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LE SALITE MITICHE
a cura di
LEONARDO OLMI
DEI GRANDI GIRI
COME AFFRONTARE LE ASCESE
CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL CICLISMO
CON I SUGGERIMENTI
DI MAX LELLI
PASSO GIAU
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13 min
IL PASSO GIAU (2.236 METRI) È IL VALICO CHE UNISCE CORTINA D’AMPEZZO E LA VAL FIORENTINA. QUELLO DA SELVA DI
CADORE È UN TRATTO DI PIÙ DI 10 KM DI LUNGHEZZA, SPEZZATO DA 29 TORNANTI, CON PICCHI CHE SFIORANO IL 16%.
LA RAMPA È LUNGA E DIFFICILE E DEVE ESSERE AFFRONTATA CON UN’ADEGUATA PREPARAZIONE
È
È una salita ben conosciuta dagli amanti del ciclismo che in diverse
occasioni hanno visto transitare su questa strada il Giro d’Italia, dove
il passo rappresentava la Cima Coppi. La prima volta fu nel 1976,
anno in cui il Giro fu dominato e vinto per la quarta volta da Eddy
Merckx. Ma quell’anno la difficile tappa del Giau non fu vinta dal “Cannibale”, ma da un altro grande campione, José Manuel Fuente, un
grande scalatore che, sulle salite più dure, sapeva mettere in difficoltà
l’invincibile ciclista belga. Nel 2011 il Giau viene di nuovo inserito nella
corsa rosa, quando fu Stefano Garzelli a scollinare per primo in vetta.
Anche quest’anno faceva parte della 20° tappa del Giro d’Italia, ma
purtroppo, come ricorderete, causa neve è stata modificata, togliendoci questo passaggio storico da uno dei passi dolomitici più belli al
mondo. La salita può essere affrontata da due versanti, da Selva di Cadore e da Pocol. Nel Giro d’Italia è stato sempre affrontato dal versante
di Selva di Cadore, il più duro e spettacolare, sia per la sua durezza
(misura 10,1 km con una pendenza media del 9,1%) che per la sua
costanza. Mentre il versante ampezzano è più breve (8,6 km) e leggermente più facile (8,3% di pendenza media) anche se rimane molto
impegnativo in quanto la pendenza media è falsata da alcuni facili tratti
iniziali, mentre nella parte centrale e finale è molto dura e costante.
Ma oltre che nel Giro d’Italia, quella del Giau è una salita che
he
tutti gli anni viene proposta nel percorso lungo della Maratona delle Dolomiti, che tutti i cicloamatori conoscono e
alla quale ambiscono di essere sorteggiati ogni anno..
Sono infatti molti anni che gli organizzatori propongono regolarmente tre percorsi, dando modo
do
a chi fa il corto di scalare oltre al
Campolongo (primo passo affrontato
ntato dopo
po la
foto LEONARDO OLMI
partenza da La Villa) anche i bellissimi Pordoi, Sella e Gardena. Poi,
chi vorrà cimentarsi nel medio o nel lungo, dovrà scalare nuovamente
il Campolongo, per passare a Falzarego e Valparola se si opta per il
medio, oppure a Colle di Santa Lucia, il mitico Giau, e quindi l’accoppiata Falzarego e Valparola se si opta per il lungo. Il lungo, includendo il
Passo Giau, è un percorso che necessita una buona preparazione, ma
se lo si affronta con spirito amatoriale, anche le fatiche del Giau saranno alleviate dallo splendore che ci circonda. Basterà infatti aumentare
di uno o due denti il rapporto, rendere la pedalata più agile, e alzare la
testa verso l’alto per ammirare e godere il grigio chiaro dei Monti Pallidi
che dal verde dei prati si slanciano verso il blu del cielo.
Max, tu che sei spesso ospite di Michil Costa alla Maratona delle Dolomiti, raccontaci come dobbiamo procedere se al bivio di
Cernadoi, invece di svoltare a sinistra per il medio verso il Falzarego, optiamo invece per il lungo svoltando in discesa a destra?
