrivere il territorio indagato con buona precisione, rappresentando i possibili scenari di piena lungo tutta l’asta fluviale. Nel Comune di Selvazzano Dentro il PAI individua le seguenti perimetrazioni: Zone di attenzione idraulica Indicando le aree allagate relative all’evento alluvionale del 31 ottobre – 2 novembre 2010 e le relative rotte arginali. È inoltre stato aggiornato con i risultati dei recenti studi realizzati dall’Autorità di Bacino e con le indicazioni riportate dai Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP). Per il Comune di Selvazzano Dentro, tali aree corrispondono alla parte di territorio a sud-est del Bacchiglione compresa tra il confine comunale e le vie Abano, Mantegna, Monache e Piemonte. Pericolosità moderata (P1) Al capitolo 2.1 della Relazione generale della seconda variante al PAI si precisa che le prime attività di elaborazione del P.A.I. si sono concentrate, per la parte idraulica, sui principali fiumi di pianura, e sono state sviluppate a partire dalle perimetrazioni eseguite nell’ambito della redazione del Piano straordinario, in un contesto in cui gli strumenti modellistici disponibili non coprivano interamente ed omogeneamente il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino. Le attività di indagine si sono pertanto basate su di una conoscenza dei processi idrologici e idrodinamici, della geometria, dei coefficienti di resistenza al moto e delle condizioni dei manufatti non del tutto soddisfacente ed esaustiva, che ha indotto la Segreteria tecnica dell’Autorità di Bacino ad elaborare, in sintonia col D.P.C.M. 29.9.1998, una metodologia speditiva per l’individuazione e la classificazione delle aree affette da pericolosità idraulica in corrispondenza alle tratte arginate dei corsi d’acqua di pianura. L'approccio metodologico utilizzato, è stato quindi impostato su ipotesi semplificate che, senza invalidarne il rigore teorico, hanno consentito di pervenire ad una prima utile indicazione sugli effetti che i fenomeni di esondazione potrebbero avere sul territorio. Solo nel corso degli anni, l’acquisizione di nuove conoscenze e di nuovi strumenti ha consentito di affinare i processi di delimitazione e classificazione delle aree pericolose, ricorrendo sempre più all’utilizzo di modelli bidimensionali in sostituzione del metodo semplificato. Una vasta applicazione si è avuta in fase di aggiornamento del progetto di Piano ai sensi dell’articolo 6 delle Norme di Attuazione, 20 Valutazione di compatibilità idraulica nonché nell’ultima fase del processo di adozione definitiva dello stesso con le Conferenze programmatiche. In tali occasioni, non solo sono state aggiornate e/o modificate le perimetrazioni precedentemente adottate, ma si è anche proceduto ad ampliare il campo di indagine arrivando a perimetrare, con la collaborazione delle Regioni, anche una parte della rete idrografica minore e della rete montana. Vale la pena precisare che utilizzando i modelli monodimensionali si è cautelativamente assunto di trasferire i volumi di piena interamente, da monte verso valle, compresa la quota parte esondata. Se da un lato ciò non rispecchia la realtà, per ovvi motivi, dall’altro ben rappresenta l’incertezza di dove può avvenire una possibile rottura per tracimazione e successivo spagliamento lungo il tracciato arginale. Viceversa, utilizzando i modelli bidimensionali gli scenari di piena sono stati rappresentati nel modo più verosimile possibile, trasferendo i volumi di piena, da monte verso valle, al netto dell’eventuale quota parte esondata. Di tali differenze si è tenuto conto in fase di classificazione delle aree pericolose e di attribuzione del livello di pericolosità. Un confronto tra gli esiti forniti dalle modellazioni e gli eventi storici documentati ha consentito di accertare una sostanziale buona affidabilità di ambedue gli approcci utilizzati. Aree fluviali (F) Si tratta di aree che rivestono un ruolo fondamentale per il corso d’acqua e la loro corretta conterminazione assume, conseguentemente, carattere essenziale. Tali aree si differenziano concettualmente dalle aree pericolose poiché, a differenza di quest’ultime, sono strettamente funzionali all’evoluzione del corso d’acqua cui si riferiscono, pertanto la pericolosità è un fattore intrinseco. L’area fluviale è riconosciuta in base alla presenza di: - opere idrauliche, quali argini o opere di difesa significative; - elementi naturali geomorfologicamente evidenti che ne delimitino l’estensione, quali ad esempio, sponde naturali o variazioni altimetriche del terreno. L’individuazione dell’area fluviale non può basarsi sul concetto di piena ordinaria, poiché non è in grado di rappresentare la dinamica evolutiva del corso d’acqua. Da ciò deriva l’esigenza di fondare i metodi di individuazione delle aree fluviali sul criterio geomorfologico, quale strumento per riconoscere le forme del corso d’acqua, e sul criterio idrodinamico, per valutarne l’intensità anche a carattere locale. 21 Valutazione di compatibilità idraulica Resta ancora inteso che le rappresentazioni cartografiche nelle quali è descritta la sola area fluviale non implicano che non esistano aree pericolose all’esterno del corso d’acqua. Tutto ciò deriva dal fatto che non sempre sono disponibili conoscenze circa le criticità presenti sul territorio. Il Piano, infine, non va inteso come uno strumento statico e inalterabile; tutte le informazioni in esso contenute possono e/o devono essere soggette ad un continuo aggiornamento e approfondimento, ogni qualvolta si rendano disponibili ulteriori nuove conoscenze rispetto a quelle fino ad ora raggiunte. Nelle aree fluviali riconosciute secondo i criteri sopra richiamati, può accadere che siano ricomprese delle edificazioni. In linea generale, la pre-esistenza di tali volumi alla data di adozione del progetto di P.A.I. (07.10.2004), consente una serie di attività governate dalla corrispondente normativa (articoli 13-15 delle Norme di Attuazione). 2.1.3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MERITO ALLE INDICAZIONI IDROGEOLOGICHE Art. 5 NTA – Zone di attenzione “1. Sono definite “zone di attenzione” le porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in cartografia con apposito tematismo. L’associazione delle classi di pericolosità avviene secondo le procedure di cui all’art. 6. 2. Sono considerate pericolose nei territori per i quali non è stata ancora perimetrata e riportata su cartografia la perimetrazione della pericolosità: a. le aree soggette a dissesto idraulico e/o geologico e/o valanghivo risultanti da studi riconosciuti dai competenti organi statali o regionali, ovvero da specifiche previsioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti; b. in assenza di studi o specifiche previsioni urbanistiche, le aree che sono state storicamente interessate da fenomeni di dissesto idraulico e/o geologico e/o valanghivo. 3. In sede di attuazione delle previsioni e degli interventi degli strumenti urbanistici vigenti, le amministrazioni comunali provvedono a verificare che gli interventi siano compatibili con la specifica natura o tipologia di dissesto individuata, in conformità a quanto riportato nell’art. 8. 4. In sede di redazione degli strumenti urbanistici devono essere valutate le condizioni di dissesto evidenziate e la relativa 22 Valutazione di compatibilità idraulica compatibilità delle previsioni urbanistiche. La verifica è preventivamente trasmessa alla Regione che, ove ritenga ne sussista la necessità, provvede all’avvio della procedura di cui all’art. 6 per l’attribuzione della classe di pericolosità.” Approfondimenti all’ Art. 5 NTA La Giunta Regionale si è espressa con dei chiarimenti in merito all’applicazione delle disposizioni contenute all’art. 5 delle NTA, con nota Prot. 126178/63/00 del 22/03/2013. Tale documento precisa che, nell’applicazione della norma bisogna distinguere due situazioni distinte come segue: a) In sede di attuazione delle previsioni e degli interventi degli strumenti urbanistici vigenti – art. 5 comma 3 – e al di fuori della fattispecie di cui all’art.8 comma 2, le amministrazioni comunali provvedono a verificare che gli interventi sono compatibili con la specifica natura o tipologia di dissesto individuata, in conformità alle disposizioni generali riportate nel art. 8 medesimo. b) In sede di redazione del PAT (o PATI) – art. 5 comma 4 – la valutazione stabilita dall’art. 5 può essere fatta contestualmente alla redazione del piano, oppure rinviata alla fase di redazione del Piano degli Interventi (PI). Perché la valutazione stabilita al comma 4 dell’art.5 possa essere rinviata alla fase di redazione del PI è necessario che le zone di attenzione vengano ricomprese nella carta delle fragilità entro aree “non idonee” oppure entro aree “idonee a condizione“, di cui alla L.R. 11/2004 e che le condizioni imposte per l’idoneità comprendano anche la valutazione delle condizioni di dissesto evidenziate e la relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche. Tra le condizioni imposte potrà esserci direttamente l’eventuale espletamento delle procedure per l’attribuzione del grado di pericolosità. Va rimarcato che nelle “zone di attenzione” individuate nella tavola delle Fragilità all’interno di “aree non idonee” o di “aree idonee a condizione”, valgono comunque sia le specifiche norme d’attuazione 23 Valutazione di compatibilità idraulica del PAT sia le norme tecniche del PAI, in particolare le prescrizioni generali riportate all’art.8. Le “zone di attenzione”, così come le aree a cui sia già stato assegnato un grado di pericolosità dal PAI, devono inoltre essere comunque individuate nella carta dei vincoli; inoltre, nelle norme tecniche del PAI e del PAT va rimarcato che: il PAI costituisce un vincolo sovraordinato agli strumenti urbanistici generali e attuativi; il vincolo PAI indicato nella specifica tavola 1 di progetto (carta dei vincoli) è ricognitivo e riferito alla data di redazione del piano; le successive modifiche del PAI non costituiscono variante agli strumenti urbanistici ma sono immediatamente efficaci a partire dalla loro entrata in vigore. Per le “zone di attenzione” interessate da previsioni urbanistiche, deve essere condotta dal Comune la valutazione delle condizioni di dissesto e la relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche, con l’eventuale proposta di associazione della pericolosità. La verifica è preventivamente trasmessa in Regione la quale provvederà, alternativamente: all’espressione di non assoggettamento delle zone di attenzione alle procedure di attribuzione della classe di pericolosità ai fini del PAI, in funzione della accertata compatibilità degli interventi previsti con specifica natura o tipologia di dissesto individuata; all’avvio delle procedure di attribuzione della classe di pericolosità PAI, con le modalità stabilite all’art. 6 delle NTA del PAI. Va inoltre evidenziato che per effetto del combinato disposto dagli art. 5 commi 3 e 4 e dal comma 1 dell’art. 8, le amministrazioni comunali non possono rilasciare, dopo l’entrata in vigore delle citate NTA, nuove concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire od equivalenti, previsti dalle norme vigenti, nelle zone di attenzione senza che sia stata preventivamente valutata la specifica natura o tipologia di dissesto individuata dal PAI e la relativa compatibilità degli interventi o delle previsioni urbanistiche che li hanno previsti. 24 Valutazione di compatibilità idraulica Con nota Prot. 261656/63/00 del 19/06/2013 la Giunta Regionale del Veneto ha apportato alcune integrazioni alla precede nota di integrazioni, prot. 126178 del 22/03/2013, formulata in ordine all’art.5 “Zone di attenzione” delle NTA. Un chiarimento è stato effettuato in relazione alla valutazione delle condizioni di dissesto all’interno delle zone di attenzione e della relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche (art. 5 comma 4 PAI). Con la citata delibera la Giunta Regionale del Veneto ha affidato direttamente alle Autorità di Bacino nazionali dei fiumi dell’Alto Adriatico e del fiume Adige il compito di associare alle zone di attenzione la pericolosità idraulica, svolgendo, altresì, le fasi spettanti alla Regione e relative all’istruttoria per la definizione della proposta di aggiornamento dei PAI. Le amministrazioni comunali rimangono conseguentemente esonerate dall’obbligo di trasmettere preventivamente alla Regione la verifica di compatibilità ai fini dell’avvio della procedura per l’attribuzione della classe di pericolosità delle zone di attenzione. Si chiede peraltro alle medesime amministrazioni di presentare la più ampia collaborazione alle Autorità di Bacino per agevolare la sollecita attuazione delle operazioni di verifica funzionali all’associazione o all’esclusione della pericolosità idraulica all’interno di tali zone. Un altro chiarimento è stato effettuato in relazione alla verifica di compatibilità degli interventi ricadenti all’interno delle zone di attenzione, limitatamente all’eventuale pericolosità idraulica, con la specifica natura o tipologia di dissesto individuata (verifica prevista dall’art. 5 comma 3, PAI). Sul punto va evidenziato che tale verifica, ai fini dell’assentibilità o meno degli interventi previsti dagli strumenti urbanistici vigenti (e, quindi, dell’eventuale conseguente rilascio dei correlati titoli abilitativi edilizi) anche in diretta attuazione delle disposizioni dettate dal c.d. “Piano casa”, sarà effettuata direttamente dalle amministrazioni comunali, sull’analisi degli studi e delle informazioni già disponibili ed utilizzati/e per la redazione dei propri PAT (cfr. Valutazioni di Compatibilità Idraulica e Carta delle Fragilità) nonché sulla scorta delle informazioni disponibili presso le amministrazioni provinciali (PTCP), i consorzi di bonifica, gli uffici regionali del genio civile. In sede di tale verifica dovrà essere valutata l’efficacia degli eventuali interventi di mitigazione proposti. Le risultanze della verifica saranno trasmesse all’Autorità di Bacino, per gli eventuali provvedimenti di competenza. 25 Valutazione di compatibilità idraulica Art. 8 NTA - Disposizioni comuni per le aree a pericolosità idraulica e per le zone di attenzione “1. Le Amministrazioni comunali non possono rilasciare concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire od equivalenti, previsti dalle norme vigenti, in contrasto con il Piano. 2. Possono essere portati a conclusione tutti i piani e gli interventi i cui provvedimenti di approvazione, autorizzazione, concessione, permessi di costruire od equivalenti previsti dalle norme vigenti, siano stati rilasciati prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avvenuta adozione del presente Piano, fatti salvi gli effetti delle misure di salvaguardia precedentemente in vigore. 3. Nelle aree classificate pericolose e nelle zone di attenzione, ad eccezione degli interventi di mitigazione della pericolosità e del rischio, di tutela della pubblica incolumità e di quelli previsti dal Piano di bacino, è vietato, in rapporto alla specifica natura e tipologia di pericolo individuata: a. eseguire scavi o abbassamenti del piano di campagna in grado di compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini, ovvero dei versanti soggetti a fenomeni franosi; b. realizzare tombinature dei corsi d’acqua; c. realizzare interventi che favoriscano l’infiltrazione delle acque nelle aree franose; d. costituire, indurre a formare vie preferenziali di veicolazione di portate solide o liquide; e. realizzare in presenza di fenomeni di colamento rapido (CR) interventi che incrementino la vulnerabilità della struttura, quali aperture sul lato esposto al flusso; f. realizzare locali interrati o seminterrati nelle aree a pericolosità idraulica o da colamento rapido. 4. Al fine di non incrementare le condizioni di rischio nelle aree fluviali e in quelle pericolose, fermo restando quanto stabilito al comma precedente ed in rapporto alla specifica natura e tipologia di pericolo individuata, tutti i nuovi interventi, opere, attività consentiti dal Piano o autorizzati dopo la sua approvazione, devono essere tali da: a. mantenere le condizioni esistenti di funzionalità idraulica o migliorarle, agevolare e comunque non impedire il normale deflusso delle acque; b. non aumentare le condizioni di pericolo dell’area interessata nonché a valle o a monte della stessa; c. non ridurre complessivamente i volumi invasabili delle aree interessate tenendo conto dei principi dell’invarianza idraulica e 26 Valutazione di compatibilità idraulica favorire, se possibile, la creazione di nuove aree di libera esondazione; d. minimizzare le interferenze, anche temporanee, con le strutture di difesa idraulica, geologica o valanghiva. 5. Tutte le opere di mitigazione della pericolosità e del rischio devono prevedere il piano di manutenzione. 6. Tutti gli interventi consentiti dal presente Titolo non devono pregiudicare la definitiva sistemazione né la realizzazione degli altri interventi previsti dalla pianificazione di bacino vigente.” Approfondimenti all’Art. 8 NTA I comitati tecnici delle Autorità di Bacino nazionali dei fiumi dell’Alto Adriatico e del fiume Adige, con parere n. 2 dis/2013 espresso nella seduta congiunta del 26/03/2013, hanno stabilito che nelle aree classificate a pericolosità moderata (P1) e media (P2) così come nelle zone di attenzione, la programmazione e la realizzazione di interventi aventi oggetto locali interrati e seminterrati non può ritenersi oggetto di un divieto preventivo e assoluto ai sensi dell’art. 8 delle NTA, comma 3 lettera f, ma devono essere valutate in rapporto alla specifica natura e tipologia di pericolo individuata. 27 Valutazione di compatibilità idraulica Art. 12 NTA – Disciplina degli interventi nelle aree classificate a pericolosità P1 “La pianificazione urbanistica e territoriale disciplina l’uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d’uso, la realizzazione di nuove infrastrutture e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente nel rispetto dei criteri e delle indicazioni generali del presente Piano conformandosi allo stesso.” Artt. 13 – 14 – 15 NTA – Disciplina delle aree fluviali Le NTA alla seconda variante al PAI, all’art. 13 comma 1 prevede che “Nelle aree fluviali, richiamate le disposizioni di cui all’art. 8, sono escluse tutte quelle attività e/o utilizzazioni che diminuiscono la sicurezza idraulica e, in particolare, quelle che possono: a. determinare riduzione della capacità di invaso e di deflusso del corpo idrico fluente; b. interferire con la morfologia in atto e/o prevedibile del corpo idrico fluente; c. generare situazioni di pericolosità in caso di sradicamento e/o trascinamento di strutture e/o vegetazione da parte delle acque.” Al comma 2 dispone che “Le coltivazioni arboree o pluriennali con strutture di sostegno fisso, esistenti alla data di adozione del presente Piano (01.12.2012) e i nuovi impianti sono ammessi, previa autorizzazione della Regione competente, se gli stessi non recano ostacolo al deflusso delle acque e all’evoluzione morfologica del corso d’acqua e rispondono ai criteri di compatibilità idraulica. Il rinnovo per completare il ciclo produttivo in atto al momento della scadenza dell’autorizzazione potrà essere consentito in deroga (se opportunamente motivato)”. Il comma 3 precisa che “Nelle aree fluviali, gli interventi di qualsiasi tipo devono tener conto della necessità di mantenere, compatibilmente con la funzione alla quale detti interventi devono assolvere, l’assetto morfo-dinamico del corso d’acqua. Ciò al fine di non indurre a valle condizioni di pericolosità. Nelle aree fluviali è consentita, previa acquisizione dell’autorizzazione idraulica della Regione e nel rispetto dei criteri di cui al comma 1: a. la realizzazione degli interventi finalizzati alla navigazione, compresa anche la nautica da diporto; b. la realizzazione, ampliamento o manutenzione delle opere di raccolta, regolazione, trattamento, presa e restituzione dell’acqua; c. la realizzazione, ampliamento o manutenzione di strutture a rete e di opere di attraversamento stradale, ciclopedonale e ferroviario. Le 28 Valutazione di compatibilità idraulica nuove opere vanno realizzate a quote compatibili con i livelli idrometrici propri della piena di riferimento tenuto conto del relativo franco di sicurezza; d. l’installazione di attrezzature e strutture, purché di trascurabile ingombro, funzionali all’utilizzo agricolo dei suoli nelle aree fluviali.” 29 Valutazione di compatibilità idraulica 2.2 Il P.T.A. della Regione Veneto Il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) costituisce uno specifico piano di settore, ai sensi dell’art. 121 del D. Lgs 152/2006. Il P.T.A. contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D. Lgs 152/2006 e contiene le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. La Regione ha approvato il P.T.A. con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5 novembre 2009. Il P.T.A. comprende i seguenti tre documenti: a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i suoi successivi aggiornamenti e comprende l’analisi delle criticità per le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e idrogeologico. b) Indirizzi di Piano: contiene l’individuazione degli obiettivi di qualità e le azioni previste per raggiungerli; la designazione delle aree sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari, delle zone soggette a degrado del suolo e desertificazione; le misure relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione fluviale. c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di qualità distinguibili nelle seguenti macroazioni: • Misure di tutela qualitativa: disciplina degli scarichi; • Misure per le aree a specifica tutela: zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari, aree sensibili, aree di salvaguardia acque destinate al consumo umano, aree di pertinenza dei corpi idrici; • Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico; • Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento. Sempre in termini di qualità ambientale si sottolinea che il “Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali” redatto ai sensi dell’articolo 13 della Direttiva comunitaria CE 23 ottobre 2000, n. 60 individua all’interno del comune di Selvazzano Dentro, il corso del fiume Bacchiglione; esso stabilisce il raggiungimento dell’obiettivo ambientale “buono” da raggiungere entro il 2015, per l’aspetto chimico, ed entro il 2021 per l’aspetto ecologico. 30 Valutazione di compatibilità idraulica 2.3 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione L’art. 23 della Legge Regionale 8 maggio 2009, n. 12 (BUR n. 39/2009) - Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio – stabilisce che i consorzi di bonifica predispongano il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio. In particolare il P.G.B.T.T. prevede: • la ripartizione del comprensorio in zone distinte caratterizzate da livelli omogenei di rischio idraulico e idrogeologico; • l’individuazione delle opere pubbliche di bonifica e delle altre opere necessarie per la tutela e la valorizzazione del territorio ivi comprese le opere minori, con ciò intendendosi le opere di competenza privata ritenute obbligatorie di cui all’articolo 34, stabilendone le priorità di esecuzione; • le eventuali proposte indirizzate alle competenti autorità pubbliche. Nel P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione, non sono previsti interventi sul territorio di competenza (a sud del Bacchiglione) del Comune di Selvazzano Dentro. 31 Valutazione di compatibilità idraulica 2.4 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta Nel P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta, è previsto uno studio di fattibilità sul territorio di competenza (a nord del Bacchiglione) del Comune di Selvazzano Dentro. In particolare si riporta la scheda dell’intervento tratta dal P.G.B.T.T. (non ancora vigente). Figura 4. Estratto dal PGBTT del Consorzio di Bonifica Brenta. 32 Valutazione di compatibilità idraulica 3 PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA 3.1 INDICAZIONI PROVINCIALI 3.1.1 PIANO TERRITORIALE (P.T.C.P.) DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) costituisce, come stabilito dalla Legge Regionale 23 aprile 2004, n.11, "lo strumento di pianificazione che delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell'assetto del territorio provinciale in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico provinciale, con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche ed ambientali". Il nuovo P.T.C.P. di Padova è stato adottato dal Consiglio Provinciale il 31/07/2006, dopo un lungo iter conoscitivo dettato da un contesto molto complesso; è stato approvato in data 29.12.2009 ai sensi dell'art. 23 della L.R. n. 11/2004, con Delibera della Giunta Regionale n. 4234 e pubblicato sul B.U.R. n. 14 del 16/02/2010. L’ultimo aggiornamento del PTCP è datato Giugno 2011, e dall’analisi della Carta delle Fragilità si individuano le aree a rischio idraulico e idrogeologico in riferimento al P.A.I. (prima e seconda variante), P1 ed F sulla porzione di territorio a nord del Bacchiglione, ma non compare nessuna indicazione nella porzione di territorio a sud del Bacchiglione (v. Figura 5). L’art. 13.7 delle NTA del PTCP “Rischio idrogeologico e idraulico” precisa che lungo il corso d’acqua Bacchiglione risulta un rischio idraulico potenziale come recepito dal PAI. Per quanto riguarda le aree a rischio idraulico della rete di Bonifica, il PTCP evidenzia delle aree esondabili o a pericolo di ristagno idrico rilevante attraverso indagini effettuate dai Consorzi di Bonifica, dalla protezione civile provinciale e da informazioni fornite dai Comuni. 33 Valutazione di compatibilità idraulica F 2 !!!" #$%%3$%4"!" 5*4 + 6! #$%%$ Fragilità del PTCP. Nella Carta Idrogeologica del PTCP (v. Figura 6) vengono riproposte le aree esondabili o a pericolo di ristagno idrico e vengono distinte tra aree a deflusso difficoltoso e quelle soggette ad inondazioni periodiche. 