Scientia veritatis Festschrift für Hubert Mordek 65. Geburtstag zum Herausgegeben von Oliver Münsch und Thomas Zotz n Jan Thorbecke Verlag 1T6 Diritto di appello a Roma Decretali Pseudo-Isidoriane* nelle DI AGOSTINO MARCHETTO all'esame di questo aspetto fondamentale dell'ordinamento giudiziario the it Vescovo di Roma esercita ben presto, nella pseudo-isidoriano l'affermazione Chiesa antica, it ruolo di «arbitro» della vita e disciplina ecclesiale, per la sua speciale Premettiamo posizione e funzione e per l'importanza the si annette alla comunione con la Sede di Pietro, vertice della «communio» interecclesialel. I papi del V secolo, poi, estendono maggiormente tale funzione2, quanto all'esercizio, ma sottolineano ancora the si tratta * Per una descrizione di queste falsificazioni, v. il mio capitoletto sui Codici Pseudo-Isidoriani in: Chiesa e Papato nella storia e net diritto. 25 anni di studi critici, Cittä del Vaticano 2002, pp. 67-69, a proposito dell'opera di Schafer WILLIAMS, Codices Pseudo-Isidoriani. A paleografico-historical Study, New York 1971. Per gli ultimi sviluppi della «questione pseudo-isidoriana» v. Fortschritt durch Fälschungen? Ursprung, Gestalt und Wirkungen der pseudoisidorischen Fälschungen, a cura di W. lfried HARTMANN e Gerhard SCHMITZ, Hannover 2002. Cf. Yves CONGAR, Sainte Eglise. Etudes et approches ecclesiologiques, Paris 1963, p. 573; ID., De la comEglises ä des une ecclesiologie de ! 'Eglise universelle, in: L'Episcopat et I'Eglise universelle, Paris munion 1962, p. 234; Perikles-Petros JOANNOU, Discipline generale antique 1,2: Les canons des synodes particuliers (W-IX all'VIII s.), Grottaferrata 1962, p. 520; Michele MACCARRONE, La Dottrina del Primato papale dal IV secolo nelle relazioni con le Chiese occidentali, Spoleto 1960, pp. 75-77; Giuseppe D'ERCOLE, Comeollegialitä, primato e tollititudo onsnium ecclesiarumdai Vangeli a Costantino, Roma 1964, pp. 357-406; munio Jean COLSON, L'Episcopat catholique. Collegialite er primaute dans les trois premiers siecles de l'Eglise, Paris 1963, pp. 38-64. Colson riporta un passo di Duchesne the dice «des la fin du I siecle de noire ere, une Eglise (Romana) fondation, d'annees cette apres sa se sentait dejä en possession de l'autorite cinquantaine superteure, exceptionnelle qu'elle ne tessera d'exercer plus tard» (ibid. p. 43). Cf. anche Jerome HAMER, L'Eglise est une communion, Paris 1962, pp. 181-183,192 e Wilhelm DE VRIES, Le Collegium Patriarcarum, in: Concilium 1 (1965), n. 8, pp. 70-71.11 De Vries, nel suo articolo, nota the il ruolo del papa pur nei confronti dei patriarchi, non fu di `primus inter pares', ma egli ebbe un vero compito di direzione decisiva: «Bien avant Ic XI siecle, pourtant, le Saint-Siege imposait, ä quiconque desirait se maintenir dans sa communion, de n'en entretenir aucunc avec des gens ä qui Ic successeur de S. Pierre refusait sa rommunio» (ibid. p. 71). La lettera di papa Felice III a Thalassins, archimandrita di Costantinopoli, cc ne fornisce un esempio (ARP 347, n. 179, a. 490; v. pure ibid. p. 388, n. 192 e PL 58, col. 975). Roma inoltre rivendicö a se decisioni riguardanti anche altri patriarchi, cosi Papa Sergio ricusö gli atti del Concilio di Trullo (692) anche se gli altri ire patriarchi li avevano firmati (ARP 580, n. 306); cf. Liber pontificalis, t. 1, p. 373. Roma, ancora precedentemente, aveva inoltre rigettato il «brigantaggio efesino» (a. 449), nonostante la sua approvazione da pane degli altri patriarchi (ARP 625, n. 322). V. il c. IX, ((Pape et Patriarches dans la legislation canonique)), 2 in: JOANNOU, Les canons, pp. 541-550. Rousseau pero osserva the il ricorso a Roma durance il IV secolo era ancora cosa eccezionale e solo durante il V secolo si hanno rapporti piii frequenri tra Roma e la «periferia». V. Olivier ROUSSEAU, La doctrine du ministere episcopal et ses vicissitudes dans ! 'Eglise d'Occident, in: L'Episcopat et ! 'Eglise universelle, Paris 1962, p. 229. Nelle false decretali sono numerose le affermazioni sul ruolo di Roma: v. epist. II ps. Sixti II (Hinschius pp. 192-193, c. VII-VIII); epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 71): Apparet eninr quouiam tumultuosa indirrtplinatione reritas est oppreua; ibid. p. 88: Cunt buiusmodi pressa Rostra aurtoritate prres unptio, vitentur buiusfern talia patienter possumus maebinamenta, quoniam eonrenit nos paternarum quia nequaquam norumenta, modi AGOSTINO 192 MARCHETTO di un compito di servizio alla tradizione, autodefinendosi paternarumsanctionumdiligentes custodes3. Venendo giä alle false decretali, si puö subito notare un cambiamento di prospettiva e una caratterizzazione particolare del Primato che non si trova in precedenza. Vi si parla infatti continuamente e in maniera molto estesa e dettagliata di processi e di pridella Sede Apostolica, mentre nelle decretali genuine i passi sull'argomento sono molto piü rari e nella primitiva legislazione sinodale (riportata dallo Pseudo-Isidoro) se ne discute particolarmente solo a Sardica e nel VI Concilio di Cartagine4. Da queste semplici e schematiche constatazioni ci pare poter dunque rilevare che il costume di ricorrere a Roma, in caso di abuso dell'autoritä ecclesiastica periferica, e vilegi giudiziari antico, ma nelle false decretali riprende nuovo vigore e nuova estensione5. Il pensiero del falsificatore si presenta comunque di difficile identificazione ed inquadramento, perche e pendolare, a volte fermandosi alle decisioni di Sardica, a volte andando oltre. Pur essendo questo suo oscillare in parte giustificabile, poiche anche nella tradizione non c'e uniformitä sull'argomento, in genere dobbiamo dire che lo Pseudo-Isidoro, pur in una forma non del tutto coerente e sistematica, e riportando ancora nei suoi testi la sanctionum dillgentes essecustoder, ibid. p. 74: qui pro omnium erclesiarum statu iarpigro vig!lare debemus e(Jeam,ri quicquam reprebensioneusquam invenitur obnoxiunr celeri sollicitudine ab ignorantiae imperitia auf a presumptions usurpatione revocemur,cf. pure epist. ps. Dionysii (Hinschius p. 195, c. II); epist. II ps. Stephan (ibid. pp. 183-184, L'abbreviac. IV); epist. II ps. Marcelli (ibid. p. 221, c. III); epist. ps. Athanasii (ibid. p. 482, c. VII-VIII). zione «Hinschius» indica il testo di Paul HINSCHIUS, Decretales Pseudo-Iridorianae it Caßitula Ang! lranrai, Leipzig 1863. Che sia ancora «lecito» e necessario usare tale edizione l'ho dimostrato in: Chiesa e Papato (v. supra n. *), p. 93 n. 3. «Zechiel-Eckes» = Klaus ZECHIEL-ECKES, Ein Blick in Pseudoisidors Werkstatt. Studien zum Entstehungsprozeß der Falschen Dekretalen. Mit einem exemplarischen editorischen Anhang (Ps. Julius an die orientalischen Bischöfe, JK t196), in: Francia 28/1 (2001), pp. 37-90. 3 Epist. Bonifacii ad Hilarium (Hinschius p. 556, col. I). 4 Conc. Sardicense, c. IV e VII (secondo la numerazione isidoriana: Hinschius p. 267) e Conc. Carth. VI (a. 419) (ibid. p. 308). Per considerazioni su questi due concili v. Gotthold HARTMANN, Der Primat des römischen Bischofs bei Pseudo-Isidor, Stuttgart 1930, pp. 54-57, e anche JOANNOU, Les canons (v. supra n. 1), pp. 528-533. Cf. pure Thomas A. CORNOLLY, Appeals. An historical Synopsis and Commentary, Washington 1932, pp. 25-39, e Karl Joseph HEFELE Henri LECLERCQ, Histoire des Conciles II, Paris 1908, pp. 1238-1259: «Notes sur l'histoire du Droit d'appeb>. Emile ATMANN, L'epoque carolingienne, in: Histoire de 1'Eglise depuis les origines jusqu'ä nos jours, t. 6, Paris 1947, p. 283; Francesco Antonio ZACCARIA, Anti-Febronius, t. 2, Bruxelles - Louvain 1829, pp. 188-382, e t. 5 (Appendix II), p. 434s., approfondisce e sviluppa estesamente il tema dell'appello e la sua disciplina specialmente in risposta alle affermazioni di Febronio. In ogni caso rimandiamo, per tutto l'argomento, alla nostra tesi di laurea dal titolo Episcopato e Primato pontificio nelle Decretali Pseudo-Isidoriane. Ricerca storico-giuridica, Roma 1971 e anche al volume di Fernando YARZA, El Obispo en la organization eclesiästica de las Decretales pseudoisidorianas, Pamplona 1985 (v. la nostra presentazione critica in: Chiesa e Papato 5 [v. supra n. *1, pp. 80-83). Per una visione aggiornata, poi, della «questione)) pseudo-isidoriana, nelle varie sue sfaccettature, rimandiamo all'opera pubblicata di recente, di cui sopra (n. *), e specialmente alle trentacinque pagine finali di Horst Fuhrmann. Citiamo qui pure l'importante contributo di Hubert MORDEK alla conoscenza della Gallia «canonistica» precedente la nascita delle falsification, dal titolo Kirchenrecht und Reform im Frankenreich. Die Collectio Vetus Gallica, die älteste systematische Kanonessammlung des fränkischen Gallien. Studien und Edition (BGQM 1), Berlin - New York 1975 (v. la presentazione the ne facemmo, a suo tempo, ora pubblicata in: Chiesa e Papato [v. supra n. *], pp. 111-117). V. altresi, dello stesso autore, Studien zur fränkischen Herrschergesetzgebung. Aufsätze über Kapitularien und Kapitulariensammlungen ausgewählt zum 60. Geburtstag, Frankfurt/Main 2000. DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 193 disciplina antica, fa procedere ancor piü lo sviluppo che si nota in essa