I Musici di Santa Pelagia hanno partecipato a numerose rassegne
musicali e a manifestazioni di risonanza internazionale in Italia e
all’estero tra le quali il Roma Festival Barocco, Les concerts a Saint
Germain (Ginevra), Mille anni di Musica Italiana (Madrid), ottenendo
ampi consensi di pubblico e critica. Di rilevanza internazionale
sono state poi le prime incisioni della Messa per il SS.mo Natale
del 1707 di Alessandro Scarlatti (2004) e l’Oratorio Santa Pelagia
di Alessandro Stradella (2007). L’edizione curata dalla casa
discografica Stradivarius di Milano ha riscosso ampi consensi e
numerosi apprezzamenti su riviste specifiche di musica antica e
barocca (Orfeo, Amadeus, Classic Voice).
Dall’anno 2008 hanno iniziato uno studio monografico sul
violoncellista astigiano Carlo Graziani, artista protagonista nelle
principali corti europee nella seconda metà del XVIII secolo. Il lavoro
prevede l’incisione integrale del corpus musicale del compositore
piemontese — di cui sono stati pubblicati i Concerti e le Sonate per
violoncello — e l’edizione in stampa moderna.
Dal 2006 organizzano Regie Sinfonie, stagione di musica antica e
barocca che ha sede nelle più prestigiose chiese e palazzi torinesi e
ospita ogni anno musicisti di fama internazionale: all’interno della
programmazione trovano spazio numerose opere inedite che sono
incise per prestigiose case internazionali, come le Lamentazioni
per la Settimana Santa di Giovanni Paolo Colonna per la casa
tedesca CPO (2015) e l’oratorio Il Moisè di Baldassarre Galuppi in
programma nella primavera 2016.
Produzioni — I Musici di Santa Pelagia
— musicidisantapelagia.com
I Musici di Santa Pelagia, ensemble torinese di musica antica e
barocca su strumenti originali, dalla sua fondazione nel 2001, ha
posto la valorizzazione di composizioni inedite e sconosciute del
periodo tardo rinascimentale e barocco come obiettivo principale
della propria attività: accanto al repertorio degli autori più famosi
XVII e XVIII secolo, il gruppo attua una ricerca sistematica di musiche
inedite, privilegiando composizioni rare e di grande pregio artistico.
Di particolare rilievo le prime esecuzioni moderne del Ballet du
Temple de la Paix di Jean Baptiste Lully con la direzione di Barthold
Kujieken, l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella, la Messa a
tre voci per sua Altezza Reale Carlo Amedeo di Savoia di M. Cazzati.
Musikalisches
Opfer BWV ����
Regis issu cantio et reliquacanonica arte resoluta
Ricercar a 3
Ricercar a 6
Sonata a traversa, violino e continuo
Largo — Allegro — Andante — Allegro
Thematis Regii elaborationes canonicae
Canon 1 — a 2 cancrizans
Canon 2 — a 2 violini in unisono
Canon 3 — a 2 per motum contrarium
Canon 4 — a 2 per augmentationem, contrario motu
Canon 5 — a 2 per tonos
Fuga canonica in epidiapente
Canon perpetuus super thema Regium
Canon perpetuus
flauto + 2 violini + viola da gamba + cembalo
Quaerendo invenietis
Canon a 2
Canon a 4
Uno dei massimi capolavori di Johann Sebastian Bach: ricercati,
canoni e un’eccezionale triosonata furono composti da Bach sul
Thema Regium assegnatogli da Federico II di Prussia, in occasione
della visita che il compositore fece a Potsdam nel 1747, dove il
figlio Carl Philipp Emanuel ricopriva il ruolo di Kammer-Cembalist.
Ritornato a Lipsia Bach riprese in mano lo stesso tema reale
per rielaborarlo in diverse forme e scrivere quel ciclo tripartito di
canoni e fughe, più una sonata per flauto e violino, dedicato al
sovrano e conosciuto con il titolo di Musikalisches Opfer. Passando
dalla musicalità profonda di stile cameristico della sonata, in cui il
contrappunto e la fuga sono gli aspetti caratterizzanti e salienti
del discorso sonoro e culminando con una per tra le più elaborate
fughe scritte dall’autore, l’Offerta musicale si presenta come l’opera
monumentale di un maestro intento a trarre le conclusioni non
soltanto dell’esperienze di una vita, ma di un’intera età.
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Johann Sebastian Bach
Pièces de clavecin
en Concert
Premier Concert
La Coulicam
La Livri — Rondeau Gracieux
Le Vézinet
Quatrième Concert
La Pantomime
L’Indiscrète — Rondeau
La Rameau
Deuxième Concert
La Laborde
La Boucon — Air Gracieux
L’Agaçante
Premier Menuet — Deuxième
Menuet
Cinquième Concert
La Forqueray — Fugue
La Cupis
La Marais
flauto + violino + viola da gamba + cembalo
Troisième Concert
La La Poplinière
La Timide — Premier Rondeau —
Deuxième Rondeau
Premier Tamourin — Deuxième
Tambourin en Rondeau
Dalla Francia del Settecento, l’opera di un perfetto ‘uomo dei lumi’,
raffinato teorico e celebre compositore, Jean-Philippe Rameau
è l’autore del Traité de l’Harmonie, che resterà per due secoli un
riferimento per musicisti e compositori. Successore della generazione
precedente dominata dalla figura di François Couperin, Rameau
ne sviluppa lo stile con una scrittura infinitamente più consistente.
