www.viverealtrevite.it Jari Lanzoni Il Cruento Antefatto. II° Edizione. “Cedano le Parole alle Armi!” SPEAKER. CAPITANO DI BOLOGNA. FRATE DI MEDICINA. PRIMO CAVALIERE. SERGENTE. CAPI GRUPPO. VIAGGIATORE. Sergio De Battisti Daniele Casadio Jari Lanzoni Francesco Landi Omar Perrotta Francesca Benni + Luca Guidi Gregorio Rossi NARRATORE. Salute a voi, popolo libero, che qui riunito assiste ad un nuovo episodio delle medicinesi gesta in quel tempo cupo e selvaggio chiamato medio evo, dove uomini rapaci amavano più la spada che la giustizia e dove la forza schiacciava ogni diritto. Correvano tempi malvagi ed allora possa il Signore concedermi la grazia di essere testimone trasparente degli accadimenti che ebbero luogo nelle terre di Medicina nella primavera dell’anno del Signore 1155, anno in cui l’Imperatore Federico Barbarossa scese in Italia. A lui si era appellato il Castello di Medicina, da sempre oggetto della bramosìa della potente città di Bologna, affinchè potesse ottenere la sua propria libertà. Soltanto quattro anni prima proprio il Castello e molte case erano state distrutte dall’esercito di Bologna, l’apice di un secolare accanimento verso queste terre. Accampati ai margini dei possedimenti Medicinesi, un gruppo di militari bolognesi è di scorta al Capitano incaricato del Dazio, ma il Barbarossa ha voluto graziare EVENTO. I Bolognesi sono accampati. Lance e scudi fanno un piccolo muro in direzione di medicina. Due coppie di Soldati si esercitano tra di loro con Lancia e Scudo, un Sergente (Omar) li corregge nei colpi. Altri bolognesi seduti si passano un paio di fiaschi di vino, alcuni fingono di giocare a dadi, altri fanno la guardia. Gli arcieri, più in disparte, si allenano tendendo gli archi verso bersagli lontani, Mastro Giorgio li corregge. Il Viaggiatore è dietro il Salice. EVENTO. Il Capitano e un paio di armati bolognesi escono dal pubblico e stanno a metà tra le collinette e gli altri bolognesi, commentano le bisacce vuote che portano i Medesani e le tasse sono state poche. Ma con gesti spazientiti. Non sta fermo con gli il Capitano ben sa che non può tornare altri, ma cammina lateralmente. all’avida Bologna a mani vuote. Ignaro del pericolo un giovane viaggiatore incappa nel drappello di armati. Tutto ciò che vuole è raggiungere il paese ma la sua bisaccia tintinnante è un richiamo troppo forte per la soldataglia prepotente e quando egli fa resistenza i dazieri non esitano un solo istante a passare dalle minacce alle lame. EVENTO. Il Viaggiatore esce da dietro il laghetto e incappa nel drappello, il Sergente e il Capitano lo indicano commentando e due soldati lo fermano con le lance, i Campioni lo circondano. Lui fa resistenza e 2 Campioni sfoderano le spade e lo uccidono mentre il Capitano scende. Il Sergente prede la bisaccia. CAPITANO. Tutto qui? Cos’è questo schifo?! Possibile che da questo lercio EVENTO. Il Capitano afferra la bisaccia, la paese non riuscite a spremere altro?! scuote e getta a terra (attende un minuto poi si rivolge ai soldati) Sono stanco di star qui a marcire! (al EVENTO. Tutti annuiscono e i soldati di sergente) Sergente, ordinate agli uomini di malavoglia trascinando lentamente il raccogliersi. (ai quattro soldati) Voi gettate cadavere. Risate gagliarde. nel laghetto questo poveraccio. A noi le sue monete, ai pesci la sua carne, mi pare giusto. Ma guardate là chi si avvicina… (tutti i soldati guardano verso i popolani) Lasciate a