quando solamente si passi dalle norme di Sardica a quelle emanate dai papi Innocenzo I (401-417) e Gelasio (492-496). *** Seguiamo pertanto tale sviluppo proprio con testi presi dalla raccolta delle Decretali e risaliamo cosi nel tempo fino al Concilio Niceno, dove al c. VI e VII6, nominando le 4 sedi episcopali principali (Roma, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme) si divise il territorio ecclesiale in zone di loro competenza o di sollicitudo7, mentre dei sinodi provinciali si sottolineö la funzione di assemblee per una ordinata amministrazione della provincia8. Il Concilio di Sardica9 limitö, ma solo in parte, la potestä dei sinodi in materia giudiziale, menzionandosi ivi in modo esplicito 1'appello a Roma1Ö.Si trattava perö di un «appello» di tipo particolare, perche esso, praticamente, o confermava il giudizio in invitava i o vescovi viciniorill a un ulteriore esame12.In caso di un sede provinciale latere il poteva papa poi a suopresGyteros altro ricorso mittere qui presentescum episcopis iudicent13(da notare e qui la presenza dei vescovi comprovinciali, giudici assieme ai legati del papa. Non e dunque il Vescovo di Roma personalmente a decidere, ma piuttosto a collaborate, per mezzo dei suoi legati, alla revisione del giudizio)14. data, nelle false decretali, all'appello a Roma e 1'insieme di lettere «cucite» dallo Pseudo-Isidoro intorno al VI Concilio di Cartagine (a. 419), che abbiamo visto essere 1'altro sinodo, dopo Sardica, a discutere particolarmente dei privilegi giudiziari della Sede Romana. Testimonianza 6 7 8 dell'importanza Conc. Nicaenum (Hinschius pp. 258-259). (Hinschius p. 276, c. II) Circa questo tema tale concilio si richiama V. anche Conc. Constantinopolitanum (c. 111) a Nicea. Sulla posizione del Patriarca di Costantinopoli v. DE VRIES, Le Collegium Patriarcarum (v. supra n. 1), p. 75. Conc. Nicaenum, c. V (Hinschius p. 258) e Conc. Constantinopolitanum (ibid. p. 276, c. III). Sulla fluiditä delta legislazione circa la sede d'appello v. Cyrille VOGEL, Unite de 1'Eglise et pluralite des formes historiques d'organisation ecclesiastique du III au V siecle, in: L'Episcopat et I'Eglise universelle, Paris 1962, pp. 592-636. Conc. Sardicense (Hinschius pp. 266-267, cc. IV, V, VII). 9 10 I fratelli Ballerini (Sancti Leonis Magni Opera, ed. Pietro e Girolamo BALLERINI, Venetiis 1753-1756, t. 2, p. 978) affermano the l'appello alla Sede Romana a di diritto divino. Dell'appello tratta pure VOGEL, Unite de l'Eglise (v. supra n. 8), p. 595, n. 4ep. 625. 11 Sul loro ruolo v. Conc. Sardicense (Hinschius p. 267, c. VII) a Conc. Antiochenum (ibid. p. 271, c. XIV). Secondo quest'ultimo sinodo, in caso di diverse tendenze all'interno di una provincia ecclesiastica, si doveva ricorrere al metropolita allerius prorindae (qui non si fa parola di un eventuale intervento del papa). 12 V. Conc. Sardicense (Hinschius p. 267, c. IV). In questo modo i vicari papali potevano «ritrattare» quanto stabilito dal precedence sinodo. Questo aspetto a messo in lute nell'epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 81) e nell'epist. I ps. Marcelli (Hinschius p. 224, c. II); v. anche Capit. Angilramni 39. 13 Conc. Sardicense (Hinschius p. 267, c. VII). 14 A tale sinodo si richiamerä Incmaro di Reims, volendo egli the il potere papale rimanesse nei limiti ivi segnati (epist. 32: PL 126, col. 230; epist. 2: ibid. col. 36 B). Notiamo per Incmaro fu l'obiettivo minimo per lo Pseudo-Isidoro. the 1'espressione massima del primato 194 AGOSTINO MARCHETTO Ivi i vescovi africani non riconobbero la superiore competenza della Sede Apostolica nei casi di ricorso, e ciö in base ai canon di Nicea15. Il vescovo Aurelio di Cartagine chiese per questo a Papa Bonifacio (418-422) gli autentici testi del medesimo concilio conservati a Roma1G, per avervi una conferma della sua posizione, contro quanto era stato intimato in precedenza da Papa Zosimo (417-418) che, tramite i suoi legati, vi aveva fatti pervenire i canoni di Sardica17 presentati quali testi di Nicea, volendo imporre la relativa disciplina d'appello. Per sostenere 1'ingiunzione di Zosimo, e sottolineare il ruolo unico di Roma come centro depositario della genuina tradizione conciliare,, lo Pseudo-Isidoro scrive un'altra lettera, a conferma quindi di quella autentica di Aurelio, attribuendola ad Atanasio, Vescovo di Alessandria, facendo cos! credere che egli pure avesse chiesto a Roma 1'invio del testo genuino di Nicea18. Oltre a ciö i diritti della Sede Romana in merito all'appello, negati dal Concilio Cartaginese VI, sono fatti riconoscere dal falsificatore nell'atteggiamento di Stefano, predecessore di Aurelio, e da un presunto sinodo africano, che condanna i vescovi contrari alle prerogative romane19.La presenza di questo materiale spurio nell'opera 15 Dissentiamo qui, nell'interpretazione, da P: P. Joannou per il quale non sarebbe stato messo in discussione, in questo concilio, il diritto d'appello a Roma dei vescovi. Egli cosi si esprime «Le malentendu de l'affaire d'Apiarius, oü les canons de Sardique furent confondus de part et d'autre avec ceux de Nicee, porta uniquement sur le droit d'appel `des pretres et clercs inferieurs' au tribunal de l'eveque de Rome; celui des eveques ne fut point mis en cause, in: JOANNOU, Les canons (v. supra n. 1), p. 532. Il nostro giudizio si basa sull'esame dei testi come appaiono in Hinschius p. 309, col. I; 311, col. I; 315, col. Ie II. V. specialmente Hinschius p. 311, col. I in cui si dice: Quorum omnium deprimp et tertio, id est, at Romam urea! episcopos protorare et ut clericoram causaespud provinciarum suarum epitroporfniatur, ism priori anno etiam litteris nostril ad tandem renerabilis memoriaeZosimum episcopumdatis insinuare curarimus, ut to semaresine Ulla « us iniuriapaulisper sinceremustoque ad inquisitionem stalutorum concilii Nicaeni (epist. ad Bonifacium urbis Rome episcopum ab Aurelio et reliquis Affricane provintie episcopis). Su tutta quests materia v. il recente volume di M: E. MOMBIU THUMAINI, L'aspect d'autonomie et de communion dans la praxis africaine des recours ä Rome (III-V siecles). Essai d'interpretation du comportement ambivalent de l'Episcopat africain, Roma 2001, con ottima bibliografia. 11 dilemma autonomia-comunione non e per6 risolto e molte sono le osservazioni critiche all'opera the appariranno, in una mia prossima recensione, su Apollinaris. Sul tema the sta a monte della questione, e cioe la posizione di Cipriano nei confronti di Roma, vedasi I'ottimo studio di Francesco CORSARO, Il primato di Pietro e della Chiesa romana nel De Catbolicae ecclesiaeunitate di Cipriano, in: Pietro e Paolo. Il loro rapporto con Roma nelle testimonianze antiche, Roma 2001, pp. 445-456. 16 Hinschius p. 311, col. II. Hinschius p. 309, col. I; cf. Edgar LOENING, Geschichte des deutschen Kirchenrechts 1, Strassburg 1878, p. 455. Lo Pseudo-Isidoro, a sostegno di Papa Zosimo, parla sempre dci «70 canoni» di Nicea (in realtä canoni di Nicea e Sardica congiunti): v. Praefatio Isidori (Hinschius p. 19, c. IX); epist. ps. Athanasii Marco Pape directa (ibid. p. 452); ps. Marci ad Athanasium (ibid. p. 453); cf. pure ps. Iu1ii (Zechiel-Eckes p. 76) e ps. Felicis II (c. XII, Hinschius p. 485). V. infine ibid. p. CLXX_X n. 3e anche le osservazioni di Horst FUHRMANN, Pseudoisidor in Rom vom Ende der Karolingerzeit bis zum Reformpapsttum. Eine Skizze, in: ZKG 78 (1967), p. 23 n. 22. 18 V. epist. ps. Athanasii Marco Pape directa (Hinschius pp. 451-452). C£ ibid. p. LLXX'VI e p. CLXX'X n. 3. 19 V. epist. ps. Stephan et trium conciliorum Africae ad Damasum papam (Hinschius p. 501). Sulla questione della non autenticitä della lettera v. ibid. p. XCVII. Secondo gli studi di Maassen, cssa e la risposta relativa di papa Damaso, contenente regole sui processi dei vescovi e la procedura di accusa, facevano gil Parte della Hispana d'Autun, anche se in una forma non del tutto uguale a quella delle decretali pseudo-isidoriane. V. Friedrich MAASSEN, Pseudoisidor-Studien I, in: SB der Phil. Klasse der Kaiserlichen Akademie der -Hist. Wissenschaften in Wien 108 (1884), pp. 841 e 853s. 17 DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 195 pseudo-isidoriana ci conferma nell'idea che si volesse riprovare, con un precedente ed ipotetico concilio, il Sinodo Cartaginese VI; cos! anche le parole di Aurelio, nelle false decretali, vengono messe in bocca degli avversari di Atanasio20 per far considerare eretici, alla stessa stregua, gli oppositori dei privilegi della Sede Apostolica, partecipanti al Concilio Cartaginese VI, e chi erra in materia di fede, come e il caso dei nemici di Atanasio. Per di piü la presunta risposta di papa Giulio al sinodo di Antiochia21 contiene una presa di posizione simile a quella, sopra riferita, di papa Zosimo nei confronti dei vescovi africani, mentre 1'atteggiamento «ribelle» di Aurelio e pure condannato da un falso exemplarprecum22.Altro particolare degno di rilievo su questo stesso punto e che 1'autore delle decretali fa seguire alla sottomissione a Roma della sede «eretica» di Costantinopoli, quella della sede «eretica» di Cartagine23. Possiamo dunque concludere che lo Pseudo-Isidoro non crea una disciplina nuova con il suo insistere sulla legittimitä di appello a Roma, ma, invece, giustificando il modo di procedere di papa Zosimo, e costruendo a conferma del suo agire un insieme di lettere falsificate che dilatano e generalizzano 1'uso di tale diritto24, rivela 1'importanza che egli attribuisce a questo punto dell'ordinamento ecclesiastico25. 