World D o ho w S g I t a l 015 y2 LE RAZZE ITALIANE Cane da Pastore Bergamasco Cane da Pastore Maremmano Mastino Napoletano Cane Corso Cirneco dell’Etna Volpino Italiano Segugio Italiano a pelo raso Segugio Italiano a pelo forte Segugio dell’Appennino Segugio Maremmano Bracco Italiano Spinone Lagotto Romagnolo Bolognese Maltese Piccolo Levriero Italiano ITALIAN BREEDS Bergamasco Shepherd Dog Maremma and Abruzzes Sheepdog Neapolitan Mastiff Italian Corso Dog Cirneco dell’Etna Volpino Italiano Italian Hound Short-haired Italian Hound Coarse-haired Segugio dell’Appennino Segugio Maremmano Italian Pointing Dog Italian Wire-haired Pointing Dog Romagna Water Dog Bolognese Maltese Italian Greyhound CANE DA PASTORE BERGAMASCO Bergamasco Shepherd Dog ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 1: CON DUE CENTIMETRI DI TOLLERANZA IN PIÙ O IN MENO: MASCHI CM. 60; FEMMINE CM. 56 MASCHI KG. 32-38; FEMMINE KG. 26-32 CANI DA PASTORE E BOVARI HEIGHT AT THE WITHERS:WITH A TOLERANCE OF ± TWO CENTIMETRES: MALE 60 CM.; FEMALE 56 CM. WEIGHT: MALE 32-38 KG. FEMALE 26-32 KG. GROUP 1: SHEEPDOGS AND CATTLE DOGS IL FASCINO INDISCRETO DELL’ORIGINALITÀ Sereno come le valli che lo ebbero protagonista nella difesa delle greggi, il pastore bergamasco ha una storia antica ed il manto che gli dona una bellezza statuaria. Rustico, con gli occhi che esprimono sentimento e dolcezza, ha rischiato l’estinzione. Salvato dall’intelligente impegno di alcuni appassionati e dall’ENCI consapevole della sua importanza nel mosaico vivo delle razze italiane, calamita l’attenzione per l’inusualità dell’aspetto ed il carattere che lo fa guardiano affettuoso ed attento. Il mantello, completo in meno di tre anni, lo distingue da tutte le altre razze: è composto da pelo e da lana abbondante nella parte posteriore e non soggetta a muta stagionale ma in continua crescita con lunghi filamenti che formano con il pelo autentici feltri, detti taccole, impenetrabili all’acqua ed alle intemperie. Barba e baffi abbondanti ed il caratteristico ciuffo sugli occhi tenuto sollevato dalle ciglia a formare un’autentica visiera protettiva dal sole. Colore grigio a macchie di tutte le gradazioni o grigio uniforme e quando accade i cuccioli nascono neri, colore ammesso purché opaco. Gli occhi esprimono dolcezza ed attenzione, due caratteristiche per cui il pastore bergamasco fu selezionato come guardiano di greggi da briganti e lupi e compagno del pastore. Il notevole equilibrio psichico si esplica nelle caratteristiche di razza fra cui quella di custode attento capace di dosare le proprie forze, di essere presto consapevole di quelle dell’avversario ed intervenire solo se necessario ed in maniera efficace. Selezionati per stare all’aria aperta vivono serenamente anche nelle abitazioni, sono ricettivi ai comandi e diventano per i bambini preziosi compagni di giochi e per gli anziani una presenza rassicurante ed affettuosa. INDISCREET FASCINATION OF THE ORIGINALITY Calm as the valleys which it had as a leading role in protecting the flocks, the pastore bergamasco boasts of an ancient history and a coat which lends it a majestic beauty. Of rustic appearance, with eyes expressing feeling and affection, this breed risked extinction. Saved by the intelligent commitment of certain enthusiasts and by ENCI aware of its importance in the live mosaic of Italian breeds, it attracts attention for its unusual appearance and character which makes it an affectionate and diligent guard dog. The coat, complete in less than three years, distinguishes it from all the other breeds: it consists of hair and woolly flocks which are abundant in the rear part and do not undergo seasonal moulting rather it continues to grow with long strands which form authentic felts, known as “taccole”, impervious to water and bad weather. Generous beard and whiskers and the characteristic tuft on the eyes kept raised from the eyelashes form an authentic visor against the sun. The colour is of grey patches in all shades or else uniform grey; when the puppies are born black, the colour is allowed provided it is opaque. Their eyes express gentleness and attention; for these two characteristics the pastore bergamasco was selected to guard flocks from brigands and wolves, and also as companion to the shepherd. The remarkable mental equilibrium is expressed in the characteristics of the breed, including that of being an attentive guard dog capable of controlling its own forces, promptly aware of those of the enemy and ready to act only if necessary and efficiently. Bred to stay in outdoors, they also live happily indoors and are receptive to commands. They are precious playmates for children as well as a reassuring and loving presence for older persons. ASSOCIAZIONE AMATORI DEL CANE DA PASTORE BERGAMASCO VIA GARIBALDI 51 - 20013 MAGENTA CANE DA PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE Maremma and Abruzzes Sheepdog ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 1: MASCHI CM. 65-73; FEMMINE CM. 60-68 MASCHI KG. 35-45; FEMMINE KG. 30-40 CANI DA PASTORE E BOVARI HEIGHT AT THE WITHERS: MALE CM. 65-73; FEMALE CM. 60-68 WEIGHT: MALE 35-45 KG. FEMALE 30-40 KG. GROUP 1: SHEEPDOGS AND CATTLE DOGS INSIEME AI PASTORI, FRA I LUPI TOGETHER WITH THE SHEPHERDS, AMONG WOLVES Suggestivo nella statura imponente avvolta nel manto candido che sembra fatto di neve, ha attraversato i secoli rimanendo immagine dei “cani bianchi da pastore” descritti da Marco Terenzio Varrone (11627 a.C.) e magnificati da Lucio Giunio Columella (4-70 d.C.) come guardiani integerrimi delle greggi ed efficaci antagonisti del lupo e dell’orso. Vincitori in una lotta contro il tempo che non ne ha snaturato caratteristiche ed indole, continuano a stupire per la loro efficacia come guardiani e l’affetto verso il padrone, l’abitazione ed i beni da difendere. La razza ha trovato autentici estimatori lungo i secoli nei pastori dell’Italia centrale mai libera da fiere e briganti e nel Novecento in alcune famiglie toscane fra cui i Corsini di Firenze ed i Ghigi Saracini di Siena che resero nota la razza. In particolare contribuirono alla diffusione donna Anna Corsini che insieme a Francesco Giuntini diede vita all’allevamento “delle Vergherie” e Franca Simondetti con l’affisso “delle Grandes Murailles”. La prima mostra speciale, a Brescia nel 1952, fu caratterizzata dalla presenza di 12 esemplari: da allora cominciò un cammino lungo, difficile ma in continuo progresso e la razza con esemplari superlativi, contribuisce ancor oggi ad essere vanto della cinofilia italiana. Bianco unicolore ha pelo abbondante, lungo, ruvido, aderente, a volte lievemente ondulato con un folto “collare”, corto su muso, cranio ed orecchi. L’indole di guardiano fiero ed il carattere indomabile lo rendono collaboratore sicuro e fedele alla casa ed alla proprietà. Fiero, indipendente, incorruttibile, portato naturalmente alla vigilanza diventa prezioso in evenienze che la malavita rende sempre più probabili: ecco perché il cane bianco da pastore continua ad essere una certezza nei parchi, giardini od abitazioni ora che tanti greggi si avviano verso la loro malinconica, ultima transumanza. Impressive for its massif proportions, wrapped in a snow-like white coat, this breed has passed through the centuries retaining the image of the “white sheepdogs” described by Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) and glorified by Lucio Giunio Columella (4-70 d.C.) as trustworthy guardians of flocks, effective adversary of bears and wolves. Winners in a fight against time which has not altered characteristics and temperament, these dogs continue to surprise for their effectiveness as guards and affection to their master as well as to the home and property to defend. The breed has found genuine admirers through the centuries with shepherds in Central Italy never free from wild beasts and bandits, and also during the twentieth century in certain Tuscany families including the Corsini of Florence and Ghigi Saracini of Siena who have popularized the breed. Especially active in spreading the breed was Donna Anna Corsini who, together with Francesco Giuntini, gave life to the “delle Vergherie” breeding kennels and Franca Simondetti with the “delle Grandes Murailles” breeding kennels. The first dog show dedicated to this breed, 1952 in Brescia, featured the presence of 12 specimens: then onwards a long journey ensued that was difficult but continually progressing and the breed with superlative examples still continues today to be source of pride for Italian dog fanciers. Of an allwhite colour, it has abundant long, coarse and clinging coat, sometimes slightly wavy with a thick short “collar” about the muzzle, head and ears. The temperament of a proud guard dog and invincible character make it a trustworthy and faithful partner for house and property. Proud, independent, incorruptible, naturally inclined to watchfulness it proves precious in episodes increasingly more likely to occur by perpetrators of crime: this is why the white sheepdog continues to watch over parks, gardens or homes now that many flocks are on their way to their melancholy last transhumance. CIRCOLO DEL PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE VIA SAN BARBARA 86/A - 83031 ARIANO IRPINO (AV) MASTINO NAPOLETANO Neapolitan Mastiff ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 2: MASCHI CM. 65-75; FEMMINE CM. 60-68 TOLLERANZA CM. 2 MASCHI KG. 60-70; FEMMINE KG. 50-60 CANI DI TIPO PINSCHER E SCHNAUZER, MOLOSSOIDI