52 LE SALITE MITICHE a cura di LEONARDO OLMI DEI GRANDI GIRI COME AFFRONTARE LE ASCESE CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL CICLISMO CON I SUGGERIMENTI DI MAX LELLI PASSO GIAU [email protected] Tempo di lettura 13 min IL PASSO GIAU (2.236 METRI) È IL VALICO CHE UNISCE CORTINA D’AMPEZZO E LA VAL FIORENTINA. QUELLO DA SELVA DI CADORE È UN TRATTO DI PIÙ DI 10 KM DI LUNGHEZZA, SPEZZATO DA 29 TORNANTI, CON PICCHI CHE SFIORANO IL 16%. LA RAMPA È LUNGA E DIFFICILE E DEVE ESSERE AFFRONTATA CON UN’ADEGUATA PREPARAZIONE È È una salita ben conosciuta dagli amanti del ciclismo che in diverse occasioni hanno visto transitare su questa strada il Giro d’Italia, dove il passo rappresentava la Cima Coppi. La prima volta fu nel 1976, anno in cui il Giro fu dominato e vinto per la quarta volta da Eddy Merckx. Ma quell’anno la difficile tappa del Giau non fu vinta dal “Cannibale”, ma da un altro grande campione, José Manuel Fuente, un grande scalatore che, sulle salite più dure, sapeva mettere in difficoltà l’invincibile ciclista belga. Nel 2011 il Giau viene di nuovo inserito nella corsa rosa, quando fu Stefano Garzelli a scollinare per primo in vetta. Anche quest’anno faceva parte della 20° tappa del Giro d’Italia, ma purtroppo, come ricorderete, causa neve è stata modificata, togliendoci questo passaggio storico da uno dei passi dolomitici più belli al mondo. La salita può essere affrontata da due versanti, da Selva di Cadore e da Pocol. Nel Giro d’Italia è stato sempre affrontato dal versante di Selva di Cadore, il più duro e spettacolare, sia per la sua durezza (misura 10,1 km con una pendenza media del 9,1%) che per la sua costanza. Mentre il versante ampezzano è più breve (8,6 km) e leggermente più facile (8,3% di pendenza media) anche se rimane molto impegnativo in quanto la pendenza media è falsata da alcuni facili tratti iniziali, mentre nella parte centrale e finale è molto dura e costante. Ma oltre che nel Giro d’Italia, quella del Giau è una salita che he tutti gli anni viene proposta nel percorso lungo della Maratona delle Dolomiti, che tutti i cicloamatori conoscono e alla quale ambiscono di essere sorteggiati ogni anno.. Sono infatti molti anni che gli organizzatori propongono regolarmente tre percorsi, dando modo do a chi fa il corto di scalare oltre al Campolongo (primo passo affrontato ntato dopo po la foto LEONARDO OLMI partenza da La Villa) anche i bellissimi Pordoi, Sella e Gardena. Poi, chi vorrà cimentarsi nel medio o nel lungo, dovrà scalare nuovamente il Campolongo, per passare a Falzarego e Valparola se si opta per il medio, oppure a Colle di Santa Lucia, il mitico Giau, e quindi l’accoppiata Falzarego e Valparola se si opta per il lungo. Il lungo, includendo il Passo Giau, è un percorso che necessita una buona preparazione, ma se lo si affronta con spirito amatoriale, anche le fatiche del Giau saranno alleviate dallo splendore che ci circonda. Basterà infatti aumentare di uno o due denti il rapporto, rendere la pedalata più agile, e alzare la testa verso l’alto per ammirare e godere il grigio chiaro dei Monti Pallidi che dal verde dei prati si slanciano verso il blu del cielo. Max, tu che sei spesso ospite di Michil Costa alla Maratona delle Dolomiti, raccontaci come dobbiamo procedere se al bivio di Cernadoi, invece di svoltare a sinistra per il medio verso il Falzarego, optiamo invece per il lungo svoltando in discesa a destra? «Allora, vi ricordo che, dopo aver affrontato per la seconda volta il Campolongo, ci butteremo giù in discesa di nuovo verso Arabba, dove es volta esta vol svolteremo a destra e non a sinistra, come