COMUNE DI SANT’ANTIOCO GESTIONE COMMISSARIALE EX PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS Piano di Lottizzazione “VIA TORINO NORD” subzona C4 Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica Dott. Ing. Francesco Garau Ottobre 2014 1. INTRODUZIONE La presente relazione costituisce la Verifica di Assoggettabilità (redatta ai sensi dell‟art. 3 comma 3 della Direttiva Europea 2001/42/CE) alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”, sito nel Comune di Sant‟Antioco. Il documento si articola in quattro parti principali: la prima parte del documento contiene un breve inquadramento normativo in materia di VAS e una descrizione della procedura di Verifica adottata; la seconda parte del documento si focalizza sugli obiettivi della proposta di Piano; la terza parte riguarda l‟analisi di coerenza con i Piani e Programmi di riferimento e con gli obiettivi di sostenibilità ambientale; l‟ultima parte del documento costituisce invece la valutazione della proposta di Piano, in relazione ai potenziali effetti d‟impatto sull‟ambiente. 2. LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS 2.1. Inquadramento normativo La Direttiva Europea 2001/42/CE ha introdotto la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) quale strumento metodologico per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di taluni Piani e Programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente. A livello nazionale la Direttiva VAS è stata recepita dal D. Lgs. 152 del 3 aprile 2006, la cui parte seconda, contenente le procedure in materia di VIA e VAS, è entrata in vigore il 31 luglio 2007. Il decreto è stato successivamente modificato, prima dal D. Lgs. 4/2008 e recentemente dal D. Lgs. 128/2010, entrato in vigore il 26 agosto 2010. Il Decreto Legislativo n.152 del 2006 indica le tipologie di piani e programmi da sottoporre obbligatoriamente a procedura Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e quelle da sottoporre a Verifica di Assoggettabilità, al fine di accertare la necessità della valutazione ambientale in relazione alla probabilità di effetti significativi sull'ambiente (art. 6, commi 2, 3 e 3 bis) Nello specifico, devono essere sottoposti a procedura di VAS: I piani e programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV alla parte seconda del presente Decreto; I piani e programmi per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. I Piani che non devono essere sottoposti a VAS (ai sensi dell‟art 4 del d. Lgs. 152 del 2006) sono i seguenti: I piani e programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile; I piani e programmi finanziari o di bilancio; I piani di protezione civile in caso di pericolo per l'incolumità pubblica; i piani di gestione forestale o strumenti equivalenti, riferiti ad un ambito aziendale o sovvraziendale di livello locale, redatti secondo i criteri della gestione forestale sostenibile e approvati dalle regioni o dagli organismi dalle stesse individuati. Viceversa, è previsto siano sottoposte a Verifica di Assoggettabilità (ai sensi dell‟art 6, commi 3 e 3bis del d.lgs. 152 del 2006), modifiche minori ai piani/programmi, così come i piani e i programmi che determinano l‟uso di piccole aree, nonché in generale piani e programmi che definiscono il quadro di riferimento per l‟autorizzazione dei progetti e che, sulla base dei criteri sotto riportati, possono determinare effetti significativi sull‟ambiente. Le “Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale” n. 34/33 del 7.8.2012, che sostituiscono la deliberazione n. 24/23 del 3 aprile 2008, prevede l‟adeguamento della normativa regionale, in riferimento all‟adozione del decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, concernente “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”, e con ulteriori provvedimenti adottati dal legislatore nazionale nei primi mesi del 2012 “al fine di rendere più certa l‟azione amministrativa nell‟ambito delle valutazioni ambientali, introducendo, altresì, alcune semplificazioni. “ Nel dettaglio, l‟art. 6 della Direttiva prescrive la Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica quale “procedura di verifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se determinati piani o programmi, ovvero le loro modifiche, possono avere effetti significativi sull‟ambiente e se, tenuto conto del diverso livello di sensibilità delle aree interessate, devono essere sottoposti alla procedura di valutazione ambientale strategica secondo le disposizioni contenute negli articoli dal 10 al 17. Sono da sottoporre a procedura di verifica di assoggettabilità (screening) le seguenti tipologie di piano o programma, da valutare sulla base dei criteri contenuti nell‟allegato C1: a) piani o programmi rientranti nella fattispecie di cui all‟art. 8 (ovvero da sottoporre a valutazione ambientale strategica) ma che determinano l‟uso di piccole aree a livello locale o per i quali devono essere effettuate modifiche minori; b) piani o programmi non rientranti nella fattispecie di cui all‟art. 8 ma che, definendo il quadro di riferimento per l‟autorizzazione di progetti, producono impatti significativi sull‟ambiente. 3. La verifica di assoggettabilità a VAS ovvero la VAS relativa a modifiche a piani e programmi ovvero a strumenti attuativi di piani o programmi già sottoposti positivamente alla verifica di assoggettabilità di cui all'art. 7 o alla VAS di cui agli articoli da 10 a 17, si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovvraordinati.” Al fine di consentire tale valutazione da parte dell‟autorità competente deve essere redatto un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano e dei possibili effetti ambientali che potrebbero derivare dalla sua attuazione. Il rapporto preliminare deve essere redatto facendo riferimento ai criteri di cui all‟Allegato 1 del D.Lgs. 152/2006, e s. m. i..di seguito riportati. Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui agli articoli 6 e 7 Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; - in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; - la pertinenza del piano o del programma per l‟integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; - problemi ambientali pertinenti al piano o al programma; - la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti; - carattere cumulativo degli impatti; - natura transfrontaliera degli impatti; - rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti); - entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); - valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: - delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, - del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo; - impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale. 2.2. La procedura di Verifica di Assoggettabilità La fase di Verifica di assoggettabilità, riassunta nel presente documento, è stata sviluppata attraverso: - l‟individuazione degli obiettivi del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”; - l‟analisi della coerenza esterna con i Piani e Programmi di riferimento; - l‟analisi della coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale; - l‟analisi del contesto territoriale; - l‟individuazione delle azioni previste del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”; - la valutazione degli effetti di impatto derivanti dall‟attuazione del Piano e definizione di misure di mitigazione e di indirizzi per lo sviluppo sostenibile del territorio. Individuazione degli obiettivi del Piano In questa fase sono stati esplicitati i principali obiettivi della proposta del Piano di Lottizzazione Via Torino Nord del Comune di Sant‟Antioco. Analisi di coerenza esterna Il Piano è stato confrontato con i principali Piani che definiscono indirizzi, vincoli o regole per gli specifici settori d'intervento della stessa. L‟analisi di coerenza esterna è stata inoltre funzionale alla definizione d'indirizzi per la pianificazione attuativa, coerentemente con quanto previsto alla scala intercomunale, provinciale e regionale. Analisi di coerenza degli obiettivi di Piano con gli obiettivi di sostenibilità ambientale Gli obiettivi del Piano sono stati messi a confronto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale contestualizzati per l‟ambito di competenza del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”. Tale analisi è stata funzionale alla definizione di obiettivi da perseguire e d'indirizzi per la pianificazione attuativa. Analisi del contesto territoriale L‟analisi del contesto territoriale (ambientale, insediativo, paesaggistico e storico-culturale) ha costituito la base conoscitiva dello stato delle aree del territorio comunale interessate dagli interventi previsti del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”. Tale analisi è stata funzionale alla successiva fase di valutazione sui potenziali effetti d‟impatto sull‟ambiente. Individuazione delle azioni Una volta descritto l‟ambito d'influenza del Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”;è stato possibile rappresentare le principali azioni previste, con un‟analisi degli interventi, che sono state poi oggetto della valutazione finale sui potenziali effetti sull‟ambiente. Valutazione degli effetti sull’ambiente Al fine di rispondere alle esigenze di valutazione degli effetti ambientali derivanti dalla proposta di Piano, è stata condotta una specifica analisi che permetta di verificare la presenza di azioni in grado, potenzialmente, di interferire con il contesto territoriale in esame. 3. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE “ VIA TORINO NORD ” L‟Amministrazione Comunale di Sant‟Antioco con deliberazione del Consilio Comunale n 10 del 2000 ha definitivamente approvato il Piano Urbanistico Comunale nel quale sono state individuate le nuove aree di espansione tra le quali quelle denominate C6. I proprietari delle aree indicate nel P.U.C. come SUBZONA C6 COMPARTO n.5 Unità convenzionale 2A , e confinanti a est con strada comunale Sa Barra, a sud con zona agricola, a nord con strada penetrazione a ovest con strada comunale Via Torino Nord, intendono procedere alla loro lottizzazione denominadola lottizzazione “ VIA TORINO NORD “ .L‟area in questione si estende per una superficie reale di 38.480 mq; i singoli lotti sono individuati al F.9 secondo i mappali attuali di cui al prospetto presente negli elaborati di progetto. Attualmente il comparto intero è stato diviso in tre unità convenzionabili separate di cui il subcomparto 1, già presentato unitamente allo studio complessivo del comparto C6 n.5. In questa fase, s‟intende presentare lo studio del scomparto 2A mentre l‟unità convenzionabile 2B sarà presentata successivamente. 