classic voice cd di Danilo Prefumo Vibro, dunque SUONO Per Salvatore Accardo il “vibrato” è l’anima della musica. Si può ridurre, ma non eliminare. Anche nei concerti di Haydn. Che esegue utilizzando corde di budello e variando (poco) i ritornelli. Ma attenzione: non chiamatelo filologo N ella sterminata produzione strumentale di Franz Joseph Haydn i tre sopravvissuti concerti per violino e orchestra sono stati raramente presi in considerazione dei grandi solisti. Salvatore Accardo costituisce una delle rare eccezioni. “Sono tre concerti di grande qualità, di impianto assolutamente classico, nei tradizionali tre tempi”, esordisce il maestro. “Dal punto di vista formale non si discostano molto da quelli di Mozart. Si aprono con un Allegro in forma sonata ben elaborato, cui fa seguito un Adagio centrale di grande espressività e un tempo veloce finale di carattere più virtuosistico. I tempi lenti sono veramente stupendi, in particolare quello del primo concerto, un Adagio in fa maggiore”. Dal punto vista tecnico presentano problemi particolari? “Anche la scrittura strumentale non si discosta molto da quella dei concerti mozartiani. Non sono dei lavori ‘difficili’, anche se i movimenti finali sono un po’ più impegnativi, sotto questo punto di vista, di quelli Mozart. Sono opere scritte in modo molto idiomatico per lo strumento solista. Haydn conosceva molto bene la tecnica del violino e degli altri strumenti ad arco, come del resto testimoniano i suoi quartetti per archi. Ho suonato i quartetti di Haydn fin da quando ero bambino e questo mi ha sicuramente aiutato molto al momento di incidere questi tre concerti”. Quale edizione ha usato per la sua incisione? “L’edizione Urtext che è stata pubblicata dalla Henle Verlag, e devo anche dire che non ho dovuto fare quasi nessuna modifica rispetto al testo pubblicato, perché tutte le articolazioni del manoscritto originale sono perfettamente pertinenti alla musica. Abbastanza stranamente, perlomeno in rapporto alle abitudini dell’epoca, nelle tre partiture originali sono presenti molte indicazioni di colore, che in genere nelle composizioni degli autori coevi - anche di Mozart, ad esempio - sono sempre usate con molta parsimonia. Quindi, dal punto di vista ‘filologico’, posso dire di aver suonato i tre concerti assolutamente così come sono scritti”. In effetti questa incisione dei concerti per violino è un po’ una riscoperta, non ci sono molte altre incisioni in giro … “Il concerto più conosciuto, come sappiamo, è il primo, quello in do La creatura Nel 1996, a dieci anni dall’istituzione dei corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Walter Stauffer di Cremona, Salvatore Accardo decide di fondare un’orchestra d’archi con i migliori allievi ed ex allievi dell’Accademia. Nasce così l’Orchestra da Camera Italiana i cui componenti - unico esempio al mondo discendono tutti dalla stessa scuola. Questo mese l’Orchestra diretta da Accardo suona al Teatro Sociale di Amelia (il 10) e al Museo del violino di Cremona (l’11); a novembre a Milano all’Auditorium Pirelli (il 10 e 12) e a dicembre al Teatro Petruzzelli di Bari (il 15). maggiore, che è stato eseguito moltissime volte, e di cui esistono anche edizioni discografiche eccellenti, come ad esempio quella di Isaac Stern, che è stupenda. In questo caso ho suonato e diretto la English Chamber Orchestra, che è un ensemble di primissimo piano, con