terra il corpo, potrebbe ancora esserci utile... EVENTO. I popolani entrano in area pasi, il frate guida il gruppo in una sorta di processione, c’è chi danza e chi canta, chi porta da bere, chi prega... Sono tutti popolani seguiti da un gruppo della Guardia Comunale NARRATORE. Tutt’altro clima si respira tra di Medicina. il popolo. E’ tempo di festa in quel di Medicina, nell’anno del signore 1155. Il EVENTO. Il Capitano e i Campioni raccolto non è stato portato via dai raggiungono i popolani, il Sergente e 4 soldati bolognesi, le botti sono piene, i granai restano vicino al corpo del morto, pronti a pure e quindi l’inverno vicino non fa paura. portarlo via. E’ Festa a Medicina! E’ Festa a Medicina! Si loda il buon Dio, l’aspra dolcezza del vino, il sapore della carne e le morbide cosce delle dame! CAPITANO. Buon giorno a voi, brava gente. La giornata è trista ma qui ci si satolla, ci si sollazza, eh? FRATE. Giorni tristi? Non certo a Medicina. Sorella pioggia è stata avara, ma madre terra ha ricompensato il sudore della fronte e la fatica della nostra schiena. I NOSTRI GRANAI SONO PIENI! (si volta) VIVA, FRATELLI MIEI! (rispondono) MEDICINA VIVA! (RISPONDONO I POPOLANI) VIVA! CAPITANO.(carezzandosi il mento) Vedo vedo..(cambia tono, è duro e indica frate o popolani) Ma nella vostra spensieratezza, frate, badate più al ventre che all’anima. Qui si beve e si danza e non si pensa al crimine che macchia queste terre. FRATE. Di cianciando...? quale crimine andate CAPITANO. Oh lo saprete presto (si volta EVENTO. I Soldati portano il cadavere del verso la tenda). Portate qui il corpo! mercante e lo lasciano a terra. FRATE. noster…! (cedendo il corpo) Ah, Pater I Popolani sono spaventati, portano le mani alla bocca, alcuni si voltano dall’altra parte o si coprono gli occhi, un paio di (Prima di parlare aspetta che il corpo sia Guardie Comunali lasciamo scudo e lancia vicino al frate, mentre parla il Frate si china e si avvicinano. sul corpo e lo ispeziona) Abbiamo trovato questo povero giovane privo di vita, gli manca la bisaccia del denaro, e’ chiaro che siamo davanti ad un crimine! (sorride maligno e si rivolge ai popolani) Alcuni Popolani si allontanano di qualche Occorre una bella ispezione, eh sì… è passo, alcune si stringono tutte insieme. chiaro che nelle tasche di qualcuno tintinnano troppi soldi, faremo degli interrogatori… e qualche confisca... FRATE. (Si alza) Capitano non cercate di ingannarci. Il ragazzo ha due ferite di spada alla schiena e una al petto. (Si interrompe e fa il segno della croce sul corpo) Di spada, ripeto. E’ arme da militare, non da guardia comunale. Ecco vedete le nostre guardie? non hanno che lancia e Le Guardie comunali alzano le lance scudo. CAPITANO. (si tocca la barba) Allora forse sarà stato un contadino... FRATE. Forche, vanghe o coltelli non possono infliggere tagli così larghi e profondi. Un crimine c’è stato, certo. ma solo i vostri Campioni portano la spada. Rassegnatevi, avete tentato di spaventare il popolino per spillargli denaro, ma avete fallito. CAPITANO. (sguaina la spada) OOOOH BASTA, Frate maledetto! Ma come vi permettete di mettere in dubbio la mia autorità? FRATE. Badate Bolognese, io rispondo solo a Dio, un’autorità più alta della vostra. CAPITANO. (RISATA GAGLIARDA) Oh certo certo! (lo canzona) E volete sfidare Bologna EVENTO. Risate gagliarde da parte dei con delle preghierine e quattro contadini?! bolognesi. FRATE. Capitano, Dio