20 Epist. ps. Orientalium (ibid. p. 315, col. 1). 21 V. epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 74). Papa Giulio vi avrebbe inviato alcuni presunti capitoli del Concilio di Nicea, favorevoli a Roma. V. ps. exemplar precum (Hinschius p. 704). Lo Pseudo-Isidoro valorizza per la sua fabbricazione la formula di Ormisda, ma agil anatemi (ibid. p. 691, col. II) non fa seguire I'elenco di tutti gG eretici, bensi si oppone a qui contra s. romanam apostolicam Ecr/eriam tuperbiendo .ruaJ ecigunt cervices(ibid. p. 704), applicando cosi agli oppositori di Roma ein che era detto dei presbiteri in contestazione con i loro vescovi (ibid. p. 300, Cone. Cartaginense III, c. 43). Cf. HARTMANN, Primat (v. supra n. 4), p. 79. V. epist. ps. Bonifatii II (Hinschius p. 703) e ps. exemplar precum (ibid. p. 704). 22 23 24 25 episcoporum Julio (Hinschius p. 462, c. X); cf. epist. Conc. African ad Celestinum V. epist. ps. Iulii (Zeehiel-Eckes p. 85s.): Similiter in jam fata Nicena synodostatutum est, ut u/tra provintiae terrninos actusandi /icentiam non progrediatur, nisi ad banc apostolicamfccerit sedemprovocatum,ad quam omnes,qui voluerint, libere et absque u/lo inpedimento a quibusdam agendoconflsceredebent, ed epist. II ps. Stephan (Hinschius p. 185, c. X). Questa affermazione ci fa capire la posizione di Angilramno (cc. 9,26-27 e 24) e di Ben. Levita (2,381 e 3,315,109). V. anche epist. I ps. Anacleti (Hinschius p. 74, c. XVII): Quod si djoiciliores ortefuerint questions ant episcoporumre/ maiorum iudicia aut maiores causaefuerint, ad sedemapostolicam, si appellatum fuerit, referentur, gtconiam hoc aposto/i staluerunt iussione talcatoris, at rnaiores et djýTici/esquestionessemper ad sedemdo'erantur apostolicam, super guam Christus universam construxit eerlesiam(cf. Ben. Lev. 3,109); epist. I ps. Victoris (Hinschius p. 128, c. VI): Si quit putarerit se a proprio Aletropolitano grarari, aprcd Patriarcham vel Primatem auf ... universalis apostolicaeaealesiae iudicentur sedem.Lo stesso passo si trova nell'epist. I ps. Sixti II (ibid. p. 190, c. II-III) e ps. Iulii (ibid. p. 461, c. IX e Zechiel-Eckes p. 77). Cf. pure epist. ps. Sixti universis aecclesiis directa (Hinschius p. 108, c. V); ps. Annicii, c. IV (ibid. p. 121); decr. ps. Felicis II (ibid. p. 488, c. XII) (Capit. Angilramni 5 parla invece di ricorso alla sede Costantinopolitana). Nell'epist. ps. Vigilii leggiamo (ibid. p. 712, c. VII): ... unde omnium appe/lantium apostolicam sedem episroporum iudicia et autctarum maiorum negotia causarum eidem santae sedi reservata esseliquet, praenrtim cum in bis omnibus eius sempersit eapectandumconsultum. Citiamo ancora: epist. III ps. Fabiani (ibid. p. 168, c. =IX); epist. ps. Felicis II (ibid. p. 488, c. XII, XX); decr. ps. Sixti III (ibid. p. 563: vi si afferma che, se non ci fu appello, giudici dovevano esserc solo i vescovi della provincia). Asserisce Friedrich Heinrich Knust (NIGH LL 2,2, ed. Georg Heinrich PERTZ, Hannover 1837, p. 32): «Constat quoque inter omnes Karolum et Ludovicum, quoties conciliorurn et Romanorum statuta pontificum sacerdotibus inculcando auxerint, semper Dionysio-Hadrianea usos fuisse collectione, illumque magnum regem ea, quae iis omnino observanda sint, inde deducta ecclesiastico anni 789 capitulari, canonibus tamen Sardicensibus provocationem ad Romanum pontificem permittentibus consulto omissis, inseruisse: at Bene- AGOSTINO 196 I, fARCHETTO *** Nelle false decretali non ci si limita peraltro a condannare il Sinodo di Cartagine perche lo decisioni, inserendovi Roma26, travisa ma si nelle anche una contrario al ricorso a di intervento papale in risposta all'appello dei possibili nuovi modi clausola che rende vescovi. Il Concilio cosi si rivolgeva a papa Celestino27: Quaecumgue negotia in snis locis ttbi orta stint finienda e aggiungeva: nec unicuigue provinciae graham sancti sßiritus defuturanr ..., mentre nella decretale spuria di Damaso leggiamo: salva tannenin omnibus apostolica auctoritate28. Ma quali nuovi modi di agire papale il falsificatore introduce, grazie anche alla frase che abbiamo appena menzionata? A questo riguardo, se approfondiamo 1'esame dei testi, possiamo distinguere tre tappe, non sempre chiare, ma che si delineano con sufficiente precisione29,e cioe: 1) A Sardica il papa poteva esigere che, dopo 1'appello, il caso fosse nuovamente trattato, ma sempre nella provincia dove era sorta la questione (il concilio provinciale conservava cosi il suo ruolo giudiziario). Nell'opera dello Pseudo-Isidoro, invece, il concilio e sminuito nella sua autoriti propria in quanto e sottomesso all'autoriti papale30 ed e diretto dai suoi legati31, mentre, sempre secondo le falsificazioni, i papi possono restituire direttamente alle loro sedi i vescovi deposti32. dictus non solum Sardicensem synodum pretiosissimam habet, sed etiam praeter Dionysio-Hadrianeam illam quoque Pseudo-Isidori et antiquam ad lib. II, 54, notatam collectionem ncc non Rufini Nicaenorum versionem statutorum at Fulgentii Ferrandi Canonum breviationem adhibuio>. Notiamo che a questo concilio era presente pure S. Agostino (Hinschius pp. 309-310). 27 Epist. Conc. Africani ad Celestinum (Hinschius p. 315, col. 1), ripresa da Capit. Angilramni 9. 28 Epist. ps. Damasi (ibid. p. 506, c. XIX). Ricordiamo che la decretale e giä presente nella Hispana d'Autun anche se non con testo identico. 29 Pure HARTMANN, Primat (v. supra n. 4), pp. 57-59, delinea questi tre stadi. 30 Chiare sono le affermazioni pseudo-isidoriane sul fatto che non si puö celebrate un concilio e condannare un vescovo praeter sententiam Rornani Pontifccir. v. epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 73 e Hinschius p. 459, c. VI); epist. ps. Athanasii (ibid. p. 479, c. II); epist. I ps. Marcelli, c. II (bid. p. 224). (papa) out per se out per trcarios soot eius (dell'appellante) 31 Epist. I ps. Sixti II (Hinschius p. 190, c. II): qui ... tractare negotiumprocure, et dam iterato iuditio pontifex causamsuam agit, nullos alius in tires locoponatrcr aut ordinetur episcopus.CE Conc. Sardicense (ibid. p. 267, cc. Ve VII). Nell'epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 76) si ripete 26 qui aut per se out per vicarios suos eius retractari negotiumpmcuret e anche nell'cpist. I ps. Victoris, c. V (Hinschius p. 128). Nell'epist. I ps. Marcelli (ibid. p. 224, c. II) leggiamo: ... omnibus ciusdernprotinciac episcopiscongregatis libueri, erit tractandum et quicquid iniuste iudicium auctoritate buius sedis terminetur, quod tarnen per ticarios cius si ..., actum est reformandum. Riportiamo infine un'altra espressione - di Ben. Lev. add. IV 12, Ben. Lev. 3,349 e ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 81): ut protincialis gnodus retradetur per vicarios urbis Romae episcopi, si ipse decreverit. Da notare che 1'affermazione e diversa da quella del Conc. Sardicense (Hinschius p. 267, c. VII). 32 V. Gesta sinodalia ps. Silvestri (Hinschius p. 451, c. X); cf. anche epist. II ps. Sixti II (ibid. p. 192, c. VII); epist. ps. Iulii (ibid. p. 460, c. VIII); epist. ps. Felicis II (ibid. p. 488, c. XII, xix); epist. II ps. Anacled (ibid. p. 78, c. XXI): Eiectionem ... summontm sacerdotumsibi domino, resemavit, licet electioncmeorurn bons sacerdotibuset spiritualibus popu/is corrceJJisret.Dominus dev'essere inteso qui praticamente come «Sede Apostolica». Ciö e chiaro nelle epist. I ps. Victoris (ibid. p. 129, c. VI); epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 84s.); epist. I ps. Melchiadis (Hinschius p. 243, c. II) epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 84): ... bait sandae sedi praefata privilegia specialiter sunt concessatam de congregandisconciliis et iudiciis or restitutionibus episcoporumquanr et de summit ecdesiaruur DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 197 2) I Vescovi di Roma nel V secolo, con i loro interventi, contribuirono a far sviluppare ulteriormente la disciplina d'appello rispetto a Sardica33. Cosi papa Leone affermö il suo diritto di essere vero e prop'rio giudice di IIa istanza34, il e «corpus» pseudo-isidoriano contiene pure un testo di papa Gelasio che si pone sulla stessa linea di Leone: Ipsi sunt canons qui appellationes totius ecclesiaead huius sedis examen volueredeferri, ab ipsa vero prorsus nusquanr appellari deberesanxerunt, ac per hoc illam de tota ecclesia iudicare, ipsanr ad mrllius commeareiudiciran, nec de ipsiru umquam praeceperunt irrdicio iudicari, sententianrqrreillius constituerrrnt non oportere dissolvi, cuius potius sequendadecreta mandarunt3s. Come si puö notare c'e qui un'ulteriore precisazione circa il ruolo di Roma come sede non giudicabile, cosa che appare nuovamente in un'altra lettera dello stesso Gelasio: Nec plane tacenuu,gnod cunctaper niundunr novit ecclesia,quonianr non quoruvnlibet ligatapontificunrsedesbeadPetri apostoliius habeatresolvi,utpotequaede omni sertterttüs fas habeatiudicandi nequecniquamliceat de eins iudicare iudicio. Siquidem ad ecclesia illam de qualibetnrsrndiparte canones appellarevoluerint,ab illo autemnemosit appellare perrnissns36. Questo potere giudiziario, inoltre cosi attesta ancora Gelasio nella lettera ricordata -, e personale del papa e puö essereesercitato senza convocazione previa di un concilio37. 