E CANI BOVARI SVIZZERI HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 65-75 CM; FEMALE 60-68 CM. TOLERANCE 2 CM. WEIGHT: MALE 60-70 KG.; FEMALE 50-60 KG. GROUP 2: PINSCHER AND SCHNAUZER - MOLOSSOID BREEDS SWISS MOUNTAIN AND CATTLE DOGS LA SUA NAPOLI CAPITALE DEL MONDO ITS NAPLES CAPITAL OF THE WORLD Ha la suggestione della bellezza inusuale ed arcaica: giunge da lontano e rischiò di scomparire per sempre, come gli eroi del mito, nella metà del Novecento. Non accadde per merito di Piero Scanziani, giornalista grande, scrittore di razza, cinofilo autentico. Rimase affascinato da alcuni esemplari: riuscì a salvarli e ricostituire una razza che continua ad essere vanto dell’Italia e patrimonio della cinofilia universale. Il nome, dall’antico massatinus, guardiano, ne indica le prerogative, l’aspetto ne svela le origini dagli antichi cani da combattimento, guardia e difesa come li descrisse Columella: “di manto scuro e di taglia forte con grosse mandibole e pelle spessa”. Furono al seguito dei legionari di Roma alla conquista del mondo e contribuirono alla formazione di molte razze di mastini. Lottatore senza paura si rivela micidiale contro l’orso, il lupo, il toro ma generoso con i bambini, mai aggressivo se non provocato, comprensivo coi piccoli cani, capace di dare il sangue per il padrone, la casa, i beni che gli sono stati affidati. La testa è imponente con masseteri che fanno della mascella una micidiale tenaglia, la bocca che sembra costruita per mordere e lottare. Sono i mastini che incontra Piero Scanziani ed è un amore che non avrà più fine. Con lui e pochi altri appassionati il mastino rallenta la corsa verso l’ignoto terribile dell’estinzione poi comincia a conquistar nuovi ammiratori e lentamente allarga il suo dominio fino a raggiungere terre lontane non per nostalgia di migranti e sempre dimentico, nelle forme e nel carattere, del tempo che trascorre. I colori del mantello sono grigio, piombo, nero, mogano, fulvo e fulvo cervo a volte con minuscole macchie bianche sul petto e sulla punta delle dita, la testa ha un aspetto reso inconfondibile dalla pelle abbondante che disegna rughe e pliche, le labbra spesse ed abbondanti, viste di fronte hanno un congiunzione a V rovesciata. Ed a ben guardarlo in quella sua frequente posa da gladiatore oramai sereno scopri che ha un fascino inespresso. Capace di suscitare amori autentici in chi come Piero Scanziani e tanti altri dopo di lui, ne sanno cogliere la semisegreta meraviglia. The Mastino Napoletano evokes unusual and prehistoric beauty: it has distant origins and risked total extinction half way through the 20th century, like heroes of a myth. This did not occur thanks to the great journalist Piero Scanziani, a highly gifted writer and genuine dog fancier. He remained fasci nated by certain specimens and succeeded in saving them and reconstituting a breed which continues to be the pride of Italy and heritage of the universal dog fanciers’ world. The name, from the ancient massatinus (guard), indicates its great merits while its appearance reveals its origins as an ancient fighter, guard and defence dog as described by Columella: “with dark coat and heavy build, large jaws and thick skin”. These Mastiffs followed the Roman legions in conquering the world and had a share in forming many mastiff breeds. A fearless fighter, it is deadly towards bears, wolves and bulls but tender with children, never aggressive unless provoked, tolerant with small dogs, capable of shedding its own blood for its master as well as the home and property entrusted to its care. They have an impressive muscular head making the jaws a lethal gripper while the mouth seems formed intentionally to fight and bite. These are the mastiffs favoured by Piero Scanziani and proved to be an endless passion. Thanks to Scanziani and some other enthusiasts the mastiffs slowed down their race towards the terrible unknown of extinction, then started to conquer new admirers and slowly broadened their dominion to reach far-off lands in the forms and character with the passing of time, not that they were yearning like migrants as they did so unconsciously. Colours of the coat are grey, lead grey, black, mahogany, fawn and deep fawn (red deer), at times with small white patches on the chest and tips of the toe. The head has a unique appearance well endowed with skin forming wrinkles and folds. The lips are thick and generous, and viewed from the front they form an inverted V at their meeting point. When looking at the dog (by now serene) in its frequent gladiator pose you notice it has an unexpressed fascination, capable of arousing real passions in persons like Piero Scanziani and many others after him, who know how to capture this half-secret wonder. SOCIETÀ AMATORI MASTINO NAPOLETANO VIA VINELLA 24 - 80030 SCISCIANO (NA) CANE CORSO Italian Corso Dog ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 2: MASCHI CM. 64-68; FEMMINE CM. 60-64 TOLLERANZA CM. 2 MASCHI KG. 45-50; FEMMINE KG. 40-45 CANI DI TIPO PINSCHER E SCHNAUZER, MOLOSSOIDI E CANI BOVARI SVIZZERI HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 64-68 CM.; FEMALE 60-64 CM. TOLERANCE 2 CM. WEIGHT: MALE 45-50 KG.; FEMALE 40-45 KG. GROUP 2: PINSCHER AND SCHNAUZER - MOLOSSOID BREEDS SWISS MOUNTAIN AND CATTLE DOGS DIFENSORE SERENO E SICURO A CALM AND SURE DEFENDER Il nome non ha alcun riferimento geografico come potrebbe suggerire ma è un attestato di affidabilità: lo indica guardiano attento perché deriva dal greco kortos, cortile e trova conferma nel latino cohor che significa guardia, difensore. L’albero delle generazioni ha radici - aspetto e prerogative ne fanno fede - nel canis pugnax dei Romani tanto apprezzato per le sue doti e continua a distinguersi ora per il coraggio, la potenza e l’equilibrio. Molosso di taglia medio grande ha una muscolatura sviluppata che gli conferisce un aspetto solido e dinamico. Testa in proporzione al corpo, sguardo espressivo, non raramente enigmatico, mandibola potente e torace aperto e disceso. Il pelo del manto è corto, robusto, fittissimo e che garantisce quindi una perfetta impermeabilità. I colori tradizionali un tempo erano quattro: nero, tigrato scuro, cinerino o grigio e frumentino e ciascuno indicava, oltre ad un’eventuale preferenza del proprietario anche una funzione affidata. Il nero ad esempio era preferito dai guardiani di porci e dai butteri di maremma che sorvegliavano mandrie di vacche o branchi di cavalli, il tigrato, colore che ben si confonde con il sottobosco, veniva ritenuto ottimo per gli esemplari da addestrare alla caccia al cinghiale inseguendolo e duellando con lui, il cinerino dai guardiani di buoi, il frumentino invece- era così denominato per il colore simile al frumento maturo - per la caccia al tasso, che doveva essere preso dal cane con un potente morso alla nuca prima che potesse reagire con i micidiali unghioni, ed al cinghiale. Nelle tenute del meridione veniva anche addestrato come “guardia campestre”: doveva sorvegliare i terreni coltivati per tener lontani i ladri. La moderna selezione non ha privilegiato colori particolari e quindi si sono create molteplici, piacevolissime tonalità sia di grigio che di fulvo ma ha mitigato l’indole antica facendone un cane affidabile ed equilibrato, perfettamente adatto anche negli ambiti urbani. Nel 1994 la razza, a cui hanno dato un contributo fondamentali gli allevatori italiani, è stata riconosciuta ufficialmente dall’ENCI al termine di un lavoro lungo ed appassionante a cui parteciparono fra gli altri Antonio Morsiani (suo lo standard), Mario Perricone e Guido Vandoni che eseguirono rilievi cinometrici. The name has no geographical reference as could be supposed, rather it testifies reliability: in fact it suggests attentive guardian because it is derived from the Greek kortos, wall and is confirmed by the Latin cohor which means protector, guardian of the courtyard. The generational tree has roots (as shown by the appearance and special qualities) in the canis pugnax of the Romans, much appreciated for its skills. It still continues to stand out for its courage, strength and equilibrium. Molosseus of medium to large size, it is very muscular thus giving it a rugged and dynamic appearance. The head is in proportion to the body, with an expressive, not infrequently puzzled look, and a powerful jaw. The chest is wide and deep. The short-haired coat is stout and very dense thus guaranteeing perfect waterproofness. The traditional colours were once four, namely: black, dark brindle, ash grey or grey and fawn. Besides an owner’s preference each colour indicates an assigned function. Black, for example, was preferred by pig farmers and herdsmen of the Maremma tending herds of cows or horses. The brindling, well camouflaged with the undergrowth, was considered optimum for specimens to be trained for hunting wild boars by tracking and fighting in two with them. Grey was suitable for cattle guarding while fawn (socalled as the colour is similar to wheat) for hunting badgers which had to be gripped by the dog with a powerful bite in the neck, fawn was also suitable hunting boars. In farms of South Italy the Cane Corso was also trained as “country guards” where it had to watch over cultivated lands to keep robbers at bay. Modern breeding has not privileged any special colours, hence many, very attractive shades of grey and fawn have been created but the ancient temperament has been tamed thus making the dog reliable and well