ha armate molto più forti e numerose delle vostre. Alcune combattono in cielo, altre in terra. Io sono un umile soldato dell’armata di terra. Andatevene dunque, questa farsa è durata anche troppo. CAPITANO. COSA?! (VOCE FURIOSA. EVENTO. La Guardia Comunale si divide in Punta la spada contro il Frate) Levatevi dai due fasce e circonda il frate. piedi, Frate! Questo è l’ultimo avvertimento! FRATE. (VOCE FURIOSA) Badate a voi, Capitano! Io un tempo fui soldato e della guerra non ho dimenticato nulla! CAPITANO. Questo lo vedremo! Preparate pure i vostri uomini alla battaglia! (si volta verso i suoi e prende distanza) Bolognesi, a me! EVENTO. Il Capitano cammina spedito verso il suo accampamento. Lui si ferma a metà strada, tutti gli altri tornano tra le file bolognesi. I Campioni si preparano. Il Sergente mette in riga Arcieri e Armati FRATE. Buona gente di Medicina, EVENTO. I popolani scappano tra il pubblico. ascoltatemi! Vedete la soldataglia Il Capitano è raggiunto di corsa dai suoi bolognese? Sono in molti e con gli arcieri! Campioni. Io e la Guardia Comunale terremo occupati quei maledetti! Voi portate via il corpo di questo povero sfortunato e nascondetevi ma... state pronti! NARRATORE. I buoni popolani obbediscono all’ordine e fuggono al riparo. Sanno che ora devono parlare le armi e non la ragione. La sfida è stata lanciata. La rapace Bononia contro la piccola Medicina, di nuovo. Le parole e la ragione, per l’ennesima volta, cedono alle armi e alla violenza. Ma ecco che dal drappello bolognese si EVENTO. I Campioni bolognesi vanno al staccano tre uomini e raggiungono il loro centro del campo. Capitano. Prima che a scontrarsi siano lance e scudi, ogni parte deve far mostra dei propri campioni, nobili di basso rango a cui va per diritto il Primo Sangue, la prima ferita al nemico e il primo morto sul campo di battaglia. Ma se Bologna vanta una sua nobiltà, nella rustica medicina non c’è alcun cavaliere che abbia il diritto di cimentarsi, salvo il Frate, che però da tempo ha lasciato le armi. E le sue Guardie Comunali, di sangue plebeo, non possono certo partecipare ad un duello d’onore. Ma la provvidenza non ha EVENTO. Il Capitano e i suoi campioni additano ridendo i medicinesi. Un paio di Guardie di Medicina (Antonio/Valentina) fanno per avanzare, ma i compagni li fermano. ancora EVENTO. Dal mezzo del pubblico scendono i abbandonato Medicina! Giungono i vecchi camerati del Frate, i nobili cavalieri della Compagnia della Lancia! Avevano saputo della festa del raccolto a Medicina ed venuti per festeggiare con del buon vino, ma sembra che dovranno accontentarsi di sangue bolognese! Ora finalmente le forze sono pari! Il Capitano e il Frate fungono da Maestri di Campo e si pongono ai fianchi degli sfidanti. Dunque si proceda con la Tradizione del Primo Sangue! Chi avrà l’onore di infliggere il primo colpo? Campioni di Medicina, Compagnia della Lancia. i membri della La Guardia Comunale li saluta alzando le armi e abbracciandoli. EVENTO. Il Frate raggiunge il centro con i suoi Campioni. Li si mette da un lato e il Capitano. ANCHE GLI SCHIERAMENTI SI AVVICINANO PER PORTARE VIA I CORPI. EVENTO. Su ordine del Capitano, i Campioni si salutano e iniziano a combattere E ora è lama contro lama. Valore contro valore. E’ questa la legge della spada. Fino all’ultimo colpo. Fino all’ultimo sangue. Fino alla rovina. E’ l’onore dei cavalieri che lo richiede. Una danza di spade e coraggio. Una