25/6/2014
«Dalla Bce una spinta a dare più - «Parliamo lo stesso linguaggio e ci - Il Sole 24 ORE
St a m pa l 'a r t i col o
Ch i u di
«Dalla Bce una spinta a dare più credito»
Marco Ferrando
«Parliamo lo stesso linguaggio e ci siamo capiti perfettamente». Di ritorno dal l'esecutivo Abi, dove ieri
mattina ha incontrato insieme agli altri banchieri il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il
presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro sembra aver già
archiviato la frecciata giunta poche ore prima dal Premier Renzi, con il suo richiamo alle banche a fare
più credito, ora che la Bce ha cancellato ogni alibi: «Il Ministro ci ha ascoltato e ha preso nota delle nostre
istanze», dice in questa intervista a Il Sole 24 Ore. «Ci rivedremo presto, all'assemblea dell'Abi (in
calendario per il 10 luglio, ndr) o forse anche prima. Ma quel che conta è che il governo, dopo aver creato
molte aspettative, stia iniziando a soddisfarle con provvedimenti concreti: è determinante per dare
vigore alla ripresa, che dipende dal clima di fiducia che si può instaurare in Italia». Ma non ci è rimasto
male alle parole del Premier? «Niente affatto. Il nostro piano industriale prevede l'erogazione di 170
miliardi di nuovo credito in quattro anni: credo che ci stiamo muovendo esattamente nella direzione
sollecitata dal Premier. Il tema, comunque, esiste: Renzi ha ragione quando dice che è necessario tornare
a far affluire risorse alle imprese».
Quindi la colpa è delle banche?
Evitiamo di scaricarci vicendevolmente le colpe. Pensiamo piuttosto a smuovere tutti insieme il circuito
del credito, facendo in modo che non si intoppi.
Ma a chi tocca il primo passo?
A tutti. Le banche devono fare la loro parte, e le misure annunciate di recente dalla Bce favoriscono in
maniera importante il fluire di nuova liquidità; le imprese devono rilanciarsi e gli imprenditori investire
di più nelle loro aziende, spesso sottocapitalizzate; la politica, attraverso la funzione legislativa e la P.A.,
deve creare un contesto più competitivo per le une e le altre. Ed è qui che è fondamentale il clima: se le
aspettative sono buone, ogni attore tende a fare la propria parte nella presunzione che anche gli altri si
muoveranno allo stesso modo.
Ma la ripresa stenta.
Il dato relativo al Pil del primo trimestre è stato peggiore delle aspettative, ma ci sono altri indicatori che
ci dicono il contrario; personalmente, girando per l'Italia vedo segnali positivi, di ritorno agli
investimenti da parte delle aziende: è da qui che può innescarsi quel circolo virtuoso da cui possono
arrivare benefici per l'occupazione, e quindi per i consumi e a cascata per la produzione.
Quindi è ottimista?
Molto: l'Italia finora ha recuperato meno dell'Europa dall'inizio della crisi, adesso può compiere uno
scatto in avanti. Per questo non mi stupirei se ci fosse qualche sorpresa positiva nel terzo o quarto
trimestre dell'anno.
Veniamo al credito: perché i volumi restano così bassi?
Perché, come ha detto il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, la domanda è scarsa. O meglio, latita la
domanda di credito buono: finché le imprese ci chiederanno nuovi prestiti solo per finanziare il
circolante o coprire le perdite, i riscontri non potranno essere positivi. Dopo aver chiesto grossi sacrifici
ai nostri azionisti, in termini di aumenti di capitale o di svalutazioni non possiamo impiegare risorse in
crediti che, in parte, potrebbero non essere rimborsati.
Però le nuove operazioni preannunciate dalla Banca centrale europea potrebbero aiutare a rompere
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-06-19/dalla-bce-spinta-dare-piu-credito-063818_PRN.shtml
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questo circolo vizioso, come dice Renzi.
Sicuramente forniscono fondi supplementari a tassi interessanti.
In particolare, c'è molta attesa per le Tltro che partiranno a settembre. Come si muoverà Intesa
Sanpaolo, che comunque ha dichiarato di avere già in casa le risorse per 170 miliardi di nuovi impieghi
per quattro anni?
Valuteremo nel prossimo futuro. In linea teorica, quello che posso dire è che quanto più sono bassi i tassi
a cui le banche ricevono i fondi dalla Bce, tanto più si allarga il perimetro dei clienti cui si può prestare del
denaro.
Quindi la Bce potrebbe favorire, effettivamente, maggior credito?