33 34 35 36 37 negotiir. V. pure epist. I ps. Dlarcelli, c. II (Hinschius p. 224), Hinschius P. CCXXIII n. 4e Ennodii libellus pro synodo (ibid. p. 672, col. I). Per un panorama storico sulla disciplina circa la deposizione dei vescovi cf. Gaetano BRUNO, De causis maioribur et praedpue de caurir epitcoporttm, Roma 1941, pp. 60-83. Interessante ci sembra un brano della Historia Tripartita 17, c. 15, che in riferimento al caso di Atanasio cosi si esprime: ... et (Julius) omner Nicaeno condlio coucordarecomperiuu eor in comrnunionenrrurcepit, tamquaat onrnium carom gerenr, propter redit propriae dignitatem, ringulirque nddidit suas eccleriar. V. anche epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 74); epist. ps. Athanasii (Hinschius p. 480, c. IV). Venendo ai tempi pseudo-isidoriani, la posizione di Niccolö 16 riportata in: ibid. pp. CCIV-CCVI. La disciplina di Sardica e illustrata da LOENING, Geschichte (v. supra n. 17), pp. 453 e 454, e, piü recentemente, da Hamilton HESS, The Canons of the Council of Sardica A. D. 343. A Landmark in the early Development of Canon Law, Oxford 1958, pp. 109-127. V. pure Vincenzo MONACHINO, Communio e Primato nella controversia ariana, in: AHP 7 (1969), p. 76. BALLEItINI, Sancti Leonis Magni Opera (v. supra n. 10) 1, p. 638s., epist. X; v. perö la protesta di Incmaro per il caso di un giudizio di Niccolö I (Annales Bertiniani a. 865, in: NIGH SS 1, p. 468). La posizione di Roma era stata giä riconosciuta dall'editto di Valentiniano III nell'anno 445 (v. BALLERINI I, p. 642s., o PL 54, col. 637s.: Cum igitur Sedis Aportolicae primatum tancti Petri meritunr, quiprinceps ett episcopaliscoronaeet Romanae digrtitar ciritatir, sacrae etiam tynodi firmarit auctoritar, ne quid praeter auctoritatenr tedir irtiut inlidtum praesumptio attentare nitatur. Tunc cairn denium Eccletiarum pax ubique renýabitur, ti rectoremtuna, agnorcat univerritat. Haec cum bactenusinriolabiliterfuerint curtodita bocperenni tanctione decernimut, ne quid tam epitcopit Gallicanit quam aha... mm provindaram contra contueitcdirremveteremliceat sine viri venerabilir papae urbis aeternaeauctoritate tentare. Sed boc illit omniburquepro legesit, quidquid sanxit vel ranxedt aportolicae tedit auctoritat). Epist. Gelasii ad Faustum (Hinschius p. 638, col. I). Decr. Gelasii (Hinschius p. 643, col. I); cf. epist. II ps. Sixti II (ibid. p. 193, c. VIII). E' questo il principio che la Sede Apostolica non puö mai essere giudicata. V. ibid. p. 638 e pp. 665-675 (aRogitus» Ennodii). Per altri documenti cE ibid. p. CXCVI. V. Hinschius p. 643 (epist. Gelasii papae ad episcopos per Dardaniam) dove leggiamo: Apottolica redetfrequenter, more maiorum, etiam tine ullo tynodo preadente exolvendi quos rynadut iniqua damnaverat et damnandi nulla exi- AGOSTINO 198 MARCHETTO Con tale asserto Gelasio tira le conclusion della azione di Leone e ritiene che la Sede Apostolica non sia legata da sentenze di concili tenuti senza la sua approvazione, e lo Pseudo-Isidoro per mezzo di una falsa decretale ne porta il motivo: Est insuper a sanctispredecessorib:: s nostris plen: n:que ian: statutum, ::t nemo anathema in nostra suscipiatur accusatione,neei11i qui nos in sua nolunt reciderequerella vel accusatione, cum nos super illos sciamus a domino constitutos, non illos super nos. Et sicut non potest a minore iudicari, ita necconligari, quia ran: m est omnequod magnum est ... 38, Niceni Concilü: praefatio nel aggiungendosi, Sciendumestsaneab on:nibus catholicis,quoniamsanctaEcclesiaRomananullis sinodicis decretis praelata est,sedevangelica vocedomini et salvatorisnostriprimatum obtinuit39. E' di grande importanza, dunque, il ruolo di papa Gelasio nella chiarificazione dei rapporti papa-concilio, sostenendo egli la superioritä del primo sul secondo e il divieto di ogni ricorso ad esso dopo la sentenza di Roma4o, 3) La terza e ultima tappa nel cammino della disciplina d'appello la possiamo individuare nel fatto che, secondo le decretali falsificate, si puö appellare, non soltanto dopo il giudizio sinodale41, ma anche quando i vescovi siano semplicemente accusati e nutrano sospetti sulla imparzialitä nel giudizio da parte del proprio metropolita, o di altri giudici42. Il diritto di sentenziare in sede provinciale e, inoltre, ulteriormente infirmato dal falsificatore lä dove le decretali spurie ammettono che il Vescovo di Roma, anche senza appello dell'accusato, possa avocare a se il processo43. Questa possibilitä, 38 39 40 steute rynodo, quoc oportuit babuerit facullatem ... ergo sola (Sedes Apostolica) ius babuit ab.rolrendi cot quos rynodica decretapercuterant, sic edam sine rynodo in bar eademcausaplurimos etiam metropolitanos damnasseeqnostitur. Epist. 11 ps. Sixti II (Hinschius pp. 193-194, c. VIII); epist. II ps. Marcelli (ibid. p. 221, c. III) ; epist. ps. Iulii (ibid. p. 459, c. V); epist. I ps. Clementis (ibid. p. 40, c. XMICIII e p. 45, c. XLII); cf. Ben. Lev. 1,397; 2,381. Incpit praefalio Nicerti Concilii (Hinschius p. 255); cf. pure aDe explanatione fidei concilio urbis Romae sub Damaso papa (ex Baronio)»: PL 13, col. 374. L'affermazione di questa superioritä, a detta del Marot, e avvenuta net corso di una polernica molto sterile con 1'Oriente. Cf. Hilaire MAROT, Decentralisation structurelle et Primaute dans 1'Eglise ancienne, in: Concilium 1 (1965), n. 7, pp. 21-22; v. pure Velimir CAPEK, De Influxu Decretalium Gratiani et Codicem Juris Canonici, Roma 1959, particolarmente pp. 33 e 71. pro Illyrico in Decretum 41 V. Ben. Lev. 2,401; 3,103; 2,64. 42 V. epist. II ps. Felicis I (c. XIV, Hinschius p. 202): Si quit autem iudicem adverJumsibi ruuerit, rotem appelladonis . exbibeat, epist. ps. Iulii (Zechiel-E&es p. 80): Nam si pre metropolitanum aut indices srtspertosbabrterit attt irtfestos sencerit, apud primatem dioceseosant apud Ramanae sedispontificem iudicttur, epist. ps. Annicii (Hinschius p. 121, c. IV); epist. ps. Felicis II (ibid. p. 488, c. XII); epist. I ps. Melchiadis (bid. p. 243, c. I\'); epist. I ps. Victoris (ibid. p. 128, c. V): Placuit, ut accusatusrd iudicatus a comprotrntia/ibus in aliqua causa episcopuslit-ter appe/let et Capit. Lev. 3,314,323; Angilramni 5,7,17,31,29; Ben. 20 (cf. Hinschius pontificem; sedis apostolicae adeat Le fond di cui si servirono i falsificatori sono riportate da Hinschius (ibid. pp. CLXl'.Z.X, p. CLXXIX). il quale dä pure un esempio del modo di falsificare proprio allo Pseudo-Isidoro (ibid. p. CLXXl'V). In questo caso si e aggiunto ai testi nisi ad sedemapoctoliramfuerit tantum appellatum. Cf. inoltre Heinz JAGER, Pseudoisidors, München 1908, p. 44, e Walter SO\IrIER, Inhalt, Tendenz und Das Kirchenrechtssystem CLXXII), kirchenrechtlicher 43 Erfolg der Pseudo-Isidorianischen Dekretalen-Sammlung, Halle/Saale 1902, p. 51. V. epist. II ps. Sixti I, c. V (Hinschius p. 108): Si autem necrsieei renite eamque appellate minime ftteri ; et vocatru tamerr ab bac s. cedefiterit, non renuat venire ...; in questa frase per noi e travisato il pensiero che ci sembra in- DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 199 in certi testi; e messain luce con tale forza da far apparire comune e usuale questa procedura, per cui i processi dovrebbero essere solo «discussi» in sede provinciale ma «definiti» da Roma44,qualora in essi fossero implicati dei vescovi4S. Come abbiamo giä detto, le tre tappe sono presenti nelle false decretali e da esse, pur nella diversitä, risulta e si deduce un principio comune che sta alla base e si presenta come fondamentale nel pensiero pseudo-isidoriano: nessuna decisione, cioe, che riguardi i vescovi puö essere presa inconsulto il Successore di Pietro46, il quale, nei suoi vece ben espresso nel codice Paris, Bibliotheque Nationale, Lat. 12445 (olim Saint-Germain-des Pres, 366): eamglreappellare nrinime llcitum fuerit. Cf. le affermazioni di Incmaro di Reims (Opusculum adversus Hincmarum Laudunensem, c. XX, in: PL 126, col. 355s.). 