34 Valutazione di compatibilità idraulica F . !!!" #$%% 6! 7#"$"%"8 #$% 5&CP. Si segnala che le aree indicate come “aree esondabili o a periodico ristagno idrico” in corrispondenza delle località di Caselle e Tencarola, sono state stralciate nella seconda variante del PAI con opportuni Decreti Segretariali. Le ragioni della rettifica alla seconda variate del PAI apportata con decreto segretariale n. 1594 e 1597 del 12-06-2013 sono dovute alla più precisa definizione delle cause di criticità idraulica che risultano riconducibili a problematiche relative alla rete minore, e non a 35 Valutazione di compatibilità idraulica pericolosità derivante dai fiumi maggiori di competenza dell’Autorità di Bacino. Tuttavia, le criticità della rete minore indicate dalla Provincia nel PTCP dovranno essere prese in considerazione a livello territoriale nella presente valutazione di compatibilità idraulica. Di seguito si riporta l’estratto del Decreto Segretariale n. 1594 del 12 giugno 2013 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno 2013, nel quale l’Autorità di Bacino in seguito ad una verifica condotta sulla zona indicata nelle succitate cartografie a pericolosità alta in corrispondenza della località di Caselle, ha ritenuto che essa potesse essere stralciata dalla cartografia del PAI, andando così a modificare la Tav. n. 73 del PAI. F ) !!!" #$% 9$8$!" :$$!%$ ( ;2<= del 12.06.2013. Con il Decreto Segretariale n. 1597 del 12 giugno 2013 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno 2013, l’Autorità di Bacino, a seguito e per effetto di una verifica condotta il località Tencarola, ha ritenuto che l’area ad alta pericolosità individuata dagli strumenti provinciali potesse essere stralciata dalla cartografia del 36 Valutazione di compatibilità idraulica PAI. Di conseguenza è stata modificata la Tav. n. 73 del PAI, come riportato nelle figura sottostante. Figura 8. Estratto del Decreto Segretariale n. 1597 del 12.06.2013. 37 Valutazione di compatibilità idraulica 3.1.2 PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE Negli elaborati grafici del PAT, si è ritenuto opportuno riportare anche l’informazione relativa alla “Pericolosità derivante dai fiumi maggiori”, presente nella cartografia della Pericolosità Idraulica Provinciale redatta dalla Protezione Civile Provinciale, in quanto area storicamente allagata dall’evento alluvionale del 1966. Figura 9. Estratto dalla “Carta della pericolosità idraulica provinciale”: delimitazione delle zone soggette a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. 38 Valutazione di compatibilità idraulica 3.2 IL P.A.T.I. DELL’AREA METROPOLITANA DI PADOVA In data 09.03.2005 e in data 11.04.2005 è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra i Comuni dell’Area Metropolitana di Padova, la Provincia di Padova e la Regione Veneto, con il quale è stata manifestata la volontà di procedere all’elaborazione del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.), con la definizione dei tematismi di interesse generale che rendono opportuna e significativa la pianificazione a livello intercomunale. Con delibera del Consiglio Comunale n.3 del 28.01.2009 il Comune di Selvazzano Dentro ha adottato il P.A.T.I. dell’Area Metropolitana di Padova. Lo strumento è stato ratificato con Delibera della Giunta provinciale n. 50 del 22/02/2012 inserita nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto n.21 del 16/03/2012. Il P.A.T.I. della Comunità Metropolitana di Padova è quindi lo strumento di pianificazione finalizzato al coordinamento tra 18 Comuni (Abano Terme, Albignasego, Cadoneghe, Casalserugo, Limena, Legnaro, Maserà di Padova, Mestrino, Noventa Padovana, Rubano, Saccolongo, Saonara, Selvazzano Dentro, Padova, Ponte S. Nicolò, Vigodarzere, Vigonza e Villafranca Padovana) in merito ai seguenti temi: • Sistema ambientale; • Difesa del suolo; • Servizi a scala sovra comunale; • Sistema relazionale, infrastrutturale e della mobilità; • Poli produttivi; • Fonti di Energia Rinnovabili. Il P.A.T.I., per i temi dallo stesso disciplinati, ha i medesimi contenuti ed effetti del P.A.T. rispetto al quale coordina le scelte strategiche di rilevanza sovra comunale in funzione delle specifiche vocazioni territoriali. Nello specifico, dal punto di vista del riassetto idraulico, è stato redatto uno studio di Valutazione di Compatibilità Idraulica. Questo strumento approfondisce quindi gli aspetti idraulici su un piano 39 Valutazione di compatibilità idraulica propriamente di natura strutturale; per tale motivo la Valutazione di Compatibilità Idraulica in relazione a determinati aspetti della mitigazione idraulica rimanda giocoforza ad approfondimenti da predisporre in fase di redazione dei Piani degli Intervento (PI). Nelle Norme Tecniche Attuative (N.T.A.) del P.A.T.I. all’articolo 12.7 ‘elementi idrologici’ sono riportate le regole che le amministrazioni comunali devono rispettare nella futura programmazione territoriale. Tale articolo afferma che la rete idrografica dei fiumi, torrenti e canali è soggetta a tutela per una fascia di profondità di almeno m 100 dal ciglio o dall’unghia esterna dell’argine principale, oppure a partire dal limite dell’area demaniale qualora più ampia, fatti salvi i sistemi insediativi (Z.T.O. A-B-C-D-F) previsti dai P.R.G. vigenti o adottati alla data di adozione del P.A.T.I., relativamente ai quali vengono confermate le fasce di tutela eventualmente presenti nei P.R.G. All’articolo 12.7.7.2 ‘Scoli e altri corsi d’acqua minori’ in conformità all’art. 133 del R.D. 8 maggio 1904 n° 368, si afferma che: • va mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori, una fascia di almeno m 4,00 a partire dal piede dell’unghia arginale o dal ciglio del corso d’acqua; • sono previste fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 10,00 su entrambi i lati dei corsi d’acqua, a partire dal piede dell’unghia arginale o dal ciglio del corso d’acqua con riduzione di tale limite solo previa deroga autorizzata del Consorzio di Bonifica competente. In fase di redazione del PAT, sono state prese in considerazione le informazioni riportate negli elaborati del PATI e successivamente sono state affinate con studi dettagliati a scala comunale. 40 Valutazione di compatibilità idraulica 4 PIANIFICAZIONE COMUNALE 4.1.1 PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRG) Il Comune di Selvazzano Dentro è dotato di Variante al Piano Regolatore Generale, approvata con D.G.R.V. n.2851 del 07.10.2008. La nuova legge urbanistica regionale 24 aprile 2004, n.11 “Norme per il governo del territorio” all’art. 12 dispone che la pianificazione urbanistica comunale si esplica mediante il Piano Regolatore Comunale che si articola in disposizioni strutturali, contenute nel Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) e in disposizioni operative, contenute nel Piano degli Interventi (P.I.). In recepimento alla suddetta legge urbanistica, il Comune di Selvazzano Dentro nel redigere il PAT – in accordo con i tecnici incaricati alla progettazione – ha valutato le indicazioni contenute nel PRG in rapporto alle problematiche idrauliche, idrologiche e geomorfologiche che interessano il territorio comunale. In seguito a tale analisi, nella Tavola 4 – Carta delle Trasformabilità ha introdotto attente indicazioni in merito all’uso e alla trasformazione del territorio, proponendo e dove possibile confermando, areali di trasformazione che insistono su aree del territorio non critiche. 4.1.2 PIANO AMBIENTALE COMUNALE Il Piano Ambientale è stato predisposto in stretta correlazione con la formazione alla Variante Generale del PRG e recepisce per quanto possibile a livello locale le direttive comunitarie e nazionali più recenti in materia “di strategia ambientale per lo sviluppo sostenibile”. Fra gli obiettivi principali ripresi nelle specifiche norme tecniche di attuazione risulta la protezione del suolo e del sottosuolo, dell’acqua, del paesaggio, della vegetazione e della fauna. Il Piano Ambientale Comunale tra gli elaborati comprende anche le Tav. 13.0.3a, 3b Tutela geomorfologica ed idrogeologica e prevenzione del rischio idrogeologico. In merito alla Variante Generale al PRG, il Servizio Geologia della Regione del Veneto, con propria nota del 22/06/2006, ha espresso le seguenti considerazioni: - dall’esame dell’analisi geologica non sono emerse sostanziali incompatibilità tra le scelte insediative proposte con la variante in questione e le condizioni geologiche generali dei terreni interessati. - […] 41 Valutazione di compatibilità idraulica - sono aree che presentano un certo grado di rischio idrogeologico, depresse, intercluse ed interessate da falda superficiale e bassi valori di permeabilità; si intendono, quindi, come potenzialmente esondabili, con caratteristiche geotecniche mediocri e rete scolante sovraccaricata. Il Piano Ambientale compreso fra gli elaborati della variante, analizza tale criticità prevedendo misure per la tutela del territorio urbanizzabile (art. 28 delle NTA), con la prescrizione che ogni intervento è soggetto a verifica di compatibilità idrogeologica e idraulica, con l’indicazione degli interventi di compensazione da realizzarsi. Il Comitato previsto ai sensi della L.R. 11/2004, comma II, art. 27, con 4 voti unanimi favorevoli dei presenti aventi diritto al voto è al parere che la variante generale al PRG (DCC n. 56 del 18/11/2003) e le varianti parziali (DCC n. 34 del 21/10/2004 e DCC n. 8 del 28/02/2005) del Comune di Selvazzano Dentro (PD) siano da approvare ai sensi dell’art. 45 della L.R. 61/1985 con le opportune modifiche. Dalla lettura della pubblicazione sul BUR n. 89 del 28 ottobre 2008 si evince che del suddetto Piano Ambientale sono state approvate soltanto le NTA ed il repertorio normativo ma non gli elaborati grafici, pertanto le indicazioni riportate nella sottostante figura non sono da ritenersi definitive ne vincolanti ai fini della pianificazione. 42 Valutazione di compatibilità idraulica Figura 10. Tavole 13.0.3 A e B “Tutela geomorfologica ed idrogeologica e prevenzione del rischio idrogeologico” del Piano Ambientale comunale P.R.G. – variante generale – anno 2003. 43 Valutazione di compatibilità idraulica 5 ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE Selvazzano Dentro è un Comune di circa 22.305 abitanti (dato aggiornato al 2010), con una superficie di circa 19,58 km2 situato in Provincia di Padova ad ovest del capoluogo di Provincia ed a ridosso del fiume Bacchiglione. Confina a nord con il Comune di Rubano, ad est con il Comune di Padova, a sud con il Comune di Abano Terme, a sud-ovest con il Comune di Teolo e a ovest con il Comune di Saccolongo. >?@ABC DDE GH JKBB?JLB?L MKH NLOAPK M? QKHRCSSCPL Uentro. Il territorio comunale di Selvazzano Dentro ricade nella competenza amministrativa e gestionale di due distinti Consorzi di Bonifica, divisi da un confine fisico coincidente col il sedime del fiume Bacchiglione; a seguito del recente riassetto delle competenze territoriali dei consorzi, si ha: • il Consorzio di Bonifica Brenta nella parte settentrionale, per un’estensione complessiva di circa 12,66 km2, pari al 65% del territorio comunale; • il Consorzio di Bonifica Bacchiglione nella parte meridionale, per un’estensione complessiva di circa 6,92 km2, pari al 35% del territorio comunale. 44 Valutazione di compatibilità idraulica L’area di studio comprende due centri urbani nella parte a nord del fiume Bacchiglione (Caselle e Tencarola) e tre nella parte a sud (Feriole, Selvazzano e San Domenico). Figura 12. Aree di competenza dei Consorzi di Bonifica e limiti amministrativi del Comune di Selvazzano Dentro. 5.1 CARATTERIZZAZIONE CLIMATICA Il Comune di Selvazzano Dentro possiede il tipico clima della pianura padana, in parte mitigato dalla vicinanza del mare Adriatico; non è infatti un clima continentale, in quanto la prossimità al mare gli conferisce anche alcune caratteristiche tipiche del clima mediterraneo. Gli inverni sono solitamente piuttosto rigidi, con minime spesso al di sotto dello zero, soprattutto da fine dicembre a metà febbraio; le precipitazioni sono generalmente scarse e solo sporadicamente nevose in questi ultimi anni. Fino a metà anni settanta erano invece abbastanza frequenti e, in qualche caso, anche abbondanti. In questo secolo, dopo una scomparsa quasi totale negli anni novanta del secolo scorso, si sono ripresentate con una certa frequenza, favorite da infiltrazioni fredde provenienti da est. Caratteristici della zona sono infatti i venti da nord-est (la bora dell’alto Adriatico), provocati da basse pressioni che si formano sul Golfo di Genova; questi portano sensibili cali termici e, talvolta, episodi di burrasca con neve (anche questi, del tutto scomparsi per molti anni, evidenziano una certa tendenza al ritorno in questi ultimi anni, soprattutto a fine inverno). Le nebbie sono un fenomeno caratteristico e Comune per tutta la val Padana e sono presenti anche a Padova, seppure in misura minore 45 Valutazione di compatibilità idraulica rispetto al passato; la loro diminuzione va riferita più che alla provincia al centro urbano, che costituisce una grossa “isola di calore”. Le brinate, intense un tempo e durevoli anche per tutto il giorno fino anche a 10 giorni consecutivi, sono molto ridimensionate e solo eccezionalmente insistono in zona urbana per tutto il giorno. Il cuscinetto freddo, fenomeno importante nelle zone più interne della pianura padana, soprattutto nel Piemonte, è a Padova evento ormai piuttosto modesto e raramente produce, come nel lontano passato, precipitazioni nevose durature per scorrimento di aria più calda in quota per l’arrivo di perturbazioni atlantiche. Venti caratteristici su Padova sono quelli da nord/nord-est (bora e tramontana), lo scirocco (che porta aumenti termici sensibili e talora piogge consistenti), il maestrale in autunno; solo in qualche occasione arriva anche un debole fohn, il vento di caduta caratteristico delle zone alpine, che riscalda le fredde e limpide giornate invernali. Le primavere negli ultimi anni dimostrano una certa tendenza ad un prolungamento della stagione fredda, con ripetuti afflussi freddi dai Balcani che si susseguono anche fino ad aprile inoltrato, con episodi anche nevosi. Discreti sono gli apporti di pioggia. Maggio è caratterizzato dai primi caldi che possono arrivare anche sui 30 °C. Anni anomali, quali il 2007, presentano periodi caldi anche in aprile, ma la tendenza degli ultimi anni per i mesi di marzo e di aprile è per un clima fresco. In questi mesi compaiono anche i primi temporali caratteristici della pianura padana, solo eccezionalmente di una certa intensità. Le estati sono molto calde ed afose. Non sono pochi i giorni di giugno, luglio ed agosto in cui la combinazione tra alte temperature ed elevate umidità relative rende molto disagevole l’ambiente climatico. Le precipitazioni sono in genere scarse, ma talvolta l’irruzione di aria fredda produce episodi temporaleschi anche di forte intensità, soprattutto verso la fine dell’estate; frequenti sono le grandinate, anche con dimensioni pericolose dei chicchi e i colpi di vento talvolta producono danni consistenti. Le temperature massime sono attorno ai 34, 35 °C e possono perdurare anche per più giorni; punte da record si sono verificate nel luglio 2006, con anche 37 °C, indotte da anticicloni a matrice nord-africana. L’autunno negli ultimi decenni dimostra sempre più una tendenza ad essere un prolungamento dell’estate, con temperature abbastanza alte nel primo periodo, in lenta discesa verso il suo finire; sembrano comunque ormai assenti le poderose irruzioni di aria fredda che a partire da metà novembre un tempo segnavano l’arrivo della stagione fredda; solo qualche episodio di maestrale preannuncia in questi ultimi anni il sopraggiungere dell’inverno. La stagione autunnale è contraddistinta solitamente da un peggioramento nel tempo verso la 46 Valutazione di compatibilità idraulica fine di settembre, da belle giornate in ottobre, che durano anche per un lungo periodo ed infine da un clima umido e nebbioso in novembre. Le precipitazioni possono essere a volte abbastanza intense, con sciroccate pronunciate; più raramente, si hanno autunni secchi. 5.2 CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA Le caratteristiche geomorfologiche, litologiche e idrogeologiche del territorio sono state impresse dai depositi del sistema BrentaBacchiglione. Gran parte della superficie del comprensorio comunale è costituita da litotipi variabili lateralmente a causa di frequenti eteropie di facies, costituiti da sabbie, limi ed argille miscelati in varie proporzioni; non sono quasi mai presenti termini puri. Il territorio comunale è stato suddiviso nelle seguenti classi litologiche: 1. Terreni prevalentemente argillosi e limosi. 2. Alternanze di argille, limi e sabbie, con prevalenza di materiali limosi; legate alla migrazione degli alvei e dei meandri, tra il fiume Bacchiglione e la Fossa della Storta. 3. Terreni prevalentemente sabbiosi e limosi. 4. Terreni eterogenei, variabili dalle argille alle sabbie (depositi legati alle migrazioni dei meandri nell’area golenale). 5. Vulcaniti trachitiche. I caratteri geolitologici qui sinteticamente esposti caratterizzano il comportamento idrogeologico del terreno, relativamente alla permeabilità del suolo e quindi alla capacità di infiltrazione delle acque superficiali nello stesso. Questi parametri dovranno essere necessariamente considerati ed approfonditi in fase di elaborazione di bilanci idrologici per la stima delle portate generate. 47 Valutazione di compatibilità idraulica Tabella 1. Classificazione dei litotipi e permeabilità. VWXYXWZY [\]^^_ `W Z_ab_]cW\WXd opX_aq]\\Y `W efgh ijklmin Z_ab_]cW\WXd ebl^n Terreni eterogenei, variabili dalle argille alle sabbie (depositi legati Terreni mediamente alle migrazioni dei meandri nell’area permeabili golenale) Terreni da mediamente a Terreni prevalentemente sabbiosi e poco permeabili Terreni limosi mediamente permeabili Alternanze di argille, limi e sabbie, con prevalenza di materiali limosi; legate alla migrazione degli alvei e Terreni poco permeabili dei meandri, tra il fiume Bacchiglione e la Fossa della Storta Terreni da poco Terreni prevalentemente argillosi e permeabili ad limosi impermeabili Terreni da poco Vulcaniti trachitiche permeabili ad impermeabili >10-5 10-5 - 10-6 10-6 - 10-8 < 10-8 < 10-8 >?@ABC DrE stJBCJJL MCHHC uNCBJC @KLvKMLHL@?wC MKHHa Provincia di Padova” (da SIT della provincia). 48 Valutazione di compatibilità idraulica >?@ABC DxE stJBCJJL MCHHC uNCBJC @KLOLByLHL@?wC MKHla Provincia di Padova”: in verde la Pianura alluvionale indifferenziata costituita da depositi recenti di divagazione delle aste fluviale; in giallo la Pianura alluvionale antica; in marrone le Aree a dosso costituenti le arginature naturali delle aste fluviali maggiori; in blu le aree degli alvei fluviali comprensive di eventuali arginature, golene e terrazzi di primo ordine; in giallo i sinuosi paleoalvei; in rosso le aree di denudazione dei rilievi collinari). 49 Valutazione di compatibilità idraulica 5.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA Il Comune di Selvazzano Dentro presenta livelli di falda variabili fra 0 e 2-3 m dal piano campagna, a parte una piccola zona collinare dove la falda rispetto al piano locale piano campagna è ad una quota molto inferiore. >?@ABC DzE {?RKHH? OKM? MKHHC yCHMC B?tvKJJL CH v?Cno campagna medio. 50 Valutazione di compatibilità idraulica 5.4 CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA La pianura in cui si inserisce il Comune di Selvazzano degrada dolcemente da N.W.W. a S.E.E. con una pendenza media di 1,5‰ circa. Il territorio appare quindi sostanzialmente pianeggiante, ma un’attenta analisi del microrilievo, che apprezzi dislivelli di almeno un metro, evidenzia una morfologia spesso estremamente variabile, caratterizzata da lineamenti a tratti meandriformi, con tendenza media a dirigersi verso l’Adriatico: si tratta di dossi e depressioni collegati ad antichi percorsi fluviali, nei quali, non di rado, è possibile intuire la posizione e l’andamento dei paleoalvei. Il microrilievo fornisce, inoltre, delle importanti indicazioni nella valutazione del rischio geologico; infatti le zone di “alto topografico” rappresentano aree a minore rischio di inondazione e, più in generale, la conoscenza dell’altimetria permette di prevedere il percorso nonché le eventuali aree interessate dalle acque derivanti da possibili rotte fluviali. >?@ABC D|E NCBJC OLByLHL@?wCE 51 Valutazione di compatibilità idraulica L’area oggetto di studio, come evidenziato dalla carta morfologica, presenta una lieve variabilità di quote. Infatti, la morfologia è prettamente pianeggiante con quote variabili tra 11 e 19 m s.l.m.m. dalla quale si elevano le alture di Montecchia (43,8 m s.l.m.m.) e del Mottolo (26 m s.l.m.m.), estreme propaggini nord-orientali del sistema dei Colli Euganei. All’interno dell’ area si riconoscono alcuni paleoalvei con morfologia a dosso e quindi, rialzati rispetto al piano campagna circostante. Le strutture geomorfologiche di natura antropica più evidenti sono le arginature del Bacchiglione che in parte sono immediatamente a fianco del letto fluviale e in parte se ne distaccano consistentemente, permettendo la formazione di vaste aree golenali. Le arginature sono state costruite in vari periodi a partire dai primi interventi, molti secoli fa, quando i monaci di Santa Maria di Praglia effettuarono l’arginatura di circa sessanta campi. La sistemazione definitiva è quella seguita alla nota alluvione del 1882. Altro elemento antropico importante nell’area di indagine è una cava non più in attività con falda affiorante nella quale è presente un laghetto di pesca sportiva. 5.5 MORFOLOGIA URBANA E VIE D’ACQUA La morfologia urbana di Selvazzano Dentro è caratterizzata dalla presenza di centri abitati molto diversi tra loro: Selvazzano (il capoluogo); Tencarola, Caselle, Feriole e San Domenico, le sue frazioni. La presenza del fiume Bacchiglione ha influenzato lo sviluppo dei principali nuclei abitati, dell’economia, degli insediamenti locali, del disegno agrario del territorio e dell’assetto viario ed edilizio. Oltre al centro storico di Selvazzano, anche l’abitato di Tencarola è sorto in prossimità del fiume (lo stesso toponimo riporta a uno stretto legame con quest’ultimo). A Tencarola, nel capoluogo ma anche a San Domenico le parti urbane sono prevalentemente residenziali; all’interno esistono diverse funzioni: scuole, impianti sportivi, servizi di carattere generale. Lungo la “via dei colli”, superato il capoluogo, dall’incrocio con via Schiavo in avanti, prende forma il paesaggio collinare; il nucleo della frazione di Feriole, infatti, è già inserito in questo contesto: uno spazio residenziale alternato a spazi aperti, in cui prevale la coltura della vite. Diverse sono l’origine e la collocazione della frazione di Caselle e degli abitati presenti a nord. Questi si sviluppano lungo la SR11, un’asse infrastrutturale molto importante in quanto è la via che storicamente supporta le relazioni tra Vicenza e Padova. L’arteria 52 Valutazione di compatibilità idraulica viaria contiene al suo interno un articolato sistema di centri, sorti originariamente all’incrocio con le viabilità perpendicolari (ne sono esempio Rubano, Mestrino, Grisignano di Zocco, Torri di Quartesolo). L’abitato di Caselle si sviluppa ai confini con Sarmeola di Rubano ed è formato da quartieri con una bassa densità edilizia, una zona residenziale che risulta interclusa all’interno di parti urbanistiche ben diverse. A nord, infatti, sono presenti i grandi sistemi produttivi e commerciali del corridoio Padova–Vicenza; a sud, sotto via Pelosa, si sviluppa l’area produttiva comunale. 5.6 USO DEL SUOLO Dall’analisi del territorio comunale si osserva, in base agli usi principali, come più del 30% della superficie sia costituita da aree residenziali, produttive e commerciali. Queste aree si concentrano prevalentemente a ridosso delle due vie principali: la padana superiore a nord e la via dei colli che attraversa Tencarola e Selvazzano. Per quanto riguarda il territorio non antropizzato, quasi il 50% è occupato da aree a seminativo, frutteti e colture orticole. Il restante 20% è costituito da aree a servizi pubblici e privati, verde urbano, viabilità e idrografia. Tabella 2. Copertura del suolo (fonte: Banca Dati della Regione Veneto, giugno 2009). ! # " " $ % & " ! # ' !" ! # % % ! $ & ! ! 53 Valutazione di compatibilità idraulica ( % ) * # ! ' % ! ( " & * # # ' ' % + "" * * # , * * %% # * ! * $ ' " % " & *, ' $ * ! ' ! * ." , * * * -# " .% -# / ! / " , . " * -# / !% !" !% !" * # 0 0 !% ** ,* 1 ! ! " " 0 %" 54 ! Valutazione di compatibilità idraulica 5.7 RISCHIO E PERICOLOSITÀ IDRAULICA Per rischio si intende la combinazione dell’eventualità che si verifichi una contingenza sfavorevole con le conseguenze più o meno gravi che questo può comportare. La definizione di “area a rischio idraulico” non è univoca per tutti i tipi di rischio, in quanto bisogna fare delle distinzioni in base alla tipologia che questo può assumere. Il rischio idraulico è inoltre determinato principalmente dalla continua espansione degli insediamenti abitativi, industriali e commerciali avvenuta negli ultimi decenni e tuttora in atto, che si traduce in: • perdita di possibilità di invaso superficiale: con l’urbanizzazione, ai terreni agricoli densi di scoline, fossi, capofossi, sono subentrate estese pavimentazioni impermeabili e prive di capacità di assorbimento di una parte delle precipitazioni; inoltre la rete idraulica realizzata oltre trent’anni fa, e non sufficientemente adeguata nel tempo, non è in più in grado di smaltire le maggiori portate di piena generate dalla continua urbanizzazione; • incremento delle portate di piena: la presenza di insediamenti urbani accelera il deflusso delle acque piovane verso valle e ciò accentua i “picchi di piena” che rendono ormai superati e bisognosi di continui potenziamenti gli impianti idrovori e i canali; • qualità del territorio da difendere: il danno economico provocato da possibili esondazioni è sensibilmente maggiore in zone urbanizzate che in zone agricole. Allo stato di fatto l’Autorità di Bacino sta definendo l’individuazione delle aree territoriali a rischio all’interno del proprio distretto idrografico recependo quando disposto dalla Direttiva CE 2007/60. Non essendo ancora disponibili i dati relativi al rischio sarà utilizzata la classificazione del territorio secondo la pericolosità. Nel presente elaborato verranno presi in considerazione molteplici fattori tra cui la pericolosità legata agli allagamenti causati dai fiumi, alla insufficienza della rete idrografica minore, di bonifica, o ancora alla difficoltà di deflusso delle acque meteoriche nel contesto urbano. 