COMUNE DI SANT’ANTIOCO
GESTIONE COMMISSARIALE EX PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS
Piano di Lottizzazione “VIA TORINO NORD” subzona C4
Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità alla
Valutazione Ambientale Strategica
Dott. Ing. Francesco Garau
Ottobre 2014
1. INTRODUZIONE
La presente relazione costituisce la Verifica di Assoggettabilità (redatta ai sensi dell‟art. 3 comma 3
della Direttiva Europea 2001/42/CE) alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del
Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”, sito nel Comune di Sant‟Antioco.
Il documento si articola in quattro parti principali:
 la prima parte del documento contiene un breve inquadramento normativo in materia di VAS
e una descrizione della procedura di Verifica adottata;
 la seconda parte del documento si focalizza sugli obiettivi della proposta di Piano;
 la terza parte riguarda l‟analisi di coerenza con i Piani e Programmi di riferimento e con gli
obiettivi di sostenibilità ambientale;
 l‟ultima parte del documento costituisce invece la valutazione della proposta di Piano, in
relazione ai potenziali effetti d‟impatto sull‟ambiente.
2. LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS
2.1. Inquadramento normativo
La Direttiva Europea 2001/42/CE ha introdotto la procedura di Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) quale strumento metodologico per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale
nell'elaborazione e nell'adozione di taluni Piani e Programmi che possono avere effetti significativi
sull'ambiente.
A livello nazionale la Direttiva VAS è stata recepita dal D. Lgs. 152 del 3 aprile 2006, la cui parte
seconda, contenente le procedure in materia di VIA e VAS, è entrata in vigore il 31 luglio 2007. Il
decreto è stato successivamente modificato, prima dal D. Lgs. 4/2008 e recentemente dal D. Lgs.
128/2010, entrato in vigore il 26 agosto 2010.
Il Decreto Legislativo n.152 del 2006 indica le tipologie di piani e programmi da sottoporre
obbligatoriamente a procedura Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e quelle da sottoporre a
Verifica di Assoggettabilità, al fine di accertare la necessità della valutazione ambientale in relazione
alla probabilità di effetti significativi sull'ambiente (art. 6, commi 2, 3 e 3 bis)
Nello specifico, devono essere sottoposti a procedura di VAS:
 I piani e programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria
ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della
gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o
della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione,
l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati
II, III e IV alla parte seconda del presente Decreto;
 I piani e programmi per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di
conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione
degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione
degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione
d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.
I Piani che non devono essere sottoposti a VAS (ai sensi dell‟art 4 del d. Lgs. 152 del 2006) sono i
seguenti:
 I piani e programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile;
 I piani e programmi finanziari o di bilancio;
 I piani di protezione civile in caso di pericolo per l'incolumità pubblica;
 i piani di gestione forestale o strumenti equivalenti, riferiti ad un ambito aziendale o
sovvraziendale di livello locale, redatti secondo i criteri della gestione forestale sostenibile e approvati
dalle regioni o dagli organismi dalle stesse individuati.
Viceversa, è previsto siano sottoposte a Verifica di Assoggettabilità (ai sensi dell‟art 6, commi 3 e 3bis
del d.lgs. 152 del 2006), modifiche minori ai piani/programmi, così come i piani e i programmi che
determinano l‟uso di piccole aree, nonché in generale piani e programmi che definiscono il quadro di
riferimento per l‟autorizzazione dei progetti e che, sulla base dei criteri sotto riportati, possono
determinare effetti significativi sull‟ambiente.
Le “Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale” n. 34/33 del 7.8.2012, che
sostituiscono la deliberazione n. 24/23 del 3 aprile 2008, prevede l‟adeguamento della normativa
regionale, in riferimento all‟adozione del decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, concernente
“Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”, e con ulteriori provvedimenti
adottati dal legislatore nazionale nei primi mesi del 2012 “al fine di rendere più certa l‟azione
amministrativa nell‟ambito delle valutazioni ambientali, introducendo, altresì, alcune
semplificazioni. “
Nel dettaglio, l‟art. 6 della Direttiva prescrive la Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale
strategica quale “procedura di verifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se determinati piani
o programmi, ovvero le loro modifiche, possono avere effetti significativi sull‟ambiente e se, tenuto
conto del diverso livello di sensibilità delle aree interessate, devono essere sottoposti alla procedura di
valutazione ambientale strategica secondo le disposizioni contenute negli articoli dal 10 al 17. Sono da
sottoporre a procedura di verifica di assoggettabilità (screening) le seguenti tipologie di piano o
programma, da valutare sulla base dei criteri contenuti nell‟allegato C1:
a) piani o programmi rientranti nella fattispecie di cui all‟art. 8 (ovvero da sottoporre a valutazione
ambientale strategica) ma che determinano l‟uso di piccole aree a livello locale o per i quali devono
essere effettuate modifiche minori;
b) piani o programmi non rientranti nella fattispecie di cui all‟art. 8 ma che, definendo il quadro di
riferimento per l‟autorizzazione di progetti, producono impatti significativi sull‟ambiente. 3. La verifica di
assoggettabilità a VAS ovvero la VAS relativa a modifiche a piani e programmi ovvero a strumenti
attuativi di piani o programmi già sottoposti positivamente alla verifica di assoggettabilità di cui all'art. 7
o alla VAS di cui agli articoli da 10 a 17, si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano
stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovvraordinati.”
Al fine di consentire tale valutazione da parte dell‟autorità competente deve essere redatto un rapporto
preliminare comprendente una descrizione del piano e dei possibili effetti ambientali che potrebbero
derivare dalla sua attuazione.
Il rapporto preliminare deve essere redatto facendo riferimento ai criteri di cui all‟Allegato 1 del D.Lgs.
152/2006, e s. m. i..di seguito riportati.
Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui agli articoli 6 e 7
Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:
- in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività,
o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la
ripartizione delle risorse;
- in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli
gerarchicamente ordinati;
- la pertinenza del piano o del programma per l‟integrazione delle considerazioni ambientali, in
particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;
- problemi ambientali pertinenti al piano o al programma;
- la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore
dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).
Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare,
dei seguenti elementi:
- probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti;
- carattere cumulativo degli impatti;
- natura transfrontaliera degli impatti;
- rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti);
- entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente
interessate);
- valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa:
- delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale,
- del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo;
- impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.
2.2. La procedura di Verifica di Assoggettabilità
La fase di Verifica di assoggettabilità, riassunta nel presente documento, è stata sviluppata attraverso:
- l‟individuazione degli obiettivi del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”;
- l‟analisi della coerenza esterna con i Piani e Programmi di riferimento;
- l‟analisi della coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale;
- l‟analisi del contesto territoriale;
- l‟individuazione delle azioni previste del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”;
- la valutazione degli effetti di impatto derivanti dall‟attuazione del Piano e definizione di misure di
mitigazione e di indirizzi per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Individuazione degli obiettivi del Piano
In questa fase sono stati esplicitati i principali obiettivi della proposta del Piano di Lottizzazione Via
Torino Nord del Comune di Sant‟Antioco.
Analisi di coerenza esterna
Il Piano è stato confrontato con i principali Piani che definiscono indirizzi, vincoli o regole per gli
specifici settori d'intervento della stessa. L‟analisi di coerenza esterna è stata inoltre funzionale alla
definizione d'indirizzi per la pianificazione attuativa, coerentemente con quanto previsto alla scala
intercomunale, provinciale e regionale.
Analisi di coerenza degli obiettivi di Piano con gli obiettivi di sostenibilità ambientale
Gli obiettivi del Piano sono stati messi a confronto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale
contestualizzati per l‟ambito di competenza del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”. Tale analisi è
stata funzionale alla definizione di obiettivi da perseguire e d'indirizzi per la pianificazione attuativa.
Analisi del contesto territoriale
L‟analisi del contesto territoriale (ambientale, insediativo, paesaggistico e storico-culturale) ha costituito
la base conoscitiva dello stato delle aree del territorio comunale interessate dagli interventi previsti del
Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”. Tale analisi è stata funzionale alla successiva fase di
valutazione sui potenziali effetti d‟impatto sull‟ambiente.
Individuazione delle azioni
Una volta descritto l‟ambito d'influenza del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”;è stato possibile
rappresentare le principali azioni previste, con un‟analisi degli interventi, che sono state poi oggetto
della valutazione finale sui potenziali effetti sull‟ambiente.
Valutazione degli effetti sull’ambiente
Al fine di rispondere alle esigenze di valutazione degli effetti ambientali derivanti dalla proposta di
Piano, è stata condotta una specifica analisi che permetta di verificare la presenza di azioni in grado,
potenzialmente, di interferire con il contesto territoriale in esame.
3. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE “ VIA TORINO NORD ”
L‟Amministrazione Comunale di Sant‟Antioco con deliberazione del Consilio Comunale n 10 del 2000
ha definitivamente approvato il Piano Urbanistico Comunale nel quale sono state individuate le nuove
aree di espansione tra le quali quelle denominate C6.
I proprietari delle aree indicate nel P.U.C. come SUBZONA C6 COMPARTO n.5 Unità convenzionale
2A , e confinanti a est con strada comunale Sa Barra, a sud con zona agricola, a nord con strada
penetrazione a ovest con strada comunale Via Torino Nord, intendono procedere alla loro lottizzazione
denominadola lottizzazione “ VIA TORINO NORD “ .L‟area in questione si estende per una superficie
reale di 38.480 mq; i singoli lotti sono individuati al F.9 secondo i mappali attuali di cui al prospetto
presente negli elaborati di progetto.
Attualmente il comparto intero è stato diviso in tre unità convenzionabili separate di cui il subcomparto
1, già presentato unitamente allo studio complessivo del comparto C6 n.5.
In questa fase, s‟intende presentare lo studio del scomparto 2A mentre l‟unità convenzionabile 2B sarà
presentata successivamente.
3.1. Quadro normativo di riferimento
3.1.1. Normativa comunale
Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, si configura come uno strumento di attuazione dello
strumento urbanistico vigente, il P.U.C. è stato approvato definitivamente con delibera consiliare n. 10
del 2000, pubblicata sul BURAS il 19.01.2002.
