una realizzazione di —
con il patrocinio di —
e il sostegno di —
in collaborazione con —
partner tecnico —
dieci anni di regie sinfonie —
Decima edizione di Regie Sinfonie: la stagione di musica barocca di Torino
celebra nel 2015 — 2016 il suo primo importante traguardo, dieci anni in
compagnia di pubblico e artisti eccezionali, più di cento concerti di musica
sublime, dalle pagine più celebri del XVII e XVIII secolo alle prime esecuzioni
moderne di veri e propri capolavori ormai dimenticati che, grazie a Regie
Sinfonie, sono tornati alla luce.
Sarebbe davvero impossibile citare uno per uno i musicisti che hanno
contribuito con la loro arte alla piena riuscita di questa manifestazione:
ai solisti e ai gruppi ospitati in queste dieci edizioni vada il nostro più
sentito ringraziamento per la grande occasione estetica e culturale che ci
hanno offerto. Ma il ringraziamento più grande va a tutti i Musici di Santa
Pelagia, che con costanza, impegno e dedizione hanno prodotto in questi
anni concerti di altissimo livello, nonostante le difficoltà che il contesto
finanziario generale e la sensibile contrazione di risorse pubbliche hanno
generato. Sono loro, i nostri musicisti, i principali artefici della riuscita della
manifestazione.
La decima edizione vuole concentrarsi su quattro diversi aspetti della
musica barocca europea e su tre aree geografiche, per sviluppare in
profondità i programmi e gli autori eseguiti. Questa visione organica della
programmazione sarà ulteriormente approfondita nelle prossime due
edizioni di Regie Sinfonie e garantirà una continuità di programmazione che
accompagnerà il pubblico ad una scoperta consapevole ed informata della
musica barocca. Ecco quindi i focus di Regie Sinfonie:
Forme e persone:
— la musica sacra inedita italiana del XVII secolo
— il grande repertorio francese del XVIII secolo
— la sonata per violino e clavicembalo in J.S. Bach e W.A. Mozart
— la forma dell’oratorio, dell’intermezzo e della serenata come teatro senza teatro
Luoghi:
— Venezia e la repubblica dei Dogi
— Parigi e la corte di Versailles
— Le corti tedesche di principi, vescovi, re e imperatori
Oltre alla linea grafica e alla comunicazione, completamente rinnovate,
Regie Sinfonie vuole offrire al pubblico di più: per alcuni concerti ci sarà la
possibilità di partecipare al backstage, la preparazione finale degli artisti
e dei loro strumenti pochi minuti prima dell’esibizione, mentre per altri
concerti il divertimento sarà rivolto ai più giovani, bambini e ragazzi, con
attività musicali che comprenderanno tutta la famiglia e laboratori didattici
che presenteranno gli strumenti protagonisti dell’esecuzione.
Con queste premesse e con il calore che il pubblico garantirà a tutti i
concerti, Regie Sinfonie sarà un’esperienza esaltante, ricca di emozioni e
musica fantastica: i Musici di Santa Pelagia sono pronti, e voi?
Alessandro Baudino — direttore artistico
regione piemonte —
Nel corso degli anni, sono andate crescendo e affermandosi proposte
artistiche di qualità che hanno vivacizzato l’offerta di località grandi e
piccole, tratteggiando un palinsesto sempre più ampio di preziose occasioni
di fruizione. Oggi la composita offerta culturale rappresenta ormai un
fattore di caratterizzazione del Piemonte, riconosciuto a livello nazionale e
internazionale, nonché una fonte di opportunità di sviluppo turistico.
I concerti di questa decima stagione di musica antica de I Musicisti di Santa
Pelagia costituiscono un importante tassello nel mosaico delle proposte che
la città di Torino e il territorio piemontese offrono agli appassionati delle
diverse espressioni dell’arte musicale.
La realizzazione di un calendario di appuntamenti capace di intrecciare
differenti proposte musicali di qualità, sottolinea anche quest’anno la
vocazione internazionale della stagione di Regie Sinfonie e l’immutata
qualità dei professionisti.
Nell’assolvere al proprio compito di promozione della cultura, la Regione
Piemonte svolge un ruolo di interlocutore nei confronti del molteplice
panorama di realtà che animano la scena musicale regionale, fonte primaria
di un ricco calendario di iniziative sul territorio ed espressione tangibile del
dinamismo piemontese nel settore.
Il credito che in questi anni questa rassegna ha sempre ottenuto, continua
ad essere motivo dell’interesse dimostrato dalla Regione Piemonte, che
conferma anche per questa stagione, il suo sostegno.
Antonella Parigi — assessore alla cultura e al turismo
calendario —
— 3 ottobre
Palazzo Barolo
Trascrizione continua
I Musici di Santa Pelagia
Maurizio Fornero — direzione
— 24 ottobre
Palazzo Barolo
Il violino di Johann Sebastian Bach
Roberto Ranfaldi — violino
Maurizio Fornero — clavicembalo
— 7 novembre
Arciconfraternita della Misericordia
Il Re Sole si è spento
I Musici di Santa Pelagia
Maurizio Fornero — direzione
— 21 novembre
Palazzo Barolo
Il Suono della Storia
Noelia Reverte Reche — viola da gamba
Mario Stefano Tonda — virginale
— 12 dicembre
Arciconfraternita della Misericordia
In Nativitate Domini Canticum
I Musici di Santa Pelagia
Giuseppe Maletto — direzione
! 2015
! 2016
— 23 gennaio
Palazzo Barolo
Italiani in Francia, francesi in Italia
Accademia del Ricercare
Vittoria Panato + Manuel Staropoli + Antonio Fantinuoli + Claudia Ferrero
— 13 febbraio
Palazzo Barolo
Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart
Roberto Ranfaldi — violino
Maurizio Fornero — pianoforte
— 12 marzo
Arciconfraternita della Misericordia
Venezia e la Cappella di San Marco
Cantica Symphonia
Giuseppe Maletto — direzione
— 16 aprile
Palazzo Barolo
Tesori sommersi
I Musici di Santa Pelagia
Maurizio Fornero — direzione
— 7 maggio
Chiesa di Santa Pelagia
Ascensio Domini
Ensemble Euridice
Massimo Lombardi — direzione
— 28 maggio
Palazzo Barolo
Concerto di chiusura
I Musici di Santa Pelagia
Maurizio Fornero — direzione
musica sacra italiana inedita —
Il repertorio sacro italiano del Seicento e del primo Settecento è una
miniera di composizioni molto interessanti che giacciono negli archivi e
nelle biblioteche di tutta la penisola: il mercato discografico, soprattutto
internazionale, richiede sempre più questo tipo di repertorio che risulta
quasi inesplorato e può dare modo a giovani artisti di dimostrare appieno le
loro potenzialità.
Il 12 marzo 2016 si vorrà dare spazio alla musica veneziana del primo
Seicento con un concerto dei Cantica Symphonia diretti da Giuseppe
Maletto: con la Messa in Illo Tempore di Claudio Monteverdi e i mottetti di
Andrea Gabrieli si vorranno ricordare questi autori centrali per lo sviluppo
della musica del XVII secolo.
L’Ensemble Euridice, diretto da Massimo Lombardi, ripercorrerà il 7 maggio
2016 nella chiesa di Santa Pelagia, la musica di Claudio Monteverdi,
attraverso opere sacre dei due tra i massimi compositori del tempo.
musica francese del XVIII secolo —
La musica francese del XVIII secolo è sicuramente tra i cardini fondamentali
della storia della musica, base e ispirazione per il resto del mondo: il gusto
francese caratterizza infatti numerose composizioni di autori celebri
da Bach a Haendel, Telemann e Mozart e la predilezione per la musica
da danza (generatrice della suite orchestrale) e per il clavicembalo in
particolare suggerirà a numerosi compositori pagine uniche. La città di
Torino e Palazzo Barolo (sede della maggior parte dei concerti e casa di
Giulia Falletti di Barolo, già Juliette Colbert) hanno poi un legame e una
predilezione per la cultura e la società francese, così connessa con quella
sabauda e così radicata in tutti gli strati della popolazione, che risulta quasi
scontato avere tra le linee guida del triennio un omaggio al paese d’Oltralpe.
Nel corso della stagione 2015/2016 saranno numerosi i concerti di musica
francese, ad iniziare dal concerto del 7 novembre 2015, dove I Musici di
Santa Pelagia eseguiranno il De Profundis di Michel Richard De Lalande e
le Meditations pour la Carême di Marc-Antoine Charpentier, tra i principali
autori della corte di Luigi XIV, di cui ricorre nel 2015 il terzo centenario della
morte. Il De profundis in particolare è stato eseguito durante le esequie
del Re Sole ed offre uno spunto di analisi interessante della musica sacra
francese del primo Settecento.
Il 12 dicembre 2015 il tradizionale concerto natalizio vedrà i Musici di
Santa Pelagia cimentarsi nell’oratorio In Nativitate Domini canticum e
nella Messe de Minuit di Marc-Antoine Charpentier: sotto la direzione di
Maurizio Fornero il nutrito gruppo vocale e strumentale eseguirà alcune tra
le più celebri pagine di musica natalizia francese, accompagnando solisti
specializzati in questo repertorio.
L’Accademia del Ricercare infine presenterà il 23 gennaio 2016 un
programma dal titolo Italiani in Francia, francesi in Italia: il gruppo torinese
offrirà un ulteriore spunto di analisi sul rapporto tra stile italiano e francese,
attraverso i viaggi e le composizioni dei più celebri compositori dei due paesi.
ciclo bach + mozart —
Il percorso che vuole analizzare le maggiori composizioni scritte per un
particolare organico strumentale si articolerà in un ciclo triennale di concerti
intitolato Bach + Mozart, tutti interpretati dalla spalla dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della RAI di Torino Roberto Ranfaldi, accompagnato al
clavicembalo dal direttore dei Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero: il
duo, che ha al proprio attivo numerosi concerti in formazione cameristica
e in orchestra, proporrà l’integrale delle sonate per violino e clavicembalo
e alle partite per violino solo di Johann Sebastian Bach (sei sonate e sei
partite) e l’integrale delle 16 sonate per violino e pianoforte di Wolfgang
Amadeus Mozart. Anche in questo caso il pubblico avrà così la visione
d’insieme di un repertorio così intimo e intenso, entrato a far parte della
storia delle arti: i due appuntamenti in cartellone nella stagione 2015/2016
saranno il 24 ottobre 2015 e il 13 febbraio 2016.
teatro senza il teatro —
La quarta tematica vuole in certo modo completare l’offerta artistica dei
Musici di Santa Pelagia della stagione e proietta l’orchestra verso gli anni
successivi riscoprendo le forme teatrali secondarie dell’intermezzo, della
serenata e dell’oratorio. I Musici di Santa Pelagia vogliono infatti riscoprire
le più importanti forme del Settecento rivalutando le più belle partiture
conservate nel fondo musicale dell’Accademia Filarmonica di Torino, che
custodisce veri e propri tesori del teatro settecentesco. Le grandi pagine
delle opere serie dei compositori più importanti conservate nel fondo sono
accostate a forme teatrali più semplici e di durata più contenuta che
hanno al proprio interno tutte le caratteristiche tipiche del teatro buffo
settecentesco; anche gli oratori, al pari delle serenate e degli intermezzi,
contengono in nuce prodromi teatrali molto evidenti. Gli autori che saranno
presi in esame sono tra i maggiori del secolo, da Leonardo Leo a Niccolò
Jommelli, Nicola Porpora, Baldassarre Galuppi e Antonio Salieri: il 16 aprile
2016 andrà in scena Il Mosè, ovvero Israele dissetata di Baldassarre Galuppi.
educational —
Regie Sinfonie 2015 — 2016 ha previsto un calendario dedicato ai più
giovani, con laboratori musicali che coinvolgeranno tutta la famiglia e
faranno conoscere i protagonisti dei concerti, gli strumenti che saranno
suonati in concerto. Gli appuntamenti avranno luogo a Palazzo Barolo tra le
ore 17.30 e 19.30, in concomitanza di alcuni concerti in cartellone e saranno
tenuti da alcuni degli interpreti con esperienze nella didattica musicale. Il
primo appuntamento del 23 gennaio 2015 sarà incentrato sulla storia del
flauto a cura di Manuel Staropoli. Il 13 febbraio 2016 Maurizio Fornero
porterà i ragazzi a conoscenza dello sviluppo del pianoforte, mentre il 16
aprile 2016 il focus sarà sulla voce, a cura di Chiara Albanese, per concludere
il 28 maggio 2016 con l’approfondimento sul violino a cura di Paola Nervi. I
genitori che vorranno rimanere potranno partecipare insieme ai loro figli ai
laboratori, per conoscere insieme il meraviglioso mondo della musica.
Per partecipare a questi laboratori si potrà acquistare l’Abbonamento
Famiglia che permetterà a tutta la famiglia (2 adulti e 1 o 2 bambini) di
partecipare al laboratorio e al concerto, al costo eccezionale di 20 euro.
backstage —
Questi appuntamenti propongono un dialogo tra gli artisti e il pubblico
prima dei concerti segnalati in cartellone, rivelando le modalità di
svolgimento delle prove e dell’approccio storicamente informato alla
letteratura musicale. Gli appuntamenti di backstage — che si svolgeranno
alle ore 20.00 — sveleranno gli ultimi preparativi dei musicisti e dei loro
strumenti pochi minuti prima del concerto e permetteranno al pubblico di
avere una maggiore conoscenza di ciò che si nasconde dietro l’esibizione.