la quale ho fatto anche altre incisioni, ad esempio i concerti di Tartini, la sinfonia concertante e il doppio concerto per violino e cembalo di Haydn, con Bruno Canino al clavicembalo. In pratica ho realizzato l’integrale di tutti i concerti di Haydn in cui è presente il violino. Come dicevo prima, Haydn conosceva benissimo lo strumento, e questi tre lavori, a mio avviso, sono un po’ sottovalutati”. Cosa può dirmi dal punto di vista strettamente esecutivo? “Se si riferisce all’annosa questione del rapporto tra esecuzioni di tipo, diciamo così, ‘tradizionale’, e le esecuzioni ispirate a criteri più ‘filologici’, se proprio vogliamo usare questo termine, che non amo, vorrei dire, tanto per cominciare, che io ho sempre usato, per tutta la mia vita, corde di budello. Non corde di budello nudo, ma corde di budello: non di acciaio, che non amo affatto. Le corde di perlon o di acciaio, che si usano molto spesso, non le ho mai utilizzate, perché non mi piace la qualità del loro suono.Quelle di budello nudo hanno una resa sonora diversa e, secondo me, non migliore. D’altronde noi non possiamo e non dobbiamo mettere da parte tutti gli sviluppi che questo strumento ha avuto nel tempo, sviluppi positivi, perché se il violino oggi suona meglio di quanto suonava nel Seicento, perché mai dobbiamo farlo suonare meno bene? E poi, perché dobbiamo dimenticare la grande lezione che ci hanno lasciato grandi violinisti come Oistrakh, Stern, Grumiaux, Francescatti, Menuhin, e così via?”. Cosa dice delle riprese variate dei ritornelli, oggi così in voga? “Le pratico, ma con una certa parsimonia. Devo dire che quando ho a che fare con autori come Haydn e Mozart ho sempre un po’ il timore di esagerare. Ma qualche piccola variazione la faccio sempre. D’altronde la scuola tartiniana suggerisce di variare molto. Sicuramente la variazione nei ritornelli, cosa che fino a quarant’anni fa non si faceva, ce lo ha insegnato la scuola ‘filologica’ - e le ribadisco che il termine non mi piace -. Credo d’altra parte che certe contrapposizioni siano in via di superamento. Tempo fa ho suonato con l’orchestra diretta da Roger Norrington, che suona assolutamente tutto senza vibrato. Il risultato è stato comunque molto buono senza che io dovessi modificare il mio stile”. Ecco, parliamo allora dell’uso del vibrato … “Stavo proprio per arrivarci. Non possiamo pensare che nel Settecento si suonasse tutto senza vibrato. Il vibrato è esplicitamente indicato nelle Sonate di Tartini e nei trattati di Geminiani, dove si indica di suonare con maggior vibrato certi passaggi e con un vibrato meno intenso certi altri. Anche Leopold Mozart dice che, ad un certo momento, il violino deve adattarsi al canto. Oggi ci sono dei cantanti che cercano di intonare i suoni senza vibrato, ma è una cosa orribile, la voce non ne può fare a meno. Secondo me l’errore è stato quello di eccedere, in qualsiasi momento e con qualsiasi tipo di musica. Basta usare il vibrato nel modo giusto: si può ‘sospenderlo’ per avere un certo tipo di atmosfera, soprattutto nella musica da camera. Ma se tu suoni tutto fisso non avrai più quei momenti straordinari che, quando si vibra a fini espressivi, colpiscono l’ascoltatore. Secondo me questo non è nemmeno un 47 NOVITÀ CD Accardo senza cliché Vince il Premio Paganini ma non è solo un “violinista paganiniano”. Ora gli anni d’oro della Philips tornano in un cofanetto di prossima