balanced, perfectly suitable also for urban environments. In 1994 the breed, to which Italian breeders have given a substantial contribution, was officially recognized by ENCI after a long and passionate research work that included the participation of Antonio Morsiani (for the standard), Mario Perricone and Guido Vandoni who made the kinometric measurements. SOCIETÀ AMATORI CANE CORSO VIA CA’ MOROLAZZARO 27/I - 36020 POVE DEL GRAPPA (VI) CIRNECO DELL’ETNA CIRNECO DELL’ETNA ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 5: MASCHI CM. 46-50 (TOLLERATI 52 CM.) FEMMINE CM. 42-46 (TOLLERATI 50 CM.) MASCHI KG. 10-12; FEMMINE KG. 8-10 CANI DI TIPO SPITZ E DI TIPO PRIMITIVO HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 46-50 CM. (52 CM. TOLERATED); FEMALE 42-46 CM. (50 CM. TOLERATED). WEIGHT: MALE: 10-12 KG; FEMALE: 8-10 KG. GROUP 5: SPITZ AND PRIMITIVE TYPES DALLA SICILIA NEL MONDO Antiche immagini non furono veritiere nel dargli patria perché, chiamato cane dei faraoni per alcuni suggestivi dipinti in Egitto, in realtà ebbe sviluppo e valorizzazione in Sicilia. Nell’isola già alcuni secoli prima di Cristo cominciò ad esser compagno degli abitanti nel catturar conigli ed altra minuta selvaggina e fu tanto efficace da meritare che con sue sembianze fossero coniate monete di importanti città. La razza che dopo un iniziale splendore decadde e rischiò di scomparire venne salvata dopo un appello lanciato dal dottor Maurizio Migneco su “Il cacciatore italiano” nel 1931 raccolto prima dalla baronessa Agata Paternò Castello e successivamente dal conte Giovanni Bonatti Nizzoli di Carentino. In una lucida analisi la nobildonna scrisse: “Il cirneco ha una formidabile potenza ereditaria, ciò spiega perché questa razza pur abbandonata si sia conservata pura sin dall’epoca dei Faraoni”. Il professor Giuseppe Solaro nel 1939 ne delineò lo standard e l’ENCI riconobbe ufficialmente la razza. Il Club con sede a Catania nel 1951, riconosciuto cinque anni dopo, ebbe come primo presidente il dottor Maurizio Migneco e segretaria la baronessa Donna Agata. Autentico specialista, manifesta le sue doti migliori sulle pietre laviche nella ricerca di conigli. Esplora il terreno con grande attenzione e mentre interroga il vento con il naso proteso in avanti e le orecchie rigide nell’intento di carpire il benché minimo rumore, scruta il paesaggio e ne seleziona gli angoli più idonei. La sua azione di caccia è davvero coinvolgente e caratterizzata da rapidi scatti verso la provenienza dell’usta lasciata dal roditore per cercare di localizzarlo nel più breve tempo. In questo usa il cervello e lo si nota quando individua la presenza del selvatico in un cespuglio o sotto un cumulo di rami. La sua espressività diventa più concreta e l’azione aumenta d’impeto mentre la distanza dal coniglio diminuisce. Monocromatico, deve avere colore della pelle, delle mucose del tartufo, delle rime palpebrali, delle labbra, delle unghie e dei cuscinetti plantari carnicino ed in sintonia con quello del mantello che è fulvo unicolore, più o meno intenso o diluito oppure fulvo e bianco. FROM SICILY IN THE WORLD Ancient images were not entirely truthful in giving this dog a country because, although called the Pharaoh’s dog for certain suggestive depictions in Egypt, in actual fact it was developed and exploited in Sicily. Already in the island some centuries B.C. it started to accompany the inhabitants in hunting rabbits and other small game. It was so efficient that coins with its features were minted in important cities. After an initial splendour the breed declined and risked extinction; it was saved after an appeal launched by Dr. Maurizio Migneco published 1931 in “Il cacciatore italiano”, answered first by Baroness Agata Paternò Castello and then by Count Giovanni Bonatti Nizzoli di Carentino. In a lucid analysis the noblewoman wrote: “The Cirneco has a strong hereditary power, this explains why this breed, although abandoned, was kept pure right from the epoch of the Pharaohs”. In 1939 Professor Giuseppe Solaro drew up its standard and ENCI gave its official recognition of the breed. The Club with headquarters in Catania in 1951, recognized five years later, had as its first president, Dr. Maurizio Migneco with Baroness Agata as secretary. An authentic specialist, it showed its best skills on lava stones in the search for rabbits. It explores the terrain with the utmost attention and while it sniffs at the wind with its nose stretched forward and the ears rigid with the intention to capture even the minimum of noise, it scrutinizes the landscape and selects the most suitable corners of it. Its hunting action is absolutely gripping and is characterized by rapid sprints towards the source of the scent left by the rodent so as to track it down in the shortest possible time. In this its uses its brain and this can be seen when it identifies the presence of the wild animal in a bush or under a heap of branches. Its range of expression becomes more concrete and the action increases in impulse while the distance from the rabbit decreases. Of single colour, it should have for colouring of the skin, mucus membranes, eyelid rims, lips, nails and foot pads according to that of the coat which is of a just one fawn colour, more or less intense or diluted or else fawn and white. SOCIETÀ AMATORI DEL CIRNECO DELL’ETNA C/O GRUPPO CINOFILO RAGUSANO - VIA GIARDINA 9 - 97015 MODICA (RG) VOLPINO ITALIANO VOLPINO ITALIANO ALTEZZA AL GARRESE: GRUPPO 5: MASCHIO CM. 27-30; FEMMINE CM. 25-28 CANI DI TIPO SPITZ E DI TIPO PRIMITIVO HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 27-30 CM; FEMALE 25-28 CM. GROUP 5: SPITZ AND PRIMITIVE TYPES UN CARATTERE DA MONARCA A ROYAL CHARACTER La sua storia è antica e piena di colpi di scena come accade ai veri protagonisti. Accanto all’uomo nelle palafitte conquistò, secoli dopo, regge e palazzi per riprecipitare nella vita comune ed essere il preferito dai carrettieri di Maremma. Sempre comunque con quel suo carattere indomito di guardiano attento e fedele, custode della casa e dei beni. Incorruttibile, diffidente con tutti ed amico solo di chi dimostra amicizia. La sua prima immagine in terracotta risale alla civiltà micenea, circa 1200 anni prima di Cristo, raffigurazioni si trovano sulle tombe dei faraoni e via via in altre dimore riportate alla luce da archeologi. Superati i secoli in alterne vicende conquistò la maremma toscana allora terra di malaria e del bandito Domenico Tiburzi dove i miti resistono poco e, inzaccherati dall’arguzia, cadono nella polvere e fu chiamato già sul finire dell’Ottocento cane dei carrettieri perché sulle carrozze e sui barrocci se ne vedevano tanti e sempre in bilico. Pronti a far la guardia al carico o ad avvertire il proprietario dell’arrivo dei masnadieri. Nel dopoguerra divenne raro e nel 1945 ad un primo censimento fatto da alcuni appassionati ne furono segnalati pochi. Il grido di allarme per una razza così antica e che rischiava di sottrarsi al mondo fu raccolto nei primi anni Settanta da alcuni appassionati che cominciarono un compito difficile e stimolante: il salvataggio del volpino che, selezionato per difendere, aveva lui necessità di sopravvivere. Si salvò non solo per la passione di pochi ma anche perché esiste un’armonia che governa il mondo e senza di lui l’universo sarebbe forse non più povero ne più triste ma certamente meno silenzioso. Its history goes way back in time and is rich in sensations as with true leading characters. Alongside man in lake dwellings, centuries later it conquered royal palaces and lordly manors, then to re-emerge in the life of ordinary people and find favour with carters in the Maremma. However it still retains its indomitable faithful and attentive guarding character, watching over the home and property; incorruptible and mistrustful of everybody and friend only of those who prove friendship. Its first image in terracotta dates back to the Mycenaean civilization, some 1200 years BC, and portrayals are to be found on Pharaonic tombs and so on in other places discovered by archaeologists. It passed the centuries in alternating events and conquered the Tuscan Maremma then land of malaria and the bandit Domenico Tiburzi where myths do not last for long and, spattered by wit, fall in the dust; already towards the end of the 19th century it was known as the carters’ dog because many were to be see on carriages and carts, always in precarious position, ready to guard the load or warn the owner of the arrival of gangs. After the war it became rare and in 1945 just a few were reported by a preliminary census carried out by a few enthusiasts. The cry of alarm for such an ancient breed, risking extinction, was heard in the early 1970s by some enthusiasts who embarked on a difficult and stimulating task: rescuing the Volpino which, bred to defend, also had the need to survive. It was saved not only thanks to the passion of just a few but also because there was a harmony governing the world and without it the universe perhaps would no longer be poor or sadder but certainly quieter. Il pelo è lungo, dritto con tessitura vitrea e sempre sollevato anche qualora sia folto – e lo è particolarmente sul collo dove forma un ampio collare - dando l’impressione di avvolgere il tronco come fosse un manicotto. Il colore è bianco, rosso unicolore e sono tollerate sulle orecchie sfumature arancio pallido considerate comunque un difetto. The coat is of straight long hair with dense texture and