n°6 - Settembre 2011 Come aiutare a.b.c.? Dona utilizzando il bollettino che trovi in allegato! FAI UNA DONAZIONE in Banca con bonifico intestato a A.B.C. Associazione Bambini Chirurgici del Burlo onlus: FAI UNA DONAZIONE in posta Dona il tuo 5x1000 Codice fiscale: 01084150323 conto corrente postale 91873075 DIVENTA VOLONTARIO Banca di Cividale IBAN IT 51 D 05484 62190 068570399019 oppure Cassa Rurale e Artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti IBAN IT 42 B 08511 61070 000000018019 ORDINA I BIGLIETTI NATALIZI DI A.B.C. Metti a disposizione un po’ del tuo tempo da dedicare all’attività di A.B.C., oppure organizza qualche evento o incontro di sensibilizzazione e/o di raccolta fondi anche nella tua città. Scrivi a [email protected]. Per averli basta mandare un’e-mail entro fine ottobre all’indirizzo di posta elettronica [email protected] o chiamare il numero 328/2833146 L’ordine minimo è di 10 biglietti con busta al prezzo di 11,00 euro più spese di spedizione (gratuita per ordini superiori a 50 biglietti). Ti ricordiamo che tutte le donazioni effettuate a favore di A.B.C. sono fiscalmente deducibili o detraibili. Conserva le ricevute del bonifico o del bollettino postale. Per conoscere nei dettagli la normativa, visita il nostro sito www.abcburlo.it. Se hai trovato L’Abbecedario in ospedale e vuoi ricevere gratuitamente i prossimi numeri a casa, inviaci i tuoi dati all’indirizzo [email protected] lo spazio di mister B Carissimi! Sono felice felice felicissimo di ritrovarvi dopo la pausa estiva: ho sentito tanto la vostra mancanza! Comunque, sì, anch’io sono stato in vacanza: mi sono abbronzato sulla fronte e sulla punta del naso e ho visto tanti bei luoghi e tante belle facce. Ed eccomi qui di ritorno: anch’io ho ripreso il mio lavoro, be’, con un po’ di fatica, è ovvio. Si sta così bene quando ci si riposa e ci si diverte! In ogni caso, anche nel quotidiano, anche giorno dopo giorno ci sono un sacco di cose belle e divertenti, luoghi speciali da vedere, visi simpatici da incontrare e da guardare. E allora, visto che si parla di guardare, ecco che oggi vi racconto un po’ dei miei occhi: giganteschi e azzurri come due laghetti di montagna. Sapete che, quando sbatto le ciglia, si alza un bel venticello? Ideale per asciugare la biancheria stesa fuori all’aperto. E poi, lo confesso, sono un vero curioso: inforco gli occhiali, osservo e osservo, capisco, conosco, invento. Ehm, ehm, oltre che curioso, sono anche goloso, e certe volte i gelati me li mangio proprio con gli occhi! Capita anche a voi, vero? Sarei pronto a scommetterci! Intanto, augurandovi una buona ripresa di tutte le vostre attività e ricordandovi che aspetto sempre poesie, disegni, lettere e tutte le vostre fantastiche creazioni che vorrete inviarmi, … vi saluto con una filastrocca e una storia che, ciascuna a modo suo, parlano degli occhi. A presto, miei cari! Il vostro Mister B. Spedite i vostri lavori a: [email protected] IL PROGETTO DI EMMA QUESTIONE DI OCCHI Emma vuole a tutti i costi imparare a leggere. Le serve per il suo progetto: un progetto segreto segretissimo. Così fa il viaggio della prima classe con grande impegno. Ascolta la maestra; incontra le lettere dell’alfabeto che, quando si incontrano tra di loro, si fanno quattro chiacchiere e formano le parole; si allena su libri e quaderni, sui cartelloni della pubblicità, sulle insegne dei negozi, sulle scatole dei detersivi nella lavanderia. Alla fine dell’anno scolastico è diventata abbastanza veloce, a leggere. Abbastanza per il suo progetto. Su uno scaffale della libreria c’è un grande librone, con duecento piccole storie. Comincia subito, dal primo giorno di vacanza. Alle nove in punto, la sera, il suo papà è l’invitato d’onore nel posto d’onore, ai piedi del suo letto. Emma regala al suo papà una storia ogni giorno. Il suo papà ha gli occhi che non vedono, ed è