www.cantuoggi.itt seguici su facebook t i g g O ú t n a C chi cosa dove quando e perché De Baggis - Via G. da Cermenate Su quale dei due fronti conti di fare maggior breccia? Il centro sinistra fatica a dialogare con professionisti e imprenditori. A Cantù però il volontariato abbraccia anche altre formazioni politiche. Entrambi. Nell’affrontare questa sfida ho preso esempio da realtà e persone di questa città che ho avuto la fortuna di … A farti sostenere dal PD? No, non per questo (ride). Per il fatto di essermi esposto in prima persona. È che ho imparato a non mettere mai un limite all’impegno: quando sei chiamato devi rispondere. Sarà forse una conseguenza dell’educazione ricevuta, ma val sempre la pena di prendersi degli impegni: I care. In breve quindi: perché votare Antonio Pagani? Perché è una persona che poteva godersi una pensione tranquilla e invece ha voluto impegnarsi per la propria città. Non mi tiro indietro: amo troppo Cantù! L’è inutil tirà in ball l’architettura Per cambià i piant e tutt ul paviment A nunc tucca la spesa miliardaria E l’Architett l’incassa un tot per cent Basta mezz’ura de santa motosega Tri vàas dei fiur e un’altra lampadina! Per ripurtà la Piazza al so’ splendur De sira emm de fa ciar cumè mattina Parlen de migliurà la mia Città Però del Palazzett s’en parla nanca Quei che l’han cundanàa a fà la rudera Gh’han minga una parola o una palanca Viabilità, la gran disperaziun La Circunvallaziun l’è fantasia Emm dumandàa s’en femm de Via Mentana M’han rispundùu l’han fada e così sia M’ha cunfidàa un bel cervelun armàa Ma i canturitt se vann in gir a fa? Ma che viabilità e circulaziun! Dacc un bel condominio e stann a cà! Speri che passa no la preputenza Visto che a dì de no gh’era la fila Bastava guardà in gir per capì subit Ch’eren restàa in desdott cuntra tremila Se infin tremila firmi cunten nient Bisogna ringrazià già fin de adess Vista la cundiziun de sudditanza Per tutt stì bei danée butàa in del cess ANTONIO PAGANI - Candidato Sindaco nuova serie - anno 7 Una preferenza però bisognerà esprimerla. Altrimenti si rischia di cadere nel ma-anchismo di Veltroni. È difficile dotarsi di un messaggio che accontenti tutti. In partenza non mi sento di escludere nessuno, non voglio mettere limiti a questa avventura. Certo è che chi agisce pensando solo ai propri interessi può essere un compagno di viaggio per un breve periodo ma dubito che possa Non hai un passato di militanza politica e non hai partecipato alla vita amministrativa degli ultimi anni. Cosa ti ha indotto a impegnarti proprio adesso e con un ruolo di primo piano? Chi mi incontra mi dice: hai avuto grande coraggio … Jaufré Rudel (Giugno 2005) 34 Hai una grande presenza nell’associazionismo: Aspem, Scout, Comunità del Pellegrino. Ma anche molti anni di esperienza nel mondo bancario: Cariplo e Banca Intesa. Come hai fatto a mettere insieme profit e no profit? Sembrano due mondi molto distanti. In realtà non ho mai ricoperto ruoli in contrasto con le mie idee, non c’è mai stata rottura tra questi due aspetti della mia vita. È possibile affrontarli con lo stesso bagaglio culturale. In entrambi i casi però mi sono messo in gioco, confrontandomi con il mondo che avevo di fronte, cogliendone bisogni e richieste. Altrimenti anche il volontariato diventa solo un abito, un atteggiamento esclusivamente di facciata, che rischia di non essere assolutamente incisivo. incontrare. Alcune di queste vengono dal mondo del volontariato, certo. Altre invece vengono dal mondo del lavoro e dell’impresa. Persone che credono nel diritto e nella libertà del lavoro e che si assumono anche la responsabilità di poterlo garantire. Ho incontrato imprenditori che hanno considerato loro orgoglio e massimo impegno garantire i posti di lavoro nei momenti difficili. n° Se le elezioni per il sindaco di Cantù fossero domani avremmo già il vincitore: Antonio Pagani. Se non altro perché è l’unico candidato finora presentato. Le altre formazioni politiche sembrano agitarsi ancora nelle fasi preliminari, come dovessero mettere ancora a punto il motore prima di mettere il muso fuori dai box. Il Partito Democratico ha invece rotto gli indugi e ha proposto Antonio Pagani per guidare la città di Cantù a partire dal 2012. Ci siamo fermati a fare quattro chiacchiere con lui. E basta cun sta’ Piazza! Che menada! La piazza la va ben cume che l’è La gh’è piasuda a quei che la san lunga La gh’è piasuda ai martur e anca al Re Periodico mensile Sped. in abbonamento postale - 45% art.2 comma 20/B - Legge 662/96 - Como eatro Il coraggio di mettersi in gioco in prima persona A pochi giorni dall’ennesima inaugurazione di Piazza Garibaldi dopo il restylng della parte centrale con fontana e aiuole, costato altre migliaia di euro ai citadii canturini, riproponiamo le rime di Rudel pubblicate nel 2005 a seguito della decisione della Giunta Sala di spendere oltre due milioni e mezzo di euro per rifare la piazza. 