Le norme di attuazione del suddetto P.U.C. prevedono:
In particolare, le zone C1, C2, C2*, C3 e C4 sono costituite da aree già parzialmente comprese
all‟interno di piani attuativi, costituiti per iniziativa pubblica o privata. Indipendentemente dalla loro
origine e dalla attuale vigenza degli stessi strumenti, ma comunque in vista delle particolari condizioni
di urbanizzazione ed uso dei suoli conseguenti al rilascio di licenze e concessioni ad edificare, in linea
con le disposizioni degli stessi strumenti citati, per tali zone si prevede in generale la possibile
realizzazione di appositi Piani di Recupero, di iniziativa pubblica o privata.
Per effetto del presente Piano, le parti di territorio ricadenti in zona C1, C2, C2*, C3 e C4,
precedentemente normate da piano attuativo, assumono come norma di attuazione quella degli stessi
strumenti attuativi, che divengono – con i loro apparati tecnici ed amministrativi – parte integrante del
presente piano; gli eventuali Piani di Recupero dovranno integrare la normativa relativa sia a parti già
normate nei termini indicati, sia a parti precedentemente escluse da qualunque iniziativa
amministrativa, perseguendo l‟obiettivo di totale integrazione di tutte le parti comprese nella sotto zona.
Con la presente progettazione si è provveduto a determinare le dimensioni dei singoli lotti e le
volumetrie spettanti ad ogni singola ditta, le caratteristiche della viabilità con proposta di modifica della
sola geometria al fine di consentire l‟ingresso a tutti i lotti, le reti tecnologiche, le tipologie edilizie, come
dagli elaborati di piano.
3.1.2. PPR
Il Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, approvato con Decreto del Presidente della Regione n.
82 del 7 settembre 2006, ai sensi dell‟art. 11, comma 5 della L.R. 45/89, come modificata dalla L.R.
8/2004, costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per gli atti di programmazione e di
pianificazione regionale, provinciale e locale e per lo sviluppo sostenibile. Il Piano, che definisce il
paesaggio come la principale risorsa territoriale della Sardegna, rappresenta lo strumento centrale del
governo pubblico del territorio, ponendosi come matrice di un‟opera di ampio respiro e di lunga durata,
nella quale si saldano in un unico progetto la conservazione e la trasformazione.
Il P.P.R. persegue le seguenti finalità:
preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l‟identità ambientale, storica,
culturale e insediativa del territorio sardo;
proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità;
assicurare la salvaguardia del territorio e promuovere forme di sviluppo sostenibile, al fine di
conservare e migliorare le qualità.
L‟analisi territoriale svolta dal P.P.R. è articolata secondo tre assetti: ambientale, storico-culturale e
insediativo, per ciascuno dei quali sono stati individuati i beni paesaggistici, i beni identitari e le
componenti di paesaggio e la relativa disciplina generale, costituita da indirizzi e prescrizioni. Oltre
all‟analisi del territorio finalizzata all‟individuazione delle specifiche categorie di beni da tutelare in
ossequio alla legislazione nazionale di tutela, è stata condotta un‟analisi finalizzata a riconoscere le
specificità paesaggistiche dei singoli contesti, limitata in sede di prima applicazione del P.P.R. alla sola
fascia costiera.
Sono stati pertanto individuati 27 ambiti di paesaggio, per ciascuno dei quali il P.P.R. detta specifici
indirizzi volti a orientare la pianificazione sott‟ordinata, soprattutto comunale e intercomunale.
La struttura dell'Ambito di paesaggio n. 5 è definita dalla specificità ambientale del sistema delle piane
agricole costiere che dal sistema idrografico del Rio San Milano (San Giovanni Suergiu) si sviluppano a
sud fino a lambire i margini dei rilievi granitici che culminano nel promontorio di Punta di Cala Piombo
(Sant‟Anna Arresi).
Si tratta di un vasto compendio di piane agricole, caratterizzate da un articolato sistema di aree umide
litoranee prospicienti la fascia costiera del Golfo di Palmas, sulla quale si struttura una rete insediativa
complessa e un dispositivo di drenaggio idraulico e di protezione periferica delle zone umide
dall‟afflusso idrico. Le zone umide costiere costituiscono un sistema complesso di vasche di
evaporazione di produzione saliniera, di cui fanno parte lo Stagno di Santa Caterina e le Saline di
Sant‟Antioco - che rappresentano il sistema di connessione con i territori insulari di Sant‟Antioco e
Calasetta - lo Stagno di Mulargia e di Porto Botte e il sistema di spiagge e lagune di Porto Pino-Stagno
is Brebeis nel settore meridionale dell‟Ambito paesaggistico.
Il Golfo di Palmas, compreso tra la costa sarda sud occidentale e il fianco orientale dell'isola di
Sant'Antioco, corrisponde al Sulcis Portus di Tolomeo e al Porto di Sols o Palma di Sols del medioevo.
L'apertura al commercio nel bacino mediterraneo è segnata dal rinvenimento di ceramica micenea a
Medau de is Lais in territorio di Tratalias e, successivamente, dagli apporti fenici sin dalla fine dell' VIII
secolo a.C.
Il settore litoraneo si sviluppa da Punta Trettu, a nord dell‟istmo di Sant‟Antioco, fino alla Punta di Cala
Piombo e comprende il promontorio di Monte Sarri, di Guardia Baracca e di Monte Sa Perda, che
separa fisicamente l‟arco costiero di Porto Botte - Stagno di Santa Caterina a nord e di Sant‟Anna
Arresi - Porto Pino a sud, definendo insieme a Capo Sperone, sull'Isola di Sant‟Antioco, l‟ambito
ristretto del Golfo di Palmas.
Tra gli indirizzi d‟ambito forniti dal P.P.R., si ricorda:
Qualificare la struttura insediativa storica dei centri legati alle emergenze morfologiche dei rilievi
vulcanici ad anfiteatro sul golfo di Palmas, rafforzando il sistema dei servizi e dei poli di eccellenza
culturale per la fruizione delle risorse paesaggistiche ambientali e storiche dell‟Ambito, adottando nel
contempo misure di contenimento per la qualificazione delle espansioni urbane, al fine di evitare forme
di periferizzazione.
Recuperare la trama storica degli insediamenti diffusi nella piana, conservando il rapporto fra sistema
dei medaus e furriadroxius e territorio agricolo, adottando misure di conservazione del paesaggio
agrario nelle sue componenti più rilevanti di coltivazione come il vigneto ed elaborando uno specifico
quadro di recupero.
Diversificare l‟organizzazione della rete dei tracciati viari, individuando e agevolando varie forme di
percorrenza (veicolare, pedonale, equestre, ecc.) per la fruizione dei beni paesaggistici storici, culturali
e ambientali presenti sul territorio.
Riqualificare le direttrici di collegamento tra i centri abitati interni all‟Ambito, conservando le emergenze
ambientali, le emergenze orografiche e i sistemi sabbiosi e costieri (spiaggia, lagune di retro spiaggia,
stagni), i corridoi vallivi di raccolta delle acque che delineano l‟insieme del paesaggio ad anfiteatro e
garantiscono il funzionamento delle relazioni ecologiche fra elementi e fra gli Ambiti interni del
massiccio del Sulcis
3.1.3. Piano di Assetto Idrogeologico
Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) individua le aree a rischio idraulico e di frana e ha valore di
piano stralcio ai sensi della L. n. 183/89. Il P.A.I. è entrato in vigore con Decreto dell‟Assessore ai
Lavori Pubblici n. 3 del 21/02/2006 ed è stato adottato e approvato limitatamente alla perimetrazione
delle aree a pericolosità H4, H3 e H2 e a rischio R4, R3 e R2. Il Piano ha lo scopo di individuare e
perimetrare le aree a rischio idraulico e geomorfologico, definire le relative misure di salvaguardia sulla
base di quanto espresso dalla Legge n. 267 del 3 agosto 1998 e programmare le misure di mitigazione
del rischio. Il P.A.I ha valore di Piano territoriale di settore e prevale sui Piani e Programmi di settore di
livello regionale provinciale e comunale in quanto finalizzato alla salvaguardia di persone, beni, ed
attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici (Norme di Attuazione del PAI, Art. 4, comma 4).
Le
previsioni del Piano pertanto producono effetti sugli usi del territorio e delle risorse naturali e sulla
pianificazione urbanistica anche di livello attuativo, nonché su qualsiasi pianificazione e
programmazione territoriale insistente sulle aree di pericolosità idrogeologica (N.A. PAI, art. 6).
Le
Norme di Attuazione del P.A.I. prescrivono che i Comuni e le altre Amministrazioni interessate,
provvedano a riportare alla scala grafica della strumentazione urbanistica vigente i perimetri delle aree
a pericolosità idraulica Hi e geomorfologica Hg e delle aree a rischio idraulico Ri e geomorfologico Rg,
e ad adeguare contestualmente le norme dello strumento urbanistico alle N.A. del P.A.I,. secondo l‟art.
4, comma 5. Prevedono inoltre che nell‟adeguamento della pianificazione comunale vengano
delimitate le aree di significativa pericolosità idraulica e geomorfologica non perimetrate in precedenza
dal P.A.I. (N.A. P.A.I., Art. 26). Indipendentemente dall‟esistenza di aree perimetrale dal P.A.I., i
Comuni, in base all‟articolo 8 comma 2, devono produrre appositi studi di compatibilità idraulica e
geologico-tecnica riferiti all‟intero territorio comunale, approvato dall‟Autorità competente per territorio,
integrandolo negli atti di Piano che costituiranno oggetto della verifica di coerenza (art.31 commi 3, 5
L.R. n.7/02). Gli ambiti di riferimento del Piano sono i sette Sub-Bacini individuati, all‟interno del
Bacino Unico Regionale, ognuno dei quali è caratterizzato in generale da una omogeneità
geomorfologica, geografica e idrologica: Sulcis, Tirso, Coghinas-Mannu-Temo, Liscia, Posada –
Cedrino, Sud-Orientale, Flumendosa-Campidano-Cixerri.
Il Comune di S. Antioco è compreso interamente nel Sub Bacino n. 1 – SULCIS, che si estende per
1640 kmq, pari a circa il 7% dell‟intero territorio sardo.
Il territorio comunale di S. Antioco dalla cartografia P. A. I., (Delibera della Giunta Regionale n. 54/33
del 30.12.2004) presenta:
Aree a pericolosità idraulica (Hi) con riferimento cartografico alle Tavv.