molto felice di sentire le storie di Emma. Ogni tanto Emma si fa matte risate, guardando i disegni del libro che sono proprio buffi. Così legge anche quelli, al suo papà: gli legge le nuvole, le facce, i vestiti, le stelle, le montagne e le case. E siccome il suo papà ha un cuore che ci vede benissimo, si fa matte risate pure lui. Se guardo nei miei mondi con gli occhi un po’ azzurrini vedo cieli rotondi vedo mari bambini La vita certe volte è come tu la guardi se fai le giravolte cambiano gli sguardi Se guardo ogni cosa e vedo solo dolcezze allora ho gli occhi rosa e le mani di carezze Se poi in certi momenti gli occhi me li presti tu saprò quello che senti vedrò molto di più Se guardo le giornate con gli occhi scuri scuri vedo facce rabbuiate vedo sempre musi duri In ultimo ti dico, magari non lo sai usa gli occhi del cuore li ho io anche tu li hai non importan le diottrie non importa il colore con quelli si guarda con amore. da 40 Storie di viaggio, Cristina Bellemo, Edizioni Messaggero Padova Filastrocca di Cristina Bellemo Se guardo le stagioni e ho gli occhi con le strisce vedrò strette prigioni e strade poco lisce Illustrazioni di Erika Barletta L’ABbeCedario n. 6 – Settembre 2011 Direttore responsabile: Cristina Bellemo Redazione e coordinamento: Giusy Battain e Chiara Dal Fiume Editore: A.B.C. Associazione Bambini Chirurgici del Burlo onlus, Via dell’Istria 65/1 - 34137 Trieste Iscrizione nel registro della Stampa tenuto presso il Tribunale di Trieste, autorizzazione n. 1208 del 17/11/2009 Art direction e impaginazione: Kora Comunicazione Stampa: Scarpis di G. Scarpis & C. (S.A.S.) Tipografia pag. 1 L’Editoriale - Un mondo migliore Parte di una grande famiglia Luca Alberti Tiziana Basaldella Giusy Battain Cristina Bellemo Catia e Mauro Benassi Gabriella Clarich Chiara Dal Fiume Rosella Giuliani Periodico di informazione su attività, progetti e iniziative proposti da A.B.C. Associazione Bambini Chirurgici del Burlo onlus pag. 2 Un lavoro da amare Dietro il sorriso di un bambino pag. 3 A casa dall’ospedale Il nuovo sito di ABC e Natale con ABC Un mondo migliore... pag. 4 Come aiutare A.B.C. Dedicato ai bambini: lo spazio di Mr B Il punto di Luca Alberti L’impegno di ciascuno di noi fa la differenza C L’Editoriale arissimi lettori, settembre è il mese del rientro al solito tran tran: i più piccini tornano a scuola, e i grandi riprendono il lavoro e la loro vita frenetica! A.B.C., invece, ha il piacere di entrare ancora una volta nelle vostre case, per raccontarvi un altro pezzo di quello che avviene all’interno dell’ospedale e non solo. In questo numero potrete conoscere il duro e insostituibile lavoro del personale infermieristico Luca Alberti e il figlio Riccardo del reparto di chirurgia del Burlo, e sapere qualcosa in più della dottoressa Clarich, direttore della struttura complessa di chirurgia maxillofacciale, impegnata anche come volontaria a curare i bambini che hanno dovuto subire le conseguenze terribili della guerra in Bosnia ed Erzegovina, finita nel 1995. La nostra psicologa, invece, cercherà di aiutare i genitori alle prese con i disturbi del sonno del loro bambino, una volta tornati a casa dall’ospedale. Come leggerete, vi faremo conoscere anche la possibilità di sostenere i progetti di A.B.C. attraverso i biglietti natalizi, realizzati con le splendide immagini di alcuni illustratori per l’infanzia, che hanno reso disponibili le loro opere. L’anno scorso qualche genitore si è fatto, a sua volta, promotore dell’iniziativa verso parenti, amici e colleghi… La partecipazione di tutti può davvero fare la differenza! Non mi rimane che ringraziare, ancora una volta, quanti ci stanno vicini, e ci permettono di raggiungere traguardi importanti per la guarigione dei piccoli di cui ci prendiamo cura. Un caro saluto e buona lettura, Per questo numero hanno collaborato: A.B.C. protegge i tuoi dati