CORRIE RECONOMIA 21 LUNEDÌ 23 NOVEMBRE 2015 MEDIA & TECH I prodotti, le campagne pubblicitarie Pit Spot a cura di MARCO GASPERETTI, UMBERTO TORELLI e MASSIMO TRIULZI account dove inserire le informazioni personali. Contatti d’emergenza e dati anagrafici, ma anche gruppo sanguigno, allergie, patologie cliniche e medico curante. In caso di necessità, il soccorritore avvicina il suo smartphone ad Amyko per leggere i dati, nel rispetto della privacy: è l’utente che stabilisce quali informazioni rendere pubbliche. Invece sul cinturino è scritto il numero verde da chiamare se lo smartphone del soccorritore non è provvisto di sensore Nfc. Grazie al Gps, inoltre, Amyko monitora la posizione del portatore, utile per anziani e bambini. Ma la gestione dei dati sul cloud non è alla portata di chi ha poca dimestichezza con il web. Pro: anche localizzatore Contro: gestione dati U. TOR MARCA: Wecare PRODOTTO: Amyko PREZZO: 29 euro © RIPRODUZIONE RISERVATA Cellulare Doppio numero e tasti grandi: fine del divario digitale E siste davvero la tecnologia facile (o user friendly come dicono gli americani), capace di abbattere il divario tra nativi digitali e non? Sì, esiste e TechSmart Easy-Phone Senior, prodotto da TechMade, ne è un riuscito esempio. Il telefonino è stato progettato con tasti grandi e leggibili e una forma che ricorda il telefono senza fili di casa. Il risultato è un utilizzo facile e veloce che sarà apprezzato da chi dal cellulare vuole semplicità ed efficienza. Dotato di tecnologia dual sim (si possono inserire due carte sim e dunque avere due numeri di telefono), TechSmart Easy è anche a cura di ALDO GRASSO [email protected] utile in caso di pericolo perché consente di pre-impostare tre tasti Sos con i numeri da chiamare in automatico. Uno di questi tasti, rosso, si trova sul dorso del telefono per un accesso più rapido. I difetti? Non ci sono app dedicate. Pro: semplice ed economico Contro: non ha le app, tecnologia limitata in collaborazione con MASSIMO SCAGLIONI La vita quotidiana e l’amore nei volti di Radio Deejay M. GA. MARCA: TechMade PRODOTTO: TechSmart EasyPhone PREZZO: 35 euro V © RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre i tablet La selezione delle proposte low cost di TrekStor, Asus, Lenovo, Toshiba. Prezzi sotto i 300 euro Portatili Piccoli e convenienti Il ritorno dei «net computer» I mini notebook funzionano quasi come i Pc. E costano un quarto DI MARCO GASPERETTI O rmai la chiamano la dittatura dei tablet. E non è un’esagerazione se si pensa che, secondo gli analisti di mercato (fonte Canalys), nel 2017 saranno 400 milioni i tablet venduti nel mondo. Le tavolette hanno oscurato negli ultimi anni i piccoli notebook portatili, i netcomputer, che sembravano essere diventati i killer device capaci di annichilire tutti i concorrenti. Ma proprio nel momento più oscuro dei piccoli computer, ecco che si registra una loro rinascita, seppure parziale. Adesso si fanno chiamare mini notebook, pesano spesso meno di un chilo, hanno display tra gli 8 e i 14 pollici e alcuni di loro sono convertibili, cioè hanno lo schermo staccabile e touch che si trasforma in tablet. Il CONFRONTO I mini notebook TrekStor SurfTab Twin 10.1 Asus X205Ta Pro: prezzo e versatilità Contro: L’attacco della tastiera è poco pratico Prezzo: 219 euro Pro: ottimo display Contro: non è convertibile Prezzo: 239 euro Lenovo MIIX 300 Pro: design Contro: batterie con poca autonomia Prezzo: 239 euro Pro: è leggero Contro: tasti piccoli Prezzo: 299 euro Le caratteristiche Perché può essere utile acquistarli? Innanzitutto, i mini notebook sono computer a tutti gli effetti, con un sistema operativo (le nuove versioni hanno installato Windows 10) identico a quello dei fratelli maggiori; inoltre funzionano con programmi veri (come Office), hanno una tastiera e costano poco. Fra i loro pregi si segnala così la maggiore versatilità soprattutto per chi, lavoratore nomade, si deve collegare a uffici con sistemi non compatibili con i tablet. E l’essere un vero, piccolo computer, con tastiera non virtuale e buona auto- Fonte: elaborazione CorrierEconomia su dati delle aziende nomia di lavoro. E i difetti? La potenza, la memoria e la qualità dello schermo non sono paragonabili a quelli dei portatili più grandi (che però possono costare quattro o cinque volte di più). A volte, poi, le tastiere staccabili danno qualche problema in movimento. Corriere Economia, nella sua scelta, ha