CORRIE RECONOMIA
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LUNEDÌ 23 NOVEMBRE 2015
MEDIA & TECH
I prodotti, le campagne pubblicitarie
Pit Spot
a cura di MARCO GASPERETTI, UMBERTO TORELLI e MASSIMO TRIULZI
account dove inserire le informazioni personali. Contatti d’emergenza e dati anagrafici, ma anche gruppo sanguigno, allergie,
patologie cliniche e medico curante. In caso di necessità, il soccorritore avvicina il suo smartphone ad Amyko per leggere i
dati, nel rispetto della privacy: è
l’utente che stabilisce quali informazioni rendere pubbliche.
Invece sul cinturino è scritto il
numero verde da chiamare se lo
smartphone del soccorritore non
è provvisto di sensore Nfc. Grazie al Gps, inoltre, Amyko monitora la posizione del portatore,
utile per anziani e bambini.
Ma la gestione dei dati sul
cloud non è alla portata di chi ha
poca dimestichezza con il web.
Pro: anche localizzatore
Contro: gestione dati
U. TOR
MARCA: Wecare
PRODOTTO: Amyko
PREZZO: 29 euro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cellulare
Doppio numero
e tasti grandi: fine
del divario digitale
E
siste davvero la tecnologia
facile (o user friendly come
dicono gli americani), capace di
abbattere il divario tra nativi digitali e non? Sì, esiste e TechSmart
Easy-Phone Senior, prodotto da
TechMade, ne è un riuscito esempio. Il telefonino è stato progettato con tasti grandi e leggibili e
una forma che ricorda il telefono
senza fili di casa. Il risultato è un
utilizzo facile e veloce che sarà
apprezzato da chi dal cellulare
vuole semplicità ed efficienza.
Dotato di tecnologia dual sim
(si possono inserire due carte sim
e dunque avere due numeri di telefono), TechSmart Easy è anche
a cura di ALDO GRASSO
[email protected]
utile in caso di pericolo perché
consente di pre-impostare tre tasti Sos con i numeri da chiamare
in automatico. Uno di questi tasti,
rosso, si trova sul dorso del telefono per un accesso più rapido.
I difetti? Non ci sono app dedicate.
Pro: semplice ed economico
Contro: non ha le app, tecnologia limitata
in collaborazione con
MASSIMO SCAGLIONI
La vita quotidiana
e l’amore nei volti
di Radio Deejay
M. GA.
MARCA: TechMade
PRODOTTO: TechSmart EasyPhone
PREZZO: 35 euro
V
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Oltre i tablet La selezione delle proposte low cost di TrekStor, Asus, Lenovo, Toshiba. Prezzi sotto i 300 euro
Portatili Piccoli e convenienti
Il ritorno dei «net computer»
I mini notebook funzionano quasi come i Pc. E costano un quarto
DI MARCO GASPERETTI
O
rmai la chiamano la dittatura dei tablet. E non è
un’esagerazione se si pensa
che, secondo gli analisti di
mercato (fonte Canalys), nel 2017 saranno 400 milioni i tablet venduti
nel mondo. Le tavolette hanno oscurato negli ultimi anni i piccoli notebook portatili, i netcomputer, che
sembravano essere diventati i killer
device capaci di annichilire tutti i
concorrenti. Ma proprio nel momento più oscuro dei piccoli computer,
ecco che si registra una loro rinascita, seppure parziale.
Adesso si fanno chiamare mini
notebook, pesano spesso meno di un
chilo, hanno display tra gli 8 e i 14
pollici e alcuni di loro sono convertibili, cioè hanno lo schermo staccabile e touch che si trasforma in tablet.
Il CONFRONTO I mini notebook
TrekStor SurfTab Twin 10.1
Asus X205Ta
Pro: prezzo
e versatilità
Contro: L’attacco
della tastiera è poco pratico
Prezzo: 219 euro
Pro: ottimo
display
Contro: non
è convertibile
Prezzo: 239 euro
Lenovo MIIX 300
Pro: design
Contro:
batterie
con poca autonomia
Prezzo: 239 euro
Pro: è leggero
Contro:
tasti piccoli
Prezzo: 299 euro
Le caratteristiche
Perché può essere utile acquistarli? Innanzitutto, i mini notebook sono computer a tutti gli effetti, con un
sistema operativo (le nuove versioni
hanno installato Windows 10) identico a quello dei fratelli maggiori;
inoltre funzionano con programmi
veri (come Office), hanno una tastiera e costano poco. Fra i loro pregi si
segnala così la maggiore versatilità
soprattutto per chi, lavoratore nomade, si deve collegare a uffici con sistemi non compatibili con i tablet. E l’essere un vero, piccolo computer, con
tastiera non virtuale e buona auto-
Fonte: elaborazione
CorrierEconomia su dati delle aziende
nomia di lavoro.