ai sensi della normativa in materia di protezione dei dati personali (D. Lgs. 196/2003), ti informiamo che i tuoi dati saranno trattati da A.B.C in modo lecito, secondo correttezza e adottando tutte le misure necessarie a garantirne la massima riservatezza, esclusivamente con la finalità di fornire notizie sulle attività svolte dall’Associazione. L’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 ti dà diritto a far rettificare eventuali errori e a richiedere di essere escluso da ogni comunicazione scrivendo a A.B.C. Associazione Bambini Chirurgici del Burlo onlus, Via Dell’Istria 65/1, 34137 Trieste oppure inviando un’e-mail a [email protected], quale titolare del trattamento. 4 4 C/O IRCCS “Burlo Garofolo” Via dell’Istria, 65/1 34137 Trieste Luca Alberti Presidente di A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus T utto è iniziato un po’ per gioco, in quel febbraio del 2005 e, naturalmente, per gratitudine. In quel momento non avremmo mai immaginato quanto l’avventura A.B.C. ci avrebbe coinvolti negli anni, e quali aiuti reali avremmo potuto offrire. A dirla tutta, però, gran parte del merito non è nostro. Certo, siamo partiti in pochi, con grande entusiasmo e, senza dubbio, anche con un po’ di incoscienza. Forse, se avessimo saputo fin dall’inizio delle lungaggini burocratiche, dei risvolti politici che si celano dietro le strategie sanitarie e della necessità di essere fortemente caparbi nell’ottenere risultati, probabilmente non ci saremmo imbarcati in un “viaggio” come questo. Noi pochi credevamo, attraverso le nostre azioni, i nostri contatti, le nostre idee e i nostri progetti, di poter fare davvero la differenza per i bambini chirurgici. Ecco, questo è lo spirito che ancor oggi ritrovo, immutato, in A.B.C. Abbiamo sempre creduto che ognuno potesse portare un suo contributo, piccolo o grande, allo scopo di “fare qualcosa in più”. Così è stato. Infatti, sulla nostra strada, abbiamo incontrato persone con cui condividere valori e, assieme, poter pensare a un mondo migliore. Solo grazie a questi incontri A.B.C. è riuscita a raggiungere i risultati di cui vi parliamo nelle pagine del nostro giornale. Ma crediamo sia solo l’inizio. Tra noi spesso diciamo di aver ancora tanto cammino da percorrere, e molto da dare. In un momento storico come questo, in cui tutto appare difficile e stantio, in cui niente sembra dipendere da noi, non prendetemi per utopista se invece credo fortemente nell’esatto contrario. Il nostro/vostro impegno fa la differenza. Parte di una grande famiglia FESTA DI PRIMAVERA DI A.B.C. Lo scorso 29 maggio si è tenuto il grande ritrovo con i bambini e le famiglie di A.B.C. presso il Castello Formentini di San Floriano del Collio. Una splendida giornata trascorsa all’insegna del gioco e del divertimento. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato e alle volontarie di A.B.C. che hanno reso speciale quella giornata. All’anno prossimo con un nuovo ritrovo! Genitori coi piedi verdi di Catia e Mauro Benassi La solidarietà per affrontare il dolore S iamo i genitori di Greta e tre anni fa ci siamo ritrovati ad affrontare una situazione che nessun genitore vorrebbe mai dover vivere: la malattia di un figlio. Dopo diverse ricerche, abbiamo deciso di rivolgerci al Burlo e lì abbiamo conosciuto la grande professionalità della dottoressa Clarich, del dottor Maranzano e di tutta la loro equipe. Ogni istante della malattia è stato davvero difficile ma, per nostra fortuna, abbiamo ricevuto tanto conforto da parte della dottoressa Antonella Tripani, psicologa di A.B.C. Le sue parole, i suoi gesti e i suoi sorrisi ci hanno davvero aiutato in ogni momento di sconforto. Ora Greta sta meglio anche se qualche controllo sarà ancora necessario. Conoscendo l’associazione abbiamo capito che anche noi, nel nostro piccolo, potevamo contribuire ad aiutare concretamente qualche genitore