always standing off even when thick – particularly on the neck where the hair forms an ample collar – giving the impression of wrapping round the trunk as though it were a muff. The colour is all-white or all-red, pale orange shades are tolerated on the ears but in all cases they are to be considered an imperfection. ASSOCIAZIONE TECNICA AMATORI VOLPINO ITALIANO VIA GERBIASCO 58/2 - 21020 MERCALLO DEI SASSI (VA) SEGUGIO ITALIANO A PELO RASO Italian Hound Short-haired ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 6: MASCHI CM. 52-58; FEMMINE CM. 48-56 TOLLERANZA CM. 2 (PER SOGGETTI ECCELLENTI) 18-28 KG. SEGUGI E CANI PER PISTE DI SANGUE HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 52-58 CM.; FEMALE 48-56 CM. TOLERANCE 2 CM. (FOR OUTSTANDING SUBJECTS) WEIGHT: 18-28 KG. GROUP 6: SCENT HOUNDS AND RELATED BREEDS LA LEPRE COME CONDANNA Nessuno più di lui ha corso nei secoli e mai alcuno riuscirà ad eguagliarlo perché il segugio in genere e l’italiano in particolare, ha la lepre, elevata a simbolo della selvaggina da pelo, come condanna. Od esaltazione, perché nell’individuare la traccia, nel seguirlo fino a quando il selvatico non s’accorge che l’unica porta spalancata è la fuga, resta superlativo. Ha una bellezza essenziale e sono stati i secoli e la sapienza dei Padri ad inventarlo guardando alla funzionalità che è sempre una componente della bellezza. Protagonista nei trattati dei primi scrittori, magnificato dai Romani e via via da quanti popoli giunsero nella Penisola, fu plasmato secondo i terreni e le esigenze nelle diverse regioni. Così sin dal Cinquecento vi furono i segugi “di Lomellina o di pianura” ritenuti impareggiabili nella lunga litania di prati verdi e coltivati, i Cravin re di boschi e dei pendii e vigne del Piemonte, il Montagnino insuperabile sui contrafforti di Alpi e Prealpi. Una originalissima geografia del segugio creato a misura dell’ambiente. Il riconoscimento del coinvolgente segugio italiano con uno standard in cui sono ammesse le due varietà, identiche nella struttura ma diverse per mantello. E’ un cane saggio, calmo, ponderato nel lavoro che proprio nella fase determinante manifesta tutta la sagacia e l’esplosiva sagacità necessarie. Scrisse a tal proposito Luigi Zacchetti fondatore della Pro Segugio: ”Il nostro segugio è tra i migliori per cacciare la lepre con il fucile, per la finezza del suo olfatto, per la sua tenacia, per l’ardore sulla pista, per la resistenza alle fatiche; la sua voce è squillante e piacevolissima. Il suo metodo di lavoro non si differenzia di molto da quello delle più classiche e antiche razze estere; è più sagace di queste”. L’aspetto è caratteristico, la lunghezza del muso è pari alla metà della lunghezza totale della testa, le labbra sono fini e sottili, gli occhi grandi, luminosi di colore ocra scuro. Il pelo, raso su tutto il corpo ha tessitura vitrea ed è denso, liscio. I colori sono fulvo con tutte le sue gradazioni e nero focato. Il fulvo può avere bianco su muso e cranio, stella bianca sul petto, collo, metacarpi. HARE AS THE CULPRIT No other dog has chased more than it over the centuries and no other will even be able to equal it for the Segugio in general, and more especially the Italian one, has the hare, elevated to the symbol of hairy wild game, as culprit, or stimulation because, when scenting its tracks and following it until the hare realizes that the only way out is to flee, the Segugio remains supreme. It has essential beauty; the centuries combined with the wisdom of our Fathers were instrumental in inventing it from the functional point-of-view, always a component of the beauty. A leading character in the works of the first writers, glorified by the Romans and gradually by the many peoples landing in Italy, it developed according to the terrains and requirements of the various regions. Thus since the 16th century there were Segugi “di Lomellina o di pianura” considered as unbeatable in the long series of green and cultivated fields, then we have the Cravin Segugio, king of the woods, slopes and vineyards of Piedmont as well as the Montagnino unsurpassable in the buttresses of the Alps and Prealps: a highly original geography of the Segugio, tailor-made to the enviroment. The splendid Segugio Italiano has received recognition with a standard allowing two varieties, identical in structure but differing for their coat. It is a wise, calm dog diligent in its work where right in the decisive phase it shows all the shrewdness and astonishing sharpness necessary. In this connection, Luigi Zacchetti, founder of the Pro Segugio wrote: ”Our Segugio is one of the best in hare hunting with guns thanks to its keen sense of smell, its tenacity, passion on the track and resistance to fatigue; its voice is shrill and pleasant. Its method of work is not very different from that of the more classical or ancient foreign breeds; it is wiser than these”. The appearance is characteristic, the length of the muzzle is equal to half the total length of the head, the lips are fine and thin, the eyes are large and luminous of dark ochre colour. The hair is short over the entire body, of dense texture, thick and smooth. Colours are fawn in all shades and black and tan. The fawn dogs can have some white on the muzzle and skull, a white star on the chest, neck and metacarpus. SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO SEGRETERIA NAZIONALE - VIA DOSSO 7 - 26856 MIRABELLO SENNA LODIGIANA (LO) SEGUGIO ITALIANO A PELO FORTE Italian Hound Coarse-haired ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 6: MASCHI CM. 52-60; FEMMINE CM. 50-58 TOLLERANZA CM. 2 (PER SOGGETTI ECCELLENTI) MASCHI KG. 20-28; FEMMINE KG. 18-26 SEGUGI E CANI PER PISTE DI SANGUE HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 52-60 CM.; FEMALE 50-58 CM. TOLERANCE 2 CM. (FOR OUTSTANDING SUBJECTS) WEIGHT: MALE 20-28 KG.; FEMALE 18-26 KG. GROUP 6: SCENT HOUNDS AND RELATED BREEDS L’EMOZIONANTE CRONACA DELLA CACCIA Ê il rovescio della medaglia - rispetto all’abito, il pelo forte - del congenere a pelo raso. Lo standard infatti li fa gemelli attribuendo a ciascuna delle due razze le medesime caratteristiche e diversificandole soltanto per l’aspetto che comunque li rende suggestivi e dona a ciascuno qualità uniche. Le caratteristiche di lavoro lo confermano proprio facendo riferimento alle doti di cacciatori eccelsi. I suoi occhi brillanti, spalancati, fissi davanti a sé, attento a cogliere ogni più lieve rumore (un ramo che si spezza, un sasso che rotola) pronto a scattare all’inseguimento della lepre. La caccia con lui acquista un fascino primitivo di confronto e la muta in cui ciascun esemplare ha una prerogativa irrinunciabile, racconta la caccia facendone una cronaca fedele ed entusiasmante, ogni volta nuova, differente da tutte le altre già raccontate e diversa da quante verranno perché cambiano situazioni, terreni, tempo e persino le doti dei selvatici. La voce del segugio italiano - è lo standard a sottolinearlo - ha un timbro musicale, armonico, ed è il tono in genere medio o alto, pur non mancando alcuni toni bassi. Su passata in pastura la voce con ritmo uniforme e le ovvie pause che la rendono più significativa è distesa e calma; nel defilare un’andata al covo si accentua l’aritmia per la durata di emissioni e successione di tempi in relazione alla consistenza e continuità dell’usta. Diventa breve, rabbiosa in prossimità del covo e, preceduta da una pausa di silenzio più o meno breve, esplode allo scovo con tutta la potenza della sua passione in un grido che è una delle caratteristiche peculiari. Nella seguita è inizialmente a ritmo elevato, martellante, per poi diminuire con l’aumentare della distanza dal selvatico”. THE EXCITING HUNTING CHRONICLE This breed is the other side of the similar short-haired variety – in terms of the coat, namely the rough-haired. In fact the standard twins them attributing to each of the two breeds the same characteristics and distinguishing them solely on appearance which, in all cases, makes them fascinating and attributes each one with unique qualities. The working characteristics actually confirm this regarding the excellent hunting skills. The brilliant wide-open eyes, fixed ahead, alert to perceive the slightest noise (a breaking branch, a rolling stone) and ready to sprint when pursuing the hare. Hunting with this dog acquires a primitive fascination of confrontation and the pack in which each specimen shows an essential great skill, narrates the hunt making it into a faithful and thrilling chronicle, new each time, differing from all others told in the past and different from those to come because situations, terrains, time and even the qualities of the wild game change. As emphasized by the standard – the Italian Segugio has a musical and harmonious voice with tone normally medium or high, although certain low tones are not missing. When working in the pasture, its voice is relaxed and calm, with uniform rhythm and clear pauses marking it; on approaching the lair, the arrhythmia is accentuated as the voice emissions last and with time sequences depending on the consistency and continuity of the scent. It becomes short and angry on approaching the lair and, preceded by a silent pause of variable length, it bursts on the lair with all the power of its passion in a cry which is one of its particular characteristics. In the pursuit it is initially with strong, beating rhythm, which then decreases as the distance from the wild game