55 Valutazione di compatibilità idraulica 5.7.1 CONSORZIO DI BONIFICA BRENTA Il territorio del Comune di Selvazzano di competenza del Consorzio di Bonifica Brenta corrisponde alla porzione a nord del Bacchiglione. Per tale area il Consorzio ha censito i fenomeni di maggior rilevo negli anni 2004, 2005 e 2006. Le aree perimetrate in Figura 17 non si possono considerare aree a pericolosità idraulica in quanto individuano soltanto episodi isolati di allagamento probabilmente dovuti a problematiche che hanno coinvolto la rete idrografica secondaria solo temporaneamente e prevalentemente in ambito agricolo. Ad oggi il Consorzio di Bonifica Brenta non ha redatto alcuna carta della pericolosità. Figura 17. Aree allagate secondo il Consorzio di Bonifica Brenta. 56 Valutazione di compatibilità idraulica 5.7.2 CONSORZIO DI BONIFICA BACCHIGLIONE L’area di competenza del Consorzio di Bonifica Bacchiglione interessa la porzione di territorio del Comune di Selvazzano a sud del Bacchiglione. Il Consorzio, come si evince dall’immagine sottostante, ha censito delle aree allagate in diversi eventi alluvionali pregressi in corrispondenza di Via Scapacchio, Via Selvatico e Via Abano. Figura 18. Aree allagate secondo il Consorzio di Bonifica Bacchiglione. 57 Valutazione di compatibilità idraulica 5.8 LA RETE COMUNALE METEORICHE DELLE ACQUE Il Comune di Selvazzano Dentro – ai sensi dell’art. 21 bis delle NTA della prima Variante al PTRC adottato – si è dotato del “Piano comunale delle Acque” nel dicembre 2011. Tale strumento, attualmente non è stato ancora adottato, ma al fine della presente analisi idraulica si ritiene che le informazioni in esso contenute siano utili a caratterizzare i principali elementi idraulici che costituiscono la rete minore. 5.8.1 AREE CRITICHE INDIVIDUATE SUL TERRITORIO Tra gli elaborati di Piano, la Carta delle criticità e la Carta degli interventi sono quelle che meglio fanno emergere le criticità idrauliche sul territorio. Alle problematiche idrauliche sono stati assegnati diversi gradi di criticità in ordine di importanza e quindi in considerazione dei possibili danni e disagi in termini socio-economici che da queste potrebbero derivare. Pertanto, come verrà descritto in seguito, si sono individuati tre gradi di criticità: Criticità urbane; Criticità diffuse in ambito agricolo; Criticità localizzate. 58 Valutazione di compatibilità idraulica Nella “Carta delle criticità” sono state individuate le criticità urbane in corrispondenza del capoluogo e nelle frazioni di Caselle, Tencarola e San Domenico. Dalle indagini svolte si può ipotizzare che le cause si possano ricondurre all’insufficienza delle condotte, alla possibilità che rami della rete di fognatura bianca intersechino la rete di fognatura nera ed a situazioni puntuali di danneggiamenti e/o ostruzioni; alle dimensioni dei fossi tombinati e degli attraversamenti che presentano diametri insufficienti rispetto alla crescente impermeabilizzazione del territorio, alla manutenzione insufficiente rispetto alle esigenze del sistema. }~ T~ ~ ~~ centro ~ Figura 19. Criticità urbane - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano Dentro. Il territorio comunale presenta dei diffusi stati di sofferenza idraulica legati a situazioni di deficit quali tombinamenti insufficienti, restringimenti, ostruzioni, ecc. In generale, la problematica si individua su tutte le aree agricole del territorio comunale e si manifesta con il ristagno prolungato delle acque a causa del generale stato di abbandono dei fossati. Questi presentano una vegetazione spontanea, costituita da una fascia continua di alberi a medio - alto fusto o di vegetazione arbustiva fitta in alveo che rende difficoltoso il deflusso delle acque verso i ricettori. L’accumulo di materiale in alveo comporta l’inversione della naturale direzione di deflusso delle acque con conseguente sovraccarico dei ricettori limitrofi. Questo aspetto, specialmente durante gli eventi 59 Valutazione di compatibilità idraulica meteorici più intensi, mette in crisi la rete di raccolta creando situazioni di locali straripamenti nelle campagne e disagio alle abitazioni limitrofe. Per risolvere la criticità si propone di eseguire una ricalibratura dei fossati principali e di effettuare la regolare manutenzione ed il ripristino dei fossi in sede privata. Alcune criticità diffuse in ambito agricolo sono state individuate in corrispondenza del territorio compreso tra Via Pelosa, Via Eritrea e via Rondinelle e nell’area delimitata a nord da Via Canton, ed est da Via Bressan, a sud da Via Vegri e ad ovest da Via V. Emanuele III. Tali criticità causate dallo stato di abbandono dei fossati posso essere semplicemente risolte con interventi di manutenzione ordinaria dei fossati, come indicato nella “Carta degli interventi”, facendo attenzione alla sistemazione del fondo e delle sponde eliminando le possibili cause del deflusso difficoltoso. Ove necessario sarebbe auspicabile ripristinare l’efficienza delle tubazioni in corrispondenza degli accessi carrai mediante lo spurgo degli stessi o con sostituzione della tubazione con diametro adeguato. Figura 20. Criticità diffuse - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano Dentro. 60 Valutazione di compatibilità idraulica Nel territorio sono state individuate altre criticità localizzate, che si possono suddividere in base alle problematiche scatenanti in: 1. capacità di smaltimento delle acque inadeguata relativa al cattivo stato di manutenzione dei fossati; 2. sfavorevole altimetria della zona. Le zone che riportano le problematiche descritte nel punto 1 sono individuate in corrispondenza di Via Cimabue, Via Abano, Via Selve e Via Perarolo come indicato in Figura 21. Gli interventi proposti dalla “Carta degli interventi” per risolvere questo tipo di criticità prevedono il risezionamento dei fossati, la manutenzione e quando necessario la sostituzione degli attraversamenti ed eventualmente individuare percorsi di scarico alternativi. Figura 21. Criticità localizzate - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano Dentro. Le criticità localizzate causate oltre che dalla problematica al punto 1 anche dalla problematica al punto 2 e quindi da una sfavorevole altimetria della zona sono state individuate su Via Pralungo, in prossimità di Via Bassetto e tra Via Tripoli e Via Euganea come 61 Valutazione di compatibilità idraulica riportato nella figura sottostante. Gli interventi suggeriti per migliorare o eliminare tali criticità, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei fossi prevedono di accertate le effettive quote altimetriche dello scorrimento dei fossi, del piano campagna, dei tratti tombinati, degli attraversamenti privati e delle quote di scarico dei fossati principali e secondari. Figura 22. Criticità localizzate - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano Dentro. 5.8.2 SCHEDE TECNICHE DELLE CRITICITÀ URBANE Successivamente all’individuazione delle aree critiche, è stato attribuito un codice ad ognuna di esse, al fine di predisporre delle schede nelle quali sono state descritte le problematiche rilevate e sono state avanzate delle ipotesi preliminari di intervento. Di seguito si riportano le più significative ed esemplificative; per le altre si rimanda al Piano Comunale delle Acque. 62 Valutazione di compatibilità idraulica ¡¢£ ¤¥¢¡¦ §¨¨© UBICAZIONE Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in località Caselle. COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro BACINO Lazzaretto DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio DELLO STATO DI urbanizzato della frazione di Caselle, in particolare lungo via FATTO Santa Barbara. La criticità è dovuta all’insufficiente dimensione del tratto di collettore di fognatura (con diametro Ø50cm e Ø60cm) che scorre lungo via Santa Barbara. Tale collettore infatti, collega buona parte della zona urbanizzata di Caselle allo scolo Lazzaretto. Le acque meteoriche ricadenti in suddetta zona, vengono recapitate al ricettore mediante le condotte di via Ceresina. L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche dovuta all’insufficienza delle condotte, essendo di piccolo diametro. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e nelle zone di monte, con l’allagamento dei piani interrati e seminterrati delle abitazioni e in qualche caso con l’allagamento superficiale delle strade. La criticità è legata alla concomitanza di più fattori: LINEE GUIDA • eventi meteorici significativi ed intensi; • lo scolo consortile Lazzaretto, quale ricettore finale delle portate meteoriche, una volta invasato fa da tappo al bacino sotteso facendo rigurgitare tutti i collettori che tramite via Santa Barbara vi confluiscono. L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo per la definizione di interventi risolutori: a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli attraversamenti e le quote di scarico nei ricettori; b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete delle acque meteoriche tramite video - ispezione; c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli tratti della rete. 63 Valutazione di compatibilità idraulica ª ¡¢£ ¤¥¢¡¦ ¦¡¨) UBICAZIONE Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in località Tencarola. COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro BACINO Riale DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio DELLO STATO urbanizzato della frazione di Tencarola, in particolare nel tratto DI FATTO terminale di via Livenza, verso via dell’Indipendenza. La criticità è dovuta all’insufficiente dimensione del tratto di collettore di fognatura (tratto tombinato dello scolo Bisatto) con diametro Ø40cm che scorre in direzione ovest - est. Tale collettore infatti, funge da ricettore della recente zona urbanizzata di Tencarola. L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche dovuta all’insufficienza del tratto di condotta, essendo di diametro ridotto. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e nelle zone limitrofe, con l’allagamento dei piani interrati e seminterrati delle abitazioni e in qualche caso con l’allagamento superficiale di via Livenza e via dell’Indipendenza. LINEE GUIDA L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo per la definizione di interventi risolutori: a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento del collettore Ø40cm e degli attraversamenti; b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete delle acque meteoriche tramite video - ispezione; c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico del suddetto tratto. 64 Valutazione di compatibilità idraulica « ¦¡ ¬¡¨¡¡© UBICAZIONE Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in prossimità del centro del capoluogo. COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro BACINO Bolzan DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio DELLO urbanizzato del centro capoluogo, in particolare lungo via Roma. STATO DI L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi FATTO meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche dovuta alla probabile insufficienza delle condotte di fognatura bianca esistente. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e nelle zone limitrofe, con la fuoriuscita di acqua dalle caditoie di raccolta e conseguente allagamento delle strade. La criticità è legata alla concomitanza di più fattori: LINEE GUIDA • eventi meteorici significativi ed intensi; • insufficienza e/o inefficienza della rete delle acque meteoriche. L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo per la definizione di interventi risolutori: a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli attraversamenti e le quote di scarico nei ricettori; b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete delle acque meteoriche tramite video - ispezione; c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli tratti della rete. 65 Valutazione di compatibilità idraulica «ª ¨¡¨¢® «¦ ¯¡ ¦¢¡© UBICAZIONE Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in prossimità della località San Domenico. COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro BACINO Giacobba DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio DELLO urbanizzato in località San Domenico. STATO DI L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi FATTO meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche dovuta alla probabile insufficienza delle condotte di fognatura bianca esistente. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e nelle zone limitrofe, con la fuoriuscita di acqua dalle caditoie di raccolta e conseguente allagamento delle strade. La criticità è legata alla concomitanza di più fattori: LINEE GUIDA • eventi meteorici significativi ed intensi; • insufficienza e/o inefficienza della rete delle acque meteoriche. L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo per la definizione di interventi risolutori: a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli attraversamenti e le quote di scarico nei ricettori; b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete delle acque meteoriche tramite video - ispezione; c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli tratti della rete. 66 Valutazione di compatibilità idraulica Si precisa che, sulla base delle incomplete conoscenze attuali, non sono stati quindi proposti interventi risolutivi ma solamente indicate alcune linee guida che devono costituire il primo passo per successive attività quali: • redazione di un Piano delle Fognature sul territorio comunale (dopo opportuni sopralluoghi, rilievi plano - altimetrici e video-ispezioni); • definizione puntuale degli interventi progettazione (mediante verifiche e idraulici). 67 ed attività di dimensionamenti Valutazione di compatibilità idraulica 6 ELEMENTI IDROGRAFICI L’idrografia del Comune di Selvazzano Dentro è costituita da una rete di canali di scolo, in gestione ai due succitati consorzi in cui si versano una serie di fossi e scoline privati. Il fiume Bacchiglione attraversando il territorio comunale in direzione Ovest-Est, taglia il territorio in due porzioni idraulicamente sconnesse e distinte tra loro. >?@ABC °rE GH y?AOK ±Cww²?@H?LPK C QKHRCSSCPL UKPJBo. Nell’attraversare Selvazzano Dentro, il Bacchiglione influenza il territorio comunale sostanzialmente su due aspetti: le arginature e le aree golenali. Le aree golenali permettono al fiume di espandersi in caso di piena, riducendo le punte di portata in direzione del mare. Sono quindi aree soggette “normalmente” a periodici allagamenti. Il fiume Bacchiglione nasce in provincia di Vicenza ai piedi del Pasubio. E’ costituito dalle acque delle risorgive che affiorano nella pianura vicentina e da numerosi torrenti prealpini; attraversa Vicenza dirigendosi verso Padova con un andamento ricco di anse e meandri; superata la città del “Santo” il fiume cambia fisionomia presentando un corso piuttosto rettilineo dove si può notare l'intervento dell'uomo. Il Bacchiglione si congiunge con il Brenta a pochi chilometri dal mare Adriatico dove si getta con foce ad estuario. Il corso del fiume è lungo circa 118 km ed il suo bacino di raccolta si estende nella zona del monte Pasubio su 1400 km2 circa. Uscendo da Vicenza il Bacchiglione riceve in sinistra, all'altezza di Longare, il suo più importante affluente, l’Astico-Tesina; aumenta quindi la portata ma 68 Valutazione di compatibilità idraulica con dislivello minore, assumendo un andamento meandriforme. Presso Longare dà origine al canale “Bisato” scavato nel 1143; il Bisato è lungo 45 km e bagna Este e Monselice dove si congiunge con il canale “Battaglia” che a sua volta è formato dalle acque del Bacchiglione (il canale prende le acque dal Bacchiglione all'altezza del quartiere “Bassanello” di Padova). Figura 24. Tratto iniziale del fiume Bacchiglione. Figura 25. Tratto terminale del fiume Bacchiglione. 69 Valutazione di compatibilità idraulica L’unione del Bisatto e del Battaglia dà origine al “Cagnola” (Vigenzone) che a Bovolenta si ricongiunge al Bacchiglione all'altezza della “Pontara”. In prossimità di Perarolo di Colzè il fiume Bacchiglione si divide in tre rami dove un sistema di chiuse regola la portata in caso di piena. Il sistema si chiama “vaso di Colzè”. A Montegalda e Cervarese Santa Croce il corso si restringe assumendo per un breve tratto l'aspetto di torrente; all'altezza di Trambacche riceve le acque del Ceresone detto anche Tesina Padovano. Il fiume prosegue aumentando ulteriormente la sua portata ricevendo all'altezza di Brusegana, dopo aver passato il territorio di Saccolongo, il Canale Brentella (deviazione di parte del corso del Brenta con una portata media di 10 m3/s). Dopo la confluenza con il Brentella, il Bacchiglione prende il nome di “Tronco Comune” sino al Bassanello dove si suddivide in tre canalizzazioni: canale “Battaglia”, canale “Scaricatore” e “Tronco Maestro” che attraversa Padova come Piovego. Il Bacchiglione esce dalla città di Padova con il nome di canale “Roncajette”, congiungendosi a Ca’ Nordio con il canale “Scaricatore”. Uscendo da Padova il fiume piega verso sud-est in direzione di Bovolenta dove, con il nome di canale “Pontelongo” o “Bacchiglione Vecchio”, prosegue verso il mare. Negli ultimi chilometri c'è la confluenza con il canale “Gorzone” e il canale “Valle” che mette in comunicazione il Bacchiglione con l’Adige. Il Bacchiglione sfocia a Brondolo nei pressi di Chioggia con foce ad estuario dopo essersi unito con il Brenta. I canali consortili della parte a nord del Bacchiglione, hanno come ricettore finale il canale Brentella, corso d’acqua artificiale classificato navigabile di competenza del Genio Civile di Padova che collega il fiume Brenta al fiume Bacchiglione, con direzione da Nord a Sud. I canali consortili della parte a sud del Bacchiglione, recapitano le acque attraverso la Botte del Pigozzo nel canale di Sottobattaglia (Vigenzone) che rappresenta il ricettore finale. Il territorio di competenza del Consorzio di bonifica Bacchiglione fa parte del Bacino Colli Euganei. Il bacino Colli Euganei ha un’estensione complessiva pari a 11804 ettari ed è delimitato a nord dall’argine destro del fiume Bacchiglione, ad est dall’argine destro del Canale di Battaglia e a sud-ovest dalle pendici dei Colli Euganei. Tutte le acque di origine meteorica ricadenti nel bacino in esame, sono convogliate all’esterno dello stesso attraverso la Botte del Pigozzo ubicata nel punto più depresso del bacino, all’estremità sud-est. Il bacino è prevalentemente a deflusso naturale; in esso è compresa unicamente l’idrovora Treponti, della portata di 0,80 m3/s e che sottende una superficie di circa 245 ettari. 70 Valutazione di compatibilità idraulica Figura 26. Sottobacino Colli Euganei del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. I corsi d’acqua di competenza del Consorzio di Bonifica Brenta nel territorio in esame, sono: • Scolo Mestrina; • Scolo Lazzaretto; • Scolo Scarico Scolo Mestrina in Storta; • Scolo Storta; • Scolo Asili; • Scolo Vegri; • Scolo Riale a Selvazzano; • Scolo Bisatto; • Scolo Rialetto; • Scolo Molina; 71 Valutazione di compatibilità idraulica I corsi d’acqua di competenza del Consorzio di Bonifica Bacchiglione nel territorio in esame, sono: • Scolo Rialtello del Piano; • Scolo Poggese; • Scolo Bolzan; • Scolo Giacobba; • Scolo Bisatto. La rete idrografica superficiale è inoltre formata da una serie di corsi d’acqua minori che, a seconda della loro ubicazione, sono gestiti e mantenuti in efficienza idraulica dal Comune (fossi e fossati principali lungo le strade comunali), dalla Provincia (fossi lungo le strade provinciali) e dai privati (fossi e scoline di confine tra le proprietà private). 72 Valutazione di compatibilità idraulica 7 ANALISI PLUVIOMETRICA A differenza delle curve utilizzate nella valutazione di Compatibilità Idraulica del PATI dell’Area Metropolitane di Padova, in questa sede si sono utilizzate le curve più recenti ed aggiornate, previste dall’Ing. Mariano Carraro, “Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007”; tali indicazioni tecniche nascono dall’esigenza di individuare delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento per l’area nelle province di Venezia, Padova e Treviso colpite dalle recenti avversità atmosferiche. Il calcolo di leggi che restituiscano un valore atteso di precipitazione in funzione del tempo di ritorno e della durata di pioggia costituisce un passo fondamentale per il corretto dimensionamento delle opere idrauliche; i risultati dovranno essere utilizzati sia nell’ambito degli interventi straordinari per la riduzione del rischio idraulico, sia come dati di riferimento per le opere di laminazione imposte ai privati dalla normativa regionale e dalle recenti ordinanze del Commissario. È stato stabilito di svolgere un’analisi regionalizzata, che miri cioè ad analizzare in forma congiunta le registrazioni operate in diversi siti di interesse, valutando contestualmente il grado di omogeneità dei valori massimi annuali misurati nelle varie stazioni e la presenza di eventuali trend spaziali. Tale procedimento limita l’influenza di singole registrazioni eccezionali, individua le caratteristiche comuni del regime pluviometrico sull’intero territorio considerato e fornisce gli strumenti per un’eventuale suddivisione dell’area in sottoinsiemi omogenei, ai quali attribuire una singola curva segnalatrice di possibilità pluviometrica. Nella redazione della presente relazione, sono stati approfonditi i seguenti punti: a) verifica, per ogni areale, dell’appartenenza alla classe di intervento così come definito nella D.G.R. n°1322/2006; b) determinazione del coefficiente di deflusso medio, quindi determinazione della pioggia efficace; c) definizione di misure compensative da attuare al fine di ottenere un assetto idrologico della zona oggetto di studio compatibile con la rete ricettrice. 73 Valutazione di compatibilità idraulica All’esposizione dei risultati numerici si fa una premessa essenziale: tutti i dati pluviometrici, i parametri per la regionalizzazione delle precipitazioni, nonché i dati delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica (ovvero, quanto ai punti (b), (c) e (d) del precedente elenco) sono quelli ricavati dallo studio “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento” condotto da Nordest Ingegneria s.r.l. per conto del “Commissario delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 Settembre che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto”. 7.1 SCELTA DELLA RETE DI MISURA I dati disponibili per un’analisi pluviometrica nel territorio veneto derivano da due reti di misura: alla rete storica del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), avviata nei primi decenni del ‘900, si è infatti affiancata alla fine degli anni ‘80 la rete regionale del Centro Sperimentale per l’Idrologia e la Meteorologia di Teolo (ora Centro Meteorologico di Teolo — CMT) dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV). A seguito del trasferimento di competenze alle Regioni, anche la rete SIMN è stata affidata ad ARPAV, ma le modalità di esercizio delle stazioni sono ancora in fase di definizione. Le due reti sono differenti per collocazione delle stazioni, per strumentazione e per periodi di misura. Dovendo sceglierne una, si è optato di utilizzare i dati del CMT, alla luce delle seguenti considerazioni: • la rete CMT misura dati dalla fine degli anni ‘90 ad oggi, mentre i dati del SIMN sono stati pubblicati in forma cartacea solo fino al 1996; • le durate di maggior interesse sono quelle fino a 24 ore, vista la tipologia di opere da dimensionare e le caratteristiche dei bacini idraulici: in tale intervallo i dati SIMN sono affidabili solo nei massimi annuali per 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, mentre le informazioni del CMT sono aggregati su una scansione minima di 5 minuti e consentono pertanto una ricognizione affidabile dei valori di precipitazione anche per eventi brevi ed intensi; • tra una serie di dati più lunga, quella SIMN, ma priva degli ultimi anni, e una serie di dati breve ma aggiornata, quella CMT, la 74 Valutazione di compatibilità idraulica seconda appare preferibile, anche alla luce dei ripetuti eventi calamitosi odierni e delle evidenze di un cambiamento climatico in atto; • i dati raccolti dal CMT costituiscono oggi il principale riferimento pluviometrico regionale, mentre non è ancora stato definito con certezza il futuro delle cosiddette stazioni tradizionali ex-SIMN ora affidate all’ARPAV, soprattutto per quanto riguarda le piogge brevi. 