3.1. Quadro normativo di riferimento 3.1.1. Normativa comunale Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, si configura come uno strumento di attuazione dello strumento urbanistico vigente, il P.U.C. è stato approvato definitivamente con delibera consiliare n. 10 del 2000, pubblicata sul BURAS il 19.01.2002. Le norme di attuazione del suddetto P.U.C. prevedono: In particolare, le zone C1, C2, C2*, C3 e C4 sono costituite da aree già parzialmente comprese all‟interno di piani attuativi, costituiti per iniziativa pubblica o privata. Indipendentemente dalla loro origine e dalla attuale vigenza degli stessi strumenti, ma comunque in vista delle particolari condizioni di urbanizzazione ed uso dei suoli conseguenti al rilascio di licenze e concessioni ad edificare, in linea con le disposizioni degli stessi strumenti citati, per tali zone si prevede in generale la possibile realizzazione di appositi Piani di Recupero, di iniziativa pubblica o privata. Per effetto del presente Piano, le parti di territorio ricadenti in zona C1, C2, C2*, C3 e C4, precedentemente normate da piano attuativo, assumono come norma di attuazione quella degli stessi strumenti attuativi, che divengono – con i loro apparati tecnici ed amministrativi – parte integrante del presente piano; gli eventuali Piani di Recupero dovranno integrare la normativa relativa sia a parti già normate nei termini indicati, sia a parti precedentemente escluse da qualunque iniziativa amministrativa, perseguendo l‟obiettivo di totale integrazione di tutte le parti comprese nella sotto zona. Con la presente progettazione si è provveduto a determinare le dimensioni dei singoli lotti e le volumetrie spettanti ad ogni singola ditta, le caratteristiche della viabilità con proposta di modifica della sola geometria al fine di consentire l‟ingresso a tutti i lotti, le reti tecnologiche, le tipologie edilizie, come dagli elaborati di piano. 3.1.2. PPR Il Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, approvato con Decreto del Presidente della Regione n. 82 del 7 settembre 2006, ai sensi dell‟art. 11, comma 5 della L.R. 45/89, come modificata dalla L.R. 8/2004, costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per gli atti di programmazione e di pianificazione regionale, provinciale e locale e per lo sviluppo sostenibile. Il Piano, che definisce il paesaggio come la principale risorsa territoriale della Sardegna, rappresenta lo strumento centrale del governo pubblico del territorio, ponendosi come matrice di un‟opera di ampio respiro e di lunga durata, nella quale si saldano in un unico progetto la conservazione e la trasformazione. Il P.P.R. persegue le seguenti finalità: preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l‟identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo; proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità; assicurare la salvaguardia del territorio e promuovere forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservare e migliorare le qualità. L‟analisi territoriale svolta dal P.P.R. è articolata secondo tre assetti: ambientale, storico-culturale e insediativo, per ciascuno dei quali sono stati individuati i beni paesaggistici, i beni identitari e le componenti di paesaggio e la relativa disciplina generale, costituita da indirizzi e prescrizioni. Oltre all‟analisi del territorio finalizzata all‟individuazione delle specifiche categorie di beni da tutelare in ossequio alla legislazione nazionale di tutela, è stata condotta un‟analisi finalizzata a riconoscere le specificità paesaggistiche dei singoli contesti, limitata in sede di prima applicazione del P.P.R. alla sola fascia costiera. Sono stati pertanto individuati 27 ambiti di paesaggio, per ciascuno dei quali il P.P.R. detta specifici indirizzi volti a orientare la pianificazione sott‟ordinata, soprattutto comunale e intercomunale. La struttura dell'Ambito di paesaggio n. 5 è definita dalla specificità ambientale del sistema delle piane agricole costiere che dal sistema idrografico del Rio San Milano (San Giovanni Suergiu) si sviluppano a sud fino a lambire i margini dei rilievi granitici che culminano nel promontorio di Punta di Cala Piombo (Sant‟Anna Arresi). Si tratta di un vasto compendio di piane agricole, caratterizzate da un articolato sistema di aree umide litoranee prospicienti la fascia costiera del Golfo di Palmas, sulla quale si struttura una rete insediativa complessa e un dispositivo di drenaggio idraulico e di protezione periferica delle zone umide dall‟afflusso idrico. Le zone umide costiere costituiscono un sistema complesso di vasche di evaporazione di produzione saliniera, di cui fanno parte lo Stagno di Santa Caterina e le Saline di Sant‟Antioco - che rappresentano il sistema di connessione con i territori insulari di Sant‟Antioco e Calasetta - lo Stagno di Mulargia e di Porto Botte e il sistema di spiagge e lagune di Porto Pino-Stagno is Brebeis nel settore meridionale dell‟Ambito paesaggistico. Il Golfo di Palmas, compreso tra la costa sarda sud occidentale e il fianco orientale dell'isola di Sant'Antioco, corrisponde al Sulcis Portus di Tolomeo e al Porto di Sols o Palma di Sols del medioevo. L'apertura al commercio nel bacino mediterraneo è segnata dal rinvenimento di ceramica micenea a Medau de is Lais in territorio di Tratalias e, successivamente, dagli apporti fenici sin dalla fine dell' VIII secolo a.C. Il settore litoraneo si sviluppa da Punta Trettu, a nord dell‟istmo di Sant‟Antioco, fino alla Punta di Cala Piombo e comprende il promontorio di Monte Sarri, di Guardia Baracca e di Monte Sa Perda, che separa fisicamente l‟arco costiero di Porto Botte - Stagno di Santa Caterina a nord e di Sant‟Anna Arresi - Porto Pino a sud, definendo insieme a Capo Sperone, sull'Isola di Sant‟Antioco, l‟ambito ristretto del Golfo di Palmas. Tra gli indirizzi d‟ambito forniti dal P.P.R., si ricorda: Qualificare la struttura insediativa storica dei centri legati alle emergenze morfologiche dei rilievi vulcanici ad anfiteatro sul golfo di Palmas, rafforzando il sistema dei servizi e dei poli di eccellenza culturale per la fruizione delle risorse paesaggistiche ambientali e storiche dell‟Ambito, adottando nel contempo misure di contenimento per la qualificazione delle espansioni urbane, al fine di evitare forme di periferizzazione. Recuperare la trama storica degli insediamenti diffusi nella piana, conservando il rapporto fra sistema dei medaus e furriadroxius e territorio agricolo, adottando misure di conservazione del paesaggio agrario nelle sue componenti più rilevanti di coltivazione come il vigneto ed elaborando uno specifico quadro di recupero. Diversificare l‟organizzazione della rete dei tracciati viari, individuando e agevolando varie forme di percorrenza (veicolare, pedonale, equestre, ecc.) per la fruizione dei beni paesaggistici storici, culturali e ambientali presenti sul territorio. Riqualificare le direttrici di collegamento tra i centri abitati interni all‟Ambito, conservando le emergenze ambientali, le emergenze orografiche e i sistemi sabbiosi e costieri (spiaggia, lagune di retro spiaggia, stagni), i corridoi vallivi di raccolta delle acque che delineano l‟insieme del paesaggio ad anfiteatro e garantiscono il funzionamento delle relazioni ecologiche fra elementi e fra gli Ambiti interni del massiccio del Sulcis 3.1.3. Piano di Assetto Idrogeologico Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) individua le aree a rischio idraulico e di frana e ha valore di piano stralcio ai sensi della L. n. 183/89. Il P.A.I. è entrato in vigore con Decreto dell‟Assessore ai Lavori Pubblici n. 3 del 21/02/2006 ed è stato adottato e approvato limitatamente alla perimetrazione delle aree a pericolosità H4, H3 e H2 e a rischio R4, R3 e R2. Il Piano ha lo scopo di individuare e perimetrare le aree a rischio idraulico e geomorfologico, definire le relative misure di salvaguardia sulla base di quanto espresso dalla Legge n. 267 del 3 agosto 1998 e programmare le misure di mitigazione del rischio. Il P.A.I ha valore di Piano territoriale di settore e prevale sui Piani e Programmi di settore di livello regionale provinciale e comunale in quanto finalizzato alla salvaguardia di persone, beni, ed attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici (Norme di Attuazione del PAI, Art. 4, comma 4). Le previsioni del Piano pertanto producono effetti sugli usi del territorio e delle risorse naturali e sulla pianificazione urbanistica anche di livello attuativo, nonché su qualsiasi pianificazione e programmazione territoriale insistente sulle aree di pericolosità idrogeologica (N.A. PAI, art. 6). Le Norme di Attuazione del P.A.I. prescrivono che i Comuni e le altre Amministrazioni interessate, provvedano a riportare alla scala grafica della strumentazione urbanistica vigente i perimetri delle aree a pericolosità idraulica Hi e geomorfologica Hg e delle aree a rischio idraulico Ri e geomorfologico Rg, e ad adeguare contestualmente le norme dello strumento urbanistico alle N.A. del P.A.I,. secondo l‟art. 4, comma 5. Prevedono inoltre che nell‟adeguamento della pianificazione comunale vengano delimitate le aree di significativa pericolosità idraulica e geomorfologica non perimetrate in precedenza dal P.A.I. (N.A. P.A.I., Art. 26). Indipendentemente dall‟esistenza di aree perimetrale dal P.A.I., i Comuni, in base all‟articolo 8 comma 2, devono produrre appositi studi di compatibilità idraulica e geologico-tecnica riferiti all‟intero territorio comunale, approvato dall‟Autorità competente per territorio, integrandolo negli atti di Piano che costituiranno oggetto della verifica di coerenza (art.31 commi 3, 5 L.R. n.7/02). Gli ambiti di riferimento del Piano sono i sette Sub-Bacini individuati, all‟interno del Bacino Unico Regionale, ognuno dei quali è caratterizzato in generale da una omogeneità geomorfologica, geografica e idrologica: Sulcis, Tirso, Coghinas-Mannu-Temo, Liscia, Posada – Cedrino, Sud-Orientale, Flumendosa-Campidano-Cixerri. Il Comune di S. Antioco è compreso interamente nel Sub Bacino n. 1 – SULCIS, che si estende per 1640 kmq, pari a circa il 7% dell‟intero territorio sardo. Il territorio comunale di S. Antioco dalla cartografia P. A. I., (Delibera della Giunta Regionale n. 54/33 del 30.12.2004) presenta: Aree a pericolosità idraulica (Hi) con riferimento cartografico alle Tavv. SUPERFICIE in Ha Hi4(molto elevata) Hi3(elevata) Hi2(moderata) Hi1(media) - 15 (cod.b1TC018) 16.4 9.96 9.24 12.33 - 16 (cod.b1TC019) 38.42 41.94 56.76 79.12 - 17 (cod.b1TC020) 11.65 16.17 31.2 42.87 Aree a pericolosità di frana (Hg) con una superficie in Ha di 78.3 a pericolosità elevata Hg3 riferita alle zone minerarie ed una superficie di Ha 446.0 a pericolosità moderata Hg2. (Tav. sinottica Sub Bacino n.1 SULCIS, sc. 1.100.00) 3.2. Gli obbiettivi del Piano di Lottizzazione Il di Piano di Lottizzazione “Via Torino Nord”; completa una porzione dell‟abitato periferico del Comune di Sant‟Antioco, e si estende per una superficie reale di 38.480 mq. L‟area è tuttora occupata da vegetazione di tipo arbustivo, macchia mediterranea, e in alcune parti da piccole coltivazioni a conduzione familiare e da alcune strutture edilizie. Lo strumento attuativo pone in evidenzia le caratteristiche specifiche qualificanti il nuovo tessuto edilizio attraverso norme attuative che disciplinano le modalità insediative. In particolare ci si pone come obiettivo: - La realizzazione di un comparto edificato quanto maggiormente rispondente ai caratteri costruttivi dell‟abitato storico e periferico consolidato; - Uniformità e continuità all‟abitato si in termini volumetrici, con adeguato studio tipologico, che dei caratteri costruttivi e materici; - Qualità urbana degli spazi pubblici definendo aree verdi disposte capillarmente nell‟area d‟intervento e prevendo percorsi pedonali verdi realizzati con materiali adeguati; - Approccio sostenibile promuovendo l‟uso di materiali locali e energie alternative. 