2011 di Alessandro Borghi esserlo a lungo. Lavorerò invece per incontrare persone e realtà con cui poter condividere un obbiettivo: Cantù e i canturini protagonisti delle proprie scelte. Con entusiasmo e con onestà, a carte scoperte e senza pregiudizi. PIAZZA CINQUE MILIARDI APRILE UN VERMOUTH CON ANTONIO PAGANI NUOVO PALAZZETTO: una piscina nel regno del basket!!! che idea geniale!!! MARZO A ngelo “Lupo” Sala Tenna e poi Giancarlo “Pedro” Pedroncelli. Se ne sono andate due figure storiche della sinistra del Canturino. Il primo quasi sempre all’opposizione, il secondo quasi sempre al governo. Entrambi ci hanno fatto capire che in politica non esiste un centro e una periferia, che tutte le istanze dei cittadini vanno attentamente considerate, senza esclusione alcuna. Sala Tenna fu l’ideatore del Parco della Serenza e uno dei padri del centro sportivo di via san Giuseppe. Fondatore della Legambiente canturina si batté per il riscatto della sua Mirabello e per la qualità della vita del suo quartiere. Di Pedroncelli altri parlerà meglio e lo ricorderà degnamente nel prossimo futuro. Ha inseguito tutta la vita un ideale di comunità, quasi plasmandola giorno per giorno, puntando sui valori, su ciò che conta veramente nella vita. Ad Alessio Sala Tenna, ad Adele e a Michela e a tutti quanti i familiari di “Pedro” vada l’abbraccio della redazione di “Cantù Oggi”. Giancarlo Montorfano SENZA NASCONDERE LA TESTA SOTTO LA SABBIA PALAZZETTO DELLO SPORT: 20 MILIONI DI EURO IN PIU’ PER LA TURRA di Vittorio Spinelli Il perchè della segnalazione sul Palazzetto all’Autorità Garante 52.283.509 euro 14.000 mq è la somma dei contributi pubblici diretti, indiretti e da tariffe che si determinano a favore di Turra con il piano economico finanziario presentato con il progetto definitivo: a base di gara erano 32.627.392 euro. Oltre ai 3.500.000 euro di conferimento a fondo perduto dal parte del Comune e ai 5.000.000 euro pari al valore dei terreni comunali ex Stecav e di Via Spluga ceduti alla Turra, bisogna sommare 15.145.116 euro di ricavi per la superficie del centro direzionale e commerciale (erano 14.970.492 euro nel piano economico finanziario preliminare), 10.147.986 euro di oneri per il parcheggio interrato totalmente a carico della parte pubblica (erano 3.876.000 euro), 920.220 euro come esonero dal versamento degli oneri di urbanizzazione (erano 854.490 euro), 9.133.187 euro come stima degli oneri di gestione e manutenzione del parcheggio interrato per trent’anni (erano 3.488.400 euro), 8.437.000 euro di utili derivanti dalla gestione del palazzetto e della piscina (erano 938.010 euro). è la nuova superficie del centro direzionale commerciale contro i mq 13.000 a bando, ma la superficie reale calcolata è più di 19.000 mq. EXPO A MILANO? IL PARCO T e rritorio IL PD PER LA BRUGHIERA Marzo Aprile 2011 19.515 euro è il costo unitario del posto auto del parcheggio interrato, erano 11.353 euro nel preliminare: oggi con 18.000 euro si acquista un garage completo. 7,20 euro è la tariffa prevista per l‘ingresso alla piscina del palazzetto. Nella piscina attuale si paga 6,00 euro. (S.Barcarini) E UN CANTURINO PER IL LOGO di Tiziano Grassi, portavoce del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera Cantù Oggi sono i posti del parcheggio interrato previsti nel piano economico e finanziario del progetto definitivo contro i 569 del preliminare. expo 20 15 2015 QUALE FUTURO PER IL PARCO REGIONALE DELLA BRUGHIERA? 2 520 posti R.Bianchi trasparenza può garantire che non ci sia uno sbilanciamento tra i due perché è la stessa collettività che controlla. La libera concorrenza invece è venuta a mancare nel momento in cui si sono aggiunti nuovi pezzi al progetto iniziale, arrivando praticamente a raddoppiarne i costi. Siamo anche stati accusati di voler favorire chissà quale soggetto terzo. La verità è che senza concorrenza il Comune si trova ad essere sempre in una posizione di debolezza ed è costretto a “calare le brache” a ogni richiesta del committente perché non ha alternative. Se poi questo viene considerato secondario vuol dire che sono secondari gli interessi della collettività. Non so che idea sia questa di democrazia, ma di sicuro non ci appartiene. Abbiamo presentato la segnalazione perché questi due principi siano garantiti sempre, anche nel momento in cui si cerca di rimettere in piedi un’opera pubblica ferma da vent’anni. IL PALAZZETTO COMMERCIALE Quando il Partito Democratico di Cantù ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di portare il project financing del Palazzetto davanti all’Autorità garante per i contratti pubblici, mezza città gli si è rivoltata contro. Ovviamente l’Assessore ai Lavori pubblici ha difeso il suo lavoro. E questo è comprensibile. Ma anche Lavori in Corso ci ha aspramente contestati, nonostante avesse condiviso una parte di questo percorso e nonostante ora si trovi su pozioni molto simili a quelli del Partito Democratico. Misteri della strategia politica. Infine anche la stampa ha criticato la nostra iniziativa. Eppure abbiamo voluto andare fino in fondo e presentare la segnalazione. In ballo c’erano due principi che riteniamo fondamentali per costruire una società democratica: trasparenza e libera concorrenza. Non siamo contrari al project financing come strumento. Permette di far collimare gli interessi della collettività con quelli delle aziende private. Però solo la Ecco cosa cambia per i cittadini canturini dalla gara ad oggi Alcuni mesi fa i responsabili