Questi incontri si inseriscono nell’impegno dei Musici di Santa Pelagia a
sostenere gli artisti e a formare un pubblico consapevole attraverso lo
scambio di esperienze ed emozioni.
3 ottobre — ore 21
Palazzo Barolo
Trascrizione continua
Concerti per clavicembali di Johann Sebastian Bach
Johann Sebastian Bach 1685 — 1750
Concerto in fa minore per clavicembalo e orchestra BWV 1056
Senza indicazione di tempo — Largo — Presto
Maurizio Fornero — clavicembalo
Concerto in do maggiore per due clavicembali e orchestra BWV 1061
Senza indicazione di tempo — Adagio ovvero Largo — Fuga. Vivace
Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo — clavicembalo
Concerto in re minore per tre clavicembali e orchestra BWV 1063
Senza indicazione di tempo — Alla Siciliana — Allegro
Maurizio Fornero + Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo — clavicembalo
Concerto in la minore per quattro clavicembali e orchestra BWV 1065
Senza indicazione di tempo — Largo — Allegro
I Musici di Santa Pelagia
Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo + Federica De Marchi — clavicembalo
Maurizio Fornero — clavicembalo e direzione
Enrico Casazza — spalla
Svetlana Fomina — violino
Efix Puleo — violino
Laura Bertolino — violino
Magdalena Vasilescu — viola
Nicola Brovelli — violoncello
trascrizione continua
— Il Cantor Figuralis di San Tommaso a Lipsia è una carica prestigiosa nella
Germania del XVIII secolo e prevede incarichi molto ampi e diversificati:
oltre alla direzione della musica nelle quattro chiese principali della città, il
Cantor deve scrivere settimanalmente nuove composizioni per le funzioni
domenicali, gestire i rapporti e coinvolgere le altre compagini musicali
cittadine, insegnare ai giovani ragazzi della scuola latina di San Tommaso il
solfeggio, il canto figurato, la grammatica e la retorica, organizzare grandi
eventi musicali per le più importanti feste dell’anno. Il trentottenne Johann
Sebastian Bach è assunto dalla città di Lipsia nel maggio 1723 a seguito
di un concorso pubblico: il compositore, già famoso per essere un grande
virtuoso d’organo e per aver ricoperto incarichi di prestigio a Weimar e
Cöthen, viene scelto non solo per la grande esperienza e per le ineguagliabili
doti compositive, ma anche per l’abilità nella gestione dei grandi eventi
pubblici che aveva dimostrato in passato.
A pochi anni dalla sua elezione Bach si impone sulla vita musicale della città:
capolavori quali i cicli annuali di cantate, gli oratori di Natale e di Pasqua,
le grandi Passioni di Matteo e Giovanni hanno dimostrato il valore del
compositore e garantito un’ottima reputazione con le autorità cittadine;
nella primavera del 1729 viene così proposto a Bach di assumere la direzione
del Collegium Musicum, prestigiosa compagine che raccoglieva i migliori
virtuosi dell’università cittadina e che si incontrava nel Caffè Zimmermann:
qui l’orchestra del Collegium eseguiva cantate profane e concerti
strumentali composti dal proprio direttore. Bach ha quindi la possibilità
di tornare a scrivere musica strumentale e fornisce al Collegium concerti
ex novo o adattamenti di composizioni precedenti: questo è il caso dei
concerti per uno o più clavicembali in programma, dove gli strumenti solisti
originari (solitamente violino, flauto e oboe) sono sostituiti dai clavicembali,
che probabilmente furono suonati dagli stessi figli maggiori di Johann
Sebastian, il primogenito Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel,
virtuosi cembalisti. Il concerto per quattro clavicembali BWV 1065 invece
non ricorre a composizioni precedenti dello stesso autore, ma si riferisce al
concerto di Antonio Vivaldi per quattro violini tratto da L’estro armonico:
Bach, che possedeva una copia dell’edizione olandese di questi concerti
sin dalla gioventù, teneva in grande considerazione i concerti di Vivaldi e si
ispirò a questi per le proprie composizioni, sfruttando in particolare la tipica
gestione dei soli e dei tutti del concerto italiano.
24 ottobre — ore 21
Palazzo Barolo
Il violino di Johann Sebastian Bach
Sonate per violino e cembalo concertato
Johann Sebastian Bach 1685 — 1750
Sonata Terza in mi maggiore a violino solo
e cembalo concertato BWV 1016
Adagio — Allegro — Adagio ma non tanto — Allegro
Partita Quinta in sol maggiore per clavicembalo BWV 829
Præambulum — Allemande — Corrente —
Sarabande — Tempo di Minuetto — Passepied — Gigue
Sonata Sesta in sol maggiore a violino solo
e cembalo concertato BWV 1019
Allegro — Largo — Allegro — Adagio — Allegro
Roberto Ranfaldi — violino
Maurizio Fornero — clavicembalo
dialogo tra pari
— Tra le composizioni da camera, la sonata per strumento e basso continuo
è sempre stata per i compositori un utile veicolo di analisi e di studio delle
potenzialità dello strumento melodico, ed è inoltre un terreno di prova e
di studio per gli esecutori che, attraverso queste composizioni, affinano la
tecnica e mettono in evidenza le loro qualità espressive. A queste ragioni
estetiche si aggiungono motivazioni pratiche: il mercato editoriale, specie
nei paesi tedeschi, è sempre affamato di nuove composizioni di varia
difficoltà per il pubblico borghese che diletta la propria famiglia e gli ospiti
con concerti ed accademie casalinghe. Non stupisce dunque che i principali
compositori del XVIII secolo abbiano dedicato a questa forma una parte
più o meno cospicua del loro catalogo: nel caso di Johann Sebastian
Bach, infatti, l’attenzione per la pubblicazione di opere con un qualche
fine didattico e destinate alla pubblicazione è molto alta ed accompagna
almeno metà della vita del compositore, dagli anni di Cöthen a tutto il
periodo di Lipsia. Le due sonate in programma appartengono agli anni
Venti e alla permanenza di Bach alla corte calvinista del principe Leopold
di Anhalt Cöthen, dove il compositore ebbe la possibilità di sospendere
la scrittura di musica sacra per dedicarsi allo studio delle composizioni
strumentali degli autori più importanti (primi fra tutti Corelli e Vivaldi) e alla
composizione di musica da camera e di concerti strumentali. Bach si ispira
proprio alle Sonate da chiesa in stile italiano per queste due composizioni
che non richiamano le danze in voga in quegli anni, ma alternano movimenti
lenti e veloci; la particolare scrittura di queste sonate non si limita però a
riproporre lo schema consueto di strumento solista accompagnato da un
semplice basso continuo che sostiene la linea superiore, ma indica fin dal
titolo la pariteticità dei due strumenti — violino solo e cembalo concertato
— che in effetti sviluppano un dialogo molto interessante lungo tutto lo
sviluppo dell’opera.
La Partita Quinta BWV 829 appartiene cronologicamente agli anni Trenta
e ai prestigiosi incarichi che la città di Lipsia ha riservato a Bach: anche
in questo caso la partita rientra in un più vasto progetto didattico ed
editoriale, la Klavierübung, «dedicata ai dilettanti e particolarmente agli
intenditori della stessa arte, per l’elevazione dello spirito», quattro volumi
che raccolgono tra altre composizioni minori le sei partite per clavicembalo
solo, il Concerto Italiano BWV 971 e le Variazioni Goldberg. Nella Partita
Quinta si può notare l’influenza dello stile tastieristico francese nella
successione dei movimenti che ripropongono le classiche danze della suite
(allemanda, corrente, sarabanda e giga) precedute da un Praeambulum
incisivo, un grazioso Minuetto e un marcato Passepied.
7 novembre — ore 21
Arciconfraternita della Misericordia
Il Re Sole si è spento
Musiche per le esequie di Luigi XIV
Mottetti di Jean Michel De Lalande,
Marc-Antoine Charpentier e André Campra
Marc-Antoine Charpentier 1643 — 1704
Méditations pour la Carême per hautecontre,
taille, basse e basso continuo **
Desolatione desolata est terra H. 380
Sicut pullus hirundinis H. 381
Tristis est anima mea H. 382
Ecce Judas H. 383
Cum cenasset Jesus H. 384
Quarebat Pilatus dimittere Jesum H. 385
Tenebrae factae sunt H. 386
Stabat mater dolorosa H. 387
Sola vivebat in antris H. 388
Tentavit Deus Abraham H. 389
André Campra 1697 — 1764
Cum invocarem exaudit me Deus, motet à deux voix
Psalme IV per due dessus e basso continuo Livre II 1699 *
Michel Richard De Lalande 1657 — 1726
De profundis S. 23 per soli, coro e orchestra
De profundis
Fiant aures tuae intendentes
Si iniquitates observaveris
Domine Quia apud Te
Sustinuit anima mea
A custodia matutina
Quia apud Dominum
Et ipse redimet Israel
il Grand Motet e le Petites
Méditations della musica francese
— Da sempre le liturgie legate alla morte offrono molti spunti ai
compositori per dimostrare la loro bravura e sono inoltre commissioni
retribuite generosamente dai nobili committenti: le esequie solenni sono
la dimostrazione estrema della potenza della famiglia, che non bada a
spese nell’organizzare il rito funebre e ingaggia compositori e musicisti per
ricordare il caro estinto. Nel caso delle liturgie che ricordano la Passione di
Cristo, i riti che si concentrano nella Settimana Santa donano ai compositori
testi estremamente interessanti da rappresentare musicalmente, con
organico di qualunque dimensione. Il programma di questo concerto vuole
presentare un esempio di musica eseguita durante le esequie di Luigi XIV,
uomo potentissimo di cui ricorrono i trecento anni dalla morte, accostandolo
alle Méditations pour la Carême di Marc-Antoine Charpentier, di concezione
e natura completamente diverse.
Michel Richard Delalande è il compositore di corte che scrive per il Re
Sole e le sue funzioni religiose grandi mottetti polifonici per soli, coro e
orchestra, con uno stile maestoso, senza cadere però nel manierismo
e nell’ampollosità: il De Profundis alterna a sinfonie strumentali alcuni
interventi solistici e corali molto solenni che sottolineano e amplificano
il testo del salmo 129; scritto nel 1689, molti anni prima della morte di
Luigi XIV, fu eseguito il 15 settembre 1715 durante una cerimonia funebre
piuttosto dimessa, se rapportata allo sfarzo della corte di Versailles.
Le Méditations pour la Carême furono invece scritte qualche decennio prima
da Marc-Antoine Charpentier per un istituto religioso di cui si sono perse
le tracce e utilizza un organico assai modesto (tre voci e basso continuo)
per dieci brevi composizioni che alternano allo stile misurato del mottetto
antico il dialogo tra i protagonisti della Passione di Cristo (Pietro, Pilato,
Maddalena) in una forma quasi teatrale.
I Musici di Santa Pelagia
Barbara Zanichelli — premier dessus *
Karin Selva — deuxième dessus *
Annalisa Mazzoni — hautecontre **
Alessandro Baudino — taille **
Matteo Bellotto — basse **
Andrea Nicolotti — basse
Svetlana Fomina — violino primo
Efix Puleo — violino secondo
Magdalena Vasilescu — viola
Nicola Brovelli — violoncello
Mattia Laurella — flauto
Alberto Mattea — oboe
Maurizio Fornero — organo e direzione
21 novembre — ore 21
Palazzo Barolo
Il Suono della Storia
Strumenti antichi tornano a vivere
Concerto eseguito su una viola da gamba pardessus a 5 corde
di Louis Guersan Parigi — 1737
e su un virginale di Johannes e Andreas Ruckers 1604
— per gentile concessione del Maestro Giuseppe Accardi
Marco Antonio Cavazzoni 1485 ca. — 1569
Madame vous avec mon cuor
da Recerchari, motetti, canzoni Venezia — 1523
Marco Facoli 1540 ca.— 1585
Aria della Marchetta Saporita
Aria della Comedia
da Il secondo Libro d’Intavolatura Venezia — 1588
Giulio Caccini 1550 ca. — 1618
Amarilli mia bella
da Le Nuove Musiche Firenze — 1602
Anonimo sec. XVII
Aria di Fiorenza
dal Ms. Chigi QIV 26
Girolamo Frescobaldi 1583 — 1643
Capriccio sopra Fra Jacopino
Capriccio sopra la Battaglia
dal Primo Libro di Toccate aggiunta — Roma — 1637
Bernardo Pasquini 1657 — 1710
Allemanda
Aria con variazioni
Ms. autografo fine sec. XVII
Louis Caix d’Hervelois 1670 — 1759
Suite en Sol majeur
V Livre de pièces pour un pardessus
Prelude
Gay
Aire Louré
La la Fernay — Musette
Lentement
Premier Tambourin
Deuxiem Tabourin
Charles Dollé 1735 — 1755
Sonata III Oeuvre IV
Adagio
Aria gratioso Sarabanda
Allegro ma non troppo
Louis Caix d’Hervelois
La Lestan — Chaconne
V Livre de pièces pour un pardessus
Giuseppe Accardi — moderatore
Noelia Reverte Reche — viola da gamba
Mario Stefano Tonda — virginale
suoni di altri tempi
— La dinastia dei Ruckers, famosi maestri cembalari di Anversa, è legata
indissolubilmente alla diffusione del virginale nei paesi fiamminghi e
d’oltremanica: nelle sue molteplici varianti, a volte noto in Italia come
spinetta, è uno strumento a tastiera a corde pizzicate, esattamente
come il clavicembalo. A differenza di quest’ultimo però il virginale è
caratterizzato dall’avere piccole dimensioni, essendo uno strumento molto
più maneggevole che spesso si suonava poggiato sopra un tavolo. Il motivo
principale per cui il virginale occupa molto meno spazio del più ingombrante
clavicembalo è dovuto al fatto che le corde corrono parallelamente alla
tastiera, sebbene sempre sul piano orizzontale. Anche il suono tra i due
strumenti tende a differenziarsi, più delicato del cembalo, in certi casi meno
ricco di frequenze armoniche e registri ma più adatto ad un uso domestico,
uso per cui fu diffusissimo in Inghilterra nel periodo elisabettiano ed oltre.
