Si definisce arma biologica uno strumento in
grado di diffondere agenti microbiologici
nocivi, o le tossine da essi sprigionate, al
fine di contaminare e contagiare territori e
popolazioni nemiche.
Gli agenti biologici utilizzati nella
realizzazione di questi tipo di armi si
dividono in base alla loro tipologia:
1. Virali come il Marburg U, in grado di
uccidere un uomo in 72 ore causando una
devastante febbre emorragica con un tasso
di mortalità intorno al 75%
2. Batteriologici, come la peste
3. Biologici, come la botolina.
STORIA
Le prime armi biologiche furono utilizzate per
la prima volta nel Medioevo, durante gli assedi,
dove venivano scagliate frecce infettate col
sangue di cadaveri o di topi al fine di rendere
letale la ferita e causare alla popolazione
nemica un’ epidemia.
( si usava anche lanciare i cadaveri mediante
catapulte )
Le armi biologiche sono state sviluppate
durante il secondo dopo guerra in piena guerra
fredda.
IMPIEGO BELLICO MODERNO
Le armi biologiche sono da 150 a 200 volte più
efficaci di quelle chimiche.
Per diffondere l’agente biologico si può
utilizzare un nebulizzatore (via aerea)
Modalità d’azione:
1. Per inalazione
2. Per contaminazione dei viveri e delle acque
3. Per contaminazione delle schegge dovute
all’esplosione delle bombe e dei proiettili.
Tutte le armi che sono designate a spargere materiale
radioattivo con l'intento di uccidere e causare danni ad
una città o ad una nazione. Sono conosciute anche come
"bombe sporche" poiché non sono vere e proprie armi
nucleari non hanno lo stesso potenziale distruttivo.
Usano invece esplosivi convenzionali per spargere
materiale radioattivo.
questo tipo di arma può essere impiegata da gruppi
terroristici , oppure per rendere inutilizzabili dei
territori per lunghi periodi, facendo a meno di
effettuare bonifiche molto costose. L'efficacia di una
tale arma dipende molto dalla qualità della fonte di
radiazioni utilizzata .Gli effetti sono influenzati da
fattori come: energia e tipo di radiazioni, dimensione
dell'esplosione, protezioni e caratteristiche
ambientali.
UTILIZZO
Un possibile modo per disperdere del materiale radioattivo
consiste nell'uso di una bomba sporca, costituita da
materiale radioattivo che viene disperso tramite l'uso di
esplosivo. Le bombe sporche non fanno parte delle armi
nucleari, che invece usano una fissione nucleare a catena.
Laddove le armi nucleari creano grandi perdite
immediatamente dopo l'esplosione, le bombe sporche
provocano subito dopo l'esplosione quantità minime di
vittime. Alcuni tipi di bombe all'idrogeno possono però
venire arricchite con materiale radioattivo pesante,
combinando gli effetti devastanti dell'arma nucleare con
gli effetti nocivi dell'arma radiologica.
Le armi radiologiche non si affidano ad un ordigno
particolare, il materiale radioattivo può essere diffuso
attraverso la catena alimentare o l'acqua.
UTILIZZO MILITARE
Questo tipo di arma è considerata come
inefficace militarmente per una nazione e
molto difficilmente verrebbe utilizzata dalle
forze armate. Infatti, l'uso di una tale arma è
inutile per una forza di occupazione, poiché
renderebbe inabitabile l'area e rallenterebbe
l'avanzata dell'esercito. Inoltre,
analogamente alle armi biologiche, queste armi
potrebbero impiegare giorni per iniziare ad
agire sulle forze nemiche, e darebbero al
nemico il tempo di contrattaccare.
Le armi chimiche sono armi usate in combattimento
che utilizzano le proprietà tossiche di alcune
sostanze chimiche per uccidere, ferire o comunque
mettere fuori combattimento il nemico.
Le armi chimiche sono diverse da quelle convenzionali
o da quelle nucleari perché i loro effetti distruttivi
non sono dovuti ad una esplosione. L'uso di
microorganismi nocivi non rientra nelle armi chimiche
ma in quelle biologiche, ma l'uso di sostanze nocive
prodotte da organismi rientra sotto il controllo della
Convenzione sulle armi chimiche. In base a questa
convenzione, ogni agente chimico di qualunque origine
è considerato arma chimica a meno che non sia usato
per scopi non vietati.
DISPERSIONE
Consiste nel rilasciare l'agente nelle vicinanze del
bersaglio prima della diffusione. Agli inizi della
prima guerra mondiale si aprivano semplicemente i
contenitori di gas aspettando che il vento lo
disperdesse oltre le linee nemiche. Benché
relativamente semplice questa tecnica presentava
diversi svantaggi. La diffusione dipendeva dalla
velocità e dalla direzione del vento: se il vento era
incostante il gas poteva essere spinto indietro
contro gli utilizzatori stessi. Le nuvole di gas,
inoltre, erano facilmente percepibili dai nemici
che avevano spesso il tempo di proteggersi
DIFFUSIONE TERMICA
La diffusione termica prevede l'uso
di esplosivi o sistemi pirotecnici per
distribuire l'agente chimico. Questa
tecnica, nata nella prima guerra
mondiale, rappresentò un netto
miglioramento nelle tecniche di
diffusione poiché permise di
disseminare grandi quantità di
agente a grandi distanze.
DIFFUSIONE AERODINAMICA
La diffusione aerodinamica è la
distribuzione non esplosiva di un
agente chimico per mezzo di un
aereo, lasciando che questo sia poi
diffuso da forze aerodinamiche.
Questo è la tecnica di diffusione
più recente, sviluppata nella metà
degli anni sessanta.
LA GUERRA CHIMICA NELL'ANTICHITA'
DEL MEDIOEVO
Le armi chimiche sono state usate per millenni sotto forma di
frecce avvelenate, ma esistono prove di armi più avanzate in epoca
antica e classica.
Un buon esempio di guerra chimica primitiva viene dalle società
guerriere stanziate in Sudafrica nella tarda Età della pietra . Essi
usavano frecce avvelenate, imbevendo il legno e le punte con
veleni ricavati dall'ambiente circostante, principalmente da
scorpioni o serpenti, ma si ritiene che venissero usate anche
alcune piante velenose. La freccia era lanciata sulla vittima,
solitamente un animale, poi il cacciatore la seguiva fino a quando
questa non collassava.
L'avvelenamento delle riserve alimentari e delle riserve idriche.
Tali avvelenamenti potevano esser sostenuti sia da sostanze
chimiche di origine non biologica (veleni), sia di origine biologica
(tossine)
Esistono scritti cinesi che descrivono l'uso di soffietti per
pompare fumo da fuochi accesi con vegetali tossici nei
tunnel scavati dagli assedianti. Scritti cinesi ancora più
antichi contengono centinaia di ricette per la produzione di
gas velenosi o irritanti da usare in guerra ed in altre
occasioni. Tramite questi reperti siamo venuti a conoscenza
delle «nebbie cacciatrici di uomini» che contenevano
arsenico, e dell'uso di calce finemente triturata, dispersa
nell'aria per sedare una rivolta popolare nell'anno 178.
La testimonianza più antica dell'uso di gas velenosi in
guerra risale al V secolo A.c., durante la guerra del
Pelopponeso. Le forze di Sparta allestirono durante un
assedio una miscela incendiata di legno, resina e zolfo
sperando che il fumo velenoso incapacitasse gli ateniesi, in
modo da renderli indifesi nell'attacco che sarebbe seguito.
BIBLIOGRAFIA
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