44 Cf. epist. ps. Eleutheri, c. II (Hinschius p. 125). In un primo momento si afferma: De accusationibur ergo clericonrm, super quibus conrulti sunuu, quia onuneseorum accrJ. rationes diricile est ad sedem apostolicam deferire, ftnitiva epiicopornm tantum iuditia but deferantur, at buinr sanctae sedis auctoritate finiantur ..., ma poi si aggiunge: ... quamvis liceat apud pmvinciales et nJetropolitanos atque primates eonrm venti/are accusationesvel criminationer, non tarnen licet difftnire secui quampraedictum est. Reliquornm vero clericoram apudprovinciales et metropolitanos primates ac et ventilare et iuste fnnire licet. V. epist. I ps. Victoris (ibid. p. 128, c. V); epist. I ps. Sixti II (ibid. p. 190, c. II); epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 76s.). Cf. anche ps. Evaristi epist. II, c. VII (Hinschius p. 91): Si autem adversus eos (episcopos) aliguam querelam babueritir, bis peractir inquirendum erit, et auctoritate bnius sanctae sedis terminandun, epist. ps. Annicii, c. IV (ibid. p. 121): ad bane apostolicanr sedem, cui omnia episcoporumiuditia teribid. c. XXI (ibid. p. 507): minare praecepta stint, epist. ps. Damasi (ibid. p. 508, c. XXIII); debere non ... tpiscoposdampnari, licet einsprestrntetur opinio, donecindicium de ore nosJreapostolicaeauctoritatir, epist. ps. Feücis II (ibid. p. 489, c. XIV). Inoltre degne di attenzione sono 1'epist. I ps. blelchiadis, c. III (ibid. p. 243): hoc privilegium (il giudizio sui vescovi) beato clavigero Petro sua vice soluntmodo commisit. Quod eins iuste praerogativnnJ suaerrit sedi ... sempermaiores causaesicut episcopornmet potiorum cure negotiorum ad unam Petri sedemcotjluerent ... at inde sUsnptarlt fincm, unde accepernnt initium institutionum, ne quandoque a suo discreparent capite; 1'epist. I ps. Zepherini (ibid. p. 132, c. VI): Finis causae ad sedem apottolicam deferatxr, 1'epist. ps. Iuüi (ibid. p. 460, c. VII); quella ps. Feücis II (ibid. p. 488, c. XII, xix) e Ben. Lev. add. IV 24 (cf. ibid. p. CLV, n. 1). Vedasi JAGER, Kirchenrechtssystem (v. supra n. 42), p. 43. 45 V. epist. I ps. Melchiadis, c. I-III (ibid. p. 243): Episeopos iuditare, nolite condemnare absque sedis baths Hoc enim privilegiunt auctaritate. Quod si feceritis, irrita erant restra iuditia et vas condempnabimini. hnic sanetae sedi a Episcopos ergo ligandi et solvendi potestatem dedit, temporibur apostolorum statutum est senare quibus etianJ suo ... ... iuditio nservavit. Atque bocpritilegium beato clarigero Petro sua vice solummodo commisit. Quod eins iuste praerogativum successit sedi, futuris bereditandum atque tenendum temporibur, epist. I ps. Sixti II (Hinschius p. 190, c. II): Onmes maJanJ CCCILJJOJJJCQJ canrar et CplJtopornAt JadJtra, antiqua nolitt apaslolondlJ eorumgne sutcessornm atgne catJatnunn anrtonlas rennavit; epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 85): Nam quad a vobis non sint damnandi, sed auf ab Lac sancta (ut praefatum est) sedeaut sibi resemandl,ipse (Dominus) manifestedot exemplum; epist. ps. IuIli, c. VI (Hinschius p. 459): Non oporterepraeter sententiam Romani Pontifncis cancilia celebrari nec episcopum dampnari, guouiam s. Romauam Ecclesiarn prirnatiun omnium ecclesiarnmessevoluenrnt Roamnurn gtricguam ex bis debere deeernipontinec extra ... fncem, quatenui non ita proten"e et pro libitu cuirnsquam suo proprio arbitrio, quibnnsguemetropolitanir, sicut agere solebant, liceat JtncotJsultoRomanopant fee auf rnatores eCClesJQe taurar deturbare ant episcoposdaJ)lplJare;ibid. c. VIII (Hinschius p. 460): si quis ab bodierna die episcopumpraeter buius sanctae sedissententia dampnare auf propria pellere sedepraesumpserit, sciat se inrecuperabiliter essedampnatum et proprio carereperpetim honore, eosque.qui absque buius sedis sententia stint tiecti rel dampnat; buius sanctae sedis auctoritate scitote pristinam recipereconrmunionemet in propriis nstitui sedibur quoniam et prius a tunpore scilicet apostolorum, baec satctae huic sedi concessa stint et ... pastea in Nicaena Synodo corroborata; ibid. c. XI (Zechiel-Eckes p. 73): praeter sententianJRonJanipontiflcis ul/o modo contilia celebrari nec episcopos damJmri; ibid. (Zechiel-Eckes p. 74): nibil extra Romanuu decerni poJntiflcem; epist. I ps. Dlarcelli (Hinschius p. 224, c. II) ed epist. ps. Athanasü (ibid. p. 479, c. II). 46 V. epist. I ps. Victoris, c. V (Hinschius p. 128): Nan tarnen dennre JzJcatnu/loRomano Pontiflce pennissum est, epist. ps. lull (Zechiel-Eckes p. 77); epist. I ps. Sixti II (Hinschius p. 190, c. II); epist. ps. Zepherini (ibid. p. 131, c. II): Patriarrbae rel primates accusatumdiscutientes episcopum,non ante sententiamproferant finitivam göaaJ apostolicafulti auctoritate. V. anche epist. ps. Damasi (ibid. p. 505, c. XVIII e XIX); epist. ps. Iulii (Zechiel- 200 AGOSTINO MARCHETTO disciplinari47 ha il limita e ma cause puramente ecclesiastiche alle non si diritto di decidere anche in ogni loro genere, sia civile che criminale48. Oltre la Sede Apostolica pure i «patriarchi-primat'v>49, nella visione pseudo-isidoriai e Patriarchi Non interessati perche sui vescovi. questa una novitä ai giudizi na, sono loro in in deterla dopo Nicea materia «giudiziaria» estendono «sollicitudo» anche giä lo Nicea Pseudo-Isidoro riportandone, proprio zone e a si rifa ecclesiastiche, minate interventi, in il VI, false decretali, di anche se una maniera accomodata: can. per mezzo episcoporunrprimates ... vel patriarchas qui reliquorran episcoporumisrdicia et nlaiora donrini in fide et secrurdruu voluntatem ... ita ut ne agitarent, quotiens necesseforetnegotia defrnirentso. iniuste periclitaretur, quis L'uso accoppiato dei termini «patriarca-primatea> ci offre anche lo spunto per scoprire il fine dell'autore in questa falsificazione concreta, e cioe inserire la posizione del primate funzioni51 della le due ecclesiastica, rendendo scambiabili all'interno gerarchia e faEckes p. 81); epist. I ps. Felicis I (Hinschius p. 198, c. IV); Ben. Lev. 2,401; 3,103 (I'intervento e previsto solo in caso di appello). di Roma qui 47 V. JOANNOU, Les canons (v. supra n. 1) p. 530 e Bertrand KURTSCHEID, Historia Institutorum, Roma 1941, p. 340. 48 Cf. JOANNOU, Les canons (v. supra n. 1), pp. 338 e 342, e Carlo BLASCO, De Collectione Canonum Isidori Mercatoris Commentarius, Napoli 1870, pp. 93-107. Cf. epist. III ps. Fabian (Hinschius p. 167, c. XXVII); decr. ps. Sixti III (ibid. p. 563); epist. I ps. Marcelli (bid. p. 224, c. II e p. 228, c. X); epist. ps. Damasi (ibid. p. 505, c. XIX); Capit. Angilramni 34 e anche epist. Innocentii I ad Victorem, c. III (ibid. p. 529 e PL 130, col. 699). Per una classificazione e delucidazione dei termini da not usati nel testo v. DTC 3,2, col. 2326 Iuris Canonici: Historia voce «crime», e Franz SCHMALZGROBER, Jus ecclesiasticum universum, Roma 1845, vol. XII, Index II (Rerum secundum ordinem decretalium), pp. 180-182. Ai termini usati potremmo forse anche aggiungere le ), cc. I, «cause feudali»: v. ibid. vol. II, pars I, pp. 130-131, e Deer. Gregorii, Lib. II, Tit. II (De fora competent: II, VI, VII. Per un quadro della disciplina precedente lo Pseudo-Isidoro a concomitance, v. KURTSCHEID, JAGER, Kirchenrechtssystem Historia Institutorum (v. supra n. 47), pp. 334-337,340-342; (v. supra n. 42), p. 36; Antonio GARCIA Y GARCIA, Historia del Derecho Canönco, Salamanca 1967, pp. 259-263 e 417-421; HARTMANN, Primat (v. supra n. 4), pp. 23-24; Auguste DOMAS, voce ((Jurisdiction eccl. )), in: DDC 6 (1957), col. 236s. Un utile paragone con la disciplina precedence lo possiamo avere da una letters di Leone di cui si serve lo Pseudo-Isidoro per una sua falsificazione (epist. II ps. Eusebii, Hinschius p. 235, c. IX): Cauca enim fidei et dilectionis quibus talus crirtiana consirtit multa me rollicitudine laborare compel/it (BALLERINI, Sancti Leonis Magni Opera [v. supra n. 10] I, p. 1012): cf. JOANNOU, Les canons, p. 530. Di questo indirizzo risentono eerie false decretali nelle quali si afferma the solo nei casi in cui i vescovi deviano dalla fede essi sono soggetti all'accusa da pane dei fedei (sarebbe cosi esclusa automaticamente l'ingerenza laica per gli sltri casi): Ipsi vero episcopiti exorbitaverint ab isti , non runt repraendendirelarguendi sedportandi, nisi in fide errarerint (epist. I ps. Clementis, Hinschius p. 45, c. XLII); Pro a/iis tern actibus suit (oltre Ia fede) magic est to/erandus ab ovis et subditit suit quam acemandusaut pub/ice derogandus(epist. II ps. Fabian, ibid. p. 166, c. XXIII). V. anche epist. III ps. Anacleti (ibid. p. 85, c. XXXIX); Si enim a fide detiarerit epireopus June sit accnsandusad primates snot ... ant ad sedemaposto/icam (epist. II ps. Fabian, ibid. p. 166, c. XXIII). Cf. S. Isidori, Lib. III Sententiarum, c. 39 n. 4e6 (PL 83, col. 710) e Concilium Aquisgranense (a. 816), c. 31 (11fGH Cone. 2,1, cd. Albert WERMINGHOFF, Hannover 1906, p. 353). 49 Notiamo the nello Pseudo-Isidoro i due nomi: Patriarchi e Primati, indicano uno stesso grado di dignitä (v. Hinschius p. 39, c. XXVIII) senza distinzione di funzioni (v. ibid. p. 79, epist. II ps. Anacleti c. XXVI:... patriarchal ve/primates qui unamformam tenent licet diverra sins nomina). La cosa sara carica di conseguenze. 