compound
Raggiunti e superati i livelli pre-crisi, Nilit Plastics guarda
al futuro con ottimismo. A far da traino il forte trend di
crescita nel mercato cinese e l’andamento positivo di
alcuni progetti nel comparto automobilistico in Europa.
«Un’Europa che potrebbe fare di più» racconta a Plastix
Barbara Giunta, Deputy Vice President Sales Europe.
«Spinta da soluzioni sempre più competitive e da nuovi
impulsi che arrivano soprattutto dalla sostenibilità.
È difficile, ma ci crediamo». Ecco perché
Barbara Giunta
Nylon dal cuore
“green”
g di Emiliano Raccagni
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Plastix
aprile 2015
Novità nel metal
replacement
L’head quarter di
Nilit a Migdal
Haemek (Israele)
Superati gli anni difficili, come è il presente
di Nilit Plastics?
Negli ultimi due anni il Gruppo si è particolarmente impegnato per riposizionare le proprie
visioni strategiche rivolte al medio periodo. Accanto al consolidamento delle nostre posizioni
di leadership nel compounding a base nylon,
che rappresenta il 95 per cento della produzione, ci stiamo concentrando sul rafforzamento della presenza nei territori in cui operiamo,
oggi focalizzata sull’Europa e la Cina. Il nostro
core business è ancora fortemente orientato
verso il settore elettrico, che rappresenta circa
il 50 per cento del fatturato, seguito dall’automotive con il 35 per cento. Da quest’ultimo, in
particolare, è arrivata sempre più forte la domanda di soluzioni ecofriendly, tendenza che
ci ha spinto a lavorare sul completamento di
gamma, ponendo anche grande attenzione
alle nuove esigenze di altri comparti.
Cosa intende per soluzioni ecofriendly?
Per il momento non abbiamo ancora sviluppato soluzioni a base biopolimeri costituiti da
monomeri ottenuti da fonti rinnovabili. La nostra integrazione nella produzione di fibre di
nylon ci ha indirizzato al recupero degli scarti
di lavorazione, intesi, non tanto come residui
dello stampaggio a iniezione, ma come scarti
di tessuti provenienti da filati per abbigliamento e per airbag. Nel nostro sito dedicato
di Wehr (Baden, Germania) gli scarti tessili
vengono trasformati e nobilitati nei compound
ecosostenibili Ecomid ARX a base di poliammide 6.6, che mettono a disposizione degli
utenti prodotti contenenti fino al 100 per cento
di polimero rigenerato, ad altissima presta-
“La sostenibilità è a
tutti gli effetti un vero e
proprio valore aggiunto”
Barbara Giunta
zione e conformi agli standard molto elevati
richiesti dalle applicazioni automotive.
Questo settore, che anni fa abbiamo iniziato
a sondare come possibile leva per nuovi mercati, oggi è divenuto a tutti gli effetti un vero e
proprio valore aggiunto per la nostra clientela.
Dunque, interpretate nuove esigenze...
Negli ultimi anni, da questo punto di vista, sono stati lanciati segnali inequivocabili. In Paesi
come Francia e Germania, che si pongono
come avanguardie nel tracciare nuove strade,
il saper offrire prodotti ecofriendly è sempre
più un fattore determinante, come del resto
dimostra una tendenza in atto da oltre dieci
anni. Non credo si tratti di politiche legate a
una moda passeggera, perché in settori come
quello automobilistico sono i grandi OEM a
chiedere soluzioni “green” sempre più affinate
e performanti. Una scelta che anche per i fornitori si dimostra sempre più sfida e che però
è già premiante in termini di fatturato.
Ha parlato di prodotto di qualità. Come sfatare la diffidenza, presente in molti settori,
verso quelli che sono ancora considerati
semplici materiali di riciclo?