lotta mortale fino a quando le lame non saranno sazie di sangue. EVENTO. cadono almeno due campioni. FRATE. Basta così! Per quanto mi riguarda la tradizione è stata rispettata. Il Primo Sangue è stato versato! Ne convenite Capitano? CAPITANO. Il Primo Sangue stimola la sete per quello che verrà dopo, Frate. Preparatevi! EVENTO. I medicinesi si ritirano. Il popolino (Streghe o altri) trascina via i corpi, oppure li ammassano verso il laghetto i soldati. CAPITANO. Uomini è tempo di EVENTO. Il Capitano va sul fianco destro dei guadagnarvi la paga! (verso il suo medicinesi seguito dai campioni superstiti. accampamento) Il primo gruppo con me verso il fianco sinistro dei ribelli. Sergente, tu fai muovere quella truppa dannata! Voglio che tagliate la via di fuga a destra! Io tengo questo fianco. Non scapperanno!! Mastro Giorgio, schierate i vostri arcieri e EVENTO. Colonna di bolognesi sul lato destro abbattetemi quante più canaglie possibile. con il Sergente, gli arcieri scoccano. FRATE. Coraggio uomini, dietro gli scudi. Ora dobbiamo tenere la posizione. NARRATORE. Sotto la Guida di Mastro Giorgio gli arcieri iniziano a lanciare i propri strali davanti ai bersagli immobili. Perché il frate non fa fuggire i suoi uomini? Davanti ad arco e frecce chiunque lascerebbe il campo. Molti cadono, ma la guardia comunale continua impavida a tenere la posizione. All’improvviso il frate ha capito che è il momento giusto, alza la lancia e con essa fa un segnale. Una guerra non si vince soltanto combattendo faccia a faccia. E’ fatta di inganni e raggiri. I popolani che non sanno brandire spada o lancia si erano nascosti in attesa del momento giusto. Sanno usare solo bastoni e coltelli ma vanno benissimo per quello che devono fare. EVENTO. Seguono 2 salve di frecce. Intanto i bolognesi battono le lance contro gli scudi e a ogni salva lanciano un grido. Alcuni medicinesi cadono sotto le frecce. Il popolino si avvicina al margine delle collinette, in direzione degli arcieri. EVENTO. I popolani che si erano nascosti tra il pubblico scendono alle spalle degli arcieri e li uccidono a coltellate. Spingono verso il laghetto i cadaveri degli arcieri. I Medicinesi esultano. Alcuni arcieri scappano!!! CAPITANO. Ah, Cani Maledetti ci hanno presi alle spalle! Ma la pagheranno, oh la se pagheranno... UOMINI, CATTURATELI! EVENTO. I popolani scappano di nuovo tra il FRATE. (si alza) Avanti, Fratelli! Ora che pubblico. I bolognesi li inseguono un poco ma sono senza arcieri possiamo farcela! senza raggiungerli, fermandosi all’inizio delle Preparatevi alla controffensiva! collinette. I medicinesi si vanno avanti coprendo i corpi di chi è morto sotto le frecce. EVENTO. I due schieramenti si compattano. FRATE. MEDICINA! MEDICINESI. VIVA! FRATE. MEDICINA! MEDICINESI. VIVA! FRATE. MEDICINA! MEDICINESI. VIVA! INSIEME. VIVA! VIVA! VIVA! EVENTO. I Medicinesi lanciano il motto e camminano LENTAMENTE verso i bolognesi. CAPITANO. Avanti uomini! CAPITANO. BONONIA! Bolognesi. LIBERTAS! CAPITANO. BONONIA! Bolognesi. LIBERTAS! CAPITANO. BONONIA! Bolognesi. LIBERTAS! INSIEME. LIBERTAS! LIBERTAS! EVENTO. I Bolognesi si avvicinando MOLTO lentamente lanciando il motto prima dell’assalto finale. LIBERTAS! NARRATORE. Ora lo scontro è uomo EVENTO. SCONTRO DI SCUDI E MISCHIA contro uomo, lancia contro scudo, ma anche così Medicina può poco contro le schiere degli assassini bolognesi! La lotta è spietata e cruenta. La parola d’ordine