del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera ci hanno sollecitato a riprendere, anche a Cantù, le fila di una proposta che aveva già avuto attenzione da parte del PD a livello regionale e nella provincia di Monza e Brianza. Gli incontri che ne sono scaturiti e a cui partecipano i partiti dell’opposizione e le associazioni ambientaliste locali hanno l’obbiettivo di rilanciare anche a Cantù il progetto del Parco Regionale. Il primo appuntamento è fissato per il 28 e 29 maggio: sabato con iniziative nel centro di Cantù e domenica con la passeggiata organizzata da Legambiente nei boschi di Santa Naga Cantù, per altro, ha un ruolo strategico essendo il Comune con la maggior quota complessiva di territorio inserita nel parco: il 15%della superficie totale della Brughiera pari a circa 1.100 ettari. Ad oggi, per precisa scelta dell’Amministrazione Comunale, Cantù non ha voluto aderire alla proposta del Parco Regionale preferendo una scelta di gestione esclusivamente locale proponendo un progetto ambiguo e chiamandolo furbescamente “Parco delle Cascine”. Progetto dove all’interno ci possa stare di tutto: confini modificabili in qualsiasi momento a seconda delle “necessità di qualcuno”, sfruttamento immobiliare di realtà storiche (Cascina Santa Naga), strade che si insinuano nei boschi, progetti di strutture incompatibili con un parco tipo campi da golf, ecc.. Ci sembra quindi importante riproporre sul giornale alcune note su questo tema. Abbiamo a tale proposito chiesto a Tiziano Grassi, portavoce del Comitato per il Parco Regionale, alcune considerazioni sulle motivazioni che stanno alla base delle richieste di salvaguardia regionale della Brughiera che riportiamo qui di seguito. Paola Mauri Le ragioni di una proposta IL TERRITORIO E IL SUO VALORE Boschi, brughiere ma anche laghetti e piccole zone umide, caratterizzano un complesso e prezioso ecosistema che interessa 24 Comuni della provincia di Monza e Brianza e di Como. Elementi di pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico e storico, che ancora sopravvivono, consentono, mediante uno strumento di tutela Regionale, di mantenere ancora in vita l’identità secolare di un territorio che, ora più che mai, ha acquisito un enorme valore a causa di un’urbanizzazione che sembra non avere fine. Ma anche cascine ed altri edifici della civiltà contadina, rogge, fornaci ed antiche strutture, che se opportunamente valorizzate e salvaguardate contribuiscono ad arricchire il nostro patrimonio storico-culturale. PERCHE’ UN PARCO REGIONALE Questo territorio possiede tutte le caratteristiche ambientali, paesistiche e culturali previste dalla legge per la costituzione di un Parco Regionale. La maggior parte di queste aree naturali è già riconosciuta, dall’attuale legge regionale, come area di rilevanza ambientale. Attualmente, però, la gestione e l’uso di questo territorio sono definite dai piani regolatori comunali o dai PGT che, non essendo coordinati fra loro, non ne garantiscono sufficientemente la salvaguardia. La creazione di un Parco Regionale introdurrebbe uno strumento di coordinamento con normative appropriate (Piano di Parco e Regolamento) ai quali i PGT comunali dovrebbero adeguarsi, permettendo una gestione armonica ed unitaria di tutto il territorio. Il Parco Regionale della Brughiera, consentirebbe la costituzione di un “baluardo verde” a nord di Milano, in analogia alla cintura che già cinge la metropoli a sud, col Parco Agricolo Sud Milano. Inoltre la costituzione di un Parco Regionale, potrebbe fornire regole uniformi anche per tutta una serie di attività e di interventi di grande rilievo sociale, regolamentandole su tutto il territorio interessato. Consentirebbe anche l’uso, da parte dei Comuni inclusi nel territorio del Parco, di misure di incentivazione, dando ad essi la priorità per i finanziamenti statali e regionali richiesti per la realizzazione di: restauri di centri storici, recupero di nuclei rurali, attività culturali connesse al Parco, attività sportive compatibili, strutture per l’utilizzo di energie alternative a basso impatto ambientale. UN PARCO IN CERCA DI FUTURO DA OLTRE VENT’ANNI Le Amministrazioni locali ed i cittadini hanno confermato la loro volontà di tutela e di valorizzazione di questi territori in diverse occasioni. Il primo passo è avvenuto nella prima metà degli anni novanta, quando una petizione aveva raccolto 20.000 firme stimolando la costituzione del Comitato Regionale di Proposta che definì la perimetrazione delle aree, la modalità di gestione e il regime di tutela da applicare al Parco Regionale della Brughiera. L’elaborato del Comitato di Proposta venne trasmesso alla Giunta Regionale - Direzione Generale Tutela Ambientale in data 3 giugno 1999. Consisteva in una proposta di legge per l’istituzione del Parco con relativa relazione e cartografia. Tale Proposta di Legge attende ancora di essere discussa. Nella primavera del 2008 si è ricostituito il Comitato per il Parco Regionale della Brughiera. Ne fanno parte associazioni, gruppi politici e singoli cittadini che operano in campo ambientale nelle province di Milano, Como e Monza-Brianza. Dopo una nuova campagna informativa e promozionale, il 9 dicembre 2009 il Comitato ha protocollato in Regione