Lo splendido strumento che eseguirà questo programma è stato fabbricato
nel 1604 da Johannes Ruckers, figlio maggiore del capostipite della famiglia
Hans.
Il secondo protagonista del concerto è una viola da gamba del 1737 di
Louis Guersan, un pardessus a 5 corde, ovvero lo strumento più acuto della
famiglia delle viole da gamba: questo strumento, complice il suo suono
acuto e cristallino ma allo stesso tempo morbido e avvolgente, era suonato
soprattutto dalle donne, per dilettare gli ospiti dei salotti nobiliari. Come nel
caso del virginale, anche il pardessus era spesso impiegato nelle esecuzioni
domestiche di Hausmusik, pratica molto diffusa tra i nobili e i ricchi borghesi
del XVIII secolo.
Il programma sottolinea le particolarità degli strumenti attraverso composizioni di autori italiani e francesi appena precedenti o contemporanei agli
strumenti scritte appositamente per questi strumenti: le arie cinquecentesche di Cavazzoni, Caccini e Frescobaldi in tipico stile italiano sono giustapposte a una suite e una sonata francesi per pardessus di Caix d’Hervelois e
Dollé, principali compositori per questo tipo di strumento.
le sale dei concerti —
Palazzo Barolo " via delle Orfane 7 — Torino
Tram 13 — 4 — 6
Bus 52 — 67 — 29 — 56
Chiesa di Santa Pelagia " via San Massimo 21 — Torino
Tram 13 — 15
Bus 18 — 61 — 68 — 55 — 56
Arciconfraternita della Misericordia " via Barbaroux 39 — Torino
Tram 13 — 4 — 6
Bus 52 — 67 — 29 — 56
12 dicembre — ore 21
Arciconfraternita della Misericordia
In Nativitate Domini Canticum
Il Natale secondo Marc-Antoine Charpentier
Marc-Antoine Charpentier 1643 — 1704
In Nativitate Domini Canticum
oratorio per soli, coro e orchestra H. 416
Praeludium
Chorus Justorum
Nuit
Réveil des Bergers
Chorus Pastorum
[Recit de l’Ange]
[Choeur]
[Pastor]
Marche des Bergers [Choeur]
[L’Ange seule avec Choeur] Dernier Choeur
Messe de minuit pour Nöel per soli, coro e orchestra H.9
Kyrie eleison
Nöels sur les instruments H.534/3: Joseph est bien marié
Christe eleison
Nöels sur les instruments H.534/4: Or nous dites Marie
Kyrie eleison
Nöels sur les instruments H.534/6: Une Jeune Pucelle
Gloria
Credo
Nöels sur les instruments H.531/2: Laissez paître vos bêtes
[Nöels sur les instruments]: O Dieu que n’etois je en vie
Sanctus
Benedictus
[Nöels sur les instruments]: À minuit fut fait un resveil
Agnus Dei
Valentina Chirico — premier dessus
Chiara Albanese — deuxième dessus
Annalisa Mazzoni — hautecontre
Alessandro Baudino — taille
Dario Previato — basse
Giuseppe Maletto — direzione
I Musici di Santa Pelagia
Enrico Casazza — spalla
Isabella Longo — violino
Magdalena Vasilescu — viola
Nicola Brovelli — violoncello
Manuel Staropoli + Mattia Laurella — flauto
Dana Karmon — fagotto
Maurizio Fornero — organo
un Natale fuori dagli schemi
— La concezione del governo e dello stato nella Francia del XVII e XVIII secolo
è assolutamente centripeta: il fulcro di tutte le decisioni è rappresentato dal
re, Louis XIV, celebre per aver coniato l’espressione «L’État c’est moi» e aver
accentrato su di sé tutto il potere. Conseguenza della monarchia assoluta
è lo sviluppo di una corte e di un apparato burocratico concentrato in un
unico luogo, che possa gestire il governo della nazione ed essere controllato
agevolmente dal monarca stesso. Il castello di Versailles e la città di Parigi si
trasformano dunque nel cuore pulsante della nazione, dove si concentrano
tutte le attività culturali e di rappresentanza, e si offre alla nobiltà e alle
delegazioni straniere l’immagine di una nazione ricca e potente. Allo stesso
modo, le decisioni che riguardano il mondo musicale vengono prese da JeanBaptiste Lully, fido collaboratore del re e suo surintendant de la musique
de la chambre: l’autorizzazione di Lully era necessaria per mettere in scena
un’opera teatrale e dai rapporti intrattenuti con il surintendant dipendeva
la fortuna o la sciagura dei musicisti e dei compositori parigini. In questo
ambiente fortemente influenzato dall’estetica lulliana, Marc-Antoine
Charpentier si destreggiò tra grandi difficoltà: la lunga frequentazione
romana (dal 1667 al 1669) e lo studio con Giacomo Carissimi portarono
Charpentier a prediligere lo stile italiano e a scrivere secondo le sue forme
compositive. Inoltre il legame del compositore con l’ordine dei Gesuiti e
con la famiglia Guise, rivale della famiglia reale, allontanò il compositore
dagli ambienti ufficiali. Gli incarichi e le commissioni giunsero dunque
da famiglie nobiliari lasciate più ai margini della vita di corte e da alcuni
conventi e ordini religiosi per i quali Charpentier scrisse molta musica sacra,
come l’Oratorio In nativitatem Domini canticum H.416 e la Messe de minuit
H.9; da entrambe le composizioni traspare una componente popolare
molto forte: pur mantenendo uno stile compositivo elegante ed austero,
Charpentier presenta il mistero della nascita di Cristo attraverso gli occhi
dei pastori, i veri protagonisti dell’oratorio, testimoni oculari e allo stesso
tempo destinatari del messaggio evangelico. Nella Messa poi, i Nöels della
tradizione popolare francese sono presi pressoché intatti e costituiscono la
struttura stessa della messa: anche in questo caso è come se il compositore
volesse dare la parola al popolo, inserendo temi popolari a sostegno del
testo liturgico ufficiale.
Laboratorio madrigalistico “Gli Scipioni” " Maria Grazia Calcagno + Rita Converso +
Stefania Gariglio + Elena Martin + Rossella Negro — soprani
Nicoletta Ciari + Elena Oberto + Ania Bernas Poggiati + Cristina Videtta — alti
Giuseppe Attardi + Pietro Garavoglia + Alberto Pisoni — tenori
Diego Causin + Pierre Giacomelli + Marco Grattarola + Francesco Maletto — bassi
23 gennaio — ore 21
Palazzo Barolo
Italiani in Francia, francesi in Italia
Musiche di Cavalli, Lully, Piani, Hotteterre, Mascitti, Leclair
Francesco Cavalli 1602 — 1676
Canzon a 3
Jean Baptiste Lully 1632 — 1687
Trio pour la chambre du Roy
Symphonie — Sarabande — Gavotte —
Menuet — Chaconne
Giovanni Antonio Piani 1678 — 1760
Sonata IV op. 1
Preludio: adagio, et affettuoso — Allegro —
Larghetto — Allegro e Spiccato
Jacques Martin Hotteterre 1674 — 1763
Trio in do minore
dalle 6 Sonates en Trio op. 3 Paris — 1712
Prelude: Lentement — Fugue: Gay —
Grave: Doux — Gigue: Vivement
Michele Mascitti 1664 — 1760
Sonata per violino solo e basso continuo
Adagio — Allegro — Largo — Allegro
Jean Marie Leclair 1697 — 1764
Deuxième recreation de Musique
Ouverture — Forlane — Sarabande —
Chaconne — Tambourin
Accademia del Ricercare
Vittoria Panato — violino
Manuel Staropoli — flauto
Antonio Fantinuoli — violoncello
Claudia Ferrero — clavicembalo
musica senza confini
— La circolazione della musica non ha mai conosciuto confini: da sempre
infatti i musicisti hanno viaggiato per l’Europa per prestare servizio nelle
corti e nelle chiese più prestigiose, per imparare lo stile compositivo e
la prassi esecutiva del paese in cui si trovavano e per far conoscere la
concezione estetica della propria terra natale. In questo modo i gusti e gli
stili nazionali erano diffusi e conosciuti in tutto il continente e si delineavano
vere e proprie specialità nazionali, come la suite strumentale, che prendeva
forma dalla predilezione della società francese per il ballo, o il melodramma,
tipico prodotto della cultura italiana. I principi e i sovrani di tutte le nazioni
gareggiavano per avere nella propria cappella validi esecutori stranieri
che dessero un tocco di esotismo alla compagine musicale; i maestri
di cappella erano invece selezionati in base alla loro provenienza e ai
gusti del committente: alcune corti si specializzavano così nell’opera di
stampo italiano, altre preferivano la musica strumentale, altre ancora
prediligevano il balletto, mentre le cattedrali ricercavano compositori con
una solida preparazione contrappuntistica. Così Jean Baptiste Lully venne
selezionato da giovanissimo a Firenze, la sua città natale, oltre che per le
doti di musicista per quelle di danzatore e si trasferì nella corte di Re Sole,
valente ballerino, dove passò il resto della vita, diventando famosissimo e
ricchissimo e ottenendo la naturalizzazione francese dal re in persona.
Vi erano poi altre ragioni che portavano compositori e musicisti
temporaneamente in terra straniera: in occasioni particolari ad esempio
era costume invitare famosi autori stranieri per solennizzare l’evento, come
nel caso delle nozze di Luigi XIV, per le quali venne scelto Francesco Cavalli,
apprezzato compositore di musica teatrale e già famoso a Parigi per
l’esecuzione di alcune sue opere. Altri autori invece, come Piani e Mascitti, si
trasferirono a Parigi per entrare nel fiorente mercato editoriale della città
e ottennero da subito grandi successi con la vendita delle proprie opere
avendo così occasione di proseguire la carriera in altre corti europee. Vi era
infine la ragione educativa che muoveva autori e musicisti per tutta Europa:
molti compositori francesi ad esempio vennero in Italia per formarsi alla
scuola di valenti maestri italiani, come nel caso di Hotteterre e di Leclair che
studiarono rispettivamente con Corelli e Somis.
13 febbraio — ore 21
Palazzo Barolo
Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart
Sonate per violino e pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart 1756 — 1791
Sonata per pianoforte e violino in do maggiore K 296
Allegro vivace — Andante sostenuto — Rondò allegro
Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore K 301
Allegro con spirito — Allegro
Sonata per pianoforte e violino in mi bemolle maggiore K 302
Allegro — Rondeau. Andante grazioso
Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore K 379
Adagio—Allegro — Andantino Cantabile (Tema e variazioni) — Allegretto
Roberto Ranfaldi — violino
Maurizio Fornero — pianoforte
il violino liberato
— «Queste Sonate, uniche nel loro genere e ricche di nuove idee, recanti
il segno del genio musicale dell’autore si adattano molto al violino.
L’accompagnamento del violino è così artisticamente intrecciato con la
parte pianistica che entrambi gli strumenti attrarranno continuamente
l’attenzione dell’uditorio. Queste Sonate richiedono dunque pari grado
di abilità dai due esecutori»: con queste parole il Magazin der Musik di
Vienna nel novembre 1781 recensiva una raccolta di sei sonate per violino e
pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart. Il compositore si era trasferito da
poco nella capitale dell’Impero asburgico e cercava da subito di affermarsi
come autore e insegnante di grande fama, attraverso le lezioni di pianoforte
impartite ai figli della ricca nobiltà cittadina e attraverso la pubblicazione
delle composizioni da camera per il mercato editoriale, sempre alla
ricerca di novità da eseguire nei salotti. Le sei sonate della raccolta — in
programma quella in do maggiore K 296 e quella in sol maggiore K 379 —
risalgono a periodi compositivi diversi e sono state selezionate da Mozart
per completare la raccolta di altre quattro sonate appena ultimate; in esse
si può riscontrare come la struttura si sia normalizzata in una forma di
tre movimenti e come la scrittura violinistica sia compiutamente matura
e trattata allo stesso livello del pianoforte. Si possono riscontrare i primi
esperimenti in questa direzione nelle sonate K 301 e K 302 che risalgono
all’ultimo viaggio parigino di Wolfgang nella primavera del 1778 e sono
pubblicate dall’editore parigino Sieber nello stesso anno: in un clima di
sostanziale scoraggiamento per l’indifferenza che l’ex enfant prodige
suscita nei salotti parigini, Mozart gioca la carta della pubblicazione di
queste sonate per poter guadagnare sulla vendita delle copie. Le sonate
sono il primo esempio di trattamento del violino come strumento principale
da parte di Mozart: egli aveva appreso pochi mesi prima questo nuovo
uso del violino a Mannheim, ascoltando i duetti per violino e clavicembalo
di Schuster e aveva scritto al padre «Non sono cattivi, se mi fermerò, ne
scriverò io stesso nel medesimo stile, dato che essi sono molto popolari
quaggiù». Nonostante entrambe le sonate in programma abbiano solo
due movimenti, come i duetti per violino e cembalo di gusto musicale
proprio degli anni Sessanta, la scrittura appartiene già alla nuova corrente
compositiva, che vede pianoforte e violino dialogare sullo stesso piano
espressivo.