uscita VENDITA BIGLIETTI A PARTIRE DAL 18 OTTOBRE 2014 WWW.FERRARAMUSICA.IT C M Y CM MY CY CMY K we associates Salvatore Accardo con l’Orchestra da camera italiana, l’ensemble di cui è direttore musicale Figlio di un incisore di cammei di Torre del Greco e nato del tutto casualmente a Torino nel 1941, allievo a Napoli di un didatta di qualità come Luigi d’Ambrosio, Salvatore Accardo è stato all’inizio un bambino prodigio come tutti i grandi violinisti che si rispettino, anche se il suo insegnante ha cercato sempre di proteggerlo dalle insidie che una tale definizione porta inevitabilmente con sé. Il suo nome balza alla ribalta delle cronache musicali quando, nel 1958, diciassettenne, vince il Premio Paganini di Genova, evento che gli schiude una brillante carriera internazionale aprendogli le porte delle più importanti istituzioni concertistiche del mondo. Fin da subito, Accardo cerca di sfuggire al cliché di “violinista paganiniano” inserendo nel proprio repertorio non solo i grandi classici della letteratura sette/ ottocentesca, da Vivaldi a Ciaikovskij, ma anche dedicandosi assiduamente al repertorio del Novecento e alla musica da camera, con una disponibilità intellettuale che ha pochi riscontri nel panorama violinistico contemporaneo. Sono aspetti che tornano nel nuovo box di sei cd che la Universal pubblicherà a novembre, che contiene incisioni risalenti per lo più agli anni Settanta ed effettuate in gran parte per la Philips. Ci sono due cd registrati con due ensemble diversi (I Musici e la English Chamer Orchestra) e dedicati ai concerti di Giuseppe Tartini, un autore che Accardo ha sempre molto amato ed eseguito; e poi quattro grandi classici del repertorio: il concerto di Beethoven, i due concerti di Brahms quello per violino e quello per violino e violoncello - con la magnifica Orchestra del Gewandhaus di Lipsia diretta da Kurt Masur - e infine il Concerto di Sibelius con un altro dei partner storici di Accardo, sir Colin Davis con la sua London Symphony Orchestra. L’incisione più recente, immancabile ciliegina sulla torta, è quella delle Quattro Stagioni di Vivaldi, che Accardo ha suonato in concerto centinaia di volte, effettuata in collaborazione con I Solisti di Napoli nel 1987. D.P. STAGIONE problema di natura ‘filologica’, ma di coscienza musicale che ognuno di noi può avere o non avere. Non si può impostare la propria esecuzione musicale solo ed esclusivamente sulla scorta di ciò che dicono i trattati di musica. E poi, andiamoli a vedere bene tutti questi trattati antichi, anche quelli dove si parla di vibrato!”. Il suo modo di suonare però è cambiato negli anni … “Assolutamente sì! Ed è cambiato proprio e soprattutto nell’uso del vibrato. Da ragazzo era eccessivo, qualche volta anche molto invadente. Quando sento le mie incisioni di quando avevo vent’anni, mi rendo conto di quanto l’esperienza mi ha fatto cambiare. L’esperienza, e, vorrei aggiungere, i grandi incontri che ho fatto nella mia vita. E non parlo solo di violinisti. Le cito tre nomi, e nessuno è un violinista: Pablo Casals, Sergiu Celibidache e Arturo Benedetti Michelangeli”. Ce li racconti … “Casals lo conobbi negli anni Cinquanta all’Accademia Chigiana di Siena, ero ancora un ragazzino. Da lui ho imparato moltissimo sul legato e sull’articolazione della frase. L’uso della mano sinistra di Casals era qualche cosa di straordinario, meraviglioso. Con