Spesso l’utente non è disposto a pagare di più
per un prodotto green, considerandolo un materiale da riciclo e quindi meno nobile, nato più
per l’esigenza di recuperare degli scarti che
Una delle soluzioni più interessanti
recentemente sviluppate da Nilit
Plastics è la linea di compound
Nilamid XS, nata per sostituire alcune
delle leghe metalliche più comuni
in applicazioni strutturali e semistrutturali nei settori automobilistico
e industrial&consumer. Si tratta di
polimeri a base di poliammide semi
cristallina parzialmente aromatici che
permettono all’end user di accrescere
la funzionalità delle parti realizzate,
dal momento che garantiscono
elevate rigidità e forza, basso
warpage, buon creep, ottima finitura
superficiale ed elevata stabilità
dimensionale. Proprietà che, rispetto
a una corrispondente poliammide
6.6, rimangono inalterate anche in
ambienti umidi.
per l’effettiva qualità e affidabilità. I grandi end
user però sono perfettamente consapevoli
che la ricerca e lo sviluppo sono processi costosi e che già oggi sono presenti sul mercato
prodotti di qualità, ben lontani dal concetto di
“rottamazione”. Sta a noi dimostrare di voler
investire su soluzioni di questo tipo, che non
sono solo ecofriendly, ma capaci di dimostrarsi affidabili in termini di prestazioni e garanzie.
In parallelo alle soluzioni ecofriendly avete
recentemente ampliato la vostra offerta “a
catalogo”. Ce ne può parlare?
I nostri nuovi prodotti rispondono essenzialmente all’esigenza di offrire, a settori come
quello elettrico e dell’automotive, soluzioni in
grado di fornire ottime prestazioni, lavorando
soprattutto ad alte temperature. Da queste richieste è nata la gamma Frianyl XT una linea
di compound autoestinguenti con carta gialla
UL e a base di poliftalamide semi-cristallina,
che rafforza la nostra posizione di fornitori leader nel settore elettrico ed elettronico, partendo da valori superiori in termini di temperatura
di servizio rispetto a quelle della poliammide
6.6. Abbiamo poi sviluppato la linea Nilamid
XS, nostra nuova gamma di compound ad
alte prestazioni a base di poliammide semi
cristallina parzialmente aromatica, destinata
principalmente al metal replacement nei mer-
Plastix
aprile 2015
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compound
NILIT PLASTICS
DIVISION
40
gli anni di attività
300
i dipendenti totali
1
cati dell’automotive e della produzione di componenti strutturali.
Le vostre nuove soluzioni sono state quindi
sviluppate per rispondere a una precisa domanda del mercato…
La richiesta per questo tipo di soluzioni è in
costante aumento, dato che un numero crescente di clienti, in un’ottica di specializzazione
sempre più esasperata, si presenta con esigenze particolari. Da parte nostra, soprattutto nei rapporti consolidati, la flessibilità è non
solo prevista, ma caldeggiata, anche se si
tratta di predisporre e fornire poche tonnellate
di prodotto, un quantitativo che il grandissimo
produttore non prende nemmeno in considerazione. Oggi, assecondare le richieste e le
tendenze del mercato è una condizione imprescindibile per crescere.
Inevitabile, considerati questi scenari, chiederle un parere sul futuro del settore compound, almeno per come è stato inteso e
interpretato fino a oggi…
Continuo a essere ottimista sul futuro del comparto, anche se va certamente rilevato come
non sia forse più possibile, o quantomeno non
così semplice rispetto ad anni fa, ricavarsi spazi di mercato.
Detto questo, vorrei sottolineare che il 40 per
cento della nostra crescita annuale è legata a
nuovi progetti, e sono convinta serva sempre
più agilità e competenza sulle applicazioni fi-
l’impianto di polimerizzazione:
Migdal Haemek (Israele)
50.000 t/anno
la capacità di polimerizzazione
4
gli impianti di compounding: Rho
(Italia), Utzenfeld e Wehr (Germania)
e Suzhou (Cina)
65.000 t/anno
la capacità nel compounding
7
gli uffici commerciali in 3 continenti
250 milioni $
il fatturato
4
i centri di R&S: Israele, Italia,
Germania e Cina
40%
della crescita annuale proviene
da nuovi prodotti
oltre 80
i prodotti certificati UL e VDA
3.000
le formule
L’impianto di
Utzenfeld
(Germania)
nali dei nostri clienti per fornire al mercato le
soluzioni con il miglior rapporto tra prezzo e
prestazioni. Una sorta di “cerco di fare meglio
quello che già so fare bene” riassume il concetto che ampliare nicchie di mercato in cui si
è estremamente competitivi rappresenti una
strada sempre più efficace per la crescita.