SUPERFICIE in Ha
Hi4(molto elevata)
Hi3(elevata)
Hi2(moderata)
Hi1(media)
-
15 (cod.b1TC018)
16.4
9.96
9.24
12.33
-
16 (cod.b1TC019)
38.42
41.94
56.76
79.12
-
17 (cod.b1TC020)
11.65
16.17
31.2
42.87
Aree a pericolosità di frana (Hg) con una superficie in Ha di 78.3 a pericolosità elevata Hg3 riferita
alle zone minerarie ed una superficie di Ha 446.0 a pericolosità moderata Hg2. (Tav. sinottica Sub
Bacino n.1 SULCIS, sc. 1.100.00)
3.2. Gli obbiettivi del Piano di Lottizzazione
Il di Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”; completa una porzione dell‟abitato periferico del Comune
di Sant‟Antioco, e si estende per una superficie reale di 38.480 mq.
L‟area è tuttora occupata da vegetazione di tipo arbustivo, macchia mediterranea, e in alcune parti da
piccole coltivazioni a conduzione familiare e da alcune strutture edilizie.
Lo strumento attuativo pone in evidenzia le caratteristiche specifiche qualificanti il nuovo tessuto edilizio
attraverso norme attuative che disciplinano le modalità insediative. In particolare ci si pone come
obiettivo:
- La realizzazione di un comparto edificato quanto maggiormente rispondente ai caratteri costruttivi
dell‟abitato storico e periferico consolidato;
- Uniformità e continuità all‟abitato si in termini volumetrici, con adeguato studio tipologico, che dei
caratteri costruttivi e materici;
- Qualità urbana degli spazi pubblici definendo aree verdi disposte capillarmente nell‟area d‟intervento e
prevendo percorsi pedonali verdi realizzati con materiali adeguati;
- Approccio sostenibile promuovendo l‟uso di materiali locali e energie alternative.
3.3. La struttura del Piano di Lottizzazione
Il Comune di Sant‟Antioco, in merito all‟attuazione del comparto edificatorio denominato “VIA TORINO
NORD”, classificato e specificato nelle tavole del PUC vigente come “zona di espansione residenziale
C4”, identificato nel catasto terreni al Foglio 13 mappali
3428,4900,4986,4987,5231,5232,5233,5234,5235,5240,5242,5392,5563,5592,6044parte,6231,6241,
6360,6361,6362,6363,6364,6365,6366,6367,6368,6369,6370,6371,6373,6374,6375,6376,6377,6380,
63816382,6383,6384,6385,6386,6387,6388,6389,6390,6391,6392,6393,6394,6395,6396,6397,6398,
6399,6400,6401,6402,6403,6404,6405,6406,6407,6408,6409,6410,6411,6412,6413,6414,6415,6416,
6417,6418,6419,6420, per una estensione reale di mq. 16.761, ha previsto l‟attuazione attraverso la
predisposizione di un piano di lottizzazione esteso all‟intera zona C4 confinata tra le strade via Torino a
sud, via Venezia a est, vico Venezia a ovest, prevedendo la suddivisione delle volumetrie previste,
parte a destinazione per edilizia residenziale e per servizi strettamente connessi con la residenza di
attuazione privata oltre ad una parte di volume per servizi pubblici.
VISTA AEROFOTOGRAMMETRICA DELLA ZONA
STRALCIO DEL PUC
Ubicazione e stato attuale dell’area
La lottizzazione "VIA TORINO NORD", è localizzata nel comparto di nuova espansione dell’abitato, che gravita
su via Matteotti, ad una distanza di circa 1500 metri dal centro urbano identificato dal Corso Vittorio Emanuele e
le due piazze principali dove sono ubicati il Municipio e altri servizi importanti e di commercio.
L' area compresa all’interno del piano di lottizzazione è circondata da zone B già edificate e da espansioni
realizzate di zona C.
FOTO DELLA SOTTOZONA
Ha una caratteristica forma a trapezio irregolare, collinare con un dislivello massimo, tra il punto più alto e quello
più basso in via Torino, di circa 30 metri .
Topograficamente la lottizzazione è collocata all’estremo margine ovest dell'espansione urbana. Urbanisticamente
l'area si trova al margine ovest della prevista area di espansione C di via Matteotti, è priva di manufatti di
qualsiasi genere e di alberature, attualmente è utilizzata come terreno incolto.
L’ambiente naturale e paesaggistico della zona
La conformazione e l’accentuata pendenza naturale del terreno, con la sua esposizione a sud sono elementi di
pregio naturale che intervengono in modo positivo nell’edificato residenziale.
Considerazioni inerenti alla conformità orografica del terreno hanno portato a diffondere l'edificazione in maniera
uniforme sull'intera superficie.
Una simile disposizione è in grado di legare perfettamente le masse costruttive al verde naturale circostante e a
determinare proporzioni più calibrate nei confronti dell'assetto geomorfologico di contorno.
Il comparto è immerso in un contesto urbano già completamente edificato, con le urbanizzazioni a contorno già
realizzate e delimitato in parte dalla via Torino, dalla via Venezia e da vico Venezia; la parte più bassa della
lottizzazione confina con comparto già edificato e/o urbanizzato. Una scalinata pedonale collega la strada interna
con la via Torino al fine di rendere più immediato raggiungere gli esercizi commerciali posti tra la Via Matteotti e
la via Torino.
Paesaggio circostante con vista verso sud
Criteri e scelte progettuali
La proposta progettuale riguarda la progettazione della lottizzazione e quella preliminare delle opere di
urbanizzazione con l’indicazione delle tipologie edilizie e la loro posizione all’interno del comparto edificatorio.
L’impianto urbanistico proposto inquadra un’asseto viario che prevede un’unica strada cieca all’interno dell’area
di lottizzazione oltre alla esistente via Torino già realizzata dal Comune (per la parte che fronteggia i terreni
oggetto di pianificazione attuativa) su aree di proprietà dei lottizzanti, la quale risulterà , nel piano, area di
cessione pubblica al fine di sanare la situazione urbanistica.
La strada interna di lottizzazione si innesta su via Venezia e serve la maggior parte dei lotti privati; due lotti sono
serviti da vico Venezia, mentre i rimanenti sono serviti da via Torino.
Le cessioni pubbliche sono concentrate in un’area a verde posta nella parte bassa della lottizzazione, mentre la
maggior parte di superficie di cessione è relativa alla via Torino per i motivi sopra detti.
4. IL CONTESTO TERRITORIALE
4.1. Inquadramento territoriale
L' isola di Sant'Antioco su cui si trova la cittadina omonima, è la maggiore delle isole sarde e con i suoi
109 km² è la quarta d' Italia per estensione dopo Sicilia , Sardegna e l' Isola d'Elba .
Il Comune di Sant‟Antioco possiede una superficie complessiva di ha 8.753, ed una popolazione
residente di 11.630 unità, risultando pertanto collocato in fascia 4 sia in relazione al fattore di
localizzazione (fra 10.000 e 30.000 abitanti), che per dimensione demografica (fra 10.000 e 30.000
abitanti). Dista da Cagliari 84 km circa ed è collegata all'isola madre grazie a un istmo artificiale. Il
territorio dell'isola è diviso fra il comune di Sant'Antioco, il più popoloso (che sorge sulle rovine
dell'antica città fenicio-punica di Sulky) e quello di Calasetta, secondo centro abitato, per numero di
abitanti, dell'isola.
Più in generale, appare abbastanza evidente la tendenza di Sant‟Antioco a collocarsi in posizione
mediana rispetto a molti dei parametri - complessivamente configuranti caratteri geografici e socio
economici che esprimono statisticamente l‟insieme dei comuni sardi.
Questo Comune, che appartiene alla regione agraria classificata come Colline Litoranee del Sulcis, si
colloca infatti in zona altimetrica 2 (collina), con grado di montanità 0 (non montano), ed è
evidentemente un comune costiero di tipo 1 (territorio toccato dal mare). Possiede una popolazione
soggetta ad una variazione media annua intercensuaria classificata di medio valore (-0,11) con un
basso tasso di ricambio migratorio (18,67 per 1.000 ab).
Il territorio urbano è attraversato dalle seguenti direttrici stradali principali: -strada statale 126 meglio
conosciuta come Sud Occidentale Sarda, una delle più importanti vie di collegamento del sud-ovest
della Sardegna nonché la più antica; -strada provinciale n. 76 S.Antioco-Canai;
Il territorio dell‟isola è amministrativamente diviso in due territori comunali, configuranti appunto il
territorio del Comune di Calasetta e quello del Comune di S.Antioco. A questa ultimo competono anche
le superfici che, sull‟Isola di Sardegna, sono in larga misura investite da una zona umida e dalle saline,
fiancheggiate da una fascia che, correndo fra la costa del mare interno quella dello stagno di
S.Caterina, rappresenta sostanzialmente l‟unica direttrice di collegamento con il resto della regione.
Di fatto l‟isola, collegata con un ponte a tale fascia, vede concentrarsi ogni sorta di traffico attraverso
una unica via di accesso, se si escludono gli scali marittimi, che peraltro - specie quello di Calasetta,
collegato con Carloforte - incidono nella direzione di un aumento del traffico stesso su tale direttrice,
rappresentando nell‟isola un momento di transito piuttosto che una porta di accesso locale.
La concentrazione dei percorsi in un unico punto rappresenta un problema di rilevante importanza,
attualmente fonte di notevoli disagi e difficoltà per la evoluzione della organizzazione distributiva del
territorio. A ciò deve aggiungersi la carenza attuale di spazi di scambio fra le diverse componenti
funzionali, che condiziona perversamente l‟insieme delle relazioni, rendendole
piuttosto che ordinate e sintatticamente intese relativamente casuali e convulse, quando non
decisamente conflittuali.
Le attività produttive presentano caratteri che possono considerarsi maggiormente differenziate in
relazione alla organizzazione del territorio, alla collocazione ed alle opportunità storicamente
concretizzatesi di insediamenti industriali. Abbastanza appariscenti sono infatti le variazioni, sia
all‟interno dei diversi settori, che nei rapporti fra settori differenti.
4.2. Descrizione degli assetti territoriali
4.2.1. Assetto Ambientale - Geologia
a) Ubicazione Geografica
Il presente lavoro interessa un‟ area urbana del comune di Sant‟Antioco (Prov. di CI.), ubicato nella
parte Sud-Occidentale della Sardegna.