«Allora, vi ricordo che, dopo aver affrontato per la seconda volta il
Campolongo, ci butteremo giù in discesa di nuovo verso Arabba, dove
es volta
esta
vol svolteremo a destra e non a sinistra, come al primo pasquesta
saggio,
dove avevamo puntato verso il Passo Pordoi. Da
sa
Arabba
in avanti la strada è tutta a favore, con qualche
Ar
mangia
e bevi fino a Cernadoi dove, come dicevi te, si
ma
trova
il bivio tra medio e lungo. Decidere di prosetr
guire
gu per il lungo vorrà sicuramente dire durare
più
pi fatica, ma lo spettacolo che ci attenderà
sul
su Giau sarà un’emozione ed un
Il nostro Leonardo Olmi ha appena raggiunto
il Passo Giau durante l’ultima ed. della Maratona
delle Dolomiti. Sullo sfondo la vetta del Nuvolau
del
E quindi da qui in avanti come procediamo?
«Basta prenderlo con calma, perché il nostro appuntamento sarà a
2.236 metri, dove non potrà mancare una foto ricordo, oltre all’obbligato rifornimento sia idrico che solido con l’ottima crostata alla
tirolese, dato che alla Maratona delle Dolomiti i ristori sono ben forniti e vale davvero la pena fermarsi, non solo perché sarà bene
mangiare e bere, ma anche perché avremo modo di ammirare gli
stupendi panorami che ci circondano. Solo a sentirlo nominare, il
nome Giau, come sappiamo, mette paura e la sua micidiale fama
viene ben presto confermata sulle nostre gambe. Ecco perché consiglio sempre di non esagerare nelle salite precedenti, ‘salviamo la
gamba’ andando agili, evitando di spingere rapporti duri. Sicuramente sarà bene avere un 34-28 sempre pronto all’uso. Nel primo
tratto la strada fiancheggia il torrente Codalonga, che attraversiamo
ripetutamente con numerose svolte, poi dal km 73.1 della SS 638
la pendenza si attesta tra il 9 e l’11% e non ci abbandonerà fino alla
cima. Se le gambe saranno affaticate, gli occhi e lo spirito saranno
sicuramente rinfrancati dallo spettacolo che continua a mostrarsi
intorno a noi. Adesso è la volta dell’Averau, dalla mole giallo-fuoco,
mentre quando la strada, dopo un tornante, si rivolge a sud, è an-
foto SPORTOGRAF
ricordo per sempre, specialmente se, come nell’ultima edizione, troveremo la neve. Svoltando a destra da Cernadoi imboccheremo una
strada in discesa (la SR203) in direzione di Caprile, che seguiremo fino
al bivio dove svoltando a sinistra arriveremo al Colle di Santa Lucia. In
questo tratto dovremo ricordarci di alimentarci con zuccheri, come gel
o barretta, e di bere molto per essere ben idratati prima di affrontare la
‘salitella’ del Colle di Santa Lucia (da non sottovalutare) ed il ‘salitone’
del Giau. Al bivio, troveremo infatti uno strappo di pochi chilometri che
ci porta dai 1.311 m slm di Rucavà ai 1.484 metri del Belvedere di Colle
di Santa Lucia. Quindi giù di nuovo in discesa, dove poco prima di Selva di Cadore troveremo, subito dopo un ponte, un bivio dove – svoltando a sinistra – imboccheremo la SS 638, con indicazioni per Cortina
e Passo Giau. È da qui che affronteremo i 10,1 km che colmano i 922
metri di dislivello tra il bivio sopra Selva di Cadore e il Passo Giau. È la
salita più dura di giornata (se affrontata nel contesto della Maratona)
con una pendenza media del 9,1%, dove si respira solo su pochi metri
pianeggianti in corrispondenza dei ponti sul torrente.»
Leonardo Olmi sulla lunga e bellissima discesa
che dal Giau porta a Pocol.