E i difetti? La potenza, la memoria
e la qualità dello schermo non sono
paragonabili a quelli dei portatili più
grandi (che però possono costare
quattro o cinque volte di più). A volte, poi, le tastiere staccabili danno
qualche problema in movimento.
Corriere Economia, nella sua scelta, ha privilegiato proprio il prezzo. Il
parare dalla tastiera, dunque si trasforma in tablet. Inoltre, nonostante
il prezzo stracciato, ha un buon sistema touch e una buona visibilità.
SurfTab è stato tra i primi ad avere
installato Windows 10 (una rivoluzione nei dispositivi mobili) e lavorarci, soprattutto se si ha un appoggio sicuro, non fa rimpiangere troppo la scrivania. I difetti? Il peso è un
po’ superiore alla media e l’attacco
tastiera-schermo è poco pratico.
Luminosità e leggerezza
Toshiba Satellite Click Mini
Pparra
più conveniente è il SurfTab Twin
10.1 della tedesca TrekStor (costa poco più di 219 euro), seguono il buon
Asus X205Ta (239 euro), Lenovo
MIIX 300 (289) e Toshiba Satellite
Click Mini (299).
SurfTab twin 10.1 di TrekStor è
probabilmente il dispositivo migliore nel rapporto prezzo-prestazione. Il
display touch da 10,1 pollici si può se-
Persone, reti
e consumi
È di buon livello l’impostazione
costruttiva di EeeBook X205TA di
Asus, un altro low cost. Ci è piaciuto
molto il display da quasi 12 pollici,
molto luminoso e ben contrastato.
La decisione di installare Office in
promozione — è gratis per un anno
— è azzeccata. Buona anche la tastiera integrata: ha il limite di non
staccarsi dallo schermo, ma consente di scrivere molto velocemente senza refusi.
Lenovo MIIX 300 si contraddistingue per il design, la leggerezza e
la buona tastiera, una manna dal cielo per chi deve digitare lunghi documenti quando è in movimento. Quello che ci è piaciuto meno è la scarsa
autonomia della batteria (circa sette
ore) e il touchpad poco efficace.
Infine, ecco il più caro, ma anche il
più sofisticato, della nostra prova: il
Satellite Click Mini, firmato da Toshiba. La sua forza sta nelle dimensioni e nel peso. Lo schermo da 8,9
pollici può non piacere a tutti, ma la
risoluzione è ottima e lavora in alta
definizione (Full Hd). Lo schermo è
staccabile e gli attacchi sono ben progettati. L’autonomia, poi, supera abbondantemente le 11 ore. Fra i difetti
segnaliamo la tastiera (tasti troppo
piccoli) e il design, migliorabile. Ma
la qualità c’è tutta e il prezzo leggermente superiore ai concorrenti è in
linea con il prodotto.
[email protected]
isualizzare una radio. Di più, raccontarla, mostrare il suo volto che si concretizza nei milioni di persone che la ascoltano, che ne fanno un punto di riferimento nella loro vita quotidiana. Un’operazione singolare, e molto riuscita, quella del film realizzato da FilmMaster (regia di Federico Brugia, Agenzia Studio Marani)
per Radio Deejay che si intitola «One Love».
Il tutto, in realtà, nasce da una curiosa operazione dal
basso, un concorso lanciato fra gli ascoltatori della radio
che partiva da una domanda: «Come rappresenteresti
Radio Deejay?». Sono nate numerose idee, e alla fine si è
scelto di realizzare «One Love». Il concept è molto semplice: la macchina da presa segue le vicissitudini di una
giovane coppia, la loro love story segnata dalle «prime
volte». Si comincia dai banchi di scuola: lui e lei stanno
preparando un compito, ed ecco che scatta la scintilla.
Inizia così una lunga avventura, fra campeggi, auto in
panne, festeggiamenti per i 18 anni, via via fino alla laurea, alla fatidica dichiarazione, al primo figlio.
In tutti questi anni, ad accompagnare la storia di questo semplice amore, una presenza costante e discreta:
quella di Radio Deejay. Che punteggia alcuni momenti
importanti delle routine quotidiane, nei mille modi in cui
oggi si può ascoltare: su una vecchia radiolina a transistor,
in auto mentre si va al lavoro, in tram con delle cuffie col-
legate a un device mobile. La discreta presenza nella vita
dei due innamorati è rappresentata dai volti della radio,
che compaiono nei posti più impensati: ci sono La Pina
(in modalità cameriera di una pizzeria) e poi Albertino,
Nicola Savino, e tutti quei nomi che caratterizzano il palinsesto di Deejay. Alcune facce delle star radiofoniche diventano immagini di diari, tazze, calendari, arbre magique, un pacco di biscotti, una pallina dell’albero di Natale,
la pagina di un quotidiano… Fino al finale a sorpresa.