Le aree su cui insistono le zone C4, di cui alla proposta progettuale, si trovano nella parte a sud del
centro abitato, sull‟asse viario della Via Torino e sono completamente circondate da altre aree
urbanizzate e quasi completamente edificate.
Esse si posizionano a sinistra della Via Torino (nella direzione della Via Matteotti), fra la Via Gabriele
D‟Annunzio, un insediamento di case IACP e, a nord, in adiacenza ad una strada di nuova formazione
ed a destra della stessa Via Torino fra il piano attuativo “Via Torino Sud” ed un‟altra area di EEP.
L‟ orografia dell‟area è costituita da una zona collinare di quota massima 78 m s.l.m. con pendenze di
circa il 20-25% nella parte più inclinata a sinistra della Via Torino (Vedi fotografie allegate) e
relativamente pianeggiante nella parte più bassa, circa 35 m s.l.m., posta al di sotto della strada della
Via Torino.
L‟area è compresa nel Foglio 564 Sez. III. della Carta D‟Italia I.G.M. 1:25.000, Tavoletta Sant‟Antioco
ed è Inoltre distinta nella Carta Tecnica della Sardegna in scala 1:10.000 al Foglio, 564 100
Sant‟Antioco.
Le coordinate del sito sono:
N = 39° 03‟ 36‟‟ E = 8° 26‟ 58‟‟
b) Clima e Caratteri Geomorfologici
Il clima esercita una importante influenza su molti fattori ambientali; esso è legato alle caratteristiche
geomorfologiche del territorio; occorre tenere in debito conto fattori quali piovosità, temperatura e
ventosità.
Anche il drenaggio naturale viene determinato dalla morfologia e dove si registrano pendenze elevate,
si ha maggiore velocità di scorrimento e quindi si determina l‟erosione.
I dati pluviometrici mostrano medie annue sui 600 mm; dato inferiore a quello medio della Sardegna.
Le piogge talvolta si concentrano in brevissimi periodi creando al livello di impluvi principali, dei regimi
torrentizi in associazione con un elevato trasporto solido.
L‟abitato di Sant‟Antioco sorge sulla costa orientale dell‟Isola omonima, sopra e attorno ad alcuni
modesti colli, aventi altimetria compresa tra i 70 e gli 80 m s.l.m come Monte Maggioni (87 m s.l.m.) o il
colle del serbatoio.
Il territorio in esame è caratterizzato da modesti rilievi aventi quote inferiori ai 150 m. talvolta
morfologicamente assimilabili nella parte centro meridionale dell‟isola ad aree montuose.
Caratteristica del versante Occidentale esposto ai venti dominanti è la falesia attiva su rocce
ignimbritiche mentre, il versante opposto è caratterizzato da costa bassa e sabbiosa.
Alcune zone costiere occidentali a falesia, sono state interessate da fenomeni franosi con conseguenti
imponenti accumuli di frana al piede che si elevano anche qualche metro sopra il livello del mare; in
questi tratti di costa sono evidenti le nicchie di distacco.
Le ignimbriti più saldate (Daciti e Rioliti) mostrano localmente un paesaggio caratterizzato da cavità più
o meno ampie chiamate “Tafoni”, generate dalle azioni di erosione e dissoluzione causate da vento,
pioggia e temperatura.
Le cime che formano i principali displuvi, sono costituite da rocce vulcaniche e si nota la presenza di
accumuli di blocchi sciolti a causa dei fenomeni di intensa fatturazione.
Il passaggio alle aree della piana costiera avviene in modo graduale per la presenza degli accumuli di
sedimenti eolici che mitigano i dislivelli portando ad acclività molto basse.
Le morfologie fluviali impostatesi sul paesaggio vulcanico evidenziano una origine marcatamente
tettonica; i modesti corsi d‟acqua si sono impostati in corrispondenza di faglie e fratture, seguendo
percorsi pressoché lineari.
Il deflusso idrico concentrato ed areale, produce una intensa attività erosiva e produce lo
smantellamento graduale degli ammassi rocciosi favorendo il distacco di blocchi e ciottoli ed il
successivo trasporto dei detriti prodotti.
c) Inquadramento geologico generale e dettaglio dell’area studiata
La geologia del territorio di Sant‟Antioco è caratterizzata, dalla presenza in affioramento di diverse
formazioni litologiche in gran parte rappresentate dal complesso delle vulcaniti del ciclo calco-alcalino
Oligo-Miocenico.
La successione stratigrafica presente nel territorio circostante, dall‟alto verso il basso è così
rappresentata:
Alluvioni, suoli, detriti e sabbie (Quaternario)
Vulcaniti del ciclo Calco-Alcalino (Oligo-Miocene)
Formazione sedimentaria del Cixerri (Oligocene)
Formazione del”Produttivo” a carbone (Eocene)
Formazione sedimentaria Mesozoica (Cretacico)
Le rocce più antiche sono rappresentate in affioramento (settore sud-orientale dell‟isola), da rocce
carbonatiche Mesozoiche (calcari, calcari marnosi e marne giallastre fossiliferi del Cretacico inferiore
(Berriasiano- Aptiano, 144 M.a.).
Nell‟eocene (Cuisiano-Luteziano, 50 M.a.) di questo territorio, è presente un giacimento carbonifero
affiorante solo localmente, il cui sfruttamento con alterne vicende dura a tutt‟oggi.
L‟Eocene viene ricoperto da una potente (200-300 metri) formazione sedimentaria del LutezianoOligocene medio, detta “Cixerri”, costituita da Arenarie giallastre quarzoso feldspatiche, marne ed
argilliti variegate e livelli conglomeratici eterometrici poligenici e policromi.
Il ciclo vulcanico Oligo-Miocenico, è rappresentato dalle vulcaniti (datate circa 32 milioni di anni), in una
successione di episodi aventi caratteristiche petrografiche differenti, che vanno dalle Daciti,
alle Rioliti ed ai Basalti Andesitici, con intercalazioni piroclastiche cineritico-pomicee e talvolta intervalli
sedimentari.
Non compaiono litologie ascrivibili ad ere più recenti sino al Quaternario, che è rappresentato nell‟area
di Sant‟Antioco da depositi di spiaggia (g2), conglomerati, arenarie marine ed eoliche
(PVM2b), detriti di falda, depositi di versante ed accumuli di pietrisco caotici (a), oltre a coltri eluvio
colluviali con detriti e suoli più o meno evoluti (b2), depositi alluvionali terrazzati con ghiaie e sabbie
(bna) e sabbie con limi e ghiaie (bnb).
Compaiono inoltre a sud dell‟abitato, nella parte industriale e portuale, ampie aree antropizzate, dove
sono presenti materiali di riporto (h1r), discariche industriali (h1i) e minerarie (area Palmas cave) (h1m).
L'inquadramento geologico generale effettuato nell‟area vasta intorno alla zona indagata, individua
terreni di base dotati di differenti caratteristiche litologiche, geomeccaniche ed idrogeologiche.
Grazie ai sopralluoghi sul sito ed alla realizzazione dei pozzetti esplorativi, è stato possibile mettere in
evidenza la natura e successione dei terreni sedimentari, poggianti sul basamento roccioso costituito
da vulcaniti.
Si è evidenziata la prosecuzione di queste ultime, al di sotto di una copertura alluvionale detritica
piuttosto antropizzata, presente sotto strada ed originata dai lavori per la realizzazione della stessa,
costituita da sabbia, pietrame vulcanico eterometrico e terreni di tipo argilloso - sabbioso che vanno
approfondendosi verso il fondo valle.
Nei pozzetti più a valle infatti si è rilevata con spessori sino ai 3m la presenza di litologie sabbioso
argillose di colore marrone arancio, ascrivibili alle unità sedimentarie quaternarie (bnb e b2),
contenenti nella parte inferiore detriti e ciottoli etero - metrici di natura vulcanica.
Sul versante a monte della Via Torino, l‟ammasso roccioso affiorante è di natura vulcanica
appartenente alla unità di Monte la Noce (MLN), costituita da lave in colate con strutture di flusso e
brecce laviche auto clastiche spesso ossidianacee a composizione riolitica con alla base ed in
alternanza depositi piroclastici ed epiclastici.
Proprio sulla esposizione litologica offerta dal taglio stradale, è possibile vedere le variazioni tipologiche
delle rocce affioranti, cosi come sopra descritte.
Si osservano affioramenti piroclastici con blocchi lavici decimetrici (Ø >di 60 cm) inglobati in matrice a
granulometria più fine e cemento arenaceo argilloso, passanti a vulcanite compatta formata da pseudo
strati di roccia di spessore da centimetrico a decimetrico.
4.2.2. Cenni Geomorfologici e idrogeologici
d) Caratteri Idrogeologici
Nel territorio in studio, le formazioni geologiche mostrano differenti caratteristiche idrogeologiche a
seconda della natura litologica, che possiamo raggruppare per termini omogenei:
le litologie sedimentarie alluvionali,
le rocce vulcaniche,
le litologie sedimentarie carbonatiche
Le acclività sono moderate e ciò determina per le acque meteoriche un coefficiente di corrivazione
medio bassa, con conseguente debole capacità erosiva testimoniata dalla scarsa presenza di suoli
e alluvioni se non per gli accumuli di fondovalle.
Congiuntamente alla giacitura, ciò determina la impossibilità di accumulo idrico favorendo lo
scorrimento idrico superficiale dal versante verso il fondo valle.
Il Complesso sedimentario e detritico Quaternario, è costituito da litologie aventi un‟elevata porosità,
dovuta sia al basso grado di diagenesi, che alle dimensioni dei granuli che lasciando degli spazi vuoti,
favoriscono la infiltrazione delle acque meteoriche.
Il complesso è costituito da:
Unità Detritico-Carbonatica Quaternaria con permeabilità alta (K > 10-2) del tipo per porosità;
Queste litologie sono formate da sabbie sciolte (g2) e talora ciottoli e blocchi incoerenti, attuali o recenti
che costituiscono le spiagge e le dune costiere; arenarie eoliche e sabbioni dovuti alla arenizzazione
dei graniti; Panchina Tirreniana e falde detritiche a granulometria grossolana ed altri sedimenti recenti
dove la frequente assenza di cementazione, favorisce il facile assorbimento delle acque superficiali.
Unità Delle Alluvioni Plio-Quaternaria avente una permeabilità variabile da medio - bassa (10-4 >K
>10-9) a medio - alta (10-2 >K > 10-4) per porosità, nei livelli a matrice più grossolana.