3.3. La struttura del Piano di Lottizzazione Il Comune di Sant‟Antioco, in merito all‟attuazione del comparto edificatorio denominato “VIA TORINO NORD”, classificato e specificato nelle tavole del PUC vigente come “zona di espansione residenziale C4”, identificato nel catasto terreni al Foglio 13 mappali 3428,4900,4986,4987,5231,5232,5233,5234,5235,5240,5242,5392,5563,5592,6044parte,6231,6241, 6360,6361,6362,6363,6364,6365,6366,6367,6368,6369,6370,6371,6373,6374,6375,6376,6377,6380, 63816382,6383,6384,6385,6386,6387,6388,6389,6390,6391,6392,6393,6394,6395,6396,6397,6398, 6399,6400,6401,6402,6403,6404,6405,6406,6407,6408,6409,6410,6411,6412,6413,6414,6415,6416, 6417,6418,6419,6420, per una estensione reale di mq. 16.761, ha previsto l‟attuazione attraverso la predisposizione di un piano di lottizzazione esteso all‟intera zona C4 confinata tra le strade via Torino a sud, via Venezia a est, vico Venezia a ovest, prevedendo la suddivisione delle volumetrie previste, parte a destinazione per edilizia residenziale e per servizi strettamente connessi con la residenza di attuazione privata oltre ad una parte di volume per servizi pubblici. VISTA AEROFOTOGRAMMETRICA DELLA ZONA STRALCIO DEL PUC Ubicazione e stato attuale dell’area La lottizzazione "VIA TORINO NORD", è localizzata nel comparto di nuova espansione dell’abitato, che gravita su via Matteotti, ad una distanza di circa 1500 metri dal centro urbano identificato dal Corso Vittorio Emanuele e le due piazze principali dove sono ubicati il Municipio e altri servizi importanti e di commercio. L' area compresa all’interno del piano di lottizzazione è circondata da zone B già edificate e da espansioni realizzate di zona C. FOTO DELLA SOTTOZONA Ha una caratteristica forma a trapezio irregolare, collinare con un dislivello massimo, tra il punto più alto e quello più basso in via Torino, di circa 30 metri . Topograficamente la lottizzazione è collocata all’estremo margine ovest dell'espansione urbana. Urbanisticamente l'area si trova al margine ovest della prevista area di espansione C di via Matteotti, è priva di manufatti di qualsiasi genere e di alberature, attualmente è utilizzata come terreno incolto. L’ambiente naturale e paesaggistico della zona La conformazione e l’accentuata pendenza naturale del terreno, con la sua esposizione a sud sono elementi di pregio naturale che intervengono in modo positivo nell’edificato residenziale. Considerazioni inerenti alla conformità orografica del terreno hanno portato a diffondere l'edificazione in maniera uniforme sull'intera superficie. Una simile disposizione è in grado di legare perfettamente le masse costruttive al verde naturale circostante e a determinare proporzioni più calibrate nei confronti dell'assetto geomorfologico di contorno. Il comparto è immerso in un contesto urbano già completamente edificato, con le urbanizzazioni a contorno già realizzate e delimitato in parte dalla via Torino, dalla via Venezia e da vico Venezia; la parte più bassa della lottizzazione confina con comparto già edificato e/o urbanizzato. Una scalinata pedonale collega la strada interna con la via Torino al fine di rendere più immediato raggiungere gli esercizi commerciali posti tra la Via Matteotti e la via Torino. Paesaggio circostante con vista verso sud Criteri e scelte progettuali La proposta progettuale riguarda la progettazione della lottizzazione e quella preliminare delle opere di urbanizzazione con l’indicazione delle tipologie edilizie e la loro posizione all’interno del comparto edificatorio. L’impianto urbanistico proposto inquadra un’asseto viario che prevede un’unica strada cieca all’interno dell’area di lottizzazione oltre alla esistente via Torino già realizzata dal Comune (per la parte che fronteggia i terreni oggetto di pianificazione attuativa) su aree di proprietà dei lottizzanti, la quale risulterà , nel piano, area di cessione pubblica al fine di sanare la situazione urbanistica. La strada interna di lottizzazione si innesta su via Venezia e serve la maggior parte dei lotti privati; due lotti sono serviti da vico Venezia, mentre i rimanenti sono serviti da via Torino. Le cessioni pubbliche sono concentrate in un’area a verde posta nella parte bassa della lottizzazione, mentre la maggior parte di superficie di cessione è relativa alla via Torino per i motivi sopra detti. 4. IL CONTESTO TERRITORIALE 4.1. Inquadramento territoriale L' isola di Sant'Antioco su cui si trova la cittadina omonima, è la maggiore delle isole sarde e con i suoi 109 km² è la quarta d' Italia per estensione dopo Sicilia , Sardegna e l' Isola d'Elba . Il Comune di Sant‟Antioco possiede una superficie complessiva di ha 8.753, ed una popolazione residente di 11.630 unità, risultando pertanto collocato in fascia 4 sia in relazione al fattore di localizzazione (fra 10.000 e 30.000 abitanti), che per dimensione demografica (fra 10.000 e 30.000 abitanti). Dista da Cagliari 84 km circa ed è collegata all'isola madre grazie a un istmo artificiale. Il territorio dell'isola è diviso fra il comune di Sant'Antioco, il più popoloso (che sorge sulle rovine dell'antica città fenicio-punica di Sulky) e quello di Calasetta, secondo centro abitato, per numero di abitanti, dell'isola. Più in generale, appare abbastanza evidente la tendenza di Sant‟Antioco a collocarsi in posizione mediana rispetto a molti dei parametri - complessivamente configuranti caratteri geografici e socio economici che esprimono statisticamente l‟insieme dei comuni sardi. Questo Comune, che appartiene alla regione agraria classificata come Colline Litoranee del Sulcis, si colloca infatti in zona altimetrica 2 (collina), con grado di montanità 0 (non montano), ed è evidentemente un comune costiero di tipo 1 (territorio toccato dal mare). Possiede una popolazione soggetta ad una variazione media annua intercensuaria classificata di medio valore (-0,11) con un basso tasso di ricambio migratorio (18,67 per 1.000 ab). Il territorio urbano è attraversato dalle seguenti direttrici stradali principali: -strada statale 126 meglio conosciuta come Sud Occidentale Sarda, una delle più importanti vie di collegamento del sud-ovest della Sardegna nonché la più antica; -strada provinciale n. 76 S.Antioco-Canai; Il territorio dell‟isola è amministrativamente diviso in due territori comunali, configuranti appunto il territorio del Comune di Calasetta e quello del Comune di S.Antioco. A questa ultimo competono anche le superfici che, sull‟Isola di Sardegna, sono in larga misura investite da una zona umida e dalle saline, fiancheggiate da una fascia che, correndo fra la costa del mare interno quella dello stagno di S.Caterina, rappresenta sostanzialmente l‟unica direttrice di collegamento con il resto della regione. Di fatto l‟isola, collegata con un ponte a tale fascia, vede concentrarsi ogni sorta di traffico attraverso una unica via di accesso, se si escludono gli scali marittimi, che peraltro - specie quello di Calasetta, collegato con Carloforte - incidono nella direzione di un aumento del traffico stesso su tale direttrice, rappresentando nell‟isola un momento di transito piuttosto che una porta di accesso locale. La concentrazione dei percorsi in un unico punto rappresenta un problema di rilevante importanza, attualmente fonte di notevoli disagi e difficoltà per la evoluzione della organizzazione distributiva del territorio. A ciò deve aggiungersi la carenza attuale di spazi di scambio fra le diverse componenti funzionali, che condiziona perversamente l‟insieme delle relazioni, rendendole piuttosto che ordinate e sintatticamente intese relativamente casuali e convulse, quando non decisamente conflittuali. Le attività produttive presentano caratteri che possono considerarsi maggiormente differenziate in relazione alla organizzazione del territorio, alla collocazione ed alle opportunità storicamente concretizzatesi di insediamenti industriali. Abbastanza appariscenti sono infatti le variazioni, sia all‟interno dei diversi settori, che nei rapporti fra settori differenti. 