Di lui, molto più tardi, Claude Debussy dirà «Noi abbiamo una
pura tradizione francese nell’opera di Rameau, fatta di tenerezza
delicata e affascinante». Pubblicate per la prima volta nel 1741,
le Pièces de clavecin en concert avec un violon ou une flûte et un
viole ou un deuxième violon consistono in cinque Concerts, in realtà
nella struttura apparentati più con la suite che con il vero e proprio
concerto. Al clavicembalo è assegnato un ruolo concertante che
le altre parti strumentali, per quanto raffinate, semplicemente
sostengono. La direzione è decisamente orientata verso una
concezione prettamente cameristica del concerto, con una
scrittura che esplora tutte le possibilità musicali dello strumento
protagonista.
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Jean-Philippe Rameau
Il Cimento dell’Armonia
e dell’Inventione
Concerto in mi maggiore op. 8 n. 1
La primavera RV 269
Allegro — Largo — Danza pastorale
Concerto in sol minore op. 8 n. 2
L’estate RV 315
Allegro ma non molto — Adagio e piano.
Presto e forte — Presto
Concerto in fa maggiore op. 8 n. 3
L’autunno RV 293
Allegro — Adagio molto — Allegro ‘Caccia’
3 violini + viola + violoncello + contrabbasso + cembalo
Concerto in fa maggiore op. 8 n. 4
L’inverno RV 297
Allegro non molto — Largo — Allegro
La raccolta dei dodici concerti che formano Il Cimento, pubblicata
la prima volta ad Amsterdam presso Le Cène e dedicata al conte
Wenzel von Morzin (cugino del futuro protettore di Haydn),
deve la sua straordinaria popolarità ai primi quattro concerti,
dedicati ciascuno a una delle quattro stagioni. Nella prefazione,
Vivaldi stesso notava che molto tempo prima dell’anno di
pubblicazione, il conte Morzin aveva ascoltato “con benevolenza”
questi concerti, a conferma della grande celebrità di cui già allora
godevano, soprattutto La Primavera. In questi concerti, notevole
è l’uso strumentale e coloristico che Vivaldi fa degli archi. La sua
ingegnosità nell’inventare nuovi timbri, e nuovi accostamenti,
sembra non avere limiti. Tutte le tecniche d’arco sono presenti:
gli energici unisoni per la tempesta, la sordina per gli uccelli, il
contrasto frequente tra arco e pizzicato, le corde pizzicate. I sonetti
che introducono i singoli concerti sono di autore ignoto e furono
composti verosimilmente in un periodo successivo, con l’intento di
fissare le immagini descritte da Vivaldi attraverso la musica.
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Antonio Vivaldi
Méditations
pour la Carême
Marc Antoine Charpentier
André Campra
Méditations pour la Carême
per hautecontre, taille,
basse e continuo
Quam dilecta per hautecontre,
taille, basse e continuo
Motets à I, II et III voix
Livre premier — Parigi 1710
contralto + tenore + basso + 2 violini + viola da gamba + cembalo opp. organo
Desolatione desolata
est terra H. 380
Sicut pullus hirundinis H. 381
Tristis est anima mea H. 382
Ecce Judas H. 383
Cum cenasset Jesus H. 384
Quarebat Pilatus
dimittere Jesum H. 385
Tenebrae factae sunt H. 386
Stabat mater dolorosa H. 387
Sola vivebat in antris H. 388
Tentavit Deus Abraham H. 389
Salvum me fac per due violini,
hautecontre, taille, basse e continuo
Motets à I, II et III voix
Livre quatrième — Parigi 1706
Immensus es Domine per due violini,
hautecontre, taille, basse e continuo
Motets à I, II et III voix
Livre second — Parigi 1711
+ musica strumentale
alternata ai mottetti
Da sempre le liturgie legate alla morte offrono molti spunti
ai compositori per dimostrare la loro bravura e sono inoltre
commissioni retribuite generosamente dai nobili committenti: le
esequie solenni sono la dimostrazione estrema della potenza della
famiglia, che non bada a spese nell’organizzare il rito funebre e
ingaggia compositori e musicisti per ricordare il caro estinto. Nel
caso delle liturgie che ricordano la Passione di Cristo, i riti che si
concentrano nella Settimana Santa donano ai compositori testi
estremamente interessanti da rappresentare musicalmente, con
organico di qualunque dimensione. Le Méditations pour la Carême
sono state scritte da Marc Antoine Charpentier per un istituto
religioso di cui si sono perse le tracce e utilizza un organico assai
modesto (tre voci e basso continuo) per dieci brevi composizioni
che alternano allo stile misurato del mottetto antico il dialogo tra
i protagonisti della Passione di Cristo (Pietro, Pilato, Maddalena)
in una forma quasi teatrale. La produzione di Mottetti di Andrè
Campra è invece molto vasta e conta nei primi anni del XVIII secolo
cinque edizioni con numerose ristampe: in queste raccolte il giovane
compositore tocca tutti gli organici possibili, dal mottetto a voce
sola e basso continuo ai grandi mottetti per coro e orchestra: in
questo programma sono raccolti i mottetti più interessanti per 3
voci, violini e basso continuo.