Queste litologie sono formate da Depositi alluvionali conglomeratici e arenacei, argillosi, depositi
palustri e discariche minerarie.
Il Complesso sedimentario e detritico Mesozoico, è presente nel territorio in affioramenti piuttosto
limitati ed arealmente presenti nella sola zona Sud Est dell‟isola di Sant‟Antioco (P.ta de Sa ScruiddaMaladroxia):
Unità Carbonatica Mesozoica (URG), costituita da calcari, calcari marnosi e marne giallastre,
fossiliferi e stratificati dell‟Aptiano (Cretaceo Inferiore), aventi permeabilità medio alta (10 -2 >K > 10-4)
per fessurazione e porosità con limitato carsismo.
trattandosi di una formazione carbonatica, essa mostra un differente comportamento rispetto ai
complessi idrogeologici circostanti.
Nel complesso idrogeologico di medio - bassa permeabilità si includono le formazioni vulcaniche
appartenenti alla:
Unità delle Vulcaniti Oligo-Mioceniche che, nel territorio di Sant‟Antioco è rappresentata da un
complesso litologico vario costituito da lave Andesitiche, Andesitico-Basaltiche e Rioliti, Riodaciti e
Comenditi in espandimenti ignimbritici, brecce e livelli epiclastici intercalati.
Il grado di permeabilità è medio basso (10-4 >K >10-9) dovuto alla fessurazione creatasi con la
contrazione termica di raffreddamento e secondariamente a causa degli eventi tettonici; nel caso delle
facies brecciformi, piroclastiche o tufacee, la matrice spesso cineritica o addirittura lavica che impasta
le prime e le dimensioni assai ridotte (ceneri e lapilli) che costituiscono la granulometria delle seconde,
conferiscono scarsa possibilità di permeazione da parte delle acque superficiali e sotterranee; per
queste rocce, il tipo di permeabilità bassa (10-9 >K) è per porosità o per porosità e
fessurazione.
Non vi sono nell‟area oggetto di indagine, corpi idrici permanenti o temporanei o lineamenti morfologici
che possano essere ascritti ad impluvio; trattasi di una area urbanizzata, circondata da abitazioni ed
attraversata da strade, dove lo smaltimento delle acque superficiali e di pioggia è affidato
esclusivamente alle reti tecnologico- idrauliche presenti.
4.3. Inquadramento geografico e climatico
Il clima assume un ruolo determinante nella caratterizzazione di un territorio in quanto i parametri di
temperatura e precipitazioni concorrono alle modificazioni dirette ed indirette dell‟ambiente favorendo o
inibendo i principali fenomeni geomorfologici.
Per l'individuazione delle principali caratteristiche climatiche dell'area, sono stati utilizzati i dati relativi
alla stazione di Iglesias. Si riportano di seguito i bilanci idrici (Thornthwaite) di un suolo con riserva utile
ST = 100 mm., e uno con riserva utile di ST. = 150 mm. calcolata in base ai dati delle medie mensili di
50 anni (1924 - 1975).
Secondo la classificazione climatica di Thornthwaite la stazione è inquadrabile nella seguente tipologia
climatica: Mesotermico da subumido a subarido, forte eccedenza idrica invernale (C1B'2S2)
TABELLA DATI CLIMATICI MEDI MENSILI (70-04)
T = valori della temperatura media espressi in °C
P = valori della precipitazione media espressi in mm
PE = valori dell‟evapotraspirazione (Thorn)
P-PE = indica la differenza tra i valori di Precipitazione ed evapotraspirazione
A.WL = indica la perdita di acqua accumulata
ST = indica la riserva idrica nel suolo
AE = valore di evapotraspirazione effettiva
D = deficit di umidità
S = eccedenza di umidità
4.3.1. Idrologia
L’area in esame ricade nel centro urbano del comune di Sant’Antioco; il reticolo idrografico del territorio è
perlopiù presente sulla parte occidentale.
Il comportamento idrologico di un bacino è influenzato dalla sua morfologia; le caratteristiche
geomorfiche possono essere distinte in planimetriche e orografiche.
Le prime esprimono le dimensioni geometriche orizzontali (per es. l'estensione ed il perimetro),la forma,
l'organizzazione e lo sviluppo del reticolo fluviale, mentre le seconde esprimono il rilievo (l'altezza
media) e le pendenze (sia dei versanti che delle aste fluviali).
I metodi di stima della portata di piena Q di assegnato tempo di ritorno Tr, cioe del numero medio di
anni che occorre attendere affinché si abbia una portata pari o maggiore di Q, dipendono da vari fattori,
primi fra tutti la disponibilità di dati osservati e la copertura spaziale della rete idrometeorologica.
Sono diverse le metodologie che possono essere raccolte in due grandi sottoinsiemi: quella dei Metodi
Diretti, che elabora le misure di portata disponibili per il bacino oggetto di studio in bacini
idrologicamente simili, la seconda come Metodi Indiretti, che fa ricorso indirettamente dalla
precipitazione meteorica tramite trasformazione afflussi-deflussi e a equazioni che permettono di
ottenere la sola portata al colmo (metodi empirici, metodo razionale).
I primi prescindono dall‟esame dell‟influenza che i diversi fattori morfologici e climatici hanno sulla
formazione dei deflussi di piena e si fondano sull‟analisi probabilistica di una o più serie storiche di
misura di portate di piena.
I secondi invece valutano della portata di massima piena sulla base di parametri morfometrici del
bacino imbrifero o sull‟impostazione di un bilancio idrologico relativo all‟evento di piena, in cui figura la
precipitazione a cui e imputabile l‟evento stesso.
Tale metodologia stima la portata al colmo a partire dalla precipitazione nell‟ipotesi che la frequenza di
accadimento di quest‟ultima caratterizza quella della portata al colmo.
Nel considerare le metodologie usualmente adottate per la valutazione delle portate di piena ai fini del
dimensionamento delle opere di difesa dalle esondazioni, degli organi di scarico e delle sistemazioni
fluviali in genere, per la Sardegna ci si può limitare a considerare tre tipi di approccio:
a) quello empirico basato sulla curva di inviluppo dei massimi eventi osservati, proposto da Sirchia ed
aggiornato a fine anni „60 da Fassò;
b) quello a fondamento razionale, basato in genere su una schematizzazione in genere semplificata del
processo di trasformazione afflussi-deflussi che nella sua usuale formulazione per la Sardegna utilizza
le curve di possibilità pluviometrica date da Cao e altri e recentemente aggiornate;
b) il modello probabilistico regionale per la valutazione delle portate di piena basato sulla distribuzione
probabilistica Log-Normale e Two Components Estreme Values applicati ai dati massimi annuali di
portata al colmo.
4.3.2. Aspetti demografici
I dati sulla popolazione riferiscono di una popolazione presente di 11.630 unità, aggregata nelle 3.802
famiglie registrate.
5. L’ANALISI DI COERENZA
5.1. Analisi di coerenza esterna del Piano di lottizzazione “Via Torino Nord” con i Piani e
Programmi di riferimento
In base alle scelte che hanno portato alla redazione del Piano di lottizzazione "Via Torino Nord”, è
necessario analizzare la coerenza delle scelte con gli obiettivi dei Piani sovraordinati, nello specifico
con il Piano Urbanistico Comunale, con il Piano Paesaggistico Regionale, con il Piano Urbanistico
Provinciale della provincia di Carbonia- Iglesias, con il Piano di Assetto idrogeologico.
5.1.1. Normativa Comunale
Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, si configura come uno strumento di attuazione dello
strumento urbanistico vigente, il P.U.C. approvato definitivamente con delibera consiliare n. 10/2000
pubblicata sul BURAS il 19.01.2002.
STRALCIO DEL PUC
Nello specifico il Piano Urbanistico Comunale determina per le zone C una suddivisione nelle sotto
zone C1, C1S, C2, C2*, C3, C4, C5, C6, C7, identificate in relazione a specifiche localizzazioni e
caratteristiche, e dotate di specifiche Norme di Attuazione.
Le zone C sono caratterizzate da una sostanziale valenza strategica, essendo costituite da vaste
estensioni di superfici omogenee, contenute nel perimetro complessivo delle zone verdi che
racchiudono l'intero centro di Sant‟Antioco, spiccatamente dotate di vocazione alla edificazione
residenziale organizzata su scala superiore a quella tradizionale. Per tale ragione sono assunte come
parco di aree tecnicamente disponibili ad una urbanizzazione in grado di rappresentare - per
dimensioni e qualità l'obiettivo di interventi non destinati alla esclusiva necessità di espansione della
popolazione locale, quanto piuttosto alla crescente domanda di qualità urbana e di servizi di pregio che
già caratterizza lo scenario urbanistico, anche in relazione ad un potenziale bacino costituito – almeno
in parte - dai Comuni confinanti.
5.1.2. Normativa Regionale
La legislatura urbanistica regionale è normata dal D.A. del 20 dicembre 1983 n. 2266/U, Decreto
"Floris", disciplina dei limiti e dei rapporti relativi alla formazione di nuovi strumenti urbanistici ed alla
revisione di quelli esistenti nei Comuni della Sardegna.
L'art. 3 del suddetto Decreto Floris definisce Zone C di “Espansione residenziale” le “parti del territorio
destinate a nuovi complessi residenziali, che risultino inedificate o nelle quali l'edificazione preesistente
non raggiunga i limiti di superficie utilizzata richiesti per le zone B”.
Sant‟Antioco è Comune di III classe per cui l‟indice territoriale per le zone C è pari a 1,00 mc/mq. Lo
stesso Decreto stabilisce che “Deve essere assicurata integralmente, attraverso la predisposizione di
apposito piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata, la quantità minima di spazi di cui
all'art. 6”, ovvero “dovrà essere assicurata per ogni abitante insediato o da insediare la seguente
dotazione minima per spazi pubblici (S) riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi,
con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie”.
In particolare per i Comuni di III classe: mq 12,00 per abitante ripartita, di norma, nel modo appresso
indicato:
a) aree per l'istruzione (S1): asili nido, scuole materne e scuole d'obbligo:
- Comuni della III e IV Classe: mq 4,00.
b) aree per attrezzature di interesse comune (S2): religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie,
amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre:
- Comuni della I, II, III e IV Classe: mq 2,00.
c) aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali
impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade (S3):
- Comuni della III e IV Classe: mq 5,00;
d) aree per parcheggi pubblici, in aggiunta alla superficie a parcheggio prevista dall'art. 18 della l. 765
(S4): tali aree, in casi speciali, potranno essere distribuite su diversi livelli:
- Comuni della III e IV Classe: mq 1,00.