increases”. SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO SEGRETERIA NAZIONALE - VIA DOSSO 7 - 26856 MIRABELLO SENNA LODIGIANA (LO) SEGUGIO DELL’APPENNINO SEGUGIO DELL’APPENNINO ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 6: MASCHI CM. 44-50; FEMMINE CM. 42-44 SONO TOLLERATI 2 CM. IN PIÙ E 1 CM. IN MENO IN SOGGETTI ECCELLENTI MASCHI E FEMMINE KG. 10-18 SEGUGI E CANI PER PISTE DI SANGUE HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 44-50 CM.; FEMALE 42-44 CM. TOLERANCE OF + 2 CM. AND - 1 CM. FOR OUTSTANDING SUBJECTS WEIGHT: MALE AND FEMALE 10-18 KG. GROUP 6: SCENT HOUNDS AND RELATED BREEDS CON L’UOMO SUI SENTIERI DELLE LEPRI Da secoli continua a raccontare la sua storia sui sentieri delle lepri nella vicenda primitiva e coinvolgente della seguita che altro non è se non l’arte più antica con il cane più ingenuo. L’Appennino ne ha plasmato le forme ed affinato le capacità, la natura gli ha miracolosamente conservato prerogative e doti che hanno avuto dall’ENCI il blasone di razza e la certezza del nome a conferma dell’origine. A vederlo, in quel suo aspetto gradevolmente rustico con muscoli ben evidenti non si fatica a credere sia stato inventato dal selvatico avuto in sorte perché, secolo dopo secolo, mantenessero nell’attualità una caccia autentica in cui entrambi sono protagonisti. Così il segugio dell’Appennino continua a conquistar ammiratori e simpatia per la bravura certamente grande e l’aspetto indubbiamente piacevole come lo sono tutti quegli esemplari che paiono aver avuto forma nella galleria del vento, hanno carattere mite ed aspetto gradevole. Gli abitanti di quelle terre amate ed avare impararono presto a tutelare il “loro” segugio tantoché già nel 1882 in un lungo scritto su “La Caccia”, giornale illustrato che ha fatto la storia dell’arte cinegetica, viene annoverato fra le razze da seguita. L’avvocato Filippo Zacchini, allevatore e segugista, nel 1932 ne delineava alcune caratteristiche che trovarono poi riscontro nello standard aggiungendo che si tratta di un “cane di piccola taglia, di eccezionali agilità e vivacità, tutto muscoli e nervi, senza alcuna pesantezza, di antica origine e di tipo ben fissato”. Aggiungeva poi che “ha resistito ai più veri incroci ed anche soggetti un po’ lontani dalla razza , accoppiati con soggetti tipici, riproducono assai bene il tipo con sorprendete fissità”. Molte le doti di un ausiliare che caccia bene sia singolarmente che in coppia ed inoltre è un “sicuro accostatore, ottimo scovatore, grande inseguitore. Si trova particolarmente a suo agio nei terreni di montagna in quanto pur collegato al canettiere non necessita di essere accompagnato”. Infine vive in simbiosi perfetta con il suo conduttore pur essendo di forte temperamento ed esagerata passione per la caccia. WITH MAN TRACKING DOWN HARES For many centuries its history in tracking down hares continues to be related in the primitive and exciting chase which is no more than the most ancient art with the most ingenuous dog. Its forms were moulded in the Apennines where it also honed its skills, while nature has miraculously preserved its merits and good qualities which have received from ENCI the nobility of breed and certainty of the name as well as confirmation of the origin. To see it, in that pleasantly rustic appearance with well developed muscles, it is not hard to believe that it has been invented by the wild game which happened to be hunted by it so that, century after century, they uphold an authentic hunting tradition in current times where both have a leading role. Thus the Segugio dell’Appennino continues to win over admirers and sympathy for its very great cleverness and attractive appearance and like all those breeds which seem to have taken form in a wind tunnel, they have a docile character and pleasant appearance. The inhabitants of those beloved and miserly lands soon learnt to protect “their” segugio so much so that already in 1882 in a long article appearing in the “La Caccia” (illustrated magazine on the art of hunting) it was included among the scent tracking breeds. In 1932 Filippo Zacchini, lawyer, breeder and Segugio fan, defined some of its characteristics subsequently confirmed in the standard, adding that it is “a small dog, exceptionally agile and lively, all muscles and nerves, without traces of fat, of ancient origin and well established type”. He then added that “it resisted various attempts to crossbreeding and also when subjects slightly different from the breed were coupled with typical subjects, they reproduced the type quite successfully with surprising fixity”. It shows many skills of an assistant which hunts well either on its own or in pairs; furthermore it is “a sure approacher, optimum flushing dog, great tracker. It is particularly at home in mountain terrains as despite being linked to the huntsman it does not need accompanying”. Lastly it lives in perfect symbiosis with its leader although being very temperamental with an exaggerated passion for hunting. SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO SEGRETERIA NAZIONALE - VIA DOSSO 7 - 26856 MIRABELLO SENNA LODIGIANA (LO) SEGUGIO MAREMMANO SEGUGIO MAREMMANO ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 6: MASCHI CM. 48-54; FEMMINE CM. 46-50 SONO TOLLERATI 2 CM. IN PIÙ O MENO PER SOGGETTI ECCELLENTI MASCHI KG. 16-23; FEMMINE KG. 13-20 SEGUGI E CANI PER PISTE DI SANGUE HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 48-54 CM.; FEMALE 46-50 CM. TOLERANCE OF ± 2 CM. FOR OUTSTANDING SUBJECTS WEIGHT: MALE 16-23 KG. AND FEMALE 13-20 KG. GROUP 6: SCENT HOUNDS AND RELATED BREEDS IL CINGHIALE LO FA GRANDE Nella sua voce odi l’eco d’una maremma che non c’è più anche se è la suggestione dei luoghi a suggerirtene un fascino che sa di ingiusta nostalgia. Perché era la terra dei briganti e della malaria, della povertà e dei bracconieri per fame, ma anche la patria di uomini grandi capaci di un eroismo individuale e silenzioso come lo era il vivere di ogni giorno e che oggi pare di fantasia. Altri tempi fotografati con parole d’amore da Fucini e Cassola, Civinini ed Ugolini, Eugenio Niccolini e Ferdinando Paolieri. Non par strana allora l’affermazione che ogni terra ha le sue genti che l’amano ed i suoi cani che non possono far a meno degli uomini. Ecco perché un segugio così non poteva non nascere in un lembo di terra selvaggia fra la Toscana e la capitale, immersa nella macchia mediterranea, bagnata dal Tirreno e con colline ripide tanto da sembrar contrafforti di montagna. La sua storia la raccontarono in tanti e fra questi Ido Cipriani in alcune pagine suggestive che pare conservino il calore del sole, i colori della ginestra e quell’odore impossibile di cose celesti che ha la macchia mediterranea nelle sere di maggio. Qui un cane non poteva che essere inventato dai luoghi e dai selvatici e vi contribuì anche il suo grande nemico, il cinghiale, protagonista con lui di duelli epici dove il sangue dei contendenti si mescolava alla terra e non sempre la fucilata del cacciatore giungeva in tempo a designare la vittima. Questo era il cane degli uomini di maremma e nell’attualità conserva ancor oggi tutte le sue doti di ausiliare fedele e coraggioso fino alla temerarietà, accostatore intrepido e sbrigativo, abbaiatore sicuro a fermo, inseguitore tenace fin dove i rovi paiono innalzare un’intricata barriera a difesa dell’inseguito. Gli occhi, in posizione semi laterale contribuiscono ad un’espressione vivace e sicura, il corpo tutto lo indica atleta essenziale che mira al risultato. Il mantello è fulvo, dal carico allo slavato, oppure nero - focato e tigrato. Negli esemplari a pelo raso la tessitura è vitrea ed a volte si riscontra sottopelo o anche peli rividi su muso e arti lunghi da 1 a 1,5 centimetri. Nella varietà a pelo forte la lunghezza è di 3-4 centimetri. GREAT FOR WILD BOAR In its voice you hear the echo of a no longer existing Maremma even if it is the impression of the places which bring to mind a fascination hinting of unjust nostalgia. Because it was land of bandits and malaria, poverty and starving poachers, but also the land of great men capable of individual and silent heroism just as the everyday life was then, now seeming a flight of fancy. Old times reflected with loving words by Fucini and Cassola, Civinini and Ugolini, Eugenio Niccolini and Ferdinando Paolieri. Hence it is not odd to state that each land has its own people who love it and their dogs which cannot live without the people. This is why such a Segugio could not be born other that in a stretch of wild land between Tuscany and the capital, immersed in the Mediterranean bush, lapped by the Tyrrhenian sea, with hills so steep as to resemble mountain buttresses. Its history has been told by many, including Ido Cipriani, in a few suggestive pages that seem to preserve the sun’s warmth, the colours of the broom and that imaginative odour of heavenly things which the Mediterranean bush has during May evenings. Here a dog could not failed to be invented by such places and the wild game; a contribution was also made by its arch enemy, the wild boar, protagonist with the dog in epic duels where the contestants’ blood mingled with the earth and not always did the hunter’s gun arrive in time to designate the victim. This was the dog of the Maremma men and still today it preserves all the merits of a faithful and courageous assistant up to the point of recklessness, intrepid and hasty approacher, a sure and steady barker, tenacious