Lombardia – destinatario il Presidente della Giunta Regionale, on. Roberto Formigoni - altre 4.000 firme per una petizione che chiede il completamento dell’ iter legislativo per istituire finalmente il Parco Regionale della Brughiera. Ovviamente il nostro impegno non poteva e non doveva finire con questa raccolta firme ma anzi questa ci è servita per portare a conoscenza di tante persone il valore il questo Parco e quanto poco è considerato dai loro/nostri Amministratori. In questa fase stiamo cercando a tutti i livelli (Comunale, Provinciale e Regionale) di rimarcare le “Ragioni del Parco”, anche con iniziative come quella del 28 e 29 maggio a Cantù che stiamo organizzando in collaborazione con le realtà sensibili alla salvaguardia della Brughiera. Altre info su www.comitatoparcobrughiera.it La protesta parte da Cantù e contagia la rete Per trovare il logo ufficiale dell’Expo, il Comune di Milano e la società che organizza l’evento hanno indetto il bando: «Logo per l’expo 2015». Il concorso era aperto a tutti i laureati in Architettura, Design e Arti, Moda, Grafica Pubblicitaria, Disegno Industriale non ancora iscritti ai rispettivi albi professionali o all’ultimo anno di università. Il bando era stato indetto anche perché il precedente logo pagato 200.000 euro aveva avuto noie legali e si era dovuto ricominciare da capo. Tra i partecipanti anche il canturino Roberto Bianchi. I concetti chiave che dovevano ispirare la creazione erano “energia per la vita” e “nutrire il mondo”, idee collegate al tema generale dell’Expo: l’alimentazione. Dopo un mese di attesa e due di ritardo, il risultato era infatti previsto per febbraio ma è uscito ad aprile, si è giunti all’individuazione di due loghi finalisti, per un ballottaggio finale pubblico da tenersi su internet. Una volta resi noti i finalisti la delusione di Roberto però è stata evidente. I progetti sono quello di Alice Ferrari, che consiste in un uovo stilizzato, e quello di Andrea Puppa, dove la scritta Expo si sovrappone a 2015 in un gioco di colori primari. Per rendere pubblico il suo disappunto, Roberto ha impugnato il mouse e ha realizzato un video su Youtube per sostenere le sue ragioni. «Nel video spiego come immaginavo di perdere – racconta Roberto – con gente molto più brava di me. Invece mi sono trovato di fronte a un’idea rispettabile ma vecchia, l’uovo lo faceva Salvador Dalì 40 anni fa, mentre quello di Puppa è una scritta colorata che col tema del cibo non ha nulla a che fare». E fin qui potrebbe essere semplicemente lo sfogo di un escluso. Se non che il popolo del web lo ha appoggiato in pieno, al punto che sono nate pagine Facebook sull’argomento come «Contro concorso expo 2015». Qui molti dei partecipanti hanno messo il proprio logo e hanno condiviso con Roberto l’idea che soprattutto il secondo logo scelto non rispettasse pienamente le indicazioni. Ormai i giochi sono fatti e non resterà che scegliere tra queste due proposte. Difficile che con tutti i problemi che pendono sull’organizzazione dell’evento si possa ritornare indietro proprio sul logo. Qualcosa di buono da questo polemica, però sembra essere venuto fuori: «Nonostante la sconfitta per il concorso – conclude sempre Roberto – è nato un bel gruppo partecipativo e autonomo che mi ha dato grandissima soddisfazione». (A.Borghi) NDRANGHETA IN LOMBARDIA LA BIBLIOTECA SI RIFA’ IL LOOK di Giuseppe Emilcare di Alessandro Borghi Per una soluzione vera, però, è necessaria una nuova e più ampia collocazione di Claudio Boiocchi, portavoce dell’Associazione Luca Coscioni - Cantù Un no alla proposta del Governo di Maurizio Migliori CHI REMA CONTRO? Solo dati tratti da una riflessione di Tito Boeri, noto economista. Le immatricolazioni universitarie nel triennio 2008-2011 sono diminuite del 10%; eppure i diplomati nel 2010 sono stati 5.000 più di quelli del 2008. Noi abbiamo un rapporto tra laureati e popolazione tra i più bassi d’Europa. La disoccupazione in Europa è aumentata del 2% per i laureati e del 6% per gli altri. Tutti i paesi dell’Europa occidentale, Portogallo compreso, hanno aumentato gli investimenti nelle Università; i paesi che hanno tagliato i fondi alle università per più del 5% sono all’Est, come Estonia, Repubblica Ceca, Polonia, Croazia, Serbia e Macedonia. Noi in tre anni abbiamo tagliato il 10% dei contributi alle Università statali. In compenso abbiamo un record di canali televisivi. Buon futuro a tutti noi. Può essere opportuno, anche in tema di evoluzione normativa relativa agli argomenti del fine vita e osservandone il sostanziale impasse politico e sociale sul nostro Paese, effettuare una rapidissima escursione storica delle possibili ragioni di un simile immobilismo, peraltro sostanzialmente, trasversalmente e largamente condiviso. Può inoltre essere un modo, questo, per onorare più effettivamente l’attuale anniversario dell’Unità d’Italia e, soprattutto, il sacrificio di coloro che l’hanno consentita nel corso dei decenni che vanno dai primi moti carbonari sino al 1861. Va detto, crediamo, che i pilastri portanti del nostro edificio normativo, privato delle sue potenzialità evolutive, siano rappresentabili da una serie di eventi di cedimento che si sono manifestati già nell’immediato