Criteri normativi della L.R. 2266/83
Rispetto dei parametri minimi
in termini di dotazione di servizi
Criteri dimensionali del Piano di
Lottizzazione
Individuazione delle aree da
destinare a Servizi.
- - S1
- - S2
- - S3
- - S4
Livello di coerenza e del Piano di
Lottizzazione
Tale criteri risultano coerenti in
quanto
vengono
soddisfatti
i
parametri minimi dimensionali previsti
dalla normativa.
5.1.3. Piano Paesaggistico Regionale
La Legge Regionale n. 8 del 2004, recependo quanto stabilito dal Codice dei beni culturali e del
paesaggio, introduce il Piano Paesaggistico Regionale quale “principale strumento della pianificazione
territoriale regionale” che assume i contenuti dell‟art. 143 “Piano Paesaggistico” del D.Lgs. “n. 42/2004
e ss.mm.e ii.
Il Piano Paesaggistico Regionale pone in primo piano il paesaggio della Sardegna come identità del
territorio da salvaguardare e tutelare, contrastando i processi di trasformazione irreversibile e, al
contempo, promuovendo l'applicazione di buone regole ai fini di una ricostruzione del paesaggio sardo
e di un migliore riequilibrio territoriale.
I suoi orientamenti essenziali sono:
1. identificare le grandi invarianti del paesaggio regionale, i luoghi sostanzialmente intatti
dell'identità e della lunga durata, naturale e storica, i valori irrinunciabili e non negoziabili sui quali
fondare il progetto di qualità del territorio della Sardegna, costruendo un consenso diffuso sull'esigenza
di salvaguardia;
2. ricostruire, risanare i luoghi delle grandi e piccole trasformazioni in atto, recuperare il degrado
che ne è conseguito sia per abbandono sia per sovra utilizzo, con una costruzione partecipata del
progetto per le nuove "regole" dei paesaggi locali.
Con il Piano Paesaggistico, dunque, la "Regione riconosce i caratteri, le tipologie, le forme e gli
innumerevoli punti di vista del paesaggio, costituito dalle interazioni della naturalità della storia e della
cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo". Il PPR assicura la
tutela e la valorizzazione del paesaggio del territorio regionale e si pone come quadro di riferimento e di
coordinamento degli atti di programmazione e pianificazione regionale,
provinciale e locale, per lo sviluppo sostenibile del territorio, fondato su un rapporto equilibrato tra i
bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente.
Il Piano Paesaggistico Regionale individua le nuove espansioni all‟interno del Titolo III, “Assetto
insediativo”, definito come rappresenta l‟insieme degli elementi risultanti dai processi di organizzazione
del territorio funzionali all‟insediamento degli uomini e delle attività. La normativa prescrive di:
- orientare la pianificazione urbanistica alla riqualificazione e al completamento dell‟insediamento
esistente, a partire dalle matrici storico-ambientali che ne costituiscono la struttura conformativa;
- localizzare i nuovi interventi residenziali e turistici e i servizi generali in connessione e integrazione
strutturale e formale con l‟assetto insediativo esistente;
- conformare ogni nuova costruzione o trasformazione dell‟edificato esistente al principio di
armonizzazione delle architetture e delle facciate con il contesto;
- prevedere esplicite norme per la progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali di rete o
puntuali rispettando il loro corretto inserimento nel paesaggio e nell‟ambiente;
- effettuare un puntuale censimento degli abusi edilizi dichiarati o riscontrati, ancorché sanati.
Gli obiettivi principali riguardano:
- la qualità paesaggistica e qualità urbanistica-architettonica,
- la sostenibilità ambientale;
- il principio di minimo consumo del territorio;
- il criterio conservativo nei confronti dei caratteri della organizzazione spaziale e, conseguente,
riconoscibilità;
- criterio trasformativo alle forme insediative strutturalmente incoerenti, per le quali deve essere
ridefinita la spazialità urbana a partire dalle matrici ambientali;
- recupero, a tutti gli elementi del sistema insediativo, naturali e artificiali, in grado di caratterizzarne la
qualità insediativa e paesaggistico;
- rispetto della destinazione d‟uso, con particolare attenzione alla salvaguardia dei caratteri di integrità,
unicità, irripetibilità ed elevata rilevanza percettiva, estetica, ambientale e culturale delle aree;
- orientamento delle modalità di trasformazione del territorio secondo canoni di urbanistica sostenibile e
architettura di qualità e bioarchitettura, favorendo il recupero delle tecniche costruttive tradizionali con
l‟impiego dei materiali locali e promuovendo modalità costruttive finalizzate a conseguire un risparmio
energetico e a migliorare le condizioni di benessere naturale e del comfort abitativo all‟interno degli
edifici;
L‟ambito della lottizzazione è inquadrabile nella categoria “Edificato urbano”, disciplinato dall‟art. 63 che
ne definisce la diverse categorie. Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, è definito dagli artt. 73, 74
e 75. I nuovi insediamenti devono ricercare la continuità con le matrici ambientali e storiche,
ricostituendo il tessuto connettivo ambientale dell‟insediamento urbano, armonizzando le nuove
architetture a contesto. Inoltre definisce atti programmatori quali dimensionamento delle nuove
lottizzazioni in base alla richiesta sociale, la plurifunzionalizzazione dei nuovi insediamenti e il piano del
verde urbano. Altresì si prescrive uno studio degli interventi di configurazione dello spazio urbano quali
panchine, fontane, pensiline e aiuole, nonché gli elementi di illuminazione pubblica, atti a definire i
caratteri identitari del contesto e assicurarne la coerenza estetica, nonchè l‟unitarietà degli elementi
decorativi utilizzati; apposita disciplina è stabilita per gli impianti del verde pubblico e privato a carattere
ornamentale.
Le “Espansioni in programma” sono costitute dalle aree già programmate o da programmare per la
futura espansione e “potranno essere individuate nuove aree da urbanizzare ai fini residenziali solo
successivamente alla dimostrazione di reali fabbisogni abitativi, nell‟orizzonte temporale decennale,
non soddisfatti dal consolidamento e dal recupero dell‟esistente. Tali aree dovranno essere adiacenti
all‟urbanizzazione esistente secondo quanto disposto dall‟art. 21, commi 3 e 4, delle presenti norme e
dovranno essere definite planimetricamente in modo da configurare conformazioni articolate e
relazionate al contesto paesaggistico” ed, inoltre “al limite delle aree di espansione in programma,
dovranno essere individuate e normate le aree verdi nelle quali è fatto divieto di realizzare qualsiasi
forma di residenza e di attrezzature non programmate dalla pianificazione comunale dei servizi.
Oltre agli indirizzi sopra definiti per gli Insediamenti Urbani, i piani riguardanti le “Espansioni in
programma” dovranno essere corredati da “progetti guida” in grado di definire l‟articolazione
planovolumetrica della pianificazione attuativa e di illustrare le tipologie architettoniche, nonché le
tecniche e i materiali costruttivi, in funzione degli obiettivi di qualità paesaggistica. Inoltre, i nuovi
interventi dovranno assicurare, sotto il profilo delle forme insediative e delle consistenze dimensionali,
la compatibilità con il contesto, avuto riguardo ai requisiti tipologici e funzionali caratteristici delle attività
da insediare.
Obiettivi
generali
del Piano
Paesaggistico Regionale
Orientare
la
pianificazione
urbanistica alla riqualificazione al
completamento dell‟insediamento
esistente
Conformare ogni nuova costruzione
o trasformazione
dell‟edificato esistente al principio di
armonizzazione delle architetture e
delle facciate con il contesto
Prevedere esplicite norme per la
progettazione e realizzazione delle
opere infrastrutturali di rete o
puntuali rispettando il loro corretto
inserimento nel paesaggio e
nell‟ambiente
Obiettivi generali del Piano di
Lottizzazione
Conferire un'immagine unitaria,
riconoscibile
e
specifica
dell‟espansione urbana rispetto al
contesto limitrofo e a quello storico.
Gli obiettivi principali riguardano:
la qualità paesaggistica e qualità
urbanistica-architettonica,
la
sostenibilità ambientale;
il principio di minimo consumo del
territorio;
il criterio conservativo nei confronti
dei caratteri della organizzazione
spaziale
e,
conseguente,
riconoscibilità;
recupero, a tutti gli elementi del
sistema insediativo, naturali e
artificiali, in grado di caratterizzarne
la
qualità
insediativa
e
paesaggistico;
orientamento delle modalità di
trasformazione
del
territorio
secondo canoni di urbanistica
sostenibile e architettura di qualità e
bioarchitettura,
favorendo
il
recupero delle
tecniche costruttive tradizionali con
l‟impiego dei materiali locali e
promuovendo modalità costruttive
finalizzate
a
conseguire
un
risparmio energetico e a migliorare
le condizioni di benessere naturale
e del comfort abitativo all‟interno
degli edifici;
Gli obiettivi principali riguardano:
la qualità paesaggistica e qualità
urbanistica
architettonica,
la
sostenibilità ambientale;
il principio di minimo consumo del
territorio;
il criterio conservativo nei confronti
dei caratteri della organizzazione
spaziale
e,
conseguente,
riconoscibilità;
orientamento delle modalità di
trasformazione
del
territorio
secondo canoni di urbanistica
sostenibile e architettura di qualità e
bioarchitettura,
favorendo
il
recupero delle
tecniche costruttive tradizionali con
l‟impiego dei materiali locali e
promuovendo modalità costruttive
Livello di coerenza e indirizzi del
Piano di Lottizzazione
Tale obiettivi risultano coerenti.
Il
Piano
attuativo
promuove
caratteri identitari del contesto e li
identifica nella disciplina normativa.
Tali obiettivi risultano coerenti e
sono perseguiti attraverso la ricerca
della
qualità
architettonica,
disciplinata dalle norme tecniche
d‟attuazione, che orientano alla
definizione
dei
requisiti
per
l‟inserimento armonioso delle nuove
realizzazioni nel contesto urbano e
paesaggistico.
Tale obiettivo risulta coerente. Il
Piano di Lottizzazione che risulta
infatti finalizzato alla definizione
degli spazi urbani prescrivendo
l‟utilizzo di tecniche e materiali
compatibili con gli obiettivi preposti.