tracker up to where the brambles appear to erect an intricate barrier to defend the pursued animal. The eyes, in semi lateral position, give the dog a lively and sure expression while the whole body suggests of the essential athlete bent on the result. The coat is fawn, ranging from solid to pale, or else black - tan and brindled. In the short-haired specimens the texture is harsh and sometimes there is undercoat or even rough skin on the muzzle and limbs from 1 to 1.5 cm. In the coarsehaired variety length is 3 to 4 cm. SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO SEGRETERIA NAZIONALE - VIA DOSSO 7 - 26856 MIRABELLO SENNA LODIGIANA (LO) BRACCO ITALIANO Italian Pointing Dog ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 7: MASCHI CM. 55-67 (DI PREFERENZA 58-67) FEMMINE CM. 55-62 KG. 25-40 CANI DA FERMA HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 55-67 CM. (PREFERABLY 58-67) FEMALE 55-62 CM. WEIGHT: 25-40 KG. GROUP 7: POINTING DOGS IL CACCIATORE DELLA RAGIONE THE HUNTER OF REASON Ha una storia antica da alba del mondo e continua a raccontarla nelle vicende di caccia, di prove o nelle abitazioni con occhi che irraggiano affetto e l’espressione bonaria. Riferimenti a suoi antenati si leggono in Senofonte di Atene, Claudio Eliano (170-235) ed altri scrittori dell’impero di Roma. La figura, alta ed imponente, nobilita ancor più l’affresco del buon governo di Ambrogio Lorenzetti nella Sala della Pace in Palazzo pubblico a Siena o la si può ammirare nel bassorilievo di Benvenuto Cellini datato 1542 ed esposto al Louvre. Allevato alle corti dei Medici, dei Gonzaga, dei Savoia e degli Estensi era il cane a cui si affidava la buona sorte di giorni di caccia che, con lui, avrebbero comunque avuto successo. Cacciatore superlativo in grado di interpretare l’arte del reperimento del selvatico come stile e terreni comandano, è l’ausiliare capace di far nobile il carniere ed esaltare tutte le emozioni che l’arte venatoria suscita e pretende. La razza, in crisi per alcuni decenni dal finire dell’Ottocento causa l’irrompere dei grandi Inglesi, ritrovò la via di una resurrezione imposta dalla verità delle sue doti ed oggi continua a tenere con successo – per carattere - un’attualità divenuta per altri difficile. Numerosi i cinotecnici che spesero e continuano ad impegnare passione ed intelligenza per l’affermazione della razza e fra questi il grande Paolo Ciceri ed Edmondo Amaldi. L’aspetto è di un cane forte, armonico e vigoroso. Serio, intelligente, docile con grandi capacità di apprendimento ha un carattere mite e si adatta, pur con qualche sacrificio anche alla vita in appartamento. Ne sono complici gli occhi da cui sgorga uno sguardo sereno da antico saggio. E non fu un caso infatti se gli antichi lo denominarono “cane della ragione” come se la sua indole, in caccia o in prova nelle abitazioni od al guinzaglio fosse sempre conseguenza di riflessione. L’andatura stessa - trotto ampio e veloce, testa alta - ne è conferma. La pelle è consistente ed elastica, il pelo corto, fitto e lucente, il bianco – ma sono solo alcuni esempi - può essere interrotto da macchie più o meno grandi di color arancio o ambra, marroni, punteggiature di marrone (pregiato se di tonalità calda detta “tonaca di frate”). This dog has a history going back to the beginning of time and continues to relate it in hunting events, trials or in the home with eyes radiating affection and a good-nature expression. References to its ancestors can be read in Senofonte of Athens, Claudio Eliano (170-235) and other writers of the Roman empire. The tall and impressive figure further enhances the fresco of the Buon Governo by Ambrogio Lorenzetti in the Sala della Pace, Palazzo Pubblico, in Siena or else it can be admired in the bas-relief by Benvenuto Cellini dated 1542 and exhibited at the Louvre. Bred in the Medici, Gonzaga, Savoia and Estensi courts, it was the dog entrusted to ensure good fortune on hunting days which, with it, would have enjoyed success anyhow. Outstanding hunter able to interpret the art of tracking down the wild game as style and terrains so command, it was the helper capable of ennobling the game bag and exalting all the emotions the hunting art arouses and expects. The breed, in crisis for some years at the end of the 19th century due to the spreading of the stupendous English breeds, rediscovered the path to resurrection thanks to the proving of its merits; now – by its very character –it continues to successfully hold on to a reality proving difficult for others. There are many dog experts who have given generously of themselves and continue to commit passion and intelligence to affirm the breed, including the great Paolo Ciceri and Edmondo Amaldi. The Bracco is of strong and harmonious build with powerful appearance. Serious, intelligent, docile with excellent ability to learn, the dog is gentle in character and also adapts to life in apartments although with some sacrifice. This is proved by the eyes giving the calm look of an ancient sage. In fact, it was not by chance that the ancient people called it the “dog of reason” just as if its nature, in hunting or trials or in the home or on lead was always the consequence of reflection. This is confirmed by its gait – an extended and fast trot. The skin is tough but elastic, the coat is short, thick and shiny, white in colour – but in just a few examples – can be broken with marking of variable size of orange or amber or mottled with chestnut (prized if of warm shade, the so-called “monk’s frock”). SOCIETÀ AMATORI BRACCO ITALIANO VIA DOSSO 7 - 26856 MIRABELLO SENNA LODIGIANA (LO) SPINONE ITALIANO Italian Wire-haired Pointing Dog ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 7: MASCHIO CM. 60-70; FEMMINA CM. 58-65 MASCHIO KG. 32-37; FEMMINA KG. 28-30 CANI DA FERMA HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 60-70 CM.; FEMALE 58-65 CM. WEIGHT: MALE 32-37 KG; FEMALE 28-30 KG. GROUP 7: POINTING DOGS IN TANTI SECOLI SOLTANTO LODI Gli occhi fanno la spia ad indole e prerogative di ausiliare così prezioso da incrociare la sua ombra con quella dell’uomo addirittura da cinquecento anni prima di Cristo. Di lui scrissero in molti e mai alcuno ebbe un giudizio men che entusiasta. Cominciò Senofonte, assentì con lui Grazio Falisco quattro secoli dopo e Marziale li lodò chiamandoli Vertragi ed affermando che erano tanto dediti al padrone da cacciare solo per lui. Primo a lasciarne un ritratto fu Mantegna poi Tiziano, Tiepolo ed altri grandi maestri affascinati dall’aspetto rude e dagli occhi così buoni e lucenti da diventar magnetici. Chiamato dapprima Griffone, poi bracco a pelo forte e bracco spinone divenne addirittura due secoli fa l’emblema della caccia italica ed autentica, fatta di passione e fatica. Il fascino viene dalla storia perché l’attualità non lo ha mutato confermando quell’aspetto un po’ burbero, certamente rustico al confronto di ausiliari di altre razze non italiche che paion leziosi. Nel regno dei cani da caccia – e furono in molti autori fra cui il grande Ferdinando Delor, Augusto Noghera e l’eccelso Piero Pieroni ad affermarlo - era ed è un superlativo capace di specializzarsi su ogni selvatico. E non fu per caso che alcuni cinofili egregi autorevoli membri del Club del Beccaccino, quando fecero ritrarre dal pittore Cerruti La Madonna del Beccaccino per donarla ad una chiesa sacra al sodalizio, vollero vi fosse ai piedi di Maria una cesta con alcuni cuccioli fra cui uno spinone bianco. Nel 1939 Solaro ne delineò lo standard completato poi cinque anni dopo. Le sue azioni di caccia sono improntate alla calma, alla prudenza completata dalla decisione. “E’- scrive Luca Massimino - un cane da caccia che si esalta in particolari condizioni di rusticità e difficoltà al servizio del cacciatore”. Il mantello è caratterizzato da pelo lungo da 4 a 6 cm sul tronco, più corto nelle altre parti e di colore bianco puro punteggiato o con macchie arancio o marrone, roano o roano marrone. La pelle ben aderente, dev’essere grossa e secca. Gli occhi che calamitano gli sguardi sono grandi, espressivi, ben distanziati con colore dell’iride ocra e tonalità in armonia con le tinte del mantello. IN MANY CENTURIES JUST PRAISE The eyes give away its nature and helper merits so precious as to exchange its shadow with that of man even some 500 years BC. Many have written about the Spinone and judgement was always enthusiastic without exception. Senofonte started and Grazio Falisco agreed with him four centuries after, then Marziale praised the dogs called them Vertragi, saying they were so devoted to their master they hunted only for him. The first artist to paint him was Mantenga, then Tiziano, Tiepolo and other great masters fascinated by the rustic appearance and eyes so friendly and shiny so as to become magnetic. First it was called Griffone, then Bracco a pelo forte (coarse-haired) and Bracco Spinone, two centuries later is even became the emblem of authentic Italian hunting, consisting of passion and hard effort. The fascination came from history as current events have not altered it, thus confirming that slightly rough aspect, certainly unpolished when compared to helper dogs of other non Italian breeds which appear affected. In the kingdom of hunting dogs - and they were many authors including the great Ferdinando Delor, Augusto Noghera and outstanding Piero Pieroni to confirm it - it was and is outstanding, capable of specializing itself in each type of wild game. It