periodo postunitario (Legge delle Guarentigie) e sono proseguiti con sostanziale regolarità nei decenni successivi, in epoca fascista (Patti Lateranensi) e con preoccupante conferma nel periodo postfascista (Concordato) e nel periodo costituente (Art. 7). La scansione storica di questi episodi circoscrive una volontà politica che, complessivamente, non è riuscita (oppure non ne ha avuto intenzione) a determinare la fuoriuscita del nostro Paese da un assetto normativo e istituzionale di matrice sostanzialmente confessionale. Un simile assetto non può che produrre, anche a distanza di decenni dalla sua costruzione politico-fondativa, una situazione di sostanziale boicottaggio (variamente messo in atto dai partiti politici) delle istanze di aggiornamento e di riformismo legislativo che toccano i cosiddetti “valori non negoziabili”. Da questo deriverebbe che ciò che per alcuni cittadini non è da considerarsi passibile di discussione, debba invece risultare tale per la totalità della popolazione attraverso l’imposizione legislativa (Legge 40), oppure attraverso l’assenza di essa qualora lo status quo fosse già di per sé sufficientemente conservativo. Prova ne sia che anche l’applicazione della nostra normativa “fondante”, quella costituzionale, risulta di fatto inibita in modo importante. Lo stesso Art. 32 della Costituzione Italiana, per tornare al tema in oggetto, potrebbe infatti bastare a mettere in forte imbarazzo sia i propugnatori del testo di Legge presentato dall’attuale maggioranza di Governo, sia coloro che, come moderni Pilato, si limitano a salmodiare “piuttosto che questa Legge meglio nessuna Legge”. L’Art. 32 della nostra Costituzione recita, inoltre, che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di Legge. La Legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Coerentemente a tale indirizzo, una proposta di Legge sul fine vita dovrebbe essere formulata in modo semplice e tenendo presente i principi fondamentali qui elencati: - - - l’adempimento delle indicazioni contenute nel testamento biologico, che dovrebbero essere vincolanti dato il pieno possesso delle facoltà della persona al momento della sottoscrizione; la nomina di un fiduciario – una persona che conosce profondamente il soggetto e vuole solo il suo bene – che in qualunque situazione debba assumere le decisioni più appropriate; il rispetto del codice etico da parte di medici e infermieri, che dovrebbero limitarsi ad assistere il paziente senza compiere scelte autonome. M ille occhi illeocchi NON SOLO POSTEGGI PER AUTO Caro Direttore mi conceda un piccolo spazio per segnalare, a Lei e ai tanti suoi lettori, un piccolo problema che riguarda la circolazione e l’ordine in città. Premetto che ho fatto da tempo una scelta,direi quasi obbligata,di usare lo scooter per raggiungere e circolare speditamente il centro, cosa che con una vettura risulterebbe impossibile. Vedo circolare tanti di questi mezzi e che anche l’amministrazione comunale, con la decisione di mettere a disposizione gratuitamente 30 biciclette, ha capito il problema. A questo punto non è il caso di porsi una domanda e fornire a questa una risposta? Dove stanno i parcheggi? E se ci sono, sono adeguati? Io perso di no. Non sarebbe opportuno un piano che li preveda, gratuiti, in prossimità dei diversi uffici comunali,degli uffici postali e poi farmacie,banche ecc. E’ una proposta che merita attenzione? Faccia Lei. Grazie . F.to Nc. e-mail puoi inviare le tue proposte (disegni, filmati, foto, scritti, ...) alla posta elettronica del giornale [email protected] posta puoi spedire o consegnare le tue proposte all’indirizzo: Via Ettore Brambilla, 3 - 22063 Cantù Marzo Aprile 2011 * MEMORIA SCELTA DI LIBERTA’ ANCHE PER IL FINE VITA. Cantù Oggi BIBLIOTECA UGO BERNASCONI PRO è ora occupata da scaffali. Va detto che questa è la tendenza di tutte le biblioteche moderne: mettere a vista il maggior numero di volumi, così che gli utenti possano servirsi da soli senza l’aiuto del personale. Bisognerà vedere però cosa succederà in periodo di esami, quando solitamente la sala si riempie. La verità è che prima o poi bisognerà pur pensare a una nuova collocazione per questa biblioteca, per ampliare l’area studio, lasciare sempre più volumi a scaffale e avere maggiori spazi per immagazzinare i testi. I nuovi arredi rappresentano sicuramente un passo avanti, ma probabilmente le risorse dell’antico convento di piazza Marconi più di tanto non riescono a dare. Piccola nota di rammarico. Anche se i nuovi servizi igienici sono decisamente più confortevoli, sembrano mancare di quel tocco di poesia che avevano i primi. Chissà che a qualcuno non venga in mente di rimettere quel simpatico simbolo politico sul fondo della tazza del water. Avrebbe di sicuro tutto l’appoggio della redazione di Cantù Oggi. La biblioteca di Cantù si ridesta finalmente a nuova vita. Nuovi arredi, nuovi servizi e una bella mano di vernice alle pareti. È davvero molto accogliente. E i primi ad accorgersene sono sicuramente gli operatori. Sembrano già più sereni, finalmente adagiati su sedie consone alle loro funzioni e non più appollaiati in cima a scomodi sgabelli. Il nuovo arredo ha permesso anche di rivedere gli spazi. Si è aperta