4.2. Descrizione degli assetti territoriali 4.2.1. Assetto Ambientale - Geologia a) Ubicazione Geografica Il presente lavoro interessa un‟ area urbana del comune di Sant‟Antioco (Prov. di CI.), ubicato nella parte Sud-Occidentale della Sardegna. Le aree su cui insistono le zone C4, di cui alla proposta progettuale, si trovano nella parte a sud del centro abitato, sull‟asse viario della Via Torino e sono completamente circondate da altre aree urbanizzate e quasi completamente edificate. Esse si posizionano a sinistra della Via Torino (nella direzione della Via Matteotti), fra la Via Gabriele D‟Annunzio, un insediamento di case IACP e, a nord, in adiacenza ad una strada di nuova formazione ed a destra della stessa Via Torino fra il piano attuativo “Via Torino Sud” ed un‟altra area di EEP. L‟ orografia dell‟area è costituita da una zona collinare di quota massima 78 m s.l.m. con pendenze di circa il 20-25% nella parte più inclinata a sinistra della Via Torino (Vedi fotografie allegate) e relativamente pianeggiante nella parte più bassa, circa 35 m s.l.m., posta al di sotto della strada della Via Torino. L‟area è compresa nel Foglio 564 Sez. III. della Carta D‟Italia I.G.M. 1:25.000, Tavoletta Sant‟Antioco ed è Inoltre distinta nella Carta Tecnica della Sardegna in scala 1:10.000 al Foglio, 564 100 Sant‟Antioco. Le coordinate del sito sono: N = 39° 03‟ 36‟‟ E = 8° 26‟ 58‟‟ b) Clima e Caratteri Geomorfologici Il clima esercita una importante influenza su molti fattori ambientali; esso è legato alle caratteristiche geomorfologiche del territorio; occorre tenere in debito conto fattori quali piovosità, temperatura e ventosità. Anche il drenaggio naturale viene determinato dalla morfologia e dove si registrano pendenze elevate, si ha maggiore velocità di scorrimento e quindi si determina l‟erosione. I dati pluviometrici mostrano medie annue sui 600 mm; dato inferiore a quello medio della Sardegna. Le piogge talvolta si concentrano in brevissimi periodi creando al livello di impluvi principali, dei regimi torrentizi in associazione con un elevato trasporto solido. L‟abitato di Sant‟Antioco sorge sulla costa orientale dell‟Isola omonima, sopra e attorno ad alcuni modesti colli, aventi altimetria compresa tra i 70 e gli 80 m s.l.m come Monte Maggioni (87 m s.l.m.) o il colle del serbatoio. Il territorio in esame è caratterizzato da modesti rilievi aventi quote inferiori ai 150 m. talvolta morfologicamente assimilabili nella parte centro meridionale dell‟isola ad aree montuose. Caratteristica del versante Occidentale esposto ai venti dominanti è la falesia attiva su rocce ignimbritiche mentre, il versante opposto è caratterizzato da costa bassa e sabbiosa. Alcune zone costiere occidentali a falesia, sono state interessate da fenomeni franosi con conseguenti imponenti accumuli di frana al piede che si elevano anche qualche metro sopra il livello del mare; in questi tratti di costa sono evidenti le nicchie di distacco. Le ignimbriti più saldate (Daciti e Rioliti) mostrano localmente un paesaggio caratterizzato da cavità più o meno ampie chiamate “Tafoni”, generate dalle azioni di erosione e dissoluzione causate da vento, pioggia e temperatura. Le cime che formano i principali displuvi, sono costituite da rocce vulcaniche e si nota la presenza di accumuli di blocchi sciolti a causa dei fenomeni di intensa fatturazione. Il passaggio alle aree della piana costiera avviene in modo graduale per la presenza degli accumuli di sedimenti eolici che mitigano i dislivelli portando ad acclività molto basse. Le morfologie fluviali impostatesi sul paesaggio vulcanico evidenziano una origine marcatamente tettonica; i modesti corsi d‟acqua si sono impostati in corrispondenza di faglie e fratture, seguendo percorsi pressoché lineari. Il deflusso idrico concentrato ed areale, produce una intensa attività erosiva e produce lo smantellamento graduale degli ammassi rocciosi favorendo il distacco di blocchi e ciottoli ed il successivo trasporto dei detriti prodotti. c) Inquadramento geologico generale e dettaglio dell’area studiata La geologia del territorio di Sant‟Antioco è caratterizzata, dalla presenza in affioramento di diverse formazioni litologiche in gran parte rappresentate dal complesso delle vulcaniti del ciclo calco-alcalino Oligo-Miocenico. La successione stratigrafica presente nel territorio circostante, dall‟alto verso il basso è così rappresentata: Alluvioni, suoli, detriti e sabbie (Quaternario) Vulcaniti del ciclo Calco-Alcalino (Oligo-Miocene) Formazione sedimentaria del Cixerri (Oligocene) Formazione del”Produttivo” a carbone (Eocene) Formazione sedimentaria Mesozoica (Cretacico) Le rocce più antiche sono rappresentate in affioramento (settore sud-orientale dell‟isola), da rocce carbonatiche Mesozoiche (calcari, calcari marnosi e marne giallastre fossiliferi del Cretacico inferiore (Berriasiano- Aptiano, 144 M.a.). Nell‟eocene (Cuisiano-Luteziano, 50 M.a.) di questo territorio, è presente un giacimento carbonifero affiorante solo localmente, il cui sfruttamento con alterne vicende dura a tutt‟oggi. L‟Eocene viene ricoperto da una potente (200-300 metri) formazione sedimentaria del LutezianoOligocene medio, detta “Cixerri”, costituita da Arenarie giallastre quarzoso feldspatiche, marne ed argilliti variegate e livelli conglomeratici eterometrici poligenici e policromi. Il ciclo vulcanico Oligo-Miocenico, è rappresentato dalle vulcaniti (datate circa 32 milioni di anni), in una successione di episodi aventi caratteristiche petrografiche differenti, che vanno dalle Daciti, alle Rioliti ed ai Basalti Andesitici, con intercalazioni piroclastiche cineritico-pomicee e talvolta intervalli sedimentari. Non compaiono litologie ascrivibili ad ere più recenti sino al Quaternario, che è rappresentato nell‟area di Sant‟Antioco da depositi di spiaggia (g2), conglomerati, arenarie marine ed eoliche (PVM2b), detriti di falda, depositi di versante ed accumuli di pietrisco caotici (a), oltre a coltri eluvio colluviali con detriti e suoli più o meno evoluti (b2), depositi alluvionali terrazzati con ghiaie e sabbie (bna) e sabbie con limi e ghiaie (bnb). Compaiono inoltre a sud dell‟abitato, nella parte industriale e portuale, ampie aree antropizzate, dove sono presenti materiali di riporto (h1r), discariche industriali (h1i) e minerarie (area Palmas cave) (h1m). L'inquadramento geologico generale effettuato nell‟area vasta intorno alla zona indagata, individua terreni di base dotati di differenti caratteristiche litologiche, geomeccaniche ed idrogeologiche. Grazie ai sopralluoghi sul sito ed alla realizzazione dei pozzetti esplorativi, è stato possibile mettere in evidenza la natura e successione dei terreni sedimentari, poggianti sul basamento roccioso costituito da vulcaniti. Si è evidenziata la prosecuzione di queste ultime, al di sotto di una copertura alluvionale detritica piuttosto antropizzata, presente sotto strada ed originata dai lavori per la realizzazione della stessa, costituita da sabbia, pietrame vulcanico eterometrico e terreni di tipo argilloso - sabbioso che vanno approfondendosi verso il fondo valle. Nei pozzetti più a valle infatti si è rilevata con spessori sino ai 3m la presenza di litologie sabbioso argillose di colore marrone arancio, ascrivibili alle unità sedimentarie quaternarie (bnb e b2), contenenti nella parte inferiore detriti e ciottoli etero - metrici di natura vulcanica. Sul versante a monte della Via Torino, l‟ammasso roccioso affiorante è di natura vulcanica appartenente alla unità di Monte la Noce (MLN), costituita da lave in colate con strutture di flusso e brecce laviche auto clastiche spesso ossidianacee a composizione riolitica con alla base ed in alternanza depositi piroclastici ed epiclastici. Proprio sulla esposizione litologica offerta dal taglio stradale, è possibile vedere le variazioni tipologiche delle rocce affioranti, cosi come sopra descritte. Si osservano affioramenti piroclastici con blocchi lavici decimetrici (Ø >di 60 cm) inglobati in matrice a granulometria più fine e cemento arenaceo argilloso, passanti a vulcanite compatta formata da pseudo strati di roccia di spessore da centimetrico a decimetrico. 4.2.2. Cenni Geomorfologici e idrogeologici d) Caratteri Idrogeologici Nel territorio in studio, le formazioni geologiche mostrano differenti caratteristiche idrogeologiche a seconda della natura litologica, che possiamo raggruppare per termini omogenei: le litologie sedimentarie alluvionali, le rocce vulcaniche, le litologie sedimentarie carbonatiche Le acclività sono moderate e ciò determina per le acque meteoriche un coefficiente di corrivazione medio bassa, con conseguente debole capacità erosiva testimoniata dalla scarsa presenza di suoli e alluvioni se non per gli accumuli di fondovalle. Congiuntamente alla giacitura, ciò determina la impossibilità di accumulo idrico favorendo lo scorrimento idrico superficiale dal versante verso il fondo valle. Il Complesso sedimentario e detritico Quaternario, è costituito da litologie aventi un‟elevata porosità, dovuta sia al basso grado di diagenesi, che alle dimensioni dei granuli che lasciando degli spazi vuoti, favoriscono la infiltrazione delle acque meteoriche. Il complesso è costituito da: Unità Detritico-Carbonatica Quaternaria con permeabilità alta (K > 10-2) del tipo per porosità; Queste litologie sono formate da sabbie sciolte (g2) e talora ciottoli e blocchi incoerenti, attuali o recenti che costituiscono le spiagge e le dune costiere; arenarie eoliche e sabbioni dovuti alla arenizzazione dei graniti; Panchina Tirreniana e falde detritiche a granulometria grossolana ed altri sedimenti recenti dove la frequente assenza di cementazione, favorisce il facile assorbimento delle acque superficiali. Unità Delle Alluvioni Plio-Quaternaria avente una permeabilità variabile da medio - bassa (10-4 >K >10-9) a medio - alta (10-2 >K > 10-4) per porosità, nei livelli a matrice più grossolana. Queste litologie sono formate da Depositi alluvionali conglomeratici e arenacei, argillosi, depositi palustri e discariche minerarie. Il Complesso sedimentario e detritico Mesozoico, è presente nel territorio in affioramenti piuttosto limitati ed arealmente presenti nella sola zona Sud Est dell‟isola di Sant‟Antioco (P.ta de Sa ScruiddaMaladroxia): Unità Carbonatica Mesozoica (URG), costituita da calcari, calcari marnosi e marne giallastre, fossiliferi e stratificati dell‟Aptiano (Cretaceo Inferiore), aventi permeabilità medio alta (10 -2 >K > 10-4) per fessurazione e porosità con limitato carsismo. trattandosi di una formazione carbonatica, essa mostra un differente comportamento rispetto ai complessi idrogeologici circostanti. Nel complesso idrogeologico di medio - bassa permeabilità si includono le formazioni vulcaniche appartenenti alla: Unità delle Vulcaniti Oligo-Mioceniche che, nel territorio di Sant‟Antioco è rappresentata da un complesso litologico vario costituito da lave Andesitiche, Andesitico-Basaltiche e Rioliti, Riodaciti e Comenditi in espandimenti ignimbritici, brecce e livelli epiclastici intercalati. Il grado di permeabilità è medio basso (10-4 >K >10-9) dovuto alla fessurazione creatasi con la contrazione termica di raffreddamento e secondariamente a causa degli eventi tettonici; nel caso delle facies brecciformi, piroclastiche o tufacee, la matrice spesso cineritica o addirittura lavica che impasta le prime e le dimensioni assai ridotte (ceneri e lapilli) che costituiscono la granulometria delle seconde, conferiscono scarsa possibilità di permeazione da parte delle acque superficiali e sotterranee; per queste rocce, il tipo di permeabilità bassa (10-9 >K) è per porosità o per porosità e fessurazione. Non vi sono nell‟area oggetto di indagine, corpi idrici permanenti o temporanei o lineamenti morfologici che possano essere ascritti ad impluvio; trattasi di una area urbanizzata, circondata da abitazioni ed attraversata da strade, dove lo smaltimento delle acque superficiali e di pioggia è affidato esclusivamente alle reti tecnologico- idrauliche presenti. 