La stessa organizzazione spaziale
prevede una coerente immagine
unitaria degli spazi verdi.
finalizzate a conseguire
un
risparmio energetico e a migliorare
le condizioni di benessere naturale
e del comfort abitativo all‟interno
degli edifici.
5.1.4. Piano Urbanistico Provinciale/piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della
Provincia di Carbonia Iglesias
Il Piano Urbanistico Provinciale/Piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della provincia di
Carbonia Iglesias, definito dall‟art. 15 della L. 142/90 (e successivi aggiornamenti) e dall‟art. 16 della
L.R. 45/89 “Norme per l‟uso e la tutela del territorio regionale”, è stato adottato con la deliberazione del
Consiglio Provinciale n. 3 del 23 Gennaio 2012.
Il principale riferimento normativo del PUP/PTC vigente è la legge urbanistica regionale (L.R. 45/89),
che all‟art.16 prevede che la Provincia, con “il Piano Urbanistico Provinciale, redatto anche per settori
di intervento e nel rispetto della pianificazione regionale, individui specifiche normative di
coordinamento con riferimento ad ambiti territoriali omogenei:
per l‟uso del territorio agricolo e costiero;
per la salvaguardia attiva dei beni ambientali e culturali;
per l‟individuazione e la regolamentazione dell‟uso delle zone destinate ad attività produttive
industriali, artigianali e commerciali di interesse sovracomunale;
per le attività ed i servizi che per norma regionale necessitano di coordinamento
sovracomunale;
per la viabilità di interesse provinciale;
per le procedure relative alla determinazione della compatibilità ambientale dei progetti che
prevedono trasformazioni del territorio”.
Il Piano Urbanistico Provinciale di Carbonia Iglesias, coerentemente con le indicazioni del PPR,
assume gli Ambiti di paesaggio quale dispositivi di indirizzo per la pianificazione paesaggistica alla
scala provinciale e comunale.
In particolare il Piano acquisisce gli elementi descrittivi e di indirizzo progettuale contenuti negli Ambiti
di paesaggio costieri e negli Ambiti di paesaggio interni, così come identificati nella proposta di
estensione del PPR per l‟intero territorio regionale:
Ambito di paesaggio n. 5 Anfiteatro del Sulcis
Ambito di paesaggio n. 6 Carbonia e isole sulcitane
Ambito di paesaggio n. 7 Anello metallifero
Ambito di paesaggio Sulcis
Ambito di paesaggio Valle del Cixerri.
Per quanto riguarda gli Ambiti di paesaggio Sulcis e Valle del Cixerri, nel PUP/PTC di Carbonia
Iglesias, sono stati assunti (e acquisiti attraverso una loro revisione) gli indirizzi progettuali contenuti
nella proposta preliminare riguardante l‟estensione del PPR alle aree interne.
Il Comune di Sant‟ Antioco si inquadra all‟interno dell‟ambito di paesaggio di rilievo sovralocale “Piane
Costiere di Sant‟Antioco e Calasetta”, appartenente all‟ambito di paesaggio Carbonia e isole sulcitane.
In particolare, l‟indirizzo del Piano per quest‟ambito, in funzione delle indicazioni del PPR, riconosce per
i Piani Urbanistici Comunali una differenziazione delle zone agricole, precisando, anche in relazione ai
processi agricoli in atto eventuali potenzialità o criticità territoriali, anche ai fini della promozione di
politiche di valorizzazione di peculiarità paesaggistiche.
5.1.5. Piano di Assetto Idrogeologico
Il Piano di Assetto Idrogeologico, è stato redatto ai sensi del comma 6 ter dell‟art. 17 della Legge 18
maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni, adottato con Delibera della Giunta Regionale n. 2246
del 21.07.2003, approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 54/33 del 30 dicembre 2004 e reso
esecutivo dal decreto dell‟assessore dei lavori pubblici 21 febbraio 2005, n. 3.
Il Piano individua e perimetra le aree a rischio idraulico e geomorfologico, secondo quanto disposto dal
D.Lgs 180/98 convertito in L. 267 del 30.08.1998 e D.P.C.M. del 29.09.1998. In particolare, delimita le
aree a pericolosità idraulica (molto elevata Hi4, elevata Hi3, media Hi2) e a pericolosità da frana (Hg4,
Hg3, Hg2), rileva gli insediamenti, i beni, gli interessi e le attività vulnerabili nelle aree pericolose, allo
scopo di valutarne le specifiche condizioni di rischio ed individua e delimita le aree a rischio idraulico
(molto elevato Ri4, elevato Ri3, medio Ri2) e a rischio da frana (Rg4, Rg3, Rg2).
Il PAI ha valore di piano territoriale di settore, in quanto dispone con finalità di salvaguardia di persone,
beni, ed attività per la tutela dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale sui piani e programmi di
settore di livello regionale. L‟area in oggetto ricade all‟interno della perimetrazione del P.A.I., nella
classe di pericolosità Hi1, inoltre ai sensi dell‟art. 8 comma 2 delle N.A. del P.A.I., si è proceduto alla
redazione dello studio di Compatibilità Geologica-Geotecnica e Idraulica. (Immagini sottostanti a Sinistra
Hi e a destra Ri).
Collocazione dell'area di intervento rispetto allo stralcio della mappa PAI
5.2. Analisi di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale
Dalle politiche per lo sviluppo sostenibile promosse in questi ultimi anni, sono emersi una serie di criteri
a cui ogni territorio può fare riferimento per definire i propri obiettivi locali di sostenibilità. L‟assunzione
della sostenibilità come modello di sviluppo di una comunità deve necessariamente tenere conto di
quattro dimensioni:
 sostenibilità ambientale, intesa come capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità
delle risorse naturali; garantendo l‟integrità dell‟ecosistema per evitare che l‟insieme degli elementi da
cui dipende la vita sia alterato; preservazione della diversità biologica;
 sostenibilità economica, intesa come capacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro
per il sostentamento della popolazione; eco-efficienza dell‟economia intesa, in particolare come uso
razionale ed efficiente delle risorse, con la riduzione dell‟impiego di quelle non rinnovabili;
 sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire condizioni dì benessere umano e
accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità, socialità),
distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi, ed in particolare tra le comunità attuali e quelle
future;
 sostenibilità istituzionale, come capacità di rafforzare e migliorare la partecipazione dei
cittadini alla gestione dei processi decisionali; i processi di decisione politica devono corrispondere ai
bisogni ed alle necessità degli individui, integrando le aspettative e le attività di questi ultimi. Capacità
di un buon governo.
La definizione del set di obiettivi locali di sostenibilità deve dunque necessariamente cercare di
rispettare i seguenti principi:
 il grado di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro capacità di
rigenerazione;
 l‟immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell‟ambiente non deve superare la capacità
di autodepurazione dell‟ambiente stesso;
 lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.
Nel rispetto di questi principi, per l‟integrazione degli aspetti ambientali nel processo di redazione del
Piano Attuativo di Riqualificazione del Centro di antica e prima formazione, si è fatto riferimento ai dieci
criteri di sostenibilità proposti dal “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo
Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell‟Unione Europea” (Commissione Europea, DGXI
Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998) e riportati nella tabella seguente:
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
ELENCO DEI 10 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ INDICATI NEL MANUALE UE
Ridurre al minimo l‟impegno delle risorse energetiche non rinnovabili
Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione
Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti
Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche
Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali
Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale
Protezione dell‟atmosfera
Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l‟istruzione e la formazione in campo ambientale
Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile piani e
programmi”
I 10 criteri di sostenibilità ambientale indicati nel Manuale UE, esplicitati e dettagliati in obiettivi di
sviluppo sostenibile volti a diminuire, nell‟attuazione delle politiche di settore, la pressione sull‟ambiente
e ad incidere direttamente sulla qualità ambientale, rappresentano la base per orientare le scelte di
Piano verso i principi della sostenibilità ambientale. Nella tabella seguente sono riportati gli obiettivi di
sostenibilità, contestualizzati per il Piano di Lottizzazione in esame;
tramite questi ultimi, una volta confrontati con gli obiettivi della variante al Piano, sarà possibile
esplicitare requisiti di sostenibilità da recepire nella normativa di Piano.
CRITERI DI SOSTENIBILITÀ
1
Ridurre al minimo l‟impegno
energetiche non rinnovabili
OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE
delle
risorse
Incentivare l‟efficienza di produzione energetica e
l‟utilizzo di nuove fonti alternative
Promuovere il risparmio energetico in termini di
efficienza di utilizzo e riduzione dei consumi
energetici
2
Conservare e migliorare la qualità delle risorse
storiche e culturali
Conservare e qualificare il patrimonio paesaggistico
Individuare e catalogare le invarianti del patrimonio
paesaggistico e storico-Culturale
3
Conservare e migliorare la qualità
dell‟ambiente locale
Conservazione e gestione di paesaggi di interesse
culturale, storico, estetico ed eco-logico
Ridurre la necessità di spostamenti urbani
Conservare e qualificare il patrimonio paesaggistico
6. DESCRIZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI ED INDIRIZZI PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE
Nel presente capitolo vengono analizzati e descritti i principali impatti ambientali attesi in seguito alla
realizzazione del Piano Attuativo in esame, con particolare riguardo alle componenti già risultate
maggiormente critiche da una prima analisi effettuata. Di seguito vengono, quindi, elencati i possibili
impatti principali che gli interventi previsti dal Piano di Lottizzazione potrebbe generare sulle principali
componenti ambientali.
AZIONI DI PIANO
EFFETTI DI IMPATTO ED INDIRIZZI PER IL PIANO
Si stima che l‟impatto su questa componente
ecosistemica in fase di cantiere sia trascurabile, sia per
l‟entità ridotta dell‟intervento, sia per la durata
temporale limitata della suddetta fase. Però
considerato che l‟area di intervento è localizzata in una
zona circostante prettamente residenziale l‟emissioni di
polveri dovrà essere contenuta e limitata all‟area che
sarà interessata dal progetto.
TRAFFICO E ATMOSFERA
I principali impatti sulla componente aria riguardano:
 emissioni dovute a un aumento del traffico
veicolare indotto dalla realizzazione degli interventi
previsti nel Piano, connesso ai movimenti dei
residenti/clienti delle nuove funzioni residenziali;
 emissioni dovute alla climatizzazione e al
riscaldamento delle strutture.
