Capitolo IV. La teoria del debito pubblico Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 1 IL DEBITO PUBBLICO • In che senso un debito pubblico crescente costituisce un problema per un’economia? • Da quali fattori dipende la crescita del debito? Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 2 CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO • E’ una variabile di stock, pari alla cumulata dei saldi di bilancio (flussi) di uno stato dalla sua formazione al momento attuale • E’ costituito sia da moneta che da titoli obbligazionari Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 3 DEBITO PUBBLICO E DISAVANZO Bt-1 t-1 Dt Bt t+1 t t Bt = Bt-1 + Dt = S Ds S=t° Dt = Gpt + INTt - Tt = Dpt + INTt Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 4 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 5 Debito pubblico in % del Pil 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 Debito/Pil 20 Vincolo PSC 10 0 70 72 74 76 78 80 82 84 86 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 88 90 6 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 Debito pubblico in % del Pil 140 120 100 80 60 40 20 0 87 89 Italia 91 93 95 97 99 Germania Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 01 03 05 Francia 7 07 09 UK Spiegazione teoriche delle funzioni del debito pubblico • Funzione di stabilizzazione • Redistribuzione degli oneri di spese pubbliche tra diverse generazioni • Realizzazione di una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali (tax smoothing) • Eliminazione di cause di fallimento del mercato, attribuibili alla presenza di incompletezza di mercati Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 8 Stabilizzazione Legata all’economia keynesiana (ad es. modello IS-LM) pone l’accento sul ruolo dello strumento fiscale nell’influenzare il livello dell’attività economica e/o dei prezzi Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 9 Redistribuzione degli oneri di spese pubbliche tra diverse generazioni Il finanziamento della spesa pubblica con debito anziché con imposte consentirebbe di fare partecipare le generazioni future agli oneri di decisioni prese dalle generazioni presenti. Tesi, molto popolare, che parrebbe applicarsi al caso di spese in conto capitale che presentano una produttività pluriperiodale. In realtà la tesi è controversa e dipende dalla soluzione che si dà al quesito se l’onere del debito pubblico si trasmette alle generazioni future (v. più oltre dibattito su Ricardo) . Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 10 Realizzazione di una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali (tax smoothing) • Proposta da Barro nel 1979 all’interno della teoria della tassazione ottimale • Per evitare distorsioni prodotte dalle imposte sarebbe ottimale una distribuzione delle aliquote fiscali costante nel tempo • Il debito pubblico realizza tale obiettivo evitando inasprimenti o riduzioni troppo brusche delle aliquote in presenza di shock alla spesa indotti da fattori esogeni, come guerre, calamità, ecc. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 11 Eliminazione di cause di fallimento del mercato dovute a incompletezza di mercati • Il debito pubblico consente agli operatori economici di realizzare transazioni, in particolare di assicurazione, rispetto a possibili eventi futuri, che diversamente, a causa dell’incompletezza dei mercati finanziari, non sarebbero possibili. • L’emissione di debito pubblico potrebbe essere un modo per consentire composizioni ottimali dei portafogli • Lo stato agirebbe quindi come innovatore finanziario. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 12 TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA • Prestito e imposta sono strumenti equivalenti di finanziamento di spese straordinarie • Entrambi gravano esclusivamente sulle generazioni presenti Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 13 DEBITO PUBBLICO GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE tempo 0 imposta -1000 debito interessi (5%) imposte per il servizio del debito -1000 1 +50 -50 2 +50 -50 .. .. .. n +50 -50 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 14 EQUIVALENZA TRA PRESTITO E IMPOSTA - 1000 = Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 - 50 0,05 15 DEBITO PUBBLICO GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE tempo 0 imposta -1000 debito interessi (5%) imposte per il servizio del debito -1000 1 +50 -50 2 +50 -50 .. .. .. n +50 -50 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 16 TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Per le generazioni future è solo un trasferimento da chi paga le imposte a chi riceve interessi (prestito dalla mano destra alla sinistra Melon) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 17 TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Un’idea curiosa di De Viti de Marco: L’ammortamento “democratico” del debito Se il debito è perpetuo ed equidistribuito nella popolazione può essere fatto scomparire annullando simultaneamente imposte e interessi. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 18 TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Nell’analisi ricardiana macro si assume una di onere come trasferimento reale di risorse Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 19 IL TEORIA RICARDIANA E IL DEBITOI ESTERO • La risposta muta se invece di debito interno si accende un debito estero? • Il debito estero sembrerebbe più pericoloso… Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 20 DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE tempo 0 imposta -1000 debito interessi (5%) imposte per il servizio del debito -1000 1 +50 -50 2 +50 -50 .. .. .. n +50 -50 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 21 DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE Nel caso di debito estero sembrerebbe venire meno la compensazione tra mano destra e mano sinistra Gli interessi sono pagati all’estero Ma se guardiamo all’inizio, nel caso di debito estero si ha un’immissione di risorse che non c’è nel caso di debito interno. Quindi il debito estero è equivalente a quello interno Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 22 DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE … a meno che le generazioni future non abbiano ricevuto da quelle passate un capitale in eredità sufficiente a pagare gli interessi del debito all’estero (precisazione di Pantaleoni) Ma in tal caso sorge un quesito filosofico generale? Quale diritti hanno le generazioni future ad avere gratuitamente il patrimonio di quelle precedenti? Emerge un problema di equità intergenerazionale Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 23 La versione microeconomica della teoria ricardiana A un proprietario terriero, lo stato avanza la richiesta o di un’imposta una tantum di 2 mila sterline o di sottoscrivere un prestito dello stesso ammontare che porta l’interesse del 5%. Ricardo: «Un individuo che possiede 10.000 sterline che gli danno un reddito di 500 su cui deve pagare 100 sterline l’anno quale [imposta per pagare gli] interessi del debito, in effetti possiede solo 8.000 sterline e sarebbe altrettanto ricco sia se continuasse a pagare 100 sterline l’anno, sia se sacrificasse subito, una volta tanto, 2.000 sterline». Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 24 La versione microeconomica della teoria ricardiana In questa argomentazione Ricardo ricorre al concetto di “ammortamento dell’imposta”, che non sempre si verifica integralmente Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 25 La versione microeconomica della teoria ricardiana Nel Funding System Ricardo scrive: Sarebbe difficile persuadere un tale che possiede 20.000 sterline che un pagamento perpetuo di 50 sterline all’anno comporta lo stesso onere di un pagamento una tantum di 1.000 sterline. Egli avrebbe la vaga idea che le 50 sterline all’anno saranno pagate dai posteri e non da lui; ma se lascia la sua fortuna in eredità a suo figlio e la lascia gravata di un’imposta perpetua, che differenza fa lasciare 20.000 sterline gravate di imposta o 19.000 sterline senza di essa? Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 26 La versione microeconomica della teoria ricardiana Qui la nozione di onere pare mutata rispetto alla tesi macro Sono rilevanti altri aspetti: • lo sconto delle imposte future • la lunghezza dell’orizzonte dell’individuo, • l’interesse per gli eredi Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 27 La versione microeconomica della teoria ricardiana Vi è qui la quasi completa anticipazione di un celebre saggio di Barro del 1974: Are government bonds net wealth? che ha segnato il dibattito tra keynesiani e teorici delle aspettative razionali Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 28 PRECISAZIONI AL TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA • Il ricorso al debito anziché all’imposta può ridurre l’incentivo all’accumulazione (Modigliani/Diamond) • Nel caso di ricorso al debito estero i rischi di crisi tendono ad essere più elevati, perché lo stato,se vuole ripagare il debito esistente con l’imposta straordinaria, non ha potere impositivo sugli stranieri Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 29 PERCHÉ CI SI DEVE PREOCCUPARE DI UN DEBITO ELEVATO? • Aumenta la spesa per interessi e quindi la pressione fiscale • Possono salire i tassi di interesse (crowding out) • Possono crearsi situazioni di insostenibilità del debito e manifestarsi crisi finanziarie Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 30 LIMITI DEL DEBITO PUBBLICO: IL MODELLO DI DOMAR Quali sono le tendenze di lungo periodo del rapporto: • debito/Pil? • spesa per interessi/Pil (onere del debito)? Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 31 Ipotesi del modello di Domar • Crescita costante del Pil • Tasso di interesse costante • Politica di disavanzo costante rispetto al Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 32 IL MODELLO DI DOMAR Ipotesi: Yt= (1+g)Yt-1 INTt = r Bt-1 Dt = aYt Variabili di interesse: bt= Bt/Yt t = INTt/Yt Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 33 IL MODELLO DI DOMAR Bt = Bt-1 + Dt Bt = Bt-1 + aYt Dividiamo per Yt bt-1 Bt Yt = bt = Bt-1 Yt + aYt Yt Bt-1 Yt-1 Yt-1 Yt Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 34 + a 1 1+g IL MODELLO DI DOMAR bt = bt-1 + a (1+g) bt = k bt-1 + a k <1 se g >0 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 35 Alcuni esempi numerici b0 (=B/Y)= 60% g = -3% a (=D/Y) = 0 B/Y 1050 950 850 750 650 550 450 350 250 150 50 0 10 20 30 40 50 Anni Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 36 60 70 80 90 Alcuni esempi numerici b0 = 60% g = 3% a=0 B/Y 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 Anni Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 37 60 70 80 90 Alcuni esempi numerici b0 (=B/Y)= 60% g = 3% a (=D/Y) = 3% B/Y 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 Anni Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 38 60 70 80 90 Alcuni esempi numerici b0 = 60% g = 3% a=1 B/Y 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 Anni Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 39 60 70 80 90 IL MODELLO DI DOMAR Il valore di b di lungo periodo Si pone bt = bt-1= b b = b (1+g) + a a (1+g) b = Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 g 40 se g > 0 IL MODELLO DI DOMAR t = L’onere del debito rbt-1 rBt-1 INTt = = Yt (1+g) Yt Nel lungo periodo b = bt-1 t = ra g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 41 IL MODELLO DI DOMAR Ipotesi di disavanzo primario costante rispetto al Pil Dt = bYt + r Bt-1 Yt= (1+g)Yt-1 INT = r Bt-1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 42 IL MODELLO DI DOMAR Bt = Bt-1 + Dt = Bt = Bt-1 + bY t + rBt-1 = Bt = (1+r)Bt-1 + bY t (1+r) bt = bt-1 + b (1+g) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 43 IL RAPPORTO DEBITO/PIL dipende da quattro fattori: bt-1, la politica fiscale del passato r, la politica monetaria corrente g, la crescita dell’economia b, la politica fiscale del governo carica Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 44 in Variazione del rapporto Debito/Pil e sue determinanti 20 15 10 5 0 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 -5 -10 Variazione assoluta del rapporto Debito/Pil Tasso di crescita del Pil nominale Avanzo primario in % del Pil Costo nominale del debito (Interessi/Debito) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 45 IL MODELLO DI DOMAR Un valore non crescente di b è compatibile con un disavanzo primario costante rispetto al Pil solo se g > r Se g<r il controllo di b può essere effettuato solo realizzando avanzi primari Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 46 IL MODELLO DI DOMAR Saldo primario che arresta la crescita di b (1+r) bt = (1+g) bt-1 + b pongo bt = bt-1 e ricavo b b= g-r 1+ g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 bt-1 47 Saldo primario che stabilizza il rapporto Debito/Pil 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 -2,0 71 73 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95 97 99 01 03 05 07 -4,0 -6,0 -8,0 -10,0 Avanzo primario Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, 2012 Saldo prim. Stabilizz. 48 09 11