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Marc Antoine Charpentier + André Campra
Sonate e cantate
dalla Biblioteca
Nazionale di Torino
Sonata per due violini e basso continuo
in la maggiore op. I n. 9 RV 75
Alla caccia dell’armi e dei cori
Cantata per contralto
e basso continuo RV 670
Sonata per due violini e basso continuo
in sol maggiore op. I n. 1 RV 73
Qual per ignoto calle
Cantata per contralto
e basso continuo RV 677
contralto + 2 violini + violoncello + fagotto + cembalo
Sonata per due violini e basso continuo
in re minore op. I n. 12 RV 63
Antonio Vivaldi e la città di Torino intrecciano in modo del tutto
casuale le loro storie: se da un lato non esiste una prova certa di
un soggiorno torinese del Prete Rosso e lo stesso non dedicò mai
alcuna composizione a personalità di spicco della corte sabauda,
dall’altro Torino si è trasformata da quasi un secolo nella capitale
mondiale degli studi vivaldiani, vista l’ingente quantità di autografi
che sono conservati nella biblioteca nazionale della città. Ma le
vicende che hanno condotto le composizioni di Vivaldi nell’antica
capitale sabauda potrebbero servire da spunto per la trama di un
film storico-poliziesco, dalla metà del Settecento agli Anni Trenta del
secolo scorso: le vicissitudini infatti intrecciano le più elevate famiglie
nobiliari italiane con questi preziosissimi documenti che in seguito,
del tutto fortuitamente, vengono riuniti nella Torino degli anni Venti
e Trenta. Le Sonate e le Cantate di questo programma sono state
composte per i concerti privati che erano organizzati regolarmente
dalle ragazze dell’Ospedale della Pietà di Venezia, dove Vivaldi era
insegnante: attraverso le composizioni vivaldiane le giovani musiciste
potevano esibire le loro abilità strumentali e vocali con passaggi
virtuosistici e parti più intime e drammatiche.
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Antonio Vivaldi
Vespro di San Luigi
dei Francesi
Arcangelo Corelli 1653 — 1713
Sonata op. 1 n. 1 in fa maggiore
Canto piano
Domine quinque talenta
Alessandro Melani 1639 — 1703
Dixit Dominus a 8
doppio coro a 8 voci + 2 violini + viola + violoncello + cornetto + 3 tromboni + 2 organi
Antonio Maria Abbatini 1595 — 1680
Euge serve bone a 8
Alessandro Melani
Laudate pueri Dominum
a 5 con ripieni
Canto piano
Serve bone
Alessandro Melani
Laudate Dominum a 9
Arcangelo Corelli
Sonata op. 3 n. 11 in sol minore
Alessandro Melani
Confitebor à due Canti con Sinfonia
Obue, Viola, Trombe e Repieno
Canto piano
Iste confessor
Canto piano
Fidelis servus
Girolamo Chiti 1679 — 1759
Hic vir
Canto piano
Beatus vir
Alessandro Melani
Magnificat a 5 concertato,
un soprano e ripieni
Antonio Maria Abbatini
Beatus ille a 8
Arcangelo Corelli
Sonata op. 3 n. 2 in re maggiore
Le celebrazioni patronali delle chiese romane hanno da sempre
rivestito un ruolo cruciale nella vita cittadina: grazie a questi
festeggiamenti le parrocchie potevano dimostrare la loro
importanza e rinforzare i legami all’interno del complesso sistema
diplomatico dello Stato della Chiesa. Le stesse ricorrenze sono
inoltre l’occasione per decine di maestri di cappella di eseguire nuove
composizioni, spesso scritte per l’occasione. Il caso di San Luigi dei
Francesi è particolarmente interessante per lo sfarzo che la chiesa
ambasciatrice di Francia usava nella festa di San Luigi IX re di
Francia il 25 agosto: lo dimostrano le composizioni di fine Seicento
scritte per la ricorrenza e i registri di pagamento dei musicisti che
prevedevano, oltre alla cappella ordinaria di otto cantori, altrettante
voci di rinforzo con raddoppi strumentali. L’apice della rigogliosità
si raggiunge con Alessandro Melani e con le sue composizioni eredi
dello stile antico, ma allo stesso tempo aperte alle influenze del
neonato concerto grosso. Sotto la direzione di Melani artisti del
calibro di Arcangelo Corelli e Bernardo Pasquini contribuirono alla
piena riuscita delle tre liturgie Vespro della vigilia, messa e vespro del
giorno della festa in cui si articolava la ricorrenza.
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Autori della scuola romana
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