Come sono organizzati, per competenza e
operatività, i vostri siti produttivi?
Oltre alla nostra sede storica italiana sono attivi due siti produttivi in Germania, il primo (a
Utzenfeld) dedicato alla produzione di compound rinforzati e autoestinguenti a base di
poliammide 6.6 e 6, il secondo destinato ai
già menzionati prodotti eco-sostenibili. In Cina sono localizzati altri due stabilimenti (fibre
e compound). Lo stabilimento che produce i
nostri compound è un clone tecnologico delle
nostre unità produttive europee; tale configurazione ha consentito una crescita vertiginosa
delle nostre vendite e di gran lunga maggiore
alla crescita, anche strutturale, del mercato Cinese. In questo Paese è infatti in atto una forte
tendenza a seguire più attentamente la qualità
delle produzioni destinate al mercato interno:
si investe quindi molto in ricerca e sviluppo,
assecondando le richieste dei produttori locali che non si accontentano più di “quel che
arriva” dall’Europa. Non a caso, possiamo già
contare su oltre ottanta prodotti certificati e
utilizzati esclusivamente da end user cinesi,
seguiti da una rete ben strutturata di venditori
e distributori. Altro pilastro della nostra organizzazione è ovviamente il nostro head quarter in
Israele, dove Nilit è nata e dove contiamo sul
sito produttivo più grande, dedicato alla polimerizzazione del nylon 6.6 e alla realizzazione
di fibre, con oltre 1.200 addetti.
L’impianto italiano
di Rho (Milano)
“Sono ottimista
sul futuro del
compounding,
anche se è
sempre più
difficile ricavarsi
nuovi spazi
di mercato”
Parlando di internazionalizzazione, quali sono le vostre politiche?
La nostra struttura segue direttamente le vendite in Italia, Francia, Germania e Paesi dell’Est europeo, mentre per le aree restanti ci affidiamo
alla rete di distribuzione. La Francia, in particolare, viene seguita con
molta attenzione perché, nonostante la contrazione del mercato anche
lì verificatasi, rimane un Paese capace di influire significativamente sulle
tendenze e le decisioni dei nostri ambiti di interesse. Il continente americano è in questo momento “sotto osservazione” per le potenziali opportunità nelle plastiche, anche a seguito delle acquisizioni che, nell’ultimo quinquennio, la nostra Divisione Fibre ha finalizzato negli USA (nel
2010) e in Brasile (nel 2014). Non possiamo però nascondere che Europa e Cina in questo momento sono i nostri mercati prevalenti.
Che ruolo gioca il settore ricerca e sviluppo nelle vostre politiche
industriali?
La collaborazione attiva e continua dei nostri dipartimenti Vendite, Business Development e R&D è il cuore del nostro successo. Importanti investimenti sono stati fatti per supportare lo sviluppo delle nostre nuove
gamme di prodotti XS e XT, e in parallelo i nostri ricercatori continuano
a sviluppare nuovi prodotti autoestinguenti combinando le nostre elevate competenze sulle proprietà elettriche con quelle tribologiche, meccaniche e del colore. Siamo inoltre sempre più attivi nell’assecondare
esigenze di tailor made, concentrandoci in particolare sull’automotive e
sull’arredo. Anche in questo caso, come per le scelte degli stabilimenti
produttivi, abbiamo deciso di puntare sulla specializzazione del singolo
laboratorio. In Israele lavoriamo sui polimeri, in Italia e Germania siamo
concentrati sullo sviluppo di nuove competenze su prodotti diversi, così
come in Cina sulla customizzazione delle formulazioni per assecondare
le esigenze dei singoli clienti.
Come vede, infine, la situazione generale del mercato?
Indubbiamente iniziano a intravedersi segnali di ripresa dopo gli anni di
grande difficoltà, seguiti alla crisi degli ultimi anni. Non si può nascondere però che i valori di crescita, soprattutto in Europa, siano ancora
modesti e vincolati a una ripresa generale dell’economia ancora troppo
timida. La situazione del nostro Gruppo è certamente soddisfacente,
dato che sono stati superati i valori precedenti alla crisi iniziata nel 2008
e soprattutto perché, negli ultimi anni, abbiamo registrato con costanza
crescite percentuali nettamente superiori alle medie del settore.
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Barbara
Giunta
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