che si sarebbe ritrovato nella nostra stessa situazione. Abbiamo così deciso di “contraccambiare”, per quanto possibile, e insieme a zie e zii abbiamo partecipato a “Sexto Vintage” a Sesto al Reghena (PN), con una bancarella il cui ricavato è stato interamente devoluto ad A.B.C. Tutti si sono messi in gioco con energia, soprattutto Sara, la sorella di Greta, e gli ospiti della casa di riposo di Sequals, che hanno messo a disposizione dei piccoli lavoretti fatti a mano. È stata un’esperienza molto positiva che ci piacerebbe ripetere e magari, visto che le occasioni non mancano (sagre paesane, feste), altri genitori potrebbero “portare” in piazza la propria bancarella e contribuire così a diffondere il messaggio di A.B.C. Condividere le esperienze negative aiuta sicuramente a non sentirsi soli e a superare momenti apparentemente inaffrontabili, ma siamo dell’avviso che condividere con gli altri anche gli eventi positivi, come la partecipazione ad una buona causa, possa farci sentire parte di una grande famiglia, capace di portare un po’ di conforto alle famiglie dei bambini chirurgici. Non è semplice trasformare i nostri sentimenti in parole, ma ci auguriamo che con la nostra esperienza siamo riusciti ad aiutare qualcuno di speciale, come la nostra Greta. 1 1 li infermieri pediatrici non sono angeli e la nostra non è una missione, ma ancora meno ci piace essere definiti come quelli che fanno le punture ai bambini cattivi (come purtroppo ci tocca ancora talvolta sentire). Siamo persone che hanno scelto di fare una professione che comporta un percorso, talvolta duro: non può essere un ripiego, tanto per trovare un lavoro, ma richiede tanta passione, formazione e aggiornamento. Lavorare in un reparto di chirurgia pediatrica non è semplice, perché dobbiamo saper entrare in sintonia con pazienti di tutte le età, dal bambino all’adolescente: saper conquistare la loro fiducia anche quando siamo costretti a fare delle manovre invasive e poco piacevoli; saperli ascoltare ma anche farci ascoltare; saperli divertire e interessarci alle loro passioni (musica, film, cartoni, giochi o sport). Tutto questo, però, non è ancora sufficiente, se non riusciamo prima a conquistarci la fiducia dei genitori, dimostrando la nostra professionalità, perché nulla arriva al bambino se prima non passa dai genitori, che sono il suo punto di riferimento e il nostro valido aiuto nell’assistenza. Il Dipartimento di chirurgia pediatrica del Burlo è un insieme di cinque specialità chirurgiche, ognuna con le sue competenze ed esigenze, sia per interventi semplici (ma sempre importanti per il bambino e la sua famiglia), sia impegnativi, dove il paziente ha una patologia complessa che richiede, talvolta, l’intervento di più discipline chirurgiche nella stessa seduta operatoria. La nostra competenza assistenziale, quindi, spazia da: - la chirurgia generale, che comprende interventi piccoli come l’ernia inguinale, e più complessi di chirurgia gastrointestinale, urologica, toracica e oncologica, eseguiti il più delle volte con tecnica mini-invasiva o laparoscopica; - l’ortopedia, con la traumatologia, le correzioni di difetti semplici come i piedi piatti, ma anche di quelli più importanti e invalidanti, fino al trattamento delle deformità della colonna sia in pazienti “sani” (scoliosi idiopatica) che in pazienti con gravi malattie congenite, neurologiche e malformative; - l’otorino che, dalle numerose e immancabili tonsille e adenoidi (patologia molto frequente in età pediatrica), arriva fino agli impianti cocleari; - la stomatologia e la maxillofacciale che, oltre a fornire cure dentarie in anestesia generale a bambini non collaboranti o con handicap, intervengono anche con la chirurgia plastica e ricostruttiva di labio-palatoschisi e malformazioni facciali; - l’oculistica, infine, ma certo non ultima, tratta sia patologie che necessitano solo