was not by chance that some authoritative dog fanciers, members of the Club del Beccaccino, when they asked the artist Cerruti to portray the Madonna of Beccaccino to donate the picture to a church special to club members, they wanted a basket of puppies (which included a white Spinone), to be painted in a basket at Mary’s feet. It 1939 Solaro defined the standard completed some 5 years later. Its hunting actions have the look of calm and caution completed by determination. “It is- so writes Luca Massimino - a hunting dog which excels in certain conditions of roughness and difficulties at the hunter’s service”. The coat is with hair from 4 to 6 cm on the trunk, shorter in the other parts, of pure white or else speckled or with orange or brown or roan or roan brown. The close fitting skin should be thick and lean. The eyes which attract the looks are large, expressive and set apart, with iris of ochre colour whose shade tones in with the colour of the coat. CLUB ITALIANO SPINONI VIA CAVOUR 15 - 21100 VARESE (VA) LAGOTTO ROMAGNOLO ROMAGNA WATER DOG ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 8: MASCHI CM. 43-48 (IDEALE CM. 46); FEMMINE CM. 41-46 (IDEALE CM. 43). TOLLERANZA DI PIÙ O MENO CM.1 MASCHI KG. 13-16; FEMMINE KG. 11-14 CANI DA RIPORTO - CANI DA CERCA - CANI D’ACQUA HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 43-48 CM. (IDEAL 46 CM.); FEMALE 41-46 CM. (IDEAL 43 CM). TOLERANCE ± 1 CM. WEIGHT: MALE 13-16 KG; FEMALE 11-14 KG. GROUP 8: RETRIEVERS - FLUSHING DOGS - WATER DOGS IL “CACCIATORE” DI TARTUFI L’unico, fra gli esemplari delle tante razze riconosciute, a saper trovare l’oro della terra, il tartufo, cogliendone la magica emanazione. E dire che ebbe origine e ottenne lodi come cane da acqua, capace di raggiungere la selvaggina colpita e riportarla alla barca, nuotando persino in stagni parzialmente ghiacciati, in cui si era lanciato per il recupero. Ha il carattere sobrio dei campagnoli autentici e le forme tipiche di un cane che giunge dal passato ma che continua a far della conquista dell’attualità - con sempre nuovi ammiratori - un successo. Complice il carattere allegro, coinvolgente, l’aspetto davvero gradevole con tutti quei riccioli che paiono appiccicati l’uno accanto all’altro, l’occhio vigile e la disponibilità totale verso le persone che ama. Il colore del mantello, bianco sporco, bianco a macchie marroni o arancio, roano marrone, marrone unicolore o arancio unicolore lo rendono comunque unico. Le sue origini risalgono agli Etruschi e nella necropoli di Spina, nei pressi di Ferrara, furono ritrovate alcune immagini che ricordano proprio il lagotto, simile a quello accanto a cui si fece ritrarre un Gonzaga di Mantova. Il nome, lagotto appunto, un tempo indicava gli abitanti o comunque i “coltivatori” delle valli da pesca o degli impianti per caccia agli acquatici nell’Emilia Romagna. Le bonifiche ridussero la caccia e cancellarono il lavoro a molti accompagnatori nelle valli e così il lagotto trovò una seconda coinvolgente “occupazione” come cane da tartufi anche in questo meritando la lode. Verso la metà degli anni Settanta rischiava di scomparire nella sua tipicità ed un gruppo di appassionati si dedicarono al recupero della razza, alla salvaguardia ed allo sviluppo: obiettivi in breve tempo pienamente raggiunti. Lo standard elaborato dal dottor Antonio Morsiani fu approvato dall’ENCI nel 1992. THE TRUFFLE “HUNTER” The only one among the many recognized breeds which knows how to find gold in the earth, i.e. truffles, reaping its magical emergence. And to think that it originated and won praise as a water dog, able to reach the shot game and bring it back to the boat, swimming even in partly frozen pools into which it dived to retrieve the prey. As with genuine companions it has a sober character and the typical forms of a dog stemming from the past but one which still continues to win over more and more new admirers. This is thanks to its cheerful and excitable character, also the highly attractive appearance with all those curls which seem to nestle one into the other, the keen ears and total attachment to persons loving the Lagotto. Coat colours are off-white, white with brown or orange patches, brown roan, all-brown or all-orange, which have made the dog unique. Its origins go back to the Etruscans and in the necropolis of Spina, near Ferrara, certain images have been found recollecting the Lagotto, similar to the one depicting a member of the Gonzaga family of Mantua. The very name, Lagotto, once indicated the inhabitants or at least the “farmers” of the fishing valleys or aquatic hunting facilities in Emilia Romagna. The drainage reduced the hunting and wiped out the work for many accompanier dogs in the valleys and so the Lagotto found a second thrilling “job” as a truffle dog deserving praise also in this case. During the mid 1970s the dog risked extinction as type and a group of enthusiasts devoted themselves to retrieving, rescuing and developing the breed: these objectives were fully reached in just a short time. The standard, drawn up by Dr. Antonio Morsiani, was approved by ENCI in 1992. CLUB ITALIANO LAGOTTO VIA PIGNO 16/18 - 48010 BAGNARA DI ROMAGNA (RA) BOLOGNESE bolognese ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 9: MASCHIO CM. 27-30; FEMMINA CM. 25-28 KG. 2,5-4 CANI DA COMPAGNIA HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 27-30 CM.; FEMALE 25-28 CM. WEIGHT: 2.5-4 KG. GROUP 9: COMPANION AND TOY DOGS LUNGO LA STORIA. CON LEGGIADRIA Bianco come la neve bianca, sembra un piumino sospinto dal vento tant’è aggraziata e lieve l’andatura che ne fa un aristocratico delle razze da compagnia. Un tempo prediletto da sovrani, imperatrici ed artisti, era il preferito dalla Marchesa di Pampadour (1721-1764) che ne pretendeva sempre alcuni con sé, da Caterina di Russia (1729-1796) e da altre dame coronate, ultima in ordine di tempo la principessa Josè del Belgio che ne ricevette un esemplare quale dono di fidanzamento dall’allora principe ereditario Umberto II di Savoia. Il duca d’Este ne fece recapitare due esemplari a re Filippo II che gli scrisse definendoli “quanto più di regale si potesse offrire in dono ad un imperatore” e Cosimo de’ Medici (1389-1464) regalò otto cuccioli ad altrettanti maggiorenti di Bruxelles ricevendo da ciascuno attestati di gratitudine. Nel lungo elenco di chi lo preferì ci sono anche numerosi artisti fra cui Pietro Breughel il Vecchio che volle immortalarlo in “La parabola dei ciechi” (Museo nazionale di Napoli). Lentamente però la razza decadde rischiando l’estinzione da cui la sottrassero alcuni appassionati e l’impegno dell’ENCI. Il carattere è di un autentico protagonista nella vita di casa: pretende un suo spazio ma anche attenzioni continue da chi, nella famiglia sceglie suo preferito, dimostrando in questo l’egoismo dei “piccoli” che riescono a far della leggiadria dell’aspetto una micidiale arma per conquistare simpatie e privilegi. Comunque è gaio, affettuoso, allegro e sa conquistarsi subito la simpatia di chi lo avvicina. Lo standard fu approvato nel 1929 e da allora non ha subito modifiche. Il pelo verso cui gli allevatori continuano ad avere particolare attenzione – dev’essere denso, lungo, molto fitto, distaccato dal corpo. Al tatto è morbido e forte. Un mantello come standard impone dev’essere lungo, increspato con minuscole e strette ondulazioni serrate fra loro, compatto, fitto. Gli occhi sono grandi con margini palpebrali neri e l’iride ocra. THROUGH HISTORY. WITH GRACEFULNESS White as snow, the Bolognese is like down feather driven by the wind as it is so graceful and light in movement thus making it an aristocratic in the companion breeds. In the past favoured by kings, emperors and artists, it was a specially loved pet of the Marquess of Pampadour (1721-1764) who always wanted some with her, as well as Catherine of Russia (1729-1796) and certain other royal ladies, with the last in order of time Princess Josè of Belgium who was given one as an engagement gift by the then hereditary prince Umberto II of Savoy. The Duke of Este sent two specimens to King Phillip II who wrote to him describing them “the best possible present that could be offered as gift to an emperor” and Cosimo de’ Medici (1389-1464) presented 8 puppies to the same number of notables of Brussels receiving from each of them letters of gratitude. The long list of persons admiring the dog also includes artists such as Pietro Breughel il Vecchio who wished to immortalize it in “La parabola dei ciechi” (National Museum of Naples). However the breed started to decline gradually risking extinction from which it was rescued by a few enthusiasts and the commitment by ENCI. Its character is that of an authentic protagonist in domestic life: it wants its own space but also continuous attention from the family member making it their pet, thus showing the selfishness of “the little ones” who know how to turn their graceful aspect into a deadly weapon to gain sympathy and privileges. In all cases it is lively, affectionate and cheerful; it knows how to immediately win the sympathy of persons approaching it. The standard received approval in 1929 and since then has not undergone amendments. The hair – to which breeders continue to pay special attention – should be well tufted, long, very thick, not lying flat on the body, soft and strong to touch. The coat, as prescribed by the standard, should be long, wavy with small and tight close clinging curls, compact and