12 marzo — ore 21
Arciconfraternita della Misericordia
Venezia e la Cappella di San Marco
Missa In illo tempore di Claudio Monteverdi
e mottetti inediti di Andrea Gabrieli
Andrea Gabrieli 1533 ca. — 1585
Toccata per organo
Claudio Monteverdi 1567 — 1643
Missa da capella a sei voci,
fatta sopra il mottetto In illo tempore del Gomberti 1610
Kyrie
Gloria
Andrea Gabrieli
Ricercare per organo
Beata es Maria, mottetto tratto da Sacrae cantiones
quinque vocum Liber primus 1565
Claudio Monteverdi
Missa da capella a sei voci.. Credo
Andrea Gabrieli
Ave Sanctissima Maria,
mottetto tratto da Sacrae cantiones
Ricercare
Claudio Monteverdi
Missa da capella a sei voci.. Sanctus
Agnus Dei
Andrea Gabrieli
Canzona per organo
Sancta et immaculata virginitas,
mottetto tratto da Sacrae cantiones
la fine di un’era
— La Messa «In illo tempore», pubblicata nel 1610 insieme al celebre «Vespro
della Beata Vergine», è scritta nel più rigoroso rispetto delle regole e dello
stile che hanno governato la musica sacra del XV e XVI secolo e si può
intendere – forse suo malgrado – come una sorta di grandioso “canto del
cigno” per la morente polifonia e, più in generale, per l’era del Rinascimento
ormai vicina al tramonto.
Il titolo stesso della Messa forse ci fornisce qualche indizio in proposito:
traendo spunto da alcuni temi di un mottetto di Gombert, Monteverdi la
intitola «in illo tempore», con l’evidente richiamo al passato.
Ai nostri occhi oggi l’immagine del Monteverdi innovatore prende
decisamente il sopravvento su altri aspetti. Ma sarà bene ricordare che,
prima del grande salto verso la monodia e l’opera, egli lavorò tenacemente
per portare nuova vitalità e freschezza alla polifonia. Così pure è innegabile
che, fino al Sesto Libro e, soprattutto, nella duplice raccolta sacra del 1610
con la Missa In illo tempore e il Vespro della Beata Vergine, egli si sforzò di
coniugare l’antico e il nuovo, il passato e il futuro, la tradizione e l’invenzione
pura. Non per nulla la stessa raccolta sacra si pone come culmine del
cammino di un millennio di musica spirituale cristiana.
Momenti di felice maestosità si alternano a episodi di grande intensità
emotiva. Sezioni come il Christe, il Qui tollis, l’Agnus Dei semplicemente
sbalordiscono per la capacità di combinare la perfezione della scrittura
polifonica con un intensa partecipazione espressiva.
La Messa è intercalata da mottetti polifonici e interventi organistici di
Andrea Gabrieli, altro grande compositore veneziano, di cui si eseguono tre
mottetti giovanili inediti: in essi Gabrieli dimostra la completezza nell’uso
degli strumenti compositivi e la profondità estetica dei suoi lavori più
maturi.
Con la Missa In illo tempore Monteverdi si colloca quindi al pari di grandi
maestri della polifonia come Dufay, Josquin, Isaac, o gli italiani Costanzo
Festa e Andrea Gabrieli e, idealmente, conclude magistralmente una
gloriosa stagione musicale.
Cantica Symphonia
Chiara Albanese + Martina Bonomo +
Roberta Giua + Teresa Nesci + Arianna Stornello — soprani
Giulia Beatini + Annalisa Mazzoni + Vittoria Novarino — contralti
Alessandro Baudino + Massimo Lombardi + Claudio Poggi — tenori
Cesare Costamagna + Marco Milanesio + Dario Previato — bassi
Maurizio Fornero — organo
Giuseppe Maletto — direzione
16 aprile — ore 21
Palazzo Barolo
Tesori sommersi
Il Moisè, ovvero Israele dissetata di Baldassarre Galuppi
Baldassarre Galuppi 1706 — 1785
Il Moisè, ovvero Israele dissetata
oratorio per soli e orchestra Venezia — 1750
Alessandra Gardini — Moisè
Paola Cialdella — Abidan
Annalisa Mazzoni — Aaron — Eliab
Chiara Albanese — Maria
I Musici di Santa Pelagia
Enrico Casazza — spalla
Isabella Longo — violino
Paola Nervi — violino
Laura Bertolino — violino
Magdalena Vasilescu — viola
Nicola Brovelli — violoncello
Federico Bagnasco — contrabbasso
Maurizio Fornero — direzione
Galuppi e il teatro del Settecento
— «La visita fatta stamattina presto al signor Galuppi è durata a lungo
ed è stata utile e dilettevole. Ho avuto un gran piacere nel vederlo e nel
costatare come il tempo abbia salvaguardato la persona d’un così grande
compositore e il suo genio. È ancora vispo e ciarliero e dalle apparenze
potrà ancora deliziare per diversi anni gli amici della musica. Il suo carattere
e le sue maniere sono naturali, aperti e piacevoli. La persona è piccola
e magra, ha però un aspetto nobile. Il signor Galuppi era un allievo del
famoso Lotti e ben presto si rivelò un buon clavicembalista e un uomo di
genio nella composizione. […] M’è sembrato qui, anche se d’estate non si
rappresentano opere, che il signor Galuppi abbia molto da fare; egli è infatti
tanto maestro di cappella a San Marco quanto agli Incurabili. Riceve 100
zecchini all’anno come organista privato della famiglia Gritti ed è organista
anche in un’altra chiesa di cui ho dimenticato il nome. Tutto ciò che qui si fa
per lui è veramente meritato poiché è uno dei geni originali della migliore
scuola che esistano in Italia». Con queste parole Charles Burney descrive la
sua visita del 16 agosto 1770 a Baldassarre Galuppi: il sessantacinquenne
compositore di Burano, reduce da impegni prestigiosi nelle corti europee –
l’ultima permanenza, dal 1765 al 1768, a San Pietroburgo – è impegnato in
innumerevoli attività che solo un compositore e un musicista del suo calibro
era in grado di svolgere a Venezia, la città più musicale d’Europa, sede di
decine di teatri d’opera e di cappelle musicali private.
La fama dell’autore è dovuta alla composizione di più di sessanta
melodrammi, rappresentati nei maggiori teatri europei nel corso di una
cinquantina d’anni, con la preziosa collaborazione di Carlo Goldoni che
scrisse i testi delle opere più famose: le opere serie e le commedie sono
musicate con agio dall’autore che ritiene che un’opera si debba comporre di
«vaghezza, chiarezza e buona modulazione».
Accanto alla produzione operistica, la mente instancabile di Galuppi si
dedica ai generi teatrali minori, scritti per occasioni particolari, come il
matrimonio di Vittorio Amedeo di Savoia e l’Infanta di Spagna Maria
Antonia Fernanda, per il quale Galuppi scrive nel 1750 la Vittoria d’Imeneo.
Allo stesso anno appartiene la composizione del Moisè, ossia Israele
dissetato conservato nella biblioteca dell’Accademia Filarmonica di Torino:
come questa partitura sia giunta a Torino è un mistero e non vi sono
documenti che attestino l’esecuzione di questo oratorio in città, ma la
presenza delle parti orchestrali fa supporre una qualche esecuzione per
un’occasione religiosa.
La struttura dell’oratorio rispecchia quella dell’opera seria: i recitativi
secchi e accompagnati sviluppano la trama, mentre le arie con da capo si
soffermano su particolari aspetti e argomenti, gli affetti, catalogati secondo
una precisa retorica e sviluppati con risorse compositive costanti.
7 maggio — ore 21
Chiesa di Santa Pelagia
Ascensio Domini
L’eredità di Monteverdi a San Marco
Musiche di Monteverdi, Monferrato, Ghizzolo, Arrigoni
antifona gregoriana
Viri Galilaei
Natale Monferrato 1615 — 1685
salmo
Dixit Dominus
da Salmi Concertati a tre, et quattro voci
con violini, et senza Op. XVI Gioseppe Sala, Venezia — 1678
Giovanni Rovetta 1596 — 1668
in loco antiphonæ
Cantate Domino canticum novum
da Motetti Concertati a Due, Tre, Quattro & Cinque Voci
con le Litanie della Madonna et una Messa Concertata
à Voci Pari Opera Terza Alessandro Vincenti, Venezia — 1635
antifona gregoriana
Cumque Intuerentur
Claudio Monteverdi 1567 — 1643
salmo
Confitebor
da Giovanni Maria Sabino 1588 — 1649
Psalmi de Vespere a quattro voci Ambrosio Magnetta, Napoli — 1627
Giovanni Gabrieli 1554/57 — 1612
in loco antiphonæ
Ricercar dell’Ottavo Tuono
da Andrea Gabrieli 1532/33 — 1585
Ricercari Composti et tabulati per ogni sorte
di Stromenti da Tasti Libro Secondo Angelo Gardano, Venezia — 1595
antifona gregoriana
Elevatis manibus
Natale Monferrato
salmo
Beatus vir
da Salmi Concertati a tre, et quattro voci
Giovanni Rovetta
in loco antiphonæ
Exaltabo te Domine
da Motetti Concertati a Due, Tre, Quattro, & Cinque Voci
antifona gregoriana
Exaltate regem regum
Giovanni Ghizzolo
salmo
Laudate pueri
da Secondo Libro De’ Concerti A Quattro Voci
Opera Settima Alessandro Vincenti, Venezia — 1623 (ristampa)
Giovanni Pittoni 1635 — 1677
in loco antiphonæ
Sonata prima
da Intavolatura di tiorba nella quale si contengono
dodeci Sonate da Camera, per Tiorba sola, col Basso
per il Clavicembalo Opera Seconda Giacomo Monti, Bologna — 1669
antifona gregoriana
Videntibus illis
continua "
Ensemble Euridice
Valentina Chirico — canto
Vittoria Novarino — alto
Massimo Lombardi — tenore e direzione
Cesare Costamagna — basso
Roberto Bevilacqua — viola da gamba
Marco Saccardin — tiorba
Cristina Pisano — organo
Giovanni Giacomo Arrigoni 1597 — 1675
salmo
Laudate Dominum
da Salmi a tre voci concertate et alquanti con li Repieni
ad libitum, con un Magnificat A Cinque voci concertate
& due violini Opera Nona Francesco Magni, Venezia — 1663
Giovanni Battista degli Antoni 1660 — dopo il 1696
in loco antiphonæ
Ricercata seconda
da Ricercate sopra il Violoncello o Clavicembalo
Opera Prima Gioseffo Micheletti, Bologna — 1687
Giovanni Matteo Asola 1532 — 1609
inno
Salutis humanae sator
da Falsi Bordoni per cantar Salmi, in quattro ordini divisi,
sopra li otto Tuoni Ecclesiastici, Et anco per cantar gli Hymni
secondo il suo canto fermo. A Quattro Voci Angelo Gardano, Venezia — 1582
antifona gregoriana
Pater manifestavi
Natale Monferrato
cantico
Magnificat
da Salmi Concertati a tre, et quattro voci
Giovanni Rovetta 1601 — 1690
in loco antiphonæ
Afferte Domino
da Motetti a due, tre e quattro Libro Quarto
Opera Undecima Alessandro Vincenti, Venezia — 1650
la Cappella serenissima
— Ricchissima città di mercanti con connessioni commerciali in tutto il
mondo, baluardo contro il dilagante strapotere della Spagna, Repubblica
marinara in continuo conflitto con gli Ottomani: Venezia era a cavallo tra
Cinque e Seicento una delle realtà economicamente e culturalmente più
attive d’Italia e d’Europa. Il declino militare e finanziario nel corso del XVII
secolo sarebbe stato però inesorabile: la grave crisi finanziaria degli anni
1619-1622 aveva messo in crisi i commerci, già fiaccati dai conflitti militari
della Guerra dei trent’anni e dalla peste del 1630.
Nonostante la crisi dilagante la Cappella Musicale della Basilica Ducale di
San Marco resta uno dei luoghi di produzione musicale più alti del periodo.
Chiesa di Stato, essa non dipendeva dal patriarca ed era amministrata
dai severi Procuratori di San Marco, politicamente secondi solo al Doge. I
direttori, gli organisti, gli strumentisti e i cantori che desideravano essere
assunti dovevano sostenere esami molto ardui: nel corso del XVI e XVII
secolo alcuni tra i più grandi compositori europei sono maestri di cappella
a San Marco: Adrian Willaert, Gioseffo Zarlino, Cipriano de Rore, Andrea e
Giovanni Gabrieli, Alessandro Grandi, Biagio Marini, Dario Castello, Giovanni
Legrenzi, e Claudio Monteverdi.
Il programma di concerto ricostruisce la liturgia dei Primi Vespri
dell’Ascensione, impiegando brani vocali composti da Monteverdi e dai
suoi successori con un organico decisamente raro nella produzione legata
alla Cappella Ducale, che solitamente preferiva alle quattro voci e basso
continuo un organico decisamente più nutrito, comprendente violini, cornetti
e tromboni.
Tutti i salmi sono concertati, prevedono cioè passaggi solistici delle voci
nei quali la presenza del basso continuo è assolutamente necessaria come
fondamento armonico; con l’alternanza di vecchio e nuovo stile i compositori
sono così in grado di differenziare i loro brani in maniera molto più varia e
colorata, articolandoli in sezioni distinte ad organico variabile, con episodi
imitativi a due o tre voci e con piccole arie a voce sola.