Celibidache, con cui ho fatto dei corsi di direzione d’orchestra, ho scoperto i segreti del fraseggio: il fraseggio di Celibidache era qualcosa di unico. E poi Michelangeli, un musicista che mi ha insegnato davvero molto sulla musica in generale. Negli anni Sessanta suonavo in duo con Ludovico Lessona, che secondo me è stato l’unico vero allievo di Michelangeli, e quando mettevamo su un programma andavamo a farci sentire da Michelangeli. E tutte le cose che lui diceva al pianista mi sono rimaste dentro, e spesso le dico ai pianisti che fanno musica con i miei allievi. Da lui ho appreso il modo per capire il tempo esatto con cui eseguire un pezzo, che è p sempre legato alla sua difficoltà tecnica”. 14|15 classic voice cd Concerto dedicato ai 50 anni dalla riapertura del Teatro Comunale dopo il restauro DOMENICA 26 OTTOBRE 2014, ORE 20.30 MAHLER CHAMBER ORCHESTRA JOSHUA WEILERSTEIN direttore VILDE FRANG violino Concerto dedicato alla memoria di Claudio Abbado LUNEDÌ 26 GENNAIO 2015, ORE 20.30 MARTEDÌ 24 MARZO 2015, ORE 20.30 MAHLER CHAMBER ORCHESTRA DANIELE GATTI direttore Musiche di Mozart, Schumann, Scriabin Musiche di Beethoven LUNEDÌ 30 MARZO 2015, ORE 20.30 Musiche di Ligeti, Bartók, Pärt, Brahms MARTEDÌ 27 GENNAIO 2015, ORE 20.30 MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014, ORE 20.30 HIROMI pianoforte IN PARTNERSHIP CON: MARIO BRUNELLO violoncello URI CAINE pianoforte BACH NET WORKS Musiche di Bach, Caine Concerto Jazz www.zoogami.net GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO 2015, ORE 20.30 LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2014, ORE 20.30 KENNY BARRON pianoforte DAVE HOLLAND contrabbasso Concerto Jazz FEDERICO COLLI pianoforte CHAMBER ORCHESTRA OF EUROPE SEMYON BYCHKOV direttore JOSHUA BELL violino Musiche di Glanert, Brahms, Schumann GIDON KREMER violino MARTHA ARGERICH pianoforte Musiche di Weinberg, Strauss, Beethoven MERCOLEDÌ 22 APRILE 2015, ORE 20.30 MAHLER CHAMBER ORCHESTRA TEODOR CURRENTZIS direttore ALEXANDRA CONUNOVA violino Musiche di Vivier, Sibelius, Šostakovič LUNEDÌ 4 MAGGIO 2015, ORE 20.30 GRIGORI SOKOLOV pianoforte VENERDÌ 28 NOVEMBRE 2014, ORE 20.30 THE HILLIARD ENSEMBLE Musiche di Bach, Pärt CON IL SOSTEGNO DI: Rotary Club di Ferrara Programma in via di definizione LUNEDÌ 16 FEBBRAIO 2015, ORE 20.30 L’HOMME QUI RIT (L’UOMO CHE RIDE) Film muto di PAUL LENI (1928) Musica originale di GABRIEL THIBAUDEAU scritta per ed eseguita dal vivo da OCTUOR DE FRANCE MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015, ORE 20.30 SARA MINGARDO mezzosoprano ENRICO PACE pianoforte Musiche di Brahms, Liszt, Wagner, Berg, Mahler MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014, ORE 20.30 “LES VENTS FRANÇAIS” EMMANUEL PAHUD flauto FRANÇOIS LELEUX oboe PAUL MEYER clarinetto GILBERT AUDIN fagotto RADOVAN VLATKOVIĆ corno ERIC LE SAGE pianoforte Musiche di Ravel, Farrenc, Guastella, Ibert, Caplet, Poulenc MARTEDÌ 3 MARZO 2015, ORE 20.30 JÖRG WIDMANN clarinetto CAROLIN WIDMANN violino ALBAN GERHARDT violoncello ALEXANDER MELNIKOV pianoforte Musiche di Debussy, Bartók, Messiaen VENERDÌ 22 MAGGIO 2015, ORE 20.30 CHAMBER ORCHESTRA OF EUROPE VLADIMIR JUROWSKI direttore RADU LUPU pianoforte Musiche di Martinů, Mozart, Janáček BIGLIETTERIA: APERTURA DA LUNEDÌ A VENERDÌ ORE 15.30 / 19.00; SABATO ORE 10.00 / 12.30 - 15.30 / 19.00 TEL. 0532 202675; [email protected]; WWW.FERRARAMUSICA.IT 49