al primo pasquesta saggio, dove avevamo puntato verso il Passo Pordoi. Da sa Arabba in avanti la strada è tutta a favore, con qualche Ar mangia e bevi fino a Cernadoi dove, come dicevi te, si ma trova il bivio tra medio e lungo. Decidere di prosetr guire gu per il lungo vorrà sicuramente dire durare più pi fatica, ma lo spettacolo che ci attenderà sul su Giau sarà un’emozione ed un Il nostro Leonardo Olmi ha appena raggiunto il Passo Giau durante l’ultima ed. della Maratona delle Dolomiti. Sullo sfondo la vetta del Nuvolau del E quindi da qui in avanti come procediamo? «Basta prenderlo con calma, perché il nostro appuntamento sarà a 2.236 metri, dove non potrà mancare una foto ricordo, oltre all’obbligato rifornimento sia idrico che solido con l’ottima crostata alla tirolese, dato che alla Maratona delle Dolomiti i ristori sono ben forniti e vale davvero la pena fermarsi, non solo perché sarà bene mangiare e bere, ma anche perché avremo modo di ammirare gli stupendi panorami che ci circondano. Solo a sentirlo nominare, il nome Giau, come sappiamo, mette paura e la sua micidiale fama viene ben presto confermata sulle nostre gambe. Ecco perché consiglio sempre di non esagerare nelle salite precedenti, ‘salviamo la gamba’ andando agili, evitando di spingere rapporti duri. Sicuramente sarà bene avere un 34-28 sempre pronto all’uso. Nel primo tratto la strada fiancheggia il torrente Codalonga, che attraversiamo ripetutamente con numerose svolte, poi dal km 73.1 della SS 638 la pendenza si attesta tra il 9 e l’11% e non ci abbandonerà fino alla cima. Se le gambe saranno affaticate, gli occhi e lo spirito saranno sicuramente rinfrancati dallo spettacolo che continua a mostrarsi intorno a noi. Adesso è la volta dell’Averau, dalla mole giallo-fuoco, mentre quando la strada, dopo un tornante, si rivolge a sud, è an- foto SPORTOGRAF ricordo per sempre, specialmente se, come nell’ultima edizione, troveremo la neve. Svoltando a destra da Cernadoi imboccheremo una strada in discesa (la SR203) in direzione di Caprile, che seguiremo fino al bivio dove svoltando a sinistra arriveremo al Colle di Santa Lucia. In questo tratto dovremo ricordarci di alimentarci con zuccheri, come gel o barretta, e di bere molto per essere ben idratati prima di affrontare la ‘salitella’ del Colle di Santa Lucia (da non sottovalutare) ed il ‘salitone’ del Giau. Al bivio, troveremo infatti uno strappo di pochi chilometri che ci porta dai 1.311 m slm di Rucavà ai 1.484 metri del Belvedere di Colle di Santa Lucia. Quindi giù di nuovo in discesa, dove poco prima di Selva di Cadore troveremo, subito dopo un ponte, un bivio dove – svoltando a sinistra – imboccheremo la SS 638, con indicazioni per Cortina e Passo Giau. È da qui che affronteremo i 10,1 km che colmano i 922 metri di dislivello tra il bivio sopra Selva di Cadore e il Passo Giau. È la salita più dura di giornata (se affrontata nel contesto della Maratona) con una pendenza media del 9,1%, dove si respira solo su pochi metri pianeggianti in corrispondenza dei ponti sul torrente.» Leonardo Olmi sulla lunga e bellissima discesa che dal Giau porta a Pocol. Anche qui siamo alla Maratona di quest’anno Anc cora la Marmolada a salutarci dal suo ghiacciaio. Quindi sarà il turno delle famose tre gallerie paravalanghe, che essendo aperte da un lato non danno alcun problema di visibilità, anzi ci concederanno un po’ di ombra e di refrigerio dal sole (se ci sarà il sole, ovviamente) che, a queste quote, picchia davvero forte. Negli ultimi tre chilometri compare finalmente in tutta la sua bellezza la singolare sagoma del Max Lelli durante