7.2 CAMPO DI STAZIONI ANALISI E SCELTA DELLE L‘ambito entro il quale svolgere l’analisi pluviometrica è stato individuato nell’unione delle seguenti aree: • l’area all’interno della linea di conterminazione lagunare; • i comprensori degli ex Consorzi di bonifica Dese Sile, Sinistra Medio Brenta e Bacchiglione Brenta; • la porzione sud-orientale dell’ex comprensorio del Consorzio di bonifica Destra Piave, a valle della linea delle risorgive; • il litorale del Cavallino e il bacino Caposile nel comprensorio dell’ex Consorzio di bonifica Basso Piave; • il bacino Fossa Paltana nel comprensorio dell’ex Consorzio di bonifica Adige Bacchiglione. Con la Deliberazione della Giunta Regionale N. 2415 del 04 agosto 2009 pubblicata sul Bur n. 74 del 08/09/2009, si sono infatti istituiti il: • Consorzio di bonifica Veronese (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Adige Garda, Agro Veronese Tartaro Tione e Valli Grandi e Medio Veronese); • Consorzio di bonifica Polesano (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Padana Polesana e Polesine Adige Canal Bianco); 75 Valutazione di compatibilità idraulica • Consorzio di bonifica Delta del Po (corrispondente all'originario comprensorio del Consorzio di bonifica Delta Po Adige); • Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Riviera Berica, Zerpano Adige Guà e Medio Astico Bacchiglione); • Consorzio di bonifica Brenta (corrispondente all'originario comprensorio del Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta); • Consorzio di bonifica Euganeo−Berico (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Adige Bacchiglione ed Euganeo); • Consorzio di bonifica Bacchiglione (corrispondente all'originario comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta); • Consorzio di bonifica Acque Risorgive (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta); • Consorzio di bonifica Piave (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Destra Piave, Pedemontano Brentella di Pederobba e Pedemontano Sinistra Piave); • Consorzio di bonifica Veneto Orientale (derivante dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Basso Piave e Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento). L’area indicata comprende i territori di tutti i comuni ad oggi interessati alle attività e alle prescrizioni del Commissario, ad eccezione di Tribano. Le stazioni pluviometriche utilizzate per l’analisi sono state scelte in modo da circoscrivere completamente l’area di interesse, selezionando 27 siti caratterizzati da almeno 10 anni di registrazioni. 76 Valutazione di compatibilità idraulica >?@ABC °³E ´HCP?OKJB?C MKHHµCBKC L@@KJJL M? tJAM?L e delle stazioni CMT considerate. 77 Valutazione di compatibilità idraulica Tabella 3. Stazioni CMT considerate. ¶· ¸¹ º»¼½¸ º¸ ¸ º»¼» ¸ º·¼» ¾¼¿¸· Àassimi annui misurati su intervalli temporali di 5, 10, 15, 30 e 45 minuti consecutivi e di 3, 6, 12 e 24 ore consecutive. I valori sono stati forniti dal CMT a partire da serie validate, eliminando i valori relativi ad eventuali anni in cui il funzionamento della strumentazione fosse stato inferiore al 95% del totale teorico di oltre 105.000 letture annue ogni 5 minuti. 78 Valutazione di compatibilità idraulica 8 ANALISI REGIONALIZZATA PRECIPITAZIONI DELLE Lo scopo di un’analisi pluviometrica consiste nel determinare una stima dell’altezza di pioggia puntuale h(T) di durata d ed assegnato tempo di ritorno T. Il tempo di ritorno è definito come l’intervallo temporale entro cui una certa altezza di precipitazione viene eguagliata o superata mediamente una volta e misura quindi il grado di rarità di un evento. La stima h(d,T) viene generalmente espressa da curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, che per vari parametri T di riferimento (per esempio 2, 5, 10, 20, 50, 100, 200 anni) esprimono la precipitazione attesa ht(d) in funzione della durata d. Secondo quanto prescritto dalle Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007, il tempo di ritorno di riferimento per la verifica di invarianza idraulica è Tr = 50 anni. Di norma, la stima delle altezze di precipitazione avviene mediante regolarizzazione statistica, individuando cioè una distribuzione teorica di probabilità che bene si accorda con i valori osservati. A tal proposito, la letteratura statistica ha sviluppato una varietà di metodi per la scelta della distribuzione più idonea alle differenti tipologie di dato e per l’inferenza dei parametri di una distribuzione a partire da un campione di misure. L’attendibilità di una stima dipende dalla numerosità del campione disponibile, che nel caso di analisi pluviometriche è per lo più composto ai valori massimi annui registrati in uno specifico sito e per la medesima durata di precipitazione. La previsione ottenuta ha carattere esclusivamente locale, cioè deve considerarsi valida solo entro una ragionevole distanza dal punto di misura. Nel caso in cui non si disponga di osservazioni pluviometriche in prossimità del sito di interesse, o la loro quantità sia modesta in relazione al tempo di ritorno di interesse, è possibile ricorrere a tecniche di analisi regionale della frequenza degli eventi pluviometrici. Tale classe di metodi si fonda sull’ipotesi che la distribuzione dei valori estremi di precipitazione entro una certa area presenti delle caratteristiche di omogeneità: in tal caso è accettabile studiare in maniera congiunta i valori di precipitazione misurati presso differenti stazioni ed estendere poi i risultati all’intera area di analisi. Con riferimento alle stazioni considerate nel presente studio, si osserva ad esempio che ogni campione di dati, misurati per la medesima durata in ciascuna stazione, è formato per lo più da 16 79 Valutazione di compatibilità idraulica valori. La regolarizzazione di un singolo campione porgerà risultati di scarsa affidabilità per tempi di ritorno superiori a 20 anni: è probabile poi che i dati raccolti presso stazioni vicine presentino variazioni anche assai marcate e conducano a stime significativamente diverse, senza motivi di carattere fisico o climatico che diano ragione di tali risultati. Se invece, mediante opportune tecniche di analisi regionale, si produce una stima basata su tutto l’insieme di circa 400 valori misurati, si ottiene un risultato affetto da minore incertezza e caratteristico dell’intera regione considerata. Le metodologie più diffuse e documentate in Italia sono due: la procedura VAlutazione delle PIene (VAPI), promossa dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R. e basata sull’uso della distribuzione Two components Extreme Value (TCEV), e i vari metodi fondati sul modello probabilistico Generalized Extreme Value (GEV), per lo più nella forma del cosiddetto metodo della grandezza indice. Il metodo che si è deciso di adottare, in quanto le applicazioni ne confermano la migliore efficienza, consiste nel metodo cosiddetto GEV. 8.1 IL METODO DELLA GRANDEZZA INDICE E LA DISTRIBUZIONE GEV La tecnica di analisi regionale scelta per la presente analisi è quella della grandezza indice mediante l’utilizzo della distribuzione GEV. Nell’ambito di una regione omogenea, si ipotizza che i valori massimi annui delle altezze di precipitazione di durata d presentino caratteristiche simili a meno di un fattore di scala dipendente dal sito di interesse, rappresentato dalla grandezza indice. In altri termini, dividendo le altezze massime annue di precipitazione per la grandezza indice si ottengono dei valori statisticamente indistinguibili, che possono essere studiati tutti insieme. La stima dell’altezza di pioggia presso la j-esima stazione hj(d,T) si esprime allora come prodotto di due termini: h j (d , T ) = m j ,d ⋅ hd (T ) in cui mjd è la grandezza indice specifica per la stazione di interesse e per la durata considerata e hd(T) è un fattore adimensionale, chiamato curva di crescita, che esprime la variazione dell’altezza di precipitazione di durata d in funzione del tempo di ritorno T, indipendentemente dal sito. La curva di crescita assume validità regionale ed è comune a tutte le stazioni pluviometriche appartenenti ad una data zona omogenea. 80 Valutazione di compatibilità idraulica Come grandezza indice mjd viene generalmente adottata la media dei valori massimi annuali dell’altezza di precipitazione nella durata d. Tale dato è stimato dalla media campionaria delle misure effettuate presso ciascuna stazione. In sintesi, il metodo della grandezza indice scinde il problema in due sottoproblemi disgiunti: la stima della curva di crescita valida per l’intera regione omogenea e la comprensione della reale distribuzione della grandezza indice nel territorio, di cui le medie campionarie sono delle realizzazioni affette da un certo errore. Da un punto di vista operativo, per ogni durata di precipitazione il metodo si sviluppa nei seguenti passi: 1. identificazione di un’ipotesi di zone omogenee; 2. calcolo della grandezza indice come media campionaria dei dati misurati presso ciascuna stazione; 3. normalizzazione del campione di ogni sito, i cui valori sono divisi per la corrispondente media; 4. individuazione della curva di crescita tramite analisi probabilistica del campione composto dai dati normalizzati di tutte le stazioni comprese nella medesima zona omogenea; 5. verifica a posteriori dell’omogeneità delle aree precedentemente identificate mediante test statistico ed eventuale riformulazione dell’ipotesi; 6. analisi spaziale della grandezza indice ed eventuale calcolo di valori di riferimento di tale grandezza per ambiti di varia estensione. Le elaborazioni svolte sono elencate in Tabella 4. Tabella 4. Elaborazioni svolte nell’ambito del metodo della grandezza limite. 81 Valutazione di compatibilità idraulica 8.1.1 IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE OMOGENEE AI FINI DELLA CURVA DI CRESCITA Come zona omogenea ai fini della regionalizzazione è stato considerato l’intero ambito di analisi. Si ritiene infatti che per dimensioni e per caratteristiche morfologiche l’intera pianura veneta possa costituire un’area di caratteristiche pluviometriche simili. 8.1.2 CALCOLO DELLA GRANDEZZA INDICE CARATTERISTICA DI CIASCUNA STAZIONE Come specificato in Tabella 4, la grandezza indice di riferimento è il valor medio dei massimi annui registrati in ciascuna stazione e per ogni durata. A tale scopo, è possibile utilizzare la media campionaria, oppure in alternativa si potrebbe operare una regolarizzazione di Gumbel su ogni serie di dati — preferibilmente con il metodo della massima verosimiglianza — e poi adottare come grandezza indice il valor medio della popolazione: µ = ε + 0.57721 ⋅ α . I due metodi porgono risultati non molto dissimili. Per tale motivo, si è scelto di adottare nello studio il dato campionario, che eventualmente può essere facilmente monitorato e aggiornato nel futuro con ulteriori dati pluviometrici. I valori sono riportati in Tabella 5. 82 Valutazione di compatibilità idraulica Tabella 5. Valori medi dei massimi annui per le durate oggetto di studio. 83 Valutazione di compatibilità idraulica 8.1.3 REGOLARIZZAZIONE DEI CAMPIONI NORMALIZZATI E STIMA DELLE CURVE DI CRESCITA I campioni normalizzati hanno permesso l’individuazione dei valori dei parametri della distribuzione GEV che meglio descrivono le caratteristiche pluviometriche regionali: Tabella 6. Parametri GEV della distribuzione regionale di precipitazione ¶· Á·¸Â··  ¼ º ¹¸¿¼ º»À¼ ¼¿»½½¼ Á·Áitazione per un dato tempo di ritorno si possono usare le seguenti relazioni: xˆ (T ) = ε + α 1 − ln 1 − T −ξ −1 /ξ x(T ) = xˆ (T ) ⋅ µ x La prima formula calcola l’altezza adimensionale di precipitazione, mentre la seconda espressione “denormalizza” il risultato, rimoltiplicandolo per il valor medio dei massimi di precipitazione. I parametri da utilizzare nella prima espressione devono essere scelti dalla Tabella 6, mentre in Tabella 7 si riportano i risultati per alcuni tempi di ritorno significativi. 84 Valutazione di compatibilità idraulica Tabella 7. Curve di crescita della distribuzione GEV per la valutazione di altezze adimensionalizzate di precipitazione per alcuni tempi di ritorno. ÃÄÅÄÆ VALUTAZIONE DELL’OMOGENEITÀ DELL’AREA CON IL TEST H La valutazione a posteriori dell’omogeneità dell’area è stata effettuata mediante il test statistico H di Hosking e Wallis. Il parametro H, opportunamente calcolato, riassume il livello di omogeneità dell’area, che risulta accettabilmente omogenea per H <1. I risultati del test sono riportati in Tabella 8. Tabella 8. Risultati del test H di Hosking e Wallis 85 Valutazione di compatibilità idraulica 8.1.5 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE MEDIE DEI MASSIMI ANNUALI Le interpolazioni spaziali della grandezza indice, individuata nella media dei massimi annui, consentono di comprendere come essa vari nella regione considerata. Dall’analisi svolta è risultato in particolare che la media dei valori massimi annui presenta variazioni modeste e probabilmente casuali per precipitazioni di durata fino a un’ora, mentre per durate superiori (con la sola eccezione forse delle 24 ore) si manifesta sul territorio una variabilità legata alla distanza dalla costa. Dalla fascia di alta pianura (Cittadella, Trebaseleghe) i valori diminuiscono procedendo sia verso sud (comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta), sia verso est (comprensorio del Consorzio di bonifica Destra Piave), per poi aumentare di nuovo presso le stazioni costiere, interessate dai recenti episodi eccezionali (Mestre, Valle Averto, Mogliano, lesolo, Sant’Anna di Chioggia). 86 Valutazione di compatibilità idraulica 9 CALCOLO DELLE CURVE SEGNALATRICI DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA DI RIFERIMENTO Gli elementi proposti ai punti precedenti permettono una valutazione delle altezze di pioggia attese per ciascuna delle dieci durate considerate. Da tali stime è necessario elaborare le curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, cioè le formule che esprimono la precipitazione h in funzione della durata t. Le formule più diffuse in letteratura sono le seguenti: a (1) h = t (t + b )c (2) h = a ⋅ t n caratterizzate rispettivamente da 3 o 2 parametri che devono essere ottenuti per taratura. La formula (2) non consente una buona interpolazione dei dati per tutte le durate considerate: è bene pertanto riferirsi di norma all’espressione (1) con tre parametri. 87 Valutazione di compatibilità idraulica 9.1 CURVE SEGNALATRICI A TRE PARAMETRI PER SOTTOAREE OMOGENEE Le curve segnalatrici possono essere calcolate con riferimento ad una singola stazione, oppure, come in questa sede, per sottoaree omogenee. A tale scopo, Nordest Ingegneria s.r.l. ha effettuato un’indagine delle medie dei massimi annuali mediante metodologie matematiche che producono dei raggruppamenti ottimi di una serie di osservazioni (dette tecniche di cluster analysis), in modo tale che ciascun gruppo risulti omogeneo al proprio interno e distinto dagli altri. I risultati hanno evidenziato che si delineano 3 macrogruppi, uno relativo all’area nord-orientale, uno relativo alla zona sud-occidentale e uno costituito da due sottozone: l’area costiera e lagunare da lesolo a Chioggia e l’entroterra cittadellese. Nordest Ingegneria s.r.l., che ha sviluppato l’intera analisi, rende noto che il metodo impiegato ha avuto difficoltà ad assegnare ai rispettivi gruppi le stazioni di Mestre e Mira: si ritiene quindi che Mira, possa essere lasciata con la zona sud-occidentale (ipotesi A), oppure assegnata al raggruppamento costiero (ipotesi B), anche in base a criteri di carattere amministrativo. Una volta individuati i macrogruppi, le curve segnalatrici sono state calcolate valutando per ciascuna durata la media dei massimi di precipitazione delle stazioni del gruppo, calcolando poi le altezze di precipitazione per i vari tempi di ritorno e per le varie durate e producendo infine la stima dei parametri a, b e c per ottimizzazione numerica. Si ricorda che nell’applicazione della curva segnalatrice a h= t (t + b )c i tempi t devono essere espressi in minuti e il risultato è restituito in millimetri. 9.1.1 ATTRIBUZIONE DELLE CURVE SEGNALATRICI AI TERRITORI COMUNALI Per un’applicazione univoca dei risultati del presente studio, si ritiene utile assegnare ciascun comune a una specifica zona omogenea tra quelle precedentemente individuate. Tale attribuzione deve essere effettuata tenendo conto delle caratteristiche geografiche, idrografiche e amministrative di ciascun territorio comunale. Il criterio oggettivo qui proposto prevede l’utilizzo dei cosiddetti topoieti, o poligoni di Thiessen. Considerato l’insieme delle stazioni di misura, si congiunge 88 Valutazione di compatibilità idraulica ciascun sito con quelli ad esso prossimi, ottenendo un reticolo di maglie triangolari. Di ciascun segmento tracciato si individua l’asse, cioè la perpendicolare nel punto medio; gli assi permettono di definire dei poligoni irregolari, uno per stazione: per costruzione, ogni punto interno al topoieto è così associato alla stazione più vicina. Il topoieto individua così l’area di influenza della stazione in esso contenuta. ÇÈÉÊËÌ ÍÎÏ ÐÑÒÓÔÓ ÔÈ ÕÓÖÒËÊ×ÈÓØÑ ÔÑÈ ÙÓÚÈÉÓØÈ ÔÈ ÛÜiessen a partire da un insieme di punti. L’applicazione del metodo dei topoieti al caso in esame prevede di intersecare i topoieti con i perimetri dei comuni e associare poi ogni comune alla zona omogenea “prevalente”, i cui topoieti contengono la maggioranza relativa del territorio comunale. In Figura 29 è rappresentato il risultato della ripartizione con riferimento all’ipotesi B (stazione di Mira assegnata al cluster costiero) di definizione delle zone omogenee. 89 Valutazione di compatibilità idraulica Figura 29. Possibile ripartizione dei comuni tra le quattro zone omogenee individuate dall’ipotesi B. Tabella 9. Ripartizione dei comuni per provincia e per zone omogenee, individuate in base all’ipotesi B. L’eventuale ripartizione in base all’ipotesi A si ottiene trasferendo sette comuni della provincia di Venezia, indicati nella tabella in corsivo, dalla zona costiera SE alla zona SW. 90 Valutazione di compatibilità idraulica 9.1.2 CURVE SEGNALATRICI PER OCCIDENTALE (IPOTESI B) LA ZONA OMOGENEA SUD- Stazioni: Teolo (TL), Legnaro (LE), Montegalda (MT), Ca’di Mezzo (DI). Codevigo (DV), Campodarsego (CM), Grantorto (GT), Galzignano Terme (GG) ÇÈÉÊËÌ ÝÞÏ ßÊËàÑ ÖÑÉØÌÚÌÒËÈÕÈ Ì ÒËÑ ÙÌËÌáÑÒËÈÏ 91 Valutazione di compatibilità idraulica 9.2 CURVE SEGNALATRICI A DUE PARAMETRI E LORO UTILIZZO Si riportano di seguito le curve segnalatrici a due parametri afferenti all’analisi fornita dalla Struttura Commissariale per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007. L’equazione di riferimento è del tipo: h = a ⋅tn per le quattro zone omogenee. Tale trattazione è svolta unicamente per l’utilizzo delle formule della letteratura che richiedono i coefficienti a ed n dell’espressione tradizionale a due parametri. Si ribadisce che i dati ottenuti dall’analisi probabilistica non possono essere interpolati adeguatamente da una curva a due parametri per l’intero range di durate da 5 minuti a 24 ore. E’ opportuno invece individuare intervalli più ristretti di durate, entro i quali la formula bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale. Si forniscono pertanto i parametri delle curve segnalatrici tarate su intervalli di cinque dati, per i vari tempi di ritorno. Il parametro ∆ indica l’errore medio relativo dell’approssimazione. I tempi t devono essere espressi in minuti. Il risultato è in millimetri. âãä DETERMINAZIONE DI PLUVIOGRAMMI DI PROGETTO Lo ietogramma utilizzato per la presente relazione è lo ietogramma rettangolare, generalmente il più usato nei calcoli di dimensionamento e verifica di reti di fognatura bianca. La tabella seguente riporta per varie durate di pioggia l’altezza di precipitazione totale in millimetri e l’intensità di pioggia espressa in millimetri all’ora calcolate secondo gli ietogrammi rettangolari relativi ad eventi meteorici caratterizzati da tempo di ritorno di 50 anni dei 92 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica quali, a titolo esemplificativo, ne vengono riportati tre nella figura seguente. Tabella 10. Altezza di precipitazione totale e intensità di pioggia espresse rispettivamente in millimetri e millimetri all’ora per varie durate di pioggia, per la zona omogenea SW. TEMPO ALTEZZA DI DI INTENSITA' PRECIPITAZIONE PIOGGIA minuti millimetri millimetri/ora 5 17,44 209 15 37,31 149 30 53,33 107 45 63,10 84 60 70,02 70 90 79,66 53 120 86,42 43 150 91,64 37 180 95,90 32 Figura 31. Ietogrammi rettangolari relativi a piogge di durata rispettivamente di 180, 60 e 30 minuti caratterizzate da un tempo di ritorno di 50 anni, per la zona omogenea SW. 93 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 10 ANALISI IDRAULICA Il presente studio è volto alla quantificazione delle misure compensative da realizzare al fine di non aggravare, con le opere di progetto, l’equilibrio idraulico dell’area in cui l’opera va ad inserirsi, per eventi con un tempo di ritorno pari a 50 anni, così come previsto dalla Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n°1322/2006 e s.m.i. La DGR prevede inoltre una classificazione degli interventi di trasformazione delle superfici, la quale consente di definire soglie dimensionali in base alle quali si applicano considerazioni differenziate in relazione all'effetto atteso dell'intervento. La classificazione è indicata nella tabella sotto riportata. Tabella 11. Soglie dimensionali per la suddivisione in classi di intervento secondo DGR 1322/06. Classe di intervento Trascurabile impermeabilizzazione potenziale Modesta impermeabilizzazione potenziale Definizione Intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha Intervento su superfici comprese tra 0,1 ha e 1 ha Significativa impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese tra 1 ha e 10 ha; intervento su superfici di estensione oltre i 10 ha con impermeabilizzazione < 0.30 Marcata impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici superiori a 10 ha con impermeabilizzazione > 0,30 In considerazione delle criticità presenti sul territorio comunale si adottano delle misure maggiormente cautelative e si considerano trascurabili solamente le impermeabilizzazioni che comportano un incremento della superficie impermeabile minore di 200 mq. La tabella di identificazione della classe di intervento sarà quindi rivista nella seguente e sarà possibile asseverare solamente gli interventi che comportano una riduzione della superficie permeabile minore di 200 mq. 94 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Classe di intervento Trascurabile impermeabilizzazione potenziale Modesta impermeabilizzazione Modesta impermeabilizzazione potenziale Definizione Intervento su superfici di estensione inferiore ai 200 mq Intervento su superfici di estensione compresa tra 200 mq e 1000 mq Intervento su superfici comprese tra 1000 mq e 10000 mq Significativa impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese tra 1 ha e 10 ha; intervento su superfici di estensione oltre i 10 ha con impermeabilizzazione < 0.30 Marcata impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici superiori a 10 ha con impermeabilizzazione > 0,30 Nel caso di trascurabile impermeabilizzazione potenziale è sufficiente adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici impermeabili, quali le superfici dei parcheggi. Nel caso di modesta impermeabilizzazione è opportuno sovradimensionare la rete rispetto alle sole esigenze di trasporto della portata di picco realizzando volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione della piene, in questi casi è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un diametro di 200 mm. Nel caso di modesta impermeabilizzazione, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene, è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro. Nel caso di significativa impermeabilizzazione andranno dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione. Nel caso di marcata impermeabilizzazione è richiesta la presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito. 95 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Per le trasformazioni che comportano un incremento di impermeabilizzazione superiore ai 1000 mq e quindi a partire dalla classe di modesta impermeabilizzazione potenziale è necessario l'ottenimento del parere favorevole da parte del consorzio di bonifica competente sulla valutazione di compatibilità idraulica specifica del progetto. Il calcolo della superficie impermeabilizzata allo stato di progetto, deve tener conto di quattro possibili usi del suolo: • tetti; • strade; • parcheggi; • verde pubblico. Ad ognuna di queste, è stato assegnato un diverso valore di coefficiente di deflusso secondo quanto indicato nella D.G.R. n°1322/2006 e s.m.i. Tabella 12. Valori dei coefficienti di deflusso secondo la DGR 1322/2006. Classe d’uso Aree Agricole Superfici permeabili (Verde) Superfici semipermeabili Superfici impermeabili (Tetti, strade…) Coefficiente di deflusso 0.1 0.2 0.6 0.9 L'incremento di impermeabilizzazione conseguente all'inserimento di un'opera sul territorio comporta l'incremento dei deflussi di portata meteorica verso i ricettori che costituiscono le vie di scarico fino ai consortili e/o ai fiumi maggiori. Il termine invarianza idraulica starebbe ad indicare il mantenimento valori di portata associati alla configurazione ante - operam quando si operi sul territorio ma, data la situazione di generale sofferenza idraulica dei territori, i consorzi di bonifica in primis e gli enti gestori dei collettori prescrivono di operare ad un contestuale miglioramento in termini idraulici dell'area di intervento. Il legame tra il valore della portata massima che si genera su una superficie e la superficie stessa è il coefficiente udometrico; esso rappresenta la portata massima che defluisce dall’unità di superficie analizzata e generalmente è espresso in litri al secondo per ettaro. 