di terapia medica che quelle chirurgiche, dalla correzione degli strabismi fino ad arrivare recentemente ai trapianti di cornea. Ognuna di queste specialità ha la sua equipe medica dedicata, mentre a noi infermieri è richiesto di saperle gestire tutte contemporaneamente, e la nostra conoscenza deve essere tale da consentirci di assistere tutti i pazienti in modo appropriato e diversificato, di saper valutare l’andamento del decorso pre e postoperatorio, di saper segnalare o suggerire cambiamenti, ma anche e soprattutto di saper rispondere alle tante domande e paure dei genitori. Se nella favola di Biancaneve la casa dei nani aveva sette di tutto, sette posate e sette piattini, sette seggioline e sette lettini, nel nostro reparto si trova invece “cinque di tutto”: cinque primari, cinque registri, cinque cartelle, cinque ambulatori e, ogni giorno, cinque liste operatorie, cinque giri visite, cinque medici reperibili, ecc. Dietro il sorriso di un bambino Ma se cinque non è ancora abbastanza, come esiste il sesto senso, esiste anche per noi la sesta specialità: quella anestesiologica. Gli anestesisti non fanno parte del nostro reparto ma è comunque di nostra competenza seguirli nella gestione pre e post-operatoria, e anche loro hanno cartelle e ambulatorio dedicato. Negli anni molto è cambiato nel lavoro dell’infermiere: se da una parte la chirurgia è avanzata, permettendo ai medici di affrontare interventi sempre più complessi, e quindi anche per noi più difficili e impegnativi da seguire, dall’altra i presidi sempre più sofisticati e le apparecchiature sempre più tecnologiche ci danno un valido aiuto nella gestione delle terapie e dei monitoraggi, mentre la chirurgia sempre meno invasiva e più conservativa permette ai piccoli pazienti un recupero veloce dello stato di benessere, accorciando notevolmente i tempi di degenza. Un altro aiuto importante ci arriva anche dalla terapia antalgica, che si va sempre più perfezionando e sensibilizzando verso il paziente. Il nostro ospedale, che fa parte del progetto Ospedale senza dolore, è molto attento ai bisogni di analgesia dei pazienti, e questo consente a noi di lavorare più serenamente, ai bambini di essere più ben disposti e più collaborativi. Essere infermiere pediatrico in un reparto di chirurgia come il nostro costa molta fatica, e non sempre il lavoro che facciamo viene capito e apprezzato, ma a fine turno si riesce sempre a portare a casa qualche soddisfazione: per un bambino dimesso, per un sorriso conquistato, per una parola di riconoscimento dei genitori, e questo ci fa amare ancora di più la nostra professione. di Chiara Dal Fiume S tabilita la data dell’intervento chirurgico, in famiglia si manifestazione di un disagio transitorio dovuto allo stress comincia il conto alla rovescia, fino al momento dell’ingresso vissuto. Se gli adulti riescono a “digerire” l’ansia e la paura in sala operatoria. Per quanto i genitori possano impegnarsi vissuta in ospedale appena il problema medico viene risolto a controllare razionalmente le proprie emozioni di fronte al e cercano di rassicurarsi razionalmente, il bambino a volte piccolo, tutta la famiglia è invasa da uno stato di ansia più o manifesta sintomi di disagio in un tempo anche molto lontano meno forte. Solitamente ogni bambino è in grado, con l’aiuto dall’evento stesso. Quando ciò si verifica, i genitori fanno fatica dei genitori, di affrontare tutte le a comprendere le cause dei risvegli procedure, più o meno dolorose, di notturni, o delle scenate serali. preparazione all’intervento, l’intervento Il rientro a casa dall’ospedale è il stesso, la degenza in ospedale e la momento in cui si può aiutare il convalescenza a casa. bambino ad elaborare quello che è Durante tutto questo percorso, il stato vissuto durante il ricovero. bambino vive emozioni e sentimenti Per il bimbo in grado di giocare e che elabora, in