4.3. Inquadramento geografico e climatico Il clima assume un ruolo determinante nella caratterizzazione di un territorio in quanto i parametri di temperatura e precipitazioni concorrono alle modificazioni dirette ed indirette dell‟ambiente favorendo o inibendo i principali fenomeni geomorfologici. Per l'individuazione delle principali caratteristiche climatiche dell'area, sono stati utilizzati i dati relativi alla stazione di Iglesias. Si riportano di seguito i bilanci idrici (Thornthwaite) di un suolo con riserva utile ST = 100 mm., e uno con riserva utile di ST. = 150 mm. calcolata in base ai dati delle medie mensili di 50 anni (1924 - 1975). Secondo la classificazione climatica di Thornthwaite la stazione è inquadrabile nella seguente tipologia climatica: Mesotermico da subumido a subarido, forte eccedenza idrica invernale (C1B'2S2) TABELLA DATI CLIMATICI MEDI MENSILI (70-04) T = valori della temperatura media espressi in °C P = valori della precipitazione media espressi in mm PE = valori dell‟evapotraspirazione (Thorn) P-PE = indica la differenza tra i valori di Precipitazione ed evapotraspirazione A.WL = indica la perdita di acqua accumulata ST = indica la riserva idrica nel suolo AE = valore di evapotraspirazione effettiva D = deficit di umidità S = eccedenza di umidità 4.3.1. Idrologia L’area in esame ricade nel centro urbano del comune di Sant’Antioco; il reticolo idrografico del territorio è perlopiù presente sulla parte occidentale. Il comportamento idrologico di un bacino è influenzato dalla sua morfologia; le caratteristiche geomorfiche possono essere distinte in planimetriche e orografiche. Le prime esprimono le dimensioni geometriche orizzontali (per es. l'estensione ed il perimetro),la forma, l'organizzazione e lo sviluppo del reticolo fluviale, mentre le seconde esprimono il rilievo (l'altezza media) e le pendenze (sia dei versanti che delle aste fluviali). I metodi di stima della portata di piena Q di assegnato tempo di ritorno Tr, cioe del numero medio di anni che occorre attendere affinché si abbia una portata pari o maggiore di Q, dipendono da vari fattori, primi fra tutti la disponibilità di dati osservati e la copertura spaziale della rete idrometeorologica. Sono diverse le metodologie che possono essere raccolte in due grandi sottoinsiemi: quella dei Metodi Diretti, che elabora le misure di portata disponibili per il bacino oggetto di studio in bacini idrologicamente simili, la seconda come Metodi Indiretti, che fa ricorso indirettamente dalla precipitazione meteorica tramite trasformazione afflussi-deflussi e a equazioni che permettono di ottenere la sola portata al colmo (metodi empirici, metodo razionale). I primi prescindono dall‟esame dell‟influenza che i diversi fattori morfologici e climatici hanno sulla formazione dei deflussi di piena e si fondano sull‟analisi probabilistica di una o più serie storiche di misura di portate di piena. I secondi invece valutano della portata di massima piena sulla base di parametri morfometrici del bacino imbrifero o sull‟impostazione di un bilancio idrologico relativo all‟evento di piena, in cui figura la precipitazione a cui e imputabile l‟evento stesso. Tale metodologia stima la portata al colmo a partire dalla precipitazione nell‟ipotesi che la frequenza di accadimento di quest‟ultima caratterizza quella della portata al colmo. Nel considerare le metodologie usualmente adottate per la valutazione delle portate di piena ai fini del dimensionamento delle opere di difesa dalle esondazioni, degli organi di scarico e delle sistemazioni fluviali in genere, per la Sardegna ci si può limitare a considerare tre tipi di approccio: a) quello empirico basato sulla curva di inviluppo dei massimi eventi osservati, proposto da Sirchia ed aggiornato a fine anni „60 da Fassò; b) quello a fondamento razionale, basato in genere su una schematizzazione in genere semplificata del processo di trasformazione afflussi-deflussi che nella sua usuale formulazione per la Sardegna utilizza le curve di possibilità pluviometrica date da Cao e altri e recentemente aggiornate; b) il modello probabilistico regionale per la valutazione delle portate di piena basato sulla distribuzione probabilistica Log-Normale e Two Components Estreme Values applicati ai dati massimi annuali di portata al colmo. 4.3.2. Aspetti demografici I dati sulla popolazione riferiscono di una popolazione presente di 11.630 unità, aggregata nelle 3.802 famiglie registrate. 5. L’ANALISI DI COERENZA 5.1. Analisi di coerenza esterna del Piano di lottizzazione “Via Torino Nord” con i Piani e Programmi di riferimento In base alle scelte che hanno portato alla redazione del Piano di lottizzazione "Via Torino Nord”, è necessario analizzare la coerenza delle scelte con gli obiettivi dei Piani sovraordinati, nello specifico con il Piano Urbanistico Comunale, con il Piano Paesaggistico Regionale, con il Piano Urbanistico Provinciale della provincia di Carbonia- Iglesias, con il Piano di Assetto idrogeologico. 5.1.1. Normativa Comunale Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, si configura come uno strumento di attuazione dello strumento urbanistico vigente, il P.U.C. approvato definitivamente con delibera consiliare n. 10/2000 pubblicata sul BURAS il 19.01.2002. STRALCIO DEL PUC Nello specifico il Piano Urbanistico Comunale determina per le zone C una suddivisione nelle sotto zone C1, C1S, C2, C2*, C3, C4, C5, C6, C7, identificate in relazione a specifiche localizzazioni e caratteristiche, e dotate di specifiche Norme di Attuazione. Le zone C sono caratterizzate da una sostanziale valenza strategica, essendo costituite da vaste estensioni di superfici omogenee, contenute nel perimetro complessivo delle zone verdi che racchiudono l'intero centro di Sant‟Antioco, spiccatamente dotate di vocazione alla edificazione residenziale organizzata su scala superiore a quella tradizionale. Per tale ragione sono assunte come parco di aree tecnicamente disponibili ad una urbanizzazione in grado di rappresentare - per dimensioni e qualità l'obiettivo di interventi non destinati alla esclusiva necessità di espansione della popolazione locale, quanto piuttosto alla crescente domanda di qualità urbana e di servizi di pregio che già caratterizza lo scenario urbanistico, anche in relazione ad un potenziale bacino costituito – almeno in parte - dai Comuni confinanti. 5.1.2. Normativa Regionale La legislatura urbanistica regionale è normata dal D.A. del 20 dicembre 1983 n. 2266/U, Decreto "Floris", disciplina dei limiti e dei rapporti relativi alla formazione di nuovi strumenti urbanistici ed alla revisione di quelli esistenti nei Comuni della Sardegna. L'art. 3 del suddetto Decreto Floris definisce Zone C di “Espansione residenziale” le “parti del territorio destinate a nuovi complessi residenziali, che risultino inedificate o nelle quali l'edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie utilizzata richiesti per le zone B”. Sant‟Antioco è Comune di III classe per cui l‟indice territoriale per le zone C è pari a 1,00 mc/mq. Lo stesso Decreto stabilisce che “Deve essere assicurata integralmente, attraverso la predisposizione di apposito piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata, la quantità minima di spazi di cui all'art. 6”, ovvero “dovrà essere assicurata per ogni abitante insediato o da insediare la seguente dotazione minima per spazi pubblici (S) riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie”. In particolare per i Comuni di III classe: mq 12,00 per abitante ripartita, di norma, nel modo appresso indicato: a) aree per l'istruzione (S1): asili nido, scuole materne e scuole d'obbligo: - Comuni della III e IV Classe: mq 4,00. b) aree per attrezzature di interesse comune (S2): religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre: - Comuni della I, II, III e IV Classe: mq 2,00. c) aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade (S3): - Comuni della III e IV Classe: mq 5,00; d) aree per parcheggi pubblici, in aggiunta alla superficie a parcheggio prevista dall'art. 18 della l. 765 (S4): tali aree, in casi speciali, potranno essere distribuite su diversi livelli: - Comuni della III e IV Classe: mq 1,00. Criteri normativi della L.R. 2266/83 Rispetto dei parametri minimi in termini di dotazione di servizi Criteri dimensionali del Piano di Lottizzazione Individuazione delle aree da destinare a Servizi. - - S1 - - S2 - - S3 - - S4 Livello di coerenza e del Piano di Lottizzazione Tale criteri risultano coerenti in quanto vengono soddisfatti i parametri minimi dimensionali previsti dalla normativa. 