è nessuna pietà! Il coraggio non basta contro i numeri. Solo un miracolo può salvare i difensori della città. E QUEL MIRACOLO ACCADE! Dal bosco irrompe la cavalleria imperiale spezzando l’assalto. E dalle colline scende un uomo armato di coraggio e autorità. EVENTO. Irrompono i cavalieri. I Bolognesi si arrestano e i medicinesi anche. I medi cinesi si chiudono a riccio Scende il Primo Cavaliere arrivando fino alla base delle collinette in direzione del Capitano. PRIMO CAVALIERE. (con spada in mano) Basta così! Basta così! Come Primo Cavaliere vi ordino di porre fine a questa mattanza!!! CAPITANO. (estrefatto) Primo Cavaliere?! Ma chi diavolo sareste voi? PRIMO CAVALIERE. (con spada in mano) Sono la voce e la spada del vostro Imperatore Federico I Hohenstaufen! Obbeditegli! CAPITANO. L’imperatore? si... ma un EVENTO. Il Capitano e alcuni dei suoi uomini imperatore incauto... Pochi cavalieri vedo. si avvicinano piano verso il Primo cavaliere E voi diverrete un facile ostaggio. siete facendo cerchio attorno a lui. praticamente è DA SOLO! PRIMO CAVALIERE. Sciocco, un imperatore non è mai da solo! A ME UOMINI DELL’IMPERO! EVENTO. Dal pubblico scende la Scorta Imperiale che si dispone in formazione attorno al Primo Cavaliere. CAPITANO. Fermi Uomini! (Si guarda EVENTO. I medicinesi esultano. intorno e con la spada, spaventato, guarda gli imperiali i cavalieri e i medicinesi) State compatti. Siamo presi da tre lati! Sono troppi... troppi... PRIMO CAVALIERE. Questa gente è stanca del giogo di Bologna! Capitano, non avete scelta, arrendetevi. SOLDATO. (si stacca dal gruppo bolognese e EVENTO. Gli uomini della Scorta Imperiale si avventa verso il Primo Cavaliere) bloccano e disarmano il Soldato. NOOOOOOOOOO!! PRIMO CAVALIERE. (Uccide il soldato) MUORI, PAZZO! (Si Rivolge al Capitano) Allora, Capitano? Volete che macelliamo altra carne bolognese?! CAPITANO. No… E sia... (Rassegnato) EVENTO. i bolognesi lasciano cadere a terra Ormai tutto è perduto... Uomini lasciate le lancia e scudi, i medicinesi esultano. armi. NARRATORE. La Battaglia è giunta alla EVENTO EVENTO. Il Primo Cavaliere rotea fine. La terra è macchiata di sangue ma la la spada sopra la testa e a quel segno la libertà, il tesoro più prezioso, è finalmente scorta scende e mette in ceppi il Capitano. riconquistata. L’impero ha salvato Medicina. …Finiva così nel sangue ma anche nell’onore quello che a buona ragione si sarebbe poi appellato il cruento antefatto, ossia il casus belli che avrebbe reso la giusta vittoria ad un popolo che non aveva voluto arrendersi dopo anni ed anni di soprusi. Uomini come quelli, fatti di terra e di sudore ritrovarono la dignità di una riscossa ma anche l’umiltà di riconoscere il fondamentale aiuto delle avanguardie dell’Imperatore Federico I che chiamavano il Barbarossa; il grande Imperatore dai denti bianchissimi e dalla fulva barba liberò Medicina dalla servitù di Bologna rilasciando il celebre e per noi fondamentale editto del 13 Maggio 1155 che obbligava Bologna a ricostruire le mura del Castello e tutte le case abbattute, ma soprattutto delimitava i confini invalicabili delle terre di Medicina, confini che resteranno tali per secoli e secoli, e così sempre sarà finchè il buon Dio ce ne farà grazia; come grazia ci fece quel grande Imperatore di cui ora e per sempre ne ricordiamo la gloria. Viva l’Imperatore Barbarossa! Viva Medicina!! LE SCHIERE UNITE INNEGGIANO E RISPONDONO. VIVA! VIVA! VIVA!