50 51 (Hinschius p. 39); v. pure epist. ps. Felicis II (bid. p. 487, c. XII, XIII); Epist. I ps. Clemenris, c. XXVIII epist. ps. Alexandri (ibid. p. 98, c. VIII); epist. ps. Athanasii (ibid. p. 480, c. Vep. 483, c. XI). Cf. Horst FUHRMANN, Studien zur Geschichte mittelalterlicher Patriarchate, in: ZRG Kan. Abt. 40 (1954), p. 32. Per quanto riguarda i «patriarchi-primati» crediamo the essi, proprio perche «fult»> dell'autoritä papale, DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 201 cendo valere per essi quanto si riferisce ai patriarchi. Questo52 non certamente per puro desiderio di ritorno all'antica disciplina patriarcale bensi, come afferma Hinschius: Sergüpapae Drogonem vicarium constituentis, ei (allo Pseudo-Isidoro) epistola cau... sam praebuit, cur illa statuta firxerit. Crrnl errim vicariunr Drogonenr episcopi ecclesiae Galliae agnoscerenollent53in decretalibussuis statrrensquae illi vicariatui instituendo contraria essest,bac re id quod episcopiFranciae occidentalisadmittere noluerant, comprobare volrrissevidetur54. lo Pseudo-Isidoro con le sue falsificazioni si sforza di impedire ogni possibilitä anche teorica di istituzione di nuovi primati. Peraltro essi, nelle decretali spurie, sono investiti della facoltä di ricevere 1'appello55 e giudicare, quindi, vescovi56 e metropoliti57. Tale valorizzazione del loro ruolo58 trova origine nelle epistole attribuite ai papi, che Infatti siano messi in valore dallo Pseudo-Isidoro. Di diverso avviso e Antoine VILLIEN, per il quale (DTC 4,1, col. 214, voce «Decretales Les Fausses»): «Primat ou patriarche n'ont qu'une vaine apparence de vie et de pouvoir». Questa sua idea e condivisa anche da altri autori come Lutz, Seckel e Lot, tanto per citare i pin noti (cf. FUHRMANN, Studien, p. 14). 52 Cf. Hinschius p. CCXXV n. 3. 53 Cf. Ernst DOrLULER,Geschichte des Ostfränkischen Reiches,vol. 1, Leipzig 1887, p. 252s. 54 55 56 57 58 Hinschius Per notizie su Drogone v. AMANN, p. CCX"SXV (cf ibid. p. CXCIX e anche pp. CCVIII-IX). L'epoque carolingienne (v. supra n. 5), pp. 276-277. Nell'epist. II ps. Anacleti, c. XXVI (Hinschius p. 79), leggiamo: ... patriarcas vel primates qui unam formam tenent fiat dirersa tint nomina, lege dirine et « cieiastice poni et esseiussae sunt, ad quos episcopi, si necessefuerit casfugerent, eor aßpellarent, et ipsi nomineprimatum ret"erentur,et non a/ii. In Ben. Lev. 3,109, epist. ps. Sixti II (epist. I, ibid. p. 190, c. III), epist. ps. Iulii (ibid. p. 468, c. XII), epist. I ps. Victoris (ibid. p. 128, VI) si puö appellate o al primate oa Roma. Angilramno (c. 5) invece afferma: Si quisputaverit se a proprio metropolitan gravari, apud primatem diocrseosant apud Constantinopolitanae cit"itatis sedem agat iudicium, et re/iqua: e questo il c. XVII di Calcedonia, riportato dalla Hispana (ibid. p. 287). Cf. ancora epist. II ps. Felicis I, c. IX (ibid. p. 201) in cui perö non si tratta di caso di appello: taut ad summosprimates causa eius canonicedeferatur, qui in congruo loco ... temporecongruo,conci/ium regulasiter con"ocareita at ab omnibus eiusdemprovintiae episcopirinibi audiatur. V. epist. II ps. Stephan (Hinschius p. 185, c. IX): Ad quos (primati) epircoporum negotia, sa/va in omnibus aposto/ica auctoritate, et maiores cause post apostolicam sedemsunt referendae", Ben. Lev. 2,381: Nemo episcopum apud iudicer raecu/arer acrusart praesumat, sed apud primates suor Ben. Lev. 3,156,89,153, add. 111 22; epist. II ps. Anaeleti (Hinschius p. 80 c. )N.X'VI): Primates ... episcoporumcausae et summrorumnegotiorum iuditia, ra/va apotto/ice sedis anctoritate iustissime terminentur (cf. Capit. Angilramni 4). Nell'epist. II ps. Fabian (ibid. p. 166, c. XXIII) si afferma la necessitä del ricorso al primate oa Roma se il vescovo devia nella fede. Un diverso ruolo del Unaquaequeprovincia tam iuxta ecclesiasticas primate si nota nell'epist. I ps. Anacleti (ibid. p. 73, c. XV-XVI): quam iuxta raecu/i /egessnot debet iustos et non iniquos babere indices et non externos, nisi apostolicaesedis buius decreverit auctoritas ... Si autemfuerit ecclesiasticumapud episcopos,interreniente primate si quidem maior causafaerit, " ti vero minor, metropo/itano. V. epist. ps. Annicii (Hinschius p. 121, c. IV). Hinschius (ibid. p. CCXXV) afferma che la legislazione sui primati e at maiur praeidium episropis esset:rum certe rum nonJugeret ad papam omnibus in cansis eorum recurri non posse cf. Capit. Angilramni 25. V. pure JAGER, Kirchenrechtssystem (v. supra n. 42), p. 20. Confrontando le falsificazioni delle decretali con quelle dei falsi capitolari, Hinschius nota: «Apud PseudoIsidorurn late et fuse de rebus a patriarchis iudicandis agitur Ben. Lev. (2,381; 3,153 i. f., 156 i. ) apud pr. ... nihil aliud statuitur quam ut episcopi apud primates accusandi sint. Verbis primatum et patriarcharum Pseudo-Isidorus Benedictus, promiscue utitun> (Hinschius p. CLVIII). Un non altrö punto, riferentesi ai ... primati, troviamo degno di nota in Ben. Lev. 3,439: uul/i alii meJro ßolitaui aßpellenturprin7ater nisi illi qui prinrat sedestenent et quod sancti patres s>"nodaliet apostolica auctoritate primates essedecreverrcnt.Reliqui vero qui alias metropolitanal sedesrunt adepti non primates, std metropo/itani t"ocentur,cf. Capit. Angilramni 22. AGOSTINO 202 MARCHETTO dignitä59 diretta di fondazione la chiaramente questa apostolica giungono ad affermare dove dalle i testi portate nei puö motivazioni si arguire si come metropoliti, contro di 1'intervento oppressione o vessanei casi cioe «patriarcale-primazialeu60, richiede frodi di della da del di e giudici o provincia parte capo ecclesiastica, zione un vescovo sospetti. Il ruolo dei primati non si oppone tuttavia al potere papale, anche perche lo Pseudo-Isidoro li considera sottomessi all'auctoritas romana, avendo egli sempre cura di loro diritto formula il la in di si concede oltre alla mediante quale mettere evidenza, la freti clausola saka apostolicaesedis arrctoritateG2. anche apostolica6l, asrctoritate giudicare *** Le disposizioni pseudo-isidoriane da noi fin qui esaminate riaffiorano nelle regole canoniche post-carolinge. L'autore, introducendo, come abbiamo sopra notato, una riforma notevole di disciplina per raggiungere il suo scopo, esercita in pari tempo un influsso sugli avvenimenti degli anni successivi in Francia. Infatti ivi si accetta il principio che le causeconcernenti i vescovi possono essergiudicate solo in concilio63, condeprimatibur 59 V. epist. III ps. Anacleti, c. XXVIII (Hinschius p. 82): b. Petro et rc/iquir aportolir a ... not'i... ... mur rtatutum. Nell'epist. III ps. Anacleti, c. XXVI (ibid. p. 79), si sostiene ehe ab Aportolir e1 C/ernentee stata rinnovata la divisione in province, giä esistenti in massima pane prima di Cristo. V. invece In definizione che ne dä Angilramno (c. 22). 60 V. epist. ps. Iulü (Zechiel-Eckes p. 77): ... ri quit putarerit re a proprio metropolitano gravari, apud primatem dioceteorant pener univerralit oporta/icar ecr/uiaepapam iudiretur (cf. pure epist. I ps. Sixti IT, Hinschius p. 190, c. III; epist. I ps. Victoris, ibid. p. 128, c. VI, e supra n. 55); epist. ps. WE (Zechiel-Eckes p. 80; cf. supra n. 42); epist. II ps. Evaristi, c. X (Hinschius p. 92): Recto orulo primates atcdesiarrrm u1i/iler prot'ideudum erf, !le qulrgnam innocent t'exetur aut rrandali7,etur, epist. ps. Athanasii (ibid. p. 483, c. X): a(episcopi) comm ... at owner metropo/itani vel religui epirropi rua odia ant t'indirtal in rrliquot epirropor exerren non va/rant, ideo nonrinatim in Nirena ynodo expressirunt primates, qui rr/iguot epircaporaudirr e1iudicarr debeant, ne ulla franr in iudit/o epitroporunrpo.uit imtere. 61 V. epist. I ps. Felicis I (Hinschius p. 198, c. IV): Primates quoque atrtuatum dircatientet epirropnnt non ante rententiam proferant damnationir quam aportolica frrti auclaritate ant ream re ipre ronfrteatur ant per innocenter et canonice examinator regu/ariter tester continranlur, irritam esse iniuttam epirroporurn damrrationern; epist. ps. Iulii p. 82); epist. ps. Zepherini (Hinschius p. 131, c. II); epist. ps. Iulii (Zechiel-Eckes p. 79): primates ... attctoritate aporlo/ica et rinoda/i primatum babnr meruerunt. Poträ risultare interessante richiamare brevemente qui in fine la corrispondente concezione disciplinare di Benedetto Levita. La possiamo cosi riassumere: Si quir igitur epitropur in ins rorare roluerit, ad rJaodum prorincia/e /egittimo trmpare, iutru papae Rarnaui aut vicarii ipriru ve/ prrmatir conrocandamcausa eins dJrratur, quae Jansen,re/rdi causa rnaior, a papa tantummodo finienda est. Sententia quoque,princ/p/r atrrtoritate sei metu pro/ata, irrita ert et a papa ntractanda, ad guem aiirir et 3,314,320,323,349; iudicato et acruratoprovocare licet (Ben. Lev. 1,405; 2,64,113,381; add. IV 11,12,24) in: MGH LL 2,2 (v. supra n. 25), p. 37: introduzione (F. H. Knust). In nota (ibid. p. 37 n. 36) l'autore aggiunge: «Haec omnia de accusatione ac damnatione sacerdotum prolata gcnuinis repugnant capitularibus. Neque enim Karolus nec Ludovicus cuiquam ad Romanum Pontificem provocare permiserunr synodos ipsi solummodo convocabant, in causis ecclesiasticis dirimendis post cpiscoporum, eomitum, metropolitanorum et archicapellani iudicium regalis summa erat auctoritart. Cf. Sigiberti regis episr. ad Desiderium episcopum Cadurcensem; Conc. Parisiense (a. 829), lib. I, c. 11 etc. (Zechiel-Eckes 62 Epist. II ps. Stephan (Hinschius p. 185, c. X); epist. II ps. Anacleti (ibid. p. 80, e. XXVI) cd epist. ps. Felicis II (ibid. p. 487, c. XII, xiii). 