5.1.3. Piano Paesaggistico Regionale La Legge Regionale n. 8 del 2004, recependo quanto stabilito dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, introduce il Piano Paesaggistico Regionale quale “principale strumento della pianificazione territoriale regionale” che assume i contenuti dell‟art. 143 “Piano Paesaggistico” del D.Lgs. “n. 42/2004 e ss.mm.e ii. Il Piano Paesaggistico Regionale pone in primo piano il paesaggio della Sardegna come identità del territorio da salvaguardare e tutelare, contrastando i processi di trasformazione irreversibile e, al contempo, promuovendo l'applicazione di buone regole ai fini di una ricostruzione del paesaggio sardo e di un migliore riequilibrio territoriale. I suoi orientamenti essenziali sono: 1. identificare le grandi invarianti del paesaggio regionale, i luoghi sostanzialmente intatti dell'identità e della lunga durata, naturale e storica, i valori irrinunciabili e non negoziabili sui quali fondare il progetto di qualità del territorio della Sardegna, costruendo un consenso diffuso sull'esigenza di salvaguardia; 2. ricostruire, risanare i luoghi delle grandi e piccole trasformazioni in atto, recuperare il degrado che ne è conseguito sia per abbandono sia per sovra utilizzo, con una costruzione partecipata del progetto per le nuove "regole" dei paesaggi locali. Con il Piano Paesaggistico, dunque, la "Regione riconosce i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio, costituito dalle interazioni della naturalità della storia e della cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo". Il PPR assicura la tutela e la valorizzazione del paesaggio del territorio regionale e si pone come quadro di riferimento e di coordinamento degli atti di programmazione e pianificazione regionale, provinciale e locale, per lo sviluppo sostenibile del territorio, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente. Il Piano Paesaggistico Regionale individua le nuove espansioni all‟interno del Titolo III, “Assetto insediativo”, definito come rappresenta l‟insieme degli elementi risultanti dai processi di organizzazione del territorio funzionali all‟insediamento degli uomini e delle attività. La normativa prescrive di: - orientare la pianificazione urbanistica alla riqualificazione e al completamento dell‟insediamento esistente, a partire dalle matrici storico-ambientali che ne costituiscono la struttura conformativa; - localizzare i nuovi interventi residenziali e turistici e i servizi generali in connessione e integrazione strutturale e formale con l‟assetto insediativo esistente; - conformare ogni nuova costruzione o trasformazione dell‟edificato esistente al principio di armonizzazione delle architetture e delle facciate con il contesto; - prevedere esplicite norme per la progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali di rete o puntuali rispettando il loro corretto inserimento nel paesaggio e nell‟ambiente; - effettuare un puntuale censimento degli abusi edilizi dichiarati o riscontrati, ancorché sanati. Gli obiettivi principali riguardano: - la qualità paesaggistica e qualità urbanistica-architettonica, - la sostenibilità ambientale; - il principio di minimo consumo del territorio; - il criterio conservativo nei confronti dei caratteri della organizzazione spaziale e, conseguente, riconoscibilità; - criterio trasformativo alle forme insediative strutturalmente incoerenti, per le quali deve essere ridefinita la spazialità urbana a partire dalle matrici ambientali; - recupero, a tutti gli elementi del sistema insediativo, naturali e artificiali, in grado di caratterizzarne la qualità insediativa e paesaggistico; - rispetto della destinazione d‟uso, con particolare attenzione alla salvaguardia dei caratteri di integrità, unicità, irripetibilità ed elevata rilevanza percettiva, estetica, ambientale e culturale delle aree; - orientamento delle modalità di trasformazione del territorio secondo canoni di urbanistica sostenibile e architettura di qualità e bioarchitettura, favorendo il recupero delle tecniche costruttive tradizionali con l‟impiego dei materiali locali e promuovendo modalità costruttive finalizzate a conseguire un risparmio energetico e a migliorare le condizioni di benessere naturale e del comfort abitativo all‟interno degli edifici; L‟ambito della lottizzazione è inquadrabile nella categoria “Edificato urbano”, disciplinato dall‟art. 63 che ne definisce la diverse categorie. Il Piano di Lottizzazione "Via Torino Nord”, è definito dagli artt. 73, 74 e 75. I nuovi insediamenti devono ricercare la continuità con le matrici ambientali e storiche, ricostituendo il tessuto connettivo ambientale dell‟insediamento urbano, armonizzando le nuove architetture a contesto. Inoltre definisce atti programmatori quali dimensionamento delle nuove lottizzazioni in base alla richiesta sociale, la plurifunzionalizzazione dei nuovi insediamenti e il piano del verde urbano. Altresì si prescrive uno studio degli interventi di configurazione dello spazio urbano quali panchine, fontane, pensiline e aiuole, nonché gli elementi di illuminazione pubblica, atti a definire i caratteri identitari del contesto e assicurarne la coerenza estetica, nonchè l‟unitarietà degli elementi decorativi utilizzati; apposita disciplina è stabilita per gli impianti del verde pubblico e privato a carattere ornamentale. Le “Espansioni in programma” sono costitute dalle aree già programmate o da programmare per la futura espansione e “potranno essere individuate nuove aree da urbanizzare ai fini residenziali solo successivamente alla dimostrazione di reali fabbisogni abitativi, nell‟orizzonte temporale decennale, non soddisfatti dal consolidamento e dal recupero dell‟esistente. Tali aree dovranno essere adiacenti all‟urbanizzazione esistente secondo quanto disposto dall‟art. 21, commi 3 e 4, delle presenti norme e dovranno essere definite planimetricamente in modo da configurare conformazioni articolate e relazionate al contesto paesaggistico” ed, inoltre “al limite delle aree di espansione in programma, dovranno essere individuate e normate le aree verdi nelle quali è fatto divieto di realizzare qualsiasi forma di residenza e di attrezzature non programmate dalla pianificazione comunale dei servizi. Oltre agli indirizzi sopra definiti per gli Insediamenti Urbani, i piani riguardanti le “Espansioni in programma” dovranno essere corredati da “progetti guida” in grado di definire l‟articolazione planovolumetrica della pianificazione attuativa e di illustrare le tipologie architettoniche, nonché le tecniche e i materiali costruttivi, in funzione degli obiettivi di qualità paesaggistica. Inoltre, i nuovi interventi dovranno assicurare, sotto il profilo delle forme insediative e delle consistenze dimensionali, la compatibilità con il contesto, avuto riguardo ai requisiti tipologici e funzionali caratteristici delle attività da insediare. Obiettivi generali del Piano Paesaggistico Regionale Orientare la pianificazione urbanistica alla riqualificazione al completamento dell‟insediamento esistente Conformare ogni nuova costruzione o trasformazione dell‟edificato esistente al principio di armonizzazione delle architetture e delle facciate con il contesto Prevedere esplicite norme per la progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali di rete o puntuali rispettando il loro corretto inserimento nel paesaggio e nell‟ambiente Obiettivi generali del Piano di Lottizzazione Conferire un'immagine unitaria, riconoscibile e specifica dell‟espansione urbana rispetto al contesto limitrofo e a quello storico. Gli obiettivi principali riguardano: la qualità paesaggistica e qualità urbanistica-architettonica, la sostenibilità ambientale; il principio di minimo consumo del territorio; il criterio conservativo nei confronti dei caratteri della organizzazione spaziale e, conseguente, riconoscibilità; recupero, a tutti gli elementi del sistema insediativo, naturali e artificiali, in grado di caratterizzarne la qualità insediativa e paesaggistico; orientamento delle modalità di trasformazione del territorio secondo canoni di urbanistica sostenibile e architettura di qualità e bioarchitettura, favorendo il recupero delle tecniche costruttive tradizionali con l‟impiego dei materiali locali e promuovendo modalità costruttive finalizzate a conseguire un risparmio energetico e a migliorare le condizioni di benessere naturale e del comfort abitativo all‟interno degli edifici; Gli obiettivi principali riguardano: la qualità paesaggistica e qualità urbanistica architettonica, la sostenibilità ambientale; il principio di minimo consumo del territorio; il criterio conservativo nei confronti dei caratteri della organizzazione spaziale e, conseguente, riconoscibilità; orientamento delle modalità di trasformazione del territorio secondo canoni di urbanistica sostenibile e architettura di qualità e bioarchitettura, favorendo il recupero delle tecniche costruttive tradizionali con l‟impiego dei materiali locali e promuovendo modalità costruttive Livello di coerenza e indirizzi del Piano di Lottizzazione Tale obiettivi risultano coerenti. Il Piano attuativo promuove caratteri identitari del contesto e li identifica nella disciplina normativa. Tali obiettivi risultano coerenti e sono perseguiti attraverso la ricerca della qualità architettonica, disciplinata dalle norme tecniche d‟attuazione, che orientano alla definizione dei requisiti per l‟inserimento armonioso delle nuove realizzazioni nel contesto urbano e paesaggistico. Tale obiettivo risulta coerente. Il Piano di Lottizzazione che risulta infatti finalizzato alla definizione degli spazi urbani prescrivendo l‟utilizzo di tecniche e materiali compatibili con gli obiettivi preposti. La stessa organizzazione spaziale prevede una coerente immagine unitaria degli spazi verdi. finalizzate a conseguire un risparmio energetico e a migliorare le condizioni di benessere naturale e del comfort abitativo all‟interno degli edifici. 5.1.4. Piano Urbanistico Provinciale/piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della Provincia di Carbonia Iglesias Il Piano Urbanistico Provinciale/Piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della provincia di Carbonia Iglesias, definito dall‟art. 15 della L. 142/90 (e successivi aggiornamenti) e dall‟art. 16 della L.R. 45/89 “Norme per l‟uso e la tutela del territorio regionale”, è stato adottato con la deliberazione del Consiglio Provinciale n. 3 del 23 Gennaio 2012. Il principale riferimento normativo del PUP/PTC vigente è la legge urbanistica regionale (L.R. 45/89), che all‟art.16 prevede che la Provincia, con “il Piano Urbanistico Provinciale, redatto anche per settori di intervento e nel rispetto della pianificazione regionale, individui specifiche normative di coordinamento con riferimento ad ambiti territoriali omogenei: per l‟uso del territorio agricolo e costiero; per la salvaguardia attiva dei beni ambientali e culturali; per l‟individuazione e la regolamentazione dell‟uso delle zone destinate ad attività produttive industriali, artigianali e commerciali di interesse sovracomunale; per le attività ed i servizi che per norma regionale necessitano di coordinamento sovracomunale; per la viabilità di interesse provinciale; per le procedure relative alla determinazione della compatibilità ambientale dei progetti che prevedono trasformazioni del territorio”. Il Piano Urbanistico Provinciale di Carbonia Iglesias, coerentemente con le indicazioni del PPR, assume gli Ambiti di paesaggio quale dispositivi di indirizzo per la pianificazione paesaggistica alla scala provinciale e comunale. In particolare il Piano acquisisce gli elementi descrittivi e di indirizzo progettuale contenuti negli Ambiti di paesaggio costieri e negli Ambiti di paesaggio interni, così come identificati nella proposta di estensione del PPR per l‟intero territorio regionale: Ambito di paesaggio n. 5 Anfiteatro del Sulcis Ambito di paesaggio n. 6 Carbonia e isole sulcitane Ambito di paesaggio n. 7 Anello metallifero Ambito di paesaggio Sulcis Ambito di paesaggio Valle del Cixerri. Per quanto riguarda gli Ambiti di paesaggio Sulcis e Valle del Cixerri, nel PUP/PTC di Carbonia Iglesias, sono stati assunti (e acquisiti attraverso una loro revisione) gli indirizzi progettuali contenuti nella proposta preliminare riguardante l‟estensione del PPR alle aree interne. Il Comune di Sant‟ Antioco si inquadra all‟interno dell‟ambito di paesaggio di rilievo sovralocale “Piane Costiere di Sant‟Antioco e Calasetta”, appartenente all‟ambito di paesaggio Carbonia e isole sulcitane. In particolare, l‟indirizzo del Piano per quest‟ambito, in funzione delle indicazioni del PPR, riconosce per i Piani Urbanistici Comunali una differenziazione delle zone agricole, precisando, anche in relazione ai processi agricoli in atto eventuali potenzialità o criticità territoriali, anche ai fini della promozione di politiche di valorizzazione di peculiarità paesaggistiche. 