un tempo successivo, al rappresentare, i genitori possono rientro a casa e alla normalità. raccontare la vicenda vissuta Credo che sia importante considerare costruendo con lui una storia con che il bambino chirurgico, a qualsiasi altri personaggi, oppure riandare età, prova sentimenti di impotenza, alle esperienze trascorse trovando rabbia, frustrazione e paura rispetto semplici riferimenti concreti, come ad all’esperienza che sta vivendo. Queste esempio: «Ti ricordi l’infermiera che ti emozioni, a volte, provocano sintomi ha dato la nutella a colazione? Quella diversi appena si rientra a casa. nella scatolina piccola piccola? E la Frequentemente, parlando con i cremina magica che non fa sentire il genitori quando ormai la vita familiare pic dell’ago?». Rosella Giuliani, è tornata alla normalità dopo un Sono sicura che ogni genitore è in psicologa-psicoterapeuta di A.B.C.C. periodo trascorso in ospedale, mi grado di trovare le parole e i contenuti raccontano della difficoltà che il loro adatti al proprio bambino proprio bambino ha ad addormentarsi, oppure perché è lui che lo conosce meglio di dei frequenti risvegli notturni che si verificano da quando è ogni altro, ed è con lui che ha vissuto l’esperienza ospedaliera. stato sottoposto all’intervento. In questo periodo possono É possibile che il bambino chieda di raccontargli “la storia di lui tornare i disturbi del sonno di cui il bambino ha sofferto in all’ospedale” tante e tante volte, fino a sfinire i genitori: non c’è precedenza, oppure possono comparire per la prima volta. da spaventarsi, potrebbe avere ancora bisogno di essere aiutato In realtà non sono veri e propri disturbi del sonno, ma la a rappresentare mentalmente le emozioni vissute e forse Senza il camice Intervista alla dottoressa Gabriella Clarich N on capita tutti i giorni di conoscere una professionista anche dai racconti delle sue passioni e della sua quotidianità. In questo numero abbiamo il piacere di incontrare la dottoressa Gabriella Clarich, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale e Odontostomatologia dell’ I.R.C.C.S Burlo Garofolo di Trieste, nonché membro del Consiglio dell’Ordine dei Medici di Trieste, di cui è l’unica componente donna, e coordinatrice della Commissione Pari Opportunità. Un medico che, con abnegazione, regala, giorno dopo giorno, il sorriso (e anche il broncio, perché no?!) a pazienti vicini e lontani. Cominciamo, per i profani, a spiegare cosa significa “Chirurgia Maxillo-facciale”. «La Chirurgia Maxillo-facciale infantile, di cui io mi occupo, fornisce prestazioni specialistiche di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione di malformazioni alla testa e al collo; in tale ambito vengono trattate le patologie del cavo orale (denti), dell’articolazione della mandibola, delle strutture scheletriche e dei tessuti molli. In questa disciplina utilizziamo competenze sia dell’odontostomatologia che della chirurgia plastica e dell’otorinolaringoiatria: quindi accorpa competenze di varie specialità». So che è coinvolta anche in attività di solidarietà internazionale. Di cosa si tratta? «Oltre che un’attività volontaria di cura in ambito ambulatoriale, offro un aiuto in termini di prevenzione. In particolare, mi occupo di bambini disabili (anche psichici) che hanno più difficoltà a lavarsi i denti o a nutrirsi in modo corretto. Ciò può favorire la formazione della 4 2 carie, causa di dolore, a volte anche molto intenso. Nel servizio di questo genere. 