l’ascesa del Giau nella Maratona 2013. Meglio rifocillarsi con un panino, la salita è lunga foto SPORTOGRAF DATI TECNICI SALITA Nome Passo Giau Dove si trova Prov. Belluno, Veneto, Italia Da dove si parte Bv. SS 251 (Selva di Cadore) Dove si arriva Passo Giau Altitudine partenza 1.314 m Altitudine arrivo 2.236 m Dislivello 922 m Pendenza max 16% Pendenza media 9,1% Lunghezza 10,1 km Tornanti 29 Giri/Tour 2 Giri d’Italia 1973 e 2011 nente panorama sulla Croda dal Lago, finché giunti allo scollinamento, tutto un mare di vette si distende davanti agli occhi a 360°: dalla grande Muraglia dei Lastoni di Formin, al Cristallo, alle Tofane, al Sella, al Catinaccio, alla Marmolada, al Civetta: una visione indimenticabile.» (saltata per causa neve la 20° tappa del Giro 2013) Monte Nuvolau, che potremo ammirare in tutta la sua maestosità una volta arrivati in cima al passo a quota 2.235 m.» Ma come sono strada e asfalto, in buone condizioni? «Il percorso si svolge tutto su di una strada ben asfaltata e abbastanza larga, completamente al sole. Come dicevamo prima, fin dall’inizio la pendenza è aspra, l’ascesa è costante, e quindi non ci sono mai momenti di riposo, ecco perché il ciclista alla fine dell’impresa si dirà soddisfatto quando, dopo questo sforzo e tanta fatica, vedrà finalmente la fine. Ogni cicloamatore avrà comunque la soddisfazione non solo di aver portato a termine una delle salite più impegnative delle Dolomiti, ma anche di godere di uno dei più straordinari panorami che si possano incontrare pedalando. Già alcuni chilometri prima di raggiungere il passo appariranno sulla nostra sinistra le vette dell’Averau e del Nuvolau. E poi in prossimità della cima si aprirà improvvisamente un impoFoto aerea dei 29 tortuosi tornanti che portano al Passo Giau E come sempre, dopo la salita viene una discesa, e questa se non sbaglio Max è veramente bella e spettacolare, no? «Sì è vero, come tu ben sai, dato che di Maratone mi pare ne hai fatte già cinque, questa è una discesa fantastica. Ma prima, come dicevo all’inizio, sarà d’obbligo, a mio parere, fermarsi al ristoro. Dopo di che, forse sarà meglio indossare antivento e/o mantellina e ‘buttarsi’ giù in discesa per 10 km in direzione di Cortina d’Ampezzo, dove ricordo che il manto stradale è perfetto, poiché asfaltato di recente per gli ultimi Giri d’Italia. Scollinati ai piedi del Ra Gusela si inizia una discesa tecnica con un tratto in falsopiano che richiede un certo impegno. La strada picchia ancora fino a raggiungere il ponte sul Rio delle Vergini, dove la pendenza si inverte per sbucare fino ai 1.535 metri di Pocol, frazione di Cortina d’Ampezzo ai piedi delle Tofane, dove si trova il bivio per il Falzarego. È qui che alla Maratona si svolta a sinistra sulla SS 48 (la famosa Strada delle Dolomiti) in direzione, appunto, del Passo Falzarego (quota 2.117 m). La chiusura delle strade ci consentirà di godere in pieno la nostra bicicletta. Da Pocol in avanti è il momento di riprendere a salire: 10.3 + 2.2 km (totali 12.5) e 582 + 83 metri di dislivello (665 totali), sono quelli che ci separano dai passi Falzarego e Valparola, dove ci si ricongiunge con il percorso medio, per poi proseguire verso l’arrivo.» Maratona dles Dolomites www.maratona.it Uff. Stampa Maratona dles Dolomites Pizzinini Scolari Comunicazione: www.pizzininiscolari.com Servizi foto Maratona delle Dolomiti: Sportograf: www.sportograf.com Fotostudio5: www.fotostudio5.com Il Passo Giau visto dall’alto con l’imponente vetta del Monte Nuvolau in evidenza foto ROBERTO CASANOVA ROSOLO L’altimetria del Passo Giau scalato da Selva di Cadore