5.1.5. Piano di Assetto Idrogeologico Il Piano di Assetto Idrogeologico, è stato redatto ai sensi del comma 6 ter dell‟art. 17 della Legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni, adottato con Delibera della Giunta Regionale n. 2246 del 21.07.2003, approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 54/33 del 30 dicembre 2004 e reso esecutivo dal decreto dell‟assessore dei lavori pubblici 21 febbraio 2005, n. 3. Il Piano individua e perimetra le aree a rischio idraulico e geomorfologico, secondo quanto disposto dal D.Lgs 180/98 convertito in L. 267 del 30.08.1998 e D.P.C.M. del 29.09.1998. In particolare, delimita le aree a pericolosità idraulica (molto elevata Hi4, elevata Hi3, media Hi2) e a pericolosità da frana (Hg4, Hg3, Hg2), rileva gli insediamenti, i beni, gli interessi e le attività vulnerabili nelle aree pericolose, allo scopo di valutarne le specifiche condizioni di rischio ed individua e delimita le aree a rischio idraulico (molto elevato Ri4, elevato Ri3, medio Ri2) e a rischio da frana (Rg4, Rg3, Rg2). Il PAI ha valore di piano territoriale di settore, in quanto dispone con finalità di salvaguardia di persone, beni, ed attività per la tutela dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale sui piani e programmi di settore di livello regionale. L‟area in oggetto ricade all‟interno della perimetrazione del P.A.I., nella classe di pericolosità Hi1, inoltre ai sensi dell‟art. 8 comma 2 delle N.A. del P.A.I., si è proceduto alla redazione dello studio di Compatibilità Geologica-Geotecnica e Idraulica. (Immagini sottostanti a Sinistra Hi e a destra Ri). Collocazione dell'area di intervento rispetto allo stralcio della mappa PAI 5.2. Analisi di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale Dalle politiche per lo sviluppo sostenibile promosse in questi ultimi anni, sono emersi una serie di criteri a cui ogni territorio può fare riferimento per definire i propri obiettivi locali di sostenibilità. L‟assunzione della sostenibilità come modello di sviluppo di una comunità deve necessariamente tenere conto di quattro dimensioni: sostenibilità ambientale, intesa come capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali; garantendo l‟integrità dell‟ecosistema per evitare che l‟insieme degli elementi da cui dipende la vita sia alterato; preservazione della diversità biologica; sostenibilità economica, intesa come capacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione; eco-efficienza dell‟economia intesa, in particolare come uso razionale ed efficiente delle risorse, con la riduzione dell‟impiego di quelle non rinnovabili; sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire condizioni dì benessere umano e accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità, socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi, ed in particolare tra le comunità attuali e quelle future; sostenibilità istituzionale, come capacità di rafforzare e migliorare la partecipazione dei cittadini alla gestione dei processi decisionali; i processi di decisione politica devono corrispondere ai bisogni ed alle necessità degli individui, integrando le aspettative e le attività di questi ultimi. Capacità di un buon governo. La definizione del set di obiettivi locali di sostenibilità deve dunque necessariamente cercare di rispettare i seguenti principi: il grado di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro capacità di rigenerazione; l‟immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell‟ambiente non deve superare la capacità di autodepurazione dell‟ambiente stesso; lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo. Nel rispetto di questi principi, per l‟integrazione degli aspetti ambientali nel processo di redazione del Piano Attuativo di Riqualificazione del Centro di antica e prima formazione, si è fatto riferimento ai dieci criteri di sostenibilità proposti dal “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell‟Unione Europea” (Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998) e riportati nella tabella seguente: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ELENCO DEI 10 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ INDICATI NEL MANUALE UE Ridurre al minimo l‟impegno delle risorse energetiche non rinnovabili Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale Protezione dell‟atmosfera Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l‟istruzione e la formazione in campo ambientale Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile piani e programmi” I 10 criteri di sostenibilità ambientale indicati nel Manuale UE, esplicitati e dettagliati in obiettivi di sviluppo sostenibile volti a diminuire, nell‟attuazione delle politiche di settore, la pressione sull‟ambiente e ad incidere direttamente sulla qualità ambientale, rappresentano la base per orientare le scelte di Piano verso i principi della sostenibilità ambientale. Nella tabella seguente sono riportati gli obiettivi di sostenibilità, contestualizzati per il Piano di Lottizzazione in esame; tramite questi ultimi, una volta confrontati con gli obiettivi della variante al Piano, sarà possibile esplicitare requisiti di sostenibilità da recepire nella normativa di Piano. CRITERI DI SOSTENIBILITÀ 1 Ridurre al minimo l‟impegno energetiche non rinnovabili OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE delle risorse Incentivare l‟efficienza di produzione energetica e l‟utilizzo di nuove fonti alternative Promuovere il risparmio energetico in termini di efficienza di utilizzo e riduzione dei consumi energetici 2 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali Conservare e qualificare il patrimonio paesaggistico Individuare e catalogare le invarianti del patrimonio paesaggistico e storico-Culturale 3 Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale Conservazione e gestione di paesaggi di interesse culturale, storico, estetico ed eco-logico Ridurre la necessità di spostamenti urbani Conservare e qualificare il patrimonio paesaggistico 6. DESCRIZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI ED INDIRIZZI PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE Nel presente capitolo vengono analizzati e descritti i principali impatti ambientali attesi in seguito alla realizzazione del Piano Attuativo in esame, con particolare riguardo alle componenti già risultate maggiormente critiche da una prima analisi effettuata. Di seguito vengono, quindi, elencati i possibili impatti principali che gli interventi previsti dal Piano di Lottizzazione potrebbe generare sulle principali componenti ambientali. AZIONI DI PIANO EFFETTI DI IMPATTO ED INDIRIZZI PER IL PIANO Si stima che l‟impatto su questa componente ecosistemica in fase di cantiere sia trascurabile, sia per l‟entità ridotta dell‟intervento, sia per la durata temporale limitata della suddetta fase. Però considerato che l‟area di intervento è localizzata in una zona circostante prettamente residenziale l‟emissioni di polveri dovrà essere contenuta e limitata all‟area che sarà interessata dal progetto. TRAFFICO E ATMOSFERA I principali impatti sulla componente aria riguardano: emissioni dovute a un aumento del traffico veicolare indotto dalla realizzazione degli interventi previsti nel Piano, connesso ai movimenti dei residenti/clienti delle nuove funzioni residenziali; emissioni dovute alla climatizzazione e al riscaldamento delle strutture. Importante sottolineare che tutti gli edifici dovranno essere costruiti ai sensi della Normativa vigente in merito al contenimento dei consumi energetici e vengono introdotte specifiche prescrizioni per la dotazione di fonti energetiche alternative. ACQUA E IDROGELOGIA In merito all‟alterazione delle caratteristiche qualitative dei terreni, le attività di ripristino ambientale dell‟area, in corso e/o previste, garantiranno la completa salubrità e idoneità delle aree per le destinazioni funzionali previste dal Piano. A progetto realizzato, data la tipologia delle opere oggetto del piano, non si prevede alcuna possibilità di contaminazione del suolo: infatti, i reflui dei nuovi edifici e delle superfici impegnate saranno convogliati in rete fognaria. Il piano porta ovviamente al consumo e all‟impermeabilizzazione di suolo, ma anche alla razionalizzazione dell‟uso del suolo e alla riqualificazione dell‟ambito urbano ed edilizio. Si ipotizza un possibile aumento del consumo idrico per le attività che si insedieranno nell‟area. Tuttavia, relativamente all‟acquifero sotterraneo, non si prevede alcuna forma di interferenza diretta con la falda. Infatti, le opere non presentano caratteristiche tali da influire potenzialmente, né in fase di cantierizzazione né a progetto realizzato, sull‟acquifero sotterraneo. Tutti gli scarichi delle nuove realizzazioni saranno allacciati alla rete fognaria, alla quale recapiteranno mantenendosi entro i limiti previsti dalla vigente IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE SUPERFICI CONSUMI E SCARICHI IDRICI RUMORE AMBIENTE BIOTICO normativa nazionale e regionale in materia di scarico di reflui in rete pubblica. Le acque di scarico saranno convogliate nella rete della fognatura comunale nel rispetto delle prescrizioni e delle procedure vigenti. L‟entità dell‟intervento fa si che lo stesso possa essere agevolmente assorbito dalla infrastruttura esistente. Le acque bianche provenienti dai tetti saranno convogliate nelle vasche di cui al precedente punto. Le acque bianche provenienti dai piazzali e dai parcheggi saranno convogliate in fossa desoleatrice e quindi