Completano il programma le antifone gregoriane proprie dei Primi
Vespri dell’Ascensione e alcuni brani strumentali e vocali di compositori
attivi a Venezia e dintorni tra il XVI e il XVIII secolo, tra cui Giovanni
Giacomo Arrigoni: il 22 Gennaio 1640 egli fu rivale di Monferrato e Cavalli,
concorrendo per il posto di secondo organista a San Marco e misurandosi
proprio con i due successori di Monteverdi. Vinse Cavalli.
28 maggio — ore 21
Palazzo Barolo
Concerto di chiusura
Suite strumentali di Georg Philipp Telemann
Georg Philipp Telemann 1681 — 1767
Ouverture des Nations Anciens et modernes TWV 55:G4
Overture
Menuet I et II
Les Allemands Ancients
Les Allemands Modernes
Les Suédois Ancients
Les Suédois Modernes
Les Danois Ancients
Les Danois Modernes
Les Vielles Femmes
Ouverture per flauto concertato,
due violini, viola e continuo in la minore TWV 55:a2
Ouverture
Les Plaisirs I
Les Plaisirs II
Air à l’italien
Menuet I
Menuet II
Réjouissance
Passepied I
Passepied II
Polonaise
Ouverture. Burlesque de Quixotte per due violini,
viola e continuo in sol maggiore TWV 55:G10
Ouverture
Le réveil de Quichotte
Son attaque des moulins à vent
Ses soupirs amoureux après la Princesse Dulcinée
Sanche Panse berné
La galoppe de Rosinante
Celui d’ane de Sanche
La couché de Quichotte
la riabilitazione dello stile galante
— Contemporaneo e amico di Bach e Haendel, Georg Philipp Telemann è
stato ingiustamente ritenuto un compositore mediocre e ripetitivo dagli
storici dell’Ottocento: la produzione sterminata – si contano tra le 5000
e le 6000 composizioni – e lo stile compositivo molto semplificato sono
le principali caratteristiche che permettono ai critici di giudicare l’intera
produzione di Telemann come una costante ripetizione degli stessi concerti
scritti per esecutori dilettanti.
La storia fortunatamente accantona dopo qualche decennio i giudizi dei
detrattori di Telemann: le accuse alla semplicità della sua scrittura sono
presto dimenticate quando, agli inizi del XX secolo, alcune cantate di Johann
Sebastian Bach sono finalmente attribuite a Georg Philipp. La rivalutazione
dello stile galante, scrittura tipica della seconda metà del Settecento
caratterizzata dall’abbandono del contrappunto per una composizione più
semplice e distesa, offre poi una nuova chiave di lettura sull’intera opera di
Telemann che, grazie alla sua lunga vita – ben 86 anni – può cimentarsi nel
nuovo stile e collocarsi accanto a Carl Philipp Emanuel e Johann Christian
Bach.
Le tre Ouverture in programma sono esemplificative dei principali generi di
musica strumentale di Telemann, che va dal concerto per strumento solista
e orchestra alle suite a programma di danze scritte per la sola orchestra
d’archi: sotto il nome di Ouverture Telemann colloca generi diversi di
composizioni strumentali, che hanno in comune la derivazione dalla suite di
gusto francese.
L’Ouverture per flauto e orchestra è un’ordinata esposizione delle
potenzialità e delle caratteristiche dello strumento, a proprio agio nel
virtuosismo estremo e nella esposizione melodica. L’Ouverture des Nations e
l’Ouverture burlesque de Quixotte hanno un fine descrittivo molto marcato:
nel primo caso le caratteristiche delle popolazioni antiche e moderne sono
tratteggiate da figure ritmiche e armoniche esemplificative, l’Ouverture
burlesque de Quixotte invece musica alcuni passaggi del celebre racconto
di Cervantes in modo quasi didascalico. Questo concerto è considerabile
tra i primi esempi di musica a programma, che si ispira o descrive un
determinato testo o racconto.
I Musici di Santa Pelagia
Manuel Staropoli — flauto
Enrico Casazza — spalla
Isabella Longo — violino
Paola Nervi — violino
Laura Bertolino — violino
Magdalena Vasilescu — viola
Nicola Brovelli — violoncello
Federico Bagnasco — contrabbasso
Maurizio Fornero — direzione
biografie —
Musici di Santa Pelagia
L’associazione culturale I Musici di Santa Pelagia nasce a Torino nel 2001 con
l’obiettivo statutario di valorizzare, attraverso manifestazioni concertistiche
e produzioni discografiche, composizioni inedite e sconosciute del periodo
tardo rinascimentale e barocco utilizzando criteri filologici rifacendosi
alla prassi esecutiva dell’epoca. Accanto al repertorio di autori noti nel
panorama musicale sei-settecentesco, il gruppo infatti attua una ricerca
di musiche inedite privilegiando così composizioni rare e di grande pregio
artistico. Di particolare rilievo le prime esecuzioni moderne del Ballet du
Temple de la Paix di Jean Baptiste Lully con la direzione di Barthold Kujiken,
l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella, la Messa a tre voci per
sua Altezza Reale Carlo Amedeo di Savoia di M. Cazzati. I Musici di Santa
Pelagia hanno partecipato a numerose rassegne musicali e a manifestazioni
di risonanza internazionale sia in Italia che all’estero tra le quali il Roma
Festival Barocco, Les concerts a Saint Germain (Ginevra), Mille anni di
Musica Italiana (Madrid) ottenendo ampi consensi di pubblico e critica. Di
rilevanza internazionale sono state le prime incisioni della Messa per il SS.
Natale del 1707 di Alessandro Scarlatti (2004) e l’Oratorio Santa Pelagia
di Alessandro Stradella (2007). L’edizione curata dalla casa discografica
Stradivarius di Milano ha riscosso ampi consensi di pubblica e critica
evidenziata dai numerosi apprezzamenti su riviste specifiche di musica
antica e barocca (Orfeo, Amadeus, Classic Voice). Dall’anno 2008 hanno
iniziato uno studio monografico sul violoncellista astigiano Carlo Graziani,
artista protagonista nelle principali corti europee nella seconda metà del
XVIII secolo. Il lavoro prevede l’incisione integrale del corpus musicale del
compositore piemontese e l’edizione in stampa moderna.
Laboratorio madrigalistico “Gli Scipioni”
Si è formato recentemente dall’incontro di appassionati di musica
vocale, provenienti da diverse realtà corali e musicali piemontesi, uniti dal
desiderio di approfondire la conoscenza dell’immenso e ancora in gran
parte inesplorato repertorio del madrigale cinquecentesco, sotto la guida
di Giuseppe Maletto, musicista di grande esperienza e conoscitore del
repertorio madrigalistico e della polifonia antica. Il gruppo ha partecipato
alle masterclass sul madrigale nell’ambito delle attività didattiche
dell’Accademia Maghini di Torino e ha tenuto il suo primo concerto nella
primavera del 1014. Attualmente è impegnato nella riscoperta del
repertorio madrigalistico di area partenopea a cavallo tra il XVI e il XVII
secolo, fortemente influenzato dallo stile di Carlo Gesualdo.
Accademia del Ricercare
L’Accademia del Ricercare è un’associazione di musicisti specializzati
nell’esecuzione della musica antica che va dal XI al XVIII secolo. La
particolare cura della tecnica musicale, l’attenzione alla bellezza del suono
unite alle qualità artistiche ed interpretative di ciascun componente,
permettono al gruppo di fondersi in un’unica lettura del testo musicale,
consentendo al pubblico emozioni e contrasti ricchi di colori e sfumature
cromatiche.
In oltre venti anni di attività il gruppo, nelle sue diverse formazioni,
ha effettuato più di 800 concerti ed è stato invitato ad esibirsi per i
più importanti festival internazionali, nazionali ed istituzioni musicali,
riscuotendo, ovunque si sia proposta, ottimi consensi di pubblico e di critica.
L’Accademia del Ricercare ha finora realizzato tredici registrazioni su CD
(edite e distribuite sul mercato internazionale dalla CPO, Brilliant, Tactus,
Stradivarius ) il cui successo è confermato dai notevoli volumi di vendita
quanto dalle ottime recensioni pubblicate sulle maggiori riviste del settore in
Europa. L’Accademia del Ricercare collabora permanentemente
con i migliori musicisti europei specialisti nell’esecuzione della musica tardorinascimentale o barocca, i quali vantano individualmente curriculum di
prestigio con interpreti come Cappella Real de Catalunia, J. Savall, K. Boeke,
A. Curtis, F. Bruggen.
Cantica Symphonia
L’ensemble vocale e strumentale Cantica Symphonia è nato nel 1995
per iniziativa di Giuseppe Maletto e Svetlana Fomina; fin dalla sua
fondazione si dedica al repertorio polifonico compreso tra la seconda
metà del XIV e l’inizio del XVI secolo ed è diventato col tempo uno tra i più
apprezzati interpreti in tale ambito. Le esecuzioni di Cantica Symphonia
sono il risultato di un approfondito lavoro di analisi condotto sulla base
delle fonti originali: da sempre fulcro dell’attività del gruppo è lo studio e
l’esecuzione del repertorio di Guillaume Dufay, primo musicista “moderno”
la cui creatività ha illuminato la sua epoca e guidato la musica europea
nel complesso passaggio tra medioevo e rinascimento. Dal 2005 Cantica
Symphonia incide in esclusiva per la prestigiosa etichetta Glossa di Madrid,
con la quale ha pubblicato una serie di cinque CD, tutti premiati con il
Diapason d’or. Il primo di questa serie si intitola Quadrivium ed è dedicato ai
mottetti di Dufay, ha ricevuto il prestigioso Diapason d’or de l’année 2005
e lo Choc di Le Monde de la Musique. I numerosi concerti in Italia, Francia,
Belgio, Olanda, Svizzera, Estonia, Slovenia e Marocco hanno ottenuto un
caloroso consenso di pubblico e critica, così come nelle partecipazioni ai
prestigiosi Rencontres de Musique Médiévale du Thoronet (2003, 2004 e
2012) al Festival van Vlaanderen di Bruges e Anversa, ai Tage alter Musik di
Regensburg, a Les Concerts Parisiens, a MITO Settembre Musica, Ravenna
Festival e all’Unione Musicale di Torino.
Ensemble Euridice
L’Ensemble Euridice è un gruppo strumentale e vocale ad organico
variabile: fondato nel 2012, è costituito da musicisti che vantano sia un
percorso di studi che un’esperienza lavorativa al fianco dei migliori direttori,
strumentisti e cantanti specializzati nel repertorio barocco: Maurizio
Croci, Stefano Montanari, Alessandro de Marchi, Alan Curtis, Jill Feldman,
Sigiswald Kuijken, Peter Phillips, Amandine Beyer e altri. Nel 2013 l’Ensemble
ha partecipato alla Masterclass di Ottavio Dantone per clavicembalisti e
gruppi di musica da camera organizzata dagli Amici della Musica di Firenze.
L’obiettivo primario dell’Ensemble è la proposta di repertorio inedito o
raramente eseguito: una parte fondamentale dell’attività dell’Ensemble
è infatti rappresentata dalla ricerca di musica a stampa e manoscritta
all’interno delle collezioni di biblioteche italiane ed europee. Attualmente
è stata effettuata la trascrizione in notazione moderna di circa 150 brani,
di cui un terzo sono stati eseguiti in concerto come prima esecuzione
moderna. L’Ensemble Euridice vuole contribuire attivamente alla riscoperta
e alla divulgazione di una parte dimenticata della cultura musicale italiana,
riproponendo questo repertorio nel rispetto filologico delle fonti ma allo
stesso tempo con una sperimentazione volta ad una originale ricerca
timbrica ed interpretativa, alla ricerca di un sound innovativo e peculiare.
L’Ensemble Euridice ha tenuto concerti per: Accademia Claudio Monteverdi,
Associazione AntiThesis, Organalia, Festival Internazionale Cameristico
Bosa Antica, Marchesato Opera Festival, Associazione Domus Justinæ.
Nel settembre del 2014 è stato invitato ad eseguire il programma Historia
Christi all’interno dei concerti pomeridiani del prestigioso Oude Muziek
Festival di Utrecht. Ha recentemente inciso per l’etichetta discografica
Elegia un inedito Vespro per la Natività della Beata Vergine di Tarquinio
Merula, proponendolo poi in prima esecuzione in tempi moderni al Duomo di
Piacenza, il cui Archivio del Capitolo ne custodisce la stampa originale del 1639.
Maurizio Fornero
Si è diplomato in Organo e Composizione organistica, Pianoforte e
Clavicembalo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Nel 2005
consegue la Laurea di secondo livello in clavicembalo e tastiere storiche
al Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. Nel 1992 è giunto, come
unico rappresentante italiano, alle finali dell’European Organ Festival
di Bolton (UK). Perfezionandosi nell’esecuzione filologica del repertorio
antico, svolge da anni un’intensa attività concertistica come solista
nonché in formazioni cameristiche che lo ha portato ad esibirsi in festival
nazionali ed internazionali di musica antica e barocca tra cui Musica en
Catedral di Astorga (Spagna), Van Vlaanderen di Bruges (Belgio), Festival
Internazionale dell’Aia e di Utrecht (Olanda), L’altro suono-Unione Musicale
di Torino, Festival Monteverdiano di Cremona, MITO Settembre Musica,
Bologna Festival, Festival Bach Weimer (Germania). Dal 2009 collabora
con la violinista Amandine Beyer e Gli Incogniti con la quale ha realizzato
numerosi concerti in festival europei ed una tournée in Cina. Ha partecipato
a numerose esecuzioni in diretta radiofonica su radio nazionali (Rai
Radio 3, Rai Filodiffusione) ed Europee (Radio 3 Nazionale Belgio, Radio
Classica Spagna). Collabora come organista e cembalista con l’ Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai, il Teatro Regio di Torino e l’Academia Montis
Regalis. Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Opus 111, Niccolò,
Syrius numerosi CD di musiche di compositori del XVI, XVII e XVIII secolo.