I due neo-genitori sono al parco con la propria bambina, e cercano di strappare alla piccola la prima parola: papà, mamma, papà… Ma la bimba ha già le idee chiare, e su
suggerimento di Linus, il direttore artistico che sta correndo nel parco, tira fuori un «One Nation, One Station»,
ovvero il leitmotiv di Deejay. Chiude la didascalia «One
Love». A contribuire alla riuscita del film, diffuso viralmente online e attraverso alcune reti tv nazionali, una
bella versione di «Rather Be» dei Clean Bandit.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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SUPPLEMENTO DELLA TESTATA
Metropolis
a cura di Cristina Pellecchia
Il robot-chirurgo è sensibile:
dosa la forza come un uomo
I
robot chirurgici riducono errori e
rischi d’infezione, ma non possono competere con gli uomini su percezione e regolazione della forza. Almeno finora: alcuni ricercatori dell’Università di Harvard hanno infatti
realizzato millimetrici sensori di forza, a basso costo, che consentirebbero a braccia robotiche flessibili la
capacità di sentire e regolare la forza
applicata, e quindi di eseguire interventi chirurgici complessi e poco invasivi.
I sistemi robotici destinati alle sale operatorie devono essere piccoli e
i sensori ancora di più, quindi i ricercatori hanno dovuto lavorare su
scala millimetrica. Ispirato alle tec-
niche origami, il nuovo sensore misura 2,7 millimetri (ideale per essere
montato su un endoscopio da 8,6)
ed è composto da quattro strati di
acciaio inossidabile inframmezzati
da strati di polyimide flessibile e rame, lavorati con laser e auto-assemblanti.
Funziona modulando l’intensità
della luce: traduce l’irradianza rilevata in forza da applicare. Il passo
[email protected]
successivo della ricerca è di rendere
il sensore ancora più piccolo e più
robusto, per creare robot chirurgici
flessibili con il senso del tatto.
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Il telefonino misura
il battito cardiaco
anche se è in borsa
F
requenze cardiache e ritmi respiratori potrebbero essere tracciati presto con affidabilità dal cellulare, anche se
non a portata di mano. Al Massachusetts
Institute of Technology, negli Usa, si lavora al progetto BioPhone: un sistema
che decifra i segnali biologici usando
l’accelerometro integrato negli smartphone per catturare i movimenti del
corpo, provenienti dall’innalzarsi del
petto durante la respirazione e dal battito cardiaco. I ricercatori hanno sottopo-
sto una dozzina di persone a normali attività, come stare seduti, alzarsi, sdraiarsi e pedalare, sempre tenendo in tasca
uno smartphone Android (e in alcuni casi
anche in una borsa) e contemporaneamente indossando sensori convenzionali
per la frequenza cardiaca e la respirazione. I risultati stimati dallo smartphone,
rispetto a quelli dei sensori, sono stati in
media sfasati di circa un battito al minuto per il ritmo cardiaco, e di un quarto di
respiro al minuto per la respirazione.
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Sfiori l’anello
e fai scorrere
le diapositive
N
eyya è un anello Bluetooth che
controlla a distanza gli altri dispositivi connessi. Un piccolo touchpad in
grado di far scorrere slide, controllare
volumi e tracce audio, scattare selfie o
silenziare una chiamata in arrivo sullo
smartphone. Si porta al dito: l’indice,
preferibilmente. A pressioni e sfregamenti della superficie corrispondono i
diversi comandi. Con un design unisex,
disponibile in tre misure e in due materiali (titanio o oro), ha una forma
squadrata e la superficie sensibile al
tocco di colore nero su cui si staglia un
piccolo led blu. Neyya non ha tasti di
accensione né app, ma si connette ai
dispositivi Apple e a ogni computer,
sia Mac sia Windows, solo attivandone
il Bluetooth. La batteria può durare fino a tre giorni con un uso poco intensivo e fino a dieci in stand-by; si ricarica in circa 90 minuti. Nato da una
startup indiana, ora basata a San
Francisco, Neyya costa 139 o 179 dollari (a seconda del materiale). La commercializzazione è partita la scorsa
settimana, ma per il momento è solo
online sul sito www.myneyya.com
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DEL 23 NOVEMBRE 2015
ANNO XIX - N. 39
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A cura di MASSIMO FRACARO
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