63 Cf. Charles DE CLERCQ, La legislation religicuse franque dcpuis les Fausses Dccretales jusqu'ä la fin du Ilý siecle, in: RDCan 8 (1958), p. 140. Nota l'autore perö chc ancon nell'869 si sanziond la competenza reale nel caso di un torto fatto da un vescovo a un laico in question di bcni materiali (ibid. p. 140). DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 203 vocato dal Papa, e in ogni caso il giudizio del tribunale ecclesiastico e suscettibile di revisione da parte della Santa Sede, sia per appello sia per intervento spontaneo64. Tale indirizzo pseudo-isidoriano e riportato in tempo abbastanza prossimo all'origine delle falsificazioni nel De episcopornnrtrans n:gratione dove si tratta, come si puö dedurre dalla seconda parte del titolo: et quod non teurereiudicentuI65, della regola e delle eccezioni nel giudizio sui vescovi. Le numerose citazioni dei testi dello Pseudo-Isidoro, concernono le regole generali della istruzione nico66 e ne ripetono il principio fondamentale: the vi si ritrovano, del processo cano- Non potent autenr huunanocondempnareexamine, quern Deus stio resemavit iudicio. L'autore ripresenta in seguito, dettagliatamente, alcune norme sullo svolgimento dei processi67, mentre richiama anche un altro punto caratteristico del falsificatore relativo al ruolo the vi svolgono i «patriarchi-primati»G8, concludendo infine: Ntrllus episcopus, nisi in legitimaynodo et suo temporeapostolicaauctoritateconvocatus, supraquibusdamctiminationibuspulsates,audiatur, nullus damnetur69. La collezione A, uebuo dedicata e pure fortemente legata alle falsificazioni e ne riporta le regole sia per i casi di appello70 che di destituzione71, condanna72 e giudizio dei vescovi73. 64 65 Per il caso di Incmaro di Laona ci fu una contestazione fra Adriano II ed i vescovi the al Concilio di Douzy dell'871 avevano emesso sentenza, invece di limitarsi alla sola istruzione del caso, avendo Incmaro appellato alla Sede Apostolica durante il concilio (cf. ibid. ). Nota ancora De Clerq: «Les causes concernant les eveques ne peuvent etre jugees qu'en concile, mais accuse et plaignant peuvent se mettre d'accord pour la designation de 'iudices electi' c'est-ä-dire d'un petit nombre d'eveques charges de trancher l'affaire et de simplifier la procedure)) e continua: «... beaucoup plus qu'auparavant, les reunions des eveques francs s'occupent d'examiner des cas d'espece et prononcent meme de veritables sentences judiciaires. II ya les Brands Edges qui reviennent lors de plusieurs assemblees» (ibid. pp. 152-153). Per una visione panoramica sull'influsso pseudo-isidoriano v. il mio capitoletto cdnflusso e diffusione delle Decretali Pseudo-Isidoriane», in: Chiesa e Papato (v. supra n. #), pp. 69-80, a proposito dell'opera di Horst FUHRMANN, Einfluss und Verbreitung der pseudoisidorischen Fälschungen. Von ihrem Auftauchen bis in die neuere Zeit, I-III, Stuttgart 1972-74. Cf. J. P. POZZI, De episcoporumtransmigration et quad non tamre iudicentur. Regulae Quadraginta Quattuor, Roma 1959, p. 15. 66 Ibid. 67 Ibid. p. 16. 68 Ibid.: Patriarchat rem, auf primates accusalum discutientes episcopum,non ante sententiam proferant finilivam, quarr opottolua fulti audoritate, auf ream seipsum mitfteatur, ant per innocen/eset regularises examinato r convinantur testes (fol. 140: Zepbirini paps, de sepiuaginta et duobus testibus et de expoliatis episcopis). 69 Ibid. 70 Cf. Anselmo dedicata 115 (ps. Victoris); 71 I 31 (ps. Sixti); I 34 (ps. Fabiani); I 35 (ps. Fabian); I 36 (ps. Sixti); I 37 (ps. Melchiadis); I 38 (ps. Athanasii); I 39 eI 59 (ps. Damasi). Le citazioni sono tratte dal testo pubblicato da Jean-Claude BESSE, Collections Anselmo dedicata liber primus, in: RDCan 9 (1959), pp. 214-296. Cl. Coll. Anselmo dedieata 160: de restitutis episcopisper Romanurn Pontificem (ps. Sixti). 72 Cf. ibid. 18: de dampnatione episcoporumaccusantium episcopumabsque auctoritate 73 apottolicae sedis (ps. Iulii); I 56 (ps. Iuli); 157: quod non Tint dampnandi episcopi nisi a SedeApostolica (ps. Iulii); 158: Non debere concilia celebrari nec epircoposdampnari, abrque sententia Romani Pontiffcis secundumNiceni statutum concili (ps. Athanasii); I 70: quod non debeatdamßnari episevpusdoneede eo cognositur iudicium apostolicaeauctoritatis (ps. Damasi). Cf ibid. 116: ut post examinationem et accusationemepiscopi legitimam finis eins cause ad sedemapostolicam deferatur (ps. Zephirini); I 54: patriarchi e primati fu/ti auctoritate aposto/icaesedis (ps. Zephirini). 204 AGOSTINO MARCHETTO Il principio basilare pseudo-isidoriano, secondo il quale il vescovo non puö esser in Burcardo74, e dal nella cui opera si nota anche presente potere secolare, giudicato 1'appello. In dello Pseudo-Isidoro proposito va rilevaper quanto riguarda traccia pure to la posizione assunta da papa Adriano II (867-872) circa 1'impossibilitä di giudizio in false decretali Roma75, di e posizione propria alle a si appellato regionale chi sede ripresa da Gregorio VII (1073-1085)76. 11 ruolo d'ispiratore, esercitato dal falsificatore nella disciplina ecclesiastica succesdi dell'opera Graziano dall'esame il lo troviamo pure quale, per sanconfermato siva, dell'appello Roma, dello la libertä la liceitä tutti riporta passi a pseudo per e zionare Sisto e Zeferino77. Ma per proteggere i vescovi lo Pseudo-Isidoro non solo dilata tale possibilitä, perche inoltre afferma: Eiectionem ... sumu7lorirmsacerdotumsiGi dominus reservavit78,volendo con ciö significare che la loro deposizione e riservata a Roma79. Codesto indirizzo80 si trova chiaramente espresso da Gregorio VII nella lettera ad Ermanno di Metz81 e, in maniera piü sistematica, nel Dictatru Papae, in 4 articoli82. 74 75 76 in: PL 140, col. 537s. Cf. Burchardi decretorum libriviginti I 134,153,167,168, V. DE CLERCQ, La legislation religieuse franque (v. supra n. 63), p. 140. V. Leo MEULENBERG, Der Primat der Römischen Kirche im Denken und Handeln Gregors VII, "s-Gravenhage 1965, pp. 68-70. A modo di compendio detto autore afferma: «Rom ist der höchste Gerichtshof, wo alle wichtigen Angelegenheiten entschieden werden und jede Appellation Gehör findet» (ibid. p. 91). Cf. Dictatus Papae XX: Quod nullos audeat condemnareapostolicamsedemappellangem;Karl HOFMANN, Der Dictatus Papae Gregorii VII. Eine rechtsgeschichtliche Erklärung, Paderborn 1933, pp. 130-134. Per lo sviluppo disciplinare nel tempo successivo, limitatamente all'Inghilterra, v. Charles DUGGAN, From the Conquest to the Death of John, in: The English Church and the Papacy in the Middle Ages, London 1965, pp. 66,80,81, 83. Duggan nota: Out no papal agents were more effective than the judges delegate, whose jurisdiction resulted from the rapid upsurge of appeals to the Roman Curia in the twelfth century, which in its turn resulted from the centralization of Church government following the eleventh-century reforms» (ibid. p. 112). Cf. pure William A. PANTIN, The fourteenth Century, sempre in: The English Church and the Papacy, p. 175. La posizione pseudo-isidoriana circa l'appello e presente anche nella Collezione in 2 Libri; v. Jean BERNHARD, La Collection en Deux Livres (Cod. Vat. Lat. 3832), t. 1, in: RDCan 12 (1962), p. 42, lib. I c. 4; p. 60, lib. I c. 18 e, ancora, p. 44, lib. I c. 6; p. 54, lib. I c. 13 e p. 50, lib. I c. 11. 77 Cf. Decr. Gratiani, C. II, q. 6, c. 8: Ad Romanam ecdesiamappel/etur ab omnibus quasi ad mauem. Item Zepberinus urbis RomaeArcbiepisropus. Ad Ramanam erdesiam ab omnibus, max-ime tarnen ab opprrssis est appellandum; C. II, in /unter fuerit bane sanrtam et aposto/icam sedemapps/%t; C. II, Quuguis 6, 4: pulsates a/iqua adrersitale c. q. q. 6, c. 5: Episcopi gravioribus causispu/rati aposto/iram sedemappellent. Idem (Sixtus Papa) Grato Episcopo: Omnes epinopi, qui in aliquibas pu/santur tie/ criminanturgranioribus causis ... libere apostolitanr sedemappelle: t. Per un approfondimento della questione, in Graziano, cf. CORNOLLY, Appeals (v. supra n. 4), p. 41s. 78 Epist. II ps. Anacleti (Hinschius p. 78, c. XXI). Tale norms e ripresa da S. Bernardo: Qui locum Petri tenet, pofest, uns ictu, extinguereAnaniam, uns SimonemMa gum ei, ut planius quad loquimur fat, perrmptoriam dare cententiam ad deporitionem episcoporum,so/ius Romani Pontifccis noscitur esse:pro eo ninnirurr, quod etri alii multi roeati trait in partem sollicitudini, so/us rpseplenitudinem babeat potestatis (S. Bernardo ad Eugenio III, epist. 239, in: ID., Opera, ed. Jean LECLERCQ - Henri ROCHAiS, vol. 8, Roma 1977, p. 120; cf. epist. 131, in: ibid. vol. 7, Roma 1974, p. 326s., e De consideratione11 8, in: ibid. vol. 3, Roma 1963, p. 423s.); v. Yves CONGAR, L'ecclesiologie de S. Bernard, in: Analecta Sacri Ordinis Cisterciensis 9 (1953), p. 159s. 79 Cf. epist. I ps. Melchiadis (Hinschius p. 243, c. II e III). V. il comportamento di Silvestro 11 (999-1003) ehe restituisce alla sua diocesi un vescovo deposto: ... gala tea abdicatlo Romano assensucaruit, Romane pietatis munerr eredarisposse rrparari. Est enim Petro ea snmrnafaru/tas in: Magnum Bullarium Romanum: Bullarum, privilegiorum ac diplomatum RomanoCoucedimusergo ..., rum Pontificum amplissima collectio I, Roma 1739, p. 484. 