2005 sono stata contattata dalla Caritas di Trieste, che ha Restituire il sorriso ai bambini, dal punto di vista ricevuto una richiesta di aiuto per cure odontoiatriche professionale, ma ancor più umano, dà molta dal Centro di riabilitazione per disabili Sacra Famiglia di soddisfazione e questo risvolto umanitario del mio lavoro Mostar. Facendo tesoro delle è ormai parte integrante della mia competenze acquisite nella vita». cura dei disabili all’ospedale Quali sono gli aspetti positivi e Burlo Garofolo, abbiamo quelli più faticosi nella vita di avviato una serie di missioni un medico? periodiche di 3 o 4 giorni «Fare il medico è una professione con un’equipe operativa molto bella, si ha la possibilità di composta da una ventina di utilizzare le proprie conoscenze professionisti volontari. La per alleviare e spesso risolvere i prossima settimana partirò per problemi di salute. Chiaramente la mia diciottesima missione. le difficoltà sono molte, ma credo Grazie alla generosità di molti che la passione per il mio lavoro colleghi odontoiatri e donatori mi dia la giusta carica per cercare privati, siamo riusciti ad di superarle. Non è semplice la acquistare tutta l’attrezzatura vita di un medico, a maggior necessaria per allestire un ragione donna, dato che lavora ambulatorio funzionale, in sia a casa che fuori, ma una buona cui poter fare interventi in dose di forza di volontà, amore e anestesia generale con la dedizione aiuta». collaborazione del primario Nel corso degli anni, che Dott.ssa Gabriella Clarich, direttore S.C. Chirurgia Maxilloanestesista dell’ospedale mutamenti ha notato in ambito facciale e Odontostomatologia, IRCCS Burlo Garofolo sanitario? locale. Ogni volta riusciamo a «Certamente ci sono stati degli enormi miglioramenti, curare in modo completo il cavo orale di almeno dieci basti pensare alle nuove tecniche chirurgiche, ai supporti piccoli pazienti. Il nostro obiettivo è riabilitare la bocca, tecnologici per la diagnostica e l’assistenza. La storia quindi non pratichiamo interventi meramente estrattivi, ma soprattutto conservativi e riabilitanti (otturazioni, cure della medicina è certamente andata avanti dal punto di vista tecnologico e anche umano, i mutamenti hanno canalari, ricostruzioni e applicazione di protesi). I risultati influenzato il modo di lavorare e il contesto. Non da sono stati evidenti già dalle prime missioni. La richiesta ultimo credo che un miglioramento importante l’abbia è molto alta, dato che in tutta la Bosnia non esiste un apportato anche il personale infermieristico, con l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze, che agevolano l’operato del medico. Si può parlare male o bene della sanità, ma francamente posso dire che i cambiamenti ci sono stati e hanno condotto certamente a un progresso: ho iniziato a lavorare 32 anni fa e posso testimoniare che sotto tutti i punti di vista si è assistito ad un’evoluzione positiva, dalle capacità di cura, agli approcci psicologici, al controllo del dolore». È mai successo, nella sua carriera professionale, che il suo “credo” di persona e di donna abbia dovuto scontrarsi con la sua deontologia? «Penso di no, ho sempre fatto quello che ho ritenuto giusto fare. Sono una persona credente e sono convinta che la mia Fede mi abbia aiutato molto nelle decisioni quotidiane». Come ama passare il suo tempo libero? «Ne ho davvero poco a disposizione, e lo voglio trascorrere con la mia famiglia, essendo io mamma di tre figli!». Dal punto di vista lavorativo, quali sono i suoi prossimi obiettivi? «Il mio obiettivo principale è quello di riuscire a sostenere i giovani medici, dando loro l’esempio, contribuendo ad affinare le loro qualità e capacità, perché sono fermamente convinta che i miei collaboratori dovranno essere migliori di me. Solo così si potrà davvero parlare di progresso professionale e umano». È on-line il nuovo sito di A.B.C. ancora intense. E per il bambino piccolo che ancora non utilizza il gioco simbolico e non è in grado di seguire il racconto di una storia? È possibile, a volte, che questi bambini, al rientro a casa, diventino dei veri e propri tiranni e che non lascino neanche per un momento la mamma e a volte il papà. Tutto questo si aggiunge ai problemi del sonno. In questi momenti è facile