in pozzo perdente per essere sperse nel sottosuolo. La pavimentazione dei parcheggi sarà realizzata attraverso sistemi che non permetteranno il passaggio diretto dell‟acqua nel sottosuolo. Ogni intervento risponderà in ogni caso alle prescrizioni ed indicazioni dettate dall‟ente delegato alla gestione della rete. Al fine di minimizzare la superficie impermeabilizzata, per gli spazi pubblici o privati destinati a viabilità pedonale o parcheggio potrà essere previsto l‟utilizzo di materiali filtranti ed assorbenti. I materiali da utilizzarsi potranno essere: cementi drenanti, selciati in calcestruzzo o cemento con giunti permeabili, selciati in pietre porose, selciati verdi con moduli in cemento. La necessità di consumo idrico legata alla nuova residenza appare sostenibile in relazione all‟attuale dimensionamento della rete di approvvigionamento esistente in prossimità dell‟area di intervento. Trattandosi di una lottizzazione di tipo residenziale, la tipologia delle acque reflue prodotte è del tutto convenzionale è potrà essere riversata nella rete fognaria limitrofa senza particolari trattamenti preliminari. Una verifica dell‟adeguatezza della rete di approvvigionamento e della rete fognaria in relazione all‟intervento dovrà comunque essere effettuata con l‟Ente gestore in fase di progettazione degli interventi edilizie. Si stima che sia la fase di cantiere sia la presenza di nuove strutture porteranno a un incremento estremamente ridotto delle emissioni acustiche, quindi potenzialmente trascurabile. Si tratta di un‟area residenziale che non presenta problematiche legate a fenomeni di inquinamento acustico per cui si prevede un incremento non sostanziale dei decibel emessi. Non si evidenziano particolari impatti negativi dato l‟attuale stato di fatto dell‟area oggetto del Piano. L‟attività in progetto non comporterà la distruzione né la modificazione di ambienti naturali presenti nelle aree circostanti, considerato che l‟area risulta già in parte antropizzata, in parte costruita in parte terreno agricolo in stato d‟abbandono. Il piano dovrà prevedere l‟inserimento di aree a verde come parte rilevante nel processo di riqualificazione dell‟area. Oltre alle aree di proprietà pubblica si stabilisce anche la normativa specifica per le aree cortilizie private che dovranno salvaguardare l‟impatto complessivo. a filosofia generale dell‟intervento deve essere finalizzata alla schermatura paesaggistica dell‟area in esame e alla riduzione dei possibili impatti come emissioni di polveri e di rumore, ma anche alla ricostruzione di una copertura vegetale con specie autoctone. Si consiglia, quindi, specie che devono essere PAESAGGIO ENERGIA RIFIUTI individuate tenendo in considerazione la vegetazione locale, in modo da scegliere le specie maggiormente congrue al tipo di suolo e alle caratteristiche bioclimatiche tipiche dell‟area, oltre che alla necessità del perseguimento della finalità estetica. Le specie vegetali, arbustive e arboree, da impiegare nella creazione delle aree verdi dovranno essere compatibili con le caratteristiche ecologiche dell‟area di intervento; si consiglia, pertanto, il reperimento delle essenze da utilizzare presso vivai certificati. L‟impatto previsto è in parte mitigato dalla componente arborea ed arbustiva ed in parte dallo studio unitario complessivo dell‟insediamento che persegue l‟obiettivo di completare ed uniformare le lottizzazioni limitrofe. Si attua attraverso la predisposizione delle Norme d‟Attuazione che richiamano ai caratteri identitari e alle recenti espansioni ritenute paesaggisticamente coerenti con il contesto. I nuovi edifici porteranno a un aumento del consumo energetico per le attività che si insedieranno, che dovranno essere mitigati dalla scelta di adottare tecnologie finalizzate al risparmio energetico. Per quanto concerne un potenziale inquinamento luminoso, il possibile impatto derivante dall‟illuminazione si ritiene di poca influenza nel contesto già urbanizzato in cui il piano si colloca. Il piano attuativo prevede la realizzazione di aree con funzione a carattere residenziale, ciò comporterà un incremento della produzione dei rifiuti. L‟incremento della produzione di rifiuti se rapportati alla produzione di RSU nel Comune di Sant‟Antioco, rappresentano un incremento non rilevante. Si tratta di un quantitativo di rifiuti prodotti, inoltre, solo parzialmente ex-novo sul territorio comunale, considerando almeno il parziale trasferimento di residenze già presenti all‟interno della città o la residenzialità stagionale. Trattandosi di una destinazione a carattere residenziale, la tipologia di rifiuti prodotti è quella dei rifiuti solidi urbani che potranno quindi essere gestiti secondo le modalità normalmente adottate dall‟attuale Ente gestore. 7. CONCLUSIONI In sintesi, si propone pertanto di non sottoporre a VAS la lottizzazione in esame, poiché alla luce dei documenti disponibili analizzati non si ritiene passibile di generare effetti negativi particolarmente rilevanti. Si richiede di utilizzare e prevedere, nella progettazione di dettaglio dei singoli edifici, le migliori tecnologie disponibili per l‟abbattimento degli eventuali impatti generati, nonché di ottimizzare le performance ambientali ed energetiche delle strutture edilizie. Infine, si richiede di prevedere la messa a dimora, nelle aree a verde, di specie autoctone idonee alle caratteristiche ecosistemiche dell‟area. Sommario 1. INTRODUZIONE ...................................................................................................................................................... 2 2. LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS ......................................................................................... 2 2.1. Inquadramento normativo ......................................................................................................................... 2 2.2. La procedura di Verifica di Assoggettabilità.......................................................................................... 3 3. IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE “ VIA TORINO NORD ” ............................................................................. 4 3.1. Quadro normativo di riferimento............................................................................................................... 4 3.1.1. Normativa comunale ................................................................................................................................. 4 3.1.2. PPR ................................................................................................................................................................ 5 3.1.3. Piano di Assetto Idrogeologico .............................................................................................................. 6 3.2. Gli obbiettivi del Piano di Lottizzazione .................................................................................................. 7 3.3. La struttura del Piano di Lottizzazione .................................................................................................... 7 Ubicazione e stato attuale dell’area ........................................................................................................................... 9 L’ambiente naturale e paesaggistico della zona ....................................................................................................... 10 Criteri e scelte progettuali ........................................................................................................................................ 11 4. IL CONTESTO TERRITORIALE .................................................................................................................... 11 4.1. Inquadramento territoriale ........................................................................................................................ 11 4.2. Descrizione degli assetti territoriali ....................................................................................................... 12 4.2.1. Assetto Ambientale - Geologia............................................................................................................. 12 4.2.2. Cenni Geomorfologici e idrogeologici ............................................................................................... 14 4.3. Inquadramento geografico e climatico .................................................................................................. 15 4.3.1. Idrologia...................................................................................................................................................... 16 4.3.2. Aspetti demografici ................................................................................................................................. 17 5. L’ANALISI DI COERENZA ............................................................................................................................. 17 5.1. Analisi di coerenza esterna del Piano di lottizzazione “Via Torino Nord” con i Piani e Programmi di riferimento .................................................................................................................................. 17 5.1.1. Normativa Comunale............................................................................................................................... 17 5.1.2. Normativa Regionale ............................................................................................................................... 18 5.1.3. Piano Paesaggistico Regionale ........................................................................................................... 19 5.1.4. Piano Urbanistico Provinciale/piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) della Provincia di Carbonia Iglesias ......................................................................................................................... 22 5.1.5. Piano di Assetto Idrogeologico ............................................................................................................ 22 5.2. Analisi di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale .................................................... 24 6. DESCRIZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI ED INDIRIZZI PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE ....... 26 7. CONCLUSIONI ................................................................................................................................................. 28