81 Episcopi eninnpassant a/ios epinopos ordinare red nu/lo modo sine auctoritate apostolicaesedis deponerr. Reg. VIII 21 (Erich CASPAR, Gregorii VII Regislrum [MGH Epp. seg. 21, Berlin 1923, p. 557). Nota MEULENBERG, Der 80 DIRITTO DI APPELLO A ROMA NELLE DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE 205 su questa linea, Gregorio VII, sensibile e preoccupato, come lo era il falsificatore, per la disciplina ecclesiastica e per la necessitä dell'obbedienza ai vescovi (a loro volta obbedienti a Roma), si vale della sua opera per inculcare il senso della dignitä episcopale83. Muovendosi Che esista nell' «etä gregoriana» la volontä di difendere i vescovi e la loro auctoritas in caso di giudizio cc lo provano, inoltre, alcuni titoli della Diver. rorurn Sententiae Patrzrm, in cui si stabiliscono delle regole per quanto riguarda le accuse84, servendosi dello Pseudo-Isidoro come fonte e modello85, e si fissano pure i diritti scopato di fronte agli altri suffraganei86, ai metropoliti87 dei membri dell'epi- e ai primati88. Primat (v. supra n. 76) p. 69: «Dieses Recht hat Gregor öfters ausgeübt (v. c. VII, p. 92), und ebenfalls wurden von ihm Bischöfe wieder eingesetzt (Reg. V 17). Niemand kann die päpstliche Entscheidung anfechten». 82 Cf. Dictatus Papae III: Quod ille solus possit deponereepiseoposrel reconciliare; IV: Quod legatus eins omnibus episcopispresit in coocilio edam inferioris gradus et adrersus eossententiam depositions possit dare',V: Quod absentespapa possit deponere;XXV: Quod absque synodali contventttpossit episcoposdeponereet reconciliare; HOFMANN, Der Dictatus Papae (v. supra n. 76), pp. 104-111; v. anche Diversorum Sententiae Patrum (DSP) 96 (ps. Iulii, c. 8, Hinschius p. 460; Ansehno 11 43, Friedrich THANER, Antelmi (episcopiLraensis) Collectio Canonum una term Collectionebfinore, Innsbruck 1906 e 1915, pp. 94-95); DSP 91 (ps. Fabian, c. 19,20, Hinschius p. 165; Anselmo 83 III 48, Thaner p. 140) e Coll. in 2 Libri, c. 227-232, lib. I (Bernhard [v. supra n. 76], pp. 129-135). Cf. MEULENBERG, Der Primat (v. supra n. 76), pp. 59-69. «Die Gehorsamsforderung stützt sich nicht nur auf die theologische Bedeutung des Bischofsamtes, sondern auch auf die auctoritas beatonummartyrum atque pontificum Fabian et Stephan, die Gregor in einem Brief an die Einwohner von Lucca vollständig zitiert: ein Kleriker, der gegen seinen Bischof aufsteht oder ihn verklagt, soll abgesetzt werden (Reg. VII 2, Caspar [v. supra n. 81], p. 461; v. ps. Fabian epist. II c. 21, Hinschius p. 165 ps. Stephan epist. II c. 12, Hinschius p. 186)» (ibid. p. 59). Bisogna pert tener anche presenti qui le osservazioni di Giovanni MICCOLI, Chiesa Gregoriana. Ricerche sulla Riforma del secolo XI, Firenze 1966, pp. 14,187 e 200. Notiamo ehe giä nelle DSP c'e la stessa tendenza: v. DSP 224,225,85,70 e 138 in cui i vescovi sono detti, come dallo PseudoIsidoro, occhi di Dio, colonne della Chiesa, legati di Cristo, troni di Dio; v. MEULENBERG, Der Primat (v. supra n. 76), pp. 54-55. 84 Cf. ibid. pp. 91-97. Alcuni titoli delle DSP sonn giä sufficientemente indicativi: tit. 5: De ordine atcusationis dequearcusatorumpersons-, tit. 7: Quad ordines inferiores non possint accusaresuperiores(v. anche tit. 9, can. 66-69 e 74-81); tit. 13: Ut nemo absensiudiretur et de iniurtis iudicir, tit. 14: De episcoporumiuditiis ei de synodica vocation. Anche Gregorio VII dä qualche regola riguardante il processo di vescovi, derivata dallo Pseudo-Isidoro, come nel caso in cui rifiuta l'accusa fatta per letters, in assenza dell'imputato (Reg. 163 [v. supra n. 81], p. 92, 85 86 cf. epist. ps. Calixti, c. 17, Hinschius p. 141); v. pure Coll. in 2 Libri: lib. I, c. 198-226 (Bernhard [v. supra n. 76], pp. 105-129), c. 233-245 (ibid. pp. 135-143) e c. 299-300 (ibid. pp. 187-189). Il Capitani fa, a proposito delle DSP, uns osservazione the ei sembra utile riferire: «l'insistente ripetizione la precisa fisionomia del privilegio nell'ordinadelle immunitä giudiziali dei vescovi nelle DSP acquistava ... mento generale, ne1 sistema. Forse per la prima volts, da quando erano state forgiate, le Pseudo-Isidoriane trovavano chi volesse in Roma rendere operante lo scopo the avevano cercato di raggiungere i compilatori e cioe la garanzia TANI, Immunitä V. DSP tit. 26 Rechtsbuch der di uno stato the era minacciato dalla debolezza delle istituzioni carolingie» (Ovidio CAPIvescovili ed ecclesiologia in eta pre-gregoriana e gregoriana, Spoleto 1966, p. 207). coi can. 191-196. Cf. Anton MICHEL, Die Sentenzen des Kardinals Humbert, das erste päpstlichen Reform, Stuttgart 1943, pp. 45-47. 87 V. DSP 65 (ps. Pelagii II, Hinschius p. 724; Anselmo VI 103, Thaner [v. supra n. 82] p. 320); DSP 90 (ps. Damasi, c. VIII, Hinschius p. 502; Anselmo II 60); DSP 87 (ps. Felicis, c. XII, Hinschius p. 488); DSP 192 (ps. Calixti, c. XIII, Hinschius p. 139) e DSP 191 (ps. Annicii, c. IV, Hinschius p. 120-121; Anselmo 1121, Thaner p. 85). 88 für die Suffraganen (DSP 62, Nota Meulenberg: «Die Primaten sind vor allem ein erstes Appellationsgericht ps. Cornelii, c. V, Hinschius p. 174; DSP 65, ps. Pelagii II, Hinschius p. 724; Anselmo VI 103, Thaner (v. supra n. 82) p. 320; DSP 71, ps. Alex., c. 8, Hinschius p. 98; Anselmo III 81, Thaner p. 155). Aber in diesem Amt besitzen sie eine rein passive Autorität. Nur auf Wunsch der Suffraganen darf der Primas ein- AGOSTINO 206 INIARCHETTO Anche per quanto concerne le «cause maggior'v> in genere, (da mold identificate con il lo far Pseudo-Isidoro principio: ovunque89 generalizza e 'vvole valere quelle vescovili) ad quam (Sedem Romana»t) cuncta maiora ecclesiasticanegotia diaiua disßoreutegratia irrssa disponantur sunt referenda,ut ab ea regulariter a qua sruupsereprrncipia90. con sfumature diverse, come del resto nelle false decretali, si ritrova numerose volte nelle raccolte canoniche post-pseudoisidoriane, per esempio nel De episcopornmtransmigratiorre91,nella collezione Artselajo dedicata92,nell'opera di UmberVII95, di Gregorio Dictatrrs Papae94 lettere di Candida93, Silva nelle nel nella e ancora to Collezione in 2 Libri96 e infine nel Decrehu» di Graziano. Quest'ultimo anzi, diversa- Questa proposizione, falsificatore, lo del da che precedettero, canonisti alcuni proprio somiglianza mente a le di(jciliore. alle causae maiores causae unisce r e stabilisce che su di esse sempre sia da riferire a Roma: maiores vero et dij'idrlioreJ grraestionesad sedemApostolicam semperdeferantuP7. Consci di non poter proseguire qui questa analisi lungo i secoli, mi permetto di rimandare soltanto, per 1'oggidi, al mio studio sullo Pseudo-Isidoro e il nuovo C J. C. della Chiesa Latina, al mio contributo, cioe, al Congresso «F5lschungen im nlittelalten>, Monaco di Baviera da Monumenta Germaniae Historica dal 15 al 18 a organizzato Settembre 1986. Esso conferma la «fortuna» delle falsificazioni i secoli98. greifen, das heisst, eine Synode einberufen (DSP 73, ps. Genehmigung des Angeklagten und des Apostolischen Zechiel-Eckes p. 86). Aber wenn der betreffende Bischof päpstliche Autorität fast unmöglich: 72 unanfechtbare pseudo-isidoriane lungo Felicis, c. IX, Hinschius p. 201) und eventuell mit Stuhles die Richter anweisen (DSP 99, ps. Iulii, auf seiner Unschuld besteht, ist ein Urteil ohne die Zeugen! (DSP 84, ps. Zepherini, c. II, Hinschius p. 131; Anselmo III 66, Thaner p. 148; DSP 194, ps. Calixti, c. XIII, Hinschius p. 139; Anselmo VI 114, Thaner p. 139). Es ist die Tendenz Pseudoisidors, die wir in den DSP so gut wie ganz übernommen finden: durch den Primas soll die Gewalt des Metropoliten eingeschränkt werden, ohne dass nun seinerseits der Primas für die Bischöfe eine Gefahr werden konnte» (MEULENBERG, Der Primat [v. supra n. 76], pp. 61-62). 89 V. il nostro «Episcopato e primato pontificio» (v. supra n. 5), p. 88. 90 Epist. I ps. lefareelli (Hinschius pp. 223-224, c. 1). 91 Cf. POZZI, De episcoporum transmigratione (v. supra n. 65), pp. 17-38. 92 Cf. Coll. Anselmo dedicata 168: Quod epircoßarumei summarum negotiorum ettletiastimrum cautae temper ad redem apostolicam tint referendae(ps. Stephan); 16 9: Quod episcoporumiuditia et maioret Causaenon aliter quarr auctotrtate tedis aportolicae tint terminanda (ps. Damas); 170 (ps. Dumas); 1,28: ut dubia et maiora negotia terminuni accipiant a Romana Sede (ps. Felicis); 112: ut d/tiliares tausat ad apicem Romance redit rtferantur ut apostolico termineutur uudicio taint sedisauuonlale omnesetclesiaenguntur (ps. Anaeleu). 93 Cf. Anton MICHEL, Die folgenschweren Ideen des Kardinals Humbert, in: Studi Gregorian 1 (1947), p. 71 n. 25; ID., Die Sentenzen (v. supra n. 86), p. 18, it 4-6 c pp. 11-12. V. DSP 12 (ps. Vigilii, c. VII, Hinschius p. 712; Anselmo I 9, Thaner p. 10); DSP 2 (ps. Anacleti, c. XXXIV, Hinschius p. 84; Anselmo II 5, Thaner [v. supra n. 82] p. 77); DSP 3 (ps. Zepherini, c. VI, Hinschius p. 132; Anselmo 11 6, Thaner p. 77). 94 Cf. Dictatus Papae, XXI: quoll maiora tautae tuiustumque ecc/ttiae ad tam rtfeni debeant. V. HOFMANN, Der Dictatus Papae (v. supra n. 76), pp. 97-103. 95 V. Reg. IV 23 (Caspar [v. supra n. 81], p. 335), VIII (v. supra n. 76), p. 69. 21 (ibid. p. 557). Cf. MEULENBERG, Der Primat 96 V. Coll. in 2 Libri: lib. I, c. 2e3 (Bernhard [v. supra n. 761 pp. 39-40), c. 8 (ibid. p. 47), c. 16-17 (ibid. pp. 58-59), c. 23 (ibid. p. 65), c. 32 (bid. p. 77) c c. 39 (bid. p. 87). 97 98 Decr. Gratiani, D. XVII, c. 5. V. il capitoletto «Lo Pseudo-Isidoro n. *), specialmente pp. 97s. e il nuovo C.J. C. dells Chiesa latina», nel mio: Chiesa e Papato (v. supra