Anche qui siamo alla Maratona di quest’anno
Anc
cora la Marmolada a salutarci dal suo ghiacciaio. Quindi sarà il turno delle famose tre gallerie paravalanghe, che essendo aperte da
un lato non danno alcun problema di visibilità, anzi ci concederanno
un po’ di ombra e di refrigerio dal sole (se ci sarà il sole, ovviamente)
che, a queste quote, picchia davvero forte. Negli ultimi tre chilometri
compare finalmente in tutta la sua bellezza la singolare sagoma del
Max Lelli durante l’ascesa del Giau nella Maratona 2013. Meglio rifocillarsi con un panino, la salita è lunga
foto SPORTOGRAF
DATI TECNICI SALITA
Nome
Passo Giau
Dove si trova
Prov. Belluno, Veneto, Italia
Da dove si parte
Bv. SS 251 (Selva di Cadore)
Dove si arriva
Passo Giau
Altitudine partenza
1.314 m
Altitudine arrivo
2.236 m
Dislivello
922 m
Pendenza max
16%
Pendenza media
9,1%
Lunghezza
10,1 km
Tornanti
29
Giri/Tour
2 Giri d’Italia 1973 e 2011
nente panorama sulla Croda dal Lago, finché giunti allo scollinamento, tutto un mare di vette si distende davanti agli occhi a 360°: dalla
grande Muraglia dei Lastoni di Formin, al Cristallo, alle Tofane, al Sella,
al Catinaccio, alla Marmolada, al Civetta: una visione indimenticabile.»
(saltata per causa neve la 20° tappa
del Giro 2013)
Monte Nuvolau, che potremo ammirare in tutta la sua maestosità
una volta arrivati in cima al passo a quota 2.235 m.»
Ma come sono strada e asfalto, in buone condizioni?
«Il percorso si svolge tutto su di una strada ben asfaltata e abbastanza larga, completamente al sole. Come dicevamo prima, fin dall’inizio
la pendenza è aspra, l’ascesa è costante, e quindi non ci sono mai
momenti di riposo, ecco perché il ciclista alla fine dell’impresa si dirà
soddisfatto quando, dopo questo sforzo e tanta fatica, vedrà finalmente la fine. Ogni cicloamatore avrà comunque la soddisfazione non solo
di aver portato a termine una delle salite più impegnative delle Dolomiti,
ma anche di godere di uno dei più straordinari panorami che si possano incontrare pedalando. Già alcuni chilometri prima di raggiungere il
passo appariranno sulla nostra sinistra le vette dell’Averau e del Nuvolau. E poi in prossimità della cima si aprirà improvvisamente un impoFoto aerea dei 29 tortuosi tornanti che portano al Passo Giau
E come sempre, dopo la salita viene una discesa, e questa se
non sbaglio Max è veramente bella e spettacolare, no?
«Sì è vero, come tu ben sai, dato che di Maratone mi pare ne hai fatte
già cinque, questa è una discesa fantastica. Ma prima, come dicevo
all’inizio, sarà d’obbligo, a mio parere, fermarsi al ristoro. Dopo di che,
forse sarà meglio indossare antivento e/o mantellina e ‘buttarsi’ giù in
discesa per 10 km in direzione di Cortina d’Ampezzo, dove ricordo che
il manto stradale è perfetto, poiché asfaltato di recente per gli ultimi Giri
d’Italia. Scollinati ai piedi del Ra Gusela si inizia una discesa tecnica con
un tratto in falsopiano che richiede un certo impegno. La strada picchia
ancora fino a raggiungere il ponte sul Rio delle Vergini, dove la pendenza si inverte per sbucare fino ai 1.535 metri di Pocol, frazione di Cortina
d’Ampezzo ai piedi delle Tofane, dove si trova il bivio per il Falzarego. È
qui che alla Maratona si svolta a sinistra sulla SS 48 (la famosa Strada
delle Dolomiti) in direzione, appunto, del Passo Falzarego (quota 2.117
m). La chiusura delle strade ci consentirà di godere in pieno la nostra
bicicletta. Da Pocol in avanti è il momento di riprendere a salire: 10.3
+ 2.2 km (totali 12.5) e 582 + 83 metri di dislivello (665 totali), sono
quelli che ci separano dai passi Falzarego e Valparola, dove ci si ricongiunge con il percorso medio, per poi proseguire verso l’arrivo.»
Maratona dles Dolomites
www.maratona.it
Uff. Stampa Maratona dles Dolomites
Pizzinini Scolari Comunicazione: www.pizzininiscolari.com
Servizi foto Maratona delle Dolomiti:
Sportograf: www.sportograf.com
Fotostudio5: www.fotostudio5.com
Il Passo Giau visto dall’alto con l’imponente vetta del Monte Nuvolau in evidenza
foto ROBERTO CASANOVA ROSOLO
L’altimetria del Passo Giau scalato da Selva di Cadore
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analisi salita Giau - Maratona dles Dolomites