che i genitori pensino a una “regressione”, ma credo che invece sia la manifestazione transitoria del disagio provato dal bambino, e soprattutto della sua paura di essere separato dalle figure di riferimento; questa paura appartiene anche ad alcuni processi dello sviluppo evolutivo. Cosa fare allora? Comprendere che il bambino è in difficoltà e va rassicurato può aiutare i genitori a trovare il modo migliore per consolarlo e sostenerlo. I disturbi e le manifestazioni di disagio, però, dovranno attenuarsi fino a scomparire nel giro di qualche settimana altrimenti … possiamo parlarne ancora! Cari genitori, vorrei concludere dicendo che i problemi legati al sonno del vostro bambino dopo l’intervento chirurgico si possono risolvere, anche se in certi momenti sembrano irrisolvibili: si possono considerare come sintomi di uno stress vissuto insieme a voi e con voi, assolutamente “digeribile”! Natale con A.B.C. Scegli anche tu i biglietti natalizi di A.B.C.! Anche quest’anno gli artisti della Mostra internazionale d’illustrazione per l’infanzia di Sarmede mettono a disposizione i loro capolavori, per dare un valore diverso ai vostri auguri, contribuendo ai progetti rivolti ai bambini chirurgici. I biglietti che potrete ordinare sono diversi. Per visionarli e scegliere quelli che più vi piacciono basterà spedirci un’e-mail con la richiesta. L’invito è rivolto anche alle aziende: infatti i cartoncini e le buste potranno essere personalizzati con la ragione sociale della vostra ditta, con il logo e con il messaggio che vorrete comunicare. L’offerta minima per 10 pezzi con busta (ordine minimo, spese di spedizione escluse) è di 11 euro. La personalizzazione prevede un costo aggiuntivo da quantificarsi a richiesta. Per riceverli direttamente a casa vostra tramite posta vi basterà mandare un’e-mail, entro fine ottobre, all’indirizzo di posta elettronica [email protected] o chiamare il numero 328 2833146. I fondi raccolti ci permetteranno di continuare a garantire un supporto psicologico ai genitori di bambini nati con malformazioni durante tutto il ricovero ospedaliero. Aiutateci a diffondere questa iniziativa: potrete richiederci anche qualche biglietto in più per promuoverli tra parenti e amici! Il prossimo Natale ognuno di noi può fare qualcosa di speciale: diventare “ambasciatore” delle iniziative di A.B.C. o biglietto lti con quest I fondi racco andranno a sostenere i progetti di: onlus patologie affetti da chirurgici. ini nascono e interventi interventi, Alcuni bamb o ricoveri amente gli ortano spess tare più seren Trieste, ve che comp di ri ad affron malformati Garofolo” i loro genito ile “Burlo sociale. i bimbi e e Infant mento a all’Ospedal A.B.C. aiutalaquest e il loro inseri chirurgia pediatrica. permanenz peratoria o della e post-o nel camp la riabilitazion scientifica la ricerca A.B.C. supporta it urlo. www.abcb Entro pochi giorni sarà in linea il nuovo sito di A.B.C., con tante sezioni e una nuova veste grafica che permetterà una navigazione più semplice ed efficace. Collegandovi al sito www.abcburlo.it, avrete la possibilità di scaricare il nostro periodico in formato pdf, di guardare le foto degli eventi, di fare donazioni on-line con carta di credito, di leggere le news, di iscrivervi alla newsletter e tanto altro ancora. Potete inoltre seguirci tramite il profilo facebook di A.B.C. Vi aspettiamo numerosi! . ringrazia: zioni A.B.C de delle illustra di Sàrme concessione ovic´ l’Infanzia Per la gentile trazione per tto da Svjetlan Junak azionale d’Illus , condo Mostra Intern e sul tema del Natale stra.it demo trazion www.sarme Corso d’illus Cristi G A 4 braccia di Rosella Giuliani ne.com Più di tutte le fatiche, conta un sorriso conquistato A casa dall’ospedale... che fatica la nanna! koracomunicazio In reparto Acrilico Natale - di Tiziana Basaldella - Regali di na Biasetto Un lavoro da amare Grazie! 1 3