96 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica L'obbiettivo del miglioramento idraulico è raggiungibile imponendo coefficienti udometrici cautelativi allo scarico: generalmente il coefficiente usuale adottato nei contesti che non presentano criticità idrauliche è quello associato alle portate che si generano su aree verdi e agricole ed empiricamente è pari a 10 l/s,ha. Sovrapponendo le differenti tipologie di pericolosità e criticità idrauliche, visibili nella Carta della Pericolosità Idraulica allegata alla presente relazione, è stato possibile definire porzioni di territorio caratterizzate da notevole sofferenza idraulica per le quali occorre operare con maggiore cautela. Nella Carta delle Fragilità del PAT è stata tracciata una perimetrazione che rappresenta le aree soggette a dissesto idrogeologico; in esse sono contenute tutte le aree a deflusso difficoltoso o su cui sono stati registrati fenomeni di allagamento. Per queste aree appena descritte si impone l'applicazione del coefficiente udometrico 5 l/s,ha per la determinazione della massima portata uscente dall'area che subisce trasformazione; il coefficiente udometrico potrà essere portato a valori superiori di 5 l/s,ha in accordo con il Consorzio di Bonifica competente e solo a seguito dell'attuazione dei lavori di sistemazione delle criticità idrauliche locali presenti nei pressi dell'area di intervento riportati e illustrati all'interno degli elaborati del Piano Comunali delle Acque. Il volume specifico di invaso necessario a garantire l'invarianza idraulica va confrontato con i volumi specifici di invaso minimi stabiliti dal Genio Civile; l'ufficio del genio Civile di Padova stabilisce quali valori minimi del volume d'invaso da adottare per la progettazione delle opere di laminazione rispettivamente: - v >800 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per la nuova viabilità; v >700 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per le nuove aree produttive; v >600mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per le nuove aree residenziali. 97 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 10.1 CALCOLO DEI VOLUMI DI LAMINAZIONE I volumi d’invaso da realizzare per garantire l’invarianza idraulica nelle superfici soggette a trasformazione sono ricavati con il metodo di calcolo delle sole piogge utilizzando le equazioni di possibilità pluviometrica a tre parametri. Tale modello si basa sul confronto tra la curva cumulata delle portate entranti e quella delle portate uscenti ipotizzando che sia trascurabile l’effetto della trasformazione afflussi-deflussi operata dal bacino e dalla rete drenante. Applicando uno ietogramma netto di pioggia a intensità costante, si possono calcolare, tramite l’equazione seguente, i volumi di invaso relativi ad una determinata durata τ della precipitazione: Wi = We − Wu = S ⋅ ϕ ⋅ a ⋅ t − Qu ⋅ t (t + b) c dove: Wi è il volume di invaso; We è il volume in ingresso; Wu è il volume in uscita; S la superficie scolante; ϕ l coefficiente di deflusso medio dell’area; t è la durata della precipitazione. La durata critica, ossia la durata per la quale si ha il massimo volume di invaso da rendere disponibile, si ottiene ponendo nulla la derivata prima, in funzione del tempo, dell’equazione sopra riportata. Si ottiene dunque: Qu t= −b c ⋅t −c S ⋅ϕ ⋅ a ⋅ − +1 t +b che, a convergenza, porta a determinare: t critico = −c Qu −b c ⋅ t critico S ⋅ϕ ⋅ a ⋅ − +1 t critico + b 98 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica e conseguentemente: Wi = We − Wu = S ⋅ ϕ ⋅ a ⋅ t critico − Qu ⋅ t critico (t critico + b) c Il volume di invaso da rendere disponibile viene rappresentato (a titolo di esempio) nella seguente Figura 32 dalla linea gialla. Nello stesso grafico vengono riportati gli andamenti, in funzione del tempo, dei volumi in ingresso (crescente per tutta la durata di pioggia) e di uscita (costantemente crescente nel tempo). ÇÈÉÊËÌ ÝÍÏ øÖÑáÙÈÓ ÔÈ ÌØÔÌáÑØÒÓ ÔÑÈ àÓÚÊáÈù ÈØÉËÑÖÖo (linea blu); in uscita (linea magenta); invasato (linea gialla). 99 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 10.2 INDICAZIONI OPERATIVE Sulla base delle indicazioni dei Consorzi di Bonifica, il recupero dei volumi atti a garantire l’invarianza idraulica, dovrà avvenire mediante la realizzazione di invasi superficiali (nuove affossature, zone a momentanea sommersione, ecc.), o profondi (vasche di laminazione, tunnel drenanti, sovradimensionamento delle condotte acque meteoriche, ecc.). Al fine di garantirne l’effettivo utilizzo e riempimento e quindi il loro sfruttamento per la moderazione delle portate scaricate, in corrispondenza della sezione terminale della rete di smaltimento delle acque bianche, dovrà essere posizionato un dispositivo di controllo che limiti la portata scaricata a quello massimo consentito. Qualsiasi sia la sua configurazione, il sistema utilizzato deve avere i requisiti che ne garantiscano un’agevole pulizia e manutenzione ordinaria e straordinaria. Lo sfioratore avrà una quota tale da sfruttare al massimo la capacità di invaso delle condotte opportunamente dimensionate e dell’intero sistema di smaltimento delle acque bianche (condotte, vasche di laminazione, aree a temporanea sommersione e fossatura), senza pregiudicare la sicurezza idraulica dell’area servita. La luce di fondo sarà dimensionata in modo da smaltire la portata massima, in ogni caso avrà dimensioni minime di 0.01 mq al fine di evitare eventuali intasamenti. Per garantire al massimo la sicurezza idraulica degli interventi in progetto ed evitare dannose ingressioni d'acqua, il piano d’imposta dei fabbricati dovrà essere posto ad almeno 25 cm rispetto al piano stradale o al piano campagna medio circostante; tale quota potrà essere ulteriormente elevata in relazione alla effetiva e puntuale valutazione del rischio idraulico. Per lo stesso motivo si decide in sede di PAT che nelle «aree esondabili o soggette a periodico ristagno idrico» indicate nella Carta delle Fragilità non è ammessa la realizzazione di interrati. Per non ridurre i volumi di invaso potenziali disponibili nel territorio, è necessario mantenere e ripristinare i fossi in sede privata, le cui dimensioni non dovranno essere ridotte se non si prevedono adeguate misure di compensazione. Anche nelle aree agricole è vietata la tombinatura dei fossi fatta eccezione per la costruzione di accessi carrai. In particolare le nuove tombinature dovranno assicurare la funzione iniziale del fossato sia in termini di volume d’invaso che di smaltimento delle portate. Anche nella realizzazione di opere pubbliche ed infrastrutture stradali dovranno essere adottati gli indirizzi sopra indicati. In particolare per le strade di collegamento dovranno essere previste ampie scoline laterali e dovrà essere 100 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica assicurata la continuità del deflusso delle acque fra monte e valle dei rilevati. Nella realizzazione di piste ciclabili si dovrà evitare il tombinamento di fossi prevedendone, invece, il loro spostamento. 10.3 CORSI D’ACQUA CONSORZIALI Nel caso siano interessati canali appartenenti alla rete in manutenzione al Consorzio di Bonifica competente per territorio, qualsiasi intervento o modificazione della configurazione esistente all’interno della fascia di metri 10 dal ciglio superiore della scarpata, sarà soggetto, anche ai fini della servitù di passaggio, a quanto previsto dal R.D. n° 368 del 1904 e dovrà quindi essere specificatamente autorizzato. Per la prevenzione del rischio idraulico è importante che i corsi d’acqua siano rispettati e valorizzati. Occorre creare le condizioni perché possano essere mantenuti in efficienza senza eccessivi oneri e non risultino marginalizzati dalle previsioni urbanistiche. In particolare è opportuno collocare le aree a verde delle nuove urbanizzazioni lungo i corsi d’acqua ad evitare che i nuovi lotti confinino con i corsi d’acqua. Nelle aree adiacenti agli scoli consorziali dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto della larghezza minima di metri 4.00 dal ciglio degli stessi o dall’unghia arginale verso campagna in modo da consentire il transito dei mezzi adibiti alle manutenzioni periodiche. Nella suddetta fascia di rispetto non potranno essere messe a dimora piante o siepi, né potranno essere installate strutture o depositati materiali che impediscano il transito dei mezzi. Inoltre nelle fasce di rispetto in questione, eventuali sistemazioni, dovute a motivi di sicurezza o paesaggistici o ambientali che prevedano la posa di piante isolate o recinzioni in rete metallica e stanti in ferro asportabili dovranno essere preventivamente autorizzate dal Consorzio di Bonifica. 10.4 VERDE PUBBLICO La distribuzione planivolumetrica dell’area dovrà essere preferibilmente definita in modo che le aree a verde siano distribuite lungo le sponde dell’affossatura esistente o eventualmente di progetto, a garanzia e salvaguardia di un’idonea fascia di rispetto. Le aree a verde dovranno assumere una configurazione che attribuisca loro due funzioni: − di ricettore di una parte delle precipitazioni defluenti lungo le aree, − di bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane. 101 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Tali aree possibilmente dovranno: − essere poste ad una quota inferiore rispetto al piano stradale circostante; − essere idraulicamente connesse tramite opportuni collegamenti con la strada. Inoltre, la loro configurazione plano-altimetrica dovrà prevedere la realizzazione d’invasi superficiali adeguatamente disposti ed integrati con la rete di smaltimento delle acque meteorologiche in modo che i due sistemi possano interagire. 102 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11 ATO N: 01 All'interno dell' ATO n.1 si sottolineano criticità idrauliche di vari tipi. Innanzitutto la porzione di ambito a sud dello scolo Storta a caratterizzata da pericolosità moderata P1. Le perimetrazioni delle aree con sofferenza idraulica evidenziate durante i rilievi propedeutici alla redazione del Piano delle Acque, le aree critiche secondo PRG e secondo PTCP sono abbastanza coincidenti. Esse comprendono completamente il nucleo urbano e la zona industriale di Caselle; ogni intervento pianificato dovrà quindi essere preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area e del percorso di scarico. Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure idrauliche di difesa dagli allagamenti. ÇÈÉÊËÌ ÝÝÏ úáûÈÒÓ ÈØ ÓÉÉÑÒÒÓ Descrizione Area posta a nord est del territorio comunale e in sinistra idraulica rispetto al Bacchiglione. Essa è costituita per la maggior parte dal centro abitato di Caselle e ha un estensione di 334 ettari; nella parte ovest del lotto si trova un’area libera adibita a coltivazioni agricole. Confina a ovest e a nord con il 103 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica comune di Rubano, a est con il comune di Padova, mentre a sud confina con l’ATO 2. Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli consortili Storta, Asili, Mestrina, Lazzaretto e indirizzate verso il canale Brentella. Scolo Storta. Lo scolo Storta scorre in direzione ovest-est nella parte settentrionale del territorio comunale. Entra nel comune di Selvazzano nell’estremo nord-ovest e scorre parallelamente a via Pelosa per circa 4,3 km fino ad immettersi nel canale Brentella presso la chiavica Storta. Prima dello sbocco viene sottopassato dallo scolo Lazzaretto ed ha con esso una possibilità di collegamento. Tale collegamento è dovuto al fatto che il canale Brentella non è sempre in grado di ricevere le acque per gravità, in quanto è soggetto al rigurgito del Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia troppo alto per poter ricevere lo Storta, questo va quindi a confluire nel Lazzaretto, che è invece soggetto a sollevamento meccanico. Scolo Asili. Lo scolo Asili scorre in direzione ovest-est all’interno della frazione di Caselle: ha origine in prossimità di via V. Monti e dopo aver percorso circa 2,0 km esclusivamente in tombinamento si collega allo scolo Lazzaretto in prossimità di via Pelosa – via N. Sauro. Nel primo tratto del suo percorso attraversa l’abitato di Caselle e nella parte finale corre parallelo a via Pelosa. Scolo Mestrina. Lo Scolo Mestrina scorre in direzione ovest-est nella parte nord-est del territorio comunale in prossimità del confine comunale. In particolare, entra in Selvazzano all’altezza di via Boccaccio – via Foscolo e dopo aver percorso circa 1,5 km a cielo aperto sfocia nel Brentella in prossimità di via Caselle. Lo scarico avviene tramite la chiavica Mestrina dotata di paratoia, che opportunamente manovrata consente il flusso solo da Mestrina a Brentella ed esclude quello contrario, preservando il territorio da eventuali livelli idrici elevati del Brentella. Come avviene per lo Storta, il Mestrina viene sottopassato dallo scolo Lazzaretto, in corrispondenza di via Caselle – via E. Toti, con possibilità di collegamento idraulico. Ulteriore connessione può avvenire più a valle, tramite una tubazione che collega il Mestrina al Lazzaretto e che scorre parallelamente a via Brentelle. Scolo Lazzaretto. Lo scolo Lazzaretto scorre in direzione nord-sud nella parte nord-est del territorio comunale. Entra in Selvazzano in prossimità di via G. Deledda – via I. Svevo e dopo aver percorso circa 104 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 3,0 km sfocia nel Brentella. Nel suo percorso, sottopassa in botte a sifone lo scolo Mestrina, in prossimità di via Caselle, potendo anche connettersi con esso tramite un apposito collegamento. Ancora più a valle sottopassa in botte a sifone anche lo scolo Storta, in località Tre Ponti, anche in questo caso con un possibile collegamento. Più a Sud, in località Monte Cero di Selvazzano, si unisce allo scolo Riale ed è sottoposto a pompaggio presso l’impianto idrovoro di Brentelle1. Lo scolo Lazzaretto ed il relativo bacino scolante, quindi, sono soggetti a deflusso meccanico alternato; tale bacino è dunque caratterizzato da un’elevata fragilità in termini idraulici, e la presenza dell’impianto idrovoro è garanzia di una sicurezza altrimenti non possibile. I collegamenti sopradescritti sono dovuti al fatto che il canale Brentella non è sempre in grado di ricevere le acque per gravità, in quanto presso la chiavica Mestrina il Brentella è già soggetto al rigurgito del Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia troppo alto per poter ricevere il Mestrina, questo va quindi a confluire nel Lazzaretto, che è invece soggetto a sollevamento meccanico. 1 L’idrovora di Brentelle è a protezione di un bacino scolante di 2.080 ettari, per lo più urbanizzati, corrispondenti alla periferia nord della città di Padova (Selvazzano, Saccolongo, Rubano, Mestrino, Veggiano). Le acque meteoriche, che, dal ramificato sistema di corsi d’acqua di bonifica, confluiscono nello scolo Lazzaretto, vengono sollevate dall’idrovora e immesse nel canale Brentella, tramite n. 4 elettropompe da 2.600 litri/sec ciascuna, oltre ad 1 elettropompa sommergibile da 800 litri/sec, per una portata complessiva di acqua sollevata di 11.200 litri/sec, per un dislivello totale di 2,50 metri. 105 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Dati urbanistici Tabella 13. Dati urbanistici ATO n. 1 !" üý þÿ2 2 $ $ $ $ ! 7 8 6 6 6 6 ! : : #% #% ! 516 516 516 516 516 516 5 ** 5 9 ' 5 9 ' 5 9 ' 5 9 ' 5 * ' ' * ' ' 5 5 þÿ2 2 ÿ !, , , ,%" , , , , " ," ,"" , , ,! , , , I#$%&'(%)(()%* '(%&+&,- L’ambito territoriale è interessato dalla previsione di un nuovo collegamento stradale tra la rotonda presente in via Pelosa e via Galileo Galilei e dalla sistemazione di un tratto di via Pelosa. Dovrà essere garantita la continuità idraulica dei fossati intersecati dall’infrastruttura e dovranno essere realizzati invasi pari a 800 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata da nuova viabilità come prescritto dal Genio Civile di Padova. 106 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.1 AREALE A01 Luogo Centro abitato della località Caselle, zona centrale dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 24641 mq. Esso è delimitato a nord da via Pelosa, ad est dall'areale G02, a sud da via Fracastoro. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 14,5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile dalle via perimetrali. Trasformazione prevista Areale di espansione residenziale da PRG. Rete idrografica Il perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta che scorre parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso tale scolo. 107 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via Pelosa. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 14. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 ! ! 345 %# %# # !! # %! ! ! $ ( ## !" !! ( ## $ % ' # " %" &' " "! Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da PAI. Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque Comunale). 108 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.2 AREALE A02 Luogo Centro abitato della località Caselle, zona centrale dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 46644 mq. Esso è delimitato a nord da via Pelosa, ad est e sud dalla zona artigianale/industriale mentre a ovest da via Don Bosco. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile dalle via perimetrali. Trasformazione prevista Areale di espansione residenziale da PRG. Rete idrografica Un tratto del perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta che scorre parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso tale scolo. 109 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via Pelosa. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 15. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 ! !! 346 %# %# !! # # %! ! !! $ ( ## !" !! ( ## $ ' # " %" &' " " Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da PAI e area a media pericolosità per problemi di bonifica sottolineati dal PRG vigente. Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque Comunale). 110 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.3 AREALE A03 Luogo Centro abitato della località Caselle, zona est dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 20306 mq. Esso è delimitato a nord da via Pelosa, mentre a est, sud ed ovest dall'area industriale. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 12.5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è principalmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile da via Pelosa. Trasformazione prevista Areale di espansione residenziale da PRG. Rete idrografica Il perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta che scorre parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso scoline e tratti di tubazione verso tale scolo. 111 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via Pelosa. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 16. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 347 %# %# # !! # %! $ ( ## !" !! ( ## % $ * # " %" &' " % Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da PAI e area a media pericolosità per problemi di bonifica sottolineati dal PRG vigente. Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque Comunale). 112 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.4 AREALE B01 Luogo Area artigianale/industriale in Località Caselle ovest, in zona nord ovest dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 137050 mq. Esso è delimitato a nord da alcuni fabbricati di carattere produttivo affacciati su via Enrico Fermi, a est da via Galileo Galileo e da un fossato primario, a sud da via Pelosa, mentre a ovest da via Parini. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 14,5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibita allo sfruttamento agricolo e l’accesso è possibile da via Fermi e da via Pelosa. Trasformazione prevista Espansione di superficie produttiva da PRG. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili, è però presente lo Scolo Storta lungo il perimetro del lato sud. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si distribuiscono nei fossati 113 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica primari e secondari presenti nell’areale per poi essere recapitate nello Scolo Storta. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato primario esistente a est mediante escavazione di nuovi tratti di fossati o posa di condotte opportunamente dimensionate. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 17. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 " 845 %# %# !! # # %! $ ( ## !"" !! ( ## "" $ ' # " %" &' " % Infrastrutture L’areale è interessato dal sedime della nuova strada di collegamento tra una rotonda posta su via Pelosa e via Galileo Galilei. Dovranno quindi essere garantita la continuità idraulica ai fossati intersecati dall’infrastruttura. Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade tra le aree ad alta pericolosità per problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e da PRG vigente. 114 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.5 AREALE B02 Luogo Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud dell’ATO1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 8533 è delimitato a nord da Via Galileo Galileo, a est con un’area produttiva, a sud da Via Penghe mentre a ovest da un fossato parallelo alla SP 13. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 13,5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e l’accesso avviene da Viale della Repubblica. Trasformazione prevista Espansione di superficie produttiva da PRG. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso sud attraverso un fossato primario che recapita in un collettore in calcestruzzo Ø 120 cm posto lungo Via Penghe il quale va poi a scaricare nello scolo Lazzaretto. 115 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il collettore Ø 120 cm perimetrale che poi recapita nello Scolo Lazzaretto. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 18. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 %" 846 %# %# # !! # %! $ ( ## %" !! ( ## " $ * # " %" &' " " % Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate con moderata pericolosità P1 secondo il PAI e all’interno di aree a media pericolosità secondo la Provincia e il PRG. Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque Comunale). 116 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.6 AREALE B03 Luogo Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud est dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 11581 mq è confinato a nord e a sud da aree produttive, a est dallo Scolo Lazzaretto parallelo a Via Tre Ponti mentre a ovest da una fascia residenziale affacciata a Via Galileo Galilei. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 13,5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito a verde con presenza di alberature, l’accesso avviene da ovest da Via Galileo Galilei e da est tramite un ponte presente sullo Scolo. Trasformazione prevista Espansione di superficie produttiva da PRG. 117 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Rete idrografica Come anticipato, l’areale confina con lo Scolo Lazzaretto. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie allo stato di fatto si infiltrano nel sottosuolo o confluiscono per ruscellamento nello scolo. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo Scolo Lazzaretto mediante la posa di nuove tubazioni e sfruttando, per la porzione sud dell’areale, la condotta in calcestruzzo Ø 60 cm esistente. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 19. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 "% 847 %# %# # !! # %! $ ( ## "% !! ( ## % $ * # " %" &' " Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno di una criticità diffusa in ambito urbano indicata dal Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.01) ed è indicata come area a rischio dal PAI. Anche il PRG sottolinea la media pericolosità per problemi della rete di bonifica. 118 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.7 AREALE B04 Luogo Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 20175 mq è delimitato a nord da Via Penghe, a est da un lotto con due fabbricati di carattere produttivo, a sud da un’area adibita a sfruttamento agricolo mentre a ovest dalla SP 13. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 13,4 m.s.m.m. (da CTR). 119 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Uso del suolo L’areale è attualmente adibita allo sfruttamento agricolo, l’accesso avviene da Via Penghe e tramite una strada bianca che attraversa l’areale. Trasformazione prevista Espansione di superficie produttiva da PRG . Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate principalmente verso sud attraverso fossi primari e secondari allo scolo Riale a Selvazzano. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso i fossati perimetrali che poi recapitano nello Scolo Lazzaretto. Per la porzione nord est dell’areale è possibile convogliare le portate verso il collettore in calcestruzzo Ø 120 cm esistente lungo Via Penghe che va a scaricare nello Scolo Lazzaretto. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 20. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 516 849 %# %# !! # # %! $ ( ## " !! ( ## !!% $ # " %" &' ' Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate a media pericolosità dal PRG. L’area non insiste su superfici allagate storicamente. Distanza da aree allagate pari a circa 300 m. 120 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.8 AREALE D01 Luogo Zona industriale della località Caselle, zona sud dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 37197 mq. Esso è delimitato a nord dalla zona industriale, a est dalla SP13 mentre a sud ed ovest da superfici agricole. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile da via Meucci. Trasformazione prevista Areale di espansione produttiva da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso sud attraverso un fossato primario che recapita in un collettore in calcestruzzo Ø 120 cm posto lungo Via Penghe il quale va poi a scaricare nello scolo Lazzaretto. 121 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato parallelo alla SP 13. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 21. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # 5 :45 %# %# # !! # %! $ ( ## %" !! ( ## "%% $ ' # " %" &' " ! Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate con moderata pericolosità P1 secondo il PAI e all’interno di aree a media pericolosità secondo la Provincia e il PRG. Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque Comunale). 122 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.9 AREALE E01 Luogo Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 13539 mq è delimitato a nord da via Meucci, a est da aree produttive affacciate alla via Meucci stessa, a sud da una fascia boscata e da due abitazioni, mentre a ovest da via Don Bosco. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibita a verde, l’accesso può avvenire da ovest da via Don Bosco o da nord da via Meucci. Trasformazione prevista Espansione di superficie commerciale da PAT. 123 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Rete idrografica Le acque meteoriche gravanti sulla superficie allo stato di fatto si infiltrano nel sottosuolo o confluiscono per ruscellamento nel fossato primario presente lungo il lato ovest dell’areale. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato primario mediante la posa di nuove tubazioni. Tramite la rete di fossati primari e un tratto di collettore Ø 120 cm posto lungo via Penghe le acque verranno poi recapitate allo Scolo Lazzaretto. Una seconda ipotesi di scarico risulta essere quella di indirizzare le portate verso nord nello Scolo Storta tramite tubazioni interrate esistenti. Tale scelta comporta un percorso molto più breve del primo ma necessita di un accurata indagine sullo stato delle tubazioni e di un eventuale loro potenziamento. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 22. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ./0.10 # # $ " # ** 5 " ;45 %# %# # !! # %! $ ( ## " !! ( ## ! $ * # " %" &' " Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree a moderata pericolosità idraulica P1 indicate PAI e all’interno delle aree a media pericolosità per problemi della rete di bonifica secondo il PRG vigente. 124 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.10 AREALE G01 Luogo Estremità nord ovest del centro abitato della località Caselle, zona nord dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 5153 mq. Esso ingloba fabbricati residenziali, produttivi e una superficie a prato. E’ delimitato a nord dallo scolo Mestrina, ad sud da via Ugo Foscolo e ad ovest da via Boccaccio. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di 14/15 m.s.m.m. (da CTR). 125 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Uso del suolo L’areale è occupato sia da edifici ad uso residenziale sia da fabbricati di carattere produttivo. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Il perimetro Nord dell’areale è costituito dallo scolo Mestrina. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso tale scolo. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il collettore presente lungo via Boccaccio il quale dovrà però subire un potenziamento una volta stabilito l’effettivo incremento di impermeabilizzazione. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 23. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 " " @AB %# %# !! # # %! $ ( ## " " !! ( ## "! $ * # " %" &' " ! Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. E’ compreso infatti nelle aree ad alta pericolosità per problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e PRG vigente. Nell’area in trasformazione si segnalano aree storicamente allagate e rischi di esondazione sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta. 126 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.11 AREALE G02 Luogo Estremità ovest del centro abitato della località Caselle, zona nord dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 25468 mq. Confina a ovest con una superficie attualmente adibita allo sfruttamento agricolo, a nord con via Pelosa, a est con via don Bosco e a sud con via Fracastoro. Assetto del territorio Areale posto alla quota di circa 13.5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è parzialmente occupato dal sedime di un fabbricato ad uso artigianale. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Lungo il confine nord dell'areale è presente lo scolo Storta. 127 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile Storta. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 24. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 "! % @AC %# %# # !! # %! $ ( ## "! % !! ( ## % $ ' # " %" &' " " Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso da Piano delle Acque comunale. 128 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.12 AREALE G03 Luogo Area artigianale in Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 17112 mq è delimitato a nord da via Pelosa, a est e sud da un fondo adibito a sfruttamento agricolo mentre a ovest e confinato da un fosso primario parallelo a via Canton. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 14,9 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è occupato da un insediamento produttivo accessibile da via Pelosa. Trasformazione prevista Areale di riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso un fosso secondario e un fosso primario verso lo Scolo Storta presente immediatamente a nord di via Pelosa. 129 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario che costituisce il perimetro est dell’areale previo comunque un’operazione di espurgo. Tale fossato indirizza le portate verso lo scolo Storta presente lungo via Pelosa. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 25. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' @AD %# %# !! # # %! $ ( ## 5 !! ( ## ! $ * Pericolosità idraulica La zona ricade tra le aree a moderata pericolosità P1 da PAI. L’area non insiste su superfici allagate storicamente. 130 # &' " %" åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.13 AREALE G04 Luogo Zona industriale della località Caselle, zona sud-est dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 23094 mq ed è inserito in contesto agricolo e destinato allo svolgimento delle pratiche ippiche. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito a maneggio. Trasformazione prevista Areale di riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso un fosso secondario verso lo Sclo Riale a Selvazzano. 131 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo Riale tramite fossati opportunamente ricalibrati. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 26. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 " @AE %# %# # !! # %! $ " ( ## ! !! ( ## $ % * # " %" &' ! Pericolosità idraulica L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate ad alta pericolosità secondo il PRG. L’area non insiste su superfici allagate storicamente. Distanza da aree allagate pari a circa 250 m. 132 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.14 AREALE H01 Luogo Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta. Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un superficie di 24602 mq. E’ delimitato a nord da fabbricati ad uso artigianale, a est da un lotto abitativo e dall’areale H02, a sud da via Pelosa mentre a ovest da un fondo adibito a sfruttamento agricolo (areale B01). Assetto del territorio Area pianeggiante situata alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è occupato da superfici a verde. Trasformazione prevista Ambito preferenziale di forestazione. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. A sud oltre via Pelosa è presente lo scolo Storta mentre a est vi è l’origine dello scolo Asili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari verso tali scoli. 133 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di sfruttare i fossati presenti. Azioni compensative Dato il tipo di trasformazione prevista non si avranno nuove impermeabilizzazioni che comporterebbero variazioni dei coefficienti di deflusso. Si può comunque consigliare un’operazione di espurgo/risezionamento dei fossati che vada a costituire ulteriore volume di invaso atto a migliorare la situazione idraulica locale. Pericolosità idraulica L’areale è compreso nelle aree ad alta pericolosità per problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e PRG vigente. 134 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 11.15 AREALE H02 Luogo Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta. Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un superficie di 7184 mq. E’ delimitato a ovest e a nord dall’areale H01, a est e sud il perimetro è costituito dallo scolo Asili che scorre lungo via Monti. Assetto del territorio Area pianeggiante situata alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è occupato da superfici adibite allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Ambito preferenziale di forestazione. Rete idrografica Il perimetro est e sud dell’areale è costituito dallo scolo Asili all’interno del quale confluiscono, per ruscellamento e attraverso un fosso secondario, le acque meteoriche gravanti sulla superficie. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di sfruttare il fossato esistente. 135 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Azioni compensative Dato il tipo di trasformazione prevista non si avranno nuove impermeabilizzazioni che comporterebbero variazioni dei coefficienti di deflusso. Si consiglia comunque un’operazione di espurgo/risezionamento del fossato secondario in modo tale da costituire ulteriore volume di invaso atto a migliorare la situazione idraulica locale. Pericolosità idraulica L’areale è compreso infatti nelle aree ad alta pericolosità per problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e PRG vigente. 136 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 12 ATO N: 02 All'interno dell' ATO n.2 si sottolineano criticità idrauliche di vari tipi. La maggior parte dall'ambito è caratterizzata da pericolosità moderata P1. L'ambito è prettamente agricolo; le criticità idrogeologiche da sottolineare sono aree ad allagamento storico dello scolo Storta nella porzione nord ed un'importante area caratterizzata da falda subaffiorante. Ogni intervento pianificato dovrà tenere conto delle criticità riscontrate e dovrà essere preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area di intervento e del percorso di scarico. Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure idrauliche di difesa dagli allagamenti. ÇÈÉÊËÌ ÝFÏ úáûÈÒÓ ÈØ ÓÉÉÑÒÒÓ Descrizione Area posta a nord del territorio comunale e in sinistra idraulica rispetto al Bacchiglione. Essa è caratterizzata da una quasi totalità di suolo ad uso agricolo e ha un estensione di 584 ettari e forma triangolare; confina a est con l’ATO 1, a sud con l’ATO 3, mentre a ovest e a nord confina rispettivamente con i comuni di Saccolongo e Rubano. 137 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dai seguenti scoli consortili Storta, Vegri, Riale, Rialetto, Molina e indirizzate verso il Bacchiglione. Scolo Storta. Lo scolo Storta scorre in direzione ovest-est nella parte settentrionale del territorio comunale. Entra nel comune di Selvazzano nell’estremo nord-ovest e scorre parallelamente a via Pelosa per circa 4,3 km fino ad immettersi nel canale Brentella presso la chiavica Storta. Prima dello sbocco viene sottopassato dallo scolo Lazzaretto ed ha con esso una possibilità di collegamento. Tale collegamento è dovuto al fatto che il canale Brentella non è sempre in grado di ricevere le acque per gravità, in quanto è soggetto al rigurgito del Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia troppo alto per poter ricevere lo Storta, questo va quindi a confluire nel Lazzaretto, che è invece soggetto a sollevamento meccanico. Scolo Vegri. Lo scolo Vegri nasce lungo via Vegri presso il confine comunale ovest (Case Mozzato) e scorre in direzione ovest-est tagliando trasversalmente il territorio comunale per circa 1,7 km. Dopo l’incrocio tra via Vegri e via V. Emanuele III scarica nello scolo Riale. Scolo Riale a Selvazzano. Nasce lungo via Vegri dall’unione dello scolo Vegri con lo scolo Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. Lo scolo percorre parallelamente via Vegri per circa 940 m ricevendo in sinistra lo scolo Rialetto. Dopo circa 1 km lo scolo entra nella zona urbana di Don Bosco, sottopassa via Don Bosco e dopo 1 km riceve in destra lo scolo Allacciante Riale – Bisatto. Dopo altri 250 m esce dal territorio comunale di Selvazzano Dentro ed in comune di Padova viene sollevato nel canale Brentella attraverso l’idrovora Brentelle. Scolo Rialetto. Scolo di circa 1,2 km che nasce lungo via Vittorio Emanuele III e dopo avere attraversato aree di tipo agricolo, sottopassa via Bressan scaricandosi nello scolo Riale all’altezza di via Vegri. Scolo Molina. Origina a Saccolongo come diramazione dello Scolo Piroche. Entrato a Selvazzano, dopo circa 100 m, origina la Diramazione Scolo Molina in sinistra; continuando verso est dopo circa 500 m di area agricola lo scolo arriva a costeggiare via Pralungo. Ritornato in ambito agricolo lo scolo scorre a sud di via Pralungo e dopo circa 1 km, sottopassata via Vittorio Emanuele III, si immette nella Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. 138 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Dati urbanistici Tabella 27. Dati urbanistici ATO n. 2 GH JKLMNL WXY 6 ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; < < klm n OPQRNRSPM Z[\]^_ `_ [_ab]^_c_d]e_fg\ \ [_dfgh\[i_fg\ `] jZ 9 ! " % ! " % ' 5 ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' '' 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 516 5 5 JKLM TLUUMKPV , , ,! , , ," ," , , , ,!! , , ! ,! , , % ,%" , , , , !, % I#$%&'(%)(()%* '(%&+&,- L’ambito territoriale è interessato nella sua estremità ovest dal sedime della nuova bretella (GRAP) prevista dal PRG. Dovrà quindi essere garantita la continuità idraulica degli scoli interessati dall’infrastruttura e dovranno essere realizzati invasi pari a 800 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata da nuova viabilità come prescritto dal Genio Civile di Padova. Dovranno essere dettagliatamente analizzati gli attraversamenti dello scolo Molina e scolo Vegri. 139 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 12.1 AREALE G05 Luogo Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta. Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 17221 mq. Essa è costituita da un'area boscata inserita in un contesto agricolo. A sud dell'areale è presente il polo veterinario. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 18.5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente occupato da un'area boscata. Trasformazione prevista Areale di riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie drenano naturalmente verso il sottosuolo o sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso sud. 140 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso sud in direzione dello scolo Riale a Selvazzano. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 28. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' @Ao %# %# # !! # %! $ ( ## 5 !! ( ## !!! $ * # " %" &' ! Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da PAI. 141 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 12.2 AREALE G06 Luogo Località Fogazzaro, estremità nord ovest dell’ATO 2. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta. Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 21913 mq è delimitato a ovest da via Fogazzaro, mentre confina a nord e sud con proprietà agricole e infine a est con una proprietà residenziale. Assetto del territorio Area pianeggiante situata alla quota di 17,4 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è occupata da un rivenditore di gas infiammabili ed è accessibile da via Fogazzaro. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Storta che dista circa 300 m. 142 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche della porzione più a nord è quella di convogliare i flussi verso un fosso secondario indirizzato verso un ramo dello scolo Storta. Sarà comunque necessario effettuare un opportuno risezionamento del fosso e una verifica o ripristino degli attraversamenti. Per quando riguarda la zona più a sud una possibile via di scarico è costituita dalla rete di fossati secondari che va a collettare le portate verso sud nello scolo Storta. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 29. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' @Ap %# %# # !! # %! $ ( ## 5 !! ( ## ! % $ * # " %" &' " ! Pericolosità idraulica L’area insiste su superfici allagate storicamente secondo il Consorzio di Bonifica Brenta. 143 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 12.3 AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA L'Ambito Territoriale Omogeneo 2 corrisponde ad una porzione del territorio comunale di valore ambientale e paesaggistico; all'interno di esso la presenza di edificazione è quasi trascurabile. Oltre agli areali di trasformazione appena descritti sono stati individuati in questo ATO alcuni areali di edificazione diffusa. In considerazione delle modeste entità delle superfici di intervento, dei bassi indici di impermeabilizzazione imposti per questo tipo di trasformazione e del contesto completamente permeabile in cui sono inseriti per essi si riporta solamente una tabella riepilogativa. Come si nota la maggior parte degli interventi ipotetici risulta asseverabile in termini di invarianza idraulica. Tabella 30:parametri di invarianza idraulica relativi all'edificazione diffusa . # # $ % qrs ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; < < ! " % ! " % tusu "" ! " ! % % !!!" ! ! ! % " %! % " " " ! % % / ,/ ,/0/1 2/ 3 ,/004 3) %# %# !! # # %! uvtu %!% !" % % " % " !% " "! ! ! % "%% " "" ! % " ( ## $ !! ( ## $ wx svy " " " " " " " " " " " " " " " " " z{|}~{| ! ! * * % ! " % !%% ! * # &' w " " " " " %" |}} ! * * * * ! * % ! * * !" !" 144 * ! " " "% åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13 ATO N: 03 Le perimetrazione delle aree con sofferenza idraulica nell'ATO n.3 evidenziate durante i rilievi propedeutici alla redazione del Piano delle Acque, le aree critiche secondo PRG e secondo PTCP sono coincidenti sul centro abitato di Tencarola. Da Piano delle acque sono evidenziate anche altre due criticità diffuse in ambito urbano e riguardano San Domenico e Selvazzano. Ogni intervento pianificato ricadente sulle criticità dovrà quindi essere preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area e del percorso di scarico. Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure idrauliche di difesa dagli allagamenti. Descrizione Area centrale del territorio comunale, e a cavallo del Fiume Bacchiglione avente un’estensione di 796 ettari. Essa è costituita principalmente dai due centri abitati di Tencarola e Selvazzano Dentro rispettivamente in sinistra e in destra idraulica rispetto al Bacchiglione. Confina a nord con l’ATO 2, a est con il comune di Padova, a sud con il comune di Abano Terme, a ovest con il comune di Saccolongo e in parte con l’ATO 3. 145 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli consortili Vegri, Molina, Riale a Selvazzano, Bisatto, Bolzan, Giacobba, Bolzanello. Scolo Vegri. Lo scolo Vegri nasce lungo via Vegri presso il confine comunale ovest (Case Mozzato) e scorre in direzione ovest-est tagliando trasversalmente il territorio comunale per circa 1,7 km. Dopo l’incrocio tra via Vegri e via V. Emanuele III scarica nello scolo Riale. Scolo Riale a Selvazzano. Nasce lungo via Vegri dall’unione dello scolo Vegri con lo scolo Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. Lo scolo percorre parallelamente via Vegri per circa 940 m ricevendo in sinistra lo scolo Rialetto. Dopo circa 1 km lo scolo entra nella zona urbana di Don Bosco, sottopassa via Don Bosco e dopo 1 km riceve in destra lo scolo Allacciante Riale – Bisatto. Dopo altri 250 m esce dal territorio comunale di Selvazzano Dentro ed in comune di Padova viene sollevato nel canale Brentella attraverso l’idrovora Brentelle. Scolo Molina. Origina a Saccolongo come diramazione dello Scolo Piroche. Entrato a Selvazzano, dopo circa 100 m, origina la Diramazione Scolo Molina in sinistra; continuando verso est dopo circa 500 m di area agricola lo scolo arriva a costeggiare via Pralungo. Ritornato in ambito agricolo lo scolo scorre a sud di via Pralungo e dopo circa 1 km, sottopassata via Vittorio Emanuele III, si immette nella Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. Scolo Bolzan. Lo scolo Bolzan drena la maggior parte del territorio a sud del fiume Bacchiglione. Nasce in Comune di Saccolongo in via Scapacchiò, nella zona del Municipio; dopo aver attraversato aree urbanizzate e la zona artigianale entra nel territorio del comune di Selvazzano Dentro e lo attraversa per circa 1,4 km. Dopo il sottopasso della S.P. 89 per altri 900 m definisce il confine comunale sud. Defluendo in direzione sud-est lo scolo Bolzan, attraversa gli scoli Menona, Rialto e il canale Vigenzone confluendo così nel fiume Bacchiglione. Scolo Giacobba. Lo scolo Giacobba ha origine presso la rotatoria tra la S.P. 89 (via Euganea) e la via Scapacchiò nello spigolo sud-est della parte sud del territorio comunale. Scorre, tombinato, da nord verso sud-ovest, per circa 900 m, attraversando l’abitato di San Domenico del quale costituisce il recapito principale dei deflussi della fognatura bianca, nonché recapito dei deflussi in uscita dall’impianto di 146 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica depurazione comunale. Ritorna in superficie nel territorio di Abano Terme fino alla confluenza con lo scolo Bolzan. Scolo Bisatto. Nasce in ambito urbano ad est di via Risorgimento e dopo circa 1850 m di area urbana in sinistra fa nascere lo scolo Allacciante Riale – Bisatto. Dopo aver percorso circa 750 m sempre in ambito urbano lo scolo confluisce nel canale Brentella attraverso un’idrovora. 147 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Dati urbanistici Tabella 31. Dati urbanistici ATO n. 3 º»¼ ½ ¥¦§ " % ! & 6 6 % 6 6 : : ! : " : #% #% #% #%! #%! #% #% # " # " # " ¡ ¥¨©ª«¬ ¬ ©®¯ª°®¬±°© ¨©®¬©°²¬ª«© ª ³´µ 516 516 516 516 5 5 5 5 ' 9 ' 5 9 ' 5 9 ' 5 9 ' 5 * ' ' * ' ' * ' ' * ' ' ) 6 9 6 9 ;* ;* 5 5 = = = ¢££¤ ¶·¸¹ , % , ,%% ,! , " , , , ", , % , , , ,!% ", ","% ,%% , , , ," ,! , , , , , I#$%&'(%)(()%* '(%&+&,- L’ambito territoriale è interessato dal sedime della nuova bretella (G.R.A.P.) prevista dal PRG e da altri minori collegamenti viari in previsione. Dovrà quindi essere garantita la continuità idraulica degli scoli intersecati dall’infrastruttura di futura realizzazione e dovranno essere realizzati invasi pari a 800 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata da nuova viabilità come prescritto dal Genio Civile di Padova. 148 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.1 AREALE A04 Luogo Zona a nord del centro abitato della località Tencarola, dell’ATO 3. nord est Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 137752 mq; sul totale della superficie vengono scomputati i 65000 mq della porzione est per i quali è previsto l'inserimento di impianti sportivi di interesse comune, che saranno analizzati a parte. Esso è delimitato a nord da una superficie adibita allo sfruttamento agricolo, a est e sud da Viale della Repubblica mentre ad ovest da Via Don Bosco. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato di fatto l’areale risulta essenzialmente sgombro da edifici e adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire dalle vie perimetrali che lo delimitano. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG e impianti sportivi. 149 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Rete idrografica L’areale risulta essere diviso in due parti dallo scolo consortile Riale a Selvazzano Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso la rete di fossati primari e secondari verso di esso. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso la rete di fossati esistenti. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 32. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 516 " ÂÃÄ %# %# !! # # %! $ " ( ## !" !! ( ## $ % # " %" &' ' Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02). La Provincia indica alta pericolosità della rete di bonifica principalmente nella parte di areale a sud dello scolo Riale mentre il PRG vigente inserisce l’area a nord dello stesso scolo tra le aree media a pericolosità per problemi rete di bonifica. Nell’area in trasformazione non si segnalano aree storicamente allagate e rischi di esondazione sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta. 150 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.2 AREALE A05 Luogo Zona ovest del centro abitato della località Tencarola, presso angolo nord est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha forma triangolare e ha un area complessiva di 9834 mq. Esso è delimitato a nord est da Viale della Repubblica mentre a sud ed ovest confina con fabbricati residenziale del centro abitato. Assetto del territorio Area pianeggiante situata alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da Viale della Repubblica o da via Carnaro. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Immediatamente oltre via della Repubblica è presente lo scolo Riale a Selvazzano, le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono 151 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica collettate attraverso un fosso secondario e un tratto di tubazione verso di esso. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario esistente parallelo a viale della Repubblica previo un suo opportuno risezionamento. Sarà necessario anche verificare la funzionalità del nodo di collegamento tra il fossato e il collettore Ø 140 cm che attraversa il viale e va a scaricare nello scolo Riale a Selvazzano. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 33. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 516 % ! ÂÃÅ %# %# # !! # %! $ % ! ( ## !" !! ( ## !! " $ * # " %" &' " ! Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02). L’area ricade tre le aree ad Alta pericolosità della rete di bonifica secondo la Provincia e il PRG vigente. Nell’area in trasformazione si segnalano aree storicamente allagate e rischi di esondazione sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta. 152 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.3 AREALE A06 Luogo Zona ovest del centro abitato della località Tencarola, presso angolo nord est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 12280 mq. Esso è delimitato a nord ed est da Viale della Repubblica, a sud e ovest da una fascia di abitazioni del centro abitato. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di 11 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da Viale della Repubblica o da via Forno. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG. Rete idrografica Il perimetro sud dell’areale è costituito dallo scolo consortile Bisatto. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano direttamente nel sottosuolo o confluiscono per ruscellamento allo scolo Bisatto. 153 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile mediante posa di tubazioni e potenziamento del fossato di guardia parallelo a Viale della Repubblica. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 34. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 516 % ÂÃÆ %# %# !! # # %! $ % ( ## !" !! ( ## "" $ * # " %" &' " " " Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02). L’area ricade tra le aree ad Alta pericolosità della rete di bonifica secondo la Provincia e il PRG vigente. Nell’area in trasformazione si segnala che solo l’estremità nord rientra nelle aree storicamente allagate sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta. 154 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.4 AREALE A07 Luogo Areale situato a sud del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona sud est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 18762 mq. Esso è delimitato a nord dall’areale G10, a est da un impianto di depurazione, a sud dal ramo di via Montegrappa che permette di accedere al depuratore, mentre ad ovest da via Montegrappa. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da via Montegrappa. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG. Rete idrografica A ovest dell’areale è presente lo scolo consortile Giacobba, che in questo tratto risulta intubato. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano direttamente nel sottosuolo o vengono intercettate da scoline e da un fosso secondario per poi disperdersi 155 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica nella rete verso lo scolo Bolzanello situato a sud est ad una distanza di 700 m. Smaltimento acque meteoriche Le soluzioni più logiche per il collettamento delle acque meteoriche sono quelle di convogliare i flussi verso lo scolo Giacobba e verso il fossato secondario sud, previo un espurgo dello stesso e un indagine dello stato del collettore che costituisce lo scolo Giacobba. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 35. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 516 % ÂÃÇ %# %# !! # # %! % $ ( ## !" !! ( ## %!! $ * # " %" &' " % Pericolosità idraulica L’areale ricade tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori secondo la Provincia di Padova. Nell’area in trasformazione non si segnalano aree storicamente allagate sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. 156 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.5 AREALE A08 Luogo Area ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona sud ovest dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un’area complessiva di 164240 mq. Esso è delimitato a nord e ad est dal centro abitato di Selvazzano, a sud da via Euganea, a ovest dalla viabilità in progetto G.R.A.P. Assetto del territorio Area pianeggiante a quote comprese tra i di 14 e i 15 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato di fatto l’areale risulta essenzialmente sgombro da edifici e adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da varie vie del centro abitato tra cui da via Schiavo. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presente scoli consortili. Lo scolo consortile più vicino risulta essere il Bolzan situato a sud del lotto a circa 100 m. 157 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano principalmente nel sottosuolo o vengono disperse dai primari e secondari verso lo scolo Bolzan. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche gravanti sull’areale é quella di convogliare i flussi verso la rete di fossati esistente o verso il collettore di diametro 120 cm che attraversa l’areale in direzione nord sud entrambe le soluzioni recapitano nello scolo Bolzan. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 36. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 516 ! ! ÂÃÈ %# %# # !! # %! $ !! ( ## !" !! ( ## ! " $ ' # " %" &' " Pericolosità idraulica L’areale ricade tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori secondo la Provincia di Padova. La fascia di areale nord ovest ricade tra le aree a media pericolosità idraulica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. 158 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.6 AREALE C01 Luogo Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 37513 mq. Esso è delimitato a nord da via Penghe, ad est con una stradina di accesso a a lotti privati abitativi mentre a sud con l'areale A04 e ad ovest con la SP13. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 12 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo ed è accessibile dalle via perimetrali. Trasformazione prevista Areale di espansione residenziale da PAT. Rete idrografica All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie finiscono per ruscellamento nei fossati secondari perimetrali. 159 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso i fossi primari paralleli a via Penghe. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 37. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 5 " ! ÉÃÊ %# %# # !! # %! $ ! % ( ## !" !! ( ## $ %% # " %" &' ' Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ricadere su area a media pericolosità per problemi di bonifica sottolineati dal PRG vigente. 160 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.7 AREALE C02 Luogo Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 66326 mq. Esso è delimitato a nord da via Vegri, ad est dalla SP13 mentre a sud e ovest dal superficie adibite allo sfruttamento agricolo. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile dalle via perimetrali. Trasformazione prevista Areale di espansione residenziale da PAT. Rete idrografica All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie drenano naturalmente verso il sottosuolo o sono collettate attraverso scoline e fossi secondari. 161 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fosso primario parallelo a via Vegri al fine di indirizzare la portata verso lo scolo Riale a Selvazzano. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 38. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 5 ÉÃË %# %# !! # # %! ! " $ ( ## !" !! ( ## % $ ' # " %" &' % Pericolosità idraulica L’areale non risulta ricadere in aree allagabili secondo le fonti disponibili. 162 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.8 AREALE C03 Luogo Zona immediatamente ad ovest del centro abitato di Tencarola, zona nord dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 36098 mq è delimitato a nord da via Vegri a est dalla strada provinciale 13 a sud e ad ovest da un’area agricola. Assetto del territorio Area pianeggiante a quota variabile tra i 13 e i 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato attuale l’area è completamente destinata allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PAT. Rete idrografica Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e scoline verso lo Scolo Riale a Selvazzano. 163 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso lo scolo Riale. E’ possibile sfruttare anche il fossato secondario presente a est previo sistemazione straordinaria del fosso. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 39. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 5 % ÉÃÌ %# %# !! # # %! $ % ( ## !" !! ( ## $ !! # " %" &' ' Pericolosità idraulica L’areale risulta essere ben drenato e non ricade tra le aree a pericolosità sulla base documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta e della Provincia di Padova. 164 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.9 AREALE C04 Luogo Zona sud ovest del centro abitato di Selvazzano, zona sud dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione. Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un’area di 21249 mq; è delimitato a ovest e a nord da fabbricati commerciali e residenziali affacciati via Euganea, a est da una fascia residenziale del centro di Selvazzano, a sud dall’areale H06. Assetto del territorio Area pianeggiante a quota variabile tra i 14 e i 15 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Allo stato attuale l’area è principalmente destinata allo sfruttamento agricolo ad eccezione di una porzione costituita da un piazzale a servizio di un attività. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano prevalentemente nel sottosuolo. 165 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fosso primario esistente a est dell’areale tramite l’escavazione di un nuovo fossato o posa di una tubazione opportunamente dimensionata. Tale fossato primario, per il quale è necessario un intervento di sistemazione/manutenzione, indirizza le portate verso lo scolo consortile Bolzan che scorre a sud dell’areale oltre la nuova viabilità G.R.A.P. in progetto. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 40. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ # # $ " # 5 ! ÉÃÄ %# %# !! # # %! $ ! ( ## !" !! ( ## % $ * # " %" &' " % Pericolosità idraulica L’area ricade tra le aree ad media pericolosità della rete di bonifica sulla base di documentazione della Provincia, del PRG vigente, e del Consorzio di Bonifica Brenta. La Provincia di Padova inserisce l’area anche tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare un tratto di fossato primario sul quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.05). Per questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tale tratto. 166 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.10 AREALE F01 Luogo Areale a nord ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona ovest dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 56086 mq. E’ delimitato a nord da via Fratelli De Gasperi, a est dal centro urbano di Selvazzano, a sud ed ovest da via Scapacchiò. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 15 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale risulta essere prevalentemente occupato dal sedime di un’attività industriale metalmeccanica. La porzione nord (10000 mq) è caratterizzata allo stato attuale da una superficie a verde. Trasformazione prevista Riconversione funzionale. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso tubazioni e disperse verso la rete stradale. E’ comunque presente un 167 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica collegamento tramite fossato primario con lo scolo Bolzan che risulta però in condizioni di sofferenza idraulica. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato primario presente al di là di via Scapacchio e parallelo a via Cimabue. Tale fossato, attraversata via Schiavo, disperde le portate ad altri due fossati primari che scaricano nello scolo Bolzan. E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e sistemazione straordinaria dei fossati interessati. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 41. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 ¾¿À¾ÁÀ " # ' # # $ " % ÍÃÊ %# %# !! # # %! ( ## $ " !! ( ## %"" $ * # " %" &' " Pericolosità idraulica L’area ricade tra quelle a media pericolosità della rete di bonifica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. La Provincia di Padova la inserisce tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare tratti di fossati primari sui quali sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.03). Per questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tali tratti. 168 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.11 AREALE G07 Luogo Areale situato a nord del centro abitato di Tencarola, zona nord dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha una superficie pari a 6807 mq. E’ inserito all’interno dell’estremità nord del centro abitato di Tencarola e confina a est con via Don Bosco. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo La superficie è occupata principalmente da fabbricati commerciali e residenziali. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Al di sotto del perimetro nord dell’areale è presente lo scolo consortile Riale a Selvazzano che in questo tratto risulta intubato. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso la rete stradale verso tale scolo. 169 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche a seguito della riqualificazione è quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 42. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 % @AÎ %# %# # !! # %! $ ( ## % !! ( ## ! $ # " %" &' * Pericolosità idraulica L’area non ricade tra quelle a pericolosità della rete di bonifica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta e della Provincia di Padova. 170 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.12 AREALE G08 Luogo Zona centrale del centro abitato di Tencarola comprendente il cimitero, a nord est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Brenta Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha una superficie di 33007 mq. E’ inserito all’interno del centro abitato di Tencarola e indicativamente confinato dalle via Pola , via Forno e via Buccari. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo La superficie è occupata principalmente dalle strutture cimiteriali. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Al di sotto del perimetro sud dell’areale è presente lo scolo consortile Bisatto che in questi tratto risulta intubato. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso la rete stradale verso tale scolo. 171 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche a seguito della riqualificazione è quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile tramite la posa di tubazioni opportunamente dimensionate. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 43. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' @AÏ %# %# !! # # %! $ ( ## !! ( ## $ * 5 # " %" &' " ! Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02). L’area ricade tra quelle ad Alta pericolosità della rete di bonifica secondo la Provincia e il PRG vigente. 172 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.13 AREALE G09 Luogo Areale situato a ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona ovest dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 19867 mq. E’ confinato a nord da una fascia residenziale affacciata a via Puccini, a est da via Mascagni, a sud da un terreno agricolo mentre a ovest da via Monte Santo. Assetto del territorio Area pianeggiante posta a quota variabile tra i 14 e i 15 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è caratterizzato allo stato attuale dalla presenza di fabbricati produttivi e residenziali, la maggior parte del lotto è comunque lasciata a prato. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso la rete 173 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica meteorica stradale e successivamente tramite una condotta del diametro di 120 cm verso lo Scolo Bolzan. Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso la tubazione di diametro 100 cm esistente lungo via Monte Santo. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 44. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 % @AÐ %# %# !! # # %! $ ( ## % !! ( ## " $ * # " %" &' " " Pericolosità idraulica L’areale risulta ricadere all’interno di un’area urbana sulla quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.01). La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. L’area ricade tra le aree a pericolosità idraulica media della rete di bonifica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. 174 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.14 AREALE G10 Luogo Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 320102 mq è delimitato a nord ed est da via Sant'Antonio, a sud dall’areale H05, a ovest via Montegrappa. Assetto del territorio Area pianeggiante a quota variabile tra i 12 e i 13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo Nella porzione nord dell'areale sono presenti le strutture dell'ex seminario mentre a sud esso risulta sgombro da fabbricati e dedicato allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Giacobba e Bolzanello molto vicini all’areale in trasformazione. 175 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato presente lungo via Sant’Antonio. Tale fossato scarica direttamente gli apporti meteorici nello scolo Bolzanello. E’ comunque necessario provvedere ad una sistemazione straordinaria del fosso. Una seconda possibilità di collettamento è quella di sfruttare il collettore in calcestruzzo presente lungo via Montegrappa (previo indagine di diametro e stato). Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 45. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2 <=><?> # # $ " # 9 ' 5 @BA %# %# # !! # %! $ ! " ( ## ! !! ( ## $ * # " %" &' " " " Pericolosità idraulica La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. Non si evidenziano allagamenti storici nell’areale. 176 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.15 AREALE H03 Luogo Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine orientale del comune, zona est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha superficie pari a 4762 mq. E’ confinato a nord da via Polveriera, a est dal confine amministrativo del comune, a sud da fondi privati residenziali, ad ovest da via Sant’Antonio. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale risulta essere parzialmente occupata da abitazioni private e quota parte destinata della superficie è destinata allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Ambiti preferenziali di forestazione. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sud mediante il fosso di guardia di via Sant’Antonio. 177 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato di guardia presente a lato di via Sant’Antonio e parallelo alla via stessa. Tale fossato, scorre in direzione nord-sud e dopo aver sottopassato la futura nuova viabilità del G.R.A.P. recapita le portate nello scolo Bolzanello che inizia proprio in corrispondenza del confine comunale. Azioni compensative Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun tipo di azione compensativa atta a garantire il principio dell’invarianza idraulica. Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici, di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie preferenziali di deflusso. Pericolosità idraulica La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. 178 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.16 AREALE H04 Luogo Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine orientale del comune, zona est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha superficie di 56316 mq. E’ delimitato a nord da fondi privati residenziali, a est dal confine amministrativo del comune, a sud dallo scolo Bolzanello (confine amministrativo) mentre ad ovest da via Sant’Antonio. Assetto del territorio Area pianeggiante situata ad una quota di circa 13-14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale risulta essere parzialmente occupato da abitazioni private e inoltre quota parte destinata della superficie è destinata allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Ambiti preferenziali di forestazione. 179 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sud mediante il fosso di guardia di via Sant’Antonio. Smaltimento acque meteoriche Le soluzioni per il collettamento delle acque meteoriche sono due: convogliare i flussi verso i fossati di guardia di via Sant’Antonio oppure verso il fosso privato parallelo al confine comunale. Tali fossati, scorrono in direzione nord-sud e dopo aver sottopassato la nuova viabilità del G.R.A.P. recapitano le portate nello scolo Bolzanello che inizia proprio in corrispondenza del confine comunale. Azioni compensative Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza idraulica. Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici, di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie preferenziali di deflusso. Pericolosità idraulica La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. 180 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.17 AREALE H05 Luogo Zona a sud-est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine sud-orientale del comune, zona est dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha una superficie di 55806 mq. E’ delimitato a nord, ovest e sud da fondi agricoli privati, ad est da fondi privati residenziali. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 12-13 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’intera superficie dell’areale è destinata allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Ambiti preferenziali di forestazione. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sudest mediante un fosso privato che scorre in prossimità del confine comunale. 181 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione per il collettamento delle acque meteoriche è quella di utilizzare il fosso privato che scorre in prossimità del confine comunale e che recapita le acque nello scolo Bolzanello. Azioni compensative Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza idraulica. Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici, di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie preferenziali di deflusso. Pericolosità idraulica La Provincia di Padova inserisce l’area tra le quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. 182 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 13.18 AREALE H06 Luogo Zona a sud del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine sud del comune, zona sud dell’ATO 3. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area di 38848 mq. E’ delimitato a nord dall’areale C04, ad est ed ovest da fondi agricoli privati, sud dalla nuova viabilità del G.R.A.P. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di circa 13-14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’intera superficie dell’areale è destinata allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Ambiti preferenziali di forestazione. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano prevalentemente nel sottosuolo. 183 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fosso primario esistente a est dell’areale tramite l’escavazione di un nuovo fossato o posa di una tubazione opportunamente dimensionata. Tale fossato primario, per il quale è necessario un intervento di sistemazione/manutenzione, indirizza le portate verso lo scolo consortile Bolzan che scorre a sud dell’areale oltre la nuova viabilità G.R.A.P. in progetto. Azioni compensative Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza idraulica. Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici, di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie preferenziali di deflusso. Pericolosità idraulica L’area ricade tra quelle a media pericolosità della rete di bonifica sulla base di documentazione della Provincia, del PRG vigente, e del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. La Provincia di Padova inserisce l’area anche tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare un tratto di fossato primario sul quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.05). Per questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tale tratto. 184 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 14 ATO N: 04 Le criticità che si riscontrano all'interno dell' ATO n.4 sono costituite da tratti di fossati a deflusso difficoltoso; l'ambito è caratterizzato da falda molto prossima al piano campagna. Ogni intervento pianificato dovrà essere preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area e del percorso di scarico. Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure idrauliche di difesa dagli allagamenti. Ñ Descrizione Area posta a sud ovest del territorio comunale e costituita dalla località Feriole, è caratterizzata da una prevalenza di suolo ad uso agricolo. Ha un’estensione di 245 ettari e forma allungata verso ovest; confina a sud con i comuni di Abano Terme e Teolo, a nord con il comune di Saccolongo, a est con l’ATO 3. L’ATO 04 sarà fisicamente divisa dal centro di Selvazzano dalla nuova viabilità in progetto prevista nel PRG, la quale sarà in parte in rilevato e in parte in trincea. Dovranno essere previsti attraversamenti per non creare una barriera idraulica. 185 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli consortili Bolzan e Poggese e indirizzate verso il Bacchiglione. Scolo Bolzan. Lo scolo Bolzan drena la maggior parte del territorio a sud del fiume Bacchiglione. Nasce in Comune di Saccolongo in via Scapacchiò, nella zona del Municipio; dopo aver attraversato aree urbanizzate e la zona artigianale entra nel territorio del comune di Selvazzano Dentro e lo attraversa per circa 1,4 km. Dopo il sottopasso della S.P. 89 per altri 900 m definisce il confine comunale sud. Defluendo in direzione sud-est lo scolo Bolzan, attraversa gli scoli Menona, Rialto e il canale Vigenzone confluendo così nel fiume Bacchiglione. Scolo Poggese. Lo scolo Poggese nasce ai confini fra Saccolongo e Selvazzano, attraversa da nord verso sud l’area sud del comune in prossimità del confine ovest per un breve tratto. In esso defluiscono le acque meteoriche superficiali dell’area prevalentemente agricola posta tra via Selve e lo scolo stesso e dell’area urbanizzata della località Feriole. Dopo aver percorso per circa 1,1 km lo Scolo Poggese esce dal Comune di Selvazzano. Dati urbanistici Tabella 46. Dati urbanistici ATO n. 4 ö÷ø ù ÒÓ ÔÕÖ×ØÖ áâã " 6 6 # ÙÚÛÜØÜÝÚ× áäåæçè éè åêëæìêèíìå äåêèéåìîèæçå éæ ïðñ 5 9 ' 5 9 ' 5 # * ÔÕÖ× ÞÖßß×ÕÚà òóôõ , ,%" ,%! , I#$%&'(%)(()%* '(%&+&,- L’ambito territoriale non è interessato da previsioni di miglioramento della viabilità esistente o realizzazione di nuovi tratti di infrastrutture di progetto. 186 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 14.1 AREALE A09 Luogo Località Feriole, lato nord di via Euganea. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un superficie di 72824 mq. E’ delimitato da via Montecchia, via Euganea, e da una fascia residenziale accessibile da via Forzatè. Assetto del territorio Area pianeggiante posta alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente destinato allo sfruttamento agricolo. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PRG. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Poggese che dista circa 500 m. 187 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche della porzione più meridionale è quella di convogliare i flussi verso il collettore in calcestruzzo Ø 100 cm attualmente esistente lungo via Euganea. Tale collettore scarica direttamente gli apporti meteorici nello scolo Poggese in comune di Teolo. Per quando riguarda la zona più settentrionale una possibile via di scarico è costituita dalla rete di fossati primari e secondari che va a collettare le portate verso nord nello scolo Bolzan. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 47. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2! <=><?> # # $ " # 516 % ! úAÐ %# %# !! # # %! $ % ! ( ## !" !! ( ## $ ' # " %" &' ! Pericolosità idraulica La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori. 188 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 14.2 AREALE C05 Luogo Località Feriole, a sud ovest di Selvazzano Dentro, zona centrale dell’ATO 4. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha superficie di 30640 mq. E’ delimitato ad ovest e a nord dal Golf Club, a est da un complesso residenziale, a sud da via Selve. Assetto del territorio Area pianeggiante situata ad una quota di 15 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è caratterizzato esclusivamente dalla presenza di una superficie incolta. Trasformazione prevista Espansione residenziale da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili . Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si prevalentemente nel sottosuolo. 189 infiltrano åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche A seguito di una futura trasformazione la soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario presente lungo via Selve che va poi ad attraversare la via stessa per portare i contributi verso sud nello Scolo Poggese. E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e sistemazione straordinaria dei fossati interessati. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.07). Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 48. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2! <=><?> # # $ " # 5 ! ûAo %# %# !! # # %! $ ( ## !" !! ( ## $ ' # " %" &' % Pericolosità idraulica L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.07). L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori sulla base di documentazione della Provincia di Padova. 190 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 14.3 AREALE G11 Luogo Località Feriole, a sud ovest di Selvazzano Dentro, zona centrale dell’ATO 4. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha una superficie di 8513 m e risulta inglobato nelle strutture del Golf Club. Assetto del territorio Area pianeggiante posta a quota di 16 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è principalmente costituito dal sedime di un fabbricato legato all’attività sportiva del club. Trasformazione prevista Riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso la rete stradale. 191 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche A seguito di una futura trasformazione la soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso la rete stradale presente lungo via Montecchia che va poi a disperdere le portata nel fossato primario a nord della collina. E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e sistemazione straordinaria dei fossati interessati ed eventuale potenziamento della tubazioni stradali. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.06). Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 49. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2! <=><?> # # $ " # 9 ' 5 %" @BB %# %# !! # # %! $ ( ## %" !! ( ## ""! $ # " %" &' * Pericolosità idraulica L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.06). L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori sulla base di documentazione della Provincia di Padova. 192 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 14.4 AREALE G12 Luogo Zona ovest della località Feriole, zona centrale dell’ATO 4. Competenza Consorzio di Bonifica Bacchiglione Descrizione del territorio L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 28378 mq. Esso è delimitato a nord da via Selve mentre ad est, sud ed ovest con aree adibite allo sfruttamento agricolo. Assetto del territorio Area pianeggiante alla quota media di 14.5 m.s.m.m. (da CTR). Uso del suolo L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è accessibile da via Selve. Trasformazione prevista Areale di riqualificazione e riconversione da PAT. Rete idrografica Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso scoline e fossi secondari verso la rete di fossati locale. 193 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Smaltimento acque meteoriche La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario parallelo a via Selve. Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica Tabella 50. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica )2! <=><?> # # $ " # 9 ' 5 % % @BC %# %# # !! # %! $ ( ## % % !! ( ## " $ * # " %" &' !" Pericolosità idraulica L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.07). L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori sulla base di documentazione della Provincia di Padova. 194 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica 15 SERVIZI DI INTERESSE COMUNE DI MAGGIORE RILEVANZA IN PROGETTO In sede di PAT si individuano alcuni servizi di interesse comune in progetto distribuiti sul territorio. Alcuni di essi ricadono all'interno degli areali di trasformazione già decritti e quindi sono implicitamente considerati e analizzati dal punto di vista idraulico. I coefficienti di impermeabilizzazione di progetto ipotizzati per i singoli areali tengono infatti conto dell'eventuale presenza di un servizio previsto. I servizi ricadenti all'esterno degli areali sono invece stati analizzati a parte e di seguito si riportano le principali caratteristiche e i parametri idraulici fondamentali. Servizio S02: ampliamento scuola materna esistente immediatamente a nord dell'areale A09 in località Feriole. Servizio S81: orto urbano previsto a sud ovest dell'areale A08 nel capoluogo di Selvazzano. Servizio S83.1 e Servizio S83.1: sono rispettivamente i due giardini pubblici di quartiere individuati ad ovest e a sud dell'areale C02 nella frazione di Tencarola; le due impermeabilizzazioni di progetto sono trascurabili e portano all'asseverazione dei due interventi. Servizio S84.1: impianti sportivi di progetto all'interno dell'areale A04 nella frazione di Tencarola. Data la loro entità sono stati scorporati dall'areale A04 e analizzati a parte. Servizio S84.2: impianti sportivi previsti a sud est dell'areale A08 a Selvazzano Dentro. Servizio S86.1 e Servizio S86.2: parchi urbani previsti a sud ovest dell'areale A08 a Selvazzano Dentro. Servizio S86.3 e Servizio S86.4: parchi urbani previsti ad est degli areali H01 ed H02 nella frazione di Caselle. Servizio S95.1: area a parcheggio ipotizzata a est del capoluogo nei pressi del confine comunale. 195 åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì Valutazione di compatibilità idraulica Servizio S95.2: area a parcheggio ipotizzata ad ovest dell'areale H06 a Selvazzano. Servizio S95.3: area a parcheggio ipotizzata a sud dell'areale A08 a Selvazzano. Tabella 51: parametri di invarianza idraulica relativi ai servizi di maggiore rilevanza %" # %# &' $ ( ## ( ## " # # %! # # %# !! $ " # % !! 1 843 ,/ 8 --/ . ./ 7 32 $ .7/2/ ,/ /3 . üýþ ÿ# ýýý þ ýý ý þ ý * #% #% #%! " " 9 #% #%! * " 9 * " * ! " ! " " " #% " " #% " " #% " " #% ! " " # " = " " # " = " " # " = " " 196 ' " * % " * * * * * * * " % " % Valutazione di compatibilità idraulica 16 INTERVENTI IDRAULICI DI RILEVANZA COMUNALE Oltre agli interventi di mitigazione idraulica direttamente legati agli incrementi di impermeabilizzazione associati alle trasformazioni di territorio prevista dal PAT sono individuabili alcuni interventi ipotizzabili per la risoluzione di problematiche idrauliche su media scala. In sede di PAT si individuano 5 zone nelle quali potrebbero essere inserite altrettante aree di laminazione: tre di esse specifiche per la laminazione delle portate in eccesso collettate dagli scoli consortili e due dedicate alla dispersione delle portate generabili sui contesti urbani caratterizzati da coefficienti di deflusso molto elevati. Area di laminazione A Essa è localizzabile all'estremità nord ovest del territorio comunale lungo lo scolo Storta; porterebbe benefici al centro urbano di Caselle e garantirebbe un funzionamento ottimale ad un eventuale impianto idrovoro collettante le portate verso lo il canale Brentelle. Area di laminazione B Essa è localizzabile a nord del centro abitato di Tencarola su un'area di circa 6 ettari; il volume di invaso realizzabile fungerebbe da sfogo in parte per le portate massime dello scolo Riale a Selvazzano e in parte, mediante opportuni collettamenti, ai deflussi generabili sui contesti urbani limitrofi. Area di laminazione C Essa è localizzabile nei pressi dello scarico dello scolo Molina nel Bacchiglione; sarebbe indispensabile per un potenziamento del nodo idraulico scolo Vegri-scolo Molina garantendo di riflesso un generale miglioramente della rete consortile locale. Area di laminazione D Essa è localizzabile a sud-ovest del centro abitato di Selvazzano su un'area di circa 4 ettari; l'inserimento di un volume di espansione in questa posizione garantisce una dispersione dei picchi di portata che si generano nel contesto urbano che danno luogo alle attuali situazioni di sofferenza idraulica. 197 Valutazione di compatibilità idraulica Area di laminazione E Associata ad un eventuale impianto idrovoro è possibile ipotizzare un'area di laminazione ubicata immediatamente fuori del territorio comunale in Comune di Padova nei pressi dello sbocco dello scolo Lazzaretto nel canale Brentelle; la sua pianificazione dovrà quindi avere un approccio intercomunale. Gli effetti sarebbero una notevole riduzione della criticità idraulica che insiste sull'area industriale di Caselle. 198 Valutazione di compatibilità idraulica 17 CONCLUSIONI Diversamente dalle aree di campagna, in un’area urbanizzata, la coesistenza di alti coefficienti di afflusso e bassi tempi di corrivazione comporta, all’incedere delle precipitazioni, la generazione di grandi quantità di acqua da smaltire tramite la rete di drenaggio (rete fognaria bianca o mista, canali della rete di bonifica) e di conseguenza aumenta la probabilità allagamento. Il presente studio ha permesso di individuare l’ammontare dei volumi di invaso necessari a rendere idraulicamente compatibili al territorio le trasformazioni previste da PAT. Nelle seguenti tabelle, per ciascun ATO, sono riassunte le caratteristiche principali delle trasformazioni previste. L'ultima colonna riporta il volume di invaso da assicurare all’areale a seguito della trasformazione prevista. ATO 1 n !" massima superficie massima volume di invaso superficie trasformabile impermeabilizz. di [mc] impermeabile di potenziale [mq] progetto progetto [mq] areale superficie areale [mq] A01 24641 24641 45% 11089 1054 A02 46644 46644 45% 20990 1995 A03 20306 19179 45% 8631 820 B01 137050 136455 70% 95519 9080 B02 8533 8533 70% 5973 568 B03 11581 11581 70% 8107 771 B04 20175 19211 70% 13448 1069 D01 37197 36985 70% 25889 2461 E01 13539 13539 70% 9477 901 G01 5153 5153 30% 1546 147 G02 25468 25468 70% 17827 1695 G03 17112 17112 20% 3422 272 G04 23095 23095 40% 9238 734 H01 24602 24602 0% 0 asseverazione H02 7184 7184 0% 0 asseverazione S86.3 10000 10000 25% 2500 238 S86.4 10000 10000 25% 2500 238 L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 7 3ovranno compensate da un totale di 22041 mc di invaso. 199 essere Valutazione di compatibilità idraulica ATO 2 n !" massima superficie massima volume di invaso superficie trasformabile impermeabiliz. di [mc] impermeabile di potenziale [mq] progetto progetto [mq] areale superficie areale [mq] G05 17222 17222 20% 3444 G06 21913 21913 20% 4383 417 I01 4313 3943 5% 197 asseverazione I02 2626 2626 5% 131 asseverazione I03 9729 8489 5% 424 40 I04 5573 4578 5% 229 22 I05 4953 3983 5% 199 asseverazione I06 7604 5670 5% 283 23 I07 1208 820 5% 41 asseverazione I08 6118 5048 5% 252 20 I09 4445 3620 5% 181 asseverazione I10 11022 9759 5% 488 39 I11 6439 5474 5% 274 22 I12 4746 4011 5% 201 16 I13 3186 2823 5% 141 asseverazione I14 1750 1588 5% 79 asseverazione I15 8469 6519 5% 326 26 I16 1173 552 5% 28 asseverazione I17 6875 6074 5% 304 24 I18 2635 1839 5% 92 asseverazione 274 L01 2056 2056 10% 206 20 L02 46838 45073 10% 4507 358 N*. $(($.3* /&$0-(%$ 8&'.3- %&'()*&+',-*.- '112-.%$rno dell’ATO 2, l’entità del volume di compenso risulta essere minima; dovranno essere recuperati 1299 mc. 200 Valutazione di compatibilità idraulica ATO 3 n !" massima massima superficie volume di invaso superficie trasformabile impermeabiliz. di [mc] impermeabile di progetto potenziale [mq] progetto [mq] areale superficie areale [mq] A04 72752 72752 45% 32738 A05 9834 9834 45% 4425 421 A06 12280 12280 45% 5526 525 2602 A07 18762 18762 45% 8443 803 A08 164240 163144 45% 73415 6979 C01 37514 36418 45% 16388 1302 C02 66327 64257 45% 28916 2298 C03 36098 36098 45% 16244 1291 C04 21249 19479 45% 8766 833 F01 56086 7710 50% 3855 366 G07 6807 6807 30% 2042 162 G08 33007 33007 30% 9902 941 G09 19867 19867 30% 5960 567 G10 320102 304152 40% 121661 11565 H03 4762 4762 0% 0 asseverazione H04 56316 56316 0% 0 asseverazione H05 55806 55806 0% 0 asseverazione H06 38848 38848 0% 0 asseverazione S81 11000 11000 20% 2200 175 S83.1 2000 2000 5% 100 asseverazione S83.2 2000 2000 5% 100 asseverazione S84.1 65000 65000 50% 32500 3089 S84.2 4000 4000 50% 2000 159 S86.1 10000 10000 25% 2500 199 S86.2 10000 10000 25% 2500 199 S95.1 3000 3000 50% 1500 119 S95.2 3000 3000 50% 1500 119 S95.3 3000 3000 50% 1500 119 L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 9 3ovranno compensate da un totale di 34833 mc di invaso. 201 essere Valutazione di compatibilità idraulica ATO 4 :;<= areale superficie areale [mq] A09 C05 G11 G12 S02 72824 30640 8513 28378 3000 massima massima superficie superficie volume di invaso trasformabile impermeabiliz. di impermeabile di [mc] progetto potenziale [mq] progetto [mq] 72824 30390 8513 28378 2500 45% 45% 30% 20% 50% 32771 13676 2554 5676 1250 2604 1087 203 451 99 L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 > 3ovranno essere compensate da un totale di 4445 mc di invaso. Qualora dovessero essere realizzate completamente le trasformazioni potenziali previste dal PAT dovranno quindi essere creati invasi per un totale di 62618 mc. Il recupero di tali volumi sarà realizzabile mediante i sistemi di seguito descritti così come riportato all’interno delle “Linee guida per gli interventi di prevenzione dagli allagamenti e mitigazione degli effetti” redatte nel corso dello studio del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 Settembre che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto. 202 Valutazione di compatibilità idraulica 17.1 TIPOLOGIA DI MITIGAZIONE Posto che, ad oggi, è impossibile intervenire sulla causa, ovvero sulla precipitazione, si deve intervenire al fine di modificare al suolo il modo in cui tale volume viene trattato. Le strategie percorribili, anche contemporaneamente, sono essenzialmente tre: 1. riduzione del volume immesso in rete con invasi di accumulo e riutilizzo locali; 2. riduzione del volume defluito a mezzo di dispersioni (riduzione del coefficiente di afflusso); 3. riduzione della portata massima in rete mediante sfasamento temporale degli apporti. La prima strategia è certamente la più interessante e moderna. L’idea è quella di captare e conservare volumi di precipitazione di buona qualità. Un esempio è la diversione delle grondaie in cisterne di raccolta per acqua d’irrigazione. I volumi accumulati vengono dunque sottratti sia alla rete di drenaggio (fognatura bianca, canali di bonifica) che al trattamento finale (qualora convogliati a fognature miste). Alla seconda strategia appartengono tutti gli accorgimenti finalizzati a disperdere quota parte del volume della precipitazione in flussi profondi, essenzialmente verso la falda freatica, o per evapotraspirazione. Quota parte della precipitazione infatti non raggiunge mai la rete di drenaggio, ma viene dispersa tramite: 1. infiltrazione alla falda freatica (terreno); 2. evaporazione (dalle superfici); 3. evapotraspirazione (dalla vegetazione che assorbe l’acqua dal terreno e la restituisce, in gran parte, all’atmosfera). La terza strategia, percorribile per la mitigazione delle piene, consiste nell’introduzione di uno sfasamento temporale (ritardo) nel rilascio della portata dalle aree afferenti di bacino. Si creano dunque degli invasi locali (aree allagabili, vasche di accumulo, condotte sovradimensionate) che captano rapidamente i flussi provenienti dalle aree afferenti e che, a mezzo di semplici opere di controllo, restituiscono lentamente il volume invasato verso la rete. Si ottiene dunque un effetto di laminazione che non riduce il volume che alla fine dell’evento sarà transitato alla sezione di chiusura, ma che ”taglia” il culmine della piena. 203 Valutazione di compatibilità idraulica Tale soluzione è quella che dà maggiori garanzie nell’ottica dell’incremento della sicurezza idraulica, ma rappresenta una scelta secondaria rispetto alle precedenti in termini ambientali in quanto non prevede il risparmio idrico e, nel caso di reti miste, può convogliare al trattamento acque piovane. 17.1.1 RIDUZIONE DEL VOLUME PROPAGATO CON ACCUMULO E RIUTILIZZO LOCALI Una corretta gestione delle acque meteoriche è certamente alla base di un buon funzionamento del sistema fognario. La separazione del liquido in base all’area di captazione è equivalente (almeno in prima analisi) alla differenziazione delle acque in base alla qualità. In tutta generalità riconosciamo: 1. Acque di dilavamento dei tetti e superfici di copertura (non calpestabili); 2. Acque provenienti da superfici verdi o calpestabili, ma non carrabili; 3. Acque di dilavamento di strade e parcheggi, Le acque di dilavamento dei tetti e le superfici di copertura sono interamente accumulabili e riutilizzabili per usi domestici secondari quali per usi non potabili in casa (p.e. wc) e per irrigazione separandole dal sistema fognario. Poiché, quando piove, è necessario che i volumi di accumulo siano disponibili, il successivo utilizzo delle acque di pioggia è vincolato a questo aspetto. Si dovrà pertanto prevedere un volume di stoccaggio dedicato al riutilizzo ed un volume di stoccaggio dedicato alla diminuzione del rischio idraulico (la pioggia accumulata in quest’ultimo sarà recapitata nel sistema di drenaggio subito dopo l’evento in modo da rendere riutilizzabile il volume per un evento successivo). F? @@ A BBC BCC C DCECe 204 Valutazione di compatibilità idraulica 17.1.2 DISPERSIONE NEL SOTTOSUOLO Nelle aree di pianura fortemente urbanizzate, assume un ruolo fondamentale, per la sicurezza idraulica del territorio, la massimizzazione della capacità filtrante del territorio al fine di diminuire la quantità di precipitazione che raggiunge la rete di drenaggio artificiale ed i corpi idrici superficiali. Si tratta di sottrarre completamente parte dell’acqua di pioggia che sarebbe recapitata alle strutture di raccolta, facendola infiltrare nel terreno. Questo significa diminuire i coefficienti di afflusso. Tale tecnica risulta di facile attuazione dove i terreni sono naturalmente sufficientemente permeabili. Nel caso di buona capacità drenante dei terreni l’uso delle pavimentazioni di tipo drenante risulta particolarmente efficace. L’utilizzo di pavimentazioni drenanti consente una riduzione consistente delle aree impermeabilizzate con conseguente riduzione del coefficiente di afflusso. Il processo inoltre ha anche il vantaggio di alimentare le falde sotterranee. Esistono a tale proposito dei dispositivi artificiali (sistemi modulari geocellulari) che, in virtù della loro grande capacità di detenzione, possono essere utilizzati, in terreni non propriamente permeabili, per creare nel sottosuolo strutture in grado di trattenere importanti volumi d’acqua e rilasciarli lentamente nel terreno sottostante. I dispositivi noti come tetti verdi evidenziano infine come esistano anche delle tecniche per la trasformazione di aree impermeabili in aree semipermeabile. 205 Valutazione di compatibilità idraulica G? @@ A H? DII A@DA 206 Valutazione di compatibilità idraulica JK? DE CC A 17.1.3 VOLUMI DI INVASO PER LA DETENZIONE TEMPORANEA DELLE ACQUE Si tratta di dispositivi che consentono di trattenere temporaneamente importanti volumi d’acqua in modo che non defluiscano subito nella rete di drenaggio, e che vengono quindi rilasciati lentamente in tempi successivi al culmine dell’evento pluviometrico. Nel dettaglio tali volumi di invaso possono essere realizzati mediante: 1. aree verdi sommergibili o bacini di detenzione; 2. fossi e vassoi; 3. vasche interrate; 4. maggiorazione della rete di drenaggio. Spesso la soluzione ottimale in termini costi benefici è una combinazione di quelle sopra indicate. Negli schemi di rete, tali volumi, possono essere connessi alle reti di drenaggio, ed ai recapiti finali, in serie od in parallelo. 207 Valutazione di compatibilità idraulica Le aree verdi sommergibili In un numero sempre più significativo di casi, la realizzazione dei volumi di laminazione avviene individuando aree verdi appositamente introdotte nella nuova configurazione territoriale oppure sfruttando quelle già esistenti o la cui presenza dovrebbe comunque essere garantita per il rispetto degli standard urbanistici. E’ di tutta evidenza che ricavare i volumi necessari nel modo poc’anzi indicato consente di contenere i costi; molto spesso infatti è sufficiente abbassare le aree a verde di 80 – 100 cm per ottenere risultati di tutto rispetto. La parzializzazione dell’area a volte può essere opportuna per garantire la migliore fruibilità del sito, in particolare se la superficie disponibile non è molto estesa ma lo sono i volumi richiesti; si possono prevedere quote diverse del fondo e/o arginelli o setti di contenimento. JM? DB CCC 208 Valutazione di compatibilità idraulica Invasi in fossi e vassoi Una variante della tipologia di cui al paragrafo precedente è la realizzazione di volumi di invaso in aree verdi ma sagomate a forma di fossati a sezione trapezoidale o golenale. I vassoi propriamente detti sono formati da zone lineari depresse laterali a zone impermeabile dalle quali ruscella l’acqua che viene immagazzinata. Tali soluzioni si sposano bene a compensazione dell’incremento di urbanizzazione dovuto alla nuova viabilità. A fianco all’infrastruttura viaria può essere infatti realizzato un fossato al quale possono essere collegate le aree interne alle rotonde opportunamente ridisegnate che diversamente hanno scarsa funzionalità. I fossi di guardia possono avere inoltre un importante ruolo per la rete idrografica esistente, in quanto possono fungere da equilibratori mettendo in comunicazione diversi collettori. JO? E@@ A E@ 209 Valutazione di compatibilità idraulica Vasche artificiali Appartengono a questa categoria tutti gli invasi, a cielo aperto o meno, realizzati con sistemi di impermeabilizzazione del fondo o con elementi artificiali di contenimento. Per garantire una relativa costanza della portata allo scarico si deve cercar di ottenere un tirante quanto più costante nel tempo, qualora si utilizzino semplici sistemi d’efflusso basati su bocche a battente. Proprio per questo motivo, oltre che per consentire un utilizzo più razionale dei volumi disponibili e nel contempo assicurare un adeguato grado di pulizia, si ricorre sempre più spesso alle cosiddette vasche volano multicamera. Nella pratica progettuale si è consolidato come valore di riferimento quello di 400-500 mc, al di sotto del quale è conveniente l’uso di una vasca monocamera ma al di sopra del quale è certamente più funzionale l’utilizzo di più comparti idraulicamente connessi. J? E@B A E@ Sovradimensionamento delle reti di drenaggio Questa soluzione è la più utilizzata per superfici di ridotte dimensioni (1-2 ettari) come nel caso di piccole lottizzazioni. Essa permette di realizzare dei volumi d’invaso in linea spesso sufficienti per la laminazione delle portate in eccesso, ed è comunque abbinabile ad altre soluzioni tra quelle prospettate, diminuendone la volumetria richiesta. Si tratta sostanzialmente di scegliere delle condotte e dei pozzetti di dimensioni maggiori rispetto a quelle che garantirebbero comunque il corretto deflusso delle portate così come ottenibili dagli usuali calcoli delle reti fognarie. 210 Valutazione di compatibilità idraulica I vantaggi sono sostanzialmente connessi alla possibilità di utilizzare sedimi che già in un qualche modo sono interessati dall’esistenza della rete fognaria. Molto spesso è sufficiente aumentare la sezione dei tubi ed allungare il percorso della rete, all’interno del comparto interessato, per ottenere risultati più che accettabili, soprattutto se abbinati poi ad un volume d’invaso prima dello scarico. Difese localizzate Oltre ai dispositivi precedentemente illustrati, che contrastano attivamente il formarsi stesso di aree a sofferenza idraulica, in particolari situazioni, di accentuata vulnerabilità, è auspicabile anche l’utilizzo di difese cosiddette passive localizzate nei punti da proteggere. Queste difese passive possono essere categorizzate nelle seguenti tipologie: sacchi; elementi gonfiabili; paratoie localizzate; dispositivi contro l’intrusione dell’acqua in ambienti sotterranei o seminterrati. 211