al pubblico la parte sopraelevata che prima stava dietro il bancone. Adesso è adibita a emeroteca. Anche il piano superiore, da sempre rivolto ai più piccoli, sembra ora godere di maggior successo. Viene aperto, infatti, specificatamente per i lettori più giovani, con spazi dedicati a tre distinte fasce d’età. È finita la pacchia per quegli universitari svogliati che salivano a giocare a rubamazzo. E infatti dalle testimonianze degli stessi operatori sembra che i genitori apprezzino molto queste nuove disposizioni e la presenza di bambini sia aumentata. Resta un po’ sacrificato, a dire la verità, lo spazio lettura al piano terra. Metà della sala PARCHEGGIO SENZA AUTO ampia nella quale sono dimostrati i casi di infiltrazione ‘ndranghista - si veda l’operazione del luglio scorso con arresti anche a Mariano comense e nel Lecchese - sia perché nello stesso tessuto cittadino il male mafioso si apre spazi d’azione. A dimostrazione di ciò sul sito dell’’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata si legge che nella sola Cantù sono stati confiscati sette immobili appartenenti alle mafie (dati aggiornati al 31 dicembre 2010). Oggi non si può più aspettare, il discorso sulla ‘ndrangheta va affrontato. «Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». L’insegnamento di Paolo Borsellino è ancora attualissimo. Giacché la criminalità organizzata non si sconfigge solo con le carcerazioni o i sequestri di beni. Ma anche con la diffusione ampia della conoscenza. «La lotta alla mafia […]non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità» - Paolo Borsellino. IL PM ILDA BOCASSINI Se un’organizzazione come ‘ndrangheta traffica in larga parte dell’Europa non si può certo credere che la sua anguillesca infiltrazione risparmi il Nord Italia. La regione più ricca della penisola nella quale può dilagare, inquinando così il tessuto produttivo, attraverso la mancanza di forze contrastanti e l’omertà o peggio la compiacenza del potere politico. Persino Cantù non è immune da tale viscida penetrazione. Tanto più pericolosa quanto più silenziosa. Perciò più dannosa in quanto poco o nulla avvertita. Non si vuole affermare che qui esista la volontà di celare la presenza mafiosa, dato che chiunque possiede tutti gli strumenti informativi per acquisirne consapevolezza. Bensì della necessità di dotarsi degli anticorpi indispensabili per arginare una presenza la quale deteriora progressivamente l’onestà del rapporto economico e della competizione tra soggetti produttivi. E che da qui si riflette non solo sul cittadino ma anche sulla consistenza della società civile. Il risultato è la sua lenta disintegrazione. Con il parallelo imporsi dell’antistato. Non vorrei che si mancasse di dotare la città di Cantù di questi anticorpi. Sia perché essa è inserita all’interno di una dimensione provinciale e regionale più COME ARE P ARTECIP ARTECIPARE Il problema va affrontato non si può più fare finta di niente 3 R ock SOGNANDO LA CALIFORNIA CON IL SURF ROCK DEGLI WAVERS WAVERS “Se tutti avessero accesso all’Oceano/negli Stati Uniti/tutti si darebbero al surf/ come in California”. Così cantavano i Beach Boys in “Surfin’ USA”, brano uscito nel 1963 tra i più significativi del surf rock, genere musicale che proprio in quegli anni e proprio con i Beach Boys cominciava ad assumere una certa dignità e una maggiore definizione. In realtà il surf rock era nato un decennio prima, negli anni Cinquanta, sulle spiagge della California. Nell’America del benessere e dello sviluppo economico, la California rappresentava un modello culturale preso come punto di riferimento da centinaia di giovani: sole, mare, belle ragazze, e il surf naturalmente, questo sport estremo che spesso veniva assunto come simbolo stesso della libertà e della giovinezza. Il surf rock affondava le proprie radici in questo contesto, e fin da subito si fece portavoce della spensieratezza e dell’allegria che nell’immaginario collettivo venivano associati alla West Coast. Da qui le caratteristiche del surf: richiami al rockabilly e al blues, brani molto spesso solo strumentali, perfetti per far ballare durante una festa in spiaggia, con una sezione ritmica molto marcata e la chitarra solista in primo piano. Il tutto per alimentare il mito californiano, la cui eco fu così grande da avere strascichi pure in Italia (basti pensare al successo che ebbe “Sognando La California”, cover dei Dik Dik di un brano dei Mamas & Papas, che nel 1966 entrò direttamente al secondo posto nella classifica dei dischi più venduti e vi rimase per un bel pezzo). Questo è quello che succedeva in America negli anni Cinquanta. Ma evidentemente, per surfare anche solo con la fantasia, non è necessario andare fino in California. Lo si può fare anche qui e adesso, a Cantù, grazie agli Wavers, band composta da Matt, Ricky e Johnny Waver e che si rifà proprio al sound sinuoso del surf rock. Il gruppo è nato quattro anni fa, nel 2007, per iniziativa di Matt e Ricky, due fratelli con la passione della musica e virtuosi, rispettivamente, del basso e della chitarra. Oltre a loro, la formazione originale prevedeva Johnny alla batteria. “Johnny prima di allora non aveva mai suonato”, racconta Matt Waver. “Sapeva fare solo un