privilegiato proprio il prezzo. Il parare dalla tastiera, dunque si trasforma in tablet. Inoltre, nonostante il prezzo stracciato, ha un buon sistema touch e una buona visibilità. SurfTab è stato tra i primi ad avere installato Windows 10 (una rivoluzione nei dispositivi mobili) e lavorarci, soprattutto se si ha un appoggio sicuro, non fa rimpiangere troppo la scrivania. I difetti? Il peso è un po’ superiore alla media e l’attacco tastiera-schermo è poco pratico. Luminosità e leggerezza Toshiba Satellite Click Mini Pparra più conveniente è il SurfTab Twin 10.1 della tedesca TrekStor (costa poco più di 219 euro), seguono il buon Asus X205Ta (239 euro), Lenovo MIIX 300 (289) e Toshiba Satellite Click Mini (299). SurfTab twin 10.1 di TrekStor è probabilmente il dispositivo migliore nel rapporto prezzo-prestazione. Il display touch da 10,1 pollici si può se- Persone, reti e consumi È di buon livello l’impostazione costruttiva di EeeBook X205TA di Asus, un altro low cost. Ci è piaciuto molto il display da quasi 12 pollici, molto luminoso e ben contrastato. La decisione di installare Office in promozione — è gratis per un anno — è azzeccata. Buona anche la tastiera integrata: ha il limite di non staccarsi dallo schermo, ma consente di scrivere molto velocemente senza refusi. Lenovo MIIX 300 si contraddistingue per il design, la leggerezza e la buona tastiera, una manna dal cielo per chi deve digitare lunghi documenti quando è in movimento. Quello che ci è piaciuto meno è la scarsa autonomia della batteria (circa sette ore) e il touchpad poco efficace. Infine, ecco il più caro, ma anche il più sofisticato, della nostra prova: il Satellite Click Mini, firmato da Toshiba. La sua forza sta nelle dimensioni e nel peso. Lo schermo da 8,9 pollici può non piacere a tutti, ma la risoluzione è ottima e lavora in alta definizione (Full Hd). Lo schermo è staccabile e gli attacchi sono ben progettati. L’autonomia, poi, supera abbondantemente le 11 ore. Fra i difetti segnaliamo la tastiera (tasti troppo piccoli) e il design, migliorabile. Ma la qualità c’è tutta e il prezzo leggermente superiore ai concorrenti è in linea con il prodotto. [email protected] isualizzare una radio. Di più, raccontarla, mostrare il suo volto che si concretizza nei milioni di persone che la ascoltano, che ne fanno un punto di riferimento nella loro vita quotidiana. Un’operazione singolare, e molto riuscita, quella del film realizzato da FilmMaster (regia di Federico Brugia, Agenzia Studio Marani) per Radio Deejay che si intitola «One Love». Il tutto, in realtà, nasce da una curiosa operazione dal basso, un concorso lanciato fra gli ascoltatori della radio che partiva da una domanda: «Come rappresenteresti Radio Deejay?». Sono nate numerose idee, e alla fine si è scelto di realizzare «One Love». Il concept è molto semplice: la macchina da presa segue le vicissitudini di una giovane coppia, la loro love story segnata dalle «prime volte». Si comincia dai banchi di scuola: lui e lei stanno preparando un compito, ed ecco che scatta la scintilla. Inizia così una lunga avventura, fra campeggi, auto in panne, festeggiamenti per i 18 anni, via via fino alla laurea, alla fatidica dichiarazione, al primo figlio. In tutti questi anni, ad accompagnare la storia di questo semplice amore, una presenza costante e discreta: quella di Radio Deejay. Che punteggia alcuni momenti importanti delle routine quotidiane, nei mille modi in cui oggi si può ascoltare: su una vecchia radiolina a transistor, in auto mentre si va al lavoro, in tram con delle cuffie col- legate a un device mobile. La discreta presenza nella vita dei due innamorati è rappresentata dai volti della radio, che compaiono nei posti più impensati: ci sono La Pina (in modalità cameriera di una pizzeria) e poi Albertino, Nicola Savino, e tutti quei nomi che caratterizzano il palinsesto di Deejay. Alcune facce delle star radiofoniche diventano immagini di diari, tazze, calendari, arbre magique, un pacco di biscotti, una pallina dell’albero di Natale, la pagina di un quotidiano… Fino al finale a sorpresa. I due neo-genitori sono al parco con la propria bambina, e cercano di strappare alla piccola la prima parola: papà, mamma, papà… Ma la bimba ha già le idee chiare, e su suggerimento di Linus, il direttore artistico che sta correndo nel parco, tira fuori un «One Nation, One Station», ovvero il leitmotiv di Deejay. Chiude la didascalia «One Love». A contribuire alla riuscita del film, diffuso viralmente online e attraverso alcune reti tv nazionali, una bella versione di «Rather Be» dei Clean Bandit. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA SUPPLEMENTO DELLA TESTATA Metropolis a cura di Cristina Pellecchia Il robot-chirurgo è sensibile: dosa la forza come un uomo I robot chirurgici riducono errori e rischi d’infezione, ma non possono competere con gli uomini su percezione e regolazione della forza. Almeno finora: alcuni ricercatori dell’Università di Harvard hanno infatti realizzato millimetrici sensori di forza, a basso costo, che consentirebbero a braccia robotiche flessibili la capacità di sentire e regolare la forza applicata, e quindi di eseguire interventi chirurgici complessi e poco invasivi. I sistemi robotici destinati alle sale operatorie devono essere piccoli e i sensori ancora di più, quindi i ricercatori hanno dovuto lavorare su scala millimetrica. Ispirato alle tec- niche origami, il nuovo sensore misura 2,7 millimetri (ideale per essere montato su un endoscopio da 8,6) ed è composto da quattro strati di acciaio inossidabile inframmezzati da strati di polyimide flessibile e rame, lavorati con laser e auto-assemblanti. Funziona modulando l’intensità della luce: traduce l’irradianza rilevata in forza da applicare. Il passo [email protected] successivo della ricerca è di rendere il sensore ancora più piccolo e più robusto, per creare robot chirurgici flessibili con il senso del tatto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il telefonino misura il battito cardiaco anche se è in borsa F requenze cardiache e ritmi respiratori potrebbero essere tracciati presto con affidabilità dal cellulare, anche se non a portata di mano. Al Massachusetts Institute of Technology, negli Usa, si lavora al progetto BioPhone: un sistema che decifra i segnali biologici usando l’accelerometro integrato negli smartphone per catturare i movimenti del corpo, provenienti dall’innalzarsi del petto durante la respirazione e dal battito cardiaco. I ricercatori hanno sottopo- sto una dozzina di persone a normali attività, come stare seduti, alzarsi, sdraiarsi e pedalare, sempre tenendo in tasca uno smartphone Android (e in alcuni casi anche in una borsa) e contemporaneamente indossando sensori convenzionali per la frequenza cardiaca e la respirazione. I risultati stimati dallo smartphone, rispetto a quelli dei sensori, sono stati in media sfasati di circa un battito al minuto per il ritmo cardiaco, e di un quarto di respiro al minuto per la respirazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sfiori l’anello e fai scorrere le diapositive N eyya è un anello Bluetooth che controlla a distanza gli altri dispositivi connessi. Un piccolo touchpad in grado di far scorrere slide, controllare volumi e tracce audio, scattare selfie o silenziare una chiamata in arrivo sullo smartphone. Si porta al dito: l’indice, preferibilmente. A pressioni e sfregamenti della superficie corrispondono i diversi comandi. Con un design unisex, disponibile in tre misure e in due materiali (titanio o oro), ha una forma squadrata e la superficie sensibile al tocco di colore nero su cui si staglia un piccolo led blu. Neyya non ha tasti di accensione né app, ma si connette ai dispositivi Apple e a ogni computer, sia Mac sia Windows, solo attivandone il Bluetooth. La batteria può durare fino a tre giorni con un uso poco intensivo e fino a dieci in stand-by; si ricarica in circa 90 minuti. Nato da una startup indiana, ora basata a San Francisco, Neyya costa 139 o 179 dollari (a seconda del materiale). La commercializzazione è partita la scorsa settimana, ma per il momento è solo online sul sito www.myneyya.com © RIPRODUZIONE RISERVATA DEL 23 NOVEMBRE 2015 ANNO XIX - N. 39 Direttore responsabile LUCIANO FONTANA Vicedirettore vicario BARBARA STEFANELLI Vicedirettori DANIELE MANCA ANTONIO POLITO (Roma) VENANZIO POSTIGLIONE GIAMPAOLO TUCCI © 2015 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Sede legale: via A. Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 490 del 16 settembre 2003 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo prodotto può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. REDAZIONE E TIPOGRAFIA Via Solferino, 28 - 20121 Milano Tel. 02-62821 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIR. COMMUNICATION SOLUTIONS Via A. 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