Importante sottolineare che tutti gli edifici dovranno
essere costruiti ai sensi della Normativa vigente in
merito al contenimento dei consumi energetici e
vengono introdotte specifiche prescrizioni per la
dotazione di fonti energetiche alternative.
ACQUA E IDROGELOGIA
In merito all‟alterazione delle caratteristiche qualitative
dei terreni, le attività di ripristino ambientale dell‟area,
in corso e/o previste, garantiranno la completa
salubrità e idoneità delle aree per le destinazioni
funzionali previste dal Piano.
A progetto realizzato, data la tipologia delle opere
oggetto del piano, non si prevede alcuna possibilità di
contaminazione del suolo: infatti, i reflui dei nuovi
edifici e delle superfici impegnate saranno convogliati
in rete fognaria. Il piano porta ovviamente al consumo
e all‟impermeabilizzazione di suolo, ma anche alla
razionalizzazione dell‟uso del
suolo e alla
riqualificazione dell‟ambito urbano ed edilizio. Si
ipotizza un possibile aumento del consumo idrico per
le attività che si insedieranno nell‟area. Tuttavia,
relativamente all‟acquifero sotterraneo, non si prevede
alcuna forma di interferenza diretta con la falda.
Infatti, le opere non presentano caratteristiche tali da
influire potenzialmente, né in fase di cantierizzazione
né a progetto realizzato, sull‟acquifero sotterraneo.
Tutti gli scarichi delle nuove realizzazioni saranno
allacciati alla rete fognaria, alla quale recapiteranno
mantenendosi entro i limiti previsti dalla vigente
IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE SUPERFICI
CONSUMI E SCARICHI IDRICI
RUMORE
AMBIENTE BIOTICO
normativa nazionale e regionale in materia di scarico di
reflui in rete pubblica.
Le acque di scarico saranno convogliate nella rete
della fognatura comunale nel rispetto delle prescrizioni
e delle procedure vigenti. L‟entità dell‟intervento fa si
che lo stesso possa essere agevolmente assorbito
dalla infrastruttura esistente. Le acque bianche
provenienti dai tetti saranno convogliate nelle vasche
di cui al precedente punto. Le acque bianche
provenienti dai piazzali e dai parcheggi saranno
convogliate in fossa desoleatrice e quindi in pozzo
perdente per essere sperse nel sottosuolo. La
pavimentazione dei parcheggi
sarà realizzata attraverso sistemi che non
permetteranno il passaggio diretto dell‟acqua nel
sottosuolo. Ogni intervento risponderà in ogni caso alle
prescrizioni ed indicazioni dettate dall‟ente delegato
alla gestione della rete.
Al fine di minimizzare la superficie impermeabilizzata,
per gli spazi pubblici o privati destinati a viabilità
pedonale o parcheggio potrà essere previsto l‟utilizzo
di materiali filtranti ed assorbenti. I materiali da
utilizzarsi potranno essere: cementi drenanti, selciati in
calcestruzzo o cemento con giunti permeabili, selciati
in pietre porose, selciati verdi con moduli in cemento.
La necessità di consumo idrico legata alla nuova
residenza appare sostenibile in relazione all‟attuale
dimensionamento della rete di approvvigionamento
esistente in prossimità dell‟area di intervento.
Trattandosi di una lottizzazione di tipo residenziale, la
tipologia delle acque reflue prodotte è del tutto
convenzionale è potrà essere riversata nella rete
fognaria limitrofa senza particolari trattamenti
preliminari. Una verifica dell‟adeguatezza della rete di
approvvigionamento e della rete fognaria in relazione
all‟intervento dovrà comunque essere effettuata con
l‟Ente gestore in fase di progettazione degli interventi
edilizie.
Si stima che sia la fase di cantiere sia la presenza di
nuove strutture porteranno a un incremento
estremamente ridotto delle emissioni acustiche, quindi
potenzialmente trascurabile. Si tratta di un‟area
residenziale che non presenta problematiche legate a
fenomeni di inquinamento acustico per cui si prevede
un incremento non sostanziale dei decibel emessi.
Non si evidenziano particolari impatti negativi dato
l‟attuale stato di fatto dell‟area oggetto del Piano.
L‟attività in progetto non comporterà la distruzione né
la modificazione di ambienti naturali presenti nelle aree
circostanti, considerato che l‟area risulta già in parte
antropizzata, in parte costruita in parte terreno agricolo
in stato d‟abbandono. Il piano dovrà prevedere
l‟inserimento di aree a verde come parte rilevante nel
processo di riqualificazione dell‟area.
Oltre alle aree di proprietà pubblica si stabilisce anche
la normativa specifica per le aree cortilizie private che
dovranno salvaguardare l‟impatto complessivo. a
filosofia generale dell‟intervento deve essere finalizzata
alla schermatura paesaggistica dell‟area in esame e
alla riduzione dei possibili impatti come emissioni di
polveri e di rumore, ma anche alla ricostruzione di una
copertura vegetale con specie autoctone.
Si consiglia, quindi, specie che devono essere
PAESAGGIO
ENERGIA
RIFIUTI
individuate tenendo in considerazione la vegetazione
locale, in modo da scegliere le specie maggiormente
congrue al tipo di suolo e alle caratteristiche
bioclimatiche tipiche dell‟area, oltre che alla necessità
del perseguimento della finalità estetica. Le specie
vegetali, arbustive e arboree, da impiegare nella
creazione delle aree verdi dovranno essere compatibili
con le caratteristiche ecologiche dell‟area di intervento;
si consiglia, pertanto, il reperimento delle essenze da
utilizzare presso vivai certificati.
L‟impatto previsto è in parte mitigato dalla componente
arborea ed arbustiva ed in parte dallo studio unitario
complessivo dell‟insediamento che persegue l‟obiettivo
di completare ed uniformare le lottizzazioni limitrofe. Si
attua attraverso la predisposizione delle Norme
d‟Attuazione che richiamano ai caratteri identitari e alle
recenti
espansioni ritenute paesaggisticamente
coerenti con il contesto.
I nuovi edifici porteranno a un aumento del consumo
energetico per le attività che si insedieranno, che
dovranno essere mitigati dalla scelta di adottare
tecnologie finalizzate al risparmio energetico. Per
quanto concerne un potenziale inquinamento
luminoso,
il
possibile
impatto
derivante
dall‟illuminazione si ritiene di poca influenza nel
contesto già urbanizzato in cui il piano si colloca.
Il piano attuativo prevede la realizzazione di aree con
funzione a carattere residenziale, ciò comporterà un
incremento della produzione dei rifiuti. L‟incremento
della produzione di rifiuti se rapportati alla produzione
di RSU nel Comune di Sant‟Antioco, rappresentano un
incremento non rilevante. Si tratta di un quantitativo di
rifiuti prodotti, inoltre, solo parzialmente ex-novo sul
territorio comunale, considerando almeno il parziale
trasferimento di residenze già presenti all‟interno della
città o la residenzialità stagionale. Trattandosi di una
destinazione a carattere residenziale, la tipologia di
rifiuti prodotti è quella dei rifiuti solidi urbani che
potranno quindi essere gestiti secondo le modalità
normalmente adottate dall‟attuale Ente gestore.
7. CONCLUSIONI
In sintesi, si propone pertanto di non sottoporre a VAS la lottizzazione in esame, poiché alla luce dei
documenti disponibili analizzati non si ritiene passibile di generare effetti negativi particolarmente
rilevanti. Si richiede di utilizzare e prevedere, nella progettazione di dettaglio dei singoli edifici, le
migliori tecnologie disponibili per l‟abbattimento degli eventuali impatti generati, nonché di ottimizzare le
performance ambientali ed energetiche delle strutture edilizie. Infine, si richiede di prevedere la messa
a dimora, nelle aree a verde, di specie autoctone idonee alle caratteristiche ecosistemiche dell‟area.
Sommario
1. INTRODUZIONE ...................................................................................................................................................... 2
2. LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS ......................................................................................... 2
2.1. Inquadramento normativo ......................................................................................................................... 2
2.2. La procedura di Verifica di Assoggettabilità.......................................................................................... 3
3. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE “ VIA TORINO NORD ” ............................................................................. 4
3.1. Quadro normativo di riferimento............................................................................................................... 4
3.1.1. Normativa comunale ................................................................................................................................. 4
3.1.2. PPR ................................................................................................................................................................ 5
3.1.3. Piano di Assetto Idrogeologico .............................................................................................................. 6
3.2. Gli obbiettivi del Piano di Lottizzazione .................................................................................................. 7
3.3. La struttura del Piano di Lottizzazione .................................................................................................... 7
Ubicazione e stato attuale dell’area ........................................................................................................................... 9
L’ambiente naturale e paesaggistico della zona ....................................................................................................... 10
Criteri e scelte progettuali ........................................................................................................................................ 11
4. IL CONTESTO TERRITORIALE .................................................................................................................... 11
4.1. Inquadramento territoriale ........................................................................................................................ 11
4.2. Descrizione degli assetti territoriali ....................................................................................................... 12
4.2.1. Assetto Ambientale - Geologia............................................................................................................. 12
4.2.2. Cenni Geomorfologici e idrogeologici ............................................................................................... 14
4.3. Inquadramento geografico e climatico .................................................................................................. 15
4.3.1. Idrologia...................................................................................................................................................... 16
4.3.2. Aspetti demografici ................................................................................................................................. 17
5. L’ANALISI DI COERENZA ............................................................................................................................. 17
5.1. Analisi di coerenza esterna del Piano di lottizzazione “Via Torino Nord” con i Piani e
Programmi di riferimento .................................................................................................................................. 17
5.1.1. Normativa Comunale............................................................................................................................... 17
5.1.2. Normativa Regionale ............................................................................................................................... 18
5.1.3. Piano Paesaggistico Regionale ........................................................................................................... 19
5.1.4. Piano Urbanistico Provinciale/piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della
Provincia di Carbonia Iglesias ......................................................................................................................... 22
5.1.5. Piano di Assetto Idrogeologico ............................................................................................................ 22
5.2. Analisi di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale .................................................... 24
6. DESCRIZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI ED INDIRIZZI PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE ....... 26
7. CONCLUSIONI ................................................................................................................................................. 28
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COMUNE DI SANT`ANTIOCO Valutazione Ambientale Strategica