tempo base, un colpo di cassa e due di rullante. Che guarda caso è il tempo tipico del surf rock”. E così, per fare di necessità virtù, i tre cominciano a scrivere canzoni surf, che vennero presto impreziosite dall’intervento di Fabio alle tastiere. Dopo di che, gli Wavers iniziarono subito la gavetta facendo un concerto dopo l’altro (almeno 180 live in tre anni), dando modo di far conoscere anche in Italia il genere surf, di certo non molto noto sul nostro territorio. Così facendo la band canturina è riuscita in poco tempo a crearsi uno zoccolo duro di fan, e, a furia di live in tutta Italia, ha acquisito un’abilità tecnica davvero impressionante. Dopo innumerevoli concerti, la pubblicazione di un Ep e del primo album, “Welcome To Waverland”, e l’uscita dal gruppo di Fabio, i tre Wavers rimanenti hanno appena pubblicato il loro secondo disco, “Calavera”. Tredici brani completamente nuovi che gli Wavers stanno presentando al pubblico attraverso un tour che li sta portando nei locali di tutta Italia. La speranza è di avvicinare la gente a questo genere così inusuale. “Neanche noi, a dire il vero, ascoltiamo molto surf rock”, confessa Matt, “ma lo facciamo per una scelta artistica ben precisa, non vogliamo lasciarci condizionare”. E in effetti questo è un bene, perché solamente un approccio non ortodosso al genere poteva portare gli Wavers a inserire nel disco le cover di “Guarda Che Luna” di Fred Buscaglione, di “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin, e di “While My Guitar Gently Weeps” di George Harrison. Eseguite però in perfetto stile surf, ovviamente. L’attenzione maniacale per ogni sfumatura di suono recentemente ha portato Matt e Ricky ad aprire un negozio di strumenti musicali, Kawabonga, che si trova a Cantù in via Tripoli 2 presso la sede di Spazio Tribù. Dentro si possono trovare strumenti e attrezzature di qualità, molte delle quali sono le stesse che vengono usate dagli Wavers nei loro concerti. “Gestiamo questo posto con lo spirito del musicista, e non del commerciante”, racconta Matt. “Offriamo delle consulenze precise e dettagliate, oltre che corsi di musica. La gente comincia a fidarsi di noi, facciamo leva sulla competenza che possiamo dare ai clienti. In questo modo diamo una mano anche a chi si è appena affacciato nel mondo della musica e che ha bisogno di consigli spassionati “. È qui, in questo negozio, che si deve passare se si vuole iniziare a suonare. Oppure, semplicemente, se si vuole passare qualche minuto in un piccolo angolo di California. (Sofia Marelli) A ssociazioni Cantù Oggi Marzo Aprile 2011 PARTIGIANI 4 Nel 66esimo della Liberazione, è nata a Mariano Comense La Sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con la volontà di essere un punto di riferimento per tutta la zona del marianese e del canturino. L’ANPI – fondata nel 1944 per raggruppare i militanti nella Resistenza e dal 2006 aperta anche a tutti coloro che si riconoscono nell’impegno antifascista dell’associazione – intende tenere viva la memoria degli eventi e dei caduti nella guerra partigiana di liberazione, portare avanti i principi ed i contenuti che quella lotta hanno animato e che sono alla base dell’Italia democratica e della sua Costituzione. La sezione territoriale di Mariano – Cantù si è costituita per volontà di alcune persone che hanno sentito l’esigenza di colmare un vuoto AUSER politico e culturale, in una provincia in cui le forze politiche di Centrodestra spesso hanno cercato e cercano tutt’ora di ridimensionare l’importanza della festa del 25 Aprile. Non è un caso che a Cantù, quest’anno, le celebrazioni siano state posticipate al 7 maggio, come se la pasquetta delle gite fuori porta sia, per un’amministrazione comunale, più importante di qualsiasi altra cosa. Dati, inoltre, tutti gli attacchi alla Costituzione Antifascista di quest’ultimo ventennio e un tentativo nemmeno tanto velato di rivalutare e di legittimare il fascismo, vigilare e presidiare il mantenimento dei principi democratici diventa un obbligo. L’ANPI, oltre a richiamare questi principi, vuole farli conoscere, diffondere e rivivere, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, vigilando affinché non vengano disattesi, messi in discussione o, peggio, calpestati. Per questo invita tutti i cittadini del Marianese e del Canturino che si riconoscono nei valori democratici e antifascisti ad aderire e a partecipare alle sue attività. La Sezione si riunisce tutti i lunedì sera, ore 21.00, presso i locali della Coop di Mariano in via Emanuele D’Adda 11. Per aderire e/o prendere i contatti con l’ANPI di Mariano: [email protected] oppure [email protected]. Giuseppe Jennarelli (Iscritto ANPI) LA POST A DEL POSTA di Flav T Mastrangelo CUORE Caro Flav T Mi chiamo Guglielmo ho ventotto anni e dopo una lunga relazione con la mia fidanzata, Caterina, ho capito che è giunto il momento di fare il passo decisivo. Insomma voglio chiederle di sposarmi. Le cose tra di noi vanno alla grande, però sai, potrebbe sempre preferire la situazione attuale, senza prendersi impegni, «Ma non stiamo bene così come siamo?», e via dicendo. E’ per questo che vorrei chiederglielo in un modo diverso da solito, un modo che davvero le faccia gridare un