Credo proprio di sì, anche se non dobbiamo ragionare solo in termini di credito quando si parla di
sostegno alle imprese.
In che senso?
La questione non è nuova, ma ora che il contesto sembra migliorare non possiamo più permetterci di
rinviarla: va incrementato il ricorso ai minibond, ai fondi di fondi e a tutti gli strumenti che consentono di
avvicinare il risparmio alle imprese, due mondi che in Italia sono ricchi e variegati. E una banca come la
nostra, leader nel risparmio e nella consulenza alle aziende, può dare un contributo importantissimo nel
fare incontrare rischi diversi a diverse esigenze d'investimento. Non a caso, se in questi anni si sono
create masse enormi di crediti in sofferenza, è anche perché i clienti sono stati trattati tutti allo stesso
modo dimenticandosi che una posizione problematica merita un approccio diverso.
A proposito: nonostante i ripetuti inviti, anche da parte della Vigilanza, di alleggerire i portafogli di
crediti deteriorati il mercato degli Npl in Italia sembra ancora viaggiare a una velocità modesta.
È solo una questione di prezzi, e quindi di tempo: prepariamoci a nuovi deal.
Altro tema caro alla Banca d'Italia, la governance: a inizio settimana il responsabile della Vigilanza,
Carmelo Barbagallo, ha ricordato che una buona governance aiuta ad attrarre capitale. Che ne pensa?
Condivido assolutamente. Per quanto ci riguarda, mi limito a ricordare che Intesa Sanpaolo ha già una
governance sofisticata, che tiene conto della richiesta dei regolatori di diversificare le funzioni di
gestione, di definizione delle strategie e di controllo. Rispetto a un modello tradizionale, di fatto,
partiamo avvantaggiati.
Però la banca è stata oggetto di qualche appunto da parte della Vigilanza, ancora nei giorni scorsi.
Ci dicono che gli organi sono pletorici, e ci adegueremo entro la fine del mandato. A partire dai prossimi
mesi, con l'impegno degli Organi Societari competenti, formuleremo una serie di proposte.
Pensa che alla fine Intesa Sanpaolo abbandonerà il duale?
Non è questo il punto. D'altronde, come ha confermato l'indagine effettuata da Georgeson su incarico
della Compagnia di San Paolo, gli investitori non hanno preferenze quanto al modello di governance: a
loro interessa che la gestione sia efficace ed efficiente.
Come procede l'attuazione del piano Messina?
Bene. Abbiamo nominato un nuovo Coo (Eliano Omar Lodesani, ndr) e il Cfo, Stefano Del Punta, è stato
inserito nel consiglio di Gestione; inoltre, è stato individuato un capo del Centro per l'innovazione,
Maurizio Montagnese, che il Ceo ha voluto mettere a suo diretto riporto. Sono nomine che vanno nel
segno del rinnovamento e ne seguiranno altre nei prossimi mesi.
Procede il progetto di accorpamento delle banche locali?
Deve procedere per forza. È scritto nel piano e ce lo chiede la Vigilanza: da 17 banche scenderemo a 6,
come previsto.
Nel piano si prevede anche la completa dismissione delle partecipazioni. E' di questa settimana la
richiesta di scioglimento di Telco, che vi riporterà il controllo diretto della quota in Telecom Italia: visto
il momento di mercato, crede che si possa chiudere in anticipo con le cessioni?
Bisogna valutare, caso per caso. Nel caso di Telecom, in particolare, dobbiamo prima attendere di
rientrare in possesso delle nostre azioni. Poi si deciderà, in base al mercato e all'evoluzione del settore.
@marcoferrando77
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-06-19/dalla-bce-spinta-dare-piu-credito-063818_PRN.shtml
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DICE DI LORO
MARIO DRAGHI
«Le recenti scelte della Bce favoriscono il fluire di nuova liquidità: più sono bassi i tassi a cui le banche
ricevono soldi, tanto più si allarga il perimetro dei clienti a cui prestare del denaro»
MATTEO RENZI
«La politica deve creare un contesto più competitivo per le banche e per le imprese; il clima è
fondamentale: se le aspettative sono buone, ogni attore tende a fare la propria parte»
GIOVANNI BAZOLI
«La governance duale? Non è questo il punto, agli investitori interessa solo che la gestione sia efficace ed
efficiente. E Intesa Sanpaolo ha già una governance sofisticata»
CARLO MESSINA
«L'attuazione del piano procede bene: abbiamo nominato un nuovo Coo e il Cfo è stato inserito nel CdG:
due nomine che vanno nel segno di un ringiovanimento del management»
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