thick. The eyes are large with black eyelid rims and ochre coloured iris. ENCI VIALE CORSICA 20 - 20137 MILANO (MI) MALTESE MALTESE ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 9: MASCHI CM. 21-25; FEMMINE CM. 20-23 MASCHI E FEMMINE KG. 3-4 CANI DA COMPAGNIA HEIGHT AT THE WITHERS: MALE 21-25 CM; FEMALE 20-23 CM. WEIGHT: MALE AND FEMALE 3-4 KG. GROUP 9: COMPANION AND TOY DOGS TANTO BELLO DA SEMBRAR MAGICO E’ il cane dei grandi amori e di subitanei entusiasmi ed in tanti secoli non è mai precipitato in quell’aurea mediocrità di un apprezzamento generico. L’attualità lo conferma, la sua storia ne fa fede con una costanza che somiglia al blasone meritato per sempre dal grande Aristotele che lo citò nelle sue opere e la definizione di Marziale di essere “più puro del bacio di una colomba” non desta stupore ma semmai condivisione. Ai riconoscimenti di scrittori e scienziati non poteva non aggiungersi anche quello, non meno autorevole, degli artisti, complici le sembianze davvero suggestive. Famosi i pittori che vollero ritrarlo assieme ai grandi suoi ammiratori, da Pollaiolo a Tiziano, Veronese e tanti altri fra cui molti non della Penisola. Nonostante i lusinghieri giudizi unanimi però rischiava di rimaner senza patria come un apolide di lusso e finire nel limbo di quei cani che pur avendo raggiunto una diffusa notorietà per forme, carattere od altre prerogative non furono mai incoronati da uno standard. Il 20 e 21 settembre 1954 ad Interlaken in Svizzera, durante i lavori dell’assemblea generale della FCI, il Maltese conquistò - per meriti e riferimenti – la cittadinanza italiana ed il professor Giuseppe Solaro ne elaborò un anno dopo lo standard che venne riconosciuto ufficialmente dalla FCI nel 1963. Fra chi lo alleva o lo giudica o ne è proprietario trovi autentici entusiasti pronti a condividere il giudizio di Bianca Tamagnone: “Considerato suggestivo, è apprezzato anche per la sua indole vivace, dolce e spensierata perché ha bellezza e grazia, eleganza e fascino, ha sostanza e temperamento, carattere, allegria, magia, fedeltà ed amore”. Il pelo, dal muso alla coda, dev’essere molto lungo, di consistenza setacea, disteso, aderente al corpo, mai lanoso od opaco. Non leggerezza né sofficità quindi ma una fascinosa massa di pelo lucente che cade ed avvolge il corpo senza nasconderne le forme. Occhi grandi più di quanto si potrebbe supporre rispetto alla taglia, espressivi, color ocra carico. SO BEAUTIFUL AS TO SEEM MAGIC This is the dog of great loves and sudden enthusiasm that has never fallen into that happy mean of a general appreciation. Current times confirm this while its history proves it with a constancy similar to well deserved perpetual emblem by the great Aristotle who cites it in his works while the definition given by Marziale of being “whiter than the kiss of a dove” does not astonish, rather it is shared. In addition to the appreciations by writers and scientists, surely no less authoritative are those of artists thanks to the stunning features of the Maltese. Several famous painters wished to depict it together with its great admirers, from Pollaiolo to Tiziano, Veronese besides many others including several outside Italy. However despite the unanimous gratifying appraisals the Maltese risked remaining without a native country just like a luxury displaced “subject” and finishing up in the limbo of those dogs that although achieving widespread popularity for forms, character or other merits, they have never been crowned by a standard. During the proceedings of the Annual General Meeting of the FCI on 20th and 21st September 1954 in Interlaken (Switzerland), the Maltese gained - by merits and references – Italian citizenship and one year later Prof. Giuseppe Solaro worked out its standard which was recognized officially by FCI in 1963. Among its breeders or owners or judges there are genuine enthusiasts ready to share the opinion of Bianca Tamagnone: “Considered sug gestive, it is also appreciated for its lively, gentle and carefree nature because it has beauty and grace, elegance and charm, as well as effect and temperament, character, cheerfulness, magic, faithfulness and love”. The coat, from muzzle to tail, should be very long of silky texture, straight and clinging to the body, never woolly or opaque; hence not lightness or softness but an enchanting mass of shiny hair falling and wrapping round the body without concealing its forms. Expressive eyes larger than expected, of dark ochre colour. ENCI VIALE CORSICA 20 - 20137 MILANO (MI) PICCOLO LEVRIERO ITALIANO Italian Greyhound ALTEZZA AL GARRESE: PESO: GRUPPO 10: MASCHI E FEMMINE CM. 32-38 MASCHI E FEMMINE MASSIMO 5 KG. LEVRIERI HEIGHT AT THE WITHERS: MALE AND FEMALE 32-38 CM. WEIGHT: MALE AND FEMALE MAX. 5 KG. GROUP 10: SIGHTHOUNDS COME UNA SCULTURA DI CRISTALLO LIKE A GLASS SCULPTURE La patria gli fu - ed un po’ ancora lo è - ingrata perché è più popolare all’estero che nella Penisola. Colpa di quel luogo comune che lo vorrebbe cane da grembo, grazioso ma tremante e delicatissimo capace solo di passare dal divano alla poltrona. O viceversa. Silenzioso e da ammirare come una statua d’autore, più fragile di un’esile scultura di cristallo. Fu nei secoli il prediletto da nobili e dominatori fra cui l’imperatore Federico III e Federico il Grande che ne faceva custodire nei suoi canili oltre cinquanta, utilizzandoli per compagnia od inseguir le lepri. Poi un lento declino, sia perché la razza era confinata fra una nobiltà sempre meno numerosa e più propensa alla mondanità che alla zoofilia, sia per la consanguineità che ne fece temere l’estinzione. Sarebbe accaduto se alcuni lungimiranti cinofili divenuti personaggi storici nel lungo e non facile cammino della cinofilia, non si fossero impegnati per salvarlo ridandogli la dignità di un’esistenza che non fosse solo ripiegata su un estetismo fine a se stesso e quindi inesorabilmente condannato a far estinguere chi ne era il portatore. Maria Luisa Incontri della Stufa, fondatrice del Club che tutela la razza, la marchesa Montecuccoli degli Erri, Aldo Cerletti, Agnese Spaziani, Alberto Lamperti, Angelo Anselmi ed il marchese Piero Renai della Rena gentiluomo autentico ed esperto giudice di sicuro affidamento, si accollarono un compito difficile. E riuscirono a condurre a termine con successo un’opera di salvezza più che di salvaguardia che molti ritenevano impossibile. Il “piccolo“ levriero cominciò a risalire lentamente dalla china in cui lo stava precipitando anno dopo anno la parabola delle sue iscrizioni al Libro genealogico ENCI e tanti luoghi comuni che lo stavano perseguitando. E ritrovò anche il suo carattere splendido, capace di manifestare al padrone e solo a lui tutto il suo affetto di sodale discreto e silenzioso, persino nelle manifestazioni di gioia. Proprio come si conviene ad un aristocratico autentico. L’abito lo qualifica subito nobile: è essenziale, ha colori pastello inusuali. Pelo fine, raso, privo di qualsiasi frangiatura. Unicolore grigio nero, ardesia, isabella in tutte le gradazioni. Il bianco è tollerato solo su petto e piedi. Its native country was – and still is to a certain extent – ungrateful to it as it is more popular abroad than in Italy. Perhaps fault of that common-placed opinion which would have it as a dog to sit on the lap: lovely but quivering and very delicate capable of passing from the divan to the armchair or vice versa; silent and to be admired just like a classical statue, more fragile than a slender crystal glass sculpture. Throughout the centuries it was favourite of nobles and rulers including Emperor Frederick III and Frederick the Great who kept over fifty in his kennels using it as companion or for hunting hares. Then followed a slow decline because the breed was confined to an ever shrinking nobility more concerned with society life than love of animals; also because of the consanguinity which threatened its extinction. This would have happened unless a few farsighted dog lovers who became memorable personalities in the long and far from easy route of cynophilia, had not dedicated themselves to saving the Piccolo Levreira thus giving it back the dignity of an existence not only concerned with the aesthetic aspect, otherwise it would have inevitably condemned to extinction as it would no longer be kept by anyone. Maria Luisa Incontri della Stufa, founder of the Club protecting the breed, Marquess Montecuccoli degli Erri, Aldo Cerletti, Agnese Spaziani, Alberto Lamperti, Angelo Anselmi and Marquis Piero Renai della Rena, a real gentleman and highly reliable export judge, took on a difficult task. They were able to successfully conclude a rescue work something more than that of safeguarding, considered by many as impossible. The “small“ Levriero gradually began to rise from the decline into which it was falling year after year: the rise and fall of its applications to the ENCI Genealogical Register and many other communal places persecuting it. It also rediscovered its splendid character, capable of showing to its master and him alone, all its discreet and silent affection of a companion, even in the displays of joy, as befits an authentic aristocratic. The coat immediately ennobles the dog: it is essential, having unusual pastel colours. Fine short hair, with no fringes. All-grey or black, slate, isabella in all the shades, white is tolerated only on the chests and feet. CIRCOLO DEL PICCOLO LEVRIERO ITALIANO VIA COSTANTINO MORIN 45 - 00195 ROMA Milano Expo 2015