Sìììì così forte che la sentano anche in capo al mondo. Per questo ti scrivo Flav T, dammi una mano. Caro Guglielmo Tu mi chiedi di svelarti il segreto più profondo che si nasconde in ogni donna. Come fare a stupirle? Se ci fosse un manuale da seguire non le stupiremmo più. Se sei un ragazzo sensibile, come mi pare di intuire, posso però darti un consiglio. Falla sentire come fosse in una fiaba. Cavalli, carrozze, castelli, principi e regine. Vedrai che alla fine si calerà nel ruolo e non potrà dirti di no. Si è mai vista una principessa dire di no al principe che viene a ridestarla dal sonno? E se poi il giorno delle nozze, in un angolino lontano, ci sarà un posto che per il tuo Flav T, la vostra fiaba si trasformerà in un vero trionfo, fidati. Un abbraccio Flav T Mastangelo ([email protected]) R egiùur MICHELE DI LEO In un’intervista concessa durante il suo mandato di sindaco Michele Di Leo disse che ascoltava tutte le richieste dei cittadini, ma che con loro su alcuni princìpi era inflessibile: ad esempio non avrebbe mai concesso l’autorizzazione a trasformare un’area agricola in un’area fabbricabile. Di Leo aveva una incredibile capacità di ascoltare, una vocazione alla comprensione che gli derivava dalla passione per l’insegnamento e dalla passione pedagogica: vocazione che ha condiviso con il fratello Giancarlo, con cui ha percorso un largo tratto di esperienza individuale: come lui maestro elementare, appassionato di politica e a lungo amministratore comunale, sindaco anche se per un periodo di tempo maggiore, pittore di raffinata sensibilità. Di Leo aveva saputo unire la sinistra ridandole un respiro strategico. Con la sua amministrazione è infatti stato approvato il primo piano regolatore che Cantù abbia mai avuto, creata una zona di sviluppo appositamente dedicata alle aziende artigiane, avviate significative esperienze nel campo della cultura, dei servizi sociali, della partecipazione democratica. Erano quelli anni difficili per la nostra democrazia, quelli della solidarietà democratica e dell’unità nazionale. Non sempre i rapporti erano idilliaci all’interno della giunta, ma Di Leo sapeva gestire in maniera civile il dissenso degli altri e anche il proprio. Fu amministratore a largo raggio, consigliere comunale a Mariano Comense, assessore in provincia e consigliere del Casinò di Campione d’Italia. Sempre si distinse per il tratto gentile, il garbo, la squisita personale educazione. Non alzava mai la voce e anche quando doveva esprimere il proprio dissenso, talora radicale, non si alterava mai. Ad esempio era convinto che a non riproporlo per il terzo mandato non fosse stata tanto la mancata conquista della maggioranza da parte della sinistra quanto il fatto che il leader indiscusso del suo partito a Cantù, Oreste Dominioni, l’avesse scaricato. Lo diceva apertamente, proprio mentre avversava la giunta di Peppino Anzani, varata nell’autunno del 1985. Ma il suo garbo non gli consentiva di esprimere polemiche fuori misura. Michele Di Leo fu poi un fiero avversario del SOSTIENI CANTU’ OGGI CON LA QUOTA ASSOCIATIVA DI 5 EURO (10 EURO PER I SOCI SOSTENITORI) tramite versamento sul CCP 42786707 intestato a: ASSOCIAZIONE CULTURALE CANTU’ OGGI Via Ettore Brambilla 3 - 22063 Cantù nuovo palazzetto di corso Europa. La sua voce sembrava suonare fuori dal coro. Sono convinto che se si fossero ascoltate con maggiore attenzione le opinioni dell’ex sindaco sul palazzetto, forse Cantù non avrebbe avuto la situazione ingestibile che ha avuto per anni. Ricordo che in parecchi colloqui personali su questo argomento di aver notato la sua personale sofferenza a parlare del problema: si rendeva perfettamente conto dell’importanza che la pallacanestro aveva assunto per la nostra comunità, ma gli sembrava che un impianto come quello che si ventilava era sproporzionato e fuori misura per la nostra città. Mi pareva che il suo civile dissenso fosse proprio legato alla sua lunga esperienza di amministratore. Non vi era nella sua posizione alcun tipo di pregiudizio. Tutto nasceva da un’articolata riflessione. Mi chiedo come mai nessuno o quasi gli abbia dato retta, approfondendo com’era giusto e in maniera adeguata la sua riflessione. Di Leo non fu l’unico consigliere ad esprimere perplessità nel merito, ma la sua fu una sorta di “vox clamantis in deserto”. Molto spesso le persone più sagge restano inascoltate. Di Leo ha portato nella sua attività, ad ogni livello, un senso fortissimo delle istituzioni democratiche. Non ha mai travalicato alle sue competenze e si è sempre mosso con un atteggiamento lineare e trasparente. Forse avrebbe dovuto puntare più volte i piedi ed esprimere in maniera ancora più netta il proprio malcontento. Verso di lui, come a un vecchio caro maestro, è dovuto il massimo affetto anche per la carica di cordiale umana simpatia. (Giancarlo Montorfano) Proprietario testata ed editore ASSOCIAZIONE CULTURALE CANTU’ OGGI Via Ettore Brambilla, 3 - 22063 Cantù Direttore Responsabile Giancarlo Montorfano Redazione Via Ettore Brambilla, 3 - 22063 Cantù e-mail: [email protected] sito web: www.cantuoggi.it Stampa Tecnografica snc di Montorfano e Riva Via Ospedale, 5 - 22063 Cantù Iscrizione Tribunale di Como n° 10/2001 del 12.04.01