Fondatore dell’ensemble strumentale I Musici di Santa Pelagia, ha inciso, in
co-produzione con l’ensemble vocale Festina Lente di Roma, la Messa per
il SS. Natale di Alessandro Scarlatti, l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro
Stradella (Stradivarius) ed ultimamente i Concerti per violoncello ed
orchestra di Carlo Graziani (Urania). Docente di pratica del Basso continuo
presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino dal 2005, è stato direttore del
Civico Istituto Musicale di Saluzzo, carica che attualmente ricopre presso la
Scuola Comunale di Musica di Mondovì.
Chiara Albanese
Soprano, si avvicina alla musica sin da bambina, entrando a far parte del
Coro delle Voci Bianche della Città di Cuneo. Appassionandosi, intraprende
lo studio del Canto e si diploma nel 2007 presso il Conservatorio di Cuneo
sotto la guida di Carlo De Bortoli. In seguito si specializza, conseguendo
il Master of Art in Vocal Pedagogy presso il Conservatorio della Svizzera
Italiana a Lugano nella classe della maestra Luisa Castellani. Inoltre, si
avvicina al repertorio antico perfezionandosi con Roberta Invernizzi e
Barbara Zanichelli. Oltre all’attività solistica, collabora stabilmente con
il Coro Maghini di Torino , diretto da Claudio Chiavazza. Ha partecipato
alle produzioni effettuate con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, I
Pomeriggi Musicali, Academia Montis Regalis, laBarocca sotto la direzione
di Rafael Frühbeck de Burgos, Ottavio Dantone, Christopher Hogwood,
Juraj Valchua e Alessandro De Marchi. Recentemente ha preso parte alle
produzioni dell’ensemble laVerdi Barocca diretto da Gianluca Capuano. È
diplomata in Musicoterapia ed é operatrice Musica in Culla. Si occupa di
educazione musicale, collaborando come docente nelle scuole pubbliche e
private, con la Fondazione CRT, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Sociale di
Como e Piccoli Cantori di Torino.
Alessandro Baudino
Tenore, si avvicina fin da giovanissimo alla musica attraverso numerose
attività corali che lo appassionano a tal punto dal portarlo a frequentare
i corsi di laurea a carattere musicologico dell’Università di Torino presso la
quale ha conseguito la laurea specialistica in Storia e critica delle culture e
dei beni musicali con la redazione del catalogo dei manoscritti musicali della
cattedrale di Mondovì. Nel 2006 si diploma in Canto presso il Conservatorio
di Cuneo sotto la guida di Carlo De Bortoli. Nel giugno 2013 ha conseguito
con lode il Master of Music Performance in canto al Conservatorio della
Svizzera italiana, nella classe di Luisa Castellani. Ha all’attivo partecipazioni
come solista alle stagioni della Radio della Svizzera italiana (RSI) con l’OSI,
Orchestra della Svizzera italiana, e ai concerti dell’Orchestra del CSI di
Lugano. Ha collaborato e tuttora collabora abitualmente con molti cori in
produzioni cameristiche e sinfoniche, come corista e solista. Con il Collegio
Musicale Italiano diretto da Adriano Gaglianello ha tenuto concerti nazionali
e internazionali e ha inciso composizioni inedite di Antonio Caldara. Con il
Canto di Orfeo per La Verdi Barocca preparato da Gianluca Capuano, con
il Coro Maghini, preparato da Claudio Chiavazza e il Voxonus, preparato
da Filippo Maria Bressan, ha cantato sotto la direzione di Helmuth Rilling,
Christopher Hogwood, Juanjo Mena, Juraj Valčuha, Rafael F. De Burgos,
Kristjan Järvi, Ottavio Dantone, Alessandro De Marchi, Attilio Cremonesi e
Ruben Jais, in produzioni operistiche e sinfoniche, nazionali e internazionali.
Nel 2013 ha partecipato all’allestimento luganese del The Rape of Lucretia
di Benjamin Britten sotto la direzione di Arturo Tamayo nel ruolo di
Male Chorus. Nell’autunno dello stesso anno ha eseguito Winterreise di
Franz Schubert nella trascrizione per tenore, pianoforte e trio d’archi del
compositore Stefano Pierini, per Xenia Ensemble di Torino, interpretando
nella stessa occasione anche brani di Wolfgang Rihm, Gyorgy Ligeti,
György Kurtág. Dal 2014 collabora con Massimiliano Pascucci e Vox Àltera.
Nell’aprile 2014 ha partecipato ad una serie di concerti quaresimali nei quali
ha cantato le Lamentazioni di Giovanni Paolo Colonna in prima esecuzione
moderna. Nella primavera del 2015 ha tenuto un ciclo di concerti dedicato
a Schöne Müllerin di Franz Schubert; nell’autunno 2015 e nella primavera
2016 parteciperà ad importanti stagioni e festival internazionali. Dal 2014
collabora stabilmente con il Coro della Radiotelevisione Svizzera diretto da
Diego Fasolis.
Matteo Bellotto
Diplomato in canto, clarinetto e didattica della musica presso i
Conservatori di Parma, Modena e Bologna. Specializzato nel repertorio
barocco collabora stabilmente con gli ensemble Concerto Italiano di R.
Alessandrini, I Barocchisti di D. Fasolis, Cappella Mediterranea di L. Alarcon.
Nel 2007 ha inciso e interpretato più volte il ruolo di Plutone dall’Orfeo
di Monteverdi, al festival Lufthansa di Londra, all’Auditorium National di
Madrid, a Regensburg e Melk. Nel 2008 ha debuttato il ruolo di Seneca
dall’Incoronazione di Poppea al Festival di Herne, alla Citè de la Musique
di Parigi e registrato le Messe Luterane di J.S.Bach sotto la direzione di G.
Leonhardt. Ha preso parte alla produzione di Orfeo di Monteverdi al Teatro
La Scala di Milano, all’opera di Oslo e a Seattle negli U.S.A. Si è esibito
nelle opere La forza d’amore di B. Pasquini al Teatro di Treia, La Tisbe di
Brescianello a Stuttgart, Euridice di Caccini al Festival di Innsbruck, Ulisse
di Zamponi al teatro di Liege. Partecipa regolarmente ai festival europei
più importanti di musica! barocca quali il Festival Monteverdi di Cremona,
Festival di Ambronay, di Bruges, di Anversa, Utrecht, Buenos Aires, Wroclaw.
Con l’ensemble La Venexiana ha effettuato varie tournée negli Stati Uniti e
in Giappone. Collabora con l’orchestra e coro della Radio Svizzera Italiana,
con i quali ha registrato come solista un Vespro di Cossoni, l’opera Agnese di
Paèr, l’opera Ercole Amante di F. Cavalli, l’Orgelbuchlein di J.S. Bach, la Missa
Romana di Pergolesi. Ha inciso musiche sacre e oratori di Monteverdi, Vivaldi,
Stradella, Colonna, Falvetti, Pasquini, Corbetta, Schutz, Brunelli, Strozzi
per varie case discografiche, Naive, Glossa, Symphonia, Tactus, Brilliant. Nel
2013 ha partecipato a una tournée europea del Diluvio universale di Falvetti
con Cappella Mediterranea e registrato con l’ensemble Odechaton in prima
mondiale un Salve Regina inedito di Monteverdi. In parallelo si dedica alla
musica contemporanea; nel 2004 ha eseguito musiche di Gavin Bryars in
prima assoluta con l’ensemble svizzero Vox Altera, cantato ne Les Noces di
Stravinsky, nella Passio Christi di Giancarlo Facchinetti, in Aronne di Berio,
nell’opera Mister Me di Luca Mosca, nell’opera Il Processo Continua di F. Hoch
e nell’opera Gesualdo considered as a murderer di Luca Francesconi.
Valentina Chirico
Compie gli studi presso il Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari
laureandosi con lode in canto lirico e studia con il mezzosoprano Manuela
Custer. Nell’estate 2009 vince il XIII Concorso Internazionale Giovani
Musicisti “Città di Giovinazzo” e nel 2012 è finalista del I Concorso Lirico
Internazionale “Città di Magenta”. Nell’aprile 2013 è stata il soprano della
Mariazellermesse Hob. XXII:8 di Haydn, per la Scuola “Rudolf Steiner” di
Origlio (Lugano) e per la Chiesa Santa Maria delle Grazie al Naviglio, Milano,
diretta da Peter Appenzeller. Si è esibita in numerosi festival e rassegne,
tra i quali la Schubertiade per l’Unione Musicale di Torino, MITO Settembre
Musica, Associazione De Sono di Torino, Festival Umberto Giordano 2014
di Baveno, Musica d’estate di Bardonecchia, Affetti sonori per il Circolo
della Stampa di Torino, Livorno Music Festival, Notti Sacre di Bari e il Bari
International Film Festival per il Teatro Petruzzelli di Bari. Dal 2014 canta
nel Coro Maghini di Torino..
Paola Cialdella
Mezzosoprano, si diploma in Pianoforte, Clavicembalo e Canto,
perfezionandosi nel repertorio antico e barocco con R. Invernizzi e L.
Bertotti. Tra i fondatori dell’ensemble Il Falcone, versatile cantante e
strumentista, ha lavorato con diverse formazioni, quali I Madrigalisti
Ambrosiani, Ring Around Quartet, Il Concento, La Stagione Armonica,
il Coro Maghini, Triacamusicale, Accordone. Dalla fondazione fa parte
dell’ensemble femminile Cleantha, de Il Canto di Orfeo e laBarocca,
collabora inoltre con il Cor de Cambra del Palau de la Mùsica Catalana. Ha
ideato e realizzato varie edizioni di rassegne concertistiche, organizzato
corsi di perfezionamento di musica antica e realizzato progetti tematici
e ricerche in ambito musicale. Ha partecipato a Festival internazionali
— tra cui Musikfest Bremen, Schwetzingen Summer Festival, Salzburger
Festspiele, Trigonale, Alte Musik Innsbruck — ed alle stagioni d’opera
del Teatro alla Scala ed Opéra de Lyon. Ha collaborato a registrazioni
per Dynamic, Stradivarius, Hyperion e Sony. Si è laureata in Lingue e
Letterature Straniere Moderne. È co- responsabile e docente dei Laboratori
di Musica Antica in Palazzo Bianco e della rassegna Chants Sacrés dans le
Méditerranée a Genova.
Federica De Marchi
Coneglianese di nascita, si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio
“G. Tartini” di Trieste. Successivamente ha intrapreso lo studio del
clavicembalo presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine sotto la guida
del maestro Ilario Gregoletto, diplomandosi nel 2004. Nel febbraio 2009 ha
conseguito il diploma accademico in Clavicembalo e Tastiere storiche presso
il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, sotto la guida del maestro Marco
Vincenzi, presentando la tesi Ciaccona e passacaglia: nascita, evoluzione e
analisi dei bassi ostinati più comuni nel periodo barocco in Italia e in Europa.
A giugno 2011 ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte
nella scuola media presentando una tesi metodologico- didattica su La
modernità e l’utilità didattica del Mikrokosmos di Béla Bartók. È docente di
pianoforte presso l’istituto musicale “A. Benvenuti” di Conegliano e insegna
presso la scuola secondaria di primo grado “F. Barozzi” di San Fior (TV).
Antonio Fantinuoli
Nato a Genova nel 1961, ha iniziato lo studio del violoncello a 22 anni
diplomandosi in breve tempo al Conservatorio di Alessandria con Marco
Guidarini. Nel 1988 ha iniziato a collaborare con l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della RAI di Torino. Appassionato di musica antica studia
violoncello barocco come autodidatta e nel 1989 inizia a lavorare con Jordi
Savall. Nel 1990 assieme a Fabio Biondi ed ad altri collaboratori fonda
Europa Galante, uno dei principali gruppi italiani dediti alla musica antica.
Con questa orchestra ha suonato nei principali teatri del mondo. In ottobre
tornerà a New York nella prestigiosa Carnegie Hall. In quegli anni
conosce e frequenta Christophe Coin con il quale approfondisce lo studio
della prassi esecutiva. Ha al suo attivo concerti in tutto il mondo e numerose
registrazioni tra cui tutte le registrazioni con Europa Galante, i Concerti
Brandeburghesi e le Suites di Bach con Jordi Savall.
Claudia Ferrero
Si è diplomata in Pianoforte, Musica corale e Direzione di coro, Prepolifonia
presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino ed in Clavicembalo presso il
Conservatorio “N. Paganini” di Genova, dove si è anche laureata con 110
e lode in Tastiere storiche. Ha frequentato inoltre i corsi presso la Scuola
di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, ottenendo il diploma in
Clavicembalo e Basso continuo e si è successivamente perfezionata con
Edoardo Bellotti, Bob Van Asperen, Pierre Hantai. Fin dalla fondazione
(1989) è membro dell’Accademia del Ricercare, gruppo specializzato nella
Musica Antica, con il quale ha partecipato in Italia e in Europa alle più
prestigiose rassegne e festival del settore, riscuotendo ovunque consensi
di pubblico e critica. Con lo stesso ensemble ha inciso 12 CD editi da
Stradivarius, Brilliant e Tactus. Recentemente ha inciso per Decca Italia
con l’ensemble I Solisti di Pavia (E. Dindo, violoncello solista). Come
clavicembalista ha collaborato con vari ensemble quali Tripla Concordia,
Collegium pro Musica, Orfei Farnesiani, Templum Musicae, Consortium
Carissimi, Venice Virtuoso Ensemble, Orchestra Pressenda, Camerata
Mistà, I Madrigalisti Ambrosiani, Il Diletto musicale, Il Concerto delle Dame,
vantando un nutrito numero di concerti nelle maggiori rassegne italiane ed
europee. In veste di corista ha inciso un CD per le Ed. Paoline con il Maestro
F. Rampi sul repertorio gregoriano. In qualità di direttrice di coro ha diretto
il Vocalis Concentus ed il Coro dell’Università di Torino (dalla formazione al
2003) con la pubblicazione del CD Anno Domini 2000 presentato durante le
celebrazioni universitarie in occasione dell’Anno Giubilare.
Alessandra Gardini
Soprano, nata a Milano, ha studiato canto lirico e musica vocale da
camera presso il Conservatorio della sua città, completando poi la propria
formazione presso l’Accademia di perfezionamento per artisti del coro del
Teatro alla Scala. In seguito si è specializzata nell’esecuzione del repertorio
barocco partecipando al Laboratorio sulla musica italiana del XVII secolo
sotto la guida di Roberto Gini e Deda Cristina Colonna e diplomandosi poi in
canto barocco presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano. Ha
seguito numerosi stage dedicati all’approfondimento dello stile antico (con
Marinella Pennicchi, Jill Feldman, Sergio Foresti, Roberta Invernizzi). Il suo
repertorio spazia dalla musica rinascimentale a quella contemporanea. In
qualità di solista ha preso parte a diversi Festival di musica antica tra i quali
Musica e Poesia a San Maurizio, Festival Monteverdi di Cremona, Steirisches
Kammermusik Festival Graz ed ha collaborato con numerosi ensemble
sotto la direzione di Roberto Gini, Claudio Cavina, Diego Cantalupi, Helmuth
Rilling, Gustav Leonhardt, Christoph Pregardien cantando in prestigiose sale
da concerto quali il Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein di Vienna,
Citè de la Musique di Parigi. Come corista ha collaborato con il Teatro alla
Scala di Milano e con il Carnegie Hall di New York. Attualmente collabora
con il Nederlands Kamerkoor di Amsterdam, La Venexiana ed è membro
stabile dell’ensemble Canto d’ Orfeo diretto da Gianluca Capuano. Ha inciso
per Bottega Discantica.
Massimo Lombardi
Tenore, ha studiato tecnica vocale con Magda Koczka ed ha a partecipato
a masterclass di canto di Jill Feldman, Katalin Halmai, Dirk Snellings e Jan
van Elsacker. Ha inoltre frequentato corsi di prassi esecutiva rinascimentale
e barocca con Sigiswald Kuijken, Simen van Mechelen, Wim Becu, Rinaldo
Alessandrini, Pedro Memelsdorff, Josep Borràs, Ottavio Dantone, Lluís
Villamajó, Walter Testolin. Parallelamente ha coltivato lo studio della
chitarra classica sotto la guida di Maurizio Colonna e Paolo Devecchi,
diplomandosi come privatista nel 2010 presso il Conservatorio di Torino.
Attualmente studia Composizione con Alessandro Ruo Rui e Prepolifonia
con Fulvio Rampi presso lo stesso istituto. Collabora stabilmente, anche
come solista, con: Coro Filarmonico Ruggero Maghini, Ars Cantica Choirt,
Collegio Musicale Italiano, Gesualdo Consort of Gesualdo, Ghislieri
Choir&Consort, L’Armonia degli Affetti, RossoPorpora, La Fonte Musica,
laVerdi Barocca. Ha cantato sotto la direzione di direttori come Christopher
Hogwood, Rafael Frühbeck de Burgos, Juanjo Mena, Aldo Ceccato, Ottavio
Dantone, Helmuth Rilling, Marcus Creed, Martina Batic, Filippo Maria
Bressan, Alessandro de Marchi, Hansruedi Kämpfen all’interno di importanti
rassegne e festival italiani ed europei: Stagione Sinfonica dell’Orchestra
Nazionale della RAI, MITO, Musica Antiqua Bruges, Semana de Música
Religiosa de Cuenca, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, AMUZ
inTime (Anversa), Festival de Musique du Haut-Jura, Europa Cantat XVIII,
MusikMeran, Zermatt Festival.
Giuseppe Maletto
Svolge un’intensa attività concertistica come cantante dedicandosi
prevalentemente alla polifonia e alla musica di Claudio Monteverdi.
Ha collaborato con alcuni tra i più prestigiosi gruppi di musica antica,
partecipando a numerose tournée in Europa, Stati Uniti, Israele, Giappone,
Messico, Colombia e Argentina. Ha inciso più di 60 CD, ricevendo numerosi
premi di prestigio, tra cui il Diapason d’Or de l’Année — Musique Ancienne
(2005 e 2013) il Deutscher Schallplattenpreis, Prix Cecilia, il Premio Cini
e il Gramophone Award. Da anni si dedica alla direzione di gruppi vocali:
ha fondato nel 1995 Cantica Symphonia, riconosciuto come uno tra i
più autorevoli interpreti della musica del quattrocento e in particolare
di Guillaume Dufay. Nel 2009 ha fondato con Rossana Bertini e Daniele
Carnovich La Compagnia del Madrigale. Il gruppo in pochi anni si è imposto
come nuovo punto di riferimento per il repertorio madrigalistico. Le
incisione del Sesto Libro di Gesualdo e del Primo Libro a 5 voci di Marenzio
hanno ricevuto rispettivamente i prestigiosi Diapason d’Or de l’Année e
Gramophone Award. Ha insegnato alla Scuola di Alto Perfezionamento
Musicale di Saluzzo, al Corso Internazionale di Musica Antica di Polizzi
Generosa, ha tenuto inoltre un seminario di interpretazione Monteverdiana
presso il Conservatorio di Novosibirsk (Russia) e nel 2012 un atelier sul
madrigale di Monteverdi al Festival Europa Cantat. Attualmente insegna
vocalità presso l’Accademia Maghini di Torino. Nel 2011 è stato Artist in
residence al Festival Oude Muziek di Utrecht.
Chiara Marcolongo
Dopo essersi diplomata in pianoforte nella classe di AnnaMaria Cigoli al
Conservatorio “G. Verdi” di Torino, ha conseguito il Diploma accademico di
II livello in Pianoforte — Indirizzo concertistico e il diploma di Clavicembalo,
sotto la guida del maestro Giorgio Tabacco, sempre con il massimo dei
voti. Si è poi perfezionata presso l’Accademia Pianistica di Padova con
Federica Righini e Riccardo Zadra e presso la S.I. di Musica da Camera del
Trio di Trieste con il Trio di Parma. Ha inoltre arricchito la sua formazione
partecipando a numerose masterclass di pianoforte, musica da camera,
clavicembalo, fortepiano, tenute da Jeffrey Swann, Aldo Ciccolini, Pietro
De Maria, Géry Moutier, Federica Righini e Riccardo Zadra, Altenberg Trio,
Olivier Beaumont, Kenneth Gilbert, Malcolm Bilson, Stefano Bagliano,
Dominique Merlet, Luca Oberti. Ha lavorato come maestro collaboratore
per il teatro Piccolo Regio di Torino, il Coro Athena di Bologna, il coro inglese
Lancaster Singers e collabora stabilmente con il coro Ruggero Maghini di
Torino. Da anni svolge attività di pianista e cembalista accompagnatrice
in masterclass e concorsi di strumento e canto, a cui affianca un’intensa
attività didattica in diverse scuole di Torino e provincia. Attualmente è Tutor
presso il Conservatorio di Torino come Pianista accompagnatrice delle
classi di strumento. Vincitrice di numerosi primi premi in concorsi nazionali
e internazionali, si è esibita in veste di pianista solista e con l’orchestra,
al clavicembalo e al fortepiano e in diverse formazioni cameristiche per
numerosi eventi e stagioni musicali.
Annalisa Mazzoni
Ha iniziato i suoi studi al Conservatorio di Torino dove si è diplomata in oboe.
Nel 2013 ha poi conseguito il master in Performings Arts-Canto, presso il
Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano seguita da Luisa Castellani e
Barbara Zanichelli. Collabora come corista e solista con numerosi ensemble,
tra i quali il Coro della Radio Svizzera Italiana RSI in Lugano diretto da
Diego Fasolis, l’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi,
la Compagnia del Madrigale e Cantica Symphonia diretti da Giuseppe
Maletto, i Musici di Santa Pelagia diretti da Maurizio Fornero, il Canto di
Orfeo diretto da Gianluca Capuano, la Verdi Barocca diretto da Ruben Jais,
il Coro Maghini, diretto da Claudio Chiavazza e dallo stesso preparato per
le produzioni sinfonico/corali dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI,
il Ghislieri Choir and Consort diretto da Giulio Prandi, il Collegio Musicale
italiano diretto da Adriano Gaglianello, Vox Àltera ensemble specializzato
in musica contemporanea e diretto da Massimiliano Pascucci. Ha cantato
sotto la direzione di Alessandro De Marchi, Ottavio Dantone, Diego Fasolis,
Attilio Cremonesi, Helmuth Rilling, Christopher Hogwood, Juanjo Mena,
Rafael F. De Burgos, Kristjan Järvi, Ivor Bolton, Vladimir Ashkenazy e altri, in
Italia e all’estero. Ha partecipato numerose volte al Festival di musica Antica
di Innsbruck. Ha inciso per Deutsche Harmonia Mundi, Elegia Records,
Glossa e CPO.
Andrea Nicolotti
Basso, si è avvicinato al canto in giovane età grazie a all’esperienza in
diverse realtà amatoriali dedite al repertorio polifonico e popolare, fra cui
la Bottega Musicale e la Corale Sette Torri, le quali hanno ottenuto diversi
riconoscimenti a livello sia nazionale sia internazionale. Iniziato lo studio del
canto al Liceo Musicale di Chivasso, con Giovanni Cucci, si è poi perfezionato
con Giuseppe Valdengo, Adriana Bono e Gianni Zanetti. È stato direttore
della Corale Città di Chivasso e ha collaborato alla realizzazione di diversi
spettacoli teatrali- musicali ideati da Mauro Ginestrone. Ha lavorato, come
corista e solista, con diversi compagini sinfoniche, cori, gruppi madrigalistici
e formazioni cameristiche quali il Gruppo vocale della Bottega Musicale,
il Collegio Musicale Italiano, il Coro Filarmonico Ruggero Maghini, il coro
Michele Novaro, l’Accademia del Santo Spirito. Con il Coro Filarmonico
Ruggero Maghini ha preso parte a numerosi concerti con l’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai, sotto la direzione di Frank Shipway, György
Györiványi-Ráth, Serge Baudo, Kirill Petrenko, Gerd Albrecht, Rafael
Frühbeck De Burgos, Jeffrey Tate, Juanjo Mena, Mas Conde, Gianandrea
Noseda, Helmuth Rilling, Cristopher Hogwood, Kristjan Järvi, Ottavio
Dantone, Attilio Cremonesi, Wayne Marshall, Robert King. Ha cantato
in numerose produzioni dell’Academia Montis Regalis, specializzata nel
repertorio barocco. Ha all’attivo diverse registrazioni discografiche.
Vittoria Panato
Ha iniziato lo studio del violino con il maestro Ghirardelli, ottenendo
in seguito il diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio di
Novara e il diploma di perfezionamento presso l’Accademia Internazionale
“L. Perosi” di Biella, sotto la guida di Corrado Romano. Diplomata in
Musicoterapia, ha inoltre conseguito con lode il Diploma accademico di
II livello in Musica da camera presso il Conservatorio di Parma, sotto la
guida di P. Maurizzi, e in Discipline musicali a indirizzo interpretativo presso
l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia. Ha seguito corsi di
perfezionamento in violino, musica da camera e prassi esecutiva barocca
con docenti di fama internazionale quali V. Brodski, R. Ranfaldi, M. Rizzi, E.
Casazza, U.Nastrucci e N. Robinson. Svolge attività concertistica in diverse
formazioni cameristiche, occupandosi in particolare del repertorio barocco
e del Novecento, collaborando con musicisti quali F. Renard, C. Lootgieter,
A. Orsi, D. Mingolla, Accademia del Ricercare. Vanta svariate collaborazioni
orchestrali tra cui: Orchestra del Teatro “La Fenice” di Venezia, del Teatro
Comunale di Bologna, del Teatro Regio di Torino, Orchestra dei Pomeriggi
Musicali di Milano, del Teatro Regio di Parma. Ha lavorato presso il
Conservatorio “G.F. Ghedini” di Cuneo, il Conservatorio di Mantova, gli
Istituti Superiori di Studi Musicali di Reggio Emilia e di Modena e Carpi, sia
come ricercatrice nell’ambito della didattica per bambini e ragazzi, sia come
docente per le attività laboratoriali di musica d’insieme e propedeutica.
Dario Previato
Nato nel 1980, nel 1994 ha iniziato i suoi studi di canto artistico e, dopo
alcune prime esperienze in importanti realtà amatoriali piemontesi, con le
quali ha vinto numerosi concorsi sia di livello nazionale che internazionale,
entra a far parte di varie formazioni professionali con le quali ha eseguito
concerti sia in Italia che all’estero, con un repertorio che spazia dalla musica
antica alla musica contemporanea. Ha collaborato e collabora tuttora
con varie formazioni - tra le quali il Coro Filarmonico Ruggero Maghini,
l’Odhecaton Ensemble, l’Accademia del Ricercare - ed è membro fondatore
del Collegio Musicale Italiano, un ensemble specializzato nella prassi
esecutiva della musica rinascimentale e barocca Ha partecipato, con il
Coro Filarmonico Ruggero Maghini, a numerose produzioni dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai, dirette da musicisti di fama internazionale
quali Rafael Frühbeck De Burgos, Jeffrey Tate, Juanio Mena, Gianandrea
Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Cristopher Hogwood, Robert
King, Ottavio Dantone, nonché a varie produzioni dell’Accademia Montis
Regalis, diretta da Alessandro De Marchi. Con l’ensemble Odhecaton ha
inciso la Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina per la
casa discografica francese Arcana, disco insignito del Diapason d’Or nel
novembre del 2010.
Roberto Ranfaldi
Iniziato lo studio del violino con Mario Ferraris, nel 1982 è a Boston, vincitore
di una borsa di studio per seguire i corsi di E. Rosenblyth. Nel 1983 si esibisce
come solista in tournée con la Schweizer Streichorchester di Engelberg
(Svizzera). Conseguito il diploma nel 1984, con il massimo dei voti, presso il
Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, si perfeziona con Corrado Romano
prima a Ginevra e poi presso l’Accademia Internazionale “L. Perosi” di Biella.
Nel 1989 entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica di Torino della RAI; dal
1995 è violino di spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Ha
suonato sotto la direzione di alcuni fra i più grandi direttori contemporanei,
compiendo numerose tournée in Francia, Germania, Giappone, Inghilterra,
Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Come solista ha interpretato concerti di
Bach, Bruch, Mozart, Respighi, Viotti e Vivaldi. È stato invitato a collaborare
come violino di spalla dall’Orchestra Filarmonica della Scala, dall’Orchestra
del Teatro alla Scala, dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e da altre prestigiose
istituzioni. Svolge attività didattica presso l’Accademia Internazionale “L.
Perosi” di Biella ed è spesso invitato a far parte di giurie di concorsi nazionali
e internazionali. Suona un violino Gennaro Gagliano ex Chumachenco del 1761.
Noelia Reverte Reche
Nata ad Almería, in Spagna nel 1981, Noelia Reverte Reche inizia la sua
attività artistico- musicale come chitarrista classica. Diplomatasi nel 2002,
si esibisce come solista in teatri quali il Teatro Liceu di Barcellona e il Gran
Teatro di Cordoba, anche grazie ad una borsa di studio della Fondazione
Antonio Gala per giovani creativi. Nel 2005 entra nel mondo della viola
da gamba, studiando presso il Conservatorio Arturo Soria di Madrid ed
integrando la propria preparazione con Fahmi Alquai, violista sivigliano.
Nel 2008 si trasferisce a Milano per continuare lo studio della viola da
gamba presso l’Istituto di Musica Antica dell’Accademia Internazionale della
Musica con Rodney Prada. Consegue il diploma nel 2011 e frequenta un
corso annuale al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia tenuto da Vittorio
Ghielmi. Attualmente si esibisce con alcuni tra i più prestigiosi gruppi
sia in Italia che all’estero: L’Accademia Bizantina, Il Giardino Armonico,
La Divina Armonia, il Silete Venti, La Capella de Ministrers, La Cappella
Mediterranea. Nel 2011 dà vita all’ensemble “Il Caleidoscopio” insieme alla
violinista Lathika Vithanage e all’arpista Flora Papadopoulos realizzando
programmi di ricerca musicale nel rispetto delle prassi esecutive storiche
e con strumenti originali. Accanto all’attività concertistica, Noelia Reverte
Reche svolge una importante attività didattica. è docente di viola da
gamba al Conservatorio della Svizzera italiana di Locarno, nei corsi estivi
di Romano Canavese promossi dall’Accademia del Ricercare di Torino e
negli appuntamenti annuali organizzati dall’Associazione Triacamusicale
nell’ambito del Festival Internazionale di Musica Antica. Ha effettuato
registrazioni discografiche col gruppo Rosso Porpora di Walter Testolin per
Stradivarius, con l’Accordone di Guido Morini e Marco Beasley per Arcana e
con Il Rossignolo di Ottaviano Tenerai per Sony.
Karin Selva
Di Bolzano, diplomata in violoncello e canto lirico, studia attualmente con
BiancaMaria Casoni. Solista e corista del Ghislieri Choir (Pavia) partecipa
ai più importanti festival europei di Musica Antica. Collabora con ensemble
come il Ricercare Ensemble (Mantova), il Coro Maghini (Torino), la Capella
de Ministrers (Valencia), il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini,
l’ensemble Delitiae Musicae di Marco Longhini, il Coro della Radio Svedese,
l’Accademia Hermans, la Venice Monteverdi Academy, l’Harmonices Mundi di
Claudio Astronio (Bolzano), l’Ensemble Euridice (Torino). Ha cantato nei ruoli
di Minerva, Amore e Melanto nel Ritorno di Ulisse in Patria di Monteverdi,
Melia nell’Apollo et Hyacinthus di Mozart (Genova), la Prima Dama del
Flauto Magico di Mozart con Gianandrea Noseda e Michele Placido (Stresa),
Tamiri ne Il Re Pastore (Como e Pavia), Belinda in Dido & Aeneas di Purcell
(Pavia), Ester ne Il gioco delle sorti di Gilberto Bosco (Torino). Recital di arie
del Belcanto a Palazzo Madama (MITO 2011), recital di melodie francesi
all’Unione Musicale — Atelier Parigi 2013, recital di arie da camera a Pinerolo
Torinese, concerto sacro di arie di Henry Purcell (Giaveno, Brescia e Loano).
Canterà a novembre la Rosa ne Il Pelegrinaggio della Rosa di R. Schumann
per la prossima stagione dell’Unione Musicale.
Manuel Staropoli
Si è diplomato brillantemente in Flauto dolce presso il Conservatorio “G.
Tartini” di Trieste con S. Casaccia perfezionandosi con L. Cavasanti, K.
Boeke e G. Heyens. Nel 2000 si è diplomato con il massimo dei voti in Flauto
Dolce presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e ha
conseguito nel 2007 il diploma accademico di II livello di Flauto traverso
storico (Cum Laude) presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino con la
professoressa F. Odling perfezionandosi successivamente con B. Kuijken. Si è
esibito in oltre 600 concerti in Italia e all’estero partecipando ad importanti
rassegne concertistiche e festival internazionali.Solista dell’Accademia del
Ricercare collabora con l’Accademia Bizantina, Tripla Concordia, “Collegium
Pro Musica, il quartetto italiano di flauti dolci Icarus, l’orchestra Terg
Antiqua, Academia Montis Regalis, laVerdi Barocca e con artisti come
Dan Laurin, Dorothee Oberlinger e Maurice Steger. Ha partecipato alle
registrazioni di tutti i CD del gruppo italiano Rhapsody of Fire. Ha inciso
per le case discografiche Sony, Stradivarius, Tactus, Amadeus, Pizzicato,
Rugginenti, Brilliant Classics e scrive sulla rivista per flauto FaLaUt. Ha
tenuto seminari e masterclass presso la Musik Hochschule di Mannheim, la
Musik Hochschule di Duisburg-Essen, la Muzička akademija di Zagabria e
la Land Musik Schule di St. Georgen im Attergau (Salzburg). Ha insegnato
presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza ed è attualmente docente di
Flauto dolce presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, mentre collabora
inoltre con il Conservatorio “N. Paganini” di Genova. Presta attività
didattica presso l’associazione Accademia del Ricercare a Settimo Torinese
(TO) e presso l’Accademia Musicale Torinese. Dal 2005 è direttore del Corso
Internazionale di Musica Antica dell’Accademia del Ricercare.
Mario Stefano Tonda
Musicista torinese, si diploma in Pianoforte presso il Conservatorio “G. Verdi”
di Torino sotto la guida di Annamaria Cigoli. Intraprende quindi la pratica
del clavicembalo con Ottavio Dantone, per proseguire gli studi in cembalo
e fortepiano con Emilia Fadini ed ottenere infine, con il massimo dei voti, il
Diploma accademico superiore in Tastiere storiche presso il Conservatorio
di Torino sotto la guida di Giorgio Tabacco. Parallelamente agli studi
accademici prende quindi parte a corsi di clavicembalo e fortepiano tenuti
da Kenneth Gilbert, Pierre Hantai, Jos van Immerseel, Andreas Staier, Bart
van Oort, seguendo infine i corsi di fortepiano di Malcolm Bilson in Europa
(Italia, Belgio e Olanda) e negli Stati Uniti (New York). Tiene regolarmente
recital in importanti stagioni concertistiche, esibendosi al clavicembalo
ed al fortepiano sia come solista sia con gruppi da camera ed orchestrali
(Orchestra Sinfonica di Roma, Il Continuo, i Musici di Santa Pelagia,
Accademia del Ricercare), nonché con strumentisti e direttori d’orchestra
quali Lior Shambadal, Vadim Brodsky, Berislav Skenderovic. Incide per le
etichette discografiche Tactus Records, Naxos, Brilliant Classic, Real Sound
ed il suo ultimo disco a due fortepiani, registrato con Giorgio Tabacco,
ha recentemente ricevuto il premio della critica della rivista discografica
Musica. Mario Tonda tiene regolarmente ed masterclass di fortepiano
e musica antica in Italia ed all’estero, (Accademia Musicale Torinese,
International Keyboard Academy di Bangkok) ed e’ inoltre regolarmente
invitato come commissario esterno in esami di Conservatorio e come
giurato in concorsi di clavicembalo e fortepiano. In qualità di studioso
prende parte come relatore a convegni musicologici, pubblicando articoli e
saggi musicologici su riviste specializzate (quali Informazione Organistica e
Philomusica, rivista del dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università
di Pavia). È laureato cum laude presso la Facoltà di Musicologia dell’Università
degli Studi di Pavia con una tesi dedicata allo studio ed all’edizione critica
dell’Intavolatura de Cimbalo del 1576 di Antonio Valente.
Barbara Zanichelli
Nata a Parma, diplomata in Violino e successivamente in Canto,
Performance e pedagogia del canto — con lode — presso il Conservatorio
della Svizzera Italiana a Lugano, sotto la guida di Luisa Castellani. Vincitrice
e finalista di concorsi internazionali come il Luca Marenzio 1999 e il Nicati
2009. Svolge intensa attività concertistica sia come solista che in ensemble,
come interprete del repertorio antico e contemporaneo in importanti sale e
festival italiani ed esteri Ha cantato sotto la direzione di K. Stockhausen, T.
Fisher, A. Richard, G. Bernasconi, R.H. Platz, M.W. Chung, P. Memelsdorff, B.
Kujken, P. Németh, O. Dantone, E. Gatti, V. Parisi, Ensemble Contrechamps,
M. Wendenberg, P. da Col, A. De Marchi, L. Pianca, interpretando anche
partiture in prima esecuzione assoluta di compositori come K. Stockhausen,
F. Hoch, G. Bryars, L. Kupper, S. Gervasoni, M. Pagliarani, W. Blank, M.
Stedron, N. Bolens, W. Merz, approfondendole con gli autori stessi. Dal
2007 è docente di Canto e Pedagogia del canto oltre che assistente di Luisa
Castellani presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Ha partecipato
a dirette radiofoniche italiane ed europee e ha registrato per varie case
discografiche tra cui Erato, Arcana, Chandos, Virgin, Glossa, StockhausenVerlag, Naive, Aeon, Tactus, Pavane, Arts, Bongiovanni, Phonè.
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Ridotto 8 euro
+ 2 euro d.p.
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piazza C.L.N. 251 — Torino
dal lunedì al sabato ore 09.30 — 20.00
domenica ore 10.00 — 14.00 e 15.00 — 20.00
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La vendita dei titoli di ingresso, oltre che dalle norme del codice civile
sul mandato con rappresentanza, è disciplinata dai seguenti termini e
condizioni:
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concerto per il quale è stato emesso, nel giorno e nell’orario indicati.
" L’accesso al luogo del concerto può essere regolato da apposite norme
definite dall’organizzatore per le quali, fra l’altro, l’organizzatore ha il diritto
di effettuare controlli di sicurezza e, anche per irregolarità del titolo di
ingresso, ha il diritto di rifiutare l’accesso al luogo del concerto.
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consiglia quindi di verificare — prima del concerto sul sito
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mezz’ora prima dell’inizio del concerto.
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" Possono usufruire della riduzione i soci di Musici di Santa Pelagia e
Accademia Musicale Torinese, under 18, over 65, studenti e soci degli enti
convenzionati, che saranno resi noti su www.musicidisantapelagia.com.
Per evitare inconvenienti si prega di esibire la propria tessera associativa
assieme ad un documento di identità.
" Si ricorda che le sale dei concerti hanno capienza limitata.
— testi e note di sala a cura di Alessandro Baudino